Un giallo del cazzo
di
Aldobrando
genere
pulp
Gargiulo entrò di scatto, senza bussare.
- Abbiamo il filmato! Alla Scientifica ce l'hanno fatta!
Caspita, pensai, non ci speravo davvero: il cellulare del morto era stato sott'acqua quasi una settimana. Sta a vedere che la Soderello è davvero in gamba, oltre i pompini intendo, dove ha tre lauree e un dottorato. Mi distrassi un momento pensando alla bocca scarlatta della Soderello chiusa attorno alla mia cappella che raccoglieva la sborrata senza perderne una goccia. Gargiulo mi riportò subito alla realtà trafficando eccitato intorno al PC: infilò la chiavetta, navigò nei file e fece partire il filmato.
La qualità era ottima, nonostante il locale fosse piuttosto buio, si vede che era un cellulare di lusso. La scena ci lasciò di sasso, nonostante l'avessimo vista in mille film: la ragazza era sdraiata sul tavolo, nuda a parte un cappuccio. Due uomini le tenevano le gambe aperte e altri due le afferravano le mani, tenendogliele dietro la testa, i seni grossi e sodi puntavano verso l'alto e sussultavano ai colpi di un quinto uomo che la stava scopando. Tutti gli uomini erano nudi, con un cappuccio come quello della ragazza, tutti avevano un'erezione formidabile. Non c'era audio, non si capiva se la ragazza stesse gridando, o se gli uomini dicessero qualcosa. Quello che la scopava a un certo momento accelerò i colpi e poi si arrestò, il corpo teso mentre spingeva il cazzo a fondo. Evidentemente era venuto, dopo un istante si tolse e cambiò di posto con un altro. Il nuovo cominciò a scoparla energicamente, la ragazza si dimenava ma i quattro la tenevano saldamente. Il filmato si fermava con un ultimo fotogramma dell'uomo inarcato sopra di lei che le strizzava le tette. Sulla spalla sinistra dell'uomo si vedeva il tatuaggio di un sole e una luna: era proprio lui, il morto.
- Cazzo, che roba, disse Gargiulo.
- La prima cosa da scoprire è chi sia la ragazza, che fine abbia fatto. Facciamo passare tutti i dossier delle ragazze scomparse. Fai vedere il filmato alla Sorrentini, quella scoprirebbe una formica in piazza San Pietro, se nel video c'è qualche elemento utile lei lo trova. Ma sii delicato, eh? Sai che si turba facilmente, preannunciale cosa vedrà, non farla restare male.
La raccomandazione era nascostamente ironica, sapevo che Gargiulo era sempre molto delicato con la Sorrentini, soprattutto quando glielo metteva nel culo giù nell'archivio. Culo molto bello, devo dire, ma doveva essere piacevole anche la passera depilata dove Gargiulo faceva il riscaldamento. Prima o poi glielo avrei detto che l'altra porta dell'archivio non era murata come credevano.
Nonostante tutto, il filmato mi aveva eccitato: mandai un messaggio alla Soderello complimentandomi per averlo recuperato, le promisi una bottiglia di vino come ringraziamento. Una frase innocua se l'avesse letta mia moglie, ma un codice fra me e la collega; quella sera avrei avuto la Soderello nuda sotto di me, avrei sentito il mio cazzo farsi strada fra le grandi labbra, le avrei spinto l'asta contro il clitoride mentre lei si dimenava e godeva. Cazzo come gridava. Ogni volta mi veniva l'istinto di chiamare la polizia, poi mi ricordavo che la polizia ero io, così le tappavo la bocca, mi rilassavo e le sborravo dentro. Pregustavo la serata, ma nel retro della mia mente c'era qualcosa del filmato che non mi tornava. Beh, la Sorrentini lo scoprirà di sicuro pensai, mentre la Soderello sorridente mi faceva entrare in casa sua, il triangolo di pelo rosso che faceva capolino dall'accappatoio aperto.
Infatti la Sorrentini scoprì un tatuaggio sul braccio della ragazza, dalla parte interna. Grazie alla qualità del filmato riuscimmo a leggere una data e un nome di donna. La data era di vent'anni prima, poteva essere la sua di nascita, il nome allora era la mamma. Questi giovani non sono originali per niente. In cinque minuti al computer dell'anagrafe Gargiulo trovò quattro ragazze che corrispondevano, una abitava nello stesso palazzo del morto. Bingo! Eppure c'era qualcosa che mi sfuggiva. Sembrava fin troppo facile. E anche la Sorrentini non aveva la solita faccia raggiante di quando risolveva un problema a noi maschietti lenti di cervello. Era un po' distratta, come se stesse cercando anche lei di capire cosa le fosse sfuggito. Bah, pensai, forse è solo un'impressione. O forse stamattina Gargiulo è passato troppo alla svelta dalla figa al culo e non aveva il cazzo abbastanza lubrificato.
Non volendo spaventare la ragazza, non la feci chiamare in commissariato. Andai a casa sua, con la scusa che essendo una vicina di casa del morto forse poteva aver visto qualcosa utile per le indagini. Lei era molto agitata, in salotto c'era anche il padre, la madre era morta da qualche anno. Il padre mi guardava come se fossi venuto a torturare la ragazza, si capiva che era un uomo molto severo, molto duro. La ragazza lo guardava in continuazione, sembrava ne avesse paura. Cercai di prendere alla larghissima il discorso del video, chiedendo se conosceva magari degli amici del morto, la ragazza negava nervosamente, il padre mi fissava come se avessi chiesto alla figlia se batteva sul viale della stazione. Lì non avrei cavato niente. La ragazza però non era davvero niente male, guardandola sul divano e sovrapponendo la scena del video sentivo un non so che nelle zone basse. Anzi, lo so benissimo cosa sentivo: era il mio cazzo che si rizzava. Conclusi un po' in fretta la conversazione, fortuna che avevo la giacca che mi nascondeva l'erezione. Cazzo! Mentre scendevo le scale mi venne in mente che la Soderello era andata due giorni a trovare la madre. Fortuna che lì davanti abitava la Gabriella, sempre grata da quella volta che le avevo ritrovato la collana rubata dalla badante della mamma. Me la feci sul divano senza quasi nemmeno salutarla, le sue tettone enormi che ballonzolavano fuori dal vestito, la figa rosea circondata da pelo nerissimo subito bagnata sotto i miei colpi. Sborrai in due minuti.
- Scusa Gabriella, fammi tirare il fiato poi ricominciamo con calma e te la godi anche tu.
Una grossa sorpresa mi aspettava al ritorno in commissariato: la ragazza aveva telefonato, chiedendo di me e lasciando il suo cellulare. La richiamai subito.
- Mi scusi commissario, ma prima non le ho detto tutto. C'era anche mio padre, non volevo parlare di fronte a lui, è un uomo molto severo, molto all'antica. Con me è sempre stato affettuoso, ma con mia madre era un tiranno, gelosissimo, non la faceva vivere. Poi, quando lei è morta ha scoperto che lo tradiva e da allora non è più lui, sospetta di ogni cosa, quando non è in casa non posso far entrare nessuno. Alla domenica vado sul monte Breccia a raccogliere delle erbe medicinali, è un po' un hobby e un po' un lavoro. Venga verso le dieci dove c'è la croce dei morti, conosce? C'è un po' di salita da fare, ma saremo da soli. In paese mio padre chiede in continuazione se qualcuno mi vede con un uomo.
E' vero che non sono molto intelligente, ma questa proposta lasciò perplesso anche me. Comunque, la domenica alle dieci ci incontrammo alla croce dei morti. Un po' incazzato per la salita, tagliai corto e le chiesi del filmato. Anzi, glielo feci proprio vedere sul cellulare. Lei spalancò gli occhi, che subito si riempirono di lacrime e si mise a singhiozzare.
- Quei porci maledetti! Mi hanno costretta, maiali schifosi! E' stato lui! e indicava il morto, nel filmato ancora vivo ed energico.
- Le prime volte era solo lui, a me piaceva, volevo farla in barba a mio padre, come mia madre. Poi mi ha minacciato di raccontarlo e ho dovuto starci anche coi suoi amici, volevano fare questa pagliacciata dei cappucci, del rito segreto.
Mi si buttò fra le braccia piangendo, lasciando cadere la borsa con le erbe. Ragazzi, giuro che non so come avvenne, ma a un certo momento mi trovai la sua lingua in bocca, le labbra salate dalle lacrime. Cademmo sull'erba, le infilai le mani sotto la maglietta, sfilai il reggiseno, le tette erano enormi e sode. Cominciai a succhiargliele, i capezzoli scuri si rizzarono subito, lei si abbassò i jeans e gli slip dimenandosi sotto di me, me lo prese e lo guidò contro la figa. Entrai senza complimenti, avevo solo voglia di scoparla come gli uomini del filmato, e la scopai. Lei ci stava eccome, ansimava, gridava, aveva la figa stretta ma bagnatissima, mi sembrava di infilarlo nel velluto. Cazzo come la pompavo! Sentivo ciac, ciac, ciac i miei coglioni che sbattevano contro la figa, lei si avvinghiava con le gambe attorno a me, mi afferrava i fianchi con le mani, mi tirava giù e mi spingeva su, sempre a tempo con le mie pompate. Venne due o tre volte con delle urla soffocate, poi non riuscii più a resistere e le sborrai dentro. Una goduria enorme.
Mi scostai, sdraiato al suo fianco, riprendendo fiato. Lei si tiro su i pantaloni, si sistemò il reggiseno. Il mio cellulare fece Bip! era arrivato un messaggio.
- Scusa, devo guardare. Un poliziotto è sempre in servizio, le dissi sorridendo.
Il messaggio era della Sorrentini, poche parole: "Le mani della ragazza. Nel filmato". Le mani della ragazza? Che cazzo vuol dire? pensai. Poi capii in un lampo, la mia mente fece clic! e il dettaglio che cercavo di mettere a fuoco mi apparve nitidissimo. Le mani della ragazza, nel filmato, tenevano i polsi dei due uomini. Non erano loro a tenere immobilizzata lei, era lei che li afferrava. Nessuna violenza, nessuno stupro, nessun ricatto. Alzai gli occhi dal cellulare e la fissai, lei mi guardava seria. Abbassai gli occhi sulle sue mani. Anzi sulla destra, quella che dalla borsa delle erbe aveva estratto una pistola. Prima di sparare mi sorrise:
- Bravo.
Maledetto idiota.
- Abbiamo il filmato! Alla Scientifica ce l'hanno fatta!
Caspita, pensai, non ci speravo davvero: il cellulare del morto era stato sott'acqua quasi una settimana. Sta a vedere che la Soderello è davvero in gamba, oltre i pompini intendo, dove ha tre lauree e un dottorato. Mi distrassi un momento pensando alla bocca scarlatta della Soderello chiusa attorno alla mia cappella che raccoglieva la sborrata senza perderne una goccia. Gargiulo mi riportò subito alla realtà trafficando eccitato intorno al PC: infilò la chiavetta, navigò nei file e fece partire il filmato.
La qualità era ottima, nonostante il locale fosse piuttosto buio, si vede che era un cellulare di lusso. La scena ci lasciò di sasso, nonostante l'avessimo vista in mille film: la ragazza era sdraiata sul tavolo, nuda a parte un cappuccio. Due uomini le tenevano le gambe aperte e altri due le afferravano le mani, tenendogliele dietro la testa, i seni grossi e sodi puntavano verso l'alto e sussultavano ai colpi di un quinto uomo che la stava scopando. Tutti gli uomini erano nudi, con un cappuccio come quello della ragazza, tutti avevano un'erezione formidabile. Non c'era audio, non si capiva se la ragazza stesse gridando, o se gli uomini dicessero qualcosa. Quello che la scopava a un certo momento accelerò i colpi e poi si arrestò, il corpo teso mentre spingeva il cazzo a fondo. Evidentemente era venuto, dopo un istante si tolse e cambiò di posto con un altro. Il nuovo cominciò a scoparla energicamente, la ragazza si dimenava ma i quattro la tenevano saldamente. Il filmato si fermava con un ultimo fotogramma dell'uomo inarcato sopra di lei che le strizzava le tette. Sulla spalla sinistra dell'uomo si vedeva il tatuaggio di un sole e una luna: era proprio lui, il morto.
- Cazzo, che roba, disse Gargiulo.
- La prima cosa da scoprire è chi sia la ragazza, che fine abbia fatto. Facciamo passare tutti i dossier delle ragazze scomparse. Fai vedere il filmato alla Sorrentini, quella scoprirebbe una formica in piazza San Pietro, se nel video c'è qualche elemento utile lei lo trova. Ma sii delicato, eh? Sai che si turba facilmente, preannunciale cosa vedrà, non farla restare male.
La raccomandazione era nascostamente ironica, sapevo che Gargiulo era sempre molto delicato con la Sorrentini, soprattutto quando glielo metteva nel culo giù nell'archivio. Culo molto bello, devo dire, ma doveva essere piacevole anche la passera depilata dove Gargiulo faceva il riscaldamento. Prima o poi glielo avrei detto che l'altra porta dell'archivio non era murata come credevano.
Nonostante tutto, il filmato mi aveva eccitato: mandai un messaggio alla Soderello complimentandomi per averlo recuperato, le promisi una bottiglia di vino come ringraziamento. Una frase innocua se l'avesse letta mia moglie, ma un codice fra me e la collega; quella sera avrei avuto la Soderello nuda sotto di me, avrei sentito il mio cazzo farsi strada fra le grandi labbra, le avrei spinto l'asta contro il clitoride mentre lei si dimenava e godeva. Cazzo come gridava. Ogni volta mi veniva l'istinto di chiamare la polizia, poi mi ricordavo che la polizia ero io, così le tappavo la bocca, mi rilassavo e le sborravo dentro. Pregustavo la serata, ma nel retro della mia mente c'era qualcosa del filmato che non mi tornava. Beh, la Sorrentini lo scoprirà di sicuro pensai, mentre la Soderello sorridente mi faceva entrare in casa sua, il triangolo di pelo rosso che faceva capolino dall'accappatoio aperto.
Infatti la Sorrentini scoprì un tatuaggio sul braccio della ragazza, dalla parte interna. Grazie alla qualità del filmato riuscimmo a leggere una data e un nome di donna. La data era di vent'anni prima, poteva essere la sua di nascita, il nome allora era la mamma. Questi giovani non sono originali per niente. In cinque minuti al computer dell'anagrafe Gargiulo trovò quattro ragazze che corrispondevano, una abitava nello stesso palazzo del morto. Bingo! Eppure c'era qualcosa che mi sfuggiva. Sembrava fin troppo facile. E anche la Sorrentini non aveva la solita faccia raggiante di quando risolveva un problema a noi maschietti lenti di cervello. Era un po' distratta, come se stesse cercando anche lei di capire cosa le fosse sfuggito. Bah, pensai, forse è solo un'impressione. O forse stamattina Gargiulo è passato troppo alla svelta dalla figa al culo e non aveva il cazzo abbastanza lubrificato.
Non volendo spaventare la ragazza, non la feci chiamare in commissariato. Andai a casa sua, con la scusa che essendo una vicina di casa del morto forse poteva aver visto qualcosa utile per le indagini. Lei era molto agitata, in salotto c'era anche il padre, la madre era morta da qualche anno. Il padre mi guardava come se fossi venuto a torturare la ragazza, si capiva che era un uomo molto severo, molto duro. La ragazza lo guardava in continuazione, sembrava ne avesse paura. Cercai di prendere alla larghissima il discorso del video, chiedendo se conosceva magari degli amici del morto, la ragazza negava nervosamente, il padre mi fissava come se avessi chiesto alla figlia se batteva sul viale della stazione. Lì non avrei cavato niente. La ragazza però non era davvero niente male, guardandola sul divano e sovrapponendo la scena del video sentivo un non so che nelle zone basse. Anzi, lo so benissimo cosa sentivo: era il mio cazzo che si rizzava. Conclusi un po' in fretta la conversazione, fortuna che avevo la giacca che mi nascondeva l'erezione. Cazzo! Mentre scendevo le scale mi venne in mente che la Soderello era andata due giorni a trovare la madre. Fortuna che lì davanti abitava la Gabriella, sempre grata da quella volta che le avevo ritrovato la collana rubata dalla badante della mamma. Me la feci sul divano senza quasi nemmeno salutarla, le sue tettone enormi che ballonzolavano fuori dal vestito, la figa rosea circondata da pelo nerissimo subito bagnata sotto i miei colpi. Sborrai in due minuti.
- Scusa Gabriella, fammi tirare il fiato poi ricominciamo con calma e te la godi anche tu.
Una grossa sorpresa mi aspettava al ritorno in commissariato: la ragazza aveva telefonato, chiedendo di me e lasciando il suo cellulare. La richiamai subito.
- Mi scusi commissario, ma prima non le ho detto tutto. C'era anche mio padre, non volevo parlare di fronte a lui, è un uomo molto severo, molto all'antica. Con me è sempre stato affettuoso, ma con mia madre era un tiranno, gelosissimo, non la faceva vivere. Poi, quando lei è morta ha scoperto che lo tradiva e da allora non è più lui, sospetta di ogni cosa, quando non è in casa non posso far entrare nessuno. Alla domenica vado sul monte Breccia a raccogliere delle erbe medicinali, è un po' un hobby e un po' un lavoro. Venga verso le dieci dove c'è la croce dei morti, conosce? C'è un po' di salita da fare, ma saremo da soli. In paese mio padre chiede in continuazione se qualcuno mi vede con un uomo.
E' vero che non sono molto intelligente, ma questa proposta lasciò perplesso anche me. Comunque, la domenica alle dieci ci incontrammo alla croce dei morti. Un po' incazzato per la salita, tagliai corto e le chiesi del filmato. Anzi, glielo feci proprio vedere sul cellulare. Lei spalancò gli occhi, che subito si riempirono di lacrime e si mise a singhiozzare.
- Quei porci maledetti! Mi hanno costretta, maiali schifosi! E' stato lui! e indicava il morto, nel filmato ancora vivo ed energico.
- Le prime volte era solo lui, a me piaceva, volevo farla in barba a mio padre, come mia madre. Poi mi ha minacciato di raccontarlo e ho dovuto starci anche coi suoi amici, volevano fare questa pagliacciata dei cappucci, del rito segreto.
Mi si buttò fra le braccia piangendo, lasciando cadere la borsa con le erbe. Ragazzi, giuro che non so come avvenne, ma a un certo momento mi trovai la sua lingua in bocca, le labbra salate dalle lacrime. Cademmo sull'erba, le infilai le mani sotto la maglietta, sfilai il reggiseno, le tette erano enormi e sode. Cominciai a succhiargliele, i capezzoli scuri si rizzarono subito, lei si abbassò i jeans e gli slip dimenandosi sotto di me, me lo prese e lo guidò contro la figa. Entrai senza complimenti, avevo solo voglia di scoparla come gli uomini del filmato, e la scopai. Lei ci stava eccome, ansimava, gridava, aveva la figa stretta ma bagnatissima, mi sembrava di infilarlo nel velluto. Cazzo come la pompavo! Sentivo ciac, ciac, ciac i miei coglioni che sbattevano contro la figa, lei si avvinghiava con le gambe attorno a me, mi afferrava i fianchi con le mani, mi tirava giù e mi spingeva su, sempre a tempo con le mie pompate. Venne due o tre volte con delle urla soffocate, poi non riuscii più a resistere e le sborrai dentro. Una goduria enorme.
Mi scostai, sdraiato al suo fianco, riprendendo fiato. Lei si tiro su i pantaloni, si sistemò il reggiseno. Il mio cellulare fece Bip! era arrivato un messaggio.
- Scusa, devo guardare. Un poliziotto è sempre in servizio, le dissi sorridendo.
Il messaggio era della Sorrentini, poche parole: "Le mani della ragazza. Nel filmato". Le mani della ragazza? Che cazzo vuol dire? pensai. Poi capii in un lampo, la mia mente fece clic! e il dettaglio che cercavo di mettere a fuoco mi apparve nitidissimo. Le mani della ragazza, nel filmato, tenevano i polsi dei due uomini. Non erano loro a tenere immobilizzata lei, era lei che li afferrava. Nessuna violenza, nessuno stupro, nessun ricatto. Alzai gli occhi dal cellulare e la fissai, lei mi guardava seria. Abbassai gli occhi sulle sue mani. Anzi sulla destra, quella che dalla borsa delle erbe aveva estratto una pistola. Prima di sparare mi sorrise:
- Bravo.
Maledetto idiota.
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