Per lei
di
Troy2a
genere
tradimenti
Per lei by fiumara - racconti erotici cuckold
Era un sabato, come tanti e tanti altri.
La serata si preannunciava allegra: avevamo organizzato una cenetta con una coppia amica.
Venite da noi, dai! ci avevano invitato prima facciamo bisboccia e poi concludiamo come sappiamo fare. Sono mesi che non scopo tua moglie e altrettanto tu la mia.
Avevamo accettato e proposto di portare con noi un comune amico, già compagno di giochi a cinque in diverse occasioni, avevano accettato entusiasti.
OK! - Dissi - lo chiamo io, allora.
Lo feci subito, ma con voce volutamente atona, mi disse di avere degli impegni. Lo conoscevo da tanto per non leggervi qualcosa di strano. Non indagai, non ce ne fu bisogno:
A pomeriggio vengo a prendere un caffè da voi! chiuse la comunicazione.
Subito informai della cosa laltra coppia, che mi fece capire che sospettavano della cosa.
Nel pomeriggio arrivò da noi: saluti normali, ma affettuosi, ergo: il problema non è con noi.
Allora stasera vi divertite?
E tu?
Io Beh, penso che starò un po a casa, sono stanco.
E gli impegni che avevi?
Ah, quelli. No, non ci vado In realtà non ho niente da fare, ma ho avuto uno scazzo con quei due e devo ancora digerirlo.
Mia moglie restava lì, muta, ma per me era come se dicesse tutto. Leggevo nei suoi occhi la delusione: lui non era un tipo qualsiasi, un amico come gli altri. Con lui aveva una complicità totale, provava amicizia, affetto e, penso, anche qualcosa in più che si ostinava a negare prima di tutto a se stessa.
Prendemmo il caffè chiacchierando, senza più far alcun riferimento alla serata. Stranamente, però, si attardava. La conversazione era piacevole, ma non era da lui fermarsi così tanto tempo.
Ancora una volta lessi bene.
Allora, cosa fai stasera?
Te lho già detto!
Sì, lo so, ma mi chiedevo se ti andasse un invito a cena.
Ma se avete già un impegno!
Dubito che potremmo andarci, cè il bambino con la febbre alta!
Mia moglie mi guardò meravigliata.
Anzi proseguì dovremmo avvertire dellimpedimento, non credi?
Uno sguardo dintesa chiarì tutto e lei non se lo lascio ripetere due volte. Chiamò subito per avvertire che non saremmo potuti andare. Frasi dispiaciute dallaltra parte, cui lei rispondeva con altrettanto rammarico ed infine gli auguri di pronta guarigione di rito ed un appuntamento alla prossima.
Fatto! disse con il sorriso che le era finalmente tornato Ora, però, non fare il bastardo. Ti aspettiamo stasera per cena!
State tranquilli, non mancherò
Andò via poco dopo e lei si mise subito ad organizzare un minimo di cena. Niente di particolare: più che una cena approntò una serie di stuzzichini, poi andò a prepararsi.
Alle 20,30 era splendida. Sedemmo a vedere un po di TV. Eravamo soli, i bimbi gli avevo portati dai nonni. Senza guardarmi disse GRAZIE!
Sorrisi senza rispondere, non ce ne era bisogno.
Arrivò lui, con un prosecco fresco. Ci salutò, come se non ci vedessimo da tempo, poi stappammo subito il prosecco.
In Tv non cera nulla di interessante, ma chi se ne fregava: nessuno aveva intenzione di guardare delle marionette che si muovono a comando. Quella sera eravamo noi i protagonisti e non cera alcun copione scritto, ci saremmo mossi secondo listinto e il desiderio. Laffiatamento che cera tra tutti e tre ci permetteva di parlare e agire liberamente, così che mentre mangiavamo lui già stuzzicava lei, ora pizzicandola ora baciandola sul collo. Lei lasciava fare, volgendosi a me di tanto in tanto per coinvolgermi anche se non ce ne era di bisogno.
Poi cominciò a spogliarsi tenendo addosso il solo intimo e le autoreggenti, invitandoci a fare altrettanto. Una tartina ancora, poi si chinò su di lui, a liberarlo dai boxer, senza rinunciare a fare amicizia col tarello liberato, che , pieno di riconoscenza, si drizzava sotto la sua lingua, pronto a ricambiare la cortesia ricevuta.
Lo lasciò per dare anche a me lo stesso trattamento. In breve i nostri corpi erano tutti nudi e si intrecciavano in carezze e baci, congiungendosi in mille modi diversi e lei non diceva mai no: lasciava che facessimo tutto quello che ci passava per la mente, proponendo a sua volta, per soddisfare i suoi desideri. Facemmo cose che reputavo impossibili con lei: la penetrammo insieme, prima davanti e poi dietro, sforzandoci di contenere un orgasmo che già montava, per prolungare il più a lungo quegli attimi di immenso piacere. Quando si rese conto che non ce lavremmo fatta più, si divincolò dalla nostra presa, ci fece distendere sul tappeto e si abbandonò ad un pompino alternandosi tra me e lui che venne per primo. Sentivo i rantoli del piacere che saliva sfuggirgli dalla bocca, mentre lei continuava a succhiare e ingoiare tutto il nettare che lui le riversava in bocca, come fosse per lei del tutto naturale (è una cosa che invece fa di rado). Quando sollevò il capo, il cazzo di lui era tutto lucido di saliva, ma non una sola goccia di sperma era sfuggita. Venne da me, che già stavo per esplodere e, con analoga perizia, mi portò al godimento, continuando ad ingoiare felice. Infine, stremata come noi, si distese tra i nostri due corpi: prese le nostre mani tra le sue, portandosele sul grembo:
Con voi mi sento veramente bene! chiuse, pensando, credo, già a nuovi incontri
Era un sabato, come tanti e tanti altri.
La serata si preannunciava allegra: avevamo organizzato una cenetta con una coppia amica.
Venite da noi, dai! ci avevano invitato prima facciamo bisboccia e poi concludiamo come sappiamo fare. Sono mesi che non scopo tua moglie e altrettanto tu la mia.
Avevamo accettato e proposto di portare con noi un comune amico, già compagno di giochi a cinque in diverse occasioni, avevano accettato entusiasti.
OK! - Dissi - lo chiamo io, allora.
Lo feci subito, ma con voce volutamente atona, mi disse di avere degli impegni. Lo conoscevo da tanto per non leggervi qualcosa di strano. Non indagai, non ce ne fu bisogno:
A pomeriggio vengo a prendere un caffè da voi! chiuse la comunicazione.
Subito informai della cosa laltra coppia, che mi fece capire che sospettavano della cosa.
Nel pomeriggio arrivò da noi: saluti normali, ma affettuosi, ergo: il problema non è con noi.
Allora stasera vi divertite?
E tu?
Io Beh, penso che starò un po a casa, sono stanco.
E gli impegni che avevi?
Ah, quelli. No, non ci vado In realtà non ho niente da fare, ma ho avuto uno scazzo con quei due e devo ancora digerirlo.
Mia moglie restava lì, muta, ma per me era come se dicesse tutto. Leggevo nei suoi occhi la delusione: lui non era un tipo qualsiasi, un amico come gli altri. Con lui aveva una complicità totale, provava amicizia, affetto e, penso, anche qualcosa in più che si ostinava a negare prima di tutto a se stessa.
Prendemmo il caffè chiacchierando, senza più far alcun riferimento alla serata. Stranamente, però, si attardava. La conversazione era piacevole, ma non era da lui fermarsi così tanto tempo.
Ancora una volta lessi bene.
Allora, cosa fai stasera?
Te lho già detto!
Sì, lo so, ma mi chiedevo se ti andasse un invito a cena.
Ma se avete già un impegno!
Dubito che potremmo andarci, cè il bambino con la febbre alta!
Mia moglie mi guardò meravigliata.
Anzi proseguì dovremmo avvertire dellimpedimento, non credi?
Uno sguardo dintesa chiarì tutto e lei non se lo lascio ripetere due volte. Chiamò subito per avvertire che non saremmo potuti andare. Frasi dispiaciute dallaltra parte, cui lei rispondeva con altrettanto rammarico ed infine gli auguri di pronta guarigione di rito ed un appuntamento alla prossima.
Fatto! disse con il sorriso che le era finalmente tornato Ora, però, non fare il bastardo. Ti aspettiamo stasera per cena!
State tranquilli, non mancherò
Andò via poco dopo e lei si mise subito ad organizzare un minimo di cena. Niente di particolare: più che una cena approntò una serie di stuzzichini, poi andò a prepararsi.
Alle 20,30 era splendida. Sedemmo a vedere un po di TV. Eravamo soli, i bimbi gli avevo portati dai nonni. Senza guardarmi disse GRAZIE!
Sorrisi senza rispondere, non ce ne era bisogno.
Arrivò lui, con un prosecco fresco. Ci salutò, come se non ci vedessimo da tempo, poi stappammo subito il prosecco.
In Tv non cera nulla di interessante, ma chi se ne fregava: nessuno aveva intenzione di guardare delle marionette che si muovono a comando. Quella sera eravamo noi i protagonisti e non cera alcun copione scritto, ci saremmo mossi secondo listinto e il desiderio. Laffiatamento che cera tra tutti e tre ci permetteva di parlare e agire liberamente, così che mentre mangiavamo lui già stuzzicava lei, ora pizzicandola ora baciandola sul collo. Lei lasciava fare, volgendosi a me di tanto in tanto per coinvolgermi anche se non ce ne era di bisogno.
Poi cominciò a spogliarsi tenendo addosso il solo intimo e le autoreggenti, invitandoci a fare altrettanto. Una tartina ancora, poi si chinò su di lui, a liberarlo dai boxer, senza rinunciare a fare amicizia col tarello liberato, che , pieno di riconoscenza, si drizzava sotto la sua lingua, pronto a ricambiare la cortesia ricevuta.
Lo lasciò per dare anche a me lo stesso trattamento. In breve i nostri corpi erano tutti nudi e si intrecciavano in carezze e baci, congiungendosi in mille modi diversi e lei non diceva mai no: lasciava che facessimo tutto quello che ci passava per la mente, proponendo a sua volta, per soddisfare i suoi desideri. Facemmo cose che reputavo impossibili con lei: la penetrammo insieme, prima davanti e poi dietro, sforzandoci di contenere un orgasmo che già montava, per prolungare il più a lungo quegli attimi di immenso piacere. Quando si rese conto che non ce lavremmo fatta più, si divincolò dalla nostra presa, ci fece distendere sul tappeto e si abbandonò ad un pompino alternandosi tra me e lui che venne per primo. Sentivo i rantoli del piacere che saliva sfuggirgli dalla bocca, mentre lei continuava a succhiare e ingoiare tutto il nettare che lui le riversava in bocca, come fosse per lei del tutto naturale (è una cosa che invece fa di rado). Quando sollevò il capo, il cazzo di lui era tutto lucido di saliva, ma non una sola goccia di sperma era sfuggita. Venne da me, che già stavo per esplodere e, con analoga perizia, mi portò al godimento, continuando ad ingoiare felice. Infine, stremata come noi, si distese tra i nostri due corpi: prese le nostre mani tra le sue, portandosele sul grembo:
Con voi mi sento veramente bene! chiuse, pensando, credo, già a nuovi incontri
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