Un amore d'altri tempi
di
Vandal
genere
prime esperienze
la novella di Adelaide Alberti
un amore d'altri tempi - Arrangiato da Mauro e Matilde
qualche giorno fa, leggendo i racconti sulla Lomellina di Vandal, mi venne la curiosità di saperne di più su di una storiella che mi raccontava mia nonna e, cercando in biblioteca fra i libri più antichi, trovai un racconto scritto in vernacolo pratese da un certo Cianco da Figline, che voglio pubblicare tradotto:
Siamo agli albori del 1200 alla rocca Cerbaia, nella val Bisenzio. La storia narra della figlia, Matilde, di una delle governanti del castello e dell'amore con il cadetto della casata de'Bardi, tal Geri.
Il conte Alberto IV degli Alberti s'invaghì perdutamente della piccola Matilde per la sua intelligenza e prontezza di spirito, così l'adottò; cambiandone il nome in Adelaide.
Con l'occasione tenne fede alla promessa di dare un'occasione ad una popolana, fatta al suocero Guido Guerra II (a sua volta adottato dalla gran contessa Matilde di Canossa) per aver interceduto a suo favore nella sconfitta di Prato.
La piccola aveva poco più di otto anni quando passò dalla lavanderia alle sale asciutte del conte, dove cominciò a leggere e studiare dimostrando, man mano che cresceva, grande propensione per la poesia e la matematica.
Una mattina di primavera di qualche anno più tardi, nei pressi del ponte sul fiume, vide per la prima volta con occhi diversi un ragazzo; forse poco più grande di lei. Seminascosta dagli arbusti, l'osservò smontare dal suo cavallo baio. Egli era alto, moro, un bel viso pulito e con una corporatura possente, ne fu attratta senza capirne bene il motivo: sui libri non aveva letto nulla di quel battito più intenso e di quelle nuove sensazioni che stava provando.
lo guardò sfilare una freccia dalla faretra e mirare ad un cervo intento a bere sul greto del Bisenzio, appena scoccata, esclamò:
-messere, le fiere del contado sono proprietà del conte, sarete punito per l'ardimento -
-Geri per servirvi, madonna; chiedo umile il vostro perdono, sono foresto dei luoghi. un semplice mercante che torna a Firenze. concedetemi, orquindi, che vi faccia dono della preda -
-Adelaide ve ne prego. a nome del conte ringrazio del trofeo e ritengo mondata la colpa. dove alloggiate? -
-alla locanda in Mercatale con mio padre, sublime madonna -
-voi adulate, cavaliere... suvvia non s'addice alla vostra risma, la locanda val bene per i pellegrini. vi aspetto alla rocca qua sopra, col padre vostro, ceneremo assieme al mio -
al giovane non pareva il vero d'evitarsi le zecche e, al calar del sole, si presentò dinanzi il portone del maniero con il padre.
Terminato il lungo dopocena si ritirano ognuno nelle proprie stanze.
Geri, però, non riuscì a prendere sonno tanto era scolpita in lui l'immagine della giovane donna ed il suono soave della sua voce riecheggiava nella sua mente eccitandolo; un pensiero l'attraversò:
-non v'è dubbio alcuno che a lei piaccio, perché mai dovrei starmene qui quando so che potrei giacere con lei, rendendola felice ed io goderne? -
Così pensando, di passo in cricchiolio, raggiunse la stanza di Adelaide; un attimo ancora d'esitazione, poi aprì lentamente la porta.
un profumo di legna crepitante nel camino l'accolse nel silenzio della notte, rotto solo da un lieve stormir di foglie nel vento; la luna piena, alta nel cielo nero, rischiarava di limpida luce fin dentro le mura, mentre il rossore delle fiamme gettava l'ombra delle curve di Adelaide sull'arazzo fiorito alla parete, il lume di una candela ne irrorava d'oro il viso e, come un'aura divina, delineava il profilo di lei intenta a leggere, seduta allo scrittoio.
La giovane donzella, sino a quel momento, d'amore non aveva esperito. Tuttavia, da qualche tempo, avvertiva un leggero turbamento ed un confuso fremito in diverse parti del suo corpo al solo sguardo di giovani dai pregevoli tratti. ma adesso, ella, così pura e candida come un giglio, sentiva il proprio cuore fremente per quel nobile cavaliere che pensava dormisse a pochi metri da lei e la sua fantasia si accese in pensieri d'ardenti amoreggiamenti, di passionali carezze e dolci parole; sognando di trovarsi su un morbido letto di petali di rosa, offrendo lui il proprio fiore ancora inesperto, tanto gelosamente custodito. così a sé sospirava:
-giovane Adelaide, ascolta te stessa, conoscerai tale e tanto sognato amore, un semplice suo tocco sarà sufficiente a far sprigionare l'aroma dell'amore tuo. gli occhi del nobile giovane su di te, così impertinenti durante la cena, pochi dubbi lasciavano alle sue intenzioni. L'attesa, fanciulla mia, sarà lieta tale al canto di un canarino in gabbia -
La voce di lui risuonava calda nella sua mente come una carezza, lo sguardo sentiva sulla sua pelle come un tocco nell'intimo, le sue labbra baciava nell'aria sognandone il sapore.
Il giovane rimase quasi impietrito nel udire il fruscio delle vesti, i sospiri ed i gemiti di lei che non lasciavano spazio a dubbi. decise di uscire, ma, non appena il chiavaccio scroccò, la leggiadra voce di lei sussurrò:
-messer Geri, non abbiate tema, sento da qui il calore delle vostre membra -
-sublime, vengo a voi, che siete così beata, regina di queste rose -
Allora ella arrossì come il fiore stesso dell' amore e si schermì con un gesto delle mani.
-ora, mio nobile amico, cosa potrei fare in vostra compagnia? -
-mi appar palese, mia giovane pulzella, sono giunto unicamente per cogliere il vostro fiore tanto custodito, così mi è stato riferito -
La fanciulla annuì e con timidezza soggiunse:
-ora vi dirò, benché il mio cuore frema di desiderio per la vostra presenza, nutro anche una certa esitazione. Poiché quella parte del giardino è un lusso che potrei concedere a coloro che staranno con me per più di una sola notte -
-sarò con voi tutte le notti che desidererete, mia dolce regina -
-siate adunque paziente, mio nobile corteggiatore, accomodatevi accanto a me, lasciate che questa fioca luce risplenda sul vostro volto; e, ditemi, come intendete trascorrere la notte a mio fianco? -
-mentirei se vi affermassi che trascorrerei l'intera notte ad ammirare le meraviglie che celate. Non posso neppur immaginare ciò che il drappo nasconda. Tuttavia, posso farlo se vorrete accordarmi tale privilegio, lasciando che i vostri indumenti vi concedano un po' di libertà, in questa notte sì temprata e serena. Sembra che soffriate, imprigionata in questa ingombrante confezione -
Allora il nobile svolse con grazia gli abiti della giovinetta, lentamente, mano dopo mano, rivelando la propria brama con un tatto trepidante. La giovane si arrese a lasciar fare, mentre il giovane Geri alimentava il desiderio negli occhi di lei con i suoi. Quando giunse all'ultima veste, con voce accorata e incantata, proferì:
-canterò dei vostri amori, delle vostre passioni, racconterò dei vostri desideri. Adelaide, voi siete irresistibile tentazione, il vostro piccolo e virgineo seno sulla pelle candida è un ambito trofeo per le mie labbra. Adoro quei rossi frutti che adornano le coppe divine. Adoro quei soffici cuscini di seta. Adoro quel ventre che sarà tepido e adoro quel dolce fiore appena sbocciato che presto sarà colto… -
-delicate carezze sono impresse nelle vostre parole, nobile amico. Ma ora bisogna parlare di voi -
così dicendo gli tolse dapprima il farsetto, poi via la camicia e lo sguardo cadde sul petto glabro; poi più in basso, curiosa, sfiorò appena la coscia coperta dalla calzamaglia, unendo le mani come in preghiera esclamò:
-mio nobile e virtuoso amico. Quale gioia è vedere tanta vitalità in voi. E senza nemmeno una carezza… -
-non abbisogno di carezze per sentire interesse, mia bellissima Adelaide. Basta lo mio sguardo ad ammirare le vostre fattezze e raggiungere l'ardore che mi serve… -
-parole ardite, mio nobile Geri, ma sarei curiosa di vedere come le vostre labbra riescono sulle mie… -
Ed il giovane nobile si chinò sulle sue labbra e le inviò un brivido che risuonò fino al ventre
-ardo per voi e vorrei osare di più, se potesse permettermelo… -
-osate, mio impavido, siete qui per questo -
E osò… Il nobile rivendicatore ebbe l'ardire
di sporgere la lingua tra gli alabri e, nella mente della giovane Adelaide, si susseguirono con fulminea violenza emozioni nuove e non ancora provate; ella carezzò il petto del giovane con la mano quasi affondando le unghie nella carne; trattenne il fiato in quel bacio appassionato che sembrò protrarsi all'infinito per poi vedere in un mugolio di piacere.
Quasi per caso, la mano del nobile mercante si posò su altre labbra e iniziò a muoversi delicata, suscitando un brivido nella giovane che proferì con un filo di voce
-il vostro tocco, messere, è audace. Intendete superare i confini e spingervi oltre? -
-sì, mi spingerei oltre, ma non con le dita. Oserò offrirvi la mia pienezza e trasportarvi meco sulle impetuose acque del fiume d'amore -
-sarò - disse sorridendo maliziosa - il fiume che la vostra barca solcherà. Offrirò voi le mie onde ed i miei tumulti e canterete con me l'amore nostro -
Così fecero a lungo, senza troppo ardore, ma amando soltanto e godendo... Il fiore fu colto con delicatezza e posto sul cuore del nobile pretendente.
-siete stato tanto caro, mio amato. Poco dolore mi avete arrecato. vi imploro nel mio letto di restarvi e del mio amore saziarvi -
-sarà un addio, mia deliziosa gioia, a malincuore non lo ritengo possibile. Ora che ho provato il dolce nettare dell'amore che risiede in voi e ho galoppato sulle impetuose onde del fiume che scorre nel mio petto, non sarò così sprezzante da abbandonare il mio cuore in questo luogo. Giacché il mio cuore smetterebbe di palpitare, amore mio, non posso permettermi tale pazzia -
Così dicendo, le baciò delicatamente la mano, risalendo fino al gomito e poi di spalla il collo. Poi, i due amanti, le membra distese sul morbido talamo della passione, si abbandonano al sonno, cullati dalla carezza della pelle ancora fremebonda di ardente desiderio.
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