Ricordi Estivi
di
Biblioteca di Macondo
genere
tradimenti
Binario 21, stazione di Atocha, Madrid, sono le 9 del mattino, sto camminando un po’ di fretta per cercare il vagone giusto dell'AVE, il treno ad alta velocitá, trascino il trolley lungo la piattaforma, caffè in mano, occhiali da sole, AirPods nelle orecchie, sono una delle tante persone che affollano la stazione in una soleggiata giornata di fine Luglio.
Il treno mi porterà prima a Sevilla poi con un treno regionale alla mia destinazione finale, Lora del Río, un piccolo paese in Andalusia, per celebrare il matrimonio di mio cugino Miguel.
Cerimonia e banchetto nuziale saranno celebrati nella finca che era di mio nonno e che ora è gestita da mio zio, una vasta proprieta’ lungo la valle del Guadalquivir, tra tori di lidia, quelli utilizzati per le classiche corride, vacche, altri animali che si trovano nelle fattorie ed ettari di ulivi.
Qui passavo gran parte delle vacanze scolastiche estive, con i cugini, tra passeggiate nei campi, giochi, chiacchierate fino a notte fonda al chiaro di luna, i primi botellónes tra noi, rubavamo bottiglie di alcolici dalla cucina del nonno e sperimentavamo le prime sbronze… insomma risate a tutto spiano.
Arrivo alla piccola stazione di Lora, e’ quasi mezzogiorno, ci sono già più di 30°C. Aspetto mia cugina Lucía che mi ha promesso di venire a prendermi.
Il caldo si fa sentire e naturalmente la sala di attesa della stazione non ha aria condizionata, almeno indosso un vestito leggero, un prendisole corto con spalline sottili a portafoglio in lino, con stampa a fiori rossi. Sento rivoli di sudore scivolare in mezzo alla scollatura, sento il reggiseno appiccicarsi alla pelle, non sono piú abituata a questo caldo, ho bisogno di una doccia..dove cazzo sei Lucía?
Dopo pochi minuti eccola arrivare, lei e Miguel sono stati sempre i cugini con cui ho avuto piú confidenza, poi lei essendo di un paio di anni piú grande era il mio punto di riferimento per tutto ció che concerneva il mondo del sesso.
Arriviamo alla finca e incontro un po´ i diversi parenti, zii, zie, cugini, c'è un'atmosfera elettrica, tutti indaffarati con i vari preparativi per il matrimonio del giorno dopo.
Dopo aver le solite conversazioni di benvenuto, finalmente posso andare nella mia stanza, togliermi il vestito sudato e farmi una bella doccia.
Entro nel box doccia, e’ in muratura piastrellata su tre lati e la porta a vetro sul quarto.
Regolo l’acqua alla temperature perfetta, mi piace calda, anche se é piena estate, quasi bollente, sentirmi completamente avvolta come in un abbraccio passionale, con mille gocce che mi massaggiano la pelle
Con la mano tocco la parete alla mia destra, e’ fredda, sento il capezzolo irrigidirsi per lo sbalzo di temperatura, senza pensarci mi giro e presso il mio corpo contro, la sensazione di freddo sul petto, ed il caldo sulla schiena mi fa sussultare.
Anche il clitoride risponde a queste sensazioni termiche, la mano non puo’ fare altro che scendere e intrufolarsi oltre il monte di Venere, tra i peli del mio giardinetto curato, fino a trovare il mio bocciolo gia’ gonfio e pieno di voglia.
Con le dita mi sfioro le grandi e piccole labbra, comincio a sentire delle vampate di calore quando inserisco due dita dentro di me.
Chiudo gli occhi e mi vengono in mente scene di alcuni racconti che ho letto da poco.
A questo punto prendo il doccino e lo punto direttamente contro il bocciolo, gioco un po’ con la pressione e la temperatura, sento le gambe gia’ tremolanti, mi siedo appoggiata con la schiena al muro e cosi’ faccio sparire la tensione che si sta accumulando sulle gambe e posso accogliere l’imminente onda di piacere senza ritrovarmi stesa per terra.
Faccio scorrere il doccino davanti alla micina, come fosse un filare di perle, il soffione e’ lungo e sottile e ha una forma abbastanza affusolata, perfetto per provare una leggera penetrazione.
Continuo a regalarmi un prolungato piacere e poi arriva puntuale, potente, una scossa cerebrale intensissima, che mi fa perdere per un attimo la cognizione spazio-temporale, il piacere si propaga per tutto il corpo.
Mi sento rigenerata, dopo un viaggio con questo caldo avevo bisogno di scaricarmi le mente e non solo.
Il doccino giace accanto, l’acqua esce ancora calda, lo riprendo in mano, mi alzo e finisco tranquillamente la doccia.
Mi vesto e visto che siamo in famiglia mi metto un vestito semplice con bretelline, corto a metá coscia, con dei bottoni lungo tutto la parte anteriore.. scelgo di non mettere il reggiseno, lascio le tette libere, tanto rimarremo in casa.
Arriva la sera e sto aiutando ad apparecchiare la tavola per la cena quando, all'improvviso, sento una voce familiare “Kitty!”
Mi giro e quasi mi si gela il sangue “Ruben!”
Lui è stato il mio ultimo ragazzo in Spagna, storia finita perché decisi di trasferirmi all'estero, avevamo due maniere di vedere la vita diverse, io guardando al mondo, lui fedele alla sua terra di origine.
In un secondo mi vengono in mente i momenti passati qui nella finca con lui, serate selvagge, due giovani appena maggiorenni pieni di passioni.
C'è un silenzio imbarazzante. Non avrei mai pensato di vederlo qua, dopo qualche secondo di silenzio lo saluto come si fa con un vecchio amico ma sento il battito accelerato, quasi emozionata ma non so bene il perché.
Ci mettiamo a parlare un po´ delle nostre vite, mi dice che anche lui è prossimo al matrimonio con Rocío, una ragazza che faceva parte del nostro gruppo di amicizie estive, e che sempre ha avuto un debole per lui, cosa che faceva notare palesemente quando stavamo insieme, e per quello non l'ho mai sopportata!
Dopo cena rimango con i cugini, Ruben e un paio di altri amici a chiacchierare nel patio, il caldo è mitigato dalla brezza notturna.
Si parla e si scherza come ai vecchi tempi, Miguel tira fuori un po´di liquori
“Kitty, se ricordo bene, whiskey liscio per te, giusto?”
“Ricordi bene”… Non mi é mai piaciuto mescolare troppo gli alcolici, soprattutto quelli di un certo livello.
“Prova questo Mortlach di 20 anni”
La serata prosegue giocando a “Non ho mai…” é´quel gioco dove una persona dice per esempio “Non ho mai baciato una donna” e se l´hai fatto devi bere qualcosa, o un altra penitenza, e se sei l´unica persona che beve, devi dare i dettagli di quello che hai fatto. Naturalmente le domande finiscono sempre ad avere un tema sessuale. Fortuna che molti di quei “Non ho mai..” li ho fatti proprio con Ruben, così eravamo almeno in due a dover bere cosi da non dover dare troppe spiegazioni.
Varie domande dopo, tra risate e confessioni imbarazzanti, é tempo che la serata volga al termine, saluto tutti rapidamente e mi incammino verso la mia stanza.
Passo sotto gli archetti del porticato. Il suono dei grilli, il profumo delle bouganville e dell’ibiscus mi fanno riprovare quelle magnifiche sensazioni estive che non provavo da tempo, spensieratezza, serenitá, relax.
“Kitty! Non mi merito un saluto come si deve? Chissá quando ti rivedo”
“Jaja..non mi inviti al tuo matrimonio?”
“Certo, già Rocío non ti sopportava prima..”
Ci abbracciamo e ci guardiamo negli occhi, ha degli occhi marroni intensi, profondi. E’ ancora un bel ragazzo, peccato che avevamo idee diverse su come proseguire la vita.
Gli do un bacio sulla guancia destra per poi fare lo stesso a sinistra, ma lui lesto si gira e finisce che lo bacio sulle labbra.
A quel punto, nessuno dei due resiste, le nostre bocche si aprono, le lingue si incontrano, quel feeling che c'era tra noi allora ritorna prepotente.
Una scossa mi attraversa il corpo, saranno i ricordi, sarà che alla fine il bacio è sempre il primo sintomo della passione.
Le sue mani scendono subito sui miei fianchi, le mie braccia sono dietro alla sua testa.
Dei rumori ci riportano ai nostri sensi.
“Andiamo dietro al fienile!”
“Ti ricordi?”
Arrivati dietro al fienile, mi mette con la spalle al muro, mi afferra il viso con le mani e continua a baciarmi con una passione adolescenziale… poi le mani scivolano sul seno, mi afferra le tette, me le stringe, sento i capezzoli gonfiarsi, mi abbassa le spalline del vestito e lo fa scivolare, scoprendomi il seno.
“Queste tette! Sempre magnifiche” e affonda il viso nel solco tra I seni, per poi iniziare a succhiarmi i capezzoli.. sembra quasi un lattante affamato.
Succhia, lecca, bacia, mordicchia… sono in estasi, sento che gli slip già si stanno impregnando di umori, li sento appiccicarsi alla pelle.. lui capisce il mio stato di eccitazione e si inginocchia davanti a me, infila le mani sotto la gonna e me li sfila.
Appoggia il suo viso al mio sesso, annusa intensamnente e inizia la sua danza nella mia intimitá.. era giá abbastanza bravo prima e non c´é che dire… adesso è assai migliorato.
Le sue mani sono ferme sul mio culo, sento le unghie pressare sulla pelle, mentre io affondo le mani nei suoi ricci neri.. Lui continua così e mi fa godere in pochissimo tempo.
Lo scosto e lo invito a rialzarsi, ho voglia di prendere le redini del gioco, sta per dire qualcosa.
Gli premo un dito sulle labbra e lui annuisce in segno di assenso.
Intanto ho spostato il palmo della mano sul suo cazzo ora completamente duro, strofinando i suoi jeans mentre facevo scivolare l'altra mano sotto la sua maglietta e gli stuzzicavo il capezzolo tra le dita.
Slaccio il primo bottone dei jeans, abbasso la cerniera, c'è solo lo strato di cotone dei boxer che indossa che mi separa da ciò che desidero di più in questo momento, il suo cazzo nella mia bocca.
La mia lingua vuole assaggiare la sua pelle, il suo desiderio, il suo sperma.
Gli abbasso i jeans il più possibile e poi I boxer fino alle caviglie. Il suo cazzo scatta libero, i peli scuri si annidano alla sua base. Me lo ricordavo bene, non molto lungo, ma grosso. Quante volte mi ha riempito la figa. Dannazione, è passato troppo tempo.
Mi inginocchio davanti a lui, l'agognato premio all'altezza dei miei occhi e gli sorrido mentre la mia lingua gira intorno alla sua punta.
“Cristo, Kitty. Questo è troppo."
“Troppo cosa? Che vedi? Non sto facendo niente”
“Cosa vedo? La mia Kitty che sta per farmi uno dei suoi meravigliosi pompini”
“Ecco, allora zitto e lasciami lavorare"
Anche se entrambi stiamo tradendo i nostri partners, c'è una certa dolcezza nel nostro incontro, forse entrambi desiderosi di avere quell'ultimo tango che mai ci eravamo concessi.
Avvolgo la mia mano attorno al cazzo di Ruben, l'accompagna in bocca, nella mia bocca vogliosa e golosa di lui.
É una sensazione magnifica. La mia mano e la mia bocca si chiudono attorno al suo membro, scivolando sulla sua asta mentre spinge con i suoi fianchi. Faccio scivolare un dito lungo l'area tra il suo culo e le palle, inizio a stimolarlo, e pochi secondi dopo sento un suo grugnito, le sue mani che mi tengono ferma la testa, e sento la bocca invasa dal suo caldo nettare, che cerco di ingoiare golosa.
Aspetto che finisce di scaricarsi, poi lo faccio uscire, gli succhio la punta, lasciando che le ultime gocce del suo sperma indugino sulla mia lingua mentre lo guardo negli occhi.
“Sei divina Kitty”
Mi fa rialzare, e noto che il suo cazzo è ancora duro, mi giro e appoggio le mani in alto su una delle balle di fieno, spingendo indietro i fianchi.
Lui non perde tempo, mi scopre il culo, appoggia il glande all'entrata della mia micina pronta ad accoglierlo. Con un colpo secco mi penetra, il che mi fa uscire un rapido grido, mi mette una mano davanti alla bocca, tanto per non farci scoprire.
Sento la figa che si sta abituando alla larghezza di Ruben, lo avvolge con piacere, lo sento scorrere dentro e fuori de me.
Spingo i fianchi contro di lui, stuzzicandolo ulteriormente. Allora lui prende il controllo, spingendo il suo cazzo dentro che può. Dio, come godo.
Sento che ogni terminazione nervosa è in fermento come se il suo cazzo fosse l'unica cosa che le puó accendere. Miagolo di piacere.
“Shhh,” e mi mette un dito sulle labbra.
Lo prendo e lo metto in bocca, lui furtivamente ne infila un'altra ed inizio a succhiarle.
Ho la sensazione di deliziare un'altra bella asta come quella che mi sta prendendo da dietro.
Toglie la mano dalla mia bocca, la saliva scivola densa sulla punta delle dita.
La mano si dirige tra le mie cosce, in cerca del mio bocciolo, lo strofina lentamente.
Poi più veloce, adattandosi al ritmo della sua spinta.
Gemo, un gemito a malapena udibile, ma é tutto quello che posso fare per tenere dentro l'urlo di puro piacere che cresce nel mio petto mentre il mio corpo si riempie di desiderio e dell’orgasmo che sta nascendo, che mi attraversa lo stomaco, scivolando verso il basso.
I suoi fianchi mi colpiscono il sedere, premendomi il bacino contro il fieno e contro una barra di metallo di ferro che tiene le balle di fieno ferme, il rumore della nostra pelle a contatto si fa sempre più intenso, piú veloce
"Sono vicina" lo avverto. Sento la mia figa stringersi intorno alla sua circonferenza.
“Anch'io” mi sussurra. Il calore del suo respiro, il calore del fieno, e della serata estiva è in diretto contrasto con il gelo dell'acciaio della barra che tocca il mio bacino. L'intera esperienza è un carico di sensazioni, di cui mi sto godendo ogni minuto.
Sento il suo cazzo contrarsi dentro di me e poi avverto un liquido caldo scivolare lungo la mia coscia mentre il suo dito lavora ancora il mio clitoride fino a farmi raggiungere un orgasmo che mi manda letteralmente in estasi.
Mi copre la bocca con la mano per attutire il gemito che mi provoca il godimento, mentre spinge altre due volte, forte e profondo.
Grido forte contro la carne della sua mano.
La mia figa è sazia e palpitante.
Scivola fuori di me. Tiene il suo membro ancora premuto contro il mio culo, bagnato e mezzo duro, mentre con una mano mi avvolge la vita, mi accarezza distrattamente il seno da dietro.
“É stato fantastico Kitty”
Annuisco in silenzio, con il respiro ancora un po´affannato, quasi coordinato alle pulsazioni del clitoride.
“Penso che sia ora di andare adesso, una persona mi aspetta a casa” dice mentre il suo dito abbandona la mia figa bagnata.
Il dito luccica impregnato di noi, se lo strofina sul colletto della camicia. "Così posso sentirti tornando a casa."
Rido e mi sistemo il vestito.
“Diamo la colpa all'alcool per questa sera?” mi dice.
“Se vuoi per me va bene, ma io ti avrei scopato lo stesso” gli rispondo ridendo.
By Flyingkitty
Il treno mi porterà prima a Sevilla poi con un treno regionale alla mia destinazione finale, Lora del Río, un piccolo paese in Andalusia, per celebrare il matrimonio di mio cugino Miguel.
Cerimonia e banchetto nuziale saranno celebrati nella finca che era di mio nonno e che ora è gestita da mio zio, una vasta proprieta’ lungo la valle del Guadalquivir, tra tori di lidia, quelli utilizzati per le classiche corride, vacche, altri animali che si trovano nelle fattorie ed ettari di ulivi.
Qui passavo gran parte delle vacanze scolastiche estive, con i cugini, tra passeggiate nei campi, giochi, chiacchierate fino a notte fonda al chiaro di luna, i primi botellónes tra noi, rubavamo bottiglie di alcolici dalla cucina del nonno e sperimentavamo le prime sbronze… insomma risate a tutto spiano.
Arrivo alla piccola stazione di Lora, e’ quasi mezzogiorno, ci sono già più di 30°C. Aspetto mia cugina Lucía che mi ha promesso di venire a prendermi.
Il caldo si fa sentire e naturalmente la sala di attesa della stazione non ha aria condizionata, almeno indosso un vestito leggero, un prendisole corto con spalline sottili a portafoglio in lino, con stampa a fiori rossi. Sento rivoli di sudore scivolare in mezzo alla scollatura, sento il reggiseno appiccicarsi alla pelle, non sono piú abituata a questo caldo, ho bisogno di una doccia..dove cazzo sei Lucía?
Dopo pochi minuti eccola arrivare, lei e Miguel sono stati sempre i cugini con cui ho avuto piú confidenza, poi lei essendo di un paio di anni piú grande era il mio punto di riferimento per tutto ció che concerneva il mondo del sesso.
Arriviamo alla finca e incontro un po´ i diversi parenti, zii, zie, cugini, c'è un'atmosfera elettrica, tutti indaffarati con i vari preparativi per il matrimonio del giorno dopo.
Dopo aver le solite conversazioni di benvenuto, finalmente posso andare nella mia stanza, togliermi il vestito sudato e farmi una bella doccia.
Entro nel box doccia, e’ in muratura piastrellata su tre lati e la porta a vetro sul quarto.
Regolo l’acqua alla temperature perfetta, mi piace calda, anche se é piena estate, quasi bollente, sentirmi completamente avvolta come in un abbraccio passionale, con mille gocce che mi massaggiano la pelle
Con la mano tocco la parete alla mia destra, e’ fredda, sento il capezzolo irrigidirsi per lo sbalzo di temperatura, senza pensarci mi giro e presso il mio corpo contro, la sensazione di freddo sul petto, ed il caldo sulla schiena mi fa sussultare.
Anche il clitoride risponde a queste sensazioni termiche, la mano non puo’ fare altro che scendere e intrufolarsi oltre il monte di Venere, tra i peli del mio giardinetto curato, fino a trovare il mio bocciolo gia’ gonfio e pieno di voglia.
Con le dita mi sfioro le grandi e piccole labbra, comincio a sentire delle vampate di calore quando inserisco due dita dentro di me.
Chiudo gli occhi e mi vengono in mente scene di alcuni racconti che ho letto da poco.
A questo punto prendo il doccino e lo punto direttamente contro il bocciolo, gioco un po’ con la pressione e la temperatura, sento le gambe gia’ tremolanti, mi siedo appoggiata con la schiena al muro e cosi’ faccio sparire la tensione che si sta accumulando sulle gambe e posso accogliere l’imminente onda di piacere senza ritrovarmi stesa per terra.
Faccio scorrere il doccino davanti alla micina, come fosse un filare di perle, il soffione e’ lungo e sottile e ha una forma abbastanza affusolata, perfetto per provare una leggera penetrazione.
Continuo a regalarmi un prolungato piacere e poi arriva puntuale, potente, una scossa cerebrale intensissima, che mi fa perdere per un attimo la cognizione spazio-temporale, il piacere si propaga per tutto il corpo.
Mi sento rigenerata, dopo un viaggio con questo caldo avevo bisogno di scaricarmi le mente e non solo.
Il doccino giace accanto, l’acqua esce ancora calda, lo riprendo in mano, mi alzo e finisco tranquillamente la doccia.
Mi vesto e visto che siamo in famiglia mi metto un vestito semplice con bretelline, corto a metá coscia, con dei bottoni lungo tutto la parte anteriore.. scelgo di non mettere il reggiseno, lascio le tette libere, tanto rimarremo in casa.
Arriva la sera e sto aiutando ad apparecchiare la tavola per la cena quando, all'improvviso, sento una voce familiare “Kitty!”
Mi giro e quasi mi si gela il sangue “Ruben!”
Lui è stato il mio ultimo ragazzo in Spagna, storia finita perché decisi di trasferirmi all'estero, avevamo due maniere di vedere la vita diverse, io guardando al mondo, lui fedele alla sua terra di origine.
In un secondo mi vengono in mente i momenti passati qui nella finca con lui, serate selvagge, due giovani appena maggiorenni pieni di passioni.
C'è un silenzio imbarazzante. Non avrei mai pensato di vederlo qua, dopo qualche secondo di silenzio lo saluto come si fa con un vecchio amico ma sento il battito accelerato, quasi emozionata ma non so bene il perché.
Ci mettiamo a parlare un po´ delle nostre vite, mi dice che anche lui è prossimo al matrimonio con Rocío, una ragazza che faceva parte del nostro gruppo di amicizie estive, e che sempre ha avuto un debole per lui, cosa che faceva notare palesemente quando stavamo insieme, e per quello non l'ho mai sopportata!
Dopo cena rimango con i cugini, Ruben e un paio di altri amici a chiacchierare nel patio, il caldo è mitigato dalla brezza notturna.
Si parla e si scherza come ai vecchi tempi, Miguel tira fuori un po´di liquori
“Kitty, se ricordo bene, whiskey liscio per te, giusto?”
“Ricordi bene”… Non mi é mai piaciuto mescolare troppo gli alcolici, soprattutto quelli di un certo livello.
“Prova questo Mortlach di 20 anni”
La serata prosegue giocando a “Non ho mai…” é´quel gioco dove una persona dice per esempio “Non ho mai baciato una donna” e se l´hai fatto devi bere qualcosa, o un altra penitenza, e se sei l´unica persona che beve, devi dare i dettagli di quello che hai fatto. Naturalmente le domande finiscono sempre ad avere un tema sessuale. Fortuna che molti di quei “Non ho mai..” li ho fatti proprio con Ruben, così eravamo almeno in due a dover bere cosi da non dover dare troppe spiegazioni.
Varie domande dopo, tra risate e confessioni imbarazzanti, é tempo che la serata volga al termine, saluto tutti rapidamente e mi incammino verso la mia stanza.
Passo sotto gli archetti del porticato. Il suono dei grilli, il profumo delle bouganville e dell’ibiscus mi fanno riprovare quelle magnifiche sensazioni estive che non provavo da tempo, spensieratezza, serenitá, relax.
“Kitty! Non mi merito un saluto come si deve? Chissá quando ti rivedo”
“Jaja..non mi inviti al tuo matrimonio?”
“Certo, già Rocío non ti sopportava prima..”
Ci abbracciamo e ci guardiamo negli occhi, ha degli occhi marroni intensi, profondi. E’ ancora un bel ragazzo, peccato che avevamo idee diverse su come proseguire la vita.
Gli do un bacio sulla guancia destra per poi fare lo stesso a sinistra, ma lui lesto si gira e finisce che lo bacio sulle labbra.
A quel punto, nessuno dei due resiste, le nostre bocche si aprono, le lingue si incontrano, quel feeling che c'era tra noi allora ritorna prepotente.
Una scossa mi attraversa il corpo, saranno i ricordi, sarà che alla fine il bacio è sempre il primo sintomo della passione.
Le sue mani scendono subito sui miei fianchi, le mie braccia sono dietro alla sua testa.
Dei rumori ci riportano ai nostri sensi.
“Andiamo dietro al fienile!”
“Ti ricordi?”
Arrivati dietro al fienile, mi mette con la spalle al muro, mi afferra il viso con le mani e continua a baciarmi con una passione adolescenziale… poi le mani scivolano sul seno, mi afferra le tette, me le stringe, sento i capezzoli gonfiarsi, mi abbassa le spalline del vestito e lo fa scivolare, scoprendomi il seno.
“Queste tette! Sempre magnifiche” e affonda il viso nel solco tra I seni, per poi iniziare a succhiarmi i capezzoli.. sembra quasi un lattante affamato.
Succhia, lecca, bacia, mordicchia… sono in estasi, sento che gli slip già si stanno impregnando di umori, li sento appiccicarsi alla pelle.. lui capisce il mio stato di eccitazione e si inginocchia davanti a me, infila le mani sotto la gonna e me li sfila.
Appoggia il suo viso al mio sesso, annusa intensamnente e inizia la sua danza nella mia intimitá.. era giá abbastanza bravo prima e non c´é che dire… adesso è assai migliorato.
Le sue mani sono ferme sul mio culo, sento le unghie pressare sulla pelle, mentre io affondo le mani nei suoi ricci neri.. Lui continua così e mi fa godere in pochissimo tempo.
Lo scosto e lo invito a rialzarsi, ho voglia di prendere le redini del gioco, sta per dire qualcosa.
Gli premo un dito sulle labbra e lui annuisce in segno di assenso.
Intanto ho spostato il palmo della mano sul suo cazzo ora completamente duro, strofinando i suoi jeans mentre facevo scivolare l'altra mano sotto la sua maglietta e gli stuzzicavo il capezzolo tra le dita.
Slaccio il primo bottone dei jeans, abbasso la cerniera, c'è solo lo strato di cotone dei boxer che indossa che mi separa da ciò che desidero di più in questo momento, il suo cazzo nella mia bocca.
La mia lingua vuole assaggiare la sua pelle, il suo desiderio, il suo sperma.
Gli abbasso i jeans il più possibile e poi I boxer fino alle caviglie. Il suo cazzo scatta libero, i peli scuri si annidano alla sua base. Me lo ricordavo bene, non molto lungo, ma grosso. Quante volte mi ha riempito la figa. Dannazione, è passato troppo tempo.
Mi inginocchio davanti a lui, l'agognato premio all'altezza dei miei occhi e gli sorrido mentre la mia lingua gira intorno alla sua punta.
“Cristo, Kitty. Questo è troppo."
“Troppo cosa? Che vedi? Non sto facendo niente”
“Cosa vedo? La mia Kitty che sta per farmi uno dei suoi meravigliosi pompini”
“Ecco, allora zitto e lasciami lavorare"
Anche se entrambi stiamo tradendo i nostri partners, c'è una certa dolcezza nel nostro incontro, forse entrambi desiderosi di avere quell'ultimo tango che mai ci eravamo concessi.
Avvolgo la mia mano attorno al cazzo di Ruben, l'accompagna in bocca, nella mia bocca vogliosa e golosa di lui.
É una sensazione magnifica. La mia mano e la mia bocca si chiudono attorno al suo membro, scivolando sulla sua asta mentre spinge con i suoi fianchi. Faccio scivolare un dito lungo l'area tra il suo culo e le palle, inizio a stimolarlo, e pochi secondi dopo sento un suo grugnito, le sue mani che mi tengono ferma la testa, e sento la bocca invasa dal suo caldo nettare, che cerco di ingoiare golosa.
Aspetto che finisce di scaricarsi, poi lo faccio uscire, gli succhio la punta, lasciando che le ultime gocce del suo sperma indugino sulla mia lingua mentre lo guardo negli occhi.
“Sei divina Kitty”
Mi fa rialzare, e noto che il suo cazzo è ancora duro, mi giro e appoggio le mani in alto su una delle balle di fieno, spingendo indietro i fianchi.
Lui non perde tempo, mi scopre il culo, appoggia il glande all'entrata della mia micina pronta ad accoglierlo. Con un colpo secco mi penetra, il che mi fa uscire un rapido grido, mi mette una mano davanti alla bocca, tanto per non farci scoprire.
Sento la figa che si sta abituando alla larghezza di Ruben, lo avvolge con piacere, lo sento scorrere dentro e fuori de me.
Spingo i fianchi contro di lui, stuzzicandolo ulteriormente. Allora lui prende il controllo, spingendo il suo cazzo dentro che può. Dio, come godo.
Sento che ogni terminazione nervosa è in fermento come se il suo cazzo fosse l'unica cosa che le puó accendere. Miagolo di piacere.
“Shhh,” e mi mette un dito sulle labbra.
Lo prendo e lo metto in bocca, lui furtivamente ne infila un'altra ed inizio a succhiarle.
Ho la sensazione di deliziare un'altra bella asta come quella che mi sta prendendo da dietro.
Toglie la mano dalla mia bocca, la saliva scivola densa sulla punta delle dita.
La mano si dirige tra le mie cosce, in cerca del mio bocciolo, lo strofina lentamente.
Poi più veloce, adattandosi al ritmo della sua spinta.
Gemo, un gemito a malapena udibile, ma é tutto quello che posso fare per tenere dentro l'urlo di puro piacere che cresce nel mio petto mentre il mio corpo si riempie di desiderio e dell’orgasmo che sta nascendo, che mi attraversa lo stomaco, scivolando verso il basso.
I suoi fianchi mi colpiscono il sedere, premendomi il bacino contro il fieno e contro una barra di metallo di ferro che tiene le balle di fieno ferme, il rumore della nostra pelle a contatto si fa sempre più intenso, piú veloce
"Sono vicina" lo avverto. Sento la mia figa stringersi intorno alla sua circonferenza.
“Anch'io” mi sussurra. Il calore del suo respiro, il calore del fieno, e della serata estiva è in diretto contrasto con il gelo dell'acciaio della barra che tocca il mio bacino. L'intera esperienza è un carico di sensazioni, di cui mi sto godendo ogni minuto.
Sento il suo cazzo contrarsi dentro di me e poi avverto un liquido caldo scivolare lungo la mia coscia mentre il suo dito lavora ancora il mio clitoride fino a farmi raggiungere un orgasmo che mi manda letteralmente in estasi.
Mi copre la bocca con la mano per attutire il gemito che mi provoca il godimento, mentre spinge altre due volte, forte e profondo.
Grido forte contro la carne della sua mano.
La mia figa è sazia e palpitante.
Scivola fuori di me. Tiene il suo membro ancora premuto contro il mio culo, bagnato e mezzo duro, mentre con una mano mi avvolge la vita, mi accarezza distrattamente il seno da dietro.
“É stato fantastico Kitty”
Annuisco in silenzio, con il respiro ancora un po´affannato, quasi coordinato alle pulsazioni del clitoride.
“Penso che sia ora di andare adesso, una persona mi aspetta a casa” dice mentre il suo dito abbandona la mia figa bagnata.
Il dito luccica impregnato di noi, se lo strofina sul colletto della camicia. "Così posso sentirti tornando a casa."
Rido e mi sistemo il vestito.
“Diamo la colpa all'alcool per questa sera?” mi dice.
“Se vuoi per me va bene, ma io ti avrei scopato lo stesso” gli rispondo ridendo.
By Flyingkitty
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