Un matrimonio cuck
di
Troy2a
genere
corna
“Mi vuoi sposare?” guardai Filippo, inginocchiato ai miei piedi, con il suo bell’anello in vista. Dell’anello non me ne fregava niente: amavo quell’uomo, quel mio schiavetto che mi permetteva di scopare con chiunque mi andasse, che era sempre pronto a ripulirmi la fica ed il culo dalla sborra che uomini più dotati di lui mi riversavano a litri. Io avrei voluto un matrimonio tradizionale, con l’abito bianco, i fiori, la chiesa e tutto il resto, ma lui mi propose di farlo più in là, perché c’era bisogno dio organizzarlo bene.
“Ora potremmo celebrare un rito civile, solo con l’officiante, che potrebbe essere Marco, i testimoni che sceglierai tu i miei ed i tuoi. Vorrei che lasciassi scegliere a me… diciamo lo stile.”
Accettai, sicura che per la cerimonia più grande avrebbe lasciato scegliere a me. Accettai anche quando mi disse che avrebbe provveduto lui anche al mio abito.
Il giorno del matrimonio trovai, così, il mio vestito sul letto: era una catenella che avrei dovuto assicurare ai bilancieri che mi bucavano i capezzoli ed il clitoride, coperti da un velo di organza ed un lungo strascico bianco, che un diadema di perline avrebbe fissato al capo. Sarebbe stato un matrimonio in perfetto stile cuck, proprio come piaceva a lui. Ed anche a me, devo dire.
Indossai un soprabito per uscire di casa, ma la cosa più difficile fu convincere i miei ed i suoi genitori ad adeguarsi. Sapevano del nostro segreto e a casa di lui avevano già l’esperienza del fratello, anche se mia cognata mi aveva sempre criticata per la leggerezza con cui andavo con chiunque mi piacesse. Lei sottolineava la sua”fedeltà”
“Non potrei mai tradire mio marito ed i miei due fidanzati, tranne che con Giorgio!” sottolineando che Giorgio era il suo amico speciale fin dall’infanzia e, quindi, non contava.
Fu emozionante arrivare all’altare al braccio di papà, tra un brusio di approvazione dei presenti, con la fica che colava umori dall’eccitazione. Mia madre non aveva proprio voluto saperne di rinunciare alle sue mutande tradizionali e a fatica si era privata del reggiseno, ostentando con vergogna i suoi grandi seni penduli. Mia suocera aveva osato un po’ di più, indossando uno splendido perizoma color melanzana, completamente trasparente sul davanti. Gli uomini, tutti con la cravatta, avevano un vezzoso papillon sull’uccello, chi nero, chi colorato. Marco era meraviglioso, con la fascia tricolore sulla cravatta ed un baffetto di stoffa sul cazzo. Filippo, invece, indossava solo una gabbietta dorata, come anche suo fratello. Mia cognata si era sbizzarrita: un reggiseno a balconcino ed un perizoma minimalista, cioè un filo che passava tra le labbra della fica e le chiappe. Mio padre mi lasciò tra le braccia di Filippo e la cerimonia ebbe inizio. Fu emozionante quando Marco pronunciò gli impegni che, da coppia cuck, ci assumevamo.
“Prometti, tu, Camilla di onorare Filippo di corna continue, di umiliarlo costantemente con il tuo comportamento e le tue parole?”
“Lo prometto!”
“E tu, Filippo, prometti di accettare con devozione e gratitudine le corna che Camilla vorrà donarti, di servire lei ed i suoi amanti secondo i loro bisogni?”
“Lo prometto!”
“Vi dichiaro marito e moglie. Ora tutti i presenti possono baciare la sposa e volendo la possono pure scopare, vero Camilla!”
“Certamente!” cercai mia cognata prima con lo sguardo, poi andai a prenderla e la portai al centro della sala.
“Mi aiuti? Solo per oggi!”
“E sia! Ma solo per oggi.”
Demmo vita ad un’orgia fantastica e fui felice, quando vidi che anche mia madre e mia suocera, alla fine, si erano lasciate coinvolgere. Ne approfittai per scopare con mio suocero che era un desiderio che avevo da tempo, con mio marito che mi teneva la mano ed ogni tanto si staccava per prendere del prosecco da offrire a tutti. Poi tornava, si assicurava che mi stessi divertendo, mi ripuliva della sborra lasciatami dall’ultimo amante, prima che il prossimo si accomodasse dentro di me. Fu un matrimonio meraviglioso e, andando nella nostra nuova casa, lo dissi a Filippo.
“Un matrimonio così… mi sposerei ogni giorno!”
“Amore, ci saranno tanti anniversari. Ma non solo: compleanni, onomastici ed ogni volta che vorrai. Grazie per aver mostrato affetto per mia cognata. Ci tengo molto ai rapporti con mio fratello e lei non è cattiva. È solo un po’ pudica!”
“Vedrai che cambierà. E forse anche i nostri genitori. Ci vogliono bene e farebbero qualsiasi cosa per noi.
“Ora potremmo celebrare un rito civile, solo con l’officiante, che potrebbe essere Marco, i testimoni che sceglierai tu i miei ed i tuoi. Vorrei che lasciassi scegliere a me… diciamo lo stile.”
Accettai, sicura che per la cerimonia più grande avrebbe lasciato scegliere a me. Accettai anche quando mi disse che avrebbe provveduto lui anche al mio abito.
Il giorno del matrimonio trovai, così, il mio vestito sul letto: era una catenella che avrei dovuto assicurare ai bilancieri che mi bucavano i capezzoli ed il clitoride, coperti da un velo di organza ed un lungo strascico bianco, che un diadema di perline avrebbe fissato al capo. Sarebbe stato un matrimonio in perfetto stile cuck, proprio come piaceva a lui. Ed anche a me, devo dire.
Indossai un soprabito per uscire di casa, ma la cosa più difficile fu convincere i miei ed i suoi genitori ad adeguarsi. Sapevano del nostro segreto e a casa di lui avevano già l’esperienza del fratello, anche se mia cognata mi aveva sempre criticata per la leggerezza con cui andavo con chiunque mi piacesse. Lei sottolineava la sua”fedeltà”
“Non potrei mai tradire mio marito ed i miei due fidanzati, tranne che con Giorgio!” sottolineando che Giorgio era il suo amico speciale fin dall’infanzia e, quindi, non contava.
Fu emozionante arrivare all’altare al braccio di papà, tra un brusio di approvazione dei presenti, con la fica che colava umori dall’eccitazione. Mia madre non aveva proprio voluto saperne di rinunciare alle sue mutande tradizionali e a fatica si era privata del reggiseno, ostentando con vergogna i suoi grandi seni penduli. Mia suocera aveva osato un po’ di più, indossando uno splendido perizoma color melanzana, completamente trasparente sul davanti. Gli uomini, tutti con la cravatta, avevano un vezzoso papillon sull’uccello, chi nero, chi colorato. Marco era meraviglioso, con la fascia tricolore sulla cravatta ed un baffetto di stoffa sul cazzo. Filippo, invece, indossava solo una gabbietta dorata, come anche suo fratello. Mia cognata si era sbizzarrita: un reggiseno a balconcino ed un perizoma minimalista, cioè un filo che passava tra le labbra della fica e le chiappe. Mio padre mi lasciò tra le braccia di Filippo e la cerimonia ebbe inizio. Fu emozionante quando Marco pronunciò gli impegni che, da coppia cuck, ci assumevamo.
“Prometti, tu, Camilla di onorare Filippo di corna continue, di umiliarlo costantemente con il tuo comportamento e le tue parole?”
“Lo prometto!”
“E tu, Filippo, prometti di accettare con devozione e gratitudine le corna che Camilla vorrà donarti, di servire lei ed i suoi amanti secondo i loro bisogni?”
“Lo prometto!”
“Vi dichiaro marito e moglie. Ora tutti i presenti possono baciare la sposa e volendo la possono pure scopare, vero Camilla!”
“Certamente!” cercai mia cognata prima con lo sguardo, poi andai a prenderla e la portai al centro della sala.
“Mi aiuti? Solo per oggi!”
“E sia! Ma solo per oggi.”
Demmo vita ad un’orgia fantastica e fui felice, quando vidi che anche mia madre e mia suocera, alla fine, si erano lasciate coinvolgere. Ne approfittai per scopare con mio suocero che era un desiderio che avevo da tempo, con mio marito che mi teneva la mano ed ogni tanto si staccava per prendere del prosecco da offrire a tutti. Poi tornava, si assicurava che mi stessi divertendo, mi ripuliva della sborra lasciatami dall’ultimo amante, prima che il prossimo si accomodasse dentro di me. Fu un matrimonio meraviglioso e, andando nella nostra nuova casa, lo dissi a Filippo.
“Un matrimonio così… mi sposerei ogni giorno!”
“Amore, ci saranno tanti anniversari. Ma non solo: compleanni, onomastici ed ogni volta che vorrai. Grazie per aver mostrato affetto per mia cognata. Ci tengo molto ai rapporti con mio fratello e lei non è cattiva. È solo un po’ pudica!”
“Vedrai che cambierà. E forse anche i nostri genitori. Ci vogliono bene e farebbero qualsiasi cosa per noi.
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