Ipnosi Secondo episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Purtroppo, non riesco a rispondere su questo sito per motivi che ignoro. Chiunque volesse una risposta può farlo tramite mail a
davidmuscolo@tiscali,it
Grazie
Secondo episodio
Rebecca Goldring parcheggiò la sua auto di fronte alla studio del dottor
Weiss. Era su di giri. Quella casa era situata nel quartiere più ricco della
città e se fosse riuscita a venderla, avrebbe guadagnato un mucchio di
dollari. Non che ne avesse particolare bisogno. Suo marito guadagnava
abbastanza per tutti e due, ma lei non era il tipo da farsi mantenere. Voleva
rendersi utile e quando, tre anni prima, aveva trovato questo lavoro, ci si
era buttata a capo fitto diventando ben presto una delle mediatrici più
abili. Del resto, aveva tutto per fare l'agente immobiliare. Aveva la
presenza, l'intelligenza e la parlantina utile per convincere i venditori
prima e gli acquirenti dopo. Ma il primo passo era proprio quello di trovare
gli immobili da vendere e questo tizio aveva telefonato dicendo che voleva
vendere il suo studio chiedendo espressamente di lei. Evidentemente, si era
fatta una buona pubblicità con i clienti precedenti.
Si riguardò allo specchio per controllare se era tutto in ordine. Il trucco
era lievissimo ma inappuntabile, la camicetta color avorio abbottonata fino al
collo era senza una piega. Si, era pronta per affrontare la discussione con
quell'uomo, sperando che la sua richiesta fosse nei limiti. Una richiesta
troppo esosa avrebbe complicato non poco l'eventuale vendita. Scese dalla
macchina e si diede un'ultima sistemata al suo tailleur pantalone grigio. Non
le piaceva vestire in modo sconcio e i suoi abiti erano quanto di più sobrio
ci potesse essere. Nel lavoro indossava rigorosamente dei tailleur sotto i
quali abbinava camicette o maglioncini con il collo alto in inverno, ma anche
nel tempo libero non le piaceva sbizzarrirsi e nel suo armadio c'erano solo
jeans, gonne e abiti che le arrivavano rigorosamente sotto il ginocchio,
malgrado suo marito le avesse chiesto più volte di vestire in modo più
giovanile e sensuale. E sì che se lo poteva permettere. Il suo fisico era
praticamente perfetto. Alta un metro e ottanta, magra al punto giusto ma con
le curve al loro posto, era da tutti considerata una donna bellissima. Il suo
viso era poi incantevole. Una cascata di capelli neri che lei teneva quasi
sempre raccolti in una coda, sempre per non apparire troppo, lineamenti
perfetti, a cominciare da una bocca che sembrava fatta apposta per essere
baciata, un nasino all'insù che sembrava la pubblicità di un chirurgo
plastico e stupendi occhi azzurri. Quando era più giovane le era stato
chiesto più volte di diventare una modella, fare foto in costume, ma non
faceva per lei. Rebecca Goldring aveva altre passioni. Tanto per cominciare le
arti marziali. Ne praticava diverse, tutte fin da bambina, a cominciare dal
judo per finire poi al karate e al kung-fu. Tutte con risultati strabilianti
che l'avevano portata ad essere un'atleta di altissimo livello. Una passione
nata a causa o per merito del suo povero papa', un campione di karate che
l'aveva portata fin da piccolissima ad allenarsi con lui e che lei aveva
proseguito anche dopo la dolorosa morte del suo genitore per un male
incurabile. Era diventata bravissima e il suo fisico particolarmente
predisposto l'aveva aiutata non poco. Era veramente forte, molto più di un
uomo. Sapeva perfettamente che lei era in grado di fare cose strabilianti ma
non si era mai approfittata di queste sue doti. Non ne aveva le capacità
mentali. Per lei, un combattimento terminava nel momento stesso in cui
riusciva a vincere contro un avversario, anche perché le sconfitte erano
ormai un ricordo di tanti anni prima, di quando era soltanto una ragazzina
alle prime armi. Sarebbe potuta diventare una campionessa in ognuno di quelle
arti marziali da lei praticate, ma quando aveva conosciuto Daniel aveva
smesso. Continuava ad allenarsi perché le piaceva troppo, perché si sentiva
bene quando lo faceva, perché era un modo per ricordarsi del suo amato
genitore, ma ogni istante libero Rebecca lo dedicava a suo marito Daniel. Se
ne era innamorata subito ed era stata ovviamente contraccambiata. Quando lo
scelse, tra una fila lunghissima di ragazzi che spasimavano per lei, Rebecca
già sapeva che sarebbe stato per sempre. Daniel era infatti l'altra passione
che aveva. Lo amava ancora come il primo giorno. Lui era dolce, tenero, sempre
interessato in ciò che lei faceva. Veramente un uomo d'oro e lei si sentiva
molto fortunata di essere sua moglie. Anche se ... Anche se negli ultimi
mesi qualcosa era cambiato in Daniel. Oh lui era sempre dolcissimo, ma le
faceva strane richieste. Le chiedeva ad esempio di provare a fargli vedere di
cosa fosse capace, cosa facesse in palestra oppure cercava la lotta per gioco.
Ma possibile che non capiva che era troppo pericoloso per lui? Lei era troppo
superiore a suo marito e un combattimento, anche solo per finta, lo avrebbe
distrutto. Non tanto nel fisico in quanto lei si sarebbe guardata bene dal
fargli troppo male, ma soprattutto psicologicamente. Sapeva benissimo che un
uomo ama sentirsi superore a una donna anche quando, come nel loro caso, non
lo è affatto e Rebecca non avrebbe voluto in nessun modo ferire l'amor
proprio di suo marito, del suo adorabile marito. Ogni tanto accettava per
gioco, ma si faceva battere da Daniel, proprio per non ferirlo, per fargli
credere di essere lui quello più forte, il perno portante della coppia, ma sapeva benissimo che infliggere una dura lezione a uno come Daniel, sarebbe stata una cosa
elementare per una della sua forza e della sua bravura. Proprio non riusciva a
comprendere il motivo per il quale suo marito insisteva tanto su questo.
C'era in realtà un altro motivo per cui era su di giri. Questo era l'ultimo
appuntamento della giornata e poi avrebbe raggiunto Daniel nella loro casa al
mare. Sarebbero rimasti lì una settimana. Non riusciva a capire per quale
motivo lui avesse insistito così tanto. D'inverno, il luogo dove si trovava
quella casa era praticamente deserto e c'erano tanti altri posti dove
trascorrere sette giorni in santa pace loro due. Magari un bel viaggetto.
Invece Daniel era stato categorico. Voleva trascorrere una settimana in quella
casa e alla fine l'aveva avuta vinta. Non se la sentiva di litigare con lui
e alla fine aveva trovato che la cosa avrebbe potuto essere piacevole e
rilassante. Avrebbe preparato bei pranzetti e a cena sarebbero andati fuori e
magari avrebbe indossato finalmente uno di quegli abitini che suo marito le
aveva regalato e che lei, per una scusa o per l'altra, non aveva mai messo.
Non che fossero particolarmente scandalosi ma lei voleva passare inosservata in
mezzo alla gente e con il suo fisico statuario avrebbe attirato sicuramente
gli sguardi di tutti gli uomini. A lei bastava piacere al suo adorato Daniel,
ma non era nelle sue caratteristiche mettersi in mostra in modo provocante
nemmeno davanti a lui. Si sentiva impacciata e ancora, dopo cinque anni di
matrimonio e dieci complessivamente da quando si erano messi insieme, trovava
difficoltà a farsi vedere completamente nuda davanti a lui, scatenando
l'ovvia ilarita' di Daniel. Oh certo, lo faceva, sarebbe stato impossibile non
mostrarsi nuda davanti a suo marito, ma non si sentiva a suo agio, si
vergognava di quegli sguardi, di quel modo di guardarla che Daniel aveva nei
suoi confronti. Ne era felice in quanto dimostravano tutto l'interesse, tutta
la passione che suo marito provava nei suoi confronti, ma la imbarazzavano un
pochino. Anche nel sesso non si era mai mostrata particolarmente attiva. Quasi
sempre sotto le lenzuola dove si sentiva più a suo agio e mai qualcosa che
andasse oltre certi limiti. Non che fosse frigida, tutt'altro. Le piaceva fare
l'amore con Daniel e spesso attendeva con malcelata ansia il momento in cui
lui le faceva capire di volerla, ma per lei era solo la giusta prosecuzione
del suo amore illimitato. Mai e poi mai sarebbe potuta andare con un altro
uomo. Neanche li guardava gli altri, fossero pure bellissimi. Per lei c'era
solo Daniel, i suoi baci, le sue coccole, le sue carezze e il modo unico che
aveva di guardarla. Ma per quella settimana aveva promesso a se stessa che
avrebbe cercato di vincere quell'imbarazzo e di mostrarsi finalmente meno
pudica di fronte a lui. Dopo cinque anni di matrimonio, arrivata a 28 anni,
forse era veramente giunto il momento di cambiare un pochino lo stile di vita
avuto fino ad allora e di mostrarsi in tutta la sua bellezza e sensualità di
fronte all'uomo che lei amava. Sapeva che lui aveva anche bisogno di questo e
lo avrebbe accontentato, anche se sapeva perfettamente che non sarebbe stato
facile per lei. Malgrado fosse cosciente della sua straordinaria bellezza,
aveva timore che suo marito, a lungo andare, si sarebbe potuto stancare di una
donna che non elargiva completamente la propria femminilità al proprio uomo e
doveva evitare a tutti i costi che questo accadesse. Senza suo marito lei non
avrebbe potuto vivere.
Continua...
davidmuscolo@tiscali,it
Grazie
Secondo episodio
Rebecca Goldring parcheggiò la sua auto di fronte alla studio del dottor
Weiss. Era su di giri. Quella casa era situata nel quartiere più ricco della
città e se fosse riuscita a venderla, avrebbe guadagnato un mucchio di
dollari. Non che ne avesse particolare bisogno. Suo marito guadagnava
abbastanza per tutti e due, ma lei non era il tipo da farsi mantenere. Voleva
rendersi utile e quando, tre anni prima, aveva trovato questo lavoro, ci si
era buttata a capo fitto diventando ben presto una delle mediatrici più
abili. Del resto, aveva tutto per fare l'agente immobiliare. Aveva la
presenza, l'intelligenza e la parlantina utile per convincere i venditori
prima e gli acquirenti dopo. Ma il primo passo era proprio quello di trovare
gli immobili da vendere e questo tizio aveva telefonato dicendo che voleva
vendere il suo studio chiedendo espressamente di lei. Evidentemente, si era
fatta una buona pubblicità con i clienti precedenti.
Si riguardò allo specchio per controllare se era tutto in ordine. Il trucco
era lievissimo ma inappuntabile, la camicetta color avorio abbottonata fino al
collo era senza una piega. Si, era pronta per affrontare la discussione con
quell'uomo, sperando che la sua richiesta fosse nei limiti. Una richiesta
troppo esosa avrebbe complicato non poco l'eventuale vendita. Scese dalla
macchina e si diede un'ultima sistemata al suo tailleur pantalone grigio. Non
le piaceva vestire in modo sconcio e i suoi abiti erano quanto di più sobrio
ci potesse essere. Nel lavoro indossava rigorosamente dei tailleur sotto i
quali abbinava camicette o maglioncini con il collo alto in inverno, ma anche
nel tempo libero non le piaceva sbizzarrirsi e nel suo armadio c'erano solo
jeans, gonne e abiti che le arrivavano rigorosamente sotto il ginocchio,
malgrado suo marito le avesse chiesto più volte di vestire in modo più
giovanile e sensuale. E sì che se lo poteva permettere. Il suo fisico era
praticamente perfetto. Alta un metro e ottanta, magra al punto giusto ma con
le curve al loro posto, era da tutti considerata una donna bellissima. Il suo
viso era poi incantevole. Una cascata di capelli neri che lei teneva quasi
sempre raccolti in una coda, sempre per non apparire troppo, lineamenti
perfetti, a cominciare da una bocca che sembrava fatta apposta per essere
baciata, un nasino all'insù che sembrava la pubblicità di un chirurgo
plastico e stupendi occhi azzurri. Quando era più giovane le era stato
chiesto più volte di diventare una modella, fare foto in costume, ma non
faceva per lei. Rebecca Goldring aveva altre passioni. Tanto per cominciare le
arti marziali. Ne praticava diverse, tutte fin da bambina, a cominciare dal
judo per finire poi al karate e al kung-fu. Tutte con risultati strabilianti
che l'avevano portata ad essere un'atleta di altissimo livello. Una passione
nata a causa o per merito del suo povero papa', un campione di karate che
l'aveva portata fin da piccolissima ad allenarsi con lui e che lei aveva
proseguito anche dopo la dolorosa morte del suo genitore per un male
incurabile. Era diventata bravissima e il suo fisico particolarmente
predisposto l'aveva aiutata non poco. Era veramente forte, molto più di un
uomo. Sapeva perfettamente che lei era in grado di fare cose strabilianti ma
non si era mai approfittata di queste sue doti. Non ne aveva le capacità
mentali. Per lei, un combattimento terminava nel momento stesso in cui
riusciva a vincere contro un avversario, anche perché le sconfitte erano
ormai un ricordo di tanti anni prima, di quando era soltanto una ragazzina
alle prime armi. Sarebbe potuta diventare una campionessa in ognuno di quelle
arti marziali da lei praticate, ma quando aveva conosciuto Daniel aveva
smesso. Continuava ad allenarsi perché le piaceva troppo, perché si sentiva
bene quando lo faceva, perché era un modo per ricordarsi del suo amato
genitore, ma ogni istante libero Rebecca lo dedicava a suo marito Daniel. Se
ne era innamorata subito ed era stata ovviamente contraccambiata. Quando lo
scelse, tra una fila lunghissima di ragazzi che spasimavano per lei, Rebecca
già sapeva che sarebbe stato per sempre. Daniel era infatti l'altra passione
che aveva. Lo amava ancora come il primo giorno. Lui era dolce, tenero, sempre
interessato in ciò che lei faceva. Veramente un uomo d'oro e lei si sentiva
molto fortunata di essere sua moglie. Anche se ... Anche se negli ultimi
mesi qualcosa era cambiato in Daniel. Oh lui era sempre dolcissimo, ma le
faceva strane richieste. Le chiedeva ad esempio di provare a fargli vedere di
cosa fosse capace, cosa facesse in palestra oppure cercava la lotta per gioco.
Ma possibile che non capiva che era troppo pericoloso per lui? Lei era troppo
superiore a suo marito e un combattimento, anche solo per finta, lo avrebbe
distrutto. Non tanto nel fisico in quanto lei si sarebbe guardata bene dal
fargli troppo male, ma soprattutto psicologicamente. Sapeva benissimo che un
uomo ama sentirsi superore a una donna anche quando, come nel loro caso, non
lo è affatto e Rebecca non avrebbe voluto in nessun modo ferire l'amor
proprio di suo marito, del suo adorabile marito. Ogni tanto accettava per
gioco, ma si faceva battere da Daniel, proprio per non ferirlo, per fargli
credere di essere lui quello più forte, il perno portante della coppia, ma sapeva benissimo che infliggere una dura lezione a uno come Daniel, sarebbe stata una cosa
elementare per una della sua forza e della sua bravura. Proprio non riusciva a
comprendere il motivo per il quale suo marito insisteva tanto su questo.
C'era in realtà un altro motivo per cui era su di giri. Questo era l'ultimo
appuntamento della giornata e poi avrebbe raggiunto Daniel nella loro casa al
mare. Sarebbero rimasti lì una settimana. Non riusciva a capire per quale
motivo lui avesse insistito così tanto. D'inverno, il luogo dove si trovava
quella casa era praticamente deserto e c'erano tanti altri posti dove
trascorrere sette giorni in santa pace loro due. Magari un bel viaggetto.
Invece Daniel era stato categorico. Voleva trascorrere una settimana in quella
casa e alla fine l'aveva avuta vinta. Non se la sentiva di litigare con lui
e alla fine aveva trovato che la cosa avrebbe potuto essere piacevole e
rilassante. Avrebbe preparato bei pranzetti e a cena sarebbero andati fuori e
magari avrebbe indossato finalmente uno di quegli abitini che suo marito le
aveva regalato e che lei, per una scusa o per l'altra, non aveva mai messo.
Non che fossero particolarmente scandalosi ma lei voleva passare inosservata in
mezzo alla gente e con il suo fisico statuario avrebbe attirato sicuramente
gli sguardi di tutti gli uomini. A lei bastava piacere al suo adorato Daniel,
ma non era nelle sue caratteristiche mettersi in mostra in modo provocante
nemmeno davanti a lui. Si sentiva impacciata e ancora, dopo cinque anni di
matrimonio e dieci complessivamente da quando si erano messi insieme, trovava
difficoltà a farsi vedere completamente nuda davanti a lui, scatenando
l'ovvia ilarita' di Daniel. Oh certo, lo faceva, sarebbe stato impossibile non
mostrarsi nuda davanti a suo marito, ma non si sentiva a suo agio, si
vergognava di quegli sguardi, di quel modo di guardarla che Daniel aveva nei
suoi confronti. Ne era felice in quanto dimostravano tutto l'interesse, tutta
la passione che suo marito provava nei suoi confronti, ma la imbarazzavano un
pochino. Anche nel sesso non si era mai mostrata particolarmente attiva. Quasi
sempre sotto le lenzuola dove si sentiva più a suo agio e mai qualcosa che
andasse oltre certi limiti. Non che fosse frigida, tutt'altro. Le piaceva fare
l'amore con Daniel e spesso attendeva con malcelata ansia il momento in cui
lui le faceva capire di volerla, ma per lei era solo la giusta prosecuzione
del suo amore illimitato. Mai e poi mai sarebbe potuta andare con un altro
uomo. Neanche li guardava gli altri, fossero pure bellissimi. Per lei c'era
solo Daniel, i suoi baci, le sue coccole, le sue carezze e il modo unico che
aveva di guardarla. Ma per quella settimana aveva promesso a se stessa che
avrebbe cercato di vincere quell'imbarazzo e di mostrarsi finalmente meno
pudica di fronte a lui. Dopo cinque anni di matrimonio, arrivata a 28 anni,
forse era veramente giunto il momento di cambiare un pochino lo stile di vita
avuto fino ad allora e di mostrarsi in tutta la sua bellezza e sensualità di
fronte all'uomo che lei amava. Sapeva che lui aveva anche bisogno di questo e
lo avrebbe accontentato, anche se sapeva perfettamente che non sarebbe stato
facile per lei. Malgrado fosse cosciente della sua straordinaria bellezza,
aveva timore che suo marito, a lungo andare, si sarebbe potuto stancare di una
donna che non elargiva completamente la propria femminilità al proprio uomo e
doveva evitare a tutti i costi che questo accadesse. Senza suo marito lei non
avrebbe potuto vivere.
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