La moglie dell' aguzzino

Capitolo ottavo. Passo' circa un mese. Un giorno vennero degli operai a portare una gabbia che fu sistemata nel salone. Chissà perché capii che ci sarei finita dentro. Mio marito mi fece spogliare completamente, mi ammanettò i polsi dietro la schiena, mi ammanettò le caviglie, le uni' ai polsi con un altro paio di manette e mi bendo'. Quindi mi fece entrare nella gabbia e la chiuse. Ci dovevo restare 15 giorni senza parlare. Ogni parola pronunciata sarebbe stato un giorno in più di permanenza nella gabbia. Ne fui provata da subito. Ero in una scomodissima posizione e le giornate non passavano mai. Ogni tanto veniva lui, apriva, mi metteva su un vaso da notte e mi faceva fare i bisogni, quindi mi rigettava nella gabbia. Cominciai a contare i pasti, ogni 3 colazione, pranzo e cena era un giorno. Finalmente passarono i 15 giorni e mi aspettavo di essere liberata da un momento all'altro. Ci rimasi altri 5 giorni. Alla fine fui liberata e quando chiesi perché c'ero rimasta 20 giorni, mi dimostrò che i giorni erano stati 15. Mi aveva dato dei pasti in più e il conto dei giorni era sballato. Sono fiero di te mi disse. Io ero contenta per il complimento, ma durò poco. Dopo 2 minuti mi disse fra 5 giorni ci rientri e ci resterai per 30 giorni. No, ti prego basta. Dopo 5 giorni ero di nuovo dentro la gabbia. Ci rimasi 34 giorni. I bisogni me li dovetti fare addosso e rimasi 34 giorni in mezzo ai miei escrementi. Uscii sull'orlo di un esaurimento nervoso. Ma non era ancora contento. Mi ci voleva lasciare altri 45 giorni. No, mi rifiuto, non ci rientro più, puoi anche ammazzarmi, ma io non ci rientro, non posso impazzire. Se ti rifiuti dovrò darti 100 frustate. Dammene anche 200, ma... Mi fermai,capii di avere parlato troppo. Mi prese in parola e l'indomani mi diede 200 frustate