La moglie dell' aguzzino
di
Linda M.
genere
sadomaso
Capitolo secondo. Giacomo arrivò alle 7 in punto. Preparati, mi disse, abbiamo appuntamento col notaio alle 10, ma prima mi devi mettere una firma. Che firma? Devi firmare senza leggere. Se vuoi puoi ancora tirarti indietro. Dammi la penna. Firmai senza pensarci 2 volte. Si trattava di una carta privata, praticamente il mio contratto di schiavitù. Erano elencati tutti i miei diritti, praticamente nessuno, e tutti i miei doveri, primi fra tutti l'obbedienza cieca al marito e la fedeltà. Sarei stata passibile di punizione solo per avere guardato un altro. Lui non aveva doveri, ma soltanto diritti tra cui quello di tradirmi, ripudiarmi e punirmi ad ogni minima mancanza, anche solo per un sospetto, anche solo per il piacere di farlo. Qualche ora dopo, mi ero spogliata di tutti i miei averi, il matrimonio era fissato fra 12 giorni. A casa fui fatta spogliare e tutti i miei vestiti vennero buttati in quanto non erano più miei. Lui mi aveva comprato una gonna e una maglietta che non potevo indossare in quanto non ancora sua moglie. Dovevo stare nuda nella mia stanza fino al giorno del matrimonio. Quando gli chiesi perché nella mia stanza, mi rispose che nelle altre stanze ci sarebbe stato lui con la televisione accesa e lo svago non era previsto nel mio contratto. Polsi e caviglie mi furono ammanettati ai quattro lati del letto e fui bendata. Perché mi bendi? gli chiesi. Come ti ho detto saresti stata cieca senza esserlo. Questo è uno di quei casi. Ero autorizzata a chiamarlo solo per fare i bisogni che mi faceva fare in una padella ospedaliera e 2 volte al giorno mi portava qualcosa da mangiare. Il mio primo pasto fu un pezzo di pane di 5-6 giorni, il secondo un piatto di insalata scondita. Perché è scondita gli chiesi. Tu mangi per vivere non per il piacere del palato, mi rispose. La notte venivo anche imbavagliata e la quarta notte mi cagai addosso. Restai in mezzo ai miei escrementi per tutto il periodo. A un certo punto gli dissi che avevo freddo, coprimi per piacere. Mi dispiace ma il freddo te lo devi sopportare. E lo sopportai per 12 lunghi giorni. Alla fine ero molto provata ma ero arrivata al giorno del matrimonio. Ero provata e felice.
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