Ipnosi Dodicesimo episodio

di
genere
dominazione

Il giorno seguente si aprì esattamente come era terminato quello precedente:
facendo sesso con Rebecca e questa la poteva reputare senz'altro la cosa più
piacevole di tutta la situazione, ma tutto il resto non era stato affatto
facile per Daniel. Oh no, per nulla facile. Non era stato facile soprattutto
obbedire a sua moglie stando bene attento a non farla innervosire, cercando
anzi di compiacerla in ogni occasione. Oh certo, era stato eccitante. Come
sarebbe potuto non esserlo? Per tutto il resto del pomeriggio Rebecca aveva
sempre indossato quella tuta di lattice che gli faceva strabuzzare gli occhi e
gli ordini erano sempre più perentori e minacciosi, proprio come piacevano a
lui. Rebecca era diventata ormai una vera dominatrice, consapevole della propria
superioritù e lui si sentiva veramente una piccola cosa di fronte a lei. Cosa
c'era quindi che non andava? Daniel aveva paura. Sapeva di camminare sul filo
del rasoio e di dover stare attento a qualunque cosa facesse e dicesse e ciò
non lo metteva a suo agio. Per tanti anni aveva fantasticato su questa
situazione e per capirla realmente aveva dovuto viverla e così facendo aveva
potuto fare un'analisi dettagliata, riuscendo finalmente a capire cosa gli
piacesse e cosa invece non riusciva a sopportare. Gli piacevano gli ordini che
Rebecca gli dava, ad esempio. Adorava servirla e riverirla, proprio come si fa
con una dea e Rebecca era bella e invincibile proprio come si immagina debba
essere una divinità. Ma mancava la complicità, mancava l'amore, la tenerezza,
l'ironia, tutte sensazioni che avrebbe voluto da una donna dominante. Quella
era una schiavitù e Daniel non era pronto per una vita del genere. Doveva
ancora capire meglio e, alla fine della settimana, avrebbe tratto le logiche
conseguenze. Forse, avrebbe chiesto al dottor Weiss di ipnotizzarla di nuovo,
cercando però tutte quelle sensazioni che gli mancavano ed eliminandone altre
che proprio non gradiva, come ad esempio la violenza fine a se stessa. Una
donna bellissima come era la sua Rebecca e dotata di una forza esagerata e di
una bravura nelle arti marziali senza uguali come era realmente, sarebbe
potuta diventare veramente la donna ideale per lui se lei avesse eliminato
alcune caratteristiche negative. D'altronde, la colpa era sua. Era stato lui a
chiedere certe cose e ora non gli rimaneva che far trascorrere quei pochi
giorni rimasti e cogliere i lati positivi che non erano affatto pochi. Sarebbe
stata comunque una settimana da ricordare, soprattutto se fosse riuscito a
cavarsela con pochi danni fisici. E quello era naturalmente il problema maggiore.

Terminato di fare l'amore con sua moglie, prima ancora che lei glie lo
ordinasse, si alzò per preparare la colazione per lui e per la sua padrona,
vestito solamente di un boxer. Ormai poteva senz'altro considerarla tale.
Pensava a quanto potesse essere eccitante se lei fosse stata pienamente
cosciente della situazione e se nel futuro avesse acconsentito a diventare una
moglie dominante anche nella vita di tutti i giorni senza bisogno di dover
ricorrere all'ipnosi per realizzare quel bisogno che sentiva sempre più forte
dentro di se. Ma desiderava che Rebecca lo diventasse senza forzature,
consapevole della sua superiorità e senza violenza gratuita. Ma quando la
vide entrare in cucina, vestita ancora una volta in lattice, stavolta con un
pantalone nero e con un toppino dello stesso tessuto e colore, con quegli
stivali dal tacco altissimo che la facevano assomigliare ad una gigantessa,
tutti i suoi pensieri andarono in tilt. Era bellissima, meravigliosa, una vera
divinità. La sua camminata aveva acquistato delle movenze sensuali senza pari
e lui, senza pensarci, si inginocchiò al cospetto di sua moglie. Quella
donna, al di là di tutte le considerazioni sulla violenza appena fatte,
meritava la sua sottomissione. Rebecca approvò con un sorriso. Alzò la gamba destra e mise il suo piede, armato da quei tacchi a spillo sulla testa di suo marito

" Molto bene Daniel. Stai cominciando a comprendere la situazione. Bacia i miei piedi e poi portami la colazione!" Daniel obbedì con immenso piacere a quell’ordine mentre, al solo vederla, il suo pene riprese vigoria, malgrado avessero terminato appena di fare l'amore. La desiderava di nuovo con tutto sé stesso e si stava rendendo conto che, oltre alla forza e alla bravura di sua moglie e al suo modo di fare dominante, era assolutamente succube della sua bellezza e della voglia di sesso che lei gli provocava. La cosa non sfuggì agli occhi di Rebecca. Fece colazione ma il pensiero del sesso di lui di nuovo eretto e ben visibile ai suoi occhi non la abbandonò un solo istante. Non riusciva ad essere sé stessa, la sua respirazione si faceva difficoltosa, il suo respiro sempre più affannato e la voce diventava sempre più roca. Lo voleva assolutamente, lo voleva di nuovo. Sentiva il desiderio di essere penetrata, voleva assolutamente quell'uomo e lo voleva subito, senza aspettare ulteriormente. Si alzo' in preda ad un vero e proprio raptus. Voleva il cazzo di Daniel e lo voleva a modo suo, violento.
Sollevò dalla sedia suo marito prendendolo sotto le ascelle per trascinarlo
in salotto. Il suo fisico allenato alla perfezione le permetteva di farlo senza nessuna fatica, come qualsiasi cosa facesse. Daniel si impaurì notevolmente

" Amore, lasciami, ti prego" disse a Rebecca

" Zitto! Non aprire bocca se non ti do io il permesso di farlo" rispose la
donna scaraventandolo sopra il divano e ordinando poi all'uomo di toglierle
prima gli stivali e poi il pantalone. Guardò con desiderio crescente il cazzo
di Daniel eretto e si pose sopra di lui prendendogli i polsi con le sue mani,
proprio come aveva fatto la prima volta e, come quella volta, l'uomo sentì
l'enorme potenza della moglie. Le mani della donna sembravano tenaglie e il
piacere del sesso era mitigata dall'enorme dolore che lei gli procurava.
Provò a resistere il più possibile ma poi non ce la fece e urlò

" Ti prego Becca, lasciami i polsi, me li stai spezzando. Non ce la faccio
più" La donna si tolse da sopra suo marito in preda a una rabbia indicibile
e colpì con due schiaffi terribili l'uomo per poi afferrarlo per il mento. La sua faccia era distorta dalla rabbia

" Tu, misero maschio. Ti avevo ordinato di non aprire bocca e mi hai
disobbedito. Dovevi solo stare zitto e scopare per cercare di soddisfarmi e
invece ti metti a frignare come una bambina. Pagherai per questo" Si tolse da sopra di lui per poi afferrarlo per un braccio per rialzarlo e quindi la sua mano si aprì e un nuovo violento ceffone si abbattè sulla faccia di Daniel che rotolò per terra. Comprese immediatamente che la situazione era molto pericolosa per lui e cercò di rimediare inginocchiandosi

" Ti prego, mia padrona, abbi pietà di me. Non volevo disobbedirti ma il
dolore che mi procuravi era troppo intenso per me e non ce l'ho fatta a
resistere" La donna lo guardò con disprezzo

" Quello non era dolore. Quello che ti procurerò adesso potrai definirlo
dolore" Rebecca sollevò Daniel con una mano e con l'altra fece partire un
tremendo pugno che si abbattè come un maglio nello stomaco di Daniel che,
ovviamente, si piegò in due. Rimase prima con la bocca aperta a cercare di
riprendere fiato, poi sentì improvvisamente delle forze di stomaco e dei
conati di vomito uscirono dalla sua bocca. Tutto questo con un semplice pugno.
Ma quelli di Rebecca erano pugni di un essere dotato di una forza decisamente
superiore alla media. Sicuramente di gran lunga superiore a quella di Daniel. Per nulla soddisfatta, la donna avvolse le sue cosce attorno alla testa del povero Daniel facendogli mancare immediatamente il respiro. Per qualche secondo Rebecca si beò della sensazione di sentire suo marito ridotto all'impotenza più assoluta. Sapeva perfettamente che lui non avrebbe mai potuto liberarsi, malgrado per un po' cercò di dibattersi per liberarsi da quella stretta micidiale, ma dopo quegli sforzi anche Daniel si rese conto che nulla poteva fare e che la sua vita dipendeva da sua moglie e si lasciò andare, mentre le lacrime solcavano il suo volto in modo copioso. Rebecca intanto respiro' profondamente. Aveva voglia di umiliarlo, forse anche di ucciderlo, ma una vocina interna le diceva che non era giusto e che non avrebbe dovuto farlo e pian piano allentò la presa. Per fortuna di Daniel, lei sapeva benissimo come dosare la sua forza e, quando le sue cosce lasciarono completamente la presa, Daniel era quasi incosciente a causa della poca aria entrata in quei secondi nei suoi polmoni, ma ancora integro. Lo afferrò per un braccio e lo sbattè con violenza sul divano. Non faceva nessuna fatica. Le sue braccia erano veramente forti e i numerosi anni di allenamento le avevano fatte diventare un'arma micidiale. Aveva ancora voglia di sesso e non si era affatto placata. Anzi, la violenza perpetrata nei confronti di Daniel l'avevano eccitata ancora di più. Malgrado fosse quasi incosciente, suo marito aveva il pene completamente eretto e lo prese con forza, di nuovo. Si trattava di una vera e propria violenza sessuale nei confronti dell'uomo e il fatto che lui fosse eccitato non giustificava affatto quell'azione. Daniel riusciva a capire solo parzialmente ciò che stava accadendo e se ne rese conto completamente soltanto quando la donna, eccitata oltre l'inverosimile, urlò al momento dell'orgasmo

" Sfondamela, pezzo di idiota. Muovi quel cazzo e fammi godere" Il risveglio
totale di Daniel coincise anche con la sua eiaculazione. Era una situazione assurda! Era mezzo tonto, ma il piacere sessuale che provò in quella situazione fu assolutamente unico. La violenza con la quale sua moglie si era praticamente
approfittata di lui aveva fatto sì che il suo godimento nel momento cruciale
fu meraviglioso, senza alcun paragone con nessun'altro tipo di sesso che aveva
finora fatto. Sembrava quasi che ogni volta che lo facevano ci fosse per
entrambi un'escalation di piacere e non riusciva a capacitarsi di come ci
potesse essere un piacere ancora maggiore di quello appena provato. Quella era
già l'estasi.

Mentre entrambi si rivestivano, sia Daniel che Rebecca si immersero nei propri
pensieri. Alquanto confusi quelli di Rebecca, incapace di capire quello che
aveva appena fatto. Non aveva rimorsi, tutto le sembrava giusto, soprattutto
le violenze perpetrate nei confronti di suo marito ma, semmai, la sua
confusione era generata dal fatto che si sentiva strana, quasi manovrata da un
burattinaio. Continuava a sentire quella vocina dentro di lei che le diceva
cosa fare e cosa non fare e questo le causava quel gran mal di testa che la
attanagliava ormai da diversi giorni. E continuava ad avere voglia di sesso.
Aveva appena raggiunto un orgasmo splendido, malgrado fosse ancora mattina
aveva già fatto sesso per ben due volte in maniera sontuosa, eppure ne voleva
ancora. Avrebbe fatto riposare un po' Daniel e poi lo avrebbe di nuovo
posseduto. I maschi erano essere inferiori anche e soprattutto nel sesso e lo
vedeva visibilmente stanco. Avrebbe avuto bisogno di qualche ora se lo voleva
vedere di nuovo in forma, mentre lei avrebbe potuto farlo di nuovo
immediatamente. Si, erano esseri inferiori e soprattutto lo era suo marito al
suo cospetto. Pensò anche che avrebbe potuto andarsi a trovare qualche altro
uomo per soddisfare le sue voglie, ma sentì ancora quella vocina che le
diceva che doveva andare soltanto con suo marito. Si mise le mani in testa.
Stava per caso diventando pazza? Eppure sentiva che non poteva fare a meno di
accettare ciò che quella vocina le chiedeva. Non avrebbe tradito suo marito.
Non per adesso, almeno.

Ben diversi erano invece le riflessioni di Daniel. Lui sapeva perfettamente
cosa stava accadendo, ma questo non diminuiva affatto i suoi dubbi e le sue
incertezze. Aveva avuto terrore quando Rebecca lo aveva imprigionato nelle sue
potenti cosce e quando aveva sentito l'aria mancare nei suoi polmoni ma,
ancora una volta, quella sensazione di paura, quella sensazione di sentirsi
completamente nelle mani di sua moglie gli causavano un eccitazione quasi
perenne. Sorrise pensando al detto che gli uomini ragionano con il loro
membro. Era perfettamente vero e il piacere che provava era senz'altro
maggiore della paura di essere picchiato. Però che magnifica donna sua moglie!
Lo aveva sempre saputo ma solamente in quel momento se ne rendeva conto
perfettamente. Era ancora più forte e più brava di quanto pensasse e ora
che vestiva in modo sexy, la sua bellezza era abbagliante. Non che prima non
lo fosse, ovviamente, ma ora con quegli abiti di lattice era veramente una
magnifica dea. Rimaneva certo la perplessità sul da farsi nel momento in cui
Rebecca avesse riacquistato le sue funzioni originali e fosse ritornata la
dolce moglie che lui aveva avuto modo di conoscere e di apprezzare. Ormai, a
meno di due giorni dal termine di quella settimana intensissima, poteva
senz'altro tirare le prime somme e quelle somme davano un risultato abbastanza
complicato. Daniel Goldring infatti, poteva senz'altro definirsi un uomo
bisognoso della dominazione femminile, una dominazione fatta da una donna
forte fisicamente e psicologicamente e di sottomettersi a lei, servendola e
riverendola, ma era anche ormai conscio che non avrebbe potuto più accettare
di vivere una vita intera come stava vivendo quella settimana. Era troppo
pericoloso e a lungo andare la straordinaria potenza di Rebecca gli avrebbe
causato sicuramente dei guai ai quali non avrebbe potuto rimediare in nessun
modo. Impossibile anche solo immaginare una Rebecca al naturale e senza ipnosi
che si mettesse a fare la dominatrice con lui. Troppo lontana dalle sue
caratteristiche per far sì che lei accettasse, ammesso che lui avesse avuto il
coraggio di confidarle le sue attitudini. Rimaneva la terza soluzione.
L'ipnosi funzionava e funzionava alla grande. Rebecca si stava comportando
esattamente come lui aveva chiesto al dottor Weiss e semmai l'errore era stato
proprio il suo quando aveva incluso anche la violenza. Ma se la soluzione
dell'ipnosi era l'unica disponibile per avere quello di cui lui aveva bisogno,
ovvero una donna bella, forte ma al contempo innamorata di lui come era la sua
Rebecca, con l'aggiunta di un pizzico di dominazione, ebbene l'avrebbe fatto
nuovamente. L'avrebbe fatta ipnotizzare di nuovo e questa volta sarebbe stata
la volta decisiva. Ora sapeva cosa voleva e stavolta non avrebbe sbagliato.

Un'altra giornata era trascorsa. Un altro giorno sulla falsariga di quello
precedente con tanto sesso, un bel po' di violenza e una dominazione
praticamente continua. Rebecca era praticamente insaziabile sessualmente, la
sua voglia era continua e Daniel non riusciva ovviamente a soddisfarla
completamente. Nessun uomo ci sarebbe riuscito. Lui tra l'altro era aiutato
anche da un desiderio fortissimo causato dalla dominazione che Rebecca
instaurava su di lui e dall'abbigliamento che lei indossava ma, malgrado sua
moglie fosse diventata la personificazione stessa dei suoi ideali erotici con
quegli abiti in lattice aderentissimi e pur avendo prestazioni sessuali degni
di un porno attore, non riusciva ugualmente a soddisfare interamente sua
moglie. Questo aveva portato la donna a picchiare e a punire duramente Daniel
per quelle che lei riteneva mancanze gravissime. Ormai l'uomo era al limite
della sopportazione fisica, ma ormai mancava solo un giorno e mezzo e poi
tutto sarebbe terminato. Intanto, i dolori cominciavano ad essere sempre più
intensi per tutto il corpo e Daniel era convinto di avere diverse ossa
fratturate. Soprattutto il braccio destro gli faceva male intensamente e non
riusciva quasi più a muoverlo. La forza di Rebecca era straordinaria e gli
aveva preso quel braccio stringendolo per poi torcerlo con violenza. Aveva urlato ed era quasi svenuto dal dolore. Accidenti a lui e a quel suo desiderio perverso. Ma non era solo il braccio a fargli sentire un dolore fortissimo. Anche un paio di costole del torace sembravano essere sul punto di potersi rompere e quello sarebbe stato un grosso problema in quanto avrebbero potuto perforare un polmone. Era stato uno dei pugni di sua moglie a causare quel problema e anche l'anca, bersaglio di un terrificante calcio, gli procurava un dolore intensissimo. In quelle condizioni, dormire era complicatissimo e Daniel si alzò dal letto per bere un bicchiere di latte freddo per cercare di
rilassarsi un po'. Al suo ritorno, osservò Rebecca placidamente addormentata.
Sembrava un angelo. La bellezza dei suoi lineamenti, adesso che era
completamente rilassata, era ancora superiore. Certo, aveva perso tutta la
sensualità che emanava vestita da dominatrice e riaffiorava quella bellezza
acqua e sapone che l'aveva caratterizzata per tutta la sua vita. Sembrava
impossibile che un essere con quelle fattezze così dolci sprigionasse una
potenza terrificante come quella dimostrata da Rebecca in quei giorni e Daniel
era perfettamente cosciente che quello che aveva visto e subito era ben poca cosa rispetto alle potenzialità di sua moglie. Ma ormai mancava soltanto un giorno e pochi spiccioli e poteva quasi tirare un sospiro di sollievo. Aveva vissuto comunque una settimana indimenticabile e le prospettive che aveva in mente erano decisamente allettanti. Già si immaginava Rebecca in vesti nuove, sempre dominanti e sensualissimi ma molto più dolci, una donna conscia della sua superiorità ma con una dose di violenza accettabili. Qualche schiaffo lo avrebbe accettato volentieri, una prova della sua superiore forza fisica e della sua eccezionale bravura lo avrebbe eccitato, ma non voleva più sentire il terrore nei suoi confronti e la paura per la sua integrità fisica. Provò di nuovo ad addormentarsi e stavolta le sue membra si rilassarono, malgrado il forte dolore che lo pervadeva in vari punti del corpo e il sonno lo avvolse
definitivamente e dolcemente.

Per commentare, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-09-13
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