Mia madre
di
Beffer57
genere
incesti
All'epoca del mio racconto stavo per raggiungere la maggiore eta'. In casa eravamo rimasti solo io e mia madre, mia sorella piu' grande di me si era sposata e mio padre se ne era fuggito in Argentina, con enorme soddisfazione di tutti in quanto violento e alcolista.
La mia era una adolescenza, passata a fare seghe come tutti miei coetanei con cui scambiavamo i desideri e le fantasie erotiche, meno una. Infatti ultimamente ero eccitato solo ed elusivamente da storie di incesti, sia che fossero racconti che film hard. Era diventata un ossessione e non potevo che trasportare la mia eccitazione tra le mura domestiche. Mia madre andava per i 40, una donna che lavora in casa e fuori, non era una che si notava, vestita molto ordinario, mai stravagante, molti direbbero schiatta. In casa si lasciava ancora piu' andare, sempre capelli arruffati, sempre la solita vestaglietta e per la verità non aveva nulla di erotico, Ma io lavoravo di fantasia e fra le pieghe della vestaglietta, soprattutto d'estate, notavo le scosciate involontarie che le capitavano guardando la TV o sdraiandosi stanca e distrutta sopra il letto, o l'accappatoio lento dopo una doccia, ci vedevo sempre una provocazione e giu' seghe dalla mattina alla sera.
Un giorno stava stirando, non era molto caldo, ma d'estate si sta in calzoncini e maglietta e lei era con la solita vestaglia, slacciata ma non troppo, dopo mezzora di lavoro cominciava a sudare e allora sbottono la vestaglia che si apri sul petto mentre i ultimi bottoni erano già aperti per far venire l'aria del ventilatore su per le gambe, io era già eccitato andai in bagno e tolsi le mutande che mi imprigionavano il cazzo rimisi i calzoncini e tornai a sedergli davanti. Ora il gonfiore era evidente, lei continuava s stirare indifferente, poi prese un fazzoletto si apri davanti per asciugarsi il petto facendo intravvedere un po del suo seno. Per me questo fu piu' che un indizio, mi alzai e mi portai dietro di lei la cinsi per la vita, aspettando che lei ansimante mi chiedesse chissà che cosa, ma mi disse solo cosa volevo. Allora la strinsi forte alzai le mani sul suo petto, toccandogli tutti e due i seni sudati, e affondai il mio cazzo al massimo dell'erezione tra i suoi glutei.
- che cavolo stai facendo, scemo sei impazzito?! .
Cerco di divincolarsi, ma davanti aveva l'asse da stiro ed il ferro caldo, non riusciva a muoversi senza fare danni. Allora tolsi una mano dal seno e la portai sotto il grembiule su per le gambe sudate fino alla sua fica che però lei serrò chiudendo le gambe.
-ma sei scemo smetti chiamo i carabinieri ma sei diventato matto urlava,
e quando cercai di forzare le sue gambe, sconcertata butto in terra l'asse da stiro e ferro per trovarsi un varco e fuggire ma io la presi per i capelli, forte facendogli male, ora era in ginocchio quasi piangente dal dolore, allora tirai giu' i pantaloni con l'unica mano libera per liberare il mio cazzo che gli sbattei davanti alla faccia, ma per tutta risposta lei comincio a battermi sui glutei con le mani per liberarsi. Sempre tenendola forte per i capelli la stesi sul pavimento le strappai le mutandine e riuscii dopo una lotta feroce a metterglielo dentro, non senza dolore per me e credo per lei. Quando entrai nella sua fica lei spalancò gli occhi quasi incredula e si fece scopare senza dire nulla, ne fare il ben che minimo gesto, ne proferi' piu' invettive. Sborrai dopo poco ansimando e sudando come un maiale, sopra di lei, allentai la presa e lei mi scanso si alzò con una faccia schifata e disse solo;
- fai schifo sei come tuo padre, da galera.
Me ne andai in camera mia, quando l'adrenalina smise di lavorare ebbi netta la percezione di quello che avevo fatto. Altro che video Hard, altro che racconti erotici nel WEB, avevo violentato mia madre pensando che anche lei fosse come le protagoniste delle mie fantasie segaiole.
Per tutta la notte sperai che l'indomani le fosse passata, ma non sapevo come scusarmi non mi uscivano le parole, proprio come quando la violentavo dove ero stato muto per tutta la durata, In cuor mio speravo che mi avrebbe perdonato come sempre quando combinavo qualche marachella, ma stavolta forse era diverso. D'improvviso si apri la porta e lei già vestita per andare a lavorare mi disse
-vado dai carabinieri a denunciarti e giusto che tu lo sappia, sei uno scemo maniaco sessuale non sei piu' mio figlio e se ne ando'.
Uscii di casa , vagabondando per il paese aspettando che i Carabinieri mi venissero a prendere, in fondo me l'ero meritata e dovevo pagare. La sera lei rientrò tardi ma non proferì parola. Io avevo già mangiato e mi rintanai in camera. Subito non mi disse nulla ma capii che non mi aveva denunciato.
Passarono mesi d'inferno, non ci si parlava lei entrava in casa ed io uscivo. E poche volte che stavano frugalmente insieme lei era sempre vestita abbottonata come se avesse ancora paura di me. Poi col tempo lei decise di tornare ad una certa normalità, mi aveva sempre voluto bene soprattutto quando ero rimasto solo con lei, in fondo era una madre. Ordino pure le pizze da asporto che piacevano a me, mi chiedeva di uscire qualche volta con lei a fare spesa o ad accompagnarla in qualche posto, ma io niente rifiutavo ogni tentativo di riavvicinamento. Un giorno fu chiamata a scuola avevo combinato un casino, quando tornò a casa, prese il coraggio a due mani e mi costrinse ad una conversazione.
- lasciamo stare il passato, sei giovane, anche se è da condannare, capisco che sia stato un raptus, ma non devi chiuderti in te stesso, non parli piu' con me, ne con tu sorella, adesso mi fai anche le cazzate a scuola, la vuoi finire o no, facciamo che nulla sia successo
-ma che cazzo dici, certo è stato un raptus, non vorrei mai farti del male ti voglio troppo bene, ma il fatto grave è che io pensavo di scoparti ogni giorno e ogni giorno mi masturbavo pensando a te, pensavo che facevamo cose irripetibili cazzo, non sei andata dai Caramba a farmi dare la giusta punizione meritavo?, me la sono data da solo, quindi lasciami stare per favore, durera finchè durerà.
Me ne andai sbattendo la porta ma riusci a vedere il viso scioccato di mia madre.
Il tempo passò come prima con i suoi tentativi, che andarono a vuoto puntualmente, riprese anche a vestirsi in casa come sempre, era passato un anno e le cosa per lei era chiusa.
Fino a che una giornata dedicata al mare con i miei amici, fini' prima del previsto e anziché in serata tornai a casa nel primo pomeriggio. Quando stavo per dirigermi verso la mia stanza sentii delle voci, ebbi paura pensai a dei ladri ma mi pareva che ci fosse anche quella di mia madre, andai nella sua stanza da letto e la trovai con solo il reggiseno e mutandine che parlava con un uomo anche lui in mutande. Corsi in subito in cucina. Avevo pensieri strani e contrastanti nella testa ma tendenzialmente ero incazzato nero, lei mi segui a breve.
-scusa , scusami tanto, non te l ho detto, scusami Luca, che vergogna!!!
nel frattempo aveva fatto rivestire l'uomo e lo aveva mandato via.
Poi si mise a sedere di fianco a me, ma io guardavo da un altra parte, non mi ero accorto che aveva la vestaglia aperta, era rimasta in reggiseno e mutandine. Guardami Luca , di qualcosa
mai io niente nulla, questa volta non lo facevo apposta non sapevo veramente che dire.
Dopo tanti solleciti Lei perse la pazienza
-ma mi vuoi rispondere??!! e che cavolo dai non ti si puo' piu dire niente non si parla mai in questa casa, basta non ne posso più di qualcosa, di che sono una puttana, ma dillo
mi voltai e me la ritrovai davanti inferocita.
-si sei una puttana e rivestiti almeno.
-rivestirmi? Cazzo Ma non eri tu che ti facevi le seghe pensando a queste cosce a questo seno a -questo corpo .
La presi per le braccia con impeto e poi la strinsi l'abbraccia forte, lei cerco di divincolarsi ed io stavolta allentai la presa, non volevo fare un altro errore , ma lei mi prese e mi sussurro' nell'orecchio,
-prendimi ,cazzo ma fallo come l'hai fatto l'altra volta.
Chiaro che mi parti' l'embolo le strappai la vestaglia le tolsi il reggiseno e le strappai le mutandine, lei indietreggio' fino ad arrivare con le spalle al muro e le braccia a proteggersi il corpo come da un abbraccio. La presi per i capelli e l'abbassai in ginocchio, mi slacciai la patta e glielo ficcai in bocca, quando sentii la sua lingua leccarmelo per bene consenziente mi fece una sensazione strana, si piacere ma non era quello che volevo. Gli alzai un po la testa che era appoggiata alla parete, e presi a scoparla con violenza in bocca, con bordate poderose, le penetravano fino in gola. La saliva le usciva copiosa.
-vuoi che smetta!!! vuoi che smetta!!
nessuna risposta e continuai a penetrare la bocca selvaggiamente. Finchè ad un suo rantolo piu' soffocato mollai la presa lei mi guardo' con occhi stralunati e si sdraio sul pavimento. Io ero in piedi, avevo il comando, quando tento di alzarsi a carponi, mi abbassai e la penetrai da dietro senza preavviso. Il mio cazzo andò su che era una meraviglia, la sua fica era già bagnata e non oppose resistenza. La fottevo con due o tre bordate e poi mi fermavo. Lei stavolta gemeva, lo voleva dentro a qualsiasi velocità, e se glielo toglievo allungava il bacino per prenderlo di nuovo. Non duro' molto venne subito e me lo disse, quasi urlando.
- ti è piaciuto mamma?
-si amore mi è piaciuto mi piace tutto di te
-ma anche prima quando ti fottevo la bocca con forza
-si anche , anzi soprattutto
Avevo ancora il cazzo duro dentro la sua fica e a quel punto lo estrassi e lo appoggia sul suo culo e spinsi forte, ma forte, mi feci male da morire ma entro' e poi entro' tutto. Lei trattenne il respiro, non diceva niente ma la schiena era inarcata ferma e sudava come una fontana era sofferenza pura.
Stavo per dirgli se dovevo continuare, ma invece preso dall' impeto cominciai a stantuffarla sempre di piu' , mi faceva male e credo anche lei, che comincio ad urlare ma continuai finché non venni stremato, inondandogli il culo.
Stremati, tutti e due sul pavimento, lei si alzo per prima, mi guardò e mi bacio sulle labbra sussurrandomi, pace ?.
Certo che fu pace, io e mia mamma stiamo insieme da dieci anni, scopiamo spesso, in tutti i modi, ma violentemente è la cosa che ci piace di piu'. Anche quando in paese cominciarono a girare certe voci, insieme decidemmo che avrei fatto una fidanzata di copertura, con la sola sua condizione, che quando ci facevo sesso, la portavo in casa e con lei presente, anche se nascosta, e quasi sempre dopo mi aspettava per scoparmi di nuovo. Sto ancora con lei e non vedo perché non dovrei.
La mia era una adolescenza, passata a fare seghe come tutti miei coetanei con cui scambiavamo i desideri e le fantasie erotiche, meno una. Infatti ultimamente ero eccitato solo ed elusivamente da storie di incesti, sia che fossero racconti che film hard. Era diventata un ossessione e non potevo che trasportare la mia eccitazione tra le mura domestiche. Mia madre andava per i 40, una donna che lavora in casa e fuori, non era una che si notava, vestita molto ordinario, mai stravagante, molti direbbero schiatta. In casa si lasciava ancora piu' andare, sempre capelli arruffati, sempre la solita vestaglietta e per la verità non aveva nulla di erotico, Ma io lavoravo di fantasia e fra le pieghe della vestaglietta, soprattutto d'estate, notavo le scosciate involontarie che le capitavano guardando la TV o sdraiandosi stanca e distrutta sopra il letto, o l'accappatoio lento dopo una doccia, ci vedevo sempre una provocazione e giu' seghe dalla mattina alla sera.
Un giorno stava stirando, non era molto caldo, ma d'estate si sta in calzoncini e maglietta e lei era con la solita vestaglia, slacciata ma non troppo, dopo mezzora di lavoro cominciava a sudare e allora sbottono la vestaglia che si apri sul petto mentre i ultimi bottoni erano già aperti per far venire l'aria del ventilatore su per le gambe, io era già eccitato andai in bagno e tolsi le mutande che mi imprigionavano il cazzo rimisi i calzoncini e tornai a sedergli davanti. Ora il gonfiore era evidente, lei continuava s stirare indifferente, poi prese un fazzoletto si apri davanti per asciugarsi il petto facendo intravvedere un po del suo seno. Per me questo fu piu' che un indizio, mi alzai e mi portai dietro di lei la cinsi per la vita, aspettando che lei ansimante mi chiedesse chissà che cosa, ma mi disse solo cosa volevo. Allora la strinsi forte alzai le mani sul suo petto, toccandogli tutti e due i seni sudati, e affondai il mio cazzo al massimo dell'erezione tra i suoi glutei.
- che cavolo stai facendo, scemo sei impazzito?! .
Cerco di divincolarsi, ma davanti aveva l'asse da stiro ed il ferro caldo, non riusciva a muoversi senza fare danni. Allora tolsi una mano dal seno e la portai sotto il grembiule su per le gambe sudate fino alla sua fica che però lei serrò chiudendo le gambe.
-ma sei scemo smetti chiamo i carabinieri ma sei diventato matto urlava,
e quando cercai di forzare le sue gambe, sconcertata butto in terra l'asse da stiro e ferro per trovarsi un varco e fuggire ma io la presi per i capelli, forte facendogli male, ora era in ginocchio quasi piangente dal dolore, allora tirai giu' i pantaloni con l'unica mano libera per liberare il mio cazzo che gli sbattei davanti alla faccia, ma per tutta risposta lei comincio a battermi sui glutei con le mani per liberarsi. Sempre tenendola forte per i capelli la stesi sul pavimento le strappai le mutandine e riuscii dopo una lotta feroce a metterglielo dentro, non senza dolore per me e credo per lei. Quando entrai nella sua fica lei spalancò gli occhi quasi incredula e si fece scopare senza dire nulla, ne fare il ben che minimo gesto, ne proferi' piu' invettive. Sborrai dopo poco ansimando e sudando come un maiale, sopra di lei, allentai la presa e lei mi scanso si alzò con una faccia schifata e disse solo;
- fai schifo sei come tuo padre, da galera.
Me ne andai in camera mia, quando l'adrenalina smise di lavorare ebbi netta la percezione di quello che avevo fatto. Altro che video Hard, altro che racconti erotici nel WEB, avevo violentato mia madre pensando che anche lei fosse come le protagoniste delle mie fantasie segaiole.
Per tutta la notte sperai che l'indomani le fosse passata, ma non sapevo come scusarmi non mi uscivano le parole, proprio come quando la violentavo dove ero stato muto per tutta la durata, In cuor mio speravo che mi avrebbe perdonato come sempre quando combinavo qualche marachella, ma stavolta forse era diverso. D'improvviso si apri la porta e lei già vestita per andare a lavorare mi disse
-vado dai carabinieri a denunciarti e giusto che tu lo sappia, sei uno scemo maniaco sessuale non sei piu' mio figlio e se ne ando'.
Uscii di casa , vagabondando per il paese aspettando che i Carabinieri mi venissero a prendere, in fondo me l'ero meritata e dovevo pagare. La sera lei rientrò tardi ma non proferì parola. Io avevo già mangiato e mi rintanai in camera. Subito non mi disse nulla ma capii che non mi aveva denunciato.
Passarono mesi d'inferno, non ci si parlava lei entrava in casa ed io uscivo. E poche volte che stavano frugalmente insieme lei era sempre vestita abbottonata come se avesse ancora paura di me. Poi col tempo lei decise di tornare ad una certa normalità, mi aveva sempre voluto bene soprattutto quando ero rimasto solo con lei, in fondo era una madre. Ordino pure le pizze da asporto che piacevano a me, mi chiedeva di uscire qualche volta con lei a fare spesa o ad accompagnarla in qualche posto, ma io niente rifiutavo ogni tentativo di riavvicinamento. Un giorno fu chiamata a scuola avevo combinato un casino, quando tornò a casa, prese il coraggio a due mani e mi costrinse ad una conversazione.
- lasciamo stare il passato, sei giovane, anche se è da condannare, capisco che sia stato un raptus, ma non devi chiuderti in te stesso, non parli piu' con me, ne con tu sorella, adesso mi fai anche le cazzate a scuola, la vuoi finire o no, facciamo che nulla sia successo
-ma che cazzo dici, certo è stato un raptus, non vorrei mai farti del male ti voglio troppo bene, ma il fatto grave è che io pensavo di scoparti ogni giorno e ogni giorno mi masturbavo pensando a te, pensavo che facevamo cose irripetibili cazzo, non sei andata dai Caramba a farmi dare la giusta punizione meritavo?, me la sono data da solo, quindi lasciami stare per favore, durera finchè durerà.
Me ne andai sbattendo la porta ma riusci a vedere il viso scioccato di mia madre.
Il tempo passò come prima con i suoi tentativi, che andarono a vuoto puntualmente, riprese anche a vestirsi in casa come sempre, era passato un anno e le cosa per lei era chiusa.
Fino a che una giornata dedicata al mare con i miei amici, fini' prima del previsto e anziché in serata tornai a casa nel primo pomeriggio. Quando stavo per dirigermi verso la mia stanza sentii delle voci, ebbi paura pensai a dei ladri ma mi pareva che ci fosse anche quella di mia madre, andai nella sua stanza da letto e la trovai con solo il reggiseno e mutandine che parlava con un uomo anche lui in mutande. Corsi in subito in cucina. Avevo pensieri strani e contrastanti nella testa ma tendenzialmente ero incazzato nero, lei mi segui a breve.
-scusa , scusami tanto, non te l ho detto, scusami Luca, che vergogna!!!
nel frattempo aveva fatto rivestire l'uomo e lo aveva mandato via.
Poi si mise a sedere di fianco a me, ma io guardavo da un altra parte, non mi ero accorto che aveva la vestaglia aperta, era rimasta in reggiseno e mutandine. Guardami Luca , di qualcosa
mai io niente nulla, questa volta non lo facevo apposta non sapevo veramente che dire.
Dopo tanti solleciti Lei perse la pazienza
-ma mi vuoi rispondere??!! e che cavolo dai non ti si puo' piu dire niente non si parla mai in questa casa, basta non ne posso più di qualcosa, di che sono una puttana, ma dillo
mi voltai e me la ritrovai davanti inferocita.
-si sei una puttana e rivestiti almeno.
-rivestirmi? Cazzo Ma non eri tu che ti facevi le seghe pensando a queste cosce a questo seno a -questo corpo .
La presi per le braccia con impeto e poi la strinsi l'abbraccia forte, lei cerco di divincolarsi ed io stavolta allentai la presa, non volevo fare un altro errore , ma lei mi prese e mi sussurro' nell'orecchio,
-prendimi ,cazzo ma fallo come l'hai fatto l'altra volta.
Chiaro che mi parti' l'embolo le strappai la vestaglia le tolsi il reggiseno e le strappai le mutandine, lei indietreggio' fino ad arrivare con le spalle al muro e le braccia a proteggersi il corpo come da un abbraccio. La presi per i capelli e l'abbassai in ginocchio, mi slacciai la patta e glielo ficcai in bocca, quando sentii la sua lingua leccarmelo per bene consenziente mi fece una sensazione strana, si piacere ma non era quello che volevo. Gli alzai un po la testa che era appoggiata alla parete, e presi a scoparla con violenza in bocca, con bordate poderose, le penetravano fino in gola. La saliva le usciva copiosa.
-vuoi che smetta!!! vuoi che smetta!!
nessuna risposta e continuai a penetrare la bocca selvaggiamente. Finchè ad un suo rantolo piu' soffocato mollai la presa lei mi guardo' con occhi stralunati e si sdraio sul pavimento. Io ero in piedi, avevo il comando, quando tento di alzarsi a carponi, mi abbassai e la penetrai da dietro senza preavviso. Il mio cazzo andò su che era una meraviglia, la sua fica era già bagnata e non oppose resistenza. La fottevo con due o tre bordate e poi mi fermavo. Lei stavolta gemeva, lo voleva dentro a qualsiasi velocità, e se glielo toglievo allungava il bacino per prenderlo di nuovo. Non duro' molto venne subito e me lo disse, quasi urlando.
- ti è piaciuto mamma?
-si amore mi è piaciuto mi piace tutto di te
-ma anche prima quando ti fottevo la bocca con forza
-si anche , anzi soprattutto
Avevo ancora il cazzo duro dentro la sua fica e a quel punto lo estrassi e lo appoggia sul suo culo e spinsi forte, ma forte, mi feci male da morire ma entro' e poi entro' tutto. Lei trattenne il respiro, non diceva niente ma la schiena era inarcata ferma e sudava come una fontana era sofferenza pura.
Stavo per dirgli se dovevo continuare, ma invece preso dall' impeto cominciai a stantuffarla sempre di piu' , mi faceva male e credo anche lei, che comincio ad urlare ma continuai finché non venni stremato, inondandogli il culo.
Stremati, tutti e due sul pavimento, lei si alzo per prima, mi guardò e mi bacio sulle labbra sussurrandomi, pace ?.
Certo che fu pace, io e mia mamma stiamo insieme da dieci anni, scopiamo spesso, in tutti i modi, ma violentemente è la cosa che ci piace di piu'. Anche quando in paese cominciarono a girare certe voci, insieme decidemmo che avrei fatto una fidanzata di copertura, con la sola sua condizione, che quando ci facevo sesso, la portavo in casa e con lei presente, anche se nascosta, e quasi sempre dopo mi aspettava per scoparmi di nuovo. Sto ancora con lei e non vedo perché non dovrei.
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