Quella sera del festival di Sanremo
di
Beffer57
genere
incesti
Guarda che lo faccio troia!!!!!! lo faccio davvero!!!!!!
Ero ad un bivio, ma che bivio , magari potevo anche scegliere se fossi stata ad un bivio, purtroppo non avevo questa possibilità.
Quella serata, che doveva vederci insieme riunite davanti alla TV a l'ultima serata di Sanremo, fu interrotta dallo scampanellio della porta d'ingresso,
-Gessica vai a vedere tu chi è?
Mia figlia fece segno di no con la testa sdraiata sotto il cuscino del divano, già in posizione off.
-Bea vai tu,, dai sei l'unica alzata.
-Che sega ma', sempre io
Quando vidi tornare Bea era tenuta stretta e una mano le tappava la bocca.
-Ora tutti zitti se no va a finire male?
A Gessica usci un urlo, uno dei tre omaccini che erano entrati con il passamontagna gli si scaglio' contro dandogli una calcione sullo stomaco.
Mi precipitai sopra mia figlia per proteggerla.
-Allora non ci siamo capiti, se fate il minimo rumore qui finisce male, male davvero ed è quello che non volete voi e non vogliamo noi, siamo qui solo per una ragione, i soldi. Capito?!
-Soldi, ma che soldi, noi non ne abbiamo guardate che fra un po arriva mio marito è meglio che ve ne andiate e subito.
-sappiamo che sopra ce la cassaforte di famiglia e sappiamo dove è, quindi vi chiediamo di restare in silenzio e facciamo tutto noi, tranquille.
Sapevano tutto , sapevano dove andare come se conoscessero la casa, noi intanto ci eravamo unite, tenevo le mie due figlie strette tra le mie braccia, consolandole con frasi affettuose e sperando che quei tre appena avessero capito che le chiavi della cassaforte non erano in casa ma nell'ufficio di mio marito se ne sarebbero andati alla svelta.
Dopo una ventina di minuti tornarono giù tutti e due, visibilmente incazzati.
Mentre il terzo chiedeva spiegazioni.
-Niente la cassaforte non si apre e le chiavi non si trovano.
Mentre diceva questo al terzo uomo venne verso me e prima che mi domandasse qualcosa mi diede due schiaffoni a piene mani.
-dimmi dove è la chiave se non vuoi il resto?
-La chiave non è in casa ce l'ha mio marito e questa sera non torna a casa e fuori per lavoro.
-Si me l'aveva detto Irina che le chiavi le aveva viste solo al marito....
Irina la vecchia cameriera, che troia aveva spifferato tutto a questi tre balordi.
-Si signora la sua schiavetta Irina ci ha detto tutto, ma gli è costato caro, due cicatrici in volto ed ora è a piangere a casa sua in ucraina, sempre che ci sia arrivata viva.
-va be non ci resta che aspettare il maritino...
-vi ho detto che è fuori per lavoro
-No questo lo hai detto adesso, prima hai detto che tornava e noi l'aspettiamo buoni, buoni.
Cazzo gli avevo detto una cazzata prima, mio marito era fuori città per davvero, prima avevo mentito con la convinzione che avrebbero avuto paura o fretta di andarsene.
Rassicurai le mie due bambine,
-dobbiamo stare calme, quando vedranno che papa non viene ci lasceranno in pace.
Trascorse quasi un ora, nel frattempo quei bastardi avevano svuotato il frigo, mangiando e bevendo come se fossero digiuni da una settimana, ora avevo la possibilità di osservarli meglio erano veramente grossi, robusti, ma la cosa che mi spaventava di più era la loro rozzezza, anche fra di loro ero scortesi e si insultavano per nulla.
-Io mi sono rotto il cazzo di aspettare, che si fa ?
-aspettiamo un altra oretta e poi ce ne andiamo
- un altra ora ma tu ti sei bevuto il cervello
-no che non me lo sono bevuto, intanto che aspettiamo ci divertiamo con ste tre troie
-Finalmente allora avevo ragione io , te l'avevo detto anche prima, ma tu fai sempre il professionale, professionista di sto cazzo.
Quello che doveva essere il capo venne verso di noi e mi strappo dalle braccia Gessica, mentre uno dei altri due Venne verso di me tenendomi stretta per le braccia da dietro.
-Se urli ti taglio la gola
- no se urla o fa casino la taglio a questa gattina
Cosi facendo, tiro fuori un coltello degno di rambo e me lo fece passare davanti agli occhi.
Implorai che non dovevano fargli del male, che era appena una bambina e che dovevano prendere me al posto suo.
-Verrà anche il tuo momento non ti preoccupare.
Gessica non parlava era terrorizzata, come fosse in uno stato confusionale, aveva solo 17 anni e era una brava ragazza anche perché ne dimostrava meno.
Eravamo tutte vestite con pigiamoni larghi e comodi.
Uno dei due lo tolse a Gessica senza difficoltà e rimase solo con le mutandine e il piccolo seno alla merce di quei due.
-Belle queste tettine a me piacciono acerbe
- A me no
-ed infatti comincerò' io, spostati.
Cosi dicendo tiro fuori il suo cazzo, che non era nemmeno duro, ma che doveva essere di notevoli dimensioni perché gli ciondolava da moscio.
- e si ti è toccato veramente male, piccolina li ce l'ha piu' grosso di tutti.
- ma ti devi dar da fare se no non mi diventa duro mai.
Prese il viso della mia piccola e glielo spinse sulle labbra, ma Gessica serrò la bocca, e muovendo la testa non lo fece entrare, mentre io oltre che supplicare piangevo a dirotto.
-Cosi' no, cosi' non faccio un cazzo.
-passami il coltello per favore
Quello che mi teneva stretta, afferrò il coltello e me lo punto in viso.
-Primo hai rotto il cazzo con sti piagnistei, ora stai zitta se no ti faccio una sbrego per tutta la faccia e tu apri quel cazzo di bocca se no la taglio bene bene tua madre, muoviti.
Gessica dischiuse le labbra e la bestia non perse l'occasione e gli infilo il cazzo in bocca cominciando a muoversi su e giu'
-Apri sto cazzo di bocca per bene se mi fai male coi denti ti sgozzo. E leccalo un po che non fa schifo.
Gessica apri' di più la bocca ma non collaborava, il cazzo gli entrava e usciva diventando sempre più duro, ma lei l'unica cosa che faceva era piangere in silenzio.
Se facevo anche un accenno di protesta il mio carceriere mi spingeva la lama sul collo, tanto da farmi uscire anche qualche goccia di sangue.
Davo un occhiata anche a Bea che era l'unica che non veniva guardata a vista e se ne stava sulla poltrona guardando la sorella, ma sembrava non essere sconvolta ed in cuor mio me ne rallegrai pensando che forse stava in un altra mondo lontano.
Il secondo aveva tolto le mutandine a Gessica che ora era a carponi sul tappeto del salotto.
-Guarda che fichetta, è uno splendore, ancora asciutta ma me la mangerei tutta
e cominciò a leccargliela con avidità, come se fosse miele, mia figlia era immobile e oltre che piangere non provava nessuna reazione.
-Hai la fichetta cosi come tua sorellina?, cazzo rispondi
-Si, no... non lo so
-oooh mi sono rotto questo è il pompino piu' schifoso che mi abbiano fatto in vita mia, togliti di li che glielo infilo.
Tentai un ultima reazione, ma il mio carceriere mi concedeva solo la possibilità di piangere e cosi fra le lacrime vidi quel cazzone entrare dentro la piccola fessura di mia figlia,un po alla volta , ma entrò tutto.
-Basta mi voglio divertire anche io
disse il presunto capo, avvicinandosi a me e mettendomi a forza una mano fra le gambe.
-Lo spettacolo non ti è piaciuto sento...
poi fece la stessa cosa con Bea
-Questa qui o si e pisciata addosso o invece lo spettacolini gli è piaciuto
Cosi gli tolse il pigiama anche a lei e fece quello che prima avevano fatto a sua sorella.
-dai brava succhialo, fagli vedere come si fa un pompino.
Bea apri la bocca e quel bastardo gli entro dentro, ma la mia attenzione era per Gessica che scopata da dietro aveva smesso pure di piangere , non parlava ne reagiva, attutiva solo i colpi di quell'uomo che si intensificavano sempre piu'.
Non sapevo cosa fare, quando il capo disse.
-Guarda qui, guarda qui, finalmente
Guardai anche io e vidi Bea che ora pompava il cazzo del Capo,
leccava e succhiava e spesso tirava fuori la lingua, se non fossimo state in quella situazione sembrava proprio un pompino.
-Visto mammina quanto è brava la tua figlioletta più grande...quanti cazzi hai perso dillo a mamma tua,
-Stai zitto bastardo schifoso..
-Sarò pure bastardo ma a tua figlia piace davvero, portala qua la mammina.
Il terzo uomo, mi prese i mi porto vicino a mia figlia,
-Leccagli la fica cosi capisci se gli piace o no
- Mai e poi mai schifoso
-Se non lo fai ti taglio le guance prima a te e poi a lei
-Noooooooooooo
-Guarda che lo faccio troia!!!!!! lo faccio davvero!!!!!!
con la mano tra i miei capelli mi spinsero verso la fica di mia figlia
-Lecca muoviti
Cosi tirai fuori la lingua, e cominciai timidamente a posarla sulle labbra, ma lui mi spinge e sentii il sapore nitido degli umori di Bea, era veramente bagnata, fradicia
-Lecca se no la sfregio
Bea non diceva niente continuava a fargli quello che capii essere un vero pompino, non mi meraviglia nemmeno quando leccandogliela sentivo che a lei piaceva, e quando quel bastardo mi spinse vicino al clitoride. Lo vidi ben gonfio e appena lo toccai Bea ebbe una contrazione forte e mi venne in bocca.
-Visto è venuta la troia, adesso vedrai come si diverte.
-Voi vi divertite io invece sto scopando una mummia e godi anche tu troia, godi
Cosi dicendo intensifico i movimenti del bacino mentre quell'arnese trapanava la mia Gessica che se ne stava muta e con la faccia rivolta altrove.
-Cazzo sto per venire , togliti voglio farmelo succhiare dall'altra troietta, questa è come morta.
Tolse il cazzone dalla fica di mia figlia minore e smanettandolo lo punto sulla bocca di Bea
-Apri la bocca troia , ingoia tutta se no mi incazzo
e dopo poco sborro' in faccia a Bea che aveva la bocca aperta, e la lingua di fuori
- puliscilo dai
Bea lo presi in bocca e comincio a succhiarglielo piano piano, leccandogli tutta la cappella, quello che mi stupiva e che non smetteva mai, con la soddisfazione del bastardo che mugugnava
-che bel finalino, ce ne di sborra anche ne viso
-falla leccare alla mammina, dai
Cosi mi spinsero verso il viso di mia figlia, che era sporca di sborra.
-Lecca troia lecca
Non volevo farlo ma la mano sui miei capelli, meli stringeva sempre piu', ero costretta almeno ad avvicinarmi con le labbra, che serrai sul loro seme ancora caldo.
-cosi' non mi piace, cazzo fagli sentire il sapore della sborra alla mammina muoviti
Bea si rivolse verso di me baciandomi e allargandomi le labbra con la sua lingua, sentii il sapore acre di sperma che era sulle mie labbra e portato dentro dalla lingua di mia figlia.
-Sputagli in bocca dai
e bea lo fece mi apri la bocca e mi sputo la sua saliva nella mia.
Ero traumatizzata più da mia figlia che da quei stronzi, bastardi.
-Adesso voglio godere un po anche io.
-e no tu prendi la madre io finisco con la figlia e tu che hai fatto controlla la morta.
Cosi il capo comincio a scoparsi Bea mentre il terzo mi prese alla pecorina, avendo il modo di controllare con lo sguardo sempre mia figlia.
Il capo gli apri le gambe e la penetro tutta di un colpo, Bea emise un gemito, sperai di dolore, ma invano in quanto dopo un po di stantuffate, gemeva di piacere e non solo cercava la bocca di lui che baciava avidamente. Io intanto provavo solo dolore sia fisico perché lo sentivo mentre mi prendeva e avevo il morale distrutto da quello che stavo vedendo.
-Questa non mi da soddisfazione, sta troia non collabora
-cazzi tuoi questa è una cagna in calore.
Mi sfilo il cazzo e si avvicino a Bea
-Dai spostati che voglio chiavare anche io, non mi va di farlo con la madre è troppo fredda
-Col cazzo fatti fare un pompino, da qui non mi sposto
-Aspetta ho un idea migliore, ti va cagnetta se te lo metto in culo, mentre lui di fotte?
-nooooooooooooooooooo, non fatelo per pietà
urali forte e disperata ma prima di sentire la risposta il terzo che era sul divano mi diede due calcioni nello stomaco che mi tolsero il respiro facendomi stendere definitivamente sul tappeto quasi svenuta, sentii flebili l'ultimo suo avvertimento
-Sta zitta il coltello è sempre qui.
Piansi, con la faccia rivolta in terra non volevo vedere ne sentire, all'inizio non ne avevo nemmeno la forza, le lacrime mi bruciavano gli occhi ed avevo paura, di vedere quello che poteva succedere.
Sentivo solo il rumore dei corpi e un brusio di voci, quando ebbi la forza di alzare la testa, vidi il giovane corpo di Bea scopata da due cazzi, in culo e in fica e il terzo glielo aveva messo in bocca.
Bea era bellissima, collaborava succhiando come un ossessa, lasciandolo solo quando emise un gemito acuto, era venuta un altra volta e venne ancora di piu' facendo infoiare quei tre bastardi, che cominciarono ad insultarla e ad accelerare i colpi, tanto da sborrargli in tutte i due i buchi occupati.
-Quindi si sono intrufolati in casa e sapevano dove era la cassaforte perché la vostra ex governante aveva spifferato tutto ma non avevano le chiavi, che invece aveva suo marito che non era li, conferma?
-Si confermo
- Conferma anche il fatto che sono stati li due orette prima di andarsene
-Si confermo
Ed in queste due orette, oltre a svuotare il frigo non hanno fatto nulla di grave.
-No niente qualche minaccia e spintone ma non ci hanno usato nessuna violenza, anzi
-Lo sa che vi è andata bene, questa banda qui che abbiamo finalmente preso di solito ne combina di tutti i colori e non vi dico altro per non spaventarvi.
-allora nella sfortuna siamo state fortunate.
-e si molto
Questa era la versione che avevo confermato alla polizia, dopo la loro cattura. Non potevo dirgli quello che era successo, avevo paura che in un eventuale processo quei tre potessero raccontare la verità, che anche se non creduta, avrebbe buttato fango su quello che era successo, che rimase un segreto tra me e le mie figlie.
Gessica, ci mise molto a tornare “normale”, non ne volle piu' parlare, mentre con Bea non riuscivo a fargli capire che in quella scena che avevo visto non riuscivo a capacitarmi della sua complicità.
Quell'immagine invece mi ha segnato molto, ci ripenso spesso fino a diventare un chiodo fisso, con cui convivevo, all'inizio in maniera drammatica, poi piu' in la col tempo,il solo pensiero di rivedere mia figlia alle prese con quei tre mi faceva, bagnare. Mi tornava in mentre mentre scopavo con mio marito, mi ci masturbavo in bagno quasi ogni sera e soprattutto mi tornava in mente quando mi facevo scopare da chi capitava nelle piazzole di sosta della superstrada dove andavo e vado sempre più spesso, perché dopo quella sera godo solo così.
Ero ad un bivio, ma che bivio , magari potevo anche scegliere se fossi stata ad un bivio, purtroppo non avevo questa possibilità.
Quella serata, che doveva vederci insieme riunite davanti alla TV a l'ultima serata di Sanremo, fu interrotta dallo scampanellio della porta d'ingresso,
-Gessica vai a vedere tu chi è?
Mia figlia fece segno di no con la testa sdraiata sotto il cuscino del divano, già in posizione off.
-Bea vai tu,, dai sei l'unica alzata.
-Che sega ma', sempre io
Quando vidi tornare Bea era tenuta stretta e una mano le tappava la bocca.
-Ora tutti zitti se no va a finire male?
A Gessica usci un urlo, uno dei tre omaccini che erano entrati con il passamontagna gli si scaglio' contro dandogli una calcione sullo stomaco.
Mi precipitai sopra mia figlia per proteggerla.
-Allora non ci siamo capiti, se fate il minimo rumore qui finisce male, male davvero ed è quello che non volete voi e non vogliamo noi, siamo qui solo per una ragione, i soldi. Capito?!
-Soldi, ma che soldi, noi non ne abbiamo guardate che fra un po arriva mio marito è meglio che ve ne andiate e subito.
-sappiamo che sopra ce la cassaforte di famiglia e sappiamo dove è, quindi vi chiediamo di restare in silenzio e facciamo tutto noi, tranquille.
Sapevano tutto , sapevano dove andare come se conoscessero la casa, noi intanto ci eravamo unite, tenevo le mie due figlie strette tra le mie braccia, consolandole con frasi affettuose e sperando che quei tre appena avessero capito che le chiavi della cassaforte non erano in casa ma nell'ufficio di mio marito se ne sarebbero andati alla svelta.
Dopo una ventina di minuti tornarono giù tutti e due, visibilmente incazzati.
Mentre il terzo chiedeva spiegazioni.
-Niente la cassaforte non si apre e le chiavi non si trovano.
Mentre diceva questo al terzo uomo venne verso me e prima che mi domandasse qualcosa mi diede due schiaffoni a piene mani.
-dimmi dove è la chiave se non vuoi il resto?
-La chiave non è in casa ce l'ha mio marito e questa sera non torna a casa e fuori per lavoro.
-Si me l'aveva detto Irina che le chiavi le aveva viste solo al marito....
Irina la vecchia cameriera, che troia aveva spifferato tutto a questi tre balordi.
-Si signora la sua schiavetta Irina ci ha detto tutto, ma gli è costato caro, due cicatrici in volto ed ora è a piangere a casa sua in ucraina, sempre che ci sia arrivata viva.
-va be non ci resta che aspettare il maritino...
-vi ho detto che è fuori per lavoro
-No questo lo hai detto adesso, prima hai detto che tornava e noi l'aspettiamo buoni, buoni.
Cazzo gli avevo detto una cazzata prima, mio marito era fuori città per davvero, prima avevo mentito con la convinzione che avrebbero avuto paura o fretta di andarsene.
Rassicurai le mie due bambine,
-dobbiamo stare calme, quando vedranno che papa non viene ci lasceranno in pace.
Trascorse quasi un ora, nel frattempo quei bastardi avevano svuotato il frigo, mangiando e bevendo come se fossero digiuni da una settimana, ora avevo la possibilità di osservarli meglio erano veramente grossi, robusti, ma la cosa che mi spaventava di più era la loro rozzezza, anche fra di loro ero scortesi e si insultavano per nulla.
-Io mi sono rotto il cazzo di aspettare, che si fa ?
-aspettiamo un altra oretta e poi ce ne andiamo
- un altra ora ma tu ti sei bevuto il cervello
-no che non me lo sono bevuto, intanto che aspettiamo ci divertiamo con ste tre troie
-Finalmente allora avevo ragione io , te l'avevo detto anche prima, ma tu fai sempre il professionale, professionista di sto cazzo.
Quello che doveva essere il capo venne verso di noi e mi strappo dalle braccia Gessica, mentre uno dei altri due Venne verso di me tenendomi stretta per le braccia da dietro.
-Se urli ti taglio la gola
- no se urla o fa casino la taglio a questa gattina
Cosi facendo, tiro fuori un coltello degno di rambo e me lo fece passare davanti agli occhi.
Implorai che non dovevano fargli del male, che era appena una bambina e che dovevano prendere me al posto suo.
-Verrà anche il tuo momento non ti preoccupare.
Gessica non parlava era terrorizzata, come fosse in uno stato confusionale, aveva solo 17 anni e era una brava ragazza anche perché ne dimostrava meno.
Eravamo tutte vestite con pigiamoni larghi e comodi.
Uno dei due lo tolse a Gessica senza difficoltà e rimase solo con le mutandine e il piccolo seno alla merce di quei due.
-Belle queste tettine a me piacciono acerbe
- A me no
-ed infatti comincerò' io, spostati.
Cosi dicendo tiro fuori il suo cazzo, che non era nemmeno duro, ma che doveva essere di notevoli dimensioni perché gli ciondolava da moscio.
- e si ti è toccato veramente male, piccolina li ce l'ha piu' grosso di tutti.
- ma ti devi dar da fare se no non mi diventa duro mai.
Prese il viso della mia piccola e glielo spinse sulle labbra, ma Gessica serrò la bocca, e muovendo la testa non lo fece entrare, mentre io oltre che supplicare piangevo a dirotto.
-Cosi' no, cosi' non faccio un cazzo.
-passami il coltello per favore
Quello che mi teneva stretta, afferrò il coltello e me lo punto in viso.
-Primo hai rotto il cazzo con sti piagnistei, ora stai zitta se no ti faccio una sbrego per tutta la faccia e tu apri quel cazzo di bocca se no la taglio bene bene tua madre, muoviti.
Gessica dischiuse le labbra e la bestia non perse l'occasione e gli infilo il cazzo in bocca cominciando a muoversi su e giu'
-Apri sto cazzo di bocca per bene se mi fai male coi denti ti sgozzo. E leccalo un po che non fa schifo.
Gessica apri' di più la bocca ma non collaborava, il cazzo gli entrava e usciva diventando sempre più duro, ma lei l'unica cosa che faceva era piangere in silenzio.
Se facevo anche un accenno di protesta il mio carceriere mi spingeva la lama sul collo, tanto da farmi uscire anche qualche goccia di sangue.
Davo un occhiata anche a Bea che era l'unica che non veniva guardata a vista e se ne stava sulla poltrona guardando la sorella, ma sembrava non essere sconvolta ed in cuor mio me ne rallegrai pensando che forse stava in un altra mondo lontano.
Il secondo aveva tolto le mutandine a Gessica che ora era a carponi sul tappeto del salotto.
-Guarda che fichetta, è uno splendore, ancora asciutta ma me la mangerei tutta
e cominciò a leccargliela con avidità, come se fosse miele, mia figlia era immobile e oltre che piangere non provava nessuna reazione.
-Hai la fichetta cosi come tua sorellina?, cazzo rispondi
-Si, no... non lo so
-oooh mi sono rotto questo è il pompino piu' schifoso che mi abbiano fatto in vita mia, togliti di li che glielo infilo.
Tentai un ultima reazione, ma il mio carceriere mi concedeva solo la possibilità di piangere e cosi fra le lacrime vidi quel cazzone entrare dentro la piccola fessura di mia figlia,un po alla volta , ma entrò tutto.
-Basta mi voglio divertire anche io
disse il presunto capo, avvicinandosi a me e mettendomi a forza una mano fra le gambe.
-Lo spettacolo non ti è piaciuto sento...
poi fece la stessa cosa con Bea
-Questa qui o si e pisciata addosso o invece lo spettacolini gli è piaciuto
Cosi gli tolse il pigiama anche a lei e fece quello che prima avevano fatto a sua sorella.
-dai brava succhialo, fagli vedere come si fa un pompino.
Bea apri la bocca e quel bastardo gli entro dentro, ma la mia attenzione era per Gessica che scopata da dietro aveva smesso pure di piangere , non parlava ne reagiva, attutiva solo i colpi di quell'uomo che si intensificavano sempre piu'.
Non sapevo cosa fare, quando il capo disse.
-Guarda qui, guarda qui, finalmente
Guardai anche io e vidi Bea che ora pompava il cazzo del Capo,
leccava e succhiava e spesso tirava fuori la lingua, se non fossimo state in quella situazione sembrava proprio un pompino.
-Visto mammina quanto è brava la tua figlioletta più grande...quanti cazzi hai perso dillo a mamma tua,
-Stai zitto bastardo schifoso..
-Sarò pure bastardo ma a tua figlia piace davvero, portala qua la mammina.
Il terzo uomo, mi prese i mi porto vicino a mia figlia,
-Leccagli la fica cosi capisci se gli piace o no
- Mai e poi mai schifoso
-Se non lo fai ti taglio le guance prima a te e poi a lei
-Noooooooooooo
-Guarda che lo faccio troia!!!!!! lo faccio davvero!!!!!!
con la mano tra i miei capelli mi spinsero verso la fica di mia figlia
-Lecca muoviti
Cosi tirai fuori la lingua, e cominciai timidamente a posarla sulle labbra, ma lui mi spinge e sentii il sapore nitido degli umori di Bea, era veramente bagnata, fradicia
-Lecca se no la sfregio
Bea non diceva niente continuava a fargli quello che capii essere un vero pompino, non mi meraviglia nemmeno quando leccandogliela sentivo che a lei piaceva, e quando quel bastardo mi spinse vicino al clitoride. Lo vidi ben gonfio e appena lo toccai Bea ebbe una contrazione forte e mi venne in bocca.
-Visto è venuta la troia, adesso vedrai come si diverte.
-Voi vi divertite io invece sto scopando una mummia e godi anche tu troia, godi
Cosi dicendo intensifico i movimenti del bacino mentre quell'arnese trapanava la mia Gessica che se ne stava muta e con la faccia rivolta altrove.
-Cazzo sto per venire , togliti voglio farmelo succhiare dall'altra troietta, questa è come morta.
Tolse il cazzone dalla fica di mia figlia minore e smanettandolo lo punto sulla bocca di Bea
-Apri la bocca troia , ingoia tutta se no mi incazzo
e dopo poco sborro' in faccia a Bea che aveva la bocca aperta, e la lingua di fuori
- puliscilo dai
Bea lo presi in bocca e comincio a succhiarglielo piano piano, leccandogli tutta la cappella, quello che mi stupiva e che non smetteva mai, con la soddisfazione del bastardo che mugugnava
-che bel finalino, ce ne di sborra anche ne viso
-falla leccare alla mammina, dai
Cosi mi spinsero verso il viso di mia figlia, che era sporca di sborra.
-Lecca troia lecca
Non volevo farlo ma la mano sui miei capelli, meli stringeva sempre piu', ero costretta almeno ad avvicinarmi con le labbra, che serrai sul loro seme ancora caldo.
-cosi' non mi piace, cazzo fagli sentire il sapore della sborra alla mammina muoviti
Bea si rivolse verso di me baciandomi e allargandomi le labbra con la sua lingua, sentii il sapore acre di sperma che era sulle mie labbra e portato dentro dalla lingua di mia figlia.
-Sputagli in bocca dai
e bea lo fece mi apri la bocca e mi sputo la sua saliva nella mia.
Ero traumatizzata più da mia figlia che da quei stronzi, bastardi.
-Adesso voglio godere un po anche io.
-e no tu prendi la madre io finisco con la figlia e tu che hai fatto controlla la morta.
Cosi il capo comincio a scoparsi Bea mentre il terzo mi prese alla pecorina, avendo il modo di controllare con lo sguardo sempre mia figlia.
Il capo gli apri le gambe e la penetro tutta di un colpo, Bea emise un gemito, sperai di dolore, ma invano in quanto dopo un po di stantuffate, gemeva di piacere e non solo cercava la bocca di lui che baciava avidamente. Io intanto provavo solo dolore sia fisico perché lo sentivo mentre mi prendeva e avevo il morale distrutto da quello che stavo vedendo.
-Questa non mi da soddisfazione, sta troia non collabora
-cazzi tuoi questa è una cagna in calore.
Mi sfilo il cazzo e si avvicino a Bea
-Dai spostati che voglio chiavare anche io, non mi va di farlo con la madre è troppo fredda
-Col cazzo fatti fare un pompino, da qui non mi sposto
-Aspetta ho un idea migliore, ti va cagnetta se te lo metto in culo, mentre lui di fotte?
-nooooooooooooooooooo, non fatelo per pietà
urali forte e disperata ma prima di sentire la risposta il terzo che era sul divano mi diede due calcioni nello stomaco che mi tolsero il respiro facendomi stendere definitivamente sul tappeto quasi svenuta, sentii flebili l'ultimo suo avvertimento
-Sta zitta il coltello è sempre qui.
Piansi, con la faccia rivolta in terra non volevo vedere ne sentire, all'inizio non ne avevo nemmeno la forza, le lacrime mi bruciavano gli occhi ed avevo paura, di vedere quello che poteva succedere.
Sentivo solo il rumore dei corpi e un brusio di voci, quando ebbi la forza di alzare la testa, vidi il giovane corpo di Bea scopata da due cazzi, in culo e in fica e il terzo glielo aveva messo in bocca.
Bea era bellissima, collaborava succhiando come un ossessa, lasciandolo solo quando emise un gemito acuto, era venuta un altra volta e venne ancora di piu' facendo infoiare quei tre bastardi, che cominciarono ad insultarla e ad accelerare i colpi, tanto da sborrargli in tutte i due i buchi occupati.
-Quindi si sono intrufolati in casa e sapevano dove era la cassaforte perché la vostra ex governante aveva spifferato tutto ma non avevano le chiavi, che invece aveva suo marito che non era li, conferma?
-Si confermo
- Conferma anche il fatto che sono stati li due orette prima di andarsene
-Si confermo
Ed in queste due orette, oltre a svuotare il frigo non hanno fatto nulla di grave.
-No niente qualche minaccia e spintone ma non ci hanno usato nessuna violenza, anzi
-Lo sa che vi è andata bene, questa banda qui che abbiamo finalmente preso di solito ne combina di tutti i colori e non vi dico altro per non spaventarvi.
-allora nella sfortuna siamo state fortunate.
-e si molto
Questa era la versione che avevo confermato alla polizia, dopo la loro cattura. Non potevo dirgli quello che era successo, avevo paura che in un eventuale processo quei tre potessero raccontare la verità, che anche se non creduta, avrebbe buttato fango su quello che era successo, che rimase un segreto tra me e le mie figlie.
Gessica, ci mise molto a tornare “normale”, non ne volle piu' parlare, mentre con Bea non riuscivo a fargli capire che in quella scena che avevo visto non riuscivo a capacitarmi della sua complicità.
Quell'immagine invece mi ha segnato molto, ci ripenso spesso fino a diventare un chiodo fisso, con cui convivevo, all'inizio in maniera drammatica, poi piu' in la col tempo,il solo pensiero di rivedere mia figlia alle prese con quei tre mi faceva, bagnare. Mi tornava in mentre mentre scopavo con mio marito, mi ci masturbavo in bagno quasi ogni sera e soprattutto mi tornava in mente quando mi facevo scopare da chi capitava nelle piazzole di sosta della superstrada dove andavo e vado sempre più spesso, perché dopo quella sera godo solo così.
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