Le brave mamme: Luana

di
genere
incesti

La casa di Luana è una villetta unifamiliare: niente di lussuoso. La tipica abitazione da classe media, tutta dipinta di bianco, con un cortile ed alcune aiuole a separare la casa dal bordo strada. Le aiuole testimoniano la predileizione della mia amica per il colore viola: glicini portati ad alberello, che in primavera si rivestono di grappoli fioriti, praterie di mammolette, pervinca ed altri fiori, sempre su quella tonalità. Da quando la frequento, è cambiata così poco: lei dice che è la tranquillità che le infonde la sua casa a farla stare bene.
Quella prima volta, quando andai da lei a prendere il primo caffè, mi accolse in una vestaglia semitrasparente. Era poco dopo l’ora di pranzo e si giustificò, dicendomi che a breve sarebbero rientrati i suoi figli e che “pretendevano” di trovarla così, per rifarsi della giornata a scuola/università. Sedemmo nel piccolo soggiorno e subito mi propose di fare il caffè, che accettai volentieri. D’altronde, era il motivo esplicito della mia visita.
Davanti alle tazze fumanti, ci guardammo per brevi, interminabili istanti negli occhi, io con il mio carico di domande, già verbalizzate al telefono, lei con un’evidente curiosità di sapere quanta voglia avessi di proseguire nel cammino e quanta di tornare indietro.
“Sei molto bella! Non mi meraviglia che tuo figlio ti desideri.”
“Il punto in quesrione è che ance io desidero lui.”
“Meraviglioso, quindi! Il problema non si pone.”
“In realtà, ancora oggi, a distanza di mesi, mi vengono dei sensi di colpa.”
“Normale che sia così. Siamo cresciute in una società bacchettona, piena di tabù e non è facile scrollarsi tutto di dosso in pochi istanti. Pensa che io sono ormai anni che ho cominciato,m eppure, ogni tanto, sempre meno di frequente, mi capita di pensare se sia giusto quel che faccio.”
“E come ti rispondi?”
“Non mi rispondo: guardo i miei figli, li vedo sereni vivere la loro vita, senza crearsi problemi. Li vedo perseguire i loro interessi, coltivare i loro sogni e mi dico che è il sogno di ogni madre, l’unico vero obiettivo dell’esserlo. Poi, senza falsi moralismi, mi piace fare sesso con loro e questo fa sciogliere ogni perplessità. Tuo figlio come reagisce?”
“Fabrizio è figlio unico… In realtà è stato lui a cercarmi, a provarci, insomma. Ora che mi ci fai pensare, anche lui è sereno, forse più di prima. Studia con profitto, non pretende la luna, frequenta i suoi amici e coltiva i suoi hobby. Mi fa paura che dica di amarmi…”
“Perché, tu non lo ami?”
“Ma dovrei amarlo come madre, invece lo desidero come uomo!”
“Quindi non fai la mamma?”
“Certo che la faccio!”
“Anche Massimo cominciò col farmi la corte, sai? Dapprima sperai di aver capito male, che le sue fossero solo gentilezze di un figlio verso la mamma. Ma quando cominciò ad allungare le mani, facendo finta che fosse per caso, non ebbi più dubbi.”
“E cosa hai fatto?”
“Cosa volevi che facessi? Per prima cosa ho dovuto riconoscere che il contatto della sua mano o del suo bacino sul mio culo mi faceva piacere. Poi ho dovuto fare i conti con me stessa, perché la voglia di allungare la mano anche io verso il suo pacco aveva cominciato a crescere a dismisura. Infine l’ho affrontato.”
“E cosa gli hai detto?”
“Cosa ho provato a dirgli! Le solite cose: che era proibito, che era immorale, che non si poteva fare.”
“E lui?”
“Lui ha infilato la mano nella mia maglietta, senza che trovassi la voglia di fermarlo. Così, io parlavo e lui mi solleticava i capezzoli, fino ad avvicinarsi e baciarmi. Ho cercato di cambiare strategia, dicendogli che non sarebbe sraro giusto nei confronti dei suoi fratelli, che io avevo sempre cercato di essere equa nei confronti di tutti e tre.”
La domanda, stavolta, lasciai la leggesse sulle mie labbra mute.
“Mi rispose che così doveva essere, che se i suoi frayelli avessero manifestato lo stesso interesse nei miei confronti era mio dovere trattarli tutti allo stesso modo. E sai cosa ho fatto? Ho fatto l’amore con lui! È stata la prima volta, la prima bellissima volta! Poi, ho pianto per tre giorni di fila, con mio marito che, dopo avermi chiesto cosa avessi, siccome rispondevo che non lo sapevo neanche io, mi consigliò di rivolgermi ad uno psichiatra, perché poteva essere depressione. È stat molto più utile la cura dei miai figli, a suon di cazzo.”
Si aprii la porta ed un bel ragazzo entrò, saluto con un formale buongiorno, e si avvicinò a lei, baciandola sulle labbra.
“Lui è Massimo! Il più grande, quello che ha aperto la strada anche agli altri.”
“E soprattutto a te!”
“E soptattutto a me: hai ragione, amore!”
La mano del ragazzo scivolò sul seno di lei, come fosse la cosa più naturale al mondo. Lei non si scompose e continuò con le presentazioni.
“Lei, invece, è quella amica di chat di cui ti ho parlato. Bella, vero?”
“Altroché! Tuo figlio è davvero fortunato!”
“Perché, voi no, stronzo?”
“Tu sei semplicemente meravigliosa, mamma! Perché credi che vogliamo che tu stia in vestaglia? Magari, se passa qualcuno, che so io, il corriere, ha modo di farsi gli occhi!”
Mi lasciai sfuggire un sorriso. Mi sentivo a mio agio e non mi sembrò fuori luogo porre quella domanda.
“Quindi tu fau sesso con tutti tuoi figli?”
“Beh, ho creduto fosse doveroso: o tutti, o nessuno. E visto che nessuno non era un’opzione gradita…”
“Ma…”
“Ma?”
Ecco, questa era più dura da fere.
“Uno alla volta?”
“Che sciocca che sei!” nella sua voce, tuttavia, non c’era alcun risentimento, solo divertimento. “Capita che lo facciamo in 2, in 3 o tutti insieme: che differenza fa?”
“Nessuna! Era solo curiosità.”
Continuammo a parlare, come fossimo vecchie amiche, di tutto e di niente, del gossip della nostra cittadina, del tempo. Ed arrivò il momento di salutardci.
“Sai? Un’ultima preoccupazione, forse la più grande. Ho paura che Fabrizio si leghi troppo a me e rinunci a vivere la sua vita!”
“Certo, po' succedere anche questo. Ma potrebbe succedere comunque. Hai conosciuto Rosa?”
“Solo in chat: sei la prima che incontro dal vivo.”
“Rosa ha una relazione con suo figlio da più di 20 anni. Lui, ora, è sposato, vive in un altro posto ed ha dei figli. Viene a trovare la mamma un paio di volte a settimana e, a sentire lei, la scopa sempre come fosse la prima volta. Ed ora lei va per i 70. solo è molto geloso: nn vuole che frequenti altri uomini, deve bastargli lui, dice. I miei, invece, si divertirebbereo a farmi scopare da un battaglione dell’esercito. Ognuno ha la sua storia, come vedi. Fossi in te, rinuncerei a farmi tante domande e cercherei di assecondarlo nelle sue scelte.”

Feci subito tesoro di quella raccomandazione: arrivata a casa, Fabrizio stava armeggiando in garage col motorino.
“Cosa vuoi fare?” chiesi di botto. Lui si pulii le mani su uno straccio, si avvicinò e mi baciò. Mi spogliò e mi fece piegare a pecora, con le mani appoggiate sul bancone degli attrezzi e, senza indugi, mi scopò lì.
“Ecco, mamma, cosa voglio fare!”
di
scritto il
2023-05-03
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