Insolito Pompino
di
Biblioteca di Macondo
genere
etero
* Racconto a tre bocche*
Sembriamo così calmi, ma è un gioco per noi. È una sorta di preliminare. Far finta di essere una coppia come tante e invece siamo due amanti che hanno fretta di spogliarsi. Abbiamo premura, perché c'è solo questa notte per noi. Non è la prima, non sarà l'ultima, ma è soltanto questa per il momento. Quella incastrata tra giorni di silenzi, tra i "forse" e i "non posso".
Continuo ad assorbire le tue parole ma vado oltre la voce, sono nella tua testa e mi districo nel labirinto dei tuoi pensieri.
Ci trovo solo me e te nudi e so di non sbagliarmi.
Mi parli di ovvietà invece vuoi chiedermi di che colore sono i miei slip. O magari se li porto o meno. Conosco chi sei veramente e tu, conosci chi hai difronte.
Quello che sai è che ho voglia quanto te, me lo leggi sul viso.
Quello che non sai invece, è che la mia voglia specifica e impellente, è di aprirti i pantaloni e prendertelo in bocca.
La mia testa è già lì e ho smesso di ascoltarti da qualche minuto.
Mi stai fissando con un sopracciglio inarcato, m'interroghi con lo sguardo e allora non mi rimane che avvicinarmi a te, fissarti negli occhi e dirti che ho necessità di succhiartelo adesso, subito, qui.
Ho voglia di ricordarti quanto sono brava a lavorartelo con la bocca. Di farlo a modo mio, che è quello che preferisci perché è sempre diverso.
Non sai quanto adori lasciarti senza parole, è una rivincita sulla tua prepotenza perché ora, sarò io a prendermi quello che voglio.
Lasciandoti un solo dubbio: sarò preda o predatrice?
Una cosa è certa. Ti farò godere così tanto che quando domani saremo lontani, continuerai a pensarci e ripensarci, avrai una nuova fitta al ventre come adesso e maledirai di dover aspettare a lungo per averne ancora.
Ti alzi in piedi e mi sfidi sussurrandomi all'orecchio di farlo, ora. Non ti lascio terminare la frase che le mie dita hanno già tirato giù la zip e stanno entrando dentro, investite dal calore che emana la tua eccitazione.
Il tuo sguardo muta in un istante comprese le mie intenzioni.
Lo sai, non sono brava a fotterti il cazzo con la bocca, o forse assecondo solo la tua voglia di sentirti venerato come un Dio, il mio Dio.
La smorfia divertita che ti illumina le labbra mi dà conferma, sorrido di rimando mordendomi il labbro, mentre mi inginocchio davanti a te.
Non mi sfugge il tuo sospiro, anzi lo sento scivolarmi addosso come avesse una propria consistenza.
Avvicino lentamente il viso, voglio che tu possa sentire il mio alito caldo oltre il tessuto che stringe e ti costringe.
Voglio sentirti gemere nell'attesa della mia bocca, così calda e viscida di saliva. Con le dita risalgo lungo il tuo ventre fino ad arrivare al petto, sgualcendoti i vestiti, inebriandomi con l'odore del tuo sesso.
Ansimo, inarcandomi fino a toccare con i seni le tue cosce. Mi stringo a te, nell'impellente bisogno di sentire la maestosità del tuo corpo.
Tu, dannato e irresistibile, sai quello che voglio.
E cedi, imprecando come non si confà ad un uomo di spessore, la volgarità che riservi solo a me, mi eccita.
E tu, questo, lo sai.
Ti bacio attraverso gli slip la pelle tesa del cazzo, mentre tu ti liberi di ogni inutile orpello che cela la tua carne alla mia bocca.
Con le mani mi raccogli i capelli, obbligandomi a piegare la testa all'indietro.
Ci guardiamo negli occhi, per un attimo ti immagino sputarmi addosso, dalle tue labbra socchiuse, il respiro pare amplificato e per qualche secondo va a coprire il trambusto che sale dalla strada, tre piani sotto.
Apro la bocca, senza distogliere lo sguardo dal tuo. Voglio vederlo mutare, trascinarsi dietro il mio, mentre chiudi gli occhi avvicinandomi alla tua erezione.
L'istinto mi suggerisce di prendertelo in bocca con dolcezza, accarezzartelo e baciartelo con misurata devozione.
So quanto ti piace, ma come posso tenere a bada la bestia che giace in me quando il tuo respiro si trasforma quasi in un ringhio?
Con un unico, solo, affondo, mi invadi fino a sentire resistenza, gemo mentre il respiro mi si spezza in gola. Assecondo ogni tua spinta senza stringere le labbra, voglio sentirti scivolare solo sulla lingua, mentre il mio viso si sporca di saliva e lacrime.
All'ennesimo affondo brutale, ti fermo stringendoti le dita attorno alla coscia, ora tocca a me, ora voglio prendermi il tuo piacere e farlo esplodere con il mio.
Ma prima voglio che l'immagine del mio bel faccino sparisca dalla tua mente, voglio che l'immagine del mio viso, deturpato dalla tua violenza, si marchi a fuoco nella tua mente.
Perché non te l’ho preso in bocca per farmela scopare.
Lo impugno con decisione passandolo sul viso.
Non l’ho cercato nelle tue mutande per stare buona e ferma mentre entri ed esci a tuo piacimento.
Te l’ho detto con gli occhi, da quando mi sei piombato davanti. E lo sai che non so mentire. Voglio succhiarti il cazzo.
Come sto facendo ora. Che lo poggio sulle labbra e lo accarezzo con i denti.
Come sto facendo ora. Che scendo giù, lenta, fino all’inguine e alle palle. Ci affondo il naso, ti annuso. Le prendo in bocca e poi lecco per risalire e ingoiarti ancora. Fino alla base, poi di nuovo fuori. Me lo sbatto sulla lingua, ci sputo sopra.
Perché questo non è farti un pompino per il piacere che puoi trarne. Averti in bocca e godere del tuo cazzo duro, è un qualcosa che bramo più di ogni altra cosa. È per questo che te lo sto lavorando con devozione. E ti sento così gonfio ora! Gonfio e pulsante mentre ancora continuo a succhiare e a leccare ogni centimetro della tua carne tesa. Voglio farti venire e aumento in modo indecente il ritmo accelerato della mia frenesia.
E lo so che non ti basta sentire la mia mano accompagnare i movimenti, per raggiungere l’orgasmo. E so anche che non ti basta entrare e uscire dalla mia bocca accogliente, per esplodermi in gola. A te piacciono i pompini fatti a mestiere. Quelli all’altezza della tua sporca perversione.
La lingua scivola giù, un ultima volta, fino alla base. E un ultima volta lecco le palle piene, le imbocco, senza staccare gli occhi dai tuoi.
È che devo cogliere ogni tua espressione, ogni sfumatura del tuo appagamento. Sentire la soddisfazione fra le cosce ad ogni rantolo, ad ogni gemito che cerchi di soffocare. Riporto il cazzo fra le labbra schiuse, lo annuso inspirando l’odore del sesso. Il tuo sesso. È umido, ruvido, imbrattato della mia saliva mista alla tua eccitazione. Me lo ficco in bocca spingendoti a me per il culo. Affondo le unghie graffiandoti la pelle, ti trattengo per non farti uscire, per lasciarti i segni.
Succhio e lecco marcando ogni gesto e suono. Da vera puttana e succhiacazzi.
Ti prendo tutto, fino in gola. Fino a dove tocchi, fino a dove spezzi il fiato. Sei mio e ti sento. Fremere, pulsare, spingere, schizzare! Ti guardo stordita assaporando i fiotti di sperma denso che mi sporcano lingua e guance. Cerco di ingoiare ogni goccia mentre continui a svuotarti nella mia bocca aperta. Aperta perché non finisce mica qui. Aperta perché devi incollarmi gli occhi addosso come prima e più di prima per godere ancora. Di me e della mia faccia persa nel piacere che ti ho dato. Della tua sborra calda che mi scivola lenta sul mento e mi fa sentire così troia. La lecco mostrandoti la lingua.
Riprendo il cazzo in mano. Lo avvicino al viso. Guardami.
È nella mia bocca che volevi venire?
Le Tre Madonne
(inception, Malena N, Paoletta80)
Sembriamo così calmi, ma è un gioco per noi. È una sorta di preliminare. Far finta di essere una coppia come tante e invece siamo due amanti che hanno fretta di spogliarsi. Abbiamo premura, perché c'è solo questa notte per noi. Non è la prima, non sarà l'ultima, ma è soltanto questa per il momento. Quella incastrata tra giorni di silenzi, tra i "forse" e i "non posso".
Continuo ad assorbire le tue parole ma vado oltre la voce, sono nella tua testa e mi districo nel labirinto dei tuoi pensieri.
Ci trovo solo me e te nudi e so di non sbagliarmi.
Mi parli di ovvietà invece vuoi chiedermi di che colore sono i miei slip. O magari se li porto o meno. Conosco chi sei veramente e tu, conosci chi hai difronte.
Quello che sai è che ho voglia quanto te, me lo leggi sul viso.
Quello che non sai invece, è che la mia voglia specifica e impellente, è di aprirti i pantaloni e prendertelo in bocca.
La mia testa è già lì e ho smesso di ascoltarti da qualche minuto.
Mi stai fissando con un sopracciglio inarcato, m'interroghi con lo sguardo e allora non mi rimane che avvicinarmi a te, fissarti negli occhi e dirti che ho necessità di succhiartelo adesso, subito, qui.
Ho voglia di ricordarti quanto sono brava a lavorartelo con la bocca. Di farlo a modo mio, che è quello che preferisci perché è sempre diverso.
Non sai quanto adori lasciarti senza parole, è una rivincita sulla tua prepotenza perché ora, sarò io a prendermi quello che voglio.
Lasciandoti un solo dubbio: sarò preda o predatrice?
Una cosa è certa. Ti farò godere così tanto che quando domani saremo lontani, continuerai a pensarci e ripensarci, avrai una nuova fitta al ventre come adesso e maledirai di dover aspettare a lungo per averne ancora.
Ti alzi in piedi e mi sfidi sussurrandomi all'orecchio di farlo, ora. Non ti lascio terminare la frase che le mie dita hanno già tirato giù la zip e stanno entrando dentro, investite dal calore che emana la tua eccitazione.
Il tuo sguardo muta in un istante comprese le mie intenzioni.
Lo sai, non sono brava a fotterti il cazzo con la bocca, o forse assecondo solo la tua voglia di sentirti venerato come un Dio, il mio Dio.
La smorfia divertita che ti illumina le labbra mi dà conferma, sorrido di rimando mordendomi il labbro, mentre mi inginocchio davanti a te.
Non mi sfugge il tuo sospiro, anzi lo sento scivolarmi addosso come avesse una propria consistenza.
Avvicino lentamente il viso, voglio che tu possa sentire il mio alito caldo oltre il tessuto che stringe e ti costringe.
Voglio sentirti gemere nell'attesa della mia bocca, così calda e viscida di saliva. Con le dita risalgo lungo il tuo ventre fino ad arrivare al petto, sgualcendoti i vestiti, inebriandomi con l'odore del tuo sesso.
Ansimo, inarcandomi fino a toccare con i seni le tue cosce. Mi stringo a te, nell'impellente bisogno di sentire la maestosità del tuo corpo.
Tu, dannato e irresistibile, sai quello che voglio.
E cedi, imprecando come non si confà ad un uomo di spessore, la volgarità che riservi solo a me, mi eccita.
E tu, questo, lo sai.
Ti bacio attraverso gli slip la pelle tesa del cazzo, mentre tu ti liberi di ogni inutile orpello che cela la tua carne alla mia bocca.
Con le mani mi raccogli i capelli, obbligandomi a piegare la testa all'indietro.
Ci guardiamo negli occhi, per un attimo ti immagino sputarmi addosso, dalle tue labbra socchiuse, il respiro pare amplificato e per qualche secondo va a coprire il trambusto che sale dalla strada, tre piani sotto.
Apro la bocca, senza distogliere lo sguardo dal tuo. Voglio vederlo mutare, trascinarsi dietro il mio, mentre chiudi gli occhi avvicinandomi alla tua erezione.
L'istinto mi suggerisce di prendertelo in bocca con dolcezza, accarezzartelo e baciartelo con misurata devozione.
So quanto ti piace, ma come posso tenere a bada la bestia che giace in me quando il tuo respiro si trasforma quasi in un ringhio?
Con un unico, solo, affondo, mi invadi fino a sentire resistenza, gemo mentre il respiro mi si spezza in gola. Assecondo ogni tua spinta senza stringere le labbra, voglio sentirti scivolare solo sulla lingua, mentre il mio viso si sporca di saliva e lacrime.
All'ennesimo affondo brutale, ti fermo stringendoti le dita attorno alla coscia, ora tocca a me, ora voglio prendermi il tuo piacere e farlo esplodere con il mio.
Ma prima voglio che l'immagine del mio bel faccino sparisca dalla tua mente, voglio che l'immagine del mio viso, deturpato dalla tua violenza, si marchi a fuoco nella tua mente.
Perché non te l’ho preso in bocca per farmela scopare.
Lo impugno con decisione passandolo sul viso.
Non l’ho cercato nelle tue mutande per stare buona e ferma mentre entri ed esci a tuo piacimento.
Te l’ho detto con gli occhi, da quando mi sei piombato davanti. E lo sai che non so mentire. Voglio succhiarti il cazzo.
Come sto facendo ora. Che lo poggio sulle labbra e lo accarezzo con i denti.
Come sto facendo ora. Che scendo giù, lenta, fino all’inguine e alle palle. Ci affondo il naso, ti annuso. Le prendo in bocca e poi lecco per risalire e ingoiarti ancora. Fino alla base, poi di nuovo fuori. Me lo sbatto sulla lingua, ci sputo sopra.
Perché questo non è farti un pompino per il piacere che puoi trarne. Averti in bocca e godere del tuo cazzo duro, è un qualcosa che bramo più di ogni altra cosa. È per questo che te lo sto lavorando con devozione. E ti sento così gonfio ora! Gonfio e pulsante mentre ancora continuo a succhiare e a leccare ogni centimetro della tua carne tesa. Voglio farti venire e aumento in modo indecente il ritmo accelerato della mia frenesia.
E lo so che non ti basta sentire la mia mano accompagnare i movimenti, per raggiungere l’orgasmo. E so anche che non ti basta entrare e uscire dalla mia bocca accogliente, per esplodermi in gola. A te piacciono i pompini fatti a mestiere. Quelli all’altezza della tua sporca perversione.
La lingua scivola giù, un ultima volta, fino alla base. E un ultima volta lecco le palle piene, le imbocco, senza staccare gli occhi dai tuoi.
È che devo cogliere ogni tua espressione, ogni sfumatura del tuo appagamento. Sentire la soddisfazione fra le cosce ad ogni rantolo, ad ogni gemito che cerchi di soffocare. Riporto il cazzo fra le labbra schiuse, lo annuso inspirando l’odore del sesso. Il tuo sesso. È umido, ruvido, imbrattato della mia saliva mista alla tua eccitazione. Me lo ficco in bocca spingendoti a me per il culo. Affondo le unghie graffiandoti la pelle, ti trattengo per non farti uscire, per lasciarti i segni.
Succhio e lecco marcando ogni gesto e suono. Da vera puttana e succhiacazzi.
Ti prendo tutto, fino in gola. Fino a dove tocchi, fino a dove spezzi il fiato. Sei mio e ti sento. Fremere, pulsare, spingere, schizzare! Ti guardo stordita assaporando i fiotti di sperma denso che mi sporcano lingua e guance. Cerco di ingoiare ogni goccia mentre continui a svuotarti nella mia bocca aperta. Aperta perché non finisce mica qui. Aperta perché devi incollarmi gli occhi addosso come prima e più di prima per godere ancora. Di me e della mia faccia persa nel piacere che ti ho dato. Della tua sborra calda che mi scivola lenta sul mento e mi fa sentire così troia. La lecco mostrandoti la lingua.
Riprendo il cazzo in mano. Lo avvicino al viso. Guardami.
È nella mia bocca che volevi venire?
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