La nuova ferramenta

di
genere
gay

Avevo bisogno di certi pezzi di tubo per fare alcune riparazioni, così andai al negozio di ferramenta. Stavo per andare al mio solito negozio, ma ero stanco del loro cattivo servizio e quindi girai sino a che non ne trovai un altro.
Quando entrai la prima cosa che i miei occhi videro fu il fusto dietro alla cassa.
Anche se era occupato con un cliente, mi salutò con un sorriso. Superando la cassa non potei fare a meno di osservare le sue braccia forti ed il torace sporgente.
Essendo la prima volta che entravo in quel negozio gironzolai per i corridoi per vedere quello che avevano. C'era un ragazzo che riempiva le mensole in uno dei corridoi.
“Posso aiutarla, signore?” Chiese con un sorriso amichevole quando mi vide.
“No, sto solo guardando.” Risposi. Mentre percorrevo il corridoio continuai a gettare uno sguardo al giovanotto. Molte volte lui mi sorprese a guardarlo e tornò a sorridermi. Era veramente bello ed il suo modo di accosciarsi mentre metteva gli articoli sulle mensole più basse mostrava il suo culo rotondo nella maniera più attraente. Sembrava troppo giovane per avere l’età di lavorare ma oggi gli universitari hanno un aspetto più giovanile.
Trovai parte di quello che cercavo guardando nell'ultimo corridoio, ora tutto quello di cui avevo bisogno erano i pezzi di tubo. Trovai il tubo contro il muro, ma era troppo lungo. Stavo gurdandolo quando una voce dietro di me chiese: “Ha bisogno di tagliarlo?”
Mi voltai. Era il ragazzo.
“Si.” Ho balbettato. “Ne ho solo bisogno di qualche metro.”
“Nessun problema” Rispose il ragazzo. “Quale tubo vuole?”
“Uno di quelli.” Ho detto indicandoglieli. “Ho bisogno di quattro pezzi da mezzo metro.” “Nessun problema.” Ha detto il ragazzo prendendo il tubo. “Mi segua.” E si avviò verso il retro del negozio. Lo seguii guardandogli le natiche strette che spingevano contro la tuta. Mi condusse in una piccola officina all’estremità dell'edificio. Non credevo che il negozio fosse così grande. Posò il tubo su una lunga tavola e prese l’attrezzo per tagliare.
“Vuole che i pezzi siano lunghi esattamente mezzo metro?” Io accennai col capo. Lui alzò una
gamba su un sgabello e cominciò a tagliare.
“Perchè ad un ragazzo come te piace lavorare qui?” chiesi.
“Oh, questo è il negozio di mio papà. Mi piace aiutarlo.” Mi disse.
“Tuo papà e quello dietro la cassa?”
“Sì.” Rispose mentre finiva di tagliare il primo pezzo.
“E’ in ottima forma. Scommetto che sarai come lui un giorno.”
“Non so. Il mio papà è tremendamente forte, lavora tutto il giorno. Io lo aiuto solamente.”
“Cosa fai?”
Il ragazzo tagliò il secondo pezzo e cominciò il terzo.
“Lo aiuto nei lavori pesanti e nei lavori speciali.”
“Ti piace?”
“Sì.” Disse il ragazzo con un grande sorriso. “Qualche volta ci alleniamo qui,” Ha aggiunto indicando dei pesi in un angolo.
“Sono piuttosto pesanti, riesci ad alzarli?”
“Tutti, eccetto il più grosso. Dopo glielo mostrerò.” Quando il ragazzo finì l'ultimo tubo, li posò sulla tavola e si avvicinò ai pesi.
“Vuole vedere?” Chiese.
“Sicuro!” Ho risposto tentando di nascondere il mio entusiasmo.
Con mio piacere ragazzo scivolò fuori dalla tuta e si tolse la camicia restando con le mutande bianche, prese uno dei pesi più pesanti e lo alzò alla vita. Coi muscoli delle braccia e del torace tesi, fece delle smorfie mentre alzava i pesi al torace e poi sopra la testa. Tenne i pesi alti per qualche secondo prima di lasciarli cadere con un tonfo.
“Wow, sei piuttosto forte, ragazzo!” Ho quasi ho gridato. Mi ci sono avvicinato e gli ho afferrato un braccio.
“Che muscoli hai!” Gli ho detto dando una bella stretta. “Hai anche un bel torace!” Ho aggiunto schiaffeggiandoglielo e dandogli una strizzata ai capezzoli che si sono induriti rapidamente mentre li facevo rotolare tra le dita prima di lasciarli andare.
Lui raccolse la camicia e si asciugò il sudore dalle sopracciglia.
“Vuole tentare, signore?” mi ha chiesto guardandomi.
“Non so, non sollevo pesi da molto tempo.” Il ragazzo accennò col capo. Io passai gli occhi sul suo corpo quasi nudo e dissi: “OK.”
Mi tolsi la camicia e la posai sulla tavola. Sapevo di non avere il corpo di suo papà, ma non avevo niente di cui vergognarmi.
“Non si toglie i jeans, signore?” Mi chiese il ragazzo. “Io e mio papà ci mettiamo in mutande quando solleviamo i pesi.”
“Potrei, ragazzo, ma non ho biancheria intima.” Ho risposto.
“Oh” Disse spalancando gli occhi. “Lei fa come mio zio Enrico, anche lui non porta mutande. “Come fai a saperlo?” Ho chiesto afferrando i pesi.
“Qualche volta viene ed alza i pesi con noi. Quando si toglie i jeans rimane nudo.”
“E alza i pesi nudo?”
“Qualche volta.” Ha risposto il ragazzo con un sorriso. “Con su i jeans le gambe si tendono troppo.”
“Bene, allora sarà meglio che me li tolga.” Ho detto. Mi alzai e sbottonai i jeans.
Quando li lasciai cadere al pavimento fu evidente che ce l’avevo semi rigido. Mi accosciai di nuovo e presi i pesi. Il ragazzo sembrò più curioso del bel muscolo fra le mie gambe che non del resto del mio corpo. Testando i pesi capii che quel sollevamento non sarebbe stato facile. Grugnii, sollevai ed in qualche modo riuscì a spingere i pesi sopra le mie spalle.
“Lei non è male, signore!” Ha gridato il ragazzo dopo che ebbi lasciato i pesi. Corse a sentire i miei muscoli. Le sue mani si avvolsero intorno ai miei bicipiti e diede un bella stretta. Copiando quello che avevo fatto a lui prima, mi pizzicò le tette e ci giocò.
“Ti piace, ragazzo?” Ho chiesto
“Sì!” Ha detto. “Le sue tette sono veramente dure.” Ha notato. Quella non era l'unica cosa che stava diventando dura. Lui era proprio di fronte a me ed il mio uccello duro sporgeva, la mia cappella pigiava contro il suo stomaco. Afferrai di nuovo le sue tette e lui rise quando gli pizzicai ambedue i capezzoli. Stavamo pizzicandoci le tette l’un l’altro quando improvvisamente suo papà entrò. Allarmato, spinsi via il ragazzo, non sapevo cosa dire. La mia mente si mise a correre nel tentativo di pensare a qualche cosa.
“Cosa stai facendo, Billy?” Chiese il papà a suo figlio.
“Gli sto facendo vedere i pesi, papà.”
Quando ho guardato l’inguine del ragazzo e ho visto che il suo cazzo rigido tendeva le sue mutande, ho cominciato a sudare. Speravo che il mio gonfiore diminuisse, ma la vista dell’erezione del ragazzo ha reso ancora più rigido il mio uccello.
“Mostragli come li sollevi tu, papà.” Ha detto il ragazzo. Il papà si avvicinò a noi, non sembrava infastidito dal vedermi nudo, con un’erezione, vicino al suo ragazzo.
“Ok, figlio.” rispose guardandomi.
Il papà si spogliò fino alle mutande e si girò verso il ragazzo. “Non bisogna portare vestiti quando qualcuno è nudo, figlio.” Ha detto ammiccando verso di me. “Dobbiamo toglierci le mutande.” Il papà ha afferrato le mutande del ragazzo e le ha tirate giù, poi si è tolto le sue. Io continuavo a passare con gli occhi dalla sua carne lunga e grossa alla verga rigida del ragazzo.
Il papà si accucciò sui pesi più pesanti, con un forte grido li fece passare davanti al corpo e li alzò sopra la testa. Tutti i muscoli del suo corpo si tesero mentre teneva i pesi alti sopra la testa. Poi con un altro uggiolare li fece cadere sul pavimento.
“Grande papà!” Ha esclamato il ragazzo. Il papà si avvicinò a noi, i suoi muscoli erano ancora tesi.
“Senta i suoi muscoli, signore!” Mi ha detto il figlio nudo. Mi vergognavo a toccare il papà ma non potevo resistere alla tentazione di mettere le mani su quel forte corpo. Le mie mani strisciarono sulle sue spalle, sui suoi pettorali tesi e sui capezzoli stretti.
Mentre il figlio ed io toccavamo il papà il mio cazzo duro continuava a pigiare contro i loro corpi. Io ero imbarazzato dalla rigidità del mio uccello, ma il papà sembrava stesse godendo dell’attenzione che stava ottenendo ed io lasciai che il mio cazzo battesse contro i loro corpi. Il pene del papà cominciò a gonfiarsi e presto eravamo in piedi in cerchio con le nostre erezioni che quasi si toccavano.
“E’ bello, non è vero figliolo?” Ha detto piano il papà. “Forza, toccalo, figlio. Lo so che lo vuoi sentire.” Senza guardarmi, il figlio prese il mio uccello e lo carezzò delicatamente, poi prese anche la carne di suo papà e la menò. Il papà ed io eravamo uno vicino all’altro, le nostre anche che si toccavano mentre il suo ragazzo pompava i nostri uccelli. Il papà ed io carezzavamo ciascuno il corpo dell’altro mentre il ragazzo ci lavorava. Il papà emetteva lamenti di piacere ed a volte diceva al ragazzo cosa fare.
“Tira in giù la mia pelle, figlio. Tirala indietro, poi falla scivolare in su ancora.”
Sentii le prime gocce di pre eiaculazione uscire dal mio buco.
“Striscia il suo cazzo bagnato contro il mio, figlio, rendili tutti e due scivolosi. Così, prendili insieme e strofinali uno contro l’altro.”
Il sentire la sua asta calda contro il mio uccello pulsante spedì brividi freddi lungo la mia spina dorsale.
Le mie palle formicolarono ed ulteriore pre eiaculazione colò fuori dal mio uccello.
“Scommetto che ha un buon sapore, leccagli la testa, ragazzo. Assaggia il buon gusto del suo cazzo.” Disse il papà mettendo una mano dietro la testa del ragazzo e spingendolo sopra il mio uccello.
“Apri la bocca, ragazzo.” L’ha istruito. Il papà prese la mia asta e la puntò alla bocca di suo figlio.
“Così, leccalo, succhialo. So che è gustoso.” Il papà prese il suo uccello e lo pigiò vicino al mio. In qualche modo riuscì a spingere la sua grossa cappella nella bocca del figlio. Il contatto dell'uccello del papà vicino al mio nella bocca calda e bagnata era così eccitante che cominciai a lamentarmi.
Il papà spinse sul mio culo per non farmi scivolare fuori, pigiò con forza il suo corpo contro il mio ed ambedue fottemmo la bocca di suo figlio. Il papà posò le sue labbra sulle mie e ci baciammo. Le nostre lingue turbinarono insieme mentre i nostri cazzi si strofinavano nella bocca di suo figlio.
Stavo velocemente liquefacendomi quando sentii il corpo del papà irrigidirsi e rabbrividire, io risposi con un fiotto di sperma. Il papà sentì il mio uccello che sparava e lasciò andare un fiume di crema di uomo che ha spruzzato contro la mia cappella ed è scesa nella gola del ragazzo. I nostri due uccelli pomparono due carichi pesanti di crema di uomo nella bocca del figlio che ingoiò impazientemente la nostra crema e succhiò le nostre cappelle bagnate mentre anche lui veniva.
di
scritto il
2013-02-26
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