Una serata con mia moglie Primo episodio ( di 2) STORIA VERA

di
genere
dominazione

E’ una serata come tante. Fuori fa freddo, siamo a metà febbraio, ma dentro casa c’è un bel tepore e me ne sto nel salone a guardarmi una partita. Non gioca la mia squadra del cuore ma io amo il calcio e non mi perdo l’occasione di vedere una squadra italiana intenta a giocare un play off di Europa League. E’ dal primo pomeriggio che sono in casa, appena tornato dal lavoro, e mi sono messo comodo. Pantalone del pigiama e t-shirt colorata di cotone. Quando andrò a dormire, mi toglierò anche il pantalone e dormirò in slip e magliettina. Anche d’inverno. In camera da letto, mia moglie è ancora vestita del tutto e indossa un jeans e un maglione a collo alto rosa cipria ma ha tolto le scarpe per poggiare i suoi piedi sul letto. Ha i suoi soliti occhiali da vista che la fanno tanto assomigliare a una prof e che mi piacciono molto anche se li alterna con le lenti a contatto. In realtà è davvero una prof ma di educazione fisica mentre il viso potrebbe far pensare a una severa insegnante di lettere o di matematica. Il suo fisico atletico però le restituisce probabilmente il suo giusto ruolo. Osserva con un occhio la televisione e con l’altro il telefonino, segno evidente che ciò che sta vedendo in tv le interessa poco. D’altronde, quello che lei ama vedere in televisione preferisce guardarlo insieme a me e ci sono alcune serie di Netflix che ci stanno prendendo molto. Probabilmente, ne metteremo una quando andrò a letto, terminata la partita. Di solito, amiamo i gialli, in special modo quando si parla di serial killer e con questa piattaforma e su Sky abbiamo trovato il nostro ideale. Siamo capaci di trascorrere l’intera domenica a guardarci una serie senza mai stancarci. E, scherzandoci, ci diciamo che saremmo in grado di commettere l’omicidio perfetto senza lasciare tracce perché conosciamo tutto anche degli omicidi reali, meravigliandoci come gli assassini si siano fatti prendere in modo così ingenuo. Prima, nei giorni festivi uscivamo sempre ma col covid abbiamo naturalmente cambiato molto le nostre abitudini e i nostri amici ormai li vediamo col contagocce. Anche perché nel tempo libero preferiamo goderci i nostri tre nipotini. Li amiamo pazzamente e abbiamo la fortuna di essere ancora abbastanza giovani per poterci giocare senza farci venire l’affanno. Mia moglie infatti è una nonna giovanissima e ha appena compiuto 50 anni ma vi garantisco che ne dimostra almeno dieci in meno mentre il sottoscritto ne ha 54. Ma non ce li sentiamo affatto. Soprattutto lei. Io un po’ di pancetta l’ho messa mentre M., come ho detto prima, ha ancora il corpo come quando l’ho conosciuta, atletico e scattante. Ma quando finisce la partita e arrivo in camera da letto, capisco immediatamente che stasera non è aria di vedere la televisione. Nel frattempo infatti, mia moglie si è spogliata ma non indossa il suo solito pigiamone felpato, quello talmente pesante che in Siberia lo hanno tolto dalla circolazione perché tiene troppo caldo, ma una camicia da notte semi trasparente e invece di stare sotto al piumone sta sdraiata sopra il letto con le gambe sensualmente scoperte e piegate. E’ il classico messaggio che stasera ha voglia. Il problema è che non ho voglia io. Non so perché. Semplicemente non mi va. Ma, malgrado siamo sposati da una vita e abbiamo la totale confidenza su qualsiasi argomento che riguarda il sesso, questa è l’unica cosa che non riesco a dirle. Retaggio del maschilismo, probabilmente. Un uomo non può dire di no adducendo una scusa banale come il mal di testa. Oppure dire semplicemente “No, amore, stasera non mi va”. O comunque, non ci riesco io. Loro, le donne, possono farlo mentre noi maschietti ci facciamo un milione di problemi. Mi tolgo quindi il pantalone del pigiama e mi sdraio accanto a lei che ha tolto gli occhiali e subito mi mette il suo piede tra le gambe. Cazzo, è gelato come al solito. Ma perché sta donna c’ha sempre i piedi gelidi? Comunque, è un altro segnale e il seguente è ancor più diretto perché si avvicina, mi gira la testa e cerca le mie labbra. Cominciamo a baciarci ma il fratellino sembra giù di corda e non dà segnali. Alzati, brutto figlio di puttana. Perché non ti alzi? Eppure M. mi piace ancora. E mi piace tanto. In più la amo e i suoi baci mi lasciano un sapore delizioso. Eppure quel bastardo non accenna a indurirsi. E purtroppo non è la prima volta. Non è un problema fisico ma psicologico perché quando M. veste i panni della mia padrona mi diventa di marmo. Nel vanilla invece, alcune volte va e altre no. Ma ormai ho trovato il rimedio per ovviare, almeno in parte, a questa situazione. Cerco di isolarmi da tutto e penso a lei non come mia moglie ma come la mia padrona e lui recepisce e inizia a sollevarsi. Ma non è facile. Devo rimanere concentrato e continuare a pensare ad atti di sottomissione nei suoi confronti e sfido chiunque a riuscirci per tutta la durata dell’atto sessuale. Devo premettere che questa mia problematica non è sconosciuta a mia moglie. Sono alcuni anni che me la porto appresso e all’inizio c’è rimasta male. Per lei voleva dire che la mia eccitazione nei suoi confronti fosse dovuta esclusivamente al fatto che lei, un paio di volte alla settimana, veste i panni sensuali della mia padrona e che se al posto suo ci fosse un’altra, per me sarebbe la stessa cosa. Le ho spiegato che non è così e che sì, è vero che mi eccito come un animale in calore quando la vedo nei panni di padrona ma è altrettanto vero che io voglio solo lei in quei panni. Ed è la sacrosanta verità. Il problema è che lei vuole scindere il suo essere padrona e il suo essere moglie. Non solo nel sesso ma anche nella vita quotidiana dove ama servirmi come un re. E ama il sesso dominante ma non disdegna quello vanilla dove vuole essere coccolata ed essere un po’ sub. Non si tratta di switchare però. Nel gioco lei è sempre la padrona e io sempre il suo marito sottomesso ma si tratta di volere una vita normale e dividerla appunto dai momenti di gioco quando sa essere spietata e anche, con mia grande soddisfazione, anche un pizzico violenta.
Pertanto, cerco di darmi da fare come maschio dominante, cosa che fino a qualche anno fa mi riusciva perfettamente. Mi metto sopra di lei dopo averle tolto la camicia da notte. E’ rimasta in reggiseno e mutandine. Bellissima visione che però non ottiene l’effetto sperato perché il maledetto continua a non essere del tutto dritto. La bacio. Dalla bocca passo ai lobi delle orecchie che le mordicchio facendole venire un brivido. Poi le slaccio il reggiseno e scendo con la bocca sui suoi seni, forse il pezzo più pregiato della sua collezione insieme al bel sederino plasmato da anni di intensi allenamenti. Beh, io adoro anche le sue lunghe gambe. Lunghe e forti. Quando mi prende la testa con quelle gambe, vi assicuro che ho la sensazione che me la potrebbe staccare. Meravigliosa sensazione di inferiorità nei suoi confronti.
Adesso lei sembra essere su di giri ma io ancora no. Il fratellino è diventato barzotto e alcuni suoi baci lo rendono ancora un po’ più duro. Direi che siamo al 70% circa delle sue potenzialità, abbastanza per una penetrazione ma non per un godimento ottimale. Avrei voglia di prendere a pugni il muro e farlo crollare. Perché proprio a me?
Cerco comunque di calmarmi e la sento ansimare
“ Adesso! Lo voglio adesso” mi sussurra. Una frase che in altri momenti mi avrebbe mandato fuori di testa ma che adesso mi fa quasi sentire in colpa perché so che non potrò farla godere come vorrei e come merita. Chissà, forse conoscendomi l’ha detta proprio per aumentare la mia libido che però resta ai minimi storici. Ad ogni modo, tolte le minuscole mutandine, riesco a penetrarla. E’ piacevole ma non eccezionale. M. però è abbastanza calda e sembra comunque apprezzare. Almeno un po’. O forse, ed è la cosa più probabile, cerca di non farmi sentire in colpa. Io però continuo a far fatica e per mantenere quella mezza erezione devo fare i salti mortali tanto che mi fermo
“ Amore, cambiamo posizione” le dico dolcemente. Lei accenna di sì con il capo e lo tolgo. Toglietevi dalla testa che fare sesso con la propria moglie debba essere per forza con la posizione del missionario. Nella nostra vita lo abbiamo fatto in tutti i modi e in tutti i luoghi. Non ci siamo fatti mancare niente. In macchina, sul letto, sul divano, sul tavolo da cucina, sul comò, sulla lavatrice, con il sottoscritto seduto su una sedia e lei sopra, in spiaggia, dentro una piscina di una spa e persino, quando eravamo pischelli, dentro l’ascensore. Giuro! Mandando avanti e indietro l’ascensore dal primo all’ottavo piano. Durato pochi secondi ma ce l’abbiamo nel nostro curriculum. Bei tempi, quelli. Avevo la fica dentro il cervello e mi bastava una carezza per farmelo venire duro e a quel punto mi partiva la brocca. Dovevo assolutamente inzuppare il biscotto e se avevo una ragazza disponibile, ovunque mi trovassi dovevo fare sesso. E molto spesso le femmine sono addirittura più trasgressive di noi maschietti. Con la differenza che hanno bisogno magari di una spinta, di un incentivo per gettarsi alle spalle secoli di perbenismo. Insomma, alla fine ci stavano ed erano addirittura felici di avermi fatto perdere la testa in quel modo. E anche con mia moglie è stato così. Non sono uno di quelli che ha come motto < la moglie santa e le altre puttane>. Il sesso è meraviglioso e se c’è l’aggiunta del sentimento diventa ancora più bello e più dolce. Forse è per questo che dopo 33 anni che stiamo insieme di cui quasi 30 di matrimonio, ci amiamo come il primo giorno. Pertanto, lascio stare i ricordi, l’afferro, la giro e la penetro in quella che è la cosiddetta posizione < a pecora>, con lei curva e con le mani sulla spalliera del letto e io naturalmente da dietro. Ma funziona poco. L’erezione continua a non essere ottimale e non mi permette di muovermi come vorrei. Addirittura, il fratellino malefico mi esce dal suo dolcissimo riparo. Ci rimane una sola soluzione ed è lei a propormela
“ Vengo io sopra che è meglio” L’idea è già sperimentata e ha dato sempre risultati più che buoni. In quel modo infatti, anche quando l’erezione non è eccezionale si ha la sensazione che il fratellino sia più turgido di quanto lo sia realmente. E questa sensazione vale per entrambi. Anche stavolta sento che è così e ne sono felice. Non per me ma per lei. Voglio che lei abbia comunque il massimo del godimento possibile in queste condizioni e quando piega il busto in avanti inizio a toccarle di nuovo i seni. I capezzoli diventano turgidi, segno che sta apprezzando. E’ lei a muoversi sopra di me ma io la fermo. Sto per venire e non mi sembra il caso. Per due motivi. Il primo è che lei non ha ancora avuto il piacere che merita e il secondo è che so che in queste condizioni, con un’erezione appena sufficiente, il mio orgasmo sarà comunque scarso. Tanto vale dedicarmi solo esclusivamente alla donna che amo fregandomene del mio piacere. Pertanto, malgrado stia sotto di lei, sono io che mi muovo e, grazie a un po’ di esperienza, riesco a controllare un mio eventuale orgasmo e a muovermi nel modo giusto tanto che, dopo alcuni minuti, lei socchiude gli occhi
“ Basta! Sono venuta” mi dice. Mi fermo. Non bisogna avere il dono dell’indovino per capire che non è andata alla grande. In 33 anni che stiamo insieme, avremo fatto l’amore migliaia di volte e sappiamo riconoscere quando è piaciuto al partner e quando invece è stata una mezza delusione. E mi maledico. Possibile che non riesca a soddisfarla pienamente nel vanilla? Eppure la amo. E’ l’unica donna con la quale vorrei fare l’amore. Ma da quando ho scoperto il sesso fatto in modo sottomesso, ovvero quando lei diventa la mia padrona, io desidero solo quello. All’inizio, la situazione era di poco conto ma negli ultimi tre anni è diventato un problema. Almeno per me perché lei, dopo il primo momento di logica delusione per i motivi sopra accennati, sembra infischiarsene. Oppure fa finta di niente. Comunque, sono ancora dentro di lei, ho ancora quella mezza erezione e ancora non sono venuto. Mi vuole soddisfare e dopo un paio di minuti ricomincia a muoversi e stavolta la lascio fare. Senza che mantenga il controllo, l’eiaculazione arriva presto ma anche per me non è il massimo. C’è una gran bella differenza dalle sensazioni che regala un’eiaculazione avuta dopo un desiderio sfrenato e quella avuta in queste condizioni. Io la guardo
“ Amore, mi dispiace. Forse oggi…” Lei mi mette la sua mano sulla bocca e mi accarezza
“ Sshhh. Va bene così per me. Tu piuttosto? Sei venuto bene?” Le sorrido
“ Ma si, certo” E’ lei a sorridermi
“ Bugiardo. E’ inutile che menti tanto le scopro subito le tue bugie” Preferisco stare zitto. Ormai, mi legge nel pensiero. Lei intanto si toglie da sopra di me e, ancora interamente nuda, si viene a sdraiare accanto a me. Vuole la sua dose di coccole e mette la testa sul mio petto. L’accarezzo, le do teneri baci e poi mi alzo
“ Vado a lavarmi” le dico uscendo dalla camera da letto per andare in bagno. La serata sembra conclusa e dire che sono deluso non rappresenta bene le mie sensazioni. Sono incazzato come una biscia con me stesso. Lo so che a lei interessa poco e non è una di quelle donne che fanno pesare certe situazioni ma sono un uomo, con tutti i pregi e i difetti che comporta esserlo e vorrei che la mia compagna di vita avesse un sesso appagante. E invece non ci riesco. Mannaggia a me.
Continua...

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davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-12-13
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