Ipnosi Tredicesimo episodio

di
genere
dominazione

Rebecca faceva scivolare l'acqua tiepida sulla sua pelle rilassando i suoi muscoli. Era appena rientrata da una corsa di un'ora e mezza sostenuta a un buon livello di velocità ed era soddisfatta della tenuta dimostrata. Il suo fisico aveva risposto a meraviglia e contemplava la tonicità delle sue braccia e delle sue gambe con compiacimento. Sapeva di essere bella e di avere un fisico esplosivo, ma adesso questa consapevolezza era cresciuta a dismisura. Si sentiva veramente un essere superiore, soprattutto se paragonata a suo marito. A proposito di Daniel, continuava a desiderarlo ossessivamente e appena uscita dalla doccia lo avrebbe di nuovo scopato, sperando che quell'inetto fosse stato capace di tenerlo dritto per il tempo necessario, altrimenti lo avrebbe punito duramente, come aveva fatto il giorno precedente. Perché lo faceva? Perché picchiava sistematicamente suo marito per un nonnulla? Alzò le spalle. Quelle domande che si poneva riguardo i suoi comportamenti le facevano aumentare il mal di testa. In fondo, se lei si comportava così era semplicemente perché lei poteva tutto, perche' lei era una dea e a una dea tutto è permesso. Maledetto mal di testa! Doveva assolutamente andare in farmacia in quanto aveva terminato le sue compresse. Avrebbe potuto mandarci Daniel. Lui certo non avrebbe osato controbattere e avrebbe obbedito di corsa al suo ordine ma aveva voglia di uscire da casa e mettersi in mostra, far vedere a chiunque quanto fosse bella e quanto tutti gli altri erano poca cosa a confronto con una dea come lei. Per qualche misterioso motivo sentiva che, fino alla scadenza di quella settimana di vacanza, non era il caso di allontanarsi e di tornare in città per nessun motivo al mondo, ma quella cittadina in riva al mare non poteva certo essere considerato un allontanamento e la loro abitazione, pur distante un paio di chilometri dal centro abitato, poteva senz'altro essere considerata parte integrante di quella cittadina balneare. Pertanto, non avrebbe fatto nulla di sbagliato.

Daniel Goldring osservò sua moglie contrariato. E ora cosa mai poteva dirle?
Voleva andare in paese a comprare le pillole per il mal di testa, ma come
poteva presentarsi dinanzi agli abitanti del luogo vestita in quel modo? Il
pantalone di lattice che indossava era l'ideale per solleticare le sue fantasie
erotiche, gli stivali con quel tacco altissimo lo eccitavano da impazzire, la
maglia aderentissima e scollata malgrado il freddo e il reggiseno assente, con il seno di Rebecca che sembrava dover esplodere da un momento all'altro, gli facevano venire l'acquolina in bocca, ma ovviamente non erano certo l'ideale per una passeggiata. Come giustificare una simile mise dinanzi agli abitanti del luogo, tutta gente che conoscevano entrambi? Oh, al diavolo. Non poteva far nulla. Qualunque sua decisione che non fosse stata quella di obbedire a sua moglie e accettare ogni cosa lei dicesse, lo avrebbero portato a una dura punizione e non sapeva se il suo fisico, già provato per le tante percosse ricevute, sarebbe stato in grado di accettare un'altra sfuriata di violenza. Pensassero pure quello che volevano quei quattro paesani che abitavano li'
anche in inverno, era meglio per lui non rischiare altre botte gratuite. In
fondo, cosa mai avrebbero potuto dire? Avrebbero sgranato gli occhi e
ammirato un capolavoro della natura e avrebbero invidiato proprio lui che con
quel capolavoro era sposato e con la quale aveva appena fatto del sesso
strepitoso per l'ennesima volta. E i suoi vistosi segni sul volto? Le labbra
gonfie, gli occhi semichiusi? Come avrebbe giustificato tutto questo? Anche su
quello Daniel non poteva far nulla e, in fondo, pensava di non doversi
giustificare con nessuno.

La cittadina era praticamente deserta, a parte quei pochi esercizi aperti tra i quali c’era anche la farmacia. I due parcheggiarono a pochi di metri di distanza e s’incamminarono verso il luogo della loro destinazione osservati con curiosità dalle poche persone presenti che, riconoscendo la coppia, si chiedevano come mai di quel cambiamento radicale nel comportamento e nell’abbigliamento della donna ed entrarono nel negozio. Rebecca ordinò al farmacista, unico presente nel negozio completamente privo di altro personale e di clienti, le sue pillole per il mal di testa e l’uomo, un signore sui sessanta con una vistosa calvizie, prese l'ordinazione della giovane deglutendo nervosamente. Non aveva mai visto da vicino una donna così bella e sensuale e non riusciva a staccare gli occhi da quella figura straordinaria

" Allora? Devo attendere per tutto il giorno che tu mi porti quelle maledette
compresse?" si adirò la donna vedendo la lentezza con la quale il farmacista
espletava il suo lavoro e Daniel sentì un brivido lungo la schiena, quasi
prevedendo l'evolversi di quella situazione. Rebecca era nervosa e
incontrollabile e il mal di testa ne stava peggiorando ulteriormente l'umore. Il
farmacista affrettò la sua ricerca e tornò con una medicina mettendola sul bancone

" Non abbiamo ciò che lei ha richiesto, ma le ho portato questo medicinale
che ha lo stesso principio attivo e farà lo stesso effetto di quello che lei
ha richiesto" Rebecca guardò il medicinale sul bancone e sentì l'ira
impadronirsi definitivamente di lei e sconvolgerla completamente. Afferrò con
la sua mano il camice del farmacista

" Pezzo d'idiota. Ti ho chiesto una cosa e tu me ne porti un'altra. Cosa
volevi fare? Avvelenarmi per caso? Darmi un farmaco che mi faccia male invece
di quello di cui io ho bisogno?" L'uomo rimase sbigottito. In tanti anni di
professione non gli era mai capitato un cliente del genere e si risentì

" Ma come si permette signora. Mi lasci subito andare se non vuole che la
denunci allo sceriffo per aggressione" Era la scintilla che fece prendere
fuoco a Rebecca. Daniel lo sapeva, Weiss glie lo aveva avvertito ed era stato
un buon profeta. Rebecca afferrò l’uomo per un braccio e con una mossa di judo, di cui lei era maestra, lo fece letteralmente volare facendolo passare sopra la sua testa e sopra quella di suo marito e poi, senza la minima pietà, appena l'uomo atterrò malamente a terra, lo rialzò e lo colpi' con due pugni al volto in rapida successione che lo fecero cadere rovinosamente in una vetrina dove erano esposti articoli per neonati.
Mentre era in volo l'uomo era già svenuto per la potenza di quei due pugni e
non ebbe modo di soffrire ulteriormente per la violenza con la quale ricadde
in terra. Una dimostrazione di potenza e abilità straordinarie. Ora sì che si trovavano in un bel guaio. Daniel si mise le mani in testa
“ Mio Dio, cosa hai fatto?” La donna lo guardò con rabbia. Come osava quel misero maschio intromettersi in ciò che lei faceva? Era il caso di punire anche lui, come chiunque avrebbe osato trattarla senza l’adeguato rispetto che una donna superiore come lei meritava. Afferrò Daniel per il braccio sano
“ Non osare mai più rivolgerti a me con questo tono. Hai capito Daniel?” Goldring chiuse gli occhi. Non doveva farla arrabbiare. Era pericolosissimo. Per lui e per tutto il paese. Rebecca fuori controllo poteva essere letale per chiunque incontrasse
“ No mia padrona. Ti chiedo perdono ma temo che tu, con la tua bravura, possa uccidere qualcuno e non vorrei che ti macchiassi di sangue” La donna scoppiò in una sinistra risata
“ Idiota! Non l’ho colpito per ucciderlo. Se avessi voluto adesso sarebbe già a far compagnia ai defunti della sua famiglia” Il violento schiaffo che Rebecca diede a suo marito facendolo sanguinare vistosamente, stavano per concludere la visita dei due in farmacia. La donna afferrò il farmaco, mise sul bancone alcuni dollari e uscì dalla farmacia trascinandosi quasi di peso Daniel
“ Spero proprio che quell’idiota mi abbia dato le pillole giuste per farmi passare questo maledetto mal di testa altrimenti torno qui e gli fracasso l’intero locale insieme a qualche ossa. Così imparera’ una volta per tutte a portarmi il giusto rispetto” concluse la giunonica donna avviandosi verso l’uscita del locale. Malgrado il forte rumore comunque, sembrava che nessuno si fosse accorto di nulla anche se i paesani e lo stesso farmacista sapevano cosa era accaduto e Daniel temeva che lo sceriffo sarebbe presto venuto a trovarli. Era una situazione dalla quale sarebbe stato difficile uscirne in modo indolore. E infatti, il peggio stava per arrivare. Una vecchia signora entrò nella farmacia proprio mentre la coppia stava uscendo. Le sue grida, nel vedere il farmacista che giaceva all’interno della piccola vetrina con la faccia sporca di sangue, ebbero stavolta il potere di richiamare tutta la gente. Praticamente quasi l'intera popolazione del paesino si era riversata in quel punto. Rebecca osservò quelle persone con un ghigno satanico

" Venite avanti. Forza piccioncini, fatelo tutti insieme che mi farete
divertire maggiormente" Un uomo piuttosto robusto, con un camice bianco
macchiato di rosso e che Daniel riconobbe come il macellaio si voltò verso
altre persone che si stavano ammassando dietro di lui
“ Cosa avete fatto a Michael?” disse l’uomo prendendo Daniel per il bavero, credendo erroneamente fosse lui l’artefice del pestaggio nei confronti del farmacista. Rebecca non aspettava altro e sghignazzando afferrò a sua volta il macellaio scaraventandolo addosso al muro
“ Tu, misero verme. Come puoi pensare che sia stato quell’omuncolo di mio marito a dare la lezione che si meritava a quell’uomo? Sono stata io a punire quel tipo come meritava” Il macellaio si guardò intorno

" Andate a chiamare lo sceriffo. Ci penso io a questa pazza" Daniel urlò
all'uomo di non farlo ma il macellaio non lo ascoltò e Goldring osservò
l'uomo che si gettò incoscientemente verso Rebecca. La donna non ci mise
molto a sbarazzarsi di quel contendente. Le bastò evitare il pugno del
macellaio con un semplice spostamento del busto e poi lo colpì con il pugno
destro. Un solo colpo di Rebecca sarebbe stato più che sufficiente per mandare
quell'uomo al tappeto e renderlo definitivamente inoffensivo e non colpì per mandarlo KO. Evidentemente, la donna voleva tenerlo sveglio per provare il suo potere su di lui. Infatti, il macellaio barcollò vistosamente ma non svenne e, prima che cadesse per terra, Rebecca lo colpì di nuovo per due volte con due perfetti calci circolari, sfondandogli il setto nasale e rompendogli le labbra. L’uomo era ancora in sé ma completamente nelle mani della donna che, sorridendo con un sadismo senza eguali, afferrò l’uomo da dietro con il suo braccio destro e iniziò a stringere. L’uomo dapprima tossì, cercando di liberarsi da quella stretta che pareva quella di un boa ma poi si rese conto che non era in grado di spostare di un millimetro quel braccio. Il suo volto divenne paonazzo e il terrore di morire soffocato s’impadronì completamente di lui. Una prova di forza e bravura che, per un istante, fece indietreggiare intimoriti gli altri uomini che stavano per avventarsi contro di lei. Come era possibile che un essere umano, una donna poi, potesse fare quello che stavano osservando? Daniel si mise tra sua moglie e la gente che ormai, malgrado ciò che stavano osservando, premeva per entrare nella farmacia per fermare quella donna e salvare il macellaio

" Aspettate, vi prego. Voi non capite, vi uccidera' tutti quanti. Un suo solo
pugno può fracassarvi la testa e uccidervi all'istante. Ci penserò io,
pagherò io i danni che lei ha causato, ma non andate contro di lei. E' un
suicidio" Anche lo sceriffo, che nel frattempo era giunto davanti alla
farmacia, ascoltò le parole di Daniel Goldring

" E' drogata per caso?"

" No, sceriffo, ma è come se lo fosse. Soffre di una malattia che le fa
perdere la ragione per brevi istanti e siccome è una donna dotata di una
forza non comune e per di più è una campionessa di arti marziali, questo è
ciò che puo' causare. Se lei prova ad arrestarla adesso, farà causare una
strage. Dovrà ucciderla per fermarla mentre ancora possiamo sistemare le
cose. Il farmacista e il macellaio sono ancora integri, a parte qualche osso
rotto e finora ci sono stati solo pochi danni. Mi conoscete tutti, sapete chi
sono, fate come vi dico e vi ripeto che nessun altro si farà male" Non era
stato completamente sincero Daniel. Rebecca non soffriva di nessuna malattia e
l'unica malattia era semmai la sua, le sue fissazioni che avevano sconvolto la
povera Rebecca fino a farla diventare una pazza sanguinaria. Ma era sincero
quando parlava di evitare una strage in quanto era assolutamente sicuro che
per fermare sua moglie avrebbero dovuto sparargli e lui voleva e doveva
evitare che una simile eventualità potesse avverarsi. Lo sceriffo guardò
Daniel in modo comprensivo

" Come dovremo fare allora per togliere il povero Fred dalle sue grinfie?" Daniel ci pensò per un istante e poi sembrò aver trovato la chiave giusta

" Le dica che vuole arrestare Fred il macellaio per averla aggredita e si
scusi con lei a nome dell'intera cittadina. Si mostri calmo. Qualunque altro
comportamento starebbe a significare morte certa per Fred e probabilmente
anche per lei. Ripeto, l'unico modo per fermarla e piantarle una pallottola in
mezzo agli occhi ma se voi sbagliate, visto che è agilissima e dotata di
riflessi eccezionali, qui succedera' una strage"

" D'accordo, mister Goldring, farò quello che lei mi consiglia, anche se so
che in questo momento non sto rispettando la legge. Ma le garantisco che se
lei non rispetterà il patto di risarcire questa gente, io la verrò a cercare
personalmente in capo al mondo. E se sua moglie dovesse comportarsi di nuovo
in questo modo, malata o no, io le pianterò quella pallottola di cui
parlavamo prima in mezzo agli occhi" Poi osservò il viso di Daniel,
visibilmente provato dalle percosse e proseguì "La faccia curare, signor
Goldring, per sé stessa e per lei, oltre per chi ha la sventura di trovarsi
sulla sua strada. Non mi sembra in condizioni ottimali" Daniel sospirò

" E' solo questione di ore, ormai, sceriffo e poi Rebecca tornerà quella di
prima, la donna più dolce che sia mai esistita. Ma non mi chieda altro, non
potrei spiegarglielo. Comunque, non si preoccupi per me. Io me la caverò,
pensi a salvare quel poveraccio piuttosto. Mia moglie può ucciderlo se dovesse continuare a stringere il suo collo"
Il dialogo era avvenuto a diversi metri da Rebecca e lei non poteva aver ascoltato ciò che si erano detti Daniel e lo sceriffo che nel frattempo avanzò cautamente verso Rebecca, sempre più meravigliato di come facesse quella donna a rendere facilmente inoffensivo un uomo di circa ottanta chili senza dare l’impressione di impegnarsi più di tanto. Quella donna, bella come una dea e vestita nel modo più sexy che lui avesse mai potuto ammirare, era veramente in grado di mandare all’altro mondo il macellaio e chiunque altro si fosse avvicinato a lei con fare minaccioso. Su questo, Daniel Goldring non sembrava aver detto un’eresia. Doveva comportarsi come lui gli aveva consigliato

" Signora, voglio innanzi tutto scusarmi con lei per il comportamento
inqualificabile del macellaio e se lei lo lascerà andare, io potrò
arrestarlo per aver tentato di aggredirla" disse alla donna con un certo
timore. In quel momento, con lui a ridosso di quella forzuta e con la pistola
nella fondina, sarebbe stato alla sua mercè e se Goldring aveva ragione sulle
capacità della moglie, capacità del resto di cui stava dando ampia
dimostrazione in quel momento, avrebbe potuto ucciderlo con un solo colpo. La
donna invece sorrise e abbassò dapprima le sue braccia e poi lasciò cadere il
corpo ormai inanimato ma ancora vivo del povero macellaio. Si avviò quindi verso l'uscita dove stazionava ancora suo marito e lo prese per un braccio

" Andiamo Daniel. Credo proprio che adesso questi paesani sapranno come si devono comportare con me quando vengo in questo sudicio posto” La folla si aprì per far passare i due come il mar Rosso al passaggio di Mosè e poi ne seguirono l'allontanarsi con sensazioni contrastanti. Era una pazza, una malata, ma era senz'altro la donna più sexy che avessero mai visto. Ben, il proprietario del piccolo drugstore accanto alla farmacia lo rimarcò allo sceriffo

" Sarà pure una pazza scatenata, ma ha il più bel culo che io abbia mai
visto. Non crede sceriffo?"

" Non solo il culo, mio caro Ben. Ma, malgrado quello che vedi e che sta
facendo moltiplicare il tuo testosterone, posso assicurarti che sono ben
felice di non essere al posto di quell'uomo che le sta accanto"

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davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-09-16
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