Cambiamenti - parte 3
di
Mec's Words
genere
dominazione
Il tempo scorre velocemente quando ci si diverte e dopo aver controllato il telefono mi accorgo che e’ già passata mezz’ora da quando Leo e’ uscito.
Mi accomodo sul divano, seduto composto , mentre Maria fa qualche passo in più arrivando ai fornelli ed inizia a preparare un caffè. Mi da le spalle ora, vedo i suoi capelli neri legati muoversi appena mentre carica la cialda e la maglietta nera che scende e le copre anche il culo mentre i pantaloncini che quasi le arrivano alle ginocchia. Scuoto la testa, ma lei non può far caso a questo mio disappunto. L’attesa e’ breve e qualche secondo eccola avvicinarsi a me con una tazzina in mano. I suoi seni ormai liberi si muovono ad ogni passo ed i capezzoli sono ancora ben turgidi e visibili sotto quel tessuto scuro. Lei guarda in basso e neanche per un istante incrocia il mio sguardo. Allunga le braccia per porgermi la tazza fumante ed io la raccolgo con la destra prima di poggiare la schiena allo schienale e mettermi comodo. Voglio giocare.
“hai i capezzoli turgidi” le dico con il chiaro obiettivo di metterla in imbarazzo “ e non credo certo per il freddo...” aggiungo con un sussurro. Lei muove appena la bocca, deglutisce e respira piano.
“incrocia le mani dietro la schiena” le ordino senza mai smettere di fissarla e lei, ancora senza guardami o dire nulla, esegue la mia richiesta.
E’ docile, innocua, come in trance, eppure il suo corpo sembra teso, reattivo, vivo, erotico..
Assumendo quella posizione i seni si offrono a me ancora più esplicitamente e posso vederne la forma e la sostanza distintamente.
“immaginati ieri a camminare tra tutta quelle gente cosi’..” il mio tono di voce di e’ basso e profondo e le mie parole lente sono intervallate da pause in cui sorseggio il caffè
“immagina gli sguardi di quei ragazzi e ragazze sul tuo corpo, sul tuo seno” Maria e’ rossa in viso e la lingua scorre rapida sul labbo inferiore ed il petto si gonfia per un respiro molto profondo
“immaginali guardare le tue tette ed i suoi capezzoli come sto facendo io...”
Termino di bere, lascio la tazzina a terra e poi torno a guardarla e parlarle.
“tu non avresti mai il coraggio di farlo pero’... ti vergogni di questo...ti vergogni di ammettere che ti eccita sentirti cosi..”
faccio un altro momento di pausa e poi
“ora immagina se ci fosse una persona che ti ordinasse di farlo...una persona che ti dicesse esattamente cosa fare...una persona sa meglio di te come eccitarti e come liberarti...un Padrone...”
Lei tentenna appena, le sue braccia si rilassano e smette di tenere la posizione corretta.
Mi alzo lentamente scuotendo la testa e, non smettendo mai di guardarla, faccio il giro e mi porto dietro di lei.
Le mie mani afferrano i suoi polsi per portarli alla posizione da me desiderata e le sussurro “ ti devo legare per farti stare cosi?” il tono e’ serio, duro, quasi arrabbiato, ma la voce non si alza mai e le soffio quelle parole avvicinando le labbra al suo orecchio destro.
Lei non risponde, ma la sento irrigidirsi e tendere tutti i muscoli come a voler rimediare all’errore fatto.
Lentamente lascio la presa e Maria non si muove mantenendo la posizione imposta e strappandomi un “brava” ancora sussurrato.
Le mie dita invece scorrono verso il basso, sollevano il bordo inferiore della maglietta tendendolo verso di me e poi incastrandolo tra le sue braccia. Ora quel tessuto e’ ben teso e le ho scoperto anche la pancia e la parte bassa della schiena.
Afferro poi l’elastico dei pantaloncini e senza troppa fretta mi piego sulle ginocchia e tiro verso il basso scoprendole culo e gambe.
Indossa un paio di mutandoni della nonna bianchi che per nulla valorizzano quel fondo schiena scolpito da anni di attività fisica.
Socchiudo gli occhi pensando a quanto sia lunga la strada da fare...ma poi l’idea di avere tra le mani una pietra grezza dal cosi alto potenziale mi illumina lo sguardo
Le afferro le mutandine dall’elastico proprio sopra l’osso sacro e tiro, senza foga, verso l'alto facendo in modo che il tessuto bianco si infili tra le natiche come se fosse un perizoma. La pelle bianca e delicata si scopre pian piano mostrandomi un culo tondo, sodo, liscio e facendomi istantaneamente pensare di sculacciarla per farlo arrossare e scaldare sotto le mie mani.
Ma mi fermo. Non e’ ancora il momento.
Giro intorno a lei e mi fermo davanti al suo volto. Lei guarda in basso ed io, senza dire nulla, afferro le mutandine all’altezza dell’ombelico e, come fatto dietro, tiro anche qui verso l’alto. Lei freme appena quando il tessuto le disegna un solco tra le labbra del sesso.
Mi siedo sul divano. Il mio volto e’ all’altezza del suo addome e le fisso la fica la cui forma e’ ben delineata dalle mutandine tirate in su. Ho poco da immaginare.. le labbra sembrano carnose e sono separate da un solco non troppo profondo coperto dal tessuto bianco dell’intimo.
“ecco..” sussurro io “cosi stai decisamente meglio..”
e dopo un attimo di pausa
“cosi saresti sicuramente stata al centro della scena.. ti avrebbero guardata tutti..il tuo seno esposto, il tuo culo nudo, la tua fica...”
lei chiude gli occhi.
“scommetto che la tua fica e’ un lago Maria” aggiungo poi con un sorriso di soddisfazione sulle labbra.
“non ho bisogno di toccarti per saperlo.. ce lo hai scritto in faccia”. Lei deglutisce ed inspira profondamente.
“avresti riempito le fantasie di tutti i ragazzi e sicuramente l’invidia o forse il piacere di qualche ragazza” continuo come se stessi recitando un mantra. Il tono e’ sempre basso, fermo, cupo. Le parole sono lente ma costanti.
“immagino che qualche cazzo si sarebbe indurito solo vedendoti..”
Lei ha un piccolo cedimento e muove appena il bacino in avanti cercando pero’ di mantenere l’equilibrio e la posizione imposta nonostante il disagio dei pantaloncini che le bloccano le caviglie e dell’intimo tirato verso l’alto.
“Inginocchiati” le ordino alzando appena la voce, ma senza urlare.
Lei, da brava, esegue e mantiene anche le braccia ferme dietro la schiena.
“brava Maria” le sussurro palesando il mio stupore le mie dita afferrano i miei pantaloni e li abbassano fino a farli scivolare a terra.
“guarda” le dico a voce bassa e le mie dita iniziano a carezzare l’erezione nascosta sotto i boxer percorrendo l’asta dalla base alla cappella e tornando indietro. I movimenti sono lenti ed i polpastrelli scorrono delicati sopra il tessuto mentre i miei occhi sono su di lei ed analizzano ogni reazione della ragazza.
Lei ha lo sguardo su di me. Non si rifiuta di puntare gli occhi sul mio cazzo e le sue guance si colorano appena di rosso mentre le labbra restano socchiuse ed il petto si gonfia ritmicamente ad ogni respiro.
La mia mano sinistra si allunga e si posa sui suoi capelli intrecciandosi ad essi mentre le stringo appena sulla sua nuca.
Faccio forza quel tanto che basta per farle capire che deve avvicinare il volto al mio sesso e continuo a parlarle, sussurrando
“chiudi gli occhi, annusalo e non toccarlo”
Lei ferma il suo naso a pochi centimetri dalle mutande, serra le palpebre ed inspira profondamente
La lascio cosi’, in quella posizione scomoda, per,credo, un minuto.
Sento il rumore dei suoi respiri farsi sempre più profondo ed il suo corpo oscillare ritmicamente fino a quando la punta del naso di Maria non tocca la mia cappella.
L’asta pulsa involontariamente ed io, afferrando lei peri capelli, la allontano e la fisso.
Lei apre gli occhi come se si fosse svegliata da un sonno profondo.
“non hai saputo resistere?”
Il mio tono e’ fermo, lo sguardo severo, l’espressione seria.
Lei distoglie lo sguardo e con un tono sottomesso e poco credibile dice un semplice “non volevo..”
sorrido maliziosamente e replico
“certo che non volevi..” replico io con un evidente tono da presa in giro “ma e’ successo..”
faccio un attimo di pausa e continuo
“come e’ successo che hai accettato di esibirti cosi per me...di presentarti seminuda, in ginocchio, davanti al mio cazzo”
lei non risponde
“ora Maria” dico io abbassando la testa per guardarla negli occhi “voglio che ti alzi ed appoggi la tua fica sulla mia mano”
Lei mi fissa e sgrana gli occhi mentre io porgo la destra con il palmo verso l’alto poco lontano dal suo volto.
“ora Maria. Fallo”
rimarco con tono assertivo e lei deglutisce prima di respirare profondamente e riassumere la posizione eretta.
Lentamente avvicina il suo pube alle mie dita, ma la fermo immediatamente.
“la tua fica sulla mia mano Maria, non le tue mutande”
Lei, come una bambina presa con le mani nel barattolo di nutella, torna indietro di tutta fretta e bisbigliando uno “scusa” si sfila i pantaloni dalle caviglie e toglie le mutandine mostrandomi quello che il giorno prima avevo visto di sfuggita.
La sua fica e’ curata, perfettamente liscia. Le labbra sono carnose, gonfie, con il lembo di destra un poco piu lungo dell’altro. Il monte di venere e’ rasato, completamente
Annuisco e la lascio avvicinarsi a me. Le sue gambe sono ai lati della mia mano e lei si abbassa sulle ginocchia fino a far aderire il suo sesso al mio palmo
Sento il calore , la morbidezza ed un senso di umido che mi fanno chiaramente capire quanto quella ragazza sia eccitata.
Non mi guarda, ma io la fisso e gentilmente muovo la mano sulla sua sua fica. Dapprima i movimenti sono oscillatori, avanti e indietro, e poi le dita iniziano a diventare sempre più impertinenti.
Le carezzo le labbra, faccio scorrere il medio tra di esse risalendo verso l’alto fino al clitoride che, gonfio, sembra un bottoncino. I suoi umori mi bagnano prima le falangi , poi, con lo scorrere dei minuti, il palmo.
I suoi gemiti sommessi e nascosti riempiono le mie orecchie ed il respiro cresce mentre i seni oscillano via via di più e lei poggia il peso sulla mia mano abbandonandosi.
Medio ed Anulare iniziano a penetrarla sempre più profondamente e lei, ad occhi chiusi, spinge il bacino verso di me cercando un contatto per godere.
Maria e’ ormai persa in un piacere a cui si sta lasciando andare completamente e, continuando a masturbarla in quel modo, percepisco l’orgasmo montare in lei.
Rallento il ritmo e le do un piccolo pizzico sul clitoride mentre la fisso
“non ti e’ permesso godere” le mie dita riprendono pero’ a disegnare cerchi sul clitoride
“fermati allora” replica lei con la voce strozzata “ cosi mi fai..” si ferma. Respira profondamente, ma io continuo
“non dirmi cosa fare” esclamo aumentando la velocità, ma lei ormai ha superato il punto di non ritorno e, muovendosi a scatti, geme sempre più rumorosamente e si lascia avvolgere dal piacere e dell’orgasmo.
Lascio passare qualche decina di secondi aspettando che lei si riprenda appena, la faccio alzare da quella posizione scomoda e poi la fisso
“credo che non c'è’ altro da dirsi” sussurro “questo tuo lato non puoi più nascondermelo e non puoi nascondertelo...”.
Lei e’ confusa, turbata e mi guarda negli occhi “annuisci se concordi” le dico con voce ferma.
Lei muove il capo su e giù lentamente.
“Ora non mi resta che punirti per non aver rispettato il mio ordine”
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mecenate-words@tutanota.com
Mi accomodo sul divano, seduto composto , mentre Maria fa qualche passo in più arrivando ai fornelli ed inizia a preparare un caffè. Mi da le spalle ora, vedo i suoi capelli neri legati muoversi appena mentre carica la cialda e la maglietta nera che scende e le copre anche il culo mentre i pantaloncini che quasi le arrivano alle ginocchia. Scuoto la testa, ma lei non può far caso a questo mio disappunto. L’attesa e’ breve e qualche secondo eccola avvicinarsi a me con una tazzina in mano. I suoi seni ormai liberi si muovono ad ogni passo ed i capezzoli sono ancora ben turgidi e visibili sotto quel tessuto scuro. Lei guarda in basso e neanche per un istante incrocia il mio sguardo. Allunga le braccia per porgermi la tazza fumante ed io la raccolgo con la destra prima di poggiare la schiena allo schienale e mettermi comodo. Voglio giocare.
“hai i capezzoli turgidi” le dico con il chiaro obiettivo di metterla in imbarazzo “ e non credo certo per il freddo...” aggiungo con un sussurro. Lei muove appena la bocca, deglutisce e respira piano.
“incrocia le mani dietro la schiena” le ordino senza mai smettere di fissarla e lei, ancora senza guardami o dire nulla, esegue la mia richiesta.
E’ docile, innocua, come in trance, eppure il suo corpo sembra teso, reattivo, vivo, erotico..
Assumendo quella posizione i seni si offrono a me ancora più esplicitamente e posso vederne la forma e la sostanza distintamente.
“immaginati ieri a camminare tra tutta quelle gente cosi’..” il mio tono di voce di e’ basso e profondo e le mie parole lente sono intervallate da pause in cui sorseggio il caffè
“immagina gli sguardi di quei ragazzi e ragazze sul tuo corpo, sul tuo seno” Maria e’ rossa in viso e la lingua scorre rapida sul labbo inferiore ed il petto si gonfia per un respiro molto profondo
“immaginali guardare le tue tette ed i suoi capezzoli come sto facendo io...”
Termino di bere, lascio la tazzina a terra e poi torno a guardarla e parlarle.
“tu non avresti mai il coraggio di farlo pero’... ti vergogni di questo...ti vergogni di ammettere che ti eccita sentirti cosi..”
faccio un altro momento di pausa e poi
“ora immagina se ci fosse una persona che ti ordinasse di farlo...una persona che ti dicesse esattamente cosa fare...una persona sa meglio di te come eccitarti e come liberarti...un Padrone...”
Lei tentenna appena, le sue braccia si rilassano e smette di tenere la posizione corretta.
Mi alzo lentamente scuotendo la testa e, non smettendo mai di guardarla, faccio il giro e mi porto dietro di lei.
Le mie mani afferrano i suoi polsi per portarli alla posizione da me desiderata e le sussurro “ ti devo legare per farti stare cosi?” il tono e’ serio, duro, quasi arrabbiato, ma la voce non si alza mai e le soffio quelle parole avvicinando le labbra al suo orecchio destro.
Lei non risponde, ma la sento irrigidirsi e tendere tutti i muscoli come a voler rimediare all’errore fatto.
Lentamente lascio la presa e Maria non si muove mantenendo la posizione imposta e strappandomi un “brava” ancora sussurrato.
Le mie dita invece scorrono verso il basso, sollevano il bordo inferiore della maglietta tendendolo verso di me e poi incastrandolo tra le sue braccia. Ora quel tessuto e’ ben teso e le ho scoperto anche la pancia e la parte bassa della schiena.
Afferro poi l’elastico dei pantaloncini e senza troppa fretta mi piego sulle ginocchia e tiro verso il basso scoprendole culo e gambe.
Indossa un paio di mutandoni della nonna bianchi che per nulla valorizzano quel fondo schiena scolpito da anni di attività fisica.
Socchiudo gli occhi pensando a quanto sia lunga la strada da fare...ma poi l’idea di avere tra le mani una pietra grezza dal cosi alto potenziale mi illumina lo sguardo
Le afferro le mutandine dall’elastico proprio sopra l’osso sacro e tiro, senza foga, verso l'alto facendo in modo che il tessuto bianco si infili tra le natiche come se fosse un perizoma. La pelle bianca e delicata si scopre pian piano mostrandomi un culo tondo, sodo, liscio e facendomi istantaneamente pensare di sculacciarla per farlo arrossare e scaldare sotto le mie mani.
Ma mi fermo. Non e’ ancora il momento.
Giro intorno a lei e mi fermo davanti al suo volto. Lei guarda in basso ed io, senza dire nulla, afferro le mutandine all’altezza dell’ombelico e, come fatto dietro, tiro anche qui verso l’alto. Lei freme appena quando il tessuto le disegna un solco tra le labbra del sesso.
Mi siedo sul divano. Il mio volto e’ all’altezza del suo addome e le fisso la fica la cui forma e’ ben delineata dalle mutandine tirate in su. Ho poco da immaginare.. le labbra sembrano carnose e sono separate da un solco non troppo profondo coperto dal tessuto bianco dell’intimo.
“ecco..” sussurro io “cosi stai decisamente meglio..”
e dopo un attimo di pausa
“cosi saresti sicuramente stata al centro della scena.. ti avrebbero guardata tutti..il tuo seno esposto, il tuo culo nudo, la tua fica...”
lei chiude gli occhi.
“scommetto che la tua fica e’ un lago Maria” aggiungo poi con un sorriso di soddisfazione sulle labbra.
“non ho bisogno di toccarti per saperlo.. ce lo hai scritto in faccia”. Lei deglutisce ed inspira profondamente.
“avresti riempito le fantasie di tutti i ragazzi e sicuramente l’invidia o forse il piacere di qualche ragazza” continuo come se stessi recitando un mantra. Il tono e’ sempre basso, fermo, cupo. Le parole sono lente ma costanti.
“immagino che qualche cazzo si sarebbe indurito solo vedendoti..”
Lei ha un piccolo cedimento e muove appena il bacino in avanti cercando pero’ di mantenere l’equilibrio e la posizione imposta nonostante il disagio dei pantaloncini che le bloccano le caviglie e dell’intimo tirato verso l’alto.
“Inginocchiati” le ordino alzando appena la voce, ma senza urlare.
Lei, da brava, esegue e mantiene anche le braccia ferme dietro la schiena.
“brava Maria” le sussurro palesando il mio stupore le mie dita afferrano i miei pantaloni e li abbassano fino a farli scivolare a terra.
“guarda” le dico a voce bassa e le mie dita iniziano a carezzare l’erezione nascosta sotto i boxer percorrendo l’asta dalla base alla cappella e tornando indietro. I movimenti sono lenti ed i polpastrelli scorrono delicati sopra il tessuto mentre i miei occhi sono su di lei ed analizzano ogni reazione della ragazza.
Lei ha lo sguardo su di me. Non si rifiuta di puntare gli occhi sul mio cazzo e le sue guance si colorano appena di rosso mentre le labbra restano socchiuse ed il petto si gonfia ritmicamente ad ogni respiro.
La mia mano sinistra si allunga e si posa sui suoi capelli intrecciandosi ad essi mentre le stringo appena sulla sua nuca.
Faccio forza quel tanto che basta per farle capire che deve avvicinare il volto al mio sesso e continuo a parlarle, sussurrando
“chiudi gli occhi, annusalo e non toccarlo”
Lei ferma il suo naso a pochi centimetri dalle mutande, serra le palpebre ed inspira profondamente
La lascio cosi’, in quella posizione scomoda, per,credo, un minuto.
Sento il rumore dei suoi respiri farsi sempre più profondo ed il suo corpo oscillare ritmicamente fino a quando la punta del naso di Maria non tocca la mia cappella.
L’asta pulsa involontariamente ed io, afferrando lei peri capelli, la allontano e la fisso.
Lei apre gli occhi come se si fosse svegliata da un sonno profondo.
“non hai saputo resistere?”
Il mio tono e’ fermo, lo sguardo severo, l’espressione seria.
Lei distoglie lo sguardo e con un tono sottomesso e poco credibile dice un semplice “non volevo..”
sorrido maliziosamente e replico
“certo che non volevi..” replico io con un evidente tono da presa in giro “ma e’ successo..”
faccio un attimo di pausa e continuo
“come e’ successo che hai accettato di esibirti cosi per me...di presentarti seminuda, in ginocchio, davanti al mio cazzo”
lei non risponde
“ora Maria” dico io abbassando la testa per guardarla negli occhi “voglio che ti alzi ed appoggi la tua fica sulla mia mano”
Lei mi fissa e sgrana gli occhi mentre io porgo la destra con il palmo verso l’alto poco lontano dal suo volto.
“ora Maria. Fallo”
rimarco con tono assertivo e lei deglutisce prima di respirare profondamente e riassumere la posizione eretta.
Lentamente avvicina il suo pube alle mie dita, ma la fermo immediatamente.
“la tua fica sulla mia mano Maria, non le tue mutande”
Lei, come una bambina presa con le mani nel barattolo di nutella, torna indietro di tutta fretta e bisbigliando uno “scusa” si sfila i pantaloni dalle caviglie e toglie le mutandine mostrandomi quello che il giorno prima avevo visto di sfuggita.
La sua fica e’ curata, perfettamente liscia. Le labbra sono carnose, gonfie, con il lembo di destra un poco piu lungo dell’altro. Il monte di venere e’ rasato, completamente
Annuisco e la lascio avvicinarsi a me. Le sue gambe sono ai lati della mia mano e lei si abbassa sulle ginocchia fino a far aderire il suo sesso al mio palmo
Sento il calore , la morbidezza ed un senso di umido che mi fanno chiaramente capire quanto quella ragazza sia eccitata.
Non mi guarda, ma io la fisso e gentilmente muovo la mano sulla sua sua fica. Dapprima i movimenti sono oscillatori, avanti e indietro, e poi le dita iniziano a diventare sempre più impertinenti.
Le carezzo le labbra, faccio scorrere il medio tra di esse risalendo verso l’alto fino al clitoride che, gonfio, sembra un bottoncino. I suoi umori mi bagnano prima le falangi , poi, con lo scorrere dei minuti, il palmo.
I suoi gemiti sommessi e nascosti riempiono le mie orecchie ed il respiro cresce mentre i seni oscillano via via di più e lei poggia il peso sulla mia mano abbandonandosi.
Medio ed Anulare iniziano a penetrarla sempre più profondamente e lei, ad occhi chiusi, spinge il bacino verso di me cercando un contatto per godere.
Maria e’ ormai persa in un piacere a cui si sta lasciando andare completamente e, continuando a masturbarla in quel modo, percepisco l’orgasmo montare in lei.
Rallento il ritmo e le do un piccolo pizzico sul clitoride mentre la fisso
“non ti e’ permesso godere” le mie dita riprendono pero’ a disegnare cerchi sul clitoride
“fermati allora” replica lei con la voce strozzata “ cosi mi fai..” si ferma. Respira profondamente, ma io continuo
“non dirmi cosa fare” esclamo aumentando la velocità, ma lei ormai ha superato il punto di non ritorno e, muovendosi a scatti, geme sempre più rumorosamente e si lascia avvolgere dal piacere e dell’orgasmo.
Lascio passare qualche decina di secondi aspettando che lei si riprenda appena, la faccio alzare da quella posizione scomoda e poi la fisso
“credo che non c'è’ altro da dirsi” sussurro “questo tuo lato non puoi più nascondermelo e non puoi nascondertelo...”.
Lei e’ confusa, turbata e mi guarda negli occhi “annuisci se concordi” le dico con voce ferma.
Lei muove il capo su e giù lentamente.
“Ora non mi resta che punirti per non aver rispettato il mio ordine”
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