Ipnosi Sedicesimo episodio

di
genere
dominazione

Daniel continuava a non darsi pace. Non aveva la minima idea di cosa fare e di
come comportarsi. Era ormai evidente che Rebecca continuava ad aumentare
progressivamente la violenza e la dominazione nei suoi confronti e che
quest'aumento era diventato molto piu' vistoso durante l’ultima occasione. Lo aveva colpito con cattiveria, per fargli male e sembrava quasi che quel certo riguardo che aveva avuto nei suoi confronti durante la settimana trascorsa fosse completamente scemato e ciò, ovviamente, era molto pericoloso per lui. Non lo convinceva nemmeno l'ipotesi che l'ipnosi e con essa la violenza, sarebbe regredita col passare di alcuni giorni in quanto aveva avuto la netta sensazione che questa fosse invece aumentata in modo esponenziale e l'ultimo trattamento ricevuto lo testimoniava ampiamente. Il campanello che squillò rabbiosamente lo costrinse a rimandare il da farsi a dopo. Sicuramente si trattava di Rebecca. Dove diavolo era andata? Era ancora vestita in quel modo tremendamente sensuale ma anche piuttosto scandaloso? Oh al diavolo. Erano altre le priorita' e stare a preoccuparsi di eventuali commenti dei vicini in un momento come quello era veramente ridicolo. Daniel andò ad aprire la porta nella speranza che, durante il periodo in cui era stato svenuto, sua moglie avesse cominciato a smaltire i postumi dell'ipnosi, ma quando aprì la porta e la vide sulla soglia, più bella che mai, con un sorriso sfrontato sulla bocca e in compagnia di due uomini sconosciuti, il cuore gli si fermò. Rebecca lo spinse senza riguardo

" Togliti da mezzo, idiota. E voi due entrate, svelti" Jack e Jim si
guardarono increduli. Non avevano preventivato di trovare qualcuno in casa,
tantomeno un uomo. Non erano abituati a giochetti particolari e loro volevano
solo farsi una bella e sana scopata con quella donna fantastica, magari un bel
gioco a tre mentre invece quella situazione non li convinceva affatto. Per di più, quell’uomo era veramente mal ridotto e si reggeva a fatica, con la faccia che era ridotta ad una maschera di sangue che quasi li aveva spaventati. Si guardarono e poi fu Jack a prendere la parola

" Senti Rebecca, forse e' il caso di rimandare a un'altra volta quando sarai
sola" Rebecca fece dietro front e li guardò fissi negli occhi

" Non mi fate incazzare. Ho detto di entrare. Lui non è nessuno, e' soltanto quell’essere inferiore di mio marito" I due si diedero un cenno d'intesa e decisero di entrare in quella casa. Ma si, forse il gioco poteva essere ancor più divertente di quanto avevano preventivato. Di sicuro, era una coppia che doveva praticare certi giochetti sadomaso, di quelli che lei picchia lui e poi va a letto con altri uomini sotto lo sguardo del marito che gode nel vederla mentre scopa. E comunque, quando mai avrebbero potuto fare del sesso con una donna bellissima come quella? Valeva la pena variare, per una volta tanto, le loro abitudini sessuali. Ma Daniel Goldring aveva intuito, ormai. Aveva capito quale fosse lo scopo di sua moglie con quei due. Non poteva fargli questo, non
poteva. Incurante del rischio al quale andava incontro, afferro' Rebecca per
un braccio

" Che cosa vuoi fare, Rebecca? Per l’amor di Dio, dimmi che non è come penso" La donna osservò suo marito dall'alto in basso. Come osava quell'essere prenderla per un braccio? Lui, un uomo comune, un misero maschio che invece di inchinarsi ai suoi voleri, ai voleri di una dea e invece di gioire della felicità di essere sposato con una divinità come lei, osava metterle le mani addosso e pretendere di dirle quello che lei dovesse o non dovesse fare. Fino ad allora era stata tenera nei suoi confronti, si era comportata con un certo riguardo e aveva evitato di fargli veramente male, ma adesso il tempo dei buoni sentimenti era terminato. Soprattutto la sua pazienza era terminata. Afferrò la mano che le teneva il braccio e, con estrema semplicità, costrinse suo marito a mollare la presa e poi lo colpì con uno schiaffo tremendo che le fece praticamente volare di alcuni metri. Mentre Daniel era a terra, si avvicino' a lui per colpirlo senza pietà con un calcio al volto per poi afferrarlo per un braccio, quello rotto, facendolo urlare di dolore. Lo costrinse comunque a rialzarsi. Sembrava che non facesse nessuna fatica. Lo prese quindi per la gola. Le sue dita stringevano la carotide mentre Daniel provava per l’ennesima volta la sensazione di essere completamente nelle mani di sua moglie alla quale sarebbe bastato stringere ancora un po’ per strangolare l’uomo. Ma ormai non era più una sensazione di timore mista ad eccitazione come quella che aveva avuto per tutti quei giorni trascorsi. In quel momento, c’era solo terrore. Ma anche quella volta, Rebecca alleggerì la presa sorridendo. Lo voleva vivo e sveglio per poterlo umiliare ancora di più ma voleva anche togliersi lo sfizio di picchiarlo nuovamente. D’altronde, chi poteva impedirglielo? Lei era padrona di fare ciò che voleva. Continuò a tenere Daniel per il collo e quindi lo colpì con un tremendo pugno allo sterno. Il crac dell'osso che si rompeva quasi fece gioire la donna che, non contenta, con un altro pugno, stavolta al viso, ancora una volta fece volare il povero Daniel attraverso la stanza facendolo cadere su un mobile che venne distrutto quando l'uomo vi cadde sopra. Mentre Rebecca avanzava di nuovo verso di lui, Daniel cercò di rialzarsi, di scappare da quella furia scatenata, ma si rese conto che riusciva a malapena a muoversi. Oltre allo sterno, spezzato dal pugno di Rebecca, nella caduta doveva essersi rotto qualche osso della gamba destra, per non contare del sangue che scendeva copiosamente da ogni parte del suo viso. Sua moglie, la splendida donna che aveva di fronte a lui, vestita come nei suoi sogni erotici, era ormai diventata una minaccia reale per la sua vita e lui non poteva fare niente per sfuggirle

" Basta Rebecca. Abbi pietà" riusci' a dire

" Non e' una questione di pietà. Non ti ammazzo perché mi puoi essere ancora
utile. Se questi due non mi dovessero soddisfare come io voglio, potrai sempre
entrare in campo te. Meglio di niente"

Jack e Jim avevano osservato la scena completamente a bocca aperta. Mai e poi
mai avrebbero potuto immaginare che una donna di tale bellezza potesse
sprigionare una potenza simile. Erano rimasti allibiti quando lei, con un
semplice schiaffo, aveva quasi sollevato quell'uomo, ma poi si erano impauriti
quando l'avevano vista prendere per il mento l'uomo e picchiarlo senza pietà. L’aveva ridotto praticamente a brandelli. Forse c’era qualcosa in più del semplice gioco sadomaso, almeno a guardare il reale terrore di quel poveretto. Ora, erano pervasi anche loro dalla paura. Quella donna sembrava godere realmente nel picchiare e sembrava anche molto brava. Al diavolo la scopata. Il rischio, benché loro fossero due uomini, cominciava ad essere troppo. Si guardarono di nuovo l’un l’altro

" Questa è pazza, Jack. Scappiamo se non vogliamo fare la fine di quello" Era
stato Jim a parlare e Jack si trovò immediatamente d'accordo col suo amico.
Erano in due ma ciò che avevano appena visto faceva pensar loro che con una del genere sarebbe stato molto complicato uscire illesi nel caso lei avesse avuto cattive intenzioni nei loro confronti. Quella donna aveva appena mostrato una forza fuori dall'ordinario e quegli occhi spiritati non lasciavano presagire nulla di buono riguardo la sua stabilità mentale. Erano due uomini in forma perfetta ma il rischio sembrava essere troppo grosso. Non sembrava proprio il caso di rischiare qualcosa per una scopata, sia pure con una donna di una bellezza straordinaria, una donna che entrambi non avrebbero mai piu' potuto avere nell'arco della loro vita. Oltretutto, ammesso che fossero riusciti ad avere la meglio in un'eventuale lotta con quella donna, eventualità che Jack e Jim non avevano scartato del tutto, avrebbero anche corso il rischio di una
denuncia. D'altronde, si trovavano a casa sua e lei avrebbe sempre potuto
sostenere di essere stata aggredita. In realtà, i due uomini si erano
impauriti notevolmente. Fino a quel momento infatti, Rebecca aveva fatto tutto
con una facilità disarmante. Con un solo schiaffo aveva fatto fare a quel
poveretto un volo di diversi metri. E poi il calcio e quei pugni, dati con cattiveria, con la precisa volontà di fare male. Senza contare che non avevano la più pallida idea di quali fossero i limiti di Rebecca. No, meglio darsela a gambe ed evitare guai peggiori. Quei pochi secondi passati a pensare sul da farsi avevano però dato modo a Rebecca di capire le loro intenzioni e, prima ancora che uno di loro potesse aprire la porta, lei si trovava gia' a pochi metri da loro. Non ebbero il tempo neanche di abbozzare il movimento del braccio verso la maniglia in quanto Rebecca fu velocissima e, con un inappuntabile stile di karate, si girò su sé stessa e andò a colpire Jim con un calcio al fianco che lo lasciò senza fiato e subito dopo, senza neanche ritrarre la gamba, colpì Jack al lato della testa. Un solo secondo e quei due erano a terra, ancora in buone condizioni solo perché lei non li aveva colpiti con tutta la violenza e la forza di cui disponeva. Gli servivano entrambi integri. Ne aveva bisogno per quel fuoco che aveva dentro che non accennava a spegnersi e che anzi, aumentava di ora in ora, di minuto in minuto. O meglio, aveva assoluto bisogno del loro cazzo. Osservò quei due a terra che rantolavano ed ebbe un attimo di lucidità.
Perché stava facendo tutto questo? Perché aveva quasi ucciso suo marito? Si
avvolse la testa con le mani. Ogni volta che pensava a certe cose le tornava
quel mal di testa pazzesco che non riusciva più a sopportare. Quel maledetto
medicinale le faceva ormai pochissimo effetto. Non sapeva se ciò che stesse
facendo era giusto o meno, ma sapeva che doveva farlo. Afferrò Jim con la sua
mano sinistra alzandolo praticamente da terra e poi avvolse il suo forte braccio attorno al collo dell’uomo mentre con la sua mano destra s'impossessò del braccio di Jack cominciando a torcerlo. Ora quei due sapevano quali fossero effettivamente la potenza e la bravura di Rebecca, la stavano assaggiando sulla propria pelle, assolutamente incapaci di opporre qualsiasi difesa, alla completa mercè di quella donna dalle capacità straordinarie. Jack provò ad urlare per chiedere aiuto e la stretta di Rebecca aumentò considerevolmente

" Se urlate io vi uccido. Ora sapete che posso farlo facilmente. Mi basterebbe
aumentare la pressione su di te" disse guardando Jim" e ti strangolerei e poi
farei la stessa cosa su di te "concluse poi osservando Jack " Oppure potrei uccidervi con due semplici mosse di karate o di kung-fu" riprese Rebecca dopo qualche secondo di pausa "Ho ampia scelta e lascio a voi la decisione. Ma se voi starete zitti e buoni e farete ciò che vi dico di fare, vi lascio andare senza ulteriori danni"

" Faremo tutto quello che ci ordinerai, ma ti prego, non ucciderci" Era stato
Jack a parlare in quanto Jim era quasi impossibilitato a causa del braccio di
Rebecca che stringeva come una tenaglia sul suo collo. A Rebecca parve essere sufficiente e lasciò liberi i due uomini, ancora tremanti per ciò che
avevano appena vissuto
“ Tanto per cominciare, vi voglio in ginocchio a baciarmi i piedi. Io sono una dea e dovete adorarmi” I due non si fecero ripetere l’ordine e si prostrarono al cospetto della bellissima giovane donna cominciando a baciare i suoi letali piedi per qualche minuto fino a che Rebecca decise che aveva atteso pure troppo

" Ora spogliatevi immediatamente" ordinò ai due che ovviamente, si affrettarono ad obbedirle nuovamente. Avrebbero obbedito a qualsiasi ordine della donna. Erano bastati pochi secondi per ridurli a due esseri terrorizzati. Avevano capito immediatamente che erano ormai nelle mani di quella donna e soltanto accettando qualsiasi cosa da lei forse sarebbero riusciti a portare la pelle a casa. Forse Rebecca voleva solo sesso e poi li avrebbe lasciati liberi. Ad ogni modo, loro non avevano scelta. Lei era troppo forte e brava per loro. Li aveva neutralizzati in un solo secondo e in un altro avrebbe potuto ucciderli. Si, avrebbero obbedito a qualsiasi ordine, a qualsiasi desiderio di quella
donna, tanto bella e sensuale quanto pazza e pericolosa. Possedeva una forza enorme ma era anche abilissima nelle arti marziali, come aveva dato ampia dimostrazione stendendoli entrambi con una sola mossa. Un mix troppo esplosivo per loro due che si ritrovarono ben presto nudi davanti a Rebecca che, dal canto suo, osservo i loro membri ancora flosci. Erano ambedue di dimensioni normali e chissà perché si aspettava da loro qualcosa di meglio, ma non aveva importanza. L'importante era che lo sapessero usare. Rebecca andò quindi vicino a loro prendendoli entrambi per la nuca. iniziò a baciarli, prima uno e poi l’altro, sotto gli occhi di Daniel, piangente e impotente.
Malgrado la paura, i due uomini si eccitarono ben presto. Quella donna era
assolutamente irresistibile ed eccitante. Non avevano mai incontrato una
femmina del genere, ovviamente, ma non avevano mai incontrato nessuna che
avesse la sua sensualità. Li baciava e li toccava vogliosa facendo crescere
ben presto in loro un desiderio pazzesco che mai avevano avuto nella loro
vita. Li prese per mano avviandosi verso la camera da letto ma, arrivata a
metà strada, si rivolse verso suo marito sorridendo con cattiveria, con la
precisa volontà di umiliarlo e di annientarlo

" E tu vieni a vedere, può darsi che impari qualcosa" Daniel continuava a
piangere sommessamente. Non poteva anche chiedergli una cosa simile, non ce
l'avrebbe fatta ad assistere e a vedere sua moglie scopare un altro uomo,
addirittura due in un colpo solo. Rimase per qualche istante immobile, quel
tanto che fece però infuriare la donna, ormai incontrollabile in ogni sua
azione ed in ogni sua emozione
“ Ti ho dato un ordine e pretendo che tu obbedisca” disse prendendolo per un braccio e trascinandolo senza alcuna fatica fin nella camera da letto, incurante del fatto che Daniel andava a sbattere sistematicamente contro i mobili di casa. Sentiva solo che lei doveva umiliarlo. Doveva farlo. Tutto il resto non contava. Non contava più l'amore che aveva nutrito per lui e quasi non ricordava nulla di tutti quei momenti dolci e appassionati che aveva vissuto insieme a Daniel. Sembrava che non le appartenessero più, che facessero parte di un'altra vita e addirittura che fossero delle fotografie che sbiadivano sempre di più. Ora lei era una dea che aveva il diritto di fare qualunque cosa lei decidesse, a cominciare proprio dal sesso, con quei due interamente nudi e col pene eretto che l'attendevano. Non aveva voglia di altri preliminari, aveva atteso già
troppo. Si rivolse a Jim

" Vieni qua e mettiti sotto di me" Jim obbedì impaurito e con il collo ancora
indolenzito per il trattamento ricevuto, ma eccitato fino all'inverosimile.
Rebecca si spogliò dei suoi indumenti di lattice rimanendo interamente nuda
ma senza togliersi le scarpe. Voleva essere ancora più imponente di quanto
già non lo fosse e quelle scarpe altissime erano proprio ciò di cui aveva
bisogno

" E ora?" balbetto Jim. Non sapeva come comportarsi durante l'atto e non
voleva assolutamente contrariarla

" E ora infilamelo dentro, pezzo d'idiota e non fare altro. Mi muoverò io.
Cerca di durare un po' e non venirtene senza il mio permesso" Già, venirsene
senza il suo permesso, con quello che aveva visto e con ciò che aveva vissuto
sulla propria pelle, poteva essere un suicidio, ma come fare a resistere?
Quella donna muoveva tutto il bacino forsennatamente e, con il desiderio che
lui aveva e che era aumentato spasmodicamente nel vedere quel corpo atletico e
perfetto completamente nudo, sarebbe riuscito a resistere pochi minuti. Ma
anche il desiderio di Rebecca era enorme, per fortuna di Jim. Aveva desiderato
il sesso per così tante ore che appena sentì il membro dell'uomo dentro di
lei, quasi esplose. Ci vollero appunto pochi secondi e poche mosse col bacino
per farle raggiungere il massimo del piacere. Si abbandonò completamente a
quel momento di estasi e urlò in preda a quella sensazione sconvolgente

" Sfondamela, fammi godere o ti ammazzo con le mie mani. Muovi quello
stramaledetto cazzo dentro di me, dimostra al tuo amico e a quel cornuto di
mio marito che sei un vero maschio" E contemporaneamente con quelle parole
arrivò un nuovo orgasmo, strepitoso, appagante, gigantesco, pochi secondi prima che
anche Jim sentisse il bisogno irrefrenabile di venirsene

" Posso venirmene?" disse semplicemente con un filo di voce, quasi
un'implorazione, una richiesta a mani giunte. Rebecca era però
momentaneamente sazia ed acconsentì. Jim chiuse gli occhi e godette di quel
piacere ogni istante, ogni piccola frazione di secondo, mentre sentiva
l'esplosione del suo sperma nella vagina di Rebecca che si alzò poi da sopra
l'uomo. L'appagamento era durato ben poco e aveva ancora bisogno di sesso e
stavolta si rivolse a Jack

" Ora tocca a te"

Daniel chiudeva gli occhi. Non riusciva a guardare sua moglie fare quelle
cose, dire quelle parole. Quella ormai non era più la donna che aveva sposato
ma era un diavolo che si era impossessato del suo corpo e lui era l'unico
colpevole di quanto stava accadendo, l'unico responsabile e l'unica cosa a sua
discolpa era che in questo momento la sua Rebecca si sarebbe dovuta essere
già impossessata nuovamente del suo corpo, quel corpo che invece, lei stava
generosamente donando a quei due sconosciuti, senza alcun limite e senza
preclusioni. Ma forse era più esatto dire che era Rebecca ad impossessarsi
del corpo di quei due uomini, a volerli, a desiderare che la loro lingua
esplorasse ogni piu' piccolo anfratto del suo corpo, prima uno, poi l'altro,
poi tutti e due contemporaneamente, senza ritegno e quasi senza fermarsi. Sia
l'uno che l'altro dimostrarono una buona resistenza e buona condotta amatoria,
ma anche per loro giunse il momento di arrendersi all'evidenza. Erano
trascorse un paio d'ore e non ce la facevano più, non riuscivano più ad
avere un'erezione, malgrado l'enorme attrazione che Rebecca esercitava su di
loro. Ora i due uomini avevano capito di essere giunti a un bivio. Per loro
era evidente che avevano di fronte una ninfomane, una donna assolutamente
bisognosa del sesso maschile, ma loro avevano dato tutto quello che avevano ed
ora avevano bisogno di un po’ di tempo per ritornare ad avere un’eccitazione decente. Ma lei, come avrebbe reagito? Come li avrebbe trattati? Avrebbe accettato questa situazione oppure li avrebbe uccisi? Sapevano che lei era in grado di farlo e si erano resi conto ben presto che lei non era in condizioni di avere un dialogo normale. Sembrava sotto
l'influsso di una potentissima droga che la obbligava a comportarsi in quel
modo, ad avere ripetuti amplessi e ad esercitare una specie di dominazione
fisica e psicologica nei confronti degli altri uomini e in particolare di
quel poveretto di suo marito. Ma ora lei era davanti a loro e non riuscivano a
capire dal suo sguardo che intenzioni avesse. Lei li guardò indecisa sul da
farsi mentre i due davanti a loro tremavano impotenti

" Per favore, non ci uccidere. Abbiamo fatto tutto quello che hai voluto" la
implorò Jack

" E chi potrebbe impedirmi di farlo? Voi, per caso?"

" No, come potremmo? Ci hai dato dimostrazione di poterlo fare. Non potremmo
difenderci contro di te. Sei troppo forte per noi. Per pietà, solo per
pietà, non farlo" balbettò di nuovo l'uomo inginocchiandosi ai piedi della
donna, subito imitato dal suo amico. Rebecca sospirò soddisfatta. Quei due
avevano capito chi avevano di fronte e si erano inginocchiati di fronte a lei,
di fronte alla dea, accettando la sua indiscussa superiorità. Questo sembro' accontentarla

" Vestitevi, andatevene e non fatevi più vedere. Svelti, prima che ci
ripensi e vi uccida con le mie mani" I due non si fecero ripetere l'ordine e
in men che non si dica si vestirono ed uscirono da quella casa da incubo e di
piacere. Erano venuti con la macchina di Rebecca e si misero a correre,
allontanandosi di diverse centinaia di metri fino a quando, col fiatone di
quella corsa, si fermarono. Jim abbracciò il suo amico

" Ho creduto che quella pazza ci avrebbe uccisi. E' pazzesco, allucinante.
Quella donna ha una forza straordinaria ma soprattutto è completamente fuori
di cervello. Dovremmo chiamare la polizia perché altrimenti finirà con
l'uccidere quel poveretto del marito" Jack sospirò profondamente

" Io dico invece di farci gli affari nostri. Forse è solo un gioco
architettato tra quei due e lui è un masochista che ama farsi picchiare dalla
moglie forzuta e a vederla mentre scopa con gli altri. Ce ne sono tanti di
questi tipi in giro. Se lei avesse voluto ucciderlo lo avrebbe già fatto, non
ti pare?"

" Non lo so Jack. A me sembrava veramente terrorizzato e forse dovremmo fare
qualcosa per stare con la coscienza a posto"

" Ok, ci penseremo domani mattina. A quest'ora di sera la polizia neanche ci
darebbe ascolto. Dormiamoci su"

" D'accordo, faremo così. Speriamo che domani non sia troppo tardi" I due
ripresero il loro cammino e si allontanarono definitivamente da quel luogo.
Avevano vissuto un'esperienza straordinaria e terrificante allo stesso tempo
che non avrebbe più permesso loro di guardare una donna allo stesso modo in
cui l'avevano guardata fino ad allora. Ma erano vivi e integri e questo era
l'importante. Ma dimenticare tutto sarebbe stato impossibile per i due operai.

Per commentare, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-09-23
6 4 6
visite
1 4
voti
valutazione
5.9
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Ipnosi Quindicesimo episodio

racconto sucessivo

Ipnosi Diciassettesimo episodio
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.