Ipnosi Undicesimo episodio

di
genere
dominazione

Quando Daniel aprì gli occhi si accorse che era mattina inoltrata. Quanto
tempo era rimasto svenuto? Guardò il suo orologio e si accorse che erano
ormai trascorse le dieci di mattina. Provò a stirare le membra e solo allora
si rese conto di essere legato al letto. Provò a sciogliersi, ma inutilmente.
Si sentiva male. Doveva assolutamente orinare e, in quelle condizioni, legato
come un salame, non poteva ovviamente farlo. Per di più, i legami aumentavano
i dolori che erano già lancinanti per tutto il corpo. Non poteva vedere il
suo volto ma si accorse che il suo petto era sporco di sangue. Chissà come
era la sua faccia allora. Provò a chiamare Rebecca ma o non c'era nessuno in
casa oppure lei non rispondeva. Si abbandono' al pianto. Se l'era cercata,
aveva fatto qualcosa che andava oltre l'immaginabile e ora ne stava pagando
le conseguenze. Aveva esagerato, aveva voluto che sua moglie diventasse una
sadica senza scrupoli, assetata di violenza e di sesso e ora che lei lo era
diventata per davvero, capiva quanto una vita del genere fosse invivibile.
Forse una dominazione soft, fatta di ordini perentori e di un pizzico, ma solo
un pizzico di violenza, sarebbe potuta andar bene, ma così no. Era comunque
il quarto giorno quello che si apprestava a vivere. Tre giorni pieni, uno
spezzone del settimo giorno e poi sarebbero ritornati in città dove il dottor
Weiss avrebbe tolto l'ipnosi a Rebecca. Non vedeva l'ora. Ma intanto doveva
sopravvivere e doveva cercare di farlo limitando al minimo i danni. Provò a
riaddormentarsi ma inutilmente. Rebecca lo aveva legato per bene e non
riusciva a prendere una posizione comoda e la voglia di orinare era sempre
maggiore. La sua vescica doveva essere completamente piena. Attese con
pazienza. Dove era andata sua moglie?

Rebecca aveva una gran fretta di tornare a casa. Si era alzata la mattina
presto ed era andata in città per delle compere. Era soddisfattissima di ciò
che aveva comperato. Finalmente pensava di aver trovato il look adatto a lei.
E pensare che fino a qualche giorno prima nemmeno sapeva che esistessero certe
cose da indossare e ora non vedeva l'ora di ammirarsi dinanzi allo specchio. Ma
le premeva anche mettersi in mostra agli occhi di suo marito. Lo voleva
eccitare fino allo spasimo e poi scoparlo di nuovo. Continuava ad avere mal di
testa e voglia di sesso. Il suo bisogno non si era ancora placato, malgrado la
sera precedente aveva raggiunto un orgasmo senza precedenti e stava pensando
che lo avrebbe costretto a fare l'amore per tutto il resto della giornata e
guai a lui se non gli fosse diventato subito dritto. Glie lo avrebbe staccato
con le mani.

Daniel Goldring sentì una chiave infilarsi nella serratura e fece un sospiro
di sollievo. Erano le tredici trascorse da una decina di minuti ed era
tremendamente sofferente. La vescica si era ormai completamente indolenzita ma
non se l'era sentita di farsela addosso. Avrebbe provato a resistere fino allo
stremo delle sue possibilità. Ma aveva anche fame e sete, senza contare i
dolori per tutto il corpo dovuti al pestaggio e a quel maledetto lenzuolo che
lo imprigionava al letto. Ma forse era giunto il momento della liberazione.
Rebecca era finalmente giunta davanti a lui. Era bellissima. Si era truccata
perfettamente e indossava un'adorabile gonnellina beige che lasciava scoperte
le sue gambe chilometriche ricoperte soltanto da un paio di calze beige
anch'esse. Un maglioncino marrone completava la sua mise. E quegli stivali col
tacco alto ... Quante volte le aveva chiesto di indossare scarpe col tacco
che tanto a lui della differenza di altezza tra di loro non importava un tubo.
In quella posizione, sdraiato a terra con la testa appoggiata al letto,
sembrava ancora più maestosa. E che visione! Rebecca venne ancor più vicino
e poté constatare che sua moglie indossava uno striminzito slip trasparente
che non lasciava nulla all'immaginazione. Altro che i completini intimi un po'
demodè che lei aveva messo fino a pochi giorni prima

" Dormito bene?" esordì lei ironica

" Ti prego Becca, slegami. Non ce la faccio più a resistere ulteriormente"
Parlava e singhiozzava contemporaneamente il povero Daniel. Rebecca si
Inginocchiò accanto a lui e lo prese per il mento

" D'accordo, ti slego. Tanto adesso non puoi andare da nessuna parte. Ma se
provi di nuovo a scappare io ti ammazzo con le mie mani" Rebecca lo sciolse e
dopo pochi secondi Daniel era libero

" Devo andare al bagno urgentemente. Posso?" supplicò l'uomo

" Ok, puoi andare, visto che mi hai chiesto il permesso. Ma pretendo che anche
in seguito tu chieda il mio permesso per fare qualunque cosa. La tua vita mi
appartiene. Sei d'accordo anche tu, tesoro?" Daniel non ci pensò un secondo.
Quando non abusava della sua straordinaria forza e della sua immensa bravura,
quella situazione con Rebecca era, tutto sommato, soddisfacente.
Probabilmente, se le avesse obbedito come un cagnolino, avrebbe potuto
limitare le percosse ed arrivare in condizioni fisiche dignitose alla fine di
quella settimana. Ed era un vero piacere sottomettersi a una donna di tale
forza e di tale bellezza

" Si amore, farò esattamente quello che mi dirai. Obbedirò a qualunque
ordine e chiederò il tuo premesso per qualunque cosa. Una donna come te
merita un uomo accondiscendente e obbediente" Era sincero Daniel Goldring.
Estremamente sincero. Pensava veramente tutto quello che aveva appena detto

" Vai allora" fece Rebecca con magnanimità "E stai tranquillo, non ho
intenzione di picchiarti a morte. Sento che non è giusto. Almeno per qualche altro
giorno" Daniel corse in bagno, mentre Rebecca prese le buste con le sue
compere, si diresse nella sua camera e si chiuse dentro ripensando alle ultime
parole che aveva detto a suo marito. Prima aveva minacciato di ucciderlo se
avesse riprovato a scappare ma poi l'aveva tranquillizzato, affermando che per
qualche altro giorno lui sarebbe potuto stare tranquillo. Era strana quella
cosa. Non riusciva a comprendere perché faceva e diceva cose che lei non
pensava, come se qualcuno le sussurrasse all'orecchio ciò che doveva dire
e fare. Bah! Erano tre giorni che si sentiva strana e pensava che al ritorno
in città avrebbe dovuto farsi controllare da un medico. Oh certo, si sentiva
meravigliosamente bene da un punto di vista fisico, ma aveva grandi mal di
testa durante la giornata, soprattutto quando si metteva a pensare a certe
cose e quindi il suo primo impegno sarebbe stato quello di contattare un
medico. Forse il suo secondo impegno, visto che il primo sarebbe stato quello
di tornare dal dottor Weiss per cercare di chiudere quel contratto e avere
l'esclusiva di poter vendere quella stupenda casa adibita a studio. O forse
era per qualche altro motivo che aveva intenzione di tornare da Weiss? Non era
quello il momento di pensarci altrimenti il suo mal di testa sarebbe aumentato. E poi aveva appena comprato degli indumenti che non vedeva l'ora di indossare, anche per vedere la faccia di suo marito. Tutto il resto passava in secondo piano. Almeno per il momento.

Daniel Goldring aveva finalmente orinato e si stava facendo una doccia
rilassante. Si era tranquillizzato molto per quelle parole che gli aveva
appena detto sua moglie. Evidentemente, Weiss era stato chiaro con Rebecca e
la sua salute sembrava essere una priorità anche per la nuova Rebecca, quella
violenta e dominante. Chissà, forse era ancora in tempo a salvare quella
settimana e farla diventare eccitante proprio come era nelle sue primarie
intenzioni. Uscì dalla doccia e si mise davanti allo specchio per radersi.
La sua faccia era stravolta. Sua moglie gli aveva cambiato i connotati non
solo metaforicamente. Fece attenzione con il rasoio, viste le sue innumerevoli
ferite e al termine aveva riacquistato un po' delle sue sembianze. Con
l'accappatoio indosso, si diresse nella sua camera ma la trovò chiusa. Bussò

" Vai a farti un giro" rispose Rebecca "Ancora non sono pronta. Anzi, prepara
il pranzo. E che sia qualcosa di mio gusto, altrimenti saranno botte"

" Si amore, vado subito. I tuoi ordini sono sacri per me" Un sorriso si formò
sul viso di Daniel. Quello era ciò che amava. Ordini perentori, minacce, ma
poche percosse, giusto quel tanto che serviva per fargli assaporare la
straordinaria potenza di sua moglie. Guardò il suo pene eretto e provò a
sorridere. Era bastato quell'ordine impartitogli da Rebecca per eccitarlo
nuovamente. E si, era proprio un uomo con delle strane attitudini sessuali.
Con quello strano sorriso Daniel si diresse verso la cucina. Avrebbe preparato
un pranzo coi fiocchi, in onore di quella straordinaria donna.

Rebecca si guardò piu' volte allo specchio, soddisfatta di sé stessa come mai
lo era stata nella sua vita. Quella tuta di lattice che aveva appena comprato
le stava divinamente, fasciando il suo strepitoso corpo e rendendolo ancora
più sexy di quanto non fosse già. La parte superiore era poi scollatissima e
quasi il suo seno usciva fuori in modo violento, riuscendo a coprirne solo una
minima parte. Il tutto terminava poi dentro degli stivali altissimi che
avrebbero fatto sembrare Daniel un microbo al suo confronto. Lui si sarebbe
dovuto inginocchiare di fronte alla sua bellezza, di fronte alla sua
superiorità e cominciava a rendersi conto che aveva bisogno di questa
adorazione totale e per averla non si sarebbe fermata davanti a nulla.

Daniel era intento a preparare il pranzo ancora vestito solo del suo
accappatoio quando Rebecca fece il suo ingresso in cucina. Si voltò alla sua
sinistra per guardarla e rimase senza fiato, facendo cadere sul tavolo il
cibo. Rebecca si avvicinò a lui con passi lenti e appena lo ebbe a portata
di mano lo colpì violentemente con uno schiaffo

" Idiota! Devi fare attenzione quando mi prepari il pranzo" Daniel subì
nettamente il contraccolpo dello schiaffo, datogli da sua moglie con la
consueta efficacia, ma stavolta non se ne curò. La visione che aveva di
fronte a lui era paradisiaca e valeva senz'altro lo schiaffo ricevuto. Era
tutto come nei suoi sogni, con sua moglie avvolta in una tuta di lattice che
ne evidenziava le forme perfette, con il seno che sembrava dovesse uscire da
un momento all'altro e con quegli stivali altissimi. Si inginocchio' ai piedi
di sua moglie

" Ti chiedo perdono, amore mio. Sei così bella che le forze mi sono mancate"
Rebecca parve accontentarsi delle scuse ricevute

" Rimani così, in ginocchio di fronte a me. E' quello il tuo posto e baciami
gli stivali. Devi adorarmi, devi dimostrarmi la tua totale sottomissione e
forse potrai riuscire ad evitare guai peggiori" Daniel obbedì, mentre la sua
eccitazione aveva raggiunto picchi enormi. Solo a vederla vestita in quel modo
gli aveva fatto avere un'ennesima erezione e ora quella situazione, quel modo
spontaneo di Rebecca di fare la dominatrice, lo stavano facendo impazzire di
desiderio. Quando sua moglie gli diede l'ordine di rialzarsi, pienamente
soddisfatta di come lui avesse obbedito ai suoi ordini, la sua erezione,
nascosta miseramente dal suo accappatoio, fu ben visibile agli occhi della
donna. Ancora una volta Rebecca si rese conto di non saper resistere a quella
voglia che le prendeva completamente il corpo e la mente. Lo spinse a ridosso
del muro e lo baciò con passione e con desiderio e gli tolse l'accappatoio

" Guardami! Guarda quanto sono bella. Sono perfetta. Ammira i miei addominali,
le mie curve, il mio seno. Tu non vali nemmeno un decimo di me" Era vero. Per
la prima volta in vita sua, Rebecca diceva esattamente ciò che le veniva in
mente e la differenza tra loro due era abissale. Eppure, lo desiderava come
non mai, lo voleva a tutti i costi, voleva assolutamente il cazzo di suo
marito per riempire quella strana e assurda fame di sesso che la stava
divorando, come una persona che non mangia da giorni si getta su un piatto di
cibo invitante. E il pene eretto di Daniel era per lei un cibo prelibato di
cui doveva assolutamente nutrirsi.

Al contrario di suo marito, Rebecca non ebbe bisogno di spogliarsi. Tirò giù
parte della lampo che univa le due parti della tuta indossata, quel poco che
bastava a rendere liberi i suoi organi genitali e lei era pronta. Prese Daniel
con forza, lì in piedi, godendo ogni istante di quella penetrazione, fino al
momento in cui arrivò all'orgasmo. Lo aveva desiderato allo spasimo. Il cazzo di suo marito era diventato un bisogno primario per lei. Dopo essere giunta all'orgasmo, diede poi il permesso a Daniel di eiaculare anch'egli e rimasero alcuni secondi in quella posizione. Daniel penò' che forse quei soldi che aveva dato al dottor Weiss potevano ancora considerarsi un ottimo investimento. Aveva cambiato completamente opinione da
quella mattina e ora era soddisfattissimo. Solo quella scopata valeva
completamente il denaro elargito allo psicologo, per non parlare poi della
visione di sua moglie avvolta nel lattice. Anche quella era una cosa che non
aveva prezzo per lui. Ma Rebecca ancora non si sentiva soddisfatta
" In ginocchio!" ordinò seccamente a suo marito "Non mi hai ancora
soddisfatta del tutto e dovrai darti da fare se non vuoi che ti spezzi le
ossa. Leccamela per bene, fammi godere ancora" Daniel non si fece pregare.
Vinse la repulsione e inizio' a muovere la lingua all'interno della fica di
sua moglie. Non era una pratica che lui odiasse, anzi, gli piaceva assaporare
il sesso di sua moglie con la sua lingua e se finora lo aveva fatto raramente
dipendeva esclusivamente dalle remore di Rebecca. Ma in quella situazione, con
sua moglie interamente sporca dei propri umori e del suo sperma, aveva le
forze di stomaco, ma si guardò ugualmente dal lamentarsi. Quella donna, sua
moglie, meritava la sua obbedienza a qualunque costo. Pulì perfettamente la
vagina di sua moglie con la lingua, indugiando spesso anche sul clitoride,
facendo giungere Rebecca ad un nuovo potente orgasmo che fece tremare quel
magnifico corpo per diversi secondi, quasi in preda a un piacere che sembrava
non avere fine. Quando finalmente si sentì completamente svuotata, Rebecca
allontanò la faccia di suo marito. Era soddisfatta

" Alzati!" Daniel obbedì immediatamente a sua moglie. Aveva deciso che, per
tutto il resto di quella settimana, avrebbe accettato qualunque decisione di
Rebecca. Non aveva scelta. Per prima cosa, lo avrebbe fatto in quanto doveva
evitare a qualunque costo percosse da parte di sua moglie. Era conscio che ne
avrebbe subite altre, con Rebecca in quelle condizioni, ma voleva
assolutamente evitare che fossero percosse troppo pesanti. Aveva scoperto che
non era di quello che aveva bisogno e doveva quindi comportarsi in modo di
evitarle il più possibile. Ma avrebbe obbedito a Rebecca anche perché lo
eccitava terribilmente farlo. Daniel si trovò quindi, di fronte a sua moglie,
tremante e contemporaneamente eccitato nuovamente

" Per questa volta te la sei cavata" disse la donna prendendolo per il mento
"ma sappi che alla tua prima disobbedienza io te ne farò pentire amaramente.
Ora ho fame. Fila a prepararmi il pranzo" Era quasi delusa Rebecca.
Soddisfatta e compiaciuta per aver notato come suo marito facesse esattamente
tutto ciò che gli ordinava, ma un po' delusa per non aver trovato una scusa
valida per mettergli le mani addosso. Ne sentiva quasi un bisogno fisico e
sentiva anche che non doveva assolutamente fermarsi e che, proseguendo su
quella strada, alla prima occasione Daniel si sarebbe reso conto con chi aveva
a che fare. E le occasioni non sarebbero mancate ...

Per commentare questa storia, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-09-09
9 1 5
visite
2 0
voti
valutazione
7.4
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Ipnosi Decimo episodio

racconto sucessivo

Ipnosi Dodicesimo episodio
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.