Snapshots
di
Biblioteca di Macondo
genere
saffico
Amo le donne da sempre perchè l'amore per me è empatia, e attraverso questa che mi si accende la scintilla, e con una donna questo scambio mi viene naturale.
Ma non disdegno gli uomini, specialmente gli uomini sui 50-60 anni, come Cesare, il libraio poco distante da casa. E' da due anni che ha aperto la libreria ,ed essendo io una lettrice piuttosto assidua mi sono soffermata spesso tra i suoi libri. I primi tempi entravo, ci salutavamo e mi mettevo a curiosare tra gli scaffali, ma il più delle volte uscivo senza nemmeno un libro che avesse attirato la mia curiosità. Mese dopo mese con Cesare si era stabilita una reciproca simpatia. Sapeva che tra i miei generi preferiti ci fossero romanzi d'amore saffico e non mancava di farmi sapere se era uscito qualche libro relativo al tema. Alto 1,80, capelli corti rizzolati, un filo di barba appena cresciuta che teneva perennemente a quel livello, 60 anni circa, orse qualcosa oltre . Più entravamo in confidenza e più iniziavo a sentirmene attratta.
Aveva la consuetudine di offrire ai clienti il caffè o il tè, specie se erano donne, ed io ormai ero una presenza fissa al suo banco a sorseggiare un tè insieme a lui. Parlavamo di tutto, io della mia vita e lui della sua: sposato da trentacinque anni e nonno di due nipotini; aveva per sua moglie null'altro che amore fraterno, la loro passione si era spenta da anni. Lui credendomi esclusivamente lesbica si era sempre ben guardato dall'avere gli stessi ammiccamenti che aveva con le altre clienti e questo un po' mi irritava, me lo mangiavo con gli occhi, ma lui con me è come se tenesse il suo radar spento.
Così una sera, nel salutarlo prima di tornarmene a casa, presi il toro per le corna e gli posai un bacio sulle labbra, rimase di sale, gli feci l'occhiolino e girai i tacchi guadagnando l'uscita.
Appena rientrata in casa mi arrivò un suo sms:”Vale mi sono appena ripreso dal tuo bacio...ma già ne vorrei un altro”, sorrisi soddisfatta e gli risposi: “non devi far altro che salire da me”.
Suonò al citofono dopo dieci minuti, gli lasciai la porta d'ingresso socchiusa e me ne andai sotto la doccia:
“Vale sono qui...è permesso..?”
“Entra pure Cesare..sono sotto la doccia”
“Fai tranquilla”.
Spuntai dalla porta del bagno coperta solo da un asciugamano e gli tesi la mano per invitarlo a fare la doccia con me. Non se lo fece ripetere e in due minuti fummo sotto il getto caldo:
”Dio quanto sei bella..se solo l'avessi saputo prima che ti piacevano anche gli uomini”.
Iniziò ad insaponarmi a mani nude stando dietro di me, e mi sembrò di salire in paradiso, fece scivolare una sua mano nel solco delle mie natiche strofinandomi il suo membro già eretto contro una gamba...mi girai per guardarlo negli occhi e avvolsi il suo scettro duro e pulsante in una delle mani..lo baciai e restammo incollati a giocare con le nostre lingue...la sua mano dalla mia rosellina anale si posò sulla mia fica...iniziammo a masturbarci vicendevolmente, lo segavo mentre le sue dita mi roteavano sul clitoride...prima lenti, ascoltando il ritmo dei gemiti l'uno dell'altra, e poi in crescendo..diressi la sua cappella sulle mie grandi labbra e gli saltai tra le braccia allacciandomi a lui..mi appoggiò con la schiena al muro e iniziò a scoparmi come se non ci fosse stato un domani...dovetti chiedergli io di rallentare e di farmi toccare il paradiso..estrasse il suo destriero e dopo avermi riempito il viso di baci, tenendomi sempre in braccio raggiunse la mia camera e mi posò sul letto..si distese ad abbacciarmi le gambe e poi più giù, fino a sentire il suo respiro sui miei piedi, me li baciò entrambi per poi dedicare la sua bocca ad ognuna delle dita e a risalire lento fino al mio pube...divaricai le gambe, mi venne sopra e lo accolsi di nuovo in me...venni di lì a poco e Cesare quasi a seguire, con quel fiotto di sperma caldo dentro il mio ventre che prolungò l'onda del mio orgasmo.
Andammo avanti così per due mesi, sempre a casa mia o nel retro della libreria. Amavo farmi prendere da lui ma anche solo stargli abbracciata. Fu come un'improvvisa fame di testosterone che si univa alla sua dolcezza da uomo di altri tempi, un mix da cui ero totalmente presa.
La mia camera divenne la sua, lo divenne il mio letto, scopavamo ogni volta che glielo chiedevo, non fu mai lui a cercare me ma sempre il contrario, come se quelle attenzioni da parte di una donna gli mancassero da tanto, troppo tempo. Adorava essere cercato e sedotto, e mi fu lampante che sua moglie queste attenzioni non gliele riservava, e che di converso lui aveva smesso di cercare lei.
Dopo aver fatto l'amore rimanevamo a baciarci, ad accarezzarci, a chiacchierare di libri mille altre cose fino all'alba. Fu durante una di queste chiacchierate che saltò fuori l'argomento el rapporto con sua moglie, io ne ero incuriosita ma tentennavo nel toccare quel tema, adoravamo anche solo lo stare in silenzio a guardarci, ma quella notte lui lo percepii distante,u sul punto di dirmi qualcosa, distolse lo sguardo e la cosa mi lasciò stranita, come se una nuvola gli avesse attraversato l'anima. Gli accarezzai il viso e con un dito lo forzai dolcemente affinchè mi guardasse: “stavi per dirmi qualcosa” :
“Non ti sfugge niente eh?”.
“No Cesare, per me sei come un libro aperto..anzi un libraio aperto” aggiunsi nel tentativo di strappargli una risata, la fece stiracchiata e lo invitai a liberarsi del rospo:
“Ok ascolta Valeria, io amo mia moglie, lei è la mia vita e...”
“Cesare io questo lo so benissimo e penso che lei deve essere la tua priorità, per cui il giorno che non vorrai più fare sesso con me lo capirò e lo accetterò”.
“Vale scopare con te è meraviglioso, ma lo è stare in tua compagnia, a prescindere se si abbia voglia o no di fare sesso, e io non voglio rinunciare nè alla tua amicizia né a scopare con te tesoro mio”.
“Allora mi sfugge il senso della premessa sull'amore verso tua moglie..”
“Il fatto è che ho scoperto che ama guardare video di sesso tra donne, ho dato un'occhiata alla cronologia di uno dei browser che abbiamo sul pc e sono rimasto a bocca aperta, è stato come scoprire che la donna con cui ho condiviso la mia vita avesse una parte segreta e per me ignota...”
“Quindi fammi capire...spii tua moglie e hai scoperto che ha fantasie saffiche...anche io amo guardare video gay, mi eccitano da morire due ragazzotti che si succhiano il fringuello, non vedo dove sia il problema..hai anche in programma di leggerle di nascosto gli sms?”.
“Ma niente affatto bambina mia, anzi ne sono contento, permettimi però di esserne sorpreso, la conosco da quarantanni, l'ho sempre vista apatica, priva di interessi a parte i nostri nipoti, e mai mi ha fatto sospettare di avere inclinazioni verso il suo...vostro... sì insomma..verso la fica”.
“Cesare...a parte che “inclinazione” è un termine che andrebbe riservato giusto alla torre di Pisa o altre cose penzolanti, ha lo stesso sgradevole suono della parola “deviati”, eppure cazzo tu con le parole ci vivi, ne conosci il valore”.
“Ok tesoro mio hai ragione mi sto incasinando coi discorsi per cui te la metterò giù in maniera brutale...amo mia moglie e vorrei vederla felice, e se la sua felicità passasse anche nel godere per mano di una donna...beh mia splendida ragazza...io vorrei che questa donna fossi tu..”
“Cesare sono ad un passo dal raccogliere una scarpa dal pavimento e tirartela in testa, ma che cazzo...mi stai davvero chiedendo di portarmi a letto tua moglie solo perché guarda filmini lesbo? E se le avessi trovato nella cronologia siti di donne che scopano con neri africani avresti fatto amicizia con qualche ragazzotto senegalese o nigeriano per poi proporgli il giochino? Cristo santo Cesare mi sto chiedendo chi tu sia veramente..guarda fammi un favore, prendi la tua roba e sparisci...ORA!”.
Non ebbe la forza di aggiungere altro, era affranto e distrutto, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte mia, lo sentii chiudersi la porta alle spalle. Ma mi sentii tradita, fu come se davvero mi avesse usata per arrivare a quello: soddisfare le fantasie di sua moglie...e dando per scontato che io, solo perchè non insensibile alla bellezza femminile, gli avessi risposto: ”wow sì, non vedo l'ora di mettere la lingua tra le gambe di tua moglie”...e dando soprattutto per scontato che lei davvero lo volesse!
Non presi nemmeno sonno dal nervoso, mi misi il laptop sul letto e cercai di distrarmi dando un occhiata alle notifiche su Facebook. Una volta loggata detti una scorsa a quelle news, risposi ad un messaggio ma poi mi balenò l'idea di cercare almeno una foto della moglie di Cesare del quale conoscevo solo il nome: Rosalba, e quale miglior posto dove sperare di trovarne una se non sulla pagina di quel deficiente?
Non avevo mai guardato l'archivio delle sue foto private, mi limitai ad accettare la sua amicizia quando ero solo una cliente, ma tutto ciò che postava era inerente alla sua libreria, e quindi immagini di libri, sconti e promozioni di questo o quel titolo, ma nessuna foto di componenti della sua famiglia; né dei figli o dei nipotini né tanto meno di Rosalba. Mi venne in mente di guardare tra le sue amicizie e finalmente feci bingo: Rosalba C., la foto di due bambini come immagine del profilo e una frase sulle note biografiche: “Nonna di due splendidi nipotini”, la città in cui vive e l'anno di nascita: 1960.
Cliccai, andai subito al suo archivio foto e rimasi di sasso quando vidi il suo viso: una cascata di capelli color argento fin sulle spalle, occhi verdi, sopracciglia nere e un filo di rossetto; era praticamente la fotocopia di Emmylou Harris, una cantautrice americana per cui ho un debole musicale e che ho sempre trovato di una bellezza mozzafiato.
Rimasi incantata nel guardare le sue foto: foto di lei con i due nipoti, una con i figli e un'altra con Cesare, una solo del suo viso in primo piano, ma mi bastò quella per convincermi a conoscerla di persona. Fui per un attimo tentata di chiamare Cesare ma scacciai quell'idea immediatamente; la delusione e l'incazzatura con lui non l'avevo ancora sbollita.
Curiosai tra i suoi post, perlomeno quei pochi che potevo leggere non avendola tra le amicizie: ricette, sue personali recensioni su libri letti. Guardai sui gruppi a cui aveva messo un “mi piace” e non vidi altro che gruppi di ricette, uno di poesie e opere letterarie chiamato “Parole di Carta”, ma fu trovare “Carol” tra i suoi film preferiti che mi suscitò un sorriso; ho sempre amato quella storia d'amore tra una matura signora dell'alta borghesia americana e una giovane commessa dei grandi magazzini.
Decisi lasciarle un messaggio in privato su Messengers:
“Mai mi sarei aspettata che tu fossi così bella, ciao e perdona l'intrusione.”
Feci log off e alle 5 del mattino finalmente mi addormentai.
Dormii fino a mezzogiorno, svegliata solo a causa delle campane della chiesa vicina.
La prima cosa che feci fu il log in su FB, e vidi due segni di news ricevute, una sulla chat e l'altra su notifiche, cliccai pima su quest'ultima e con gioia scoprii che era una richiesta di amicizia da parte di Rosalba C....a quel punto fui certa che il messaggio in chat sarebbe stato il suo, così fu. Ed era pure online:
”Cara Valeria grazie del complimento, ma la tua aspettativa era dovuta a cosa?”
Andai in difficoltà di fronte a quella domanda ma a quel punto dovevo inventarmi qualcosa:
“Sono una cliente di tuo marito e chiacchierando con lui è capitato che mi parlasse di te”.
Mi resi subito conto che non fu il messaggio più felice ma ormai mi ero incartata tirando in ballo suo marito quando invece avrei dovuto cancellarlo dalla mente.
“E' davvero bizzarro che a casa con me fatichi quasi a parlare ma sono poi oggetto di conversazione con i clienti, e cosa ti ha raccontato di me?”
Ero in panico, mi sentivo come doveva essersi sentito Cesare dopo la mia sfuriata notturna e mi sarei aspettata da lei un vaffanculo da lì a poco, avrei dovuto trovare modo di raddrizzare quella conversazione:
“Mi ha detto al tuo riguardo solo cose belle e ho letto in lui un amore profondo verso di te”
Inviai e incrociai le dita.
“Sì sono sicura che Cesare mi adora ma è così assorbito dalla libreria che ogni tanto si dimentica di avere una moglie, e non ti nascondo che ho pure pensato che mi metta qualche cornino...sto guardando le tue foto, vedo che sei una bellissima ragazza e credo che tu possa rientrare nel suo target :-)”
Mentii spudoratamente:
“La sottoscritta no di certo Rosalba, Cesare sa benissimo che gli uomini mi sono indifferenti“
Vidi i puntini della sua chat muoversi ma poi bloccarsi come se stesse ben ponderando la risposta:
“Sai cara Valeria, ti capisco benissimo, io stessa in gioventù avevo il tuo stesso pensiero riguardo gli uomini, ma poi mi sono innamorata del tuo libraio, sono arrivati i figli, quindi due nipoti, e ora eccomi qua, con i miei capelli bianchi e molte nostalgie che però vivono nella parte più segreta di me”.
Sì, a quel punto la conversazione era raddrizzata, e anche oltre ogni mia previsioni viste e premesse disastrose con cui l'avevo iniziata. Avei voluto mettermi in ginocchio supplicandola di svelarmi quale fosse la sua parte più segreta, ma non ce ne fu bisogno perchè a poco a poco fu lei stessa ad aprirsi come un fiore:
”Ti chiederai quali segreti possa mai avere una donna alla mia età..beh è qualcosa che vissi intensamente quando ero poco più che adolescente...però tesoro mio di queste cose mi piacerebbe parlarne vedendo la persona con cui sto scrivendo..”
In quello stesso momento mi arrivò la sua richiesta di video chiamata, che ovvìamente accettai.
Si aprì il quadro del video e faticai a trattenere un “oh” di meraviglia; la bellezza del suo viso, i capelli raccolti da un fermaglio nero e il suo sorriso mi lasciarono per un attimo muta, e fu lei a rompere il ghiaccio:
“Sai cara Valeria, dopo aver visto le tue foto sul tuo profilo mi ricordavi qualcuno, e ora cheti vedo ti riconosco, sei la ragazza che ogni sabato mattina legge su una panchina del parco di Nervi”.
Mi colpì molto quella frase, le sorrisi ma dentro mi sentii sciogliere per quella lusinga, sapere che lei mi notasse ogni sabato mi mandò su una nuvola.
“Sì Rosalba, al sabato ho quest'abitudine e ora che so essere pure la tua alzerò lo sguardo er cercarti”
Le si illuminò il viso.
“Cercami in mezzo a due o tre donne più o meno mie coetanee tutte con nipotini al
seguito e mi troverai”.
“Lo farò di sicuro Rosalba, già da domani visto che oggi è venerdì”
“Chiamami Rosi..un bacio e a domani tesoro”
Chiuse la video chiamata quasi all'improvviso e non ebbi tempo di salutarla ma il mio ensiero fu già rivolto all'indomani.
Nel frattempo mi arrivò un sms, era di Cesare: “sono stato un idiota, ti prego di scusarmi”.
Gli risposi che non ci pensavo già più e gli dissi che sarei passata presto in libreria, chiudendo il messagggio con l'emoticon del bacio.
Quel sabato mattina mi alzai presto, feci una bella doccia e tornai in camera per vestirmi, aprii l'armadio cercando l'abito più carino tra i pochi che avevo. Scelsi quello di cotone bianco on gonna al ginocchio, presi dalla scarpiera un paìo di sandali tacco 8 e mi sedetti poi davanti allo specchio. Mi spazzolai i capelli, mi misi un filo di rossetto e un tocco di eyeliner.
Non ricordai l''ultima volta che ebbi tanta cura nel vestirmi, di sicuro per un incontro galante, e no di certo quando mi vedevo con Cesare. Per di più al parco io andavo in jeans, una t-shirt, ma quella mattina volevo essere bella per quella donna dell'età di mia madre.
Uscii di casa, presi lo scooter e andai in direzione Nervi. Posteggiai nei pressi dell'ingresso del parco ed entrai dirigendomi verso la solita panchina vicina al roseto. Una volta seduta iniziai a guardarmi in giro, ma a parte due signori intenti alla lettura di quotidiani e due giovani donne con passeggini non vidi nessun altro. Passarono solo alcuni minuti e due mani si posarono sui miei occhi, mi voltai ed era lei, da sola, i suoi capelli color argento sciolti sulle spalle ed il suo sorriso, un abito a stampe floreali, longilinea come una ex mannequin, era di una bellezza che mi mozzò il fiato, ma ritrovai subito la favella:
“I tuoi nipoti Rosi?”
”Li ho sbolognati ai miei figli e mi sono concessa un sabato di libertà...e tu, niente libro?”
”No nessun libro, mi sono concessa un sabato di libertà anche io”, le dissi sorridendo.
Si sedette accanto a me riprendendo da un argomento che aveva lasciato in sospeso, e su cui io, per delicatezza, non sarei tornata:
”L'altra sera tesoro mio ti ho accennato ai miei pensieri segreti...ti ricordi?”
La guardai fingendo un'espressione di interrogativa sorpresa;
”Fin da ragazza ho sempre sentito una forte attrazione per le donne, e ricordo con infinita nostalgia la mia storia d'amore con una compagna di danza classica”.
Il dado era tratto, ma finsi disinteresse per quella confessione:
“Dalla linea della tua corporatura immaginavo che tu fossi stata una modella o
una donna che legava il suo corpo a qualcosa legato all'arte, e poi la danza classica, che meraviglia..pliès..dèvellopès..grand fouettè en tournant..arabesques..”.
Mi guardò sorridente e allo stesso tempo meravigliata:
“Hai fatto danza anche tu Valeria?”
“Mia mamma Rosi, quando ero piccola provò a farmene innamorare insegnandomi
qualche passo, ma senza successo”.
”Negli anni '80 in questo parco danzavo ogni estate quando c'era il festival del balletto, questo luogo è un pezzo di me...ero una brava ballerina sai?” Accompagnando quest'affermazione con un sorriso e sollevando le sue gambe dritte. Solo in quel momento mi caddero gli occhi sui suoi piedi; sandali bassi, le unghie smaltate color madreperla; mi guardò, abbassò le gambe e inaspettatamente mi accarezzò su una guancia:
“Vivo per i miei nipoti, ma sono una donna prima di essere una nonna, vivo di desideri e ho fantasie come ciascuno di noi, queste ultime hanno molto di nostalgico, e in tutta verità vorrei rivivere davvero quelle emozioni”.
Le presi una mano e me la portai alle labbra, le baciai il dorso, il palmo e ognuna delle dita senza smettere di guardarla negli occhi, accennò un sorriso per poi lanciare uno sguardo intorno, come ad assicurarsi che nessuno ci stesse cogliendo intente in quell'effusione che me venne spontanea, per lei un po' oltre la soglia in un luogo pubblico.
La ritrasse delicatamente e mi guardò:
”E' quasi ora di pranzo, Cesare sarà di ritorno stasera, ti va di mangiare qualcosa da me?”
Nell'accettare faticai a nascondere la gioia che provavo, ci alzammo e camminando l'una di fianco all'altra raggiungemmo la sua macchina. Durante quel breve tragitto mi trattenni anche dal prenderla per mano, volevo stare entro la soglia da lei stabilita, come se temessi di rompere un cristallo pregiato. Impiegammo venti minuti per arrivare a casa sua e di Cesare. Li trascorremmo ascoltando i Manatthan Transfer, che lei mi disse di adorare.
Le parlai di me e del mio lavoro in università. Del mio orientamento sessuale già sapeva, evitai quindi di toccare l'argomento, sarebbe suonato forzato e l'avrebbe percepito come se avessi un'aspettativa dallo stare in sua compagnia, mi limitai a dirle che ero single, si voltò sorridendo:
“Devi essere una ragazza dai gusti difficili”.
Le accarezzai il viso:
“E' che ho il difetto di innamorarmi delle persone inarrivabili, deve essere il mio karma”.
Reclinò la testa come se volesse trattenere la mia mano con la spalla, e fu lei questa volta a sfiorarmela con le labbra, fui sul punto di baciarla, e glielo lessi negli occhi di quanto anche lei non ne vedesse l'ora. Eravamo davanti a casa, spense il motore e scendemmo dall'auto per varcare il portone. Salimmo solo due gradini essendo la loro casa al piano terra; Cesare mi arlava spesso di quanto amasse leggere in giardino, ed ero curiosa di vederlo questo piccolo eden.
Appena entrate mi disse che sarebbe andata a mettersi in libertà.
Ne approfittai per curiosare mentre con la coda dell'occhio la vidi salire le scale per dirigersi in camera. Mi soffermai davanti alla vetrata che dava sul giardino, ampio quanto bastava a due persone di essere goduto stando ognuno per proprio conto, giocattoli sparsi sul prato e una sedia di vimini sotto ad un albero di fichi. Voltai le spalle al giardino e notai la libreria nella sala attigua, entrai e curiosai tra quei testi, fu in quell'istante che mi accorsi della presenza di Rosalba dietro di me, mi cinse per la vita, il suo respiro sul mio collo a cui fece seguire un bacio, e mai in vita mia sentii un brivido così intenso..socchiusi gli occhi e lasciai a lei condurre la danza.
Mi abbassò le spalline scoprendomi il seno, i miei bottoncini turgidi furono subito preda delle sue dita, la sentivo ansimare mentre le sue labbra, dal collo, si dedicavano ad afferrarmi prima un lobo e poi l'altro..una sua mano scivolò sotto la mia gonna fermandosi sul bordo superiore elle mie mutandine, e lì iniziai io ad avere il respiro corto, le sue dita varcarono quel confine e la sentii esclamare un ”oh” di meraviglia quando scoprì che ero rasata, ed ero anche bagnata oltre modo..mi voltai verso di lei, indossava una vestaglia semi trasparente e sotto niente altro.
Mi prese per mano e salimmo in camera, entrambe senza dirci una parola perchè già sapevamo essere scritto quello che stava accadendo, forse fin da quella video chiamata.
Mi slacciò il vestito che cadde ai miei piedi e mi fece stendere sul letto, sciolse la sua vestaglia... nuda e sottile come un giunco..non vedevo l'ora di averla tra le braccia..si chinò invece sui miei piedi e mi slacciò i sandali, li lasciò cadere a terra e sentii il calore del suo viso sulle mie piante nude...le sue labbra posarsi con la leggerezza di una farfalla su ognuna delle
mie dita e poi salire con i suoi baci lungo le coscie...posò un bacio sulle mie labbra vaginali ma volò subito oltre, e salì fino a distendersi accanto a me..iniziammo a baciarci e ad accarezzarci...le passai le dita sugli occhi umidi e le baciai le palpebre per poi tornare a cercare la sua bocca... la sua lingua accarezzare la mia... ad intrecciarle e a rincorrersi 'una nella bocca dell'altra scambiandoci fili di saliva...allungammo entrambe una mano sul fiore dell'altra iniziando ad unire all'emozione che stavamo provando anche la voglia di godere insieme...incontrai sulla punta dei polpastrelli il suo ciuffo di peli, ci giocai per un attimo tanto mi parve soffice...staccai le mie labbra dalle sue e, guardandoci negli occhi, spingemmo le nostre dita...ci penetrammo a vicenda...dolcemente..estrassi le dita dalla sua fica per inumidirle di saliva senza staccare i miei occhi dai suoi e tornai a donarle il paradiso...ondate di piacere che grazie alle sue io ero sul punto di raggiungere....rallentammo e fu lei ad estrarre le sue dita e ad assaggiare il mio sapore...mi sorrise:
“Mi ero dimenticata di quanto fosse buono il sapore di un'altra donna..il tuo poi mi ricorda il sedano”. Le sorrisi sussurrandole sulle labbra che forse dipendeva dal fatto di essere vegetariana.
Ci mettemmo in ginocchio sul letto, l'una di fronte all'altra, riprendemmo a masturbarci e baciarci...non avrei mai smesso di baciare ogni angolo del suo viso diafano e di intrecciare la mia lingua alla sua...aumentammo il ritmo delle nostre dita e mi strinse a sé quando la colse il primo orgasmo..appoggiò la sua bocca su una mia spalla segnandomela con gli incisivi e continuò a mulinare le sue dita dentro di me...tornò a baciarmi e venni gemendole sulle labbra.
Rimanemmo abbracciate e a scambiarci baci e carezze. Mi sollevò il mento e mi guardò:
“E' stato meraviglioso tesoro mio, e tu sei un angelo caduto dal cielo”.
”Tu sei invece un cristallo prezioso Rosi, e non riesco ancora a credere di essere tra le tue braccia”.
Ci alzammo dal letto, mi passò una vestaglia dall'armadio e un paio di ciabatte di raso, dopo di che, essendo passate le 13 andammo in cucina a prepararci qualcosa per pranzo.
Aprì il frigo e mi passò dei fiori di zucchine, mi allacciò un grembiule e dopo avermi dato un bacio sul collo e una strizzata su una natica mi disse di preparare la pastella mentre lei avrebbe messo a bollire un po' d'acqua per una pasta. Prese un vasetto di pesto e me lo mostrò orgogliosa:
“Fatto con le mie manine tesoro, e senza frullatore”. Indicando con lo sguardo un mortaio in marmo.
Aprì il vasetto e dopo averci messo un dito dentro lo tirò fuori colmo di quella crema verde, venne davanti a me e sorridendo me lo portò alla bocca..lo avvolsi tra le labbra quel polpastrello e me lo tenne in bocca anche quando glielo ripulii; le piaceva giocare con me, e a poco a poco della donna algida e distaccata raccontatami da Cesare non vi era più traccia, semmai che di questa creatura meravigliosa la descrizione fatta da suo marito dovesse essere presa per buona.
Quel pesto era semplicemente divino, e bastò la mia espressione a dargliene conferma.
Tolse il dito dalla mia bocca e senza smettere di guardarmi se lo mise nella sua.
Dovevo ancora preparare la pastella, mi indicò lo sportello della credenza dove prendere la farina e mi misi al lavoro. Le piaceva guardarmi, il suo compito di mettere su una pentola d'acqua d'altronde lo aveva già assolto, e questo le permetteva di focalizzare le sue attenzioni su di me e sulle mie mani inzaccherate di acqua e farina. Venne dietro di me unendo le sue mani alle mie,
e di nuovo il suo respiro sul collo, mi scostò i capelli e ci posò un bacio, sentii la punta del suo naso annusarmi e il suo corpo aderire al mio...si tolse una ciabatta e con la pianta del suo piede mi accarezzò una caviglia:
“Rosi..così però sarà difficile mettere i fiori a friggere..” le scappò una risata e si giustificò sussurrandomi che mai si era sentita così. Smisi di trafficare con fiori e pastella e mi voltai a guardarla: “anche io non mi sono mai sentita così, e vorrei che questo sabato meraviglioso non finisse più..” Ci baciammo e mi strinse a se: “questo è solo il nostro primo giorno bimba mia, di questo sono sicura...dai rimettiamoci al lavoro”. Detto questo mi accarezzò una guancia sporcandomela di pastella e ridendo come una ragazzina dispettosa. L'acqua in pentola nel frattempo iniziò a bollire e lei buttò la pasta. I fiori di zucchine erano ormai dentro la pastella, e a me non restò che versare l'olio in padella.
Ci sedemmo finalmente a mangiare tenendoci per mano come due fidanzate, ma non lo
eravamo purtroppo. Dentro di me sapevo di essere in “crush” totale e quasi e quasi irreversibile per questa donna così affascinante, ma era sposata, aveva due nipoti a cui dedicare ogni momento libero. Che posto avrei potuto avere nella sua vita?
“Che espressione pensierosa che hai tesoro...qualcosa non va?”
“Ho solo paura di svegliarmi da questo sogno Rosi..”
“..e quindi pensi che io sia l'ennesima persona inarrivabile che appare nella tua vita per poi scomparire...e questo solo perchè la mia vita è già inquadrata e definita da decenni, è questo che pensi, vero? ”
Le sorrisi:
“Sai leggermi i pensieri..”
Posò la forchetta mi prese anche l'altra mano:
“Ascoltami Vale, io stessa da quando ci siamo incontrate stamattina al parco non faccio altro che chiedermi che futuro potrebbe avere una relazione con una ragazza che potrebbe essere mia figlia, ma non voglio pensarci, l'unica cosa che vorrei, e te lo dico con il cuore in mano, è che tu dalla mia vita non debba uscirne tesoro mio...non fino a quando lo vorrai tu almeno”. Mi si illuminò il viso, mi baciò le mani e se le pose sulle guance per poi sorridermi:
“Seguimi, voglio fare una cosa”. Ci alzammo da tavola e la seguii tenendole la mano.
Aprì la porta a vetri, attraversammo il giardino e dietro al fico vidi una porticina di legno, allungò una mano nella cavità del muro e tirò fuori una chiave:
“Questa è la mia isola segreta, neanche Cesare ha mai osato entrarci”
Entrai dopo di lei ed ebbi subito l'impressione che invece fosse quello il luogo dove Cesare mi disse di avere scoperto i “video di sesso tra donne” che amava guardare sua moglie. C'era una scrivania con un pc, una piccola libreria, un bellissimo e grande divano, dei bellissimi disegni a carboncino sulle pareti raffiguranti due bambini, altri dei volti femminili e un cavalletto da pittore. Feci 1+1:
”Quindi i disegni sono i tuoi Rosi?”
“Sì tesoro mio, e ora voglio farne uno a te se avrai la pazienza di stare distesa sul divano una mezzoretta”.
Accettai con gioia di farle da modella, le chiesi solo in che posizione avrebbe voluto ritrarmi:
“Conosci il dipinto di Manet ”Olympia”?
”Purtroppo no, ma sono pronta ad essere la tua Olympia” le dissi ridendo.
“Devi solo toglierti la vestaglia e distenderti sul divano”
Eseguii le sue indicazioni...e poi mi eccitava da morire stare nuda davanti a lei.
Si sedette al cavalletto ed estrasse un foglio da una risma che stava lì sotto, fu sul punto di iniziare ma si bloccò, qualcosa non le quadrava. Si alzò e venne a togliermi le ciabatte con una delicatezza che aumentò la mia eccitazione:
“Manet ritrasse la sua modella nuda ma lasciandole calzare due zoccoletti, evidentemente Olympia non aveva piedi belli come i tuoi”.
Quando ascoltai queste parole il mio cuore andò tra le rose; finalmente una donna a cui iacevano i piedi femminili. Ebbi in quel momento la conferma che veramente Rosalba era per me un cristallo, non solo pregiato, ma raro! Stetti in quella posizione il tempo da lei richiesto, fino a quando, guardandomi e sorridendo esclamò: “et voilà mon Olympià”.
Venne accanto a me, me lo mostrò e rimasi di stucco quando vidi che aveva ritratto solo il mio volto. La guardai:
“Mi hai fatto mettere nuda e mi hai tolto le ciabatte solo per ritrarmi il volto?”
Seppe subito come scacciarmi via quella piccola delusione:
”E' che adoro vederti nuda tesoro mio...e pure scalza..”
Si sciolse la vestaglia e si sedette sul lato del divano opposto al mio...mi sollevò le caviglie portandosele all'altezza del viso e sentii la punta del suo naso percorrere ogni centimetro delle mie piante..le sue labbra ad avvolgermi le dita e la sua lingua tra ognuna di esse, ed io ero in un lago: stava facendo a me quello che io sognavo di fare a lei, ma resistetti dal chiederle di armi i suoi piedi, non volevo spezzare quel momento, quello che più desideravo era lasciarla fare, farmi esplorare da lei e farmi assaporare da lei in ogni angolo che lei volesse.
Si staccò dai miei piedi gocciolanti della sua saliva e si distese accanto a me, mi baciò le labbra e le nostre lingue si intrecciarono di nuovo, il sapore dei miei piedi sulla sua bocca mi mandò in estasi. Ero totalmente sua, ma ora bruciavo dalla voglia di assaggiare lei.
Le baciai i seni prendendole poi un capezzolo tra le labbra e strizzandole l'altro tra pollice e indice...una sua mano tra i miei capelli mentre la mia testa scese sul suo ventre piatto, le baciai e leccai l'ombelico e poi più giù...il suo vello grigio cenere imperlato di rugiada fu qualcosa di nuovo...mi ci solleticai mento e labbra e mi inebriai di quel profumo...ma fu di tutto l'arcobaleno dei suoi odori che volevo riempirmi narici e cervello...scesi lungo le sue gambe, gliele abbracciai e finalmente portai i suoi piedi vicino al viso...mi bastò guardarglieli per riprendere a gocciolare: leggermente screpolati i talloni, ma che trovai attraenti forse ancora di più proprio per questo, e poi quelle dita lunghe e affusolate, ma la mia eccitazione crebbe non appena iniziai a sfiorarglieli con la punta del naso..le annusai ognuna delle dita lasciando che fosse poi la mia lingua a farmi sentire quel sapore meraviglioso.
Ci guardammo e mi chiese di offrirle il mio fiore..mi misi sopra di lei sedendomi quasi sul suo viso e mi allargò le natiche, ma la sua lingua non cercò subito la mia vagina, iniziò invece a giocare intorno alla mia rosellina anale con un dito cercando poi di forzarne l'ingresso, d'istinto mi ritrassi; era una cosa nuova per me, e lei accorgendosi del mio disagio non insistette, dedicandosi a passarmi la lingua sulla mia micia nuda...ed io posando le mie labbra sulla sua..le scostai i peli che le adornavano le grandi labbra e l'assaggiai, lasciando che la mia lingua l'aprisse come un fiore...muovevamo le nostre lingue in perfetta sincronia come due spatoline impazzite tra le piccole labbra e i nostri clitoridi...e ci regalammo il nostro secondo orgasmo, a cui seguirono baci, coccole...e le parole che solo due innamorate possono regalarsi.
Ma volevo farle un altro regalo...le presi una mano e la guidai tra le mie natiche, mi guardò:
“Davvero lo vuoi tesoro mio?”
“Da te e solo da te..sì”.
Sentii l'indice di una sua mano roteare dolcemente sull'ano e quindi entrarci con il polpastrello...mi morsi le labbra e spinsi io stessa per incoraggiarla..e così fece fino a penetrarmi con tutto il dito..mi chinai sua sua bocca afferrando le sue labbra tra le mie, e sentendo il mio retto rilassarsi iniziò a rotearlo dolcemente e a stimolarmi il clitoride con il pollice...e quel piccolo dolore iniziale si tramutò in un piacere così intenso che mi fece squirtare per la prima volta in vita mia, reazione quest'ultima provocatami anche dalla gioia di essermi donata a lei lì dove non mi ero mai fatta sfiorare da nessun altro.
Volle essere lei stessa a rimettermi la vestaglia, feci per infilarmi le mie ciabatte ma mi fermò, aprì un cassetto e tirò fuori una scatolina di raso blu che custodiva un anellino d'argento, e mi si inumidirono gli occhi all'istante non appena realizzai l'importanza di quel gesto..si mise l'anellino tra le labbra, mi prese il piede destro, se lo portò alla bocca, mi baciò le dita e me lo infilò sul dito a fianco dell'alluce:
“Quando avevo diciassette anni lo promisi ad una ragazza speciale, ora quella ragazza speciale sei tu”.
Avrei voluto chiederle di più di quella ragazza che tanto amò, ma quel momento di così intima dolcezza tra me e lei lo volevo vivere senza evocare amori sepolti.
Fu lei stessa a rimettermi le ciabatte, si alzò e mi chiese di sedermi con lei al pc:
“Qui c'è un'altra mia isoletta segreta tesoro”.
Aprì il browser e dalla cronologia spuntarono una serie di titoli di film a tema saffico che io stessa conoscevo e amavo molto: lo struggente e bellissimo “Snapshots“,“A Perfect Ending” con la bellissima Jessica Clark, e poi “Eena Undone”, e ovviamente “Carol”, film quest'ultimo che lei menzionava sulla sua pagina Facebook.
La guardai sorridendo: “Rosi li conosco e li adoro anche io”.
E questi erano i “video di sesso tra donne” così rozzamente definiti da Cesare,
e che altro non erano se non stupende storie d'amore.
“Ne sono felice tesoro, ora che so che ti piace guardarli, se ti va un giorno ne vedremo qualcuno insieme..ti va ora di vedere qualcosa di personale?”
“Certo che sì Rosi”
Aprì una cartella piena di foto, molte delle quali in bianco e nero che la ritraevano ancora bambina in tutù da ballerina. Ma fu un'altra foto poco più sotto ad attirare la mia attenzione, mi era familiare e le chiesi di ingrandirla..e riconobbi la foto che mia madre teneva in un suo vecchio album.
“Lei è Paola tesoro, la ragazza a cui promisi l'anellino che ti ho appena regalato”.
Mi si fermò il cuore, e dopo aver ripreso il fiato le dissi il cognome, mi guardò stupefatta e mi chiese come la conoscessi, se sapessi dove abita e che le avrebbe fatto un piacere immenso poterla rivedere.
Le presi la mano e la guardai, e mi scese una lacrima:
“Rosi...quella ragazza è mia mamma”.
E questa volta fu lei a rimanere senza fiato e parole. Chiuse gli occhi e si afferrò a me, come se quella rivelazione l'avesse scossa fino a farle quasi venire un capogiro, mi chiese di aiutarla a stendersi sul divano e le misi un cuscino sotto i piedi. Ero preoccupata, e mi pentii subito di averglielo detto in quel modo così brutale, ma lo shock che provai nel sapere che la ragazza di
cui era innamorata fosse mia madre non mi fece uscire altre parole se non quella frase che per lei fu come una frustata.
Una volta distesa aprì gli occhi, mi guardò e mi accarezzò il viso:
“Il destino a volte fa scherzi davvero strani mia dolce Valeria, mi sono innamorata della figlia della ragazza di cui mi innamorai a diciassette anni“
Le sorrisi e mi distesi accanto a lei abbracciandomela stretta:
“Io credo più al fato Rosi, e se per arrivare a lei hai incontrato me, è il fato che dovremmo ringraziare. Certo, se io stamattina dopo aver saputo che tu facevi danza ti avessi detto che pure mia madre da ragazza faceva danza classica...”mi interruppe:
“Ma tu questo me lo hai detto tesoro, mi hai pure elencato il nome di alcuni passi, e solo a quel punto avrei dovuto chiedere come si chiamasse tua madre..e ti avrei
chiesto di lei..evitando di coinvolgerti in...”
“..coinvolgermi in cosa...in questa emozione che ci siamo regalate io e te oggi...?”
“Sì hai ragione bimba mia, a pensarci bene è meglio averlo saputo adesso, fare l'amore con te è stata la seconda emozione più grande della mia vita a livello sessuale ed emotivo..”
“Sono quasi sicura che non ti stai riferendo a Cesare..”
“Ma per carità tesoro mio, il libraio mi ha dato due figli. Stop. Vuoi davvero sapere chi mi ha regalato le prime e mai più provate emozioni sessuali ed emotive o ci arrivi da sola..?”
“Beh sì, a questo punto posso benissimo immaginare..eravate molto innamorate?”
“Quella parola è riduttiva per definire il legame tra me e tua madre tesoro mio, eravamo inseparabili; durante i tour dormivamo nella stessa camera e facevamo le prove di danza nella sala insieme al resto del gruppo e al maestro, ma eravamo sempre incollate, alla sbarra davanti allo specchio non smettevamo di guardarci, di sorriderci, soprattutto quando facevamo gli allungamenti..e non voglio spiegarti il perchè...e poi quando a fine allenamento avevamo i piedi doloranti ci sedevamo per terra l'una di fronte all'altra, ci toglievamo le scarpette a vicenda e ce li massaggiavamo fino a quando tutti gli altri erano già usciti...ma dimmi come sta ti prego...”.
“Sta bene Rosi, vive da sola perchè con mio padre si sono separati dieci anni fa,
io sono la sua unica figlia e per i motivi che ben sai non le ho dato nemmeno mezzo nipotino”. A quella mia frase scoppiò a ridere:
“Sei una ragazza meravigliosa, e sono sicura che è orgogliosa di te...ma dimmi una cosa..come ha preso il fatto che a te piacciono le donne?”
“Sii felice e non permettere mai che nessuno ti giudichi per questo! Furono queste le sue parole, a differenza di mio padre che non mi rivolse la parola per un anno”.
“Sì bimba mia, il giudizio e lo stigma io e tua madre lo abbiamo vissuto sulla pelle.
Una mattina una nostra compagna entrò in camera e ci sorprese nude nello stesso
letto, lì per lì non ci preoccupammo, ma quella stupida andò a riferire tutto alla direttrice della scuola. Furono convocati i nostri genitori e da quel giorno per me e Paola cambiò tutto. I tuoi nonni la ritirarono dalla scuola di danza e le vietarono di vedermi, le scrissi alcune lettere ma non ricevetti mai una risposta. Seppi poi che andarono a vivere via da da Genova e di lei non ebbi mai più notizie.”
“Andarono a vivere ad Atene Rosi, mio nonno era un carabiniere e fu assegnato al servizio nella sede diplomatica italiana, mia madre dopo alcuni anni sposò un ragazzo greco, Yorgis, e dopo un anno naqui io”.
“Quindi lei vive ancora in Grecia..”
Non le risposi, mi limitai a sorriderle e presi dalla borsa il mio telefono, digitai un sms e attesi
la risposta.
“Cosa stai tramando tesoro..?”
“Ho appena scritto a mia madre che ho conosciuto la sua ex compagna di danza”.
Posai il telefono accanto a lei e dopo alcuni minuti arrivò la risposta:
“Vale ti prego, dimmi che è Rosalba..”
Presi il telefono e mostrai quel messaggio a Rosi...le si rigarono gli occhi di lacrime e iniziò a singhiozzare senza togliere lo sguardo da quel messaggio, a cui subito ne seguì un altro: “dille che voglio vederla, dimmi dov'è”.
E questa volta, avendo ancora il telefono in mano, fu Rosi a leggerlo, mi guardò e mi chiese di poterla accompagnare ad Atene il prima possibile..le sorrisi e le accarezzai il viso: “non c'è bisogno di andare ad Atene Rosi, la tua Paola abita a dieci minuti di macchina da qui, e se mi dai il permesso le mando il tuo indirizzo”.
“No aspetta, non vorrai mica che arrivi e mi trovi mezza nuda qui con te”.
“Hai ragione, le scrivo che la sua amica si è tramutata in una sacerdotessa di Saffo e mi tiene prigioniera nel suo budoir, e di attendere che mi liberi dalle sue spire..”
Scoppiò a ridere e mi tirò in testa il cuscino che le avevo messo sotto i piedi.
“Ma che scemina che sei..rivestiamoci dai..”
“Aspetta Rosi..” Mi guardò interrogativa, mi tolsi la ciabatta destra e le porsi il piede:
“Questo anellino è giusto che vada ad adornare il piede a cui era destinato..”
Mi sorrise, mi baciò il dorso, le dita, e nello stesso modo in cui me lo aveva infilato così
me lo sfilò.
Ci rivestimmo e dopo averla baciata un'ultima volta mandai a mia madre l'indirizzo della sua Rosalba. Uscii da quella casa e mi fermai dietro l'angolo del palazzo di fronte alla casa di Rosi solo per attendere di vedere mia madre scendere dall'auto e suonare alla porta della sua mai dimenticata ragazza. E felice come una ragazzina presi l'autobus per andare a riprendere lo scooter al parco di Nervi.
Kiki88
Ma non disdegno gli uomini, specialmente gli uomini sui 50-60 anni, come Cesare, il libraio poco distante da casa. E' da due anni che ha aperto la libreria ,ed essendo io una lettrice piuttosto assidua mi sono soffermata spesso tra i suoi libri. I primi tempi entravo, ci salutavamo e mi mettevo a curiosare tra gli scaffali, ma il più delle volte uscivo senza nemmeno un libro che avesse attirato la mia curiosità. Mese dopo mese con Cesare si era stabilita una reciproca simpatia. Sapeva che tra i miei generi preferiti ci fossero romanzi d'amore saffico e non mancava di farmi sapere se era uscito qualche libro relativo al tema. Alto 1,80, capelli corti rizzolati, un filo di barba appena cresciuta che teneva perennemente a quel livello, 60 anni circa, orse qualcosa oltre . Più entravamo in confidenza e più iniziavo a sentirmene attratta.
Aveva la consuetudine di offrire ai clienti il caffè o il tè, specie se erano donne, ed io ormai ero una presenza fissa al suo banco a sorseggiare un tè insieme a lui. Parlavamo di tutto, io della mia vita e lui della sua: sposato da trentacinque anni e nonno di due nipotini; aveva per sua moglie null'altro che amore fraterno, la loro passione si era spenta da anni. Lui credendomi esclusivamente lesbica si era sempre ben guardato dall'avere gli stessi ammiccamenti che aveva con le altre clienti e questo un po' mi irritava, me lo mangiavo con gli occhi, ma lui con me è come se tenesse il suo radar spento.
Così una sera, nel salutarlo prima di tornarmene a casa, presi il toro per le corna e gli posai un bacio sulle labbra, rimase di sale, gli feci l'occhiolino e girai i tacchi guadagnando l'uscita.
Appena rientrata in casa mi arrivò un suo sms:”Vale mi sono appena ripreso dal tuo bacio...ma già ne vorrei un altro”, sorrisi soddisfatta e gli risposi: “non devi far altro che salire da me”.
Suonò al citofono dopo dieci minuti, gli lasciai la porta d'ingresso socchiusa e me ne andai sotto la doccia:
“Vale sono qui...è permesso..?”
“Entra pure Cesare..sono sotto la doccia”
“Fai tranquilla”.
Spuntai dalla porta del bagno coperta solo da un asciugamano e gli tesi la mano per invitarlo a fare la doccia con me. Non se lo fece ripetere e in due minuti fummo sotto il getto caldo:
”Dio quanto sei bella..se solo l'avessi saputo prima che ti piacevano anche gli uomini”.
Iniziò ad insaponarmi a mani nude stando dietro di me, e mi sembrò di salire in paradiso, fece scivolare una sua mano nel solco delle mie natiche strofinandomi il suo membro già eretto contro una gamba...mi girai per guardarlo negli occhi e avvolsi il suo scettro duro e pulsante in una delle mani..lo baciai e restammo incollati a giocare con le nostre lingue...la sua mano dalla mia rosellina anale si posò sulla mia fica...iniziammo a masturbarci vicendevolmente, lo segavo mentre le sue dita mi roteavano sul clitoride...prima lenti, ascoltando il ritmo dei gemiti l'uno dell'altra, e poi in crescendo..diressi la sua cappella sulle mie grandi labbra e gli saltai tra le braccia allacciandomi a lui..mi appoggiò con la schiena al muro e iniziò a scoparmi come se non ci fosse stato un domani...dovetti chiedergli io di rallentare e di farmi toccare il paradiso..estrasse il suo destriero e dopo avermi riempito il viso di baci, tenendomi sempre in braccio raggiunse la mia camera e mi posò sul letto..si distese ad abbacciarmi le gambe e poi più giù, fino a sentire il suo respiro sui miei piedi, me li baciò entrambi per poi dedicare la sua bocca ad ognuna delle dita e a risalire lento fino al mio pube...divaricai le gambe, mi venne sopra e lo accolsi di nuovo in me...venni di lì a poco e Cesare quasi a seguire, con quel fiotto di sperma caldo dentro il mio ventre che prolungò l'onda del mio orgasmo.
Andammo avanti così per due mesi, sempre a casa mia o nel retro della libreria. Amavo farmi prendere da lui ma anche solo stargli abbracciata. Fu come un'improvvisa fame di testosterone che si univa alla sua dolcezza da uomo di altri tempi, un mix da cui ero totalmente presa.
La mia camera divenne la sua, lo divenne il mio letto, scopavamo ogni volta che glielo chiedevo, non fu mai lui a cercare me ma sempre il contrario, come se quelle attenzioni da parte di una donna gli mancassero da tanto, troppo tempo. Adorava essere cercato e sedotto, e mi fu lampante che sua moglie queste attenzioni non gliele riservava, e che di converso lui aveva smesso di cercare lei.
Dopo aver fatto l'amore rimanevamo a baciarci, ad accarezzarci, a chiacchierare di libri mille altre cose fino all'alba. Fu durante una di queste chiacchierate che saltò fuori l'argomento el rapporto con sua moglie, io ne ero incuriosita ma tentennavo nel toccare quel tema, adoravamo anche solo lo stare in silenzio a guardarci, ma quella notte lui lo percepii distante,u sul punto di dirmi qualcosa, distolse lo sguardo e la cosa mi lasciò stranita, come se una nuvola gli avesse attraversato l'anima. Gli accarezzai il viso e con un dito lo forzai dolcemente affinchè mi guardasse: “stavi per dirmi qualcosa” :
“Non ti sfugge niente eh?”.
“No Cesare, per me sei come un libro aperto..anzi un libraio aperto” aggiunsi nel tentativo di strappargli una risata, la fece stiracchiata e lo invitai a liberarsi del rospo:
“Ok ascolta Valeria, io amo mia moglie, lei è la mia vita e...”
“Cesare io questo lo so benissimo e penso che lei deve essere la tua priorità, per cui il giorno che non vorrai più fare sesso con me lo capirò e lo accetterò”.
“Vale scopare con te è meraviglioso, ma lo è stare in tua compagnia, a prescindere se si abbia voglia o no di fare sesso, e io non voglio rinunciare nè alla tua amicizia né a scopare con te tesoro mio”.
“Allora mi sfugge il senso della premessa sull'amore verso tua moglie..”
“Il fatto è che ho scoperto che ama guardare video di sesso tra donne, ho dato un'occhiata alla cronologia di uno dei browser che abbiamo sul pc e sono rimasto a bocca aperta, è stato come scoprire che la donna con cui ho condiviso la mia vita avesse una parte segreta e per me ignota...”
“Quindi fammi capire...spii tua moglie e hai scoperto che ha fantasie saffiche...anche io amo guardare video gay, mi eccitano da morire due ragazzotti che si succhiano il fringuello, non vedo dove sia il problema..hai anche in programma di leggerle di nascosto gli sms?”.
“Ma niente affatto bambina mia, anzi ne sono contento, permettimi però di esserne sorpreso, la conosco da quarantanni, l'ho sempre vista apatica, priva di interessi a parte i nostri nipoti, e mai mi ha fatto sospettare di avere inclinazioni verso il suo...vostro... sì insomma..verso la fica”.
“Cesare...a parte che “inclinazione” è un termine che andrebbe riservato giusto alla torre di Pisa o altre cose penzolanti, ha lo stesso sgradevole suono della parola “deviati”, eppure cazzo tu con le parole ci vivi, ne conosci il valore”.
“Ok tesoro mio hai ragione mi sto incasinando coi discorsi per cui te la metterò giù in maniera brutale...amo mia moglie e vorrei vederla felice, e se la sua felicità passasse anche nel godere per mano di una donna...beh mia splendida ragazza...io vorrei che questa donna fossi tu..”
“Cesare sono ad un passo dal raccogliere una scarpa dal pavimento e tirartela in testa, ma che cazzo...mi stai davvero chiedendo di portarmi a letto tua moglie solo perché guarda filmini lesbo? E se le avessi trovato nella cronologia siti di donne che scopano con neri africani avresti fatto amicizia con qualche ragazzotto senegalese o nigeriano per poi proporgli il giochino? Cristo santo Cesare mi sto chiedendo chi tu sia veramente..guarda fammi un favore, prendi la tua roba e sparisci...ORA!”.
Non ebbe la forza di aggiungere altro, era affranto e distrutto, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte mia, lo sentii chiudersi la porta alle spalle. Ma mi sentii tradita, fu come se davvero mi avesse usata per arrivare a quello: soddisfare le fantasie di sua moglie...e dando per scontato che io, solo perchè non insensibile alla bellezza femminile, gli avessi risposto: ”wow sì, non vedo l'ora di mettere la lingua tra le gambe di tua moglie”...e dando soprattutto per scontato che lei davvero lo volesse!
Non presi nemmeno sonno dal nervoso, mi misi il laptop sul letto e cercai di distrarmi dando un occhiata alle notifiche su Facebook. Una volta loggata detti una scorsa a quelle news, risposi ad un messaggio ma poi mi balenò l'idea di cercare almeno una foto della moglie di Cesare del quale conoscevo solo il nome: Rosalba, e quale miglior posto dove sperare di trovarne una se non sulla pagina di quel deficiente?
Non avevo mai guardato l'archivio delle sue foto private, mi limitai ad accettare la sua amicizia quando ero solo una cliente, ma tutto ciò che postava era inerente alla sua libreria, e quindi immagini di libri, sconti e promozioni di questo o quel titolo, ma nessuna foto di componenti della sua famiglia; né dei figli o dei nipotini né tanto meno di Rosalba. Mi venne in mente di guardare tra le sue amicizie e finalmente feci bingo: Rosalba C., la foto di due bambini come immagine del profilo e una frase sulle note biografiche: “Nonna di due splendidi nipotini”, la città in cui vive e l'anno di nascita: 1960.
Cliccai, andai subito al suo archivio foto e rimasi di sasso quando vidi il suo viso: una cascata di capelli color argento fin sulle spalle, occhi verdi, sopracciglia nere e un filo di rossetto; era praticamente la fotocopia di Emmylou Harris, una cantautrice americana per cui ho un debole musicale e che ho sempre trovato di una bellezza mozzafiato.
Rimasi incantata nel guardare le sue foto: foto di lei con i due nipoti, una con i figli e un'altra con Cesare, una solo del suo viso in primo piano, ma mi bastò quella per convincermi a conoscerla di persona. Fui per un attimo tentata di chiamare Cesare ma scacciai quell'idea immediatamente; la delusione e l'incazzatura con lui non l'avevo ancora sbollita.
Curiosai tra i suoi post, perlomeno quei pochi che potevo leggere non avendola tra le amicizie: ricette, sue personali recensioni su libri letti. Guardai sui gruppi a cui aveva messo un “mi piace” e non vidi altro che gruppi di ricette, uno di poesie e opere letterarie chiamato “Parole di Carta”, ma fu trovare “Carol” tra i suoi film preferiti che mi suscitò un sorriso; ho sempre amato quella storia d'amore tra una matura signora dell'alta borghesia americana e una giovane commessa dei grandi magazzini.
Decisi lasciarle un messaggio in privato su Messengers:
“Mai mi sarei aspettata che tu fossi così bella, ciao e perdona l'intrusione.”
Feci log off e alle 5 del mattino finalmente mi addormentai.
Dormii fino a mezzogiorno, svegliata solo a causa delle campane della chiesa vicina.
La prima cosa che feci fu il log in su FB, e vidi due segni di news ricevute, una sulla chat e l'altra su notifiche, cliccai pima su quest'ultima e con gioia scoprii che era una richiesta di amicizia da parte di Rosalba C....a quel punto fui certa che il messaggio in chat sarebbe stato il suo, così fu. Ed era pure online:
”Cara Valeria grazie del complimento, ma la tua aspettativa era dovuta a cosa?”
Andai in difficoltà di fronte a quella domanda ma a quel punto dovevo inventarmi qualcosa:
“Sono una cliente di tuo marito e chiacchierando con lui è capitato che mi parlasse di te”.
Mi resi subito conto che non fu il messaggio più felice ma ormai mi ero incartata tirando in ballo suo marito quando invece avrei dovuto cancellarlo dalla mente.
“E' davvero bizzarro che a casa con me fatichi quasi a parlare ma sono poi oggetto di conversazione con i clienti, e cosa ti ha raccontato di me?”
Ero in panico, mi sentivo come doveva essersi sentito Cesare dopo la mia sfuriata notturna e mi sarei aspettata da lei un vaffanculo da lì a poco, avrei dovuto trovare modo di raddrizzare quella conversazione:
“Mi ha detto al tuo riguardo solo cose belle e ho letto in lui un amore profondo verso di te”
Inviai e incrociai le dita.
“Sì sono sicura che Cesare mi adora ma è così assorbito dalla libreria che ogni tanto si dimentica di avere una moglie, e non ti nascondo che ho pure pensato che mi metta qualche cornino...sto guardando le tue foto, vedo che sei una bellissima ragazza e credo che tu possa rientrare nel suo target :-)”
Mentii spudoratamente:
“La sottoscritta no di certo Rosalba, Cesare sa benissimo che gli uomini mi sono indifferenti“
Vidi i puntini della sua chat muoversi ma poi bloccarsi come se stesse ben ponderando la risposta:
“Sai cara Valeria, ti capisco benissimo, io stessa in gioventù avevo il tuo stesso pensiero riguardo gli uomini, ma poi mi sono innamorata del tuo libraio, sono arrivati i figli, quindi due nipoti, e ora eccomi qua, con i miei capelli bianchi e molte nostalgie che però vivono nella parte più segreta di me”.
Sì, a quel punto la conversazione era raddrizzata, e anche oltre ogni mia previsioni viste e premesse disastrose con cui l'avevo iniziata. Avei voluto mettermi in ginocchio supplicandola di svelarmi quale fosse la sua parte più segreta, ma non ce ne fu bisogno perchè a poco a poco fu lei stessa ad aprirsi come un fiore:
”Ti chiederai quali segreti possa mai avere una donna alla mia età..beh è qualcosa che vissi intensamente quando ero poco più che adolescente...però tesoro mio di queste cose mi piacerebbe parlarne vedendo la persona con cui sto scrivendo..”
In quello stesso momento mi arrivò la sua richiesta di video chiamata, che ovvìamente accettai.
Si aprì il quadro del video e faticai a trattenere un “oh” di meraviglia; la bellezza del suo viso, i capelli raccolti da un fermaglio nero e il suo sorriso mi lasciarono per un attimo muta, e fu lei a rompere il ghiaccio:
“Sai cara Valeria, dopo aver visto le tue foto sul tuo profilo mi ricordavi qualcuno, e ora cheti vedo ti riconosco, sei la ragazza che ogni sabato mattina legge su una panchina del parco di Nervi”.
Mi colpì molto quella frase, le sorrisi ma dentro mi sentii sciogliere per quella lusinga, sapere che lei mi notasse ogni sabato mi mandò su una nuvola.
“Sì Rosalba, al sabato ho quest'abitudine e ora che so essere pure la tua alzerò lo sguardo er cercarti”
Le si illuminò il viso.
“Cercami in mezzo a due o tre donne più o meno mie coetanee tutte con nipotini al
seguito e mi troverai”.
“Lo farò di sicuro Rosalba, già da domani visto che oggi è venerdì”
“Chiamami Rosi..un bacio e a domani tesoro”
Chiuse la video chiamata quasi all'improvviso e non ebbi tempo di salutarla ma il mio ensiero fu già rivolto all'indomani.
Nel frattempo mi arrivò un sms, era di Cesare: “sono stato un idiota, ti prego di scusarmi”.
Gli risposi che non ci pensavo già più e gli dissi che sarei passata presto in libreria, chiudendo il messagggio con l'emoticon del bacio.
Quel sabato mattina mi alzai presto, feci una bella doccia e tornai in camera per vestirmi, aprii l'armadio cercando l'abito più carino tra i pochi che avevo. Scelsi quello di cotone bianco on gonna al ginocchio, presi dalla scarpiera un paìo di sandali tacco 8 e mi sedetti poi davanti allo specchio. Mi spazzolai i capelli, mi misi un filo di rossetto e un tocco di eyeliner.
Non ricordai l''ultima volta che ebbi tanta cura nel vestirmi, di sicuro per un incontro galante, e no di certo quando mi vedevo con Cesare. Per di più al parco io andavo in jeans, una t-shirt, ma quella mattina volevo essere bella per quella donna dell'età di mia madre.
Uscii di casa, presi lo scooter e andai in direzione Nervi. Posteggiai nei pressi dell'ingresso del parco ed entrai dirigendomi verso la solita panchina vicina al roseto. Una volta seduta iniziai a guardarmi in giro, ma a parte due signori intenti alla lettura di quotidiani e due giovani donne con passeggini non vidi nessun altro. Passarono solo alcuni minuti e due mani si posarono sui miei occhi, mi voltai ed era lei, da sola, i suoi capelli color argento sciolti sulle spalle ed il suo sorriso, un abito a stampe floreali, longilinea come una ex mannequin, era di una bellezza che mi mozzò il fiato, ma ritrovai subito la favella:
“I tuoi nipoti Rosi?”
”Li ho sbolognati ai miei figli e mi sono concessa un sabato di libertà...e tu, niente libro?”
”No nessun libro, mi sono concessa un sabato di libertà anche io”, le dissi sorridendo.
Si sedette accanto a me riprendendo da un argomento che aveva lasciato in sospeso, e su cui io, per delicatezza, non sarei tornata:
”L'altra sera tesoro mio ti ho accennato ai miei pensieri segreti...ti ricordi?”
La guardai fingendo un'espressione di interrogativa sorpresa;
”Fin da ragazza ho sempre sentito una forte attrazione per le donne, e ricordo con infinita nostalgia la mia storia d'amore con una compagna di danza classica”.
Il dado era tratto, ma finsi disinteresse per quella confessione:
“Dalla linea della tua corporatura immaginavo che tu fossi stata una modella o
una donna che legava il suo corpo a qualcosa legato all'arte, e poi la danza classica, che meraviglia..pliès..dèvellopès..grand fouettè en tournant..arabesques..”.
Mi guardò sorridente e allo stesso tempo meravigliata:
“Hai fatto danza anche tu Valeria?”
“Mia mamma Rosi, quando ero piccola provò a farmene innamorare insegnandomi
qualche passo, ma senza successo”.
”Negli anni '80 in questo parco danzavo ogni estate quando c'era il festival del balletto, questo luogo è un pezzo di me...ero una brava ballerina sai?” Accompagnando quest'affermazione con un sorriso e sollevando le sue gambe dritte. Solo in quel momento mi caddero gli occhi sui suoi piedi; sandali bassi, le unghie smaltate color madreperla; mi guardò, abbassò le gambe e inaspettatamente mi accarezzò su una guancia:
“Vivo per i miei nipoti, ma sono una donna prima di essere una nonna, vivo di desideri e ho fantasie come ciascuno di noi, queste ultime hanno molto di nostalgico, e in tutta verità vorrei rivivere davvero quelle emozioni”.
Le presi una mano e me la portai alle labbra, le baciai il dorso, il palmo e ognuna delle dita senza smettere di guardarla negli occhi, accennò un sorriso per poi lanciare uno sguardo intorno, come ad assicurarsi che nessuno ci stesse cogliendo intente in quell'effusione che me venne spontanea, per lei un po' oltre la soglia in un luogo pubblico.
La ritrasse delicatamente e mi guardò:
”E' quasi ora di pranzo, Cesare sarà di ritorno stasera, ti va di mangiare qualcosa da me?”
Nell'accettare faticai a nascondere la gioia che provavo, ci alzammo e camminando l'una di fianco all'altra raggiungemmo la sua macchina. Durante quel breve tragitto mi trattenni anche dal prenderla per mano, volevo stare entro la soglia da lei stabilita, come se temessi di rompere un cristallo pregiato. Impiegammo venti minuti per arrivare a casa sua e di Cesare. Li trascorremmo ascoltando i Manatthan Transfer, che lei mi disse di adorare.
Le parlai di me e del mio lavoro in università. Del mio orientamento sessuale già sapeva, evitai quindi di toccare l'argomento, sarebbe suonato forzato e l'avrebbe percepito come se avessi un'aspettativa dallo stare in sua compagnia, mi limitai a dirle che ero single, si voltò sorridendo:
“Devi essere una ragazza dai gusti difficili”.
Le accarezzai il viso:
“E' che ho il difetto di innamorarmi delle persone inarrivabili, deve essere il mio karma”.
Reclinò la testa come se volesse trattenere la mia mano con la spalla, e fu lei questa volta a sfiorarmela con le labbra, fui sul punto di baciarla, e glielo lessi negli occhi di quanto anche lei non ne vedesse l'ora. Eravamo davanti a casa, spense il motore e scendemmo dall'auto per varcare il portone. Salimmo solo due gradini essendo la loro casa al piano terra; Cesare mi arlava spesso di quanto amasse leggere in giardino, ed ero curiosa di vederlo questo piccolo eden.
Appena entrate mi disse che sarebbe andata a mettersi in libertà.
Ne approfittai per curiosare mentre con la coda dell'occhio la vidi salire le scale per dirigersi in camera. Mi soffermai davanti alla vetrata che dava sul giardino, ampio quanto bastava a due persone di essere goduto stando ognuno per proprio conto, giocattoli sparsi sul prato e una sedia di vimini sotto ad un albero di fichi. Voltai le spalle al giardino e notai la libreria nella sala attigua, entrai e curiosai tra quei testi, fu in quell'istante che mi accorsi della presenza di Rosalba dietro di me, mi cinse per la vita, il suo respiro sul mio collo a cui fece seguire un bacio, e mai in vita mia sentii un brivido così intenso..socchiusi gli occhi e lasciai a lei condurre la danza.
Mi abbassò le spalline scoprendomi il seno, i miei bottoncini turgidi furono subito preda delle sue dita, la sentivo ansimare mentre le sue labbra, dal collo, si dedicavano ad afferrarmi prima un lobo e poi l'altro..una sua mano scivolò sotto la mia gonna fermandosi sul bordo superiore elle mie mutandine, e lì iniziai io ad avere il respiro corto, le sue dita varcarono quel confine e la sentii esclamare un ”oh” di meraviglia quando scoprì che ero rasata, ed ero anche bagnata oltre modo..mi voltai verso di lei, indossava una vestaglia semi trasparente e sotto niente altro.
Mi prese per mano e salimmo in camera, entrambe senza dirci una parola perchè già sapevamo essere scritto quello che stava accadendo, forse fin da quella video chiamata.
Mi slacciò il vestito che cadde ai miei piedi e mi fece stendere sul letto, sciolse la sua vestaglia... nuda e sottile come un giunco..non vedevo l'ora di averla tra le braccia..si chinò invece sui miei piedi e mi slacciò i sandali, li lasciò cadere a terra e sentii il calore del suo viso sulle mie piante nude...le sue labbra posarsi con la leggerezza di una farfalla su ognuna delle
mie dita e poi salire con i suoi baci lungo le coscie...posò un bacio sulle mie labbra vaginali ma volò subito oltre, e salì fino a distendersi accanto a me..iniziammo a baciarci e ad accarezzarci...le passai le dita sugli occhi umidi e le baciai le palpebre per poi tornare a cercare la sua bocca... la sua lingua accarezzare la mia... ad intrecciarle e a rincorrersi 'una nella bocca dell'altra scambiandoci fili di saliva...allungammo entrambe una mano sul fiore dell'altra iniziando ad unire all'emozione che stavamo provando anche la voglia di godere insieme...incontrai sulla punta dei polpastrelli il suo ciuffo di peli, ci giocai per un attimo tanto mi parve soffice...staccai le mie labbra dalle sue e, guardandoci negli occhi, spingemmo le nostre dita...ci penetrammo a vicenda...dolcemente..estrassi le dita dalla sua fica per inumidirle di saliva senza staccare i miei occhi dai suoi e tornai a donarle il paradiso...ondate di piacere che grazie alle sue io ero sul punto di raggiungere....rallentammo e fu lei ad estrarre le sue dita e ad assaggiare il mio sapore...mi sorrise:
“Mi ero dimenticata di quanto fosse buono il sapore di un'altra donna..il tuo poi mi ricorda il sedano”. Le sorrisi sussurrandole sulle labbra che forse dipendeva dal fatto di essere vegetariana.
Ci mettemmo in ginocchio sul letto, l'una di fronte all'altra, riprendemmo a masturbarci e baciarci...non avrei mai smesso di baciare ogni angolo del suo viso diafano e di intrecciare la mia lingua alla sua...aumentammo il ritmo delle nostre dita e mi strinse a sé quando la colse il primo orgasmo..appoggiò la sua bocca su una mia spalla segnandomela con gli incisivi e continuò a mulinare le sue dita dentro di me...tornò a baciarmi e venni gemendole sulle labbra.
Rimanemmo abbracciate e a scambiarci baci e carezze. Mi sollevò il mento e mi guardò:
“E' stato meraviglioso tesoro mio, e tu sei un angelo caduto dal cielo”.
”Tu sei invece un cristallo prezioso Rosi, e non riesco ancora a credere di essere tra le tue braccia”.
Ci alzammo dal letto, mi passò una vestaglia dall'armadio e un paio di ciabatte di raso, dopo di che, essendo passate le 13 andammo in cucina a prepararci qualcosa per pranzo.
Aprì il frigo e mi passò dei fiori di zucchine, mi allacciò un grembiule e dopo avermi dato un bacio sul collo e una strizzata su una natica mi disse di preparare la pastella mentre lei avrebbe messo a bollire un po' d'acqua per una pasta. Prese un vasetto di pesto e me lo mostrò orgogliosa:
“Fatto con le mie manine tesoro, e senza frullatore”. Indicando con lo sguardo un mortaio in marmo.
Aprì il vasetto e dopo averci messo un dito dentro lo tirò fuori colmo di quella crema verde, venne davanti a me e sorridendo me lo portò alla bocca..lo avvolsi tra le labbra quel polpastrello e me lo tenne in bocca anche quando glielo ripulii; le piaceva giocare con me, e a poco a poco della donna algida e distaccata raccontatami da Cesare non vi era più traccia, semmai che di questa creatura meravigliosa la descrizione fatta da suo marito dovesse essere presa per buona.
Quel pesto era semplicemente divino, e bastò la mia espressione a dargliene conferma.
Tolse il dito dalla mia bocca e senza smettere di guardarmi se lo mise nella sua.
Dovevo ancora preparare la pastella, mi indicò lo sportello della credenza dove prendere la farina e mi misi al lavoro. Le piaceva guardarmi, il suo compito di mettere su una pentola d'acqua d'altronde lo aveva già assolto, e questo le permetteva di focalizzare le sue attenzioni su di me e sulle mie mani inzaccherate di acqua e farina. Venne dietro di me unendo le sue mani alle mie,
e di nuovo il suo respiro sul collo, mi scostò i capelli e ci posò un bacio, sentii la punta del suo naso annusarmi e il suo corpo aderire al mio...si tolse una ciabatta e con la pianta del suo piede mi accarezzò una caviglia:
“Rosi..così però sarà difficile mettere i fiori a friggere..” le scappò una risata e si giustificò sussurrandomi che mai si era sentita così. Smisi di trafficare con fiori e pastella e mi voltai a guardarla: “anche io non mi sono mai sentita così, e vorrei che questo sabato meraviglioso non finisse più..” Ci baciammo e mi strinse a se: “questo è solo il nostro primo giorno bimba mia, di questo sono sicura...dai rimettiamoci al lavoro”. Detto questo mi accarezzò una guancia sporcandomela di pastella e ridendo come una ragazzina dispettosa. L'acqua in pentola nel frattempo iniziò a bollire e lei buttò la pasta. I fiori di zucchine erano ormai dentro la pastella, e a me non restò che versare l'olio in padella.
Ci sedemmo finalmente a mangiare tenendoci per mano come due fidanzate, ma non lo
eravamo purtroppo. Dentro di me sapevo di essere in “crush” totale e quasi e quasi irreversibile per questa donna così affascinante, ma era sposata, aveva due nipoti a cui dedicare ogni momento libero. Che posto avrei potuto avere nella sua vita?
“Che espressione pensierosa che hai tesoro...qualcosa non va?”
“Ho solo paura di svegliarmi da questo sogno Rosi..”
“..e quindi pensi che io sia l'ennesima persona inarrivabile che appare nella tua vita per poi scomparire...e questo solo perchè la mia vita è già inquadrata e definita da decenni, è questo che pensi, vero? ”
Le sorrisi:
“Sai leggermi i pensieri..”
Posò la forchetta mi prese anche l'altra mano:
“Ascoltami Vale, io stessa da quando ci siamo incontrate stamattina al parco non faccio altro che chiedermi che futuro potrebbe avere una relazione con una ragazza che potrebbe essere mia figlia, ma non voglio pensarci, l'unica cosa che vorrei, e te lo dico con il cuore in mano, è che tu dalla mia vita non debba uscirne tesoro mio...non fino a quando lo vorrai tu almeno”. Mi si illuminò il viso, mi baciò le mani e se le pose sulle guance per poi sorridermi:
“Seguimi, voglio fare una cosa”. Ci alzammo da tavola e la seguii tenendole la mano.
Aprì la porta a vetri, attraversammo il giardino e dietro al fico vidi una porticina di legno, allungò una mano nella cavità del muro e tirò fuori una chiave:
“Questa è la mia isola segreta, neanche Cesare ha mai osato entrarci”
Entrai dopo di lei ed ebbi subito l'impressione che invece fosse quello il luogo dove Cesare mi disse di avere scoperto i “video di sesso tra donne” che amava guardare sua moglie. C'era una scrivania con un pc, una piccola libreria, un bellissimo e grande divano, dei bellissimi disegni a carboncino sulle pareti raffiguranti due bambini, altri dei volti femminili e un cavalletto da pittore. Feci 1+1:
”Quindi i disegni sono i tuoi Rosi?”
“Sì tesoro mio, e ora voglio farne uno a te se avrai la pazienza di stare distesa sul divano una mezzoretta”.
Accettai con gioia di farle da modella, le chiesi solo in che posizione avrebbe voluto ritrarmi:
“Conosci il dipinto di Manet ”Olympia”?
”Purtroppo no, ma sono pronta ad essere la tua Olympia” le dissi ridendo.
“Devi solo toglierti la vestaglia e distenderti sul divano”
Eseguii le sue indicazioni...e poi mi eccitava da morire stare nuda davanti a lei.
Si sedette al cavalletto ed estrasse un foglio da una risma che stava lì sotto, fu sul punto di iniziare ma si bloccò, qualcosa non le quadrava. Si alzò e venne a togliermi le ciabatte con una delicatezza che aumentò la mia eccitazione:
“Manet ritrasse la sua modella nuda ma lasciandole calzare due zoccoletti, evidentemente Olympia non aveva piedi belli come i tuoi”.
Quando ascoltai queste parole il mio cuore andò tra le rose; finalmente una donna a cui iacevano i piedi femminili. Ebbi in quel momento la conferma che veramente Rosalba era per me un cristallo, non solo pregiato, ma raro! Stetti in quella posizione il tempo da lei richiesto, fino a quando, guardandomi e sorridendo esclamò: “et voilà mon Olympià”.
Venne accanto a me, me lo mostrò e rimasi di stucco quando vidi che aveva ritratto solo il mio volto. La guardai:
“Mi hai fatto mettere nuda e mi hai tolto le ciabatte solo per ritrarmi il volto?”
Seppe subito come scacciarmi via quella piccola delusione:
”E' che adoro vederti nuda tesoro mio...e pure scalza..”
Si sciolse la vestaglia e si sedette sul lato del divano opposto al mio...mi sollevò le caviglie portandosele all'altezza del viso e sentii la punta del suo naso percorrere ogni centimetro delle mie piante..le sue labbra ad avvolgermi le dita e la sua lingua tra ognuna di esse, ed io ero in un lago: stava facendo a me quello che io sognavo di fare a lei, ma resistetti dal chiederle di armi i suoi piedi, non volevo spezzare quel momento, quello che più desideravo era lasciarla fare, farmi esplorare da lei e farmi assaporare da lei in ogni angolo che lei volesse.
Si staccò dai miei piedi gocciolanti della sua saliva e si distese accanto a me, mi baciò le labbra e le nostre lingue si intrecciarono di nuovo, il sapore dei miei piedi sulla sua bocca mi mandò in estasi. Ero totalmente sua, ma ora bruciavo dalla voglia di assaggiare lei.
Le baciai i seni prendendole poi un capezzolo tra le labbra e strizzandole l'altro tra pollice e indice...una sua mano tra i miei capelli mentre la mia testa scese sul suo ventre piatto, le baciai e leccai l'ombelico e poi più giù...il suo vello grigio cenere imperlato di rugiada fu qualcosa di nuovo...mi ci solleticai mento e labbra e mi inebriai di quel profumo...ma fu di tutto l'arcobaleno dei suoi odori che volevo riempirmi narici e cervello...scesi lungo le sue gambe, gliele abbracciai e finalmente portai i suoi piedi vicino al viso...mi bastò guardarglieli per riprendere a gocciolare: leggermente screpolati i talloni, ma che trovai attraenti forse ancora di più proprio per questo, e poi quelle dita lunghe e affusolate, ma la mia eccitazione crebbe non appena iniziai a sfiorarglieli con la punta del naso..le annusai ognuna delle dita lasciando che fosse poi la mia lingua a farmi sentire quel sapore meraviglioso.
Ci guardammo e mi chiese di offrirle il mio fiore..mi misi sopra di lei sedendomi quasi sul suo viso e mi allargò le natiche, ma la sua lingua non cercò subito la mia vagina, iniziò invece a giocare intorno alla mia rosellina anale con un dito cercando poi di forzarne l'ingresso, d'istinto mi ritrassi; era una cosa nuova per me, e lei accorgendosi del mio disagio non insistette, dedicandosi a passarmi la lingua sulla mia micia nuda...ed io posando le mie labbra sulla sua..le scostai i peli che le adornavano le grandi labbra e l'assaggiai, lasciando che la mia lingua l'aprisse come un fiore...muovevamo le nostre lingue in perfetta sincronia come due spatoline impazzite tra le piccole labbra e i nostri clitoridi...e ci regalammo il nostro secondo orgasmo, a cui seguirono baci, coccole...e le parole che solo due innamorate possono regalarsi.
Ma volevo farle un altro regalo...le presi una mano e la guidai tra le mie natiche, mi guardò:
“Davvero lo vuoi tesoro mio?”
“Da te e solo da te..sì”.
Sentii l'indice di una sua mano roteare dolcemente sull'ano e quindi entrarci con il polpastrello...mi morsi le labbra e spinsi io stessa per incoraggiarla..e così fece fino a penetrarmi con tutto il dito..mi chinai sua sua bocca afferrando le sue labbra tra le mie, e sentendo il mio retto rilassarsi iniziò a rotearlo dolcemente e a stimolarmi il clitoride con il pollice...e quel piccolo dolore iniziale si tramutò in un piacere così intenso che mi fece squirtare per la prima volta in vita mia, reazione quest'ultima provocatami anche dalla gioia di essermi donata a lei lì dove non mi ero mai fatta sfiorare da nessun altro.
Volle essere lei stessa a rimettermi la vestaglia, feci per infilarmi le mie ciabatte ma mi fermò, aprì un cassetto e tirò fuori una scatolina di raso blu che custodiva un anellino d'argento, e mi si inumidirono gli occhi all'istante non appena realizzai l'importanza di quel gesto..si mise l'anellino tra le labbra, mi prese il piede destro, se lo portò alla bocca, mi baciò le dita e me lo infilò sul dito a fianco dell'alluce:
“Quando avevo diciassette anni lo promisi ad una ragazza speciale, ora quella ragazza speciale sei tu”.
Avrei voluto chiederle di più di quella ragazza che tanto amò, ma quel momento di così intima dolcezza tra me e lei lo volevo vivere senza evocare amori sepolti.
Fu lei stessa a rimettermi le ciabatte, si alzò e mi chiese di sedermi con lei al pc:
“Qui c'è un'altra mia isoletta segreta tesoro”.
Aprì il browser e dalla cronologia spuntarono una serie di titoli di film a tema saffico che io stessa conoscevo e amavo molto: lo struggente e bellissimo “Snapshots“,“A Perfect Ending” con la bellissima Jessica Clark, e poi “Eena Undone”, e ovviamente “Carol”, film quest'ultimo che lei menzionava sulla sua pagina Facebook.
La guardai sorridendo: “Rosi li conosco e li adoro anche io”.
E questi erano i “video di sesso tra donne” così rozzamente definiti da Cesare,
e che altro non erano se non stupende storie d'amore.
“Ne sono felice tesoro, ora che so che ti piace guardarli, se ti va un giorno ne vedremo qualcuno insieme..ti va ora di vedere qualcosa di personale?”
“Certo che sì Rosi”
Aprì una cartella piena di foto, molte delle quali in bianco e nero che la ritraevano ancora bambina in tutù da ballerina. Ma fu un'altra foto poco più sotto ad attirare la mia attenzione, mi era familiare e le chiesi di ingrandirla..e riconobbi la foto che mia madre teneva in un suo vecchio album.
“Lei è Paola tesoro, la ragazza a cui promisi l'anellino che ti ho appena regalato”.
Mi si fermò il cuore, e dopo aver ripreso il fiato le dissi il cognome, mi guardò stupefatta e mi chiese come la conoscessi, se sapessi dove abita e che le avrebbe fatto un piacere immenso poterla rivedere.
Le presi la mano e la guardai, e mi scese una lacrima:
“Rosi...quella ragazza è mia mamma”.
E questa volta fu lei a rimanere senza fiato e parole. Chiuse gli occhi e si afferrò a me, come se quella rivelazione l'avesse scossa fino a farle quasi venire un capogiro, mi chiese di aiutarla a stendersi sul divano e le misi un cuscino sotto i piedi. Ero preoccupata, e mi pentii subito di averglielo detto in quel modo così brutale, ma lo shock che provai nel sapere che la ragazza di
cui era innamorata fosse mia madre non mi fece uscire altre parole se non quella frase che per lei fu come una frustata.
Una volta distesa aprì gli occhi, mi guardò e mi accarezzò il viso:
“Il destino a volte fa scherzi davvero strani mia dolce Valeria, mi sono innamorata della figlia della ragazza di cui mi innamorai a diciassette anni“
Le sorrisi e mi distesi accanto a lei abbracciandomela stretta:
“Io credo più al fato Rosi, e se per arrivare a lei hai incontrato me, è il fato che dovremmo ringraziare. Certo, se io stamattina dopo aver saputo che tu facevi danza ti avessi detto che pure mia madre da ragazza faceva danza classica...”mi interruppe:
“Ma tu questo me lo hai detto tesoro, mi hai pure elencato il nome di alcuni passi, e solo a quel punto avrei dovuto chiedere come si chiamasse tua madre..e ti avrei
chiesto di lei..evitando di coinvolgerti in...”
“..coinvolgermi in cosa...in questa emozione che ci siamo regalate io e te oggi...?”
“Sì hai ragione bimba mia, a pensarci bene è meglio averlo saputo adesso, fare l'amore con te è stata la seconda emozione più grande della mia vita a livello sessuale ed emotivo..”
“Sono quasi sicura che non ti stai riferendo a Cesare..”
“Ma per carità tesoro mio, il libraio mi ha dato due figli. Stop. Vuoi davvero sapere chi mi ha regalato le prime e mai più provate emozioni sessuali ed emotive o ci arrivi da sola..?”
“Beh sì, a questo punto posso benissimo immaginare..eravate molto innamorate?”
“Quella parola è riduttiva per definire il legame tra me e tua madre tesoro mio, eravamo inseparabili; durante i tour dormivamo nella stessa camera e facevamo le prove di danza nella sala insieme al resto del gruppo e al maestro, ma eravamo sempre incollate, alla sbarra davanti allo specchio non smettevamo di guardarci, di sorriderci, soprattutto quando facevamo gli allungamenti..e non voglio spiegarti il perchè...e poi quando a fine allenamento avevamo i piedi doloranti ci sedevamo per terra l'una di fronte all'altra, ci toglievamo le scarpette a vicenda e ce li massaggiavamo fino a quando tutti gli altri erano già usciti...ma dimmi come sta ti prego...”.
“Sta bene Rosi, vive da sola perchè con mio padre si sono separati dieci anni fa,
io sono la sua unica figlia e per i motivi che ben sai non le ho dato nemmeno mezzo nipotino”. A quella mia frase scoppiò a ridere:
“Sei una ragazza meravigliosa, e sono sicura che è orgogliosa di te...ma dimmi una cosa..come ha preso il fatto che a te piacciono le donne?”
“Sii felice e non permettere mai che nessuno ti giudichi per questo! Furono queste le sue parole, a differenza di mio padre che non mi rivolse la parola per un anno”.
“Sì bimba mia, il giudizio e lo stigma io e tua madre lo abbiamo vissuto sulla pelle.
Una mattina una nostra compagna entrò in camera e ci sorprese nude nello stesso
letto, lì per lì non ci preoccupammo, ma quella stupida andò a riferire tutto alla direttrice della scuola. Furono convocati i nostri genitori e da quel giorno per me e Paola cambiò tutto. I tuoi nonni la ritirarono dalla scuola di danza e le vietarono di vedermi, le scrissi alcune lettere ma non ricevetti mai una risposta. Seppi poi che andarono a vivere via da da Genova e di lei non ebbi mai più notizie.”
“Andarono a vivere ad Atene Rosi, mio nonno era un carabiniere e fu assegnato al servizio nella sede diplomatica italiana, mia madre dopo alcuni anni sposò un ragazzo greco, Yorgis, e dopo un anno naqui io”.
“Quindi lei vive ancora in Grecia..”
Non le risposi, mi limitai a sorriderle e presi dalla borsa il mio telefono, digitai un sms e attesi
la risposta.
“Cosa stai tramando tesoro..?”
“Ho appena scritto a mia madre che ho conosciuto la sua ex compagna di danza”.
Posai il telefono accanto a lei e dopo alcuni minuti arrivò la risposta:
“Vale ti prego, dimmi che è Rosalba..”
Presi il telefono e mostrai quel messaggio a Rosi...le si rigarono gli occhi di lacrime e iniziò a singhiozzare senza togliere lo sguardo da quel messaggio, a cui subito ne seguì un altro: “dille che voglio vederla, dimmi dov'è”.
E questa volta, avendo ancora il telefono in mano, fu Rosi a leggerlo, mi guardò e mi chiese di poterla accompagnare ad Atene il prima possibile..le sorrisi e le accarezzai il viso: “non c'è bisogno di andare ad Atene Rosi, la tua Paola abita a dieci minuti di macchina da qui, e se mi dai il permesso le mando il tuo indirizzo”.
“No aspetta, non vorrai mica che arrivi e mi trovi mezza nuda qui con te”.
“Hai ragione, le scrivo che la sua amica si è tramutata in una sacerdotessa di Saffo e mi tiene prigioniera nel suo budoir, e di attendere che mi liberi dalle sue spire..”
Scoppiò a ridere e mi tirò in testa il cuscino che le avevo messo sotto i piedi.
“Ma che scemina che sei..rivestiamoci dai..”
“Aspetta Rosi..” Mi guardò interrogativa, mi tolsi la ciabatta destra e le porsi il piede:
“Questo anellino è giusto che vada ad adornare il piede a cui era destinato..”
Mi sorrise, mi baciò il dorso, le dita, e nello stesso modo in cui me lo aveva infilato così
me lo sfilò.
Ci rivestimmo e dopo averla baciata un'ultima volta mandai a mia madre l'indirizzo della sua Rosalba. Uscii da quella casa e mi fermai dietro l'angolo del palazzo di fronte alla casa di Rosi solo per attendere di vedere mia madre scendere dall'auto e suonare alla porta della sua mai dimenticata ragazza. E felice come una ragazzina presi l'autobus per andare a riprendere lo scooter al parco di Nervi.
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