Primo appuntamento - Ispezione pt2
di
Mec's Words
genere
dominazione
La seguo a pochi passi di distanza e la osservo gattonare lungo il corridoio fino ad arrivare alla camera da letto, la osservo salire sul materasso e poi, come una cagnolina sul tavolo del veterinario, restare ferma a 4 zampe guardandomi.
Entro in quella stanza e mi avvicino a lei. La mia mano sinistra le carezza il culo e poi si infila tra le natiche scorrendo verso il basso fino alla fica. La stuzzico per qualche istante mentre con la mano destra le palpo con molto vigore il seno che cade verso il basso vittima della gravita’. Lei geme sommessa, ansima e trattiene il fiato mentre io continuo a stimolarla senza tregua. Passano i minuti, i miei tocchi si fanno più decisi, le carezze sul clitoride diventano penetrazioni ritmiche di due dita che entrano ed escono da lei, le palpate al seno diventano pizzichi sui capezzoli, strizzate. Il calore del suo corpo aumenta, ma lei resta immobile a 4 zampe come pietrificata dall’eccitazione mentre io la uso.
Mi stacco da lei e decido di portare a termine l’ispezione.
“Maria” le dico “ voltati, poggia la testa sul materasso e con le mani apri il culo”
lei annuisce, esegue, ma io non sono soddisfatto
La colpisco forte sulla natica destra con la mano ben aperta e lei sussulta
“devi rispondere al tuo Padrone” aggiungo colpendola allo stesso modo ma sull’altro lato
“si Padrone” dice lei ansimando ed io, senza dire nulla mi inizio a spogliare.
Lei ha i buchi completamente esposti ed io li fisso mentre mi sfilo ogni indumento che ho restando completamente nudo
Il mio cazzo svetta, gonfio e duro, mostrandomi di essere pronto a godere di lei, del suo corpo.
Mi avvicino a quel culo, direziono la cappella verso la sua fica ed inizio a spingere.
Lei geme mentre il glande apre le sue labbra e si infila tra esse. Ansima quando l’asta si fa strada in lei, molto lentamente ma senza tregua fino al contatto tra il suo culo ed il mio addome.
Ruoto appena il bacino per spingere ancora più in profondità il mio sesso e poi mi fermo.
Ho il cazzo dentro Maria, la ragazza del mio amico che ormai e’ completamente eccitata dal suo ruolo. Leo e’ a scuola immaginando chissà cosa ora..
Resto immobile per una ventina di secondi e poi, con la stessa lentezza di prima, tiro fuori tutta l’asta che abbandona quel calore e si mostra lucida ai miei occhi. Il glande e’ viola tanto e’ gonfio e vene e pieghe sono disegnate come sul marmo lungo tutto il pene. Non lascio passare più di 2 secondi e riaffondo il cazzo dentro di lei, stavolta con più vigore.
Entro, esco, entro, esco.
La scopo senza dare attenzione alla velocità, ma piuttosto alla profondità delle spinte con il chiaro obiettivo di farle percepire ogni volta tutta la lunghezza e la durezza del mio sesso.
Lei respira velocemente, ansima, emette dei piccoli gemiti.
“dimmi cosa senti” le domando mentre continuo a prenderla in quel modo
“mi piace” dice lei con una superficialità che non tollero.
Le do uno sculacciata decisamente forte e domando ancora
“Maria, dimmi cosa senti fisicamente. Voglio i dettagli, voglio che parli”
lei resta pero’ in silenzio per il tempo di un paio di spinte e poi si confessa
“sento il tuo cazzo duro che entra dentro e mi apre” dice “ sento di essere la tua troia e che mi stai scopando facendomi percepire il mio ruolo”
Io continuo a spingerle il cazzo dentro e lei ansima sempre di più
“sento il mio culo sulla tua pancia ogni volta che me lo spingi fino in fondo”
Istintivamente le poggio entrambe le mani sui fianchi ed inizio ad aumentare la velocità facendo pero’ sempre attenzioni alla profondità delle penetrazioni
“tu” dico io scandendo la frase con il ritmo delle spinte “sei”...”la”...”mia”...”schiava”
e termino piantandole il cazzo fino in fondo e sento che lei, con un tempismo quasi da film, mi stringe la sua fica intorno alla mia asta. Capisco che sta per avere il suo primo orgasmo con me e non voglio, in alcun modo, frenarlo.
“ripetimelo” le ordino con voce ferma e potente e, contemporaneamente, riprendo a scoparla sempre più violentemente.
“sono la tua schiava” dice tutto d’un fiato e poi continua “ sono la tua troia, voglio che mi usi, voglio che mi tratti come un oggetto” e poi “ sto godendo come una cagna” dice iniziando a gemere sempre più forte mentre io non mollo di un centimetro la sua fica.
Maria si e’ aperta, sia in senso fisico che in senso mentale. Ha lasciato che a parlare sia stata la sua eccitazione, il suo sesso, e mi ha servito li, su un piatto d’argento, tutto quello che ha immaginato del nostro rapporto.
Purtroppo per lei pero’ non sa che sarò io a decidere cosa sarà e cosa farà..
Lascio che l’orgasmo di quella ragazza si esaurisca e rallento le spinte fino a far poi uscire del tutto il pene.
Faccio il giro del letto e mi posiziono davanti a lei che, con la testa sul materasso, cerca di riprendere fiato.
“ prendimelo in bocca, ora” dico poggiandole una mano sulla nuca e afferrandole i capelli.
Con un minimo di forza la avvicino a me e lei si lascia condurre come alienata. Si mette a 4 zampe, apre la bocca e lascia entrare nelle sue fauci la cappella carica del suo sapore.
“lecca bene” dico io impedendole di andare più giù
“lecca la punta, lecca sotto la cappella, lecca il frenulo” lei esegue e percepisco quelle carezze prendersi cura del mio sesso con una cura ed una voglia per nulla esaurita.
“ora prova a prenderlo tutto” dico io. “voglio che il naso tocca la mia pancia”
non esito a tirarla verso di me come fosse una bambola e lei si lascia condurre e la mia asta sparisce tra le sue labbra.
Arriva quasi in fondo e poi sento che si blocca e si oppone al mio volere irrigidendosi completamente.
“non ce la fai Maria?” dico provocatorio e lei alza, per un attimo, gli occhi verso di me incrociando il suo sguardo eccitato ed impaurito al mio.
Tiro fuori il cazzo e le parlo mentre con la mano sinistra le carezzo le labbra bagnate da un misto di saliva e umori.
“respira” le sussurro
“respira profondamente, poi riproviamoci”
Uso il plurale per farle capire che non e’ sola nell’affrontare forse la prima difficoltà reale in questo percorso appena iniziato.
“si Padrone” dice lei strappandomi un sorriso dalle labbra e, dopo aver visto il suo petto gonfiarsi ed il seno oscillare per due/tre, le spingo la testa verso di me.
L’asta sparisce nuovamente tra le sue labbra, gli occhi si chiudono, sento la sua mano poggiarsi sulla mia gamba sinistra, proprio sopra il ginocchio, mentre faccio un po di pressione in più e poi, finalmente, ecco il suo naso che tocca il mio addome.
“Ora conto fino a cinque, tu resisti” le dico ed inizio “uno..due...” l’incedere dei numeri e’ più lento di quello dei secondi, ma arriviamo al cinque in un batter d’occhio e, lasciando la presa, la vedo uscire dall’apnea e riaprire gli occhi.
“brava Maria” le sussurro guardandola con soddisfazione e lei stessa e’ contenta
“grazie Padrone” si risponde.
Non ho intenzione pero’ di abbassare la tensione e subito replico.
“voltati, mettiti a pancia in su, con la testa verso di me”
lei rotola sul fianco destro, si sistema e la vedo supina, con le gambe socchiuse, le braccia lungo i fianchi ed i seni che cadono a destra e sinistra.
Le mie mani sono avide e si posano su di essi iniziando a palparli. Le sto praticamente facendo un massaggio che, da delicato e superficiale, ma mano diventa più vigoroso, profondo e termina per canalizzarsi sui capezzoli turgidi e sull’areola raggrinzita dall’eccitazione.
Mi piego appena in avanti e poggio sulle faccia di Maria le mie palle
“tira fuori la lingua e lecca” dico con tono secco percependo, dopo poco, le sue carezze umide.
L’indice ed il pollice afferrano entrambi i capezzoli, li stringono contemporaneamente, con forza ed una piccola rotazione.
Lei emette un suono indefinito, animalesco, ma continua a leccarmi le palle con avidità e mi lascia proseguire senza intoppi in quei massaggi tanto dolorosi quanto piacevoli.
Ripeto l’operazione per una quindicina di volte aumentando gradualmente la forza vedendo diventare quei chiodi ricchi di terminazioni nervose sempre più rossi e sensibili.
Giro gli occhi sul mio cazzo che copre il suo viso e sulla punta del glande brilla una goccia di liquido preseminale.
“Ora Maria” le sussurro tornando semplicemente a massaggiarle il seno
“mi siederò’ sulla poltrona. Tu verrai sotto di me, in ginocchio. Prenderai il mio cazzo in bocca e me lo succhierai fino a farmi sborrare.”
Lei continua a leccarmi le palle con attenzione e non appena mi allontano esprime il suo parere
“si Padrone”
Io mi siedo, gambe divaricate, schiena sul cuscino della poltrona e l’asta che punta verso l’alto.
Lei rotola, scende dal letto e si inginocchia davanti a me aprendo la bocca ed iniziando a leccarmi e succhiarmi il glande.
La lascio fare, voglio vedere il suo impegno, e la sua mano destra inizia a carezzarmi la base del cazzo stringendo poi l’asta come fosse un microfono.
Inizia un lento su e giù con la bocca che, a labbra strette, scorre dalla punta alla sua mano e torna indietro.
Maria e’ concentrata e si sta dedicando con anima a corpo a quel pompino aiutandosi appena con la mano.
Passano i minuti ed il mio orgasmo si avvicina spinto dalla dedizione di quella ragazza e dai colpi della sua lingua.
“togli la mano” le ordino e, afferrandole la testa con il chiaro scopo di impartirle io il ritmo.
Lei esegue ed io inizio, di fatto, a scoparle la faccia spingendola contro il mio cazzo e allontanandola ad un ritmo sempre crescente.
“senti quanto me lo fai venire duro” dico come a volerle far percepire che tutta quella eccitazione e’ causa sua e lei geme, sommessa, a bocca piena..
La ragazza si lascia condurre ed il mio sesso entra ed esce dalla sua bocca sempre più rapidamente fin quando si arriva al punto di non ritorno.
Afferro con ancora più forza e con entrambe le mani quei capelli e spingo in profondità l’asta senza badare alle reazioni di Maria.
Le palle si stringono, i muscoli e le vene si contraggono ed inizio a riversare dentro la sua bocca tutto il mio seme.
Una, due, tre spinte potenti coadiuvate da movimenti del bacino e poi altri schizzi che immagino di minore portata.
Mi godo ogni singolo istante di quell’orgasmo e, al termine, lascio appena la presa e le ordino
“ora bevi tutto e puliscimi il cazzo”
Mi rilasso mentre la osservo deglutire con gli occhi appena arrossati e l’espressione stravolta di chi ha trattenuto il fiato e succhiato al massimo delle sue capacita’.
Lei afferra l’asta ancora eretta con la destra ed inizia a solleticarmi con piccoli e precisi colpi di lingua il glande scavando in ogni piega e controllando di volta in volta il suo operato.
Il suo pollice spinge sulla vena ancora gonfia e scorre dal basso all’alto come a voler far uscire ogni singola goccia residua al suo interno.
La lascio fare, mi piace, sono ancora eccitato.
Passano alcuni minuti, lei non smette ed anzi, inizia a riprendere tutta l’asta in bocca come a voler ripropormi quanto appena fatto.
Io pero’ ho altri piani. Sorrido, le ordino di alzarsi e le infilo una mano tra le gambe.
“Sei ancora bagnata come prima Maria..” le dico come a sfotterla e lei
“si Padrone” replica dolcemente guardandomi languida.
Le mie dita iniziano a disegnare cerchietti sul suo clitoride.
“non sarà’ sempre cosi facile” le sussurro “oggi e’ stato solo l’inizio, ma a giudicare da questo ... potresti essere una brava schiava”
lei socchiude gli occhi e si gode le mie parole ed i miei tocchi.
“Ora manda un messaggio a Leo, digli che e’ andata bene e che lo aspettiamo per pranzo”
lei mi guarda sorpresa, come se solo ora le ritornasse la memoria su chi e’, chi siamo.
“si Padrone” risponde diligente ed io stacco le dita dalla sua fica e le asciugo sui suoi seni.
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mecenate-words@tutanota.com
Entro in quella stanza e mi avvicino a lei. La mia mano sinistra le carezza il culo e poi si infila tra le natiche scorrendo verso il basso fino alla fica. La stuzzico per qualche istante mentre con la mano destra le palpo con molto vigore il seno che cade verso il basso vittima della gravita’. Lei geme sommessa, ansima e trattiene il fiato mentre io continuo a stimolarla senza tregua. Passano i minuti, i miei tocchi si fanno più decisi, le carezze sul clitoride diventano penetrazioni ritmiche di due dita che entrano ed escono da lei, le palpate al seno diventano pizzichi sui capezzoli, strizzate. Il calore del suo corpo aumenta, ma lei resta immobile a 4 zampe come pietrificata dall’eccitazione mentre io la uso.
Mi stacco da lei e decido di portare a termine l’ispezione.
“Maria” le dico “ voltati, poggia la testa sul materasso e con le mani apri il culo”
lei annuisce, esegue, ma io non sono soddisfatto
La colpisco forte sulla natica destra con la mano ben aperta e lei sussulta
“devi rispondere al tuo Padrone” aggiungo colpendola allo stesso modo ma sull’altro lato
“si Padrone” dice lei ansimando ed io, senza dire nulla mi inizio a spogliare.
Lei ha i buchi completamente esposti ed io li fisso mentre mi sfilo ogni indumento che ho restando completamente nudo
Il mio cazzo svetta, gonfio e duro, mostrandomi di essere pronto a godere di lei, del suo corpo.
Mi avvicino a quel culo, direziono la cappella verso la sua fica ed inizio a spingere.
Lei geme mentre il glande apre le sue labbra e si infila tra esse. Ansima quando l’asta si fa strada in lei, molto lentamente ma senza tregua fino al contatto tra il suo culo ed il mio addome.
Ruoto appena il bacino per spingere ancora più in profondità il mio sesso e poi mi fermo.
Ho il cazzo dentro Maria, la ragazza del mio amico che ormai e’ completamente eccitata dal suo ruolo. Leo e’ a scuola immaginando chissà cosa ora..
Resto immobile per una ventina di secondi e poi, con la stessa lentezza di prima, tiro fuori tutta l’asta che abbandona quel calore e si mostra lucida ai miei occhi. Il glande e’ viola tanto e’ gonfio e vene e pieghe sono disegnate come sul marmo lungo tutto il pene. Non lascio passare più di 2 secondi e riaffondo il cazzo dentro di lei, stavolta con più vigore.
Entro, esco, entro, esco.
La scopo senza dare attenzione alla velocità, ma piuttosto alla profondità delle spinte con il chiaro obiettivo di farle percepire ogni volta tutta la lunghezza e la durezza del mio sesso.
Lei respira velocemente, ansima, emette dei piccoli gemiti.
“dimmi cosa senti” le domando mentre continuo a prenderla in quel modo
“mi piace” dice lei con una superficialità che non tollero.
Le do uno sculacciata decisamente forte e domando ancora
“Maria, dimmi cosa senti fisicamente. Voglio i dettagli, voglio che parli”
lei resta pero’ in silenzio per il tempo di un paio di spinte e poi si confessa
“sento il tuo cazzo duro che entra dentro e mi apre” dice “ sento di essere la tua troia e che mi stai scopando facendomi percepire il mio ruolo”
Io continuo a spingerle il cazzo dentro e lei ansima sempre di più
“sento il mio culo sulla tua pancia ogni volta che me lo spingi fino in fondo”
Istintivamente le poggio entrambe le mani sui fianchi ed inizio ad aumentare la velocità facendo pero’ sempre attenzioni alla profondità delle penetrazioni
“tu” dico io scandendo la frase con il ritmo delle spinte “sei”...”la”...”mia”...”schiava”
e termino piantandole il cazzo fino in fondo e sento che lei, con un tempismo quasi da film, mi stringe la sua fica intorno alla mia asta. Capisco che sta per avere il suo primo orgasmo con me e non voglio, in alcun modo, frenarlo.
“ripetimelo” le ordino con voce ferma e potente e, contemporaneamente, riprendo a scoparla sempre più violentemente.
“sono la tua schiava” dice tutto d’un fiato e poi continua “ sono la tua troia, voglio che mi usi, voglio che mi tratti come un oggetto” e poi “ sto godendo come una cagna” dice iniziando a gemere sempre più forte mentre io non mollo di un centimetro la sua fica.
Maria si e’ aperta, sia in senso fisico che in senso mentale. Ha lasciato che a parlare sia stata la sua eccitazione, il suo sesso, e mi ha servito li, su un piatto d’argento, tutto quello che ha immaginato del nostro rapporto.
Purtroppo per lei pero’ non sa che sarò io a decidere cosa sarà e cosa farà..
Lascio che l’orgasmo di quella ragazza si esaurisca e rallento le spinte fino a far poi uscire del tutto il pene.
Faccio il giro del letto e mi posiziono davanti a lei che, con la testa sul materasso, cerca di riprendere fiato.
“ prendimelo in bocca, ora” dico poggiandole una mano sulla nuca e afferrandole i capelli.
Con un minimo di forza la avvicino a me e lei si lascia condurre come alienata. Si mette a 4 zampe, apre la bocca e lascia entrare nelle sue fauci la cappella carica del suo sapore.
“lecca bene” dico io impedendole di andare più giù
“lecca la punta, lecca sotto la cappella, lecca il frenulo” lei esegue e percepisco quelle carezze prendersi cura del mio sesso con una cura ed una voglia per nulla esaurita.
“ora prova a prenderlo tutto” dico io. “voglio che il naso tocca la mia pancia”
non esito a tirarla verso di me come fosse una bambola e lei si lascia condurre e la mia asta sparisce tra le sue labbra.
Arriva quasi in fondo e poi sento che si blocca e si oppone al mio volere irrigidendosi completamente.
“non ce la fai Maria?” dico provocatorio e lei alza, per un attimo, gli occhi verso di me incrociando il suo sguardo eccitato ed impaurito al mio.
Tiro fuori il cazzo e le parlo mentre con la mano sinistra le carezzo le labbra bagnate da un misto di saliva e umori.
“respira” le sussurro
“respira profondamente, poi riproviamoci”
Uso il plurale per farle capire che non e’ sola nell’affrontare forse la prima difficoltà reale in questo percorso appena iniziato.
“si Padrone” dice lei strappandomi un sorriso dalle labbra e, dopo aver visto il suo petto gonfiarsi ed il seno oscillare per due/tre, le spingo la testa verso di me.
L’asta sparisce nuovamente tra le sue labbra, gli occhi si chiudono, sento la sua mano poggiarsi sulla mia gamba sinistra, proprio sopra il ginocchio, mentre faccio un po di pressione in più e poi, finalmente, ecco il suo naso che tocca il mio addome.
“Ora conto fino a cinque, tu resisti” le dico ed inizio “uno..due...” l’incedere dei numeri e’ più lento di quello dei secondi, ma arriviamo al cinque in un batter d’occhio e, lasciando la presa, la vedo uscire dall’apnea e riaprire gli occhi.
“brava Maria” le sussurro guardandola con soddisfazione e lei stessa e’ contenta
“grazie Padrone” si risponde.
Non ho intenzione pero’ di abbassare la tensione e subito replico.
“voltati, mettiti a pancia in su, con la testa verso di me”
lei rotola sul fianco destro, si sistema e la vedo supina, con le gambe socchiuse, le braccia lungo i fianchi ed i seni che cadono a destra e sinistra.
Le mie mani sono avide e si posano su di essi iniziando a palparli. Le sto praticamente facendo un massaggio che, da delicato e superficiale, ma mano diventa più vigoroso, profondo e termina per canalizzarsi sui capezzoli turgidi e sull’areola raggrinzita dall’eccitazione.
Mi piego appena in avanti e poggio sulle faccia di Maria le mie palle
“tira fuori la lingua e lecca” dico con tono secco percependo, dopo poco, le sue carezze umide.
L’indice ed il pollice afferrano entrambi i capezzoli, li stringono contemporaneamente, con forza ed una piccola rotazione.
Lei emette un suono indefinito, animalesco, ma continua a leccarmi le palle con avidità e mi lascia proseguire senza intoppi in quei massaggi tanto dolorosi quanto piacevoli.
Ripeto l’operazione per una quindicina di volte aumentando gradualmente la forza vedendo diventare quei chiodi ricchi di terminazioni nervose sempre più rossi e sensibili.
Giro gli occhi sul mio cazzo che copre il suo viso e sulla punta del glande brilla una goccia di liquido preseminale.
“Ora Maria” le sussurro tornando semplicemente a massaggiarle il seno
“mi siederò’ sulla poltrona. Tu verrai sotto di me, in ginocchio. Prenderai il mio cazzo in bocca e me lo succhierai fino a farmi sborrare.”
Lei continua a leccarmi le palle con attenzione e non appena mi allontano esprime il suo parere
“si Padrone”
Io mi siedo, gambe divaricate, schiena sul cuscino della poltrona e l’asta che punta verso l’alto.
Lei rotola, scende dal letto e si inginocchia davanti a me aprendo la bocca ed iniziando a leccarmi e succhiarmi il glande.
La lascio fare, voglio vedere il suo impegno, e la sua mano destra inizia a carezzarmi la base del cazzo stringendo poi l’asta come fosse un microfono.
Inizia un lento su e giù con la bocca che, a labbra strette, scorre dalla punta alla sua mano e torna indietro.
Maria e’ concentrata e si sta dedicando con anima a corpo a quel pompino aiutandosi appena con la mano.
Passano i minuti ed il mio orgasmo si avvicina spinto dalla dedizione di quella ragazza e dai colpi della sua lingua.
“togli la mano” le ordino e, afferrandole la testa con il chiaro scopo di impartirle io il ritmo.
Lei esegue ed io inizio, di fatto, a scoparle la faccia spingendola contro il mio cazzo e allontanandola ad un ritmo sempre crescente.
“senti quanto me lo fai venire duro” dico come a volerle far percepire che tutta quella eccitazione e’ causa sua e lei geme, sommessa, a bocca piena..
La ragazza si lascia condurre ed il mio sesso entra ed esce dalla sua bocca sempre più rapidamente fin quando si arriva al punto di non ritorno.
Afferro con ancora più forza e con entrambe le mani quei capelli e spingo in profondità l’asta senza badare alle reazioni di Maria.
Le palle si stringono, i muscoli e le vene si contraggono ed inizio a riversare dentro la sua bocca tutto il mio seme.
Una, due, tre spinte potenti coadiuvate da movimenti del bacino e poi altri schizzi che immagino di minore portata.
Mi godo ogni singolo istante di quell’orgasmo e, al termine, lascio appena la presa e le ordino
“ora bevi tutto e puliscimi il cazzo”
Mi rilasso mentre la osservo deglutire con gli occhi appena arrossati e l’espressione stravolta di chi ha trattenuto il fiato e succhiato al massimo delle sue capacita’.
Lei afferra l’asta ancora eretta con la destra ed inizia a solleticarmi con piccoli e precisi colpi di lingua il glande scavando in ogni piega e controllando di volta in volta il suo operato.
Il suo pollice spinge sulla vena ancora gonfia e scorre dal basso all’alto come a voler far uscire ogni singola goccia residua al suo interno.
La lascio fare, mi piace, sono ancora eccitato.
Passano alcuni minuti, lei non smette ed anzi, inizia a riprendere tutta l’asta in bocca come a voler ripropormi quanto appena fatto.
Io pero’ ho altri piani. Sorrido, le ordino di alzarsi e le infilo una mano tra le gambe.
“Sei ancora bagnata come prima Maria..” le dico come a sfotterla e lei
“si Padrone” replica dolcemente guardandomi languida.
Le mie dita iniziano a disegnare cerchietti sul suo clitoride.
“non sarà’ sempre cosi facile” le sussurro “oggi e’ stato solo l’inizio, ma a giudicare da questo ... potresti essere una brava schiava”
lei socchiude gli occhi e si gode le mie parole ed i miei tocchi.
“Ora manda un messaggio a Leo, digli che e’ andata bene e che lo aspettiamo per pranzo”
lei mi guarda sorpresa, come se solo ora le ritornasse la memoria su chi e’, chi siamo.
“si Padrone” risponde diligente ed io stacco le dita dalla sua fica e le asciugo sui suoi seni.
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