Una serata con mia moglie Secondo episodio ( di 2) storia vera
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Mi siedo sul bidet. Grande invenzione il bidet. Fanculo i francesi che non sanno cosa sia. Mi lavo il fratellino e poi me lo asciugo. Lo amo e lo odio. Perché non risponde come dovrebbe? Eppure la fica mi piace e mi piace tanto. E M. è dolcissima, da amare come Dio si deve e non solo quando diventa la mia padrona. Ma che cazzo c’ho nel cervello? Dovrei andare da uno psicosessuologo? E che potrebbe farmi? So benissimo quello che ho e quello che voglio. Sono così da sempre. La differenza sostanziale è che prima riuscivo a far convivere le mie due anime mentre adesso non ci riesco più. O meglio, ci riesco a intermittenza e questo mi crea problemi psicologici perché ho quasi paura ad affrontare il sesso vanilla. Non è per me ma per mia moglie in quanto io lo farei sempre in modo sottomesso. Vorrei dimostrarle coi fatti e non solo a parole che la amo, che desidero lei come donna e non solo quando diventa la mia padrona. Vorrei dimostrarle che lei è tutto ciò che voglio come fa lei con me. Sono incazzato con me stesso e vorrei cambiare anche se lei, come ho detto prima, non me lo fa pesare. Va beh, si è fatta quasi mezzanotte e domani devo andare al lavoro ma mentre sto per rientrare in camera da letto sento la sua voce imperiosa
“ Non entrare” Anche in questo caso, non mi ci vuole molto per comprendere. Se non vuole farmi entrare nella camera da letto c’è soltanto un motivo. E io conosco quel motivo. Sta per diventare la mia padrona. E noi abbiamo un sistema tutto nostro per entrare nei nostri rispettivi personaggi, a cominciare dal suo abbigliamento. E se ha chiuso la camera da letto significa appunto che sta per indossare qualcosa di molto sensuale. Almeno ai miei occhi. Ed è chiara anche la motivazione. Mi vuole soddisfare. O forse vuole soddisfare sé stessa? Guardo però l’orologio e mi dico che è tardi e cerco di dissuaderla
“ Dai amore, non fa niente” Per tutta risposta, la sua voce si fa ancora più dura
“ Ti ho detto di non entrare” Obbedisco. Prendo una sedia dal salone, la porto all’ingresso e quindi mi siedo. Vorrei andare a prendermi qualcosa da bere ma mi rendo conto di essere completamente nudo e non è il caso di dare spettacolo. Il frigo però è proprio all’inizio della cucina. Mi affaccio, lo apro e con la porta del frigo aperta mi copro da eventuali sguardi di chi mi abita di fronte. Non posso però prendermi un bicchiere. Poco male. Afferro la bottiglia del latte e me ne bevo un bel po’. Amo il latte freddo e almeno un bicchiere me lo scolo tutte le sere prima di andare a dormire. Ritorno all’ingresso e mi rimetto seduto ad attendere e comincio a stare un po’ in tensione. Malgrado le innumerevoli volte che abbiamo giocato, divento nervoso, il respiro si fa affannoso e la tensione diventa quasi concreta. Ma cazzo! E’ mia moglie e ci conosciamo come le nostre tasche. Ma non ci posso fare niente. Solo al pensiero che lei sta per diventare la mia padrona, la mia adorata moglie dominante, divento nervoso e ansioso, persino con qualche tremore.
La sua vestizione, come di consueto, è piuttosto lunga e passano almeno altri dieci minuti prima che la porta della camera da letto si apra e…. E poi lei. Pantalone di lattice nero abbinato al corpetto, scarpe con un tacco di… Boh! Saranno 15 o forse più centimetri. E se calcolate che è alta 1.75 e io 1.77, immaginerete come mi debba sentire piccolo al suo confronto. A questo punto, doverosa precisazione. Non veste mai in questo modo nella vita di tutti i giorni. Soprattutto i tacchi non li mette quasi mai. Essendo già piuttosto alta di suo e amando le cose semplici e comode, veste quasi sempre con scarpe da ginnastica e l’unico accenno alla sensualità sono i jeans aderenti che ama indossare spesso. Per il resto, quasi esclusivamente abiti casual. Tranne ovviamente per qualche uscita particolare e per qualche festa. E per qualche momento di dominazione outdoor che però non facciamo più da diversi anni. Da prima del covid, per intenderci. Queste scarpe infatti, come tutto il resto del suo abbigliamento fetish, le abbiamo comprate in un sexy shop perché lei, che al contrario di me compra quasi tutto in rete, non ama comprare certi oggetti on line. E l’acquisto di toys e di abbigliamento meriterebbe un racconto dedicato appositamente ma adesso non è il caso e torno ad osservarla. E’ incredibilmente sexy. Avete presente quei film dove lei appare bruttina all’inizio e che dopo diventa una strafiga? Beh, più o meno è ciò al quale ho assistito con la differenza che M. è anche al naturale molto graziosa. Mi alzo inghiottendo la saliva nervosamente. Sono eccitato. Non fisicamente in quanto ho appena avuto un’eiaculazione ma la mia mente, se avesse il pene, lo avrebbe già eretto al massimo. Nella mano destra ha un frustino rigido che batte ritmicamente sulla sua gamba. Dio che visione! Si, lo so, è la classica figura stereotipata della dominatrice ma a me piace quel tipo di abbigliamento da molto prima che scoprissi facesse parte del fetish. E lei lo adora. La fa sentire più bella e dominante. Non ho ancora compreso se è la conseguenza di vedermi eccitato al massimo perché la vedo meravigliosa e al fatto che perdo completamente la ragione fino ad avere una sottomissione maggiore oppure è lei stessa a sentirsi bene in quei panni. Mah! Chissenefrega. Quello che conta è che nel vederla vestita così io perdo completamente la testa. Ha anche messo il rossetto e la voglia di baciare quella bocca che pure ho baciato innumerevoli volte anche nei minuti appena trascorsi, mi prende completamente. Ecco, sono partito per la tangenziale. Tutto si offusca. Il mondo non esiste più e ci siamo solo io e lei. Cosa provo esattamente? Difficile da spiegare. Ci ho provato un sacco di volte ma ogni volta che lo faccio scopro che c’è qualcosa che non sono riuscito a chiarire perfettamente. E sarà così anche stavolta ma ci provo ugualmente. Provo il desiderio di servire una donna e di obbedirle. Ma solo se si tratta della donna che amo. Mai con un’altra, mai a pagamento. E devo sentirmi inferiore per farlo. Ecco perché vado fuori di testa quando mette i tacchi alti. Perché il fatto di guardarla dal basso verso l’alto e quindi in posizione subordinata, mi eccita. Per non parlare delle sue mosse di judo che me la fanno vedere più forte di me e quindi meritevole della mia sottomissione.
Intanto, lei si è avvicinata a me e mi afferra per un orecchio
“ Andiamo in camera che è meglio. Ho deciso di punirti. Obiezioni?”
“ No padrona” rispondo con un filo di voce e mi faccio trascinare in camera da letto. Mi fa mettere le mani proprio sul letto e poi giù di frustino sul mio culone peloso. Non oso chiederle il motivo della punizione. Forse non esiste ed è una scusa per iniziare il nostro gioco. In questi momenti, e lo so che può sembrare strano, la vedo con occhi diversi. Quello che lei fa e quello che lei dice è giusto a prescindere. Pertanto, il fatto che stia massacrando il mio povero culetto significa che era necessario farlo. Ma cazzo se fa male. Ne conto venti che non sono poi eccessive ma lei ha la mano pesante e mi farebbe male pure a mani nude figuriamoci col frustino. Mi rigira e sono di fronte a lei. Mi afferra il mento. Dio che sensazione di impotenza. E’ proprio questo a piacermi e dove non erano riusciti i suoi dolci baci riesce la dominazione. Senza nemmeno essere toccato il fratellino si è alzato maestoso malgrado la recente eiaculazione. Si avvicina ancor di più e posso strusciarmi sul suo corpo ricoperto dal lattice e l’erezione diventa massima. La differenza di statura poi, con lei che con quei tacchi mi sovrasta nettamente, fa il resto. Non c’è niente da fare. E’ la mia indole. Lei sorride. Oh cazzo, ma che ho fatto per meritarmi una come lei? Si, sono una brava persona, un lavoratore, un bravo padre di famiglia ma so di non meritarmela. O, per meglio dire, so di non meritarmela in questi momenti nei quali la vedo come un essere straordinario mentre nella vita quotidiana non ho problemi di questo tipo e interagisco con lei in assoluta parità. Anche se… Beh, che rimanga tra noi ma capita a volte anche nella vita di tutti i giorni che una sua decisione mi dia la sensazione di essere assolutamente giusta anche quando non sono del tutto convinto. E’ logico pensare che io non riesca a vederla del tutto come mogliettina e forse talvolta sovrappongo le immagini della padrona a quelle della moglie. Ma di solito, riesco a comportarmi come un normalissimo marito. Ma comunque questo è un momento dove lei è dominante e la guardo pensando di essere l’uomo più fortunato del mondo per poter adorare una donna simile e mi dico che lassù qualcuno mi deve amare follemente per fare in modo che io abbia queste straordinarie sensazioni. Ma il sorriso della mia dolcissima padrona non significa che abbia terminato. Mi fa mettere le mani lungo i fianchi e poi mi arrivano quattro cinquine che a momenti mi fanno saltare la testa. Andata e ritorno. Schiaffo e manrovescio, tanto per bilanciare le due guance. E vorrei ricordarlo, per chi non conosce la mia storia, che la sensualissima signora che mi sta di fronte e che mi sovrasta di almeno una quindicina di centimetri è stata una judoka tra le più forti al mondo per molti anni, almeno fino a quando è rimasta incinta, e naturalmente tra le primissime in Italia con vittorie e piazzamenti nei più importanti tornei del mondo. E vi posso garantire che non ha affatto perso lo smalto di quei tempi e io, di fronte a lei, non faccio nemmeno in tempo a porgere le scuse che mi ritrovo col culo per terra. Pertanto, come ho detto prima, fa un male boia. Se esistessero le olimpiadi di schiaffoni, la medaglia d’oro non glie la toglierebbe nessuno. E sarebbe il giusto premio di una carriera che invece nel judo, per svariati motivi, non l’ha portata dove avrebbe meritato, ovvero su un gradino di un podio olimpico o mondiale. All’inizio della sua carriera di dominatrice, mi dava quasi dei buffetti, incapace di spingere sul piede dell’acceleratore ma poi ha compreso che quando si cala nella parte deve essere realistica e i risultati sono che ho le guance rosse che mi vanno a fuoco. Non ho molti termini di paragoni ma mi è capitato di vedere alcuni scorci di video con dominatrici di professione che schiaffeggiano i propri slaves e quasi mi hanno fatto rabbia. E che sono schiaffi quelli? Sono carezze simili ai buffetti che mia moglie mi infliggeva 15/20 anni fa, quando abbiamo iniziato. Quelli di adesso sono veri schiaffi. Ma non sono un fruitore assiduo di video, tutt’altro, e forse ho visto quelli sbagliati. In queste situazioni io amo essere l’attore e non lo spettatore. Guardare non mi piace. Nel sesso e nel bdsm.
Intanto, sembra aver finito. Di solito, le nostre serate sono molto più lunghe e complesse. Cominciano da quando mi manda un messaggino dicendomi che sta per entrare nei panni di padrona e quindi devo preparare la cena, servirla, riverirla e poi proseguono con qualche mossa di judo e si concludono col sesso ma non prima di qualche sonoro ceffone sul tipo di quelli che mi sono arrivati pochi secondi fa. A volte c’è spazio per lo strap-on, l’oggettino più recente dei nostri momenti di gioco e ben poco per quanto riguarda i piedi. A me non piacciono e lei ci si addormenta. Le piacciono i massaggi perché perché la rilassano ma non ci prova alcun piacere dominante anche se a volte mi ordina di dare qualche bacio a quelle scarpe col tacco altissimo. Più per rendere evidente la sua dominazione che per reale piacere. C’è poco altro. Niente scat e pissing, niente spitting o leccare suole sporche, nessun tipo di calpestamento ma quasi esclusivamente azioni che riguardano la vita quotidiana ovviamente rivedute e corrette. Quello che ci eccita non è la pratica in sé stessa ma l’ordine che deve essere dato col tono giusto. Qualunque esso sia. Anche l’azione più banale diventa dominazione. Anzi, a mio parere lo diventa maggiormente perché non ha le esagerazioni che la maggior parte delle pratiche bdsm richiede e sembra quasi vita vera. L’unica differenza è che il potere è suo e se non faccio le cose per bene sono botte o punizioni. E vi giuro che faccio di tutto per non subirle. Strano, direte voi. “Se ti piacciono le donne che fanno arti marziali, il bello è proprio che lei passi all’azione con qualche bella mossa” Errore! Non funziona così. Io devo obbedirle a prescindere e cercare di fare le cose per bene. Quando cucino per lei, ad esempio, ci metto tutta la passione e l’amore. Sto attento a ogni piccolo particolare e mi viene l’ansia quando devo mettere il sale. Sarà troppo salata? O insipida? E la pasta è troppo cotta o troppo cruda? Devo fare le cose per lei e devo farle bene. Non mi piace prendere le botte. Il mio piacere sta che devo sapere che potrebbe farlo se volesse. E’ questo che mi eccita. Obbedirle perché lei, per bellezza, per intelligenza, per forza, per altezza, mi è superiore. Ovviamente, bisogna calarsi un po’ nella parte perché spesso questa superiorità non è reale ma vi garantisco che dopo pochi minuti la vedo come una donna straordinaria e mi capita addirittura di avere un vero e concreto timore nei suoi confronti. E se poi le prendo significa che la mia indiscussa padrona ha deciso che me le merito. Quindi, non mi eccitano le botte ma il potere che lei ha nei miei confronti. Anche quello di picchiarmi o di punirmi se e quando vuole senza che io possa far niente per evitarlo. Ma forse la situazione che eccita maggiormente la mia mente bacata non è tanto la punizione ma… il premio. E non parlo del premio finale, ovvero la possibilità di fare sesso con lei ma anche un semplice elogio. Vado in estasi quando lei, dopo una mia azione, mi dice che sono stato bravo. Come? Non capite? Eppure è semplice. Cosa c’è di meglio di un elogio della donna che abbiamo eletto come padrona? Della donna che può fare qualsiasi cosa con noi? Non so voi ma io sono fiero di averla fatta contenta e la mia sottomissione nei suoi confronti diventa ancora maggiore mentre quando mi punisce, come ha fatto stasera, sono addolorato perché mi rendo conto di non averla accontentata.
Quindi, come si può evincere, serate molto lunghe e apparentemente complesse.
Ovviamente, visto l’orario, stasera è tutto molto ridotto all’osso perché se ci dilunghiamo facciamo mattina ma c’è spazio per un’altra scenetta classica
“ Vai a prendermi una sigaretta e poi in ginocchio col portacenere in mano” mi ordina infatti. Lo faccio e glie l’accendo mentre lei si è messa seduta sul letto. Io invece obbedisco al suo ordine e mi inginocchio ai suoi piedi. La guardo adorante mentre fuma e l’erezione non accenna a diminuire perché mi sento completamente in suo potere. Ed è questo che ho sempre cercato. Da un po’ di tempo abbiamo inserito una variante. Usa la mia bocca come portacenere. Avevo in realtà molta paura ma la cosa mi intrigava e glie ne avevo parlato. Per diversi anni, lei si è sempre dimostrata un po’ restia ai cambiamenti ma negli ultimi… diciamo 5/6 anni, ha cominciato ad accoglierli in modo più favorevole. Mi aveva ovviamente chiesto se ci potessero essere problemi nell’ingoiare cenere e le avevo risposto di no visto che mi ero informato e che erano semmai le cicche a causare problemi. Pertanto, spesso mi usa come portacenere, cosa che mi eccita soprattutto quando mi < costringe> con la forza. Questa sera però decide di gettarla in un contenitore più idoneo che io tengo servilmente in mano mentre sono in ginocchio. Termina di fumare e si alza ordinandomi di fare altrettanto. Mi accarezza ma io non posso farlo se non voglio farmi arrivare altri schiaffi. Devo aspettare un suo ordine ma intanto il fratellino preme di nuovo sul suo corpo e sono sempre più eccitato. Finalmente, la sua bocca si posa sulla mia. Dio, quanto desideravo quel bacio. Non ce la faccio più. Il sapore del suo rossetto è semplicemente meraviglioso. Sento il desiderio di toccarla e decido di correre il rischio, Poso finalmente le mie mani sui suoi fianchi ma per mia fortuna lei lascia fare. Non crediate che sia sempre così. Come dicevo, a volte mi sono beccato degli schiaffoni per averla toccata senza il suo permesso. Dipende dal suo umore, da come ha voglia di portare avanti la dominazione. Fatto sta che stavolta non mi dice niente. Anzi, mi prende le mani e le fa scendere sul sedere. L’ho già detto ma sono costretto a ripeterlo che trovo il suo culetto la parte più sensuale del suo corpo. E dopo aver toccato quel meraviglioso lato B strizzato nel lattice, io sono cotto a puntino. Il mio cervello recepisce ormai poche cose come ad esempio < fica, padrona, obbedienza>. Dubito che in quel momento io sia capace di intendere e di volere e lascio le mosse successive a lei che mi ordina di slacciarle il corpetto. Non è come togliere un reggiseno, azione della quale sono maestro, scusate l’immodestia, perché quel corpetto che è decisamente sexy sembra però avere l’antifurto col blocchetto. E io comincio pure a vederci poco. Mannaggia l’età. Ma ce la faccio senza sforare col tempo massimo. E adesso è a seno nudo. Si sdraia sul letto
“ Toglimi le scarpe e aiutami a togliere i pantaloni”
“ Subito padrona” Per togliere le scarpe ci metto poco ma togliere un pantalone di lattice non è semplicissimo perché c’è il rischio di romperlo. E costano un occhio della testa. M. mi aiuta comunque a sfilarlo ed è di nuovo interamente nuda perché stavolta non ha messo abbigliamento intimo. Mi ordina di sdraiarmi sul letto e si mette sopra di me. Ci baciamo ancora e ci lasciamo trasportare dalla sensualità del momento. La voglio. Ma non sta a me decidere e attendo che sia lei a dirmi di poterlo fare. Lo fa da sola e sento finalmente quel calore inimitabile che quella parte del corpo femminile regala ad un maschio. Lei socchiude gli occhi
“ Adesso sì che va bene. Anzi, benissimo” Dio, che felicità mi donano quelle parole. Ma non stiamo facendo l’amore come una normale coppia. Lei è la mia indiscussa e amatissima padrona e me lo ricorda prendendomi il mento e affondando le sue unghie rosse sulle mie guance già martoriate dai suoi schiaffi “Se te ne vieni senza il mio ordine, per te si mette male”
“ Non lo farò, padrona” l’assicuro. E sono abbastanza certo di riuscirci perché, pur se non eccelsa, ho già avuto un’eiaculazione e la seconda ci mette un bel po’ ad arrivare. Di solito. Per di più, non sono mai stato un velocista, per mia fortuna. Beh, forse nemmeno un maratoneta ma diciamo che come mezzofondista me la sono sempre cavata. Ma nella seconda, Abebe Bikila mi fa una sega. Ehm… Per dovere di cronaca devo ammettere che la seconda mi riesce ormai solo con la dominazione. Ma non stiamo a sottilizzare.
Adesso è meraviglioso. Lei mi afferra le mani e poi ne lascia una e con quella libera… Altro schiaffo
“ Questo è per…”
“ Si, lo so, perché prima non ti ho soddisfatta, mia padrona” Sta per ridere e deve trattenersi altrimenti la scena scivolerebbe nel comico
“ No, è perché volevo dartelo e visto che comando io, lo faccio” Queste parole incrementano ancora la mia eccitazione mentre lei continua a muoversi sopra di me
“ Giusto padrona”
“ E allora ripeti. Chi comanda?”
“ Tu padrona. Tu amore mio” Si, l’ho chiamata ma non è strano. Direi che è complicato da spiegare. E si perché è vero che la chiamo quasi sempre ma in realtà non è che io mi senta proprio uno schiavo. Io mi sento un marito sottomesso che obbedisce alla sua donna, che fa tutto quello che lei vuole ma che al contempo la ama anche come donna e non solo come padrona. Si, lo so che poi, fatti alla mano, molto spesso come normale marito non riesco del tutto a soddisfarla sessualmente ma, credetemi, i miei sentimenti sono limpidi e quindi chiamarla è del tutto normale. Perché è ciò che lei è per me: l’amore della mia vita. E’ rimasta ovviamente contenta della mia risposta anche se lo sa perfettamente che in quei momenti è lei a comandare ma repetita juvant, come dicevano i miei antenati un paio di millenni orsono. E sento che ha anche aumentato i movimenti del bacino. Soffia in alto per spostare una ciocca di capelli che le sono andati sull’occhio ma la ciocca è dispettosa e torna a coprirle l’occhio e allora se la deve spostare con la mano. I nostri respiri si sono fatti via via sempre più affannosi. Se non fossi venuto prima, con questo andazzo sarei già schizzato come una fontana da un bel pezzo e a questo punto devo dire che è stata una cosa positiva. Oh, non per me ma per lei. Dicono che una padrona non debba fare sesso col proprio schiavo. Cazzate! E’ la cosa più bella che possa esistere se ci si dedica a lei e il nostro piacere passa in secondo piano rispetto al suo. Certo, il piacere c’è ed è enorme anche per me ma bisogna sentirsi come un giocattolo sessuale a sua disposizione. E io mi ci sento, in questo momento. Se mi obbligasse a non venire per me cambierebbe poco. Beh, non dico che sarei contento ma giuro che lo accetterei serenamente come accetto tutto ciò che mi ordina in questi momenti. Poi magari nella vita quotidiana litighiamo come ogni coppia ma adesso è lei che decide tutto e se me ne farà venire le sarò profondamente grato. Dipendo da lei, dai suoi umori, dalla sua volontà e tutto questo non ha prezzo. E’ semplicemente meraviglioso. Ma intanto i suoi movimenti diventano ancora più frenetici. Lo sento che le sta piacendo. Dopo 33 anni non ci sono trucchi e non ci sono inganni. Se le piace lo percepisco immediatamente così come lei si rende subito conto se il mio godimento è ottimale. E adesso vedo che le piace e sono felice. Vorrei baciarla ma il suo busto è eretto e ovviamente non ci arrivo. Mica faccio il contorsionista di mestiere. Apro quindi la bocca per farle capire che desidero le sue labbra ma i suoi occhi sono quasi completamente chiusi e non ci fa caso. I movimenti sono ancora più veloci e anche io comincio a sentire che il piacere sta per raggiungere il picco. Ormai ce ne ho per poco.
Un pizzico di preoccupazione mi avvolge. Ce la farò a trattenermi prima che lei raggiunga la sua soddisfazione? Devo farlo. Continua a muoversi e sento finalmente, al contrario di ciò che era accaduto la prima volta, il mio pene strusciare tra le sue pareti vaginali. E' completamente fradicia, a riprova di come adesso l'atto sessuale la stia soddisfacendo. Aumenta la velocità dei suoi movimenti mentre lancia addirittura qualche gridolino mentre io sono un disco rotto e continuo a ripetere "Oddio, Oddio che bello" Sono ormai giunto al capolinea e temo di non riuscire a resistere ulteriormente ma non ho fatto i conti col suo piacere perché lei è ancora più veloce di me
“ Adesso, vieni adesso. Insieme” mi ordina
“ Aspetta, ancora non ce l’ho” Le sue unghie stavolta sono sul mio petto e mi graffiano
“ Ho detto adesso. Ti ordino di venirtene e quando ti ordino una cosa tu devi obbedire e zitto”
“ Si padrona” rispondo ancora un po’ dubbioso ma invece è il colpo di grazia. Il tono di voce imperioso anche se quasi sussurrato mi fanno salire tutto. Forse anche il fratellino dispettoso sa che se lei ha dato un ordine dobbiamo obbedire. Lei rallenta improvvisamente e sospira
“ Oddio, si. Quant’è bello così!” Si, è meraviglioso perché, con qualche secondo in ritardo rispetto a lei, anch’io vengo copiosamente. Ho tre o quattro sussulti mentre lei continua a muoversi, sia pure in modo impercettibile, per tirare tutto fuori da me. Sospiro come un assassino nei film di Dario Argento
“ E’ bello, amore. E’ meraviglioso” dico quasi imitando le sue parole. Lei apre finalmente gli occhi e piega il busto per baciarmi, bacio al quale rispondo in modo appassionato. Poi si rimette nella posizione di prima alzando di nuovo il busto, mi afferra le mani stringendole dolcemente e sorride
“ Ne è valsa la pena di vestirmi e truccarmi. Non credi?” Anch’io sorrido
“ Eccome se ne è valsa la pena. E’ stato fantastico”
“ Si, è stato fantastico. Non male per una coppia sposata da quasi trent’anni” Il suo tono di voce è nel frattempo cambiato. Non c’è più l’imperiosità che l’ha contraddistinta nei momenti dominanti e quindi presumo che sia tutto terminato. Molto spesso, appena terminato il sesso, termina anche la dominazione ma non è la prassi. A volte prosegue fino al mattino seguente, a volte per un paio di giorni, a volte dura una settimana come è accaduto in vacanza e che è stato il nostro record per diverso tempo. Record poi battuto durante il lockdown. Ma questa è un’altra storia molto più lunga
“ Più bello perché adesso c’è l’esperienza” sentenzio intanto dopo quei pochi istanti di riflessione. Lei però si fa seria
“ Che cosa c’è che non va nei momenti normali?” Scuoto la testa
“ Non lo so, amò. Cioè, forse perché vestita così sei troppo sexy”
“ No, non è solo l’abbigliamento anche se probabilmente incide. Ma ero sexy anche con la mia camicia da notte. Oppure non ti piacevo?” l’ultima frase l’ha detta facendo la faccia fintamente stizzita
“ Ma che dici? Certo che eri sexy anche con la camicia da notte ma… Non so che dirti”
“ Io invece un’idea me la sono fatta”
“ Davvero? E qual è?” chiedo meravigliato
“ Beh, il fatto che sia un problema psicologico e non fisico è chiaro. Adesso ad esempio era…”
“ Duro al massimo” Lei sorride
“ Diciamo di si così accontento la tua vanità maschile. Ma dicevo dell’idea che mi sono fatta. Secondo me tu non vuoi eccitarti” E’ ancora sopra di me anche se il fratellino è scivolato fuori avendo perso completamente la sua turgidità. Si toglie da quella posizione che comunque non mi dispiaceva affatto e si mette a fianco a me. Io però la guardo aggrottando la fronte
“ Ma che dici, amò. Io vorrei eccitarmi. Lo vorrei con tutto me stesso” Lei però non sembra convinta. Tutt’altro
“ E invece secondo me no. Hai quasi una specie di rifiuto per il sesso normale. Ti piace troppo farlo così e inconsciamente speri quasi di non eccitarti per far sì che poi io decida di diventare la tua padrona per poterlo fare in questo modo. Proprio come stasera” Rimango di sasso. E’ così? Oddio, non me ne rendo conto e se davvero lei dovesse aver ragione, è tutto inconscio
“ Eppure lo vorrei. Si, è vero che così mi eccito molto di più ma ti giuro che vorrei farlo anche in modo normale per dimostrarti che… Per dimostrarti quella normalità che tu ami tanto” Mi da un casto bacio sulle labbra
“ E’ proprio questo il fatto. Lo faresti soltanto per me e quindi, di conseguenza, vai incontro a grosse difficoltà
“ Mi dispiace amore. Io vorrei soddisfarti” Lei alza le spalle
“ Ma dai, chi se ne frega. Posso stare senza fare sesso per mesi, figurati se me la prendo perché non hai un’eccitazione ottimale. E poi so che se io sentissi il bisogno di fare sesso come Dio comanda mi basterebbe diventare la tua padrona e avrei tutte le soddisfazioni sessuali di cui potrei aver bisogno. La dominazione è il tuo viagra personale. A me dispiace per te, perché so quanto è importante psicologicamente per te. Però rimango della mia opinione e credo che dipenda anche dal fatto che dentro di te speri che poi, per soddisfarti e per soddisfarmi, io diventi dominante” Le accarezzo il viso
“ Non lo so. Giuro che non mi rendo conto della reale motivazione. Può darsi che sia come dici tu. Quello che mi preme è che tu sappia sempre che ti amo. Anche quando non ci riesco” Sorride
“ Lo so. Ma giuro che mi importa relativamente. Anche a me interessa che tu sappia che ti amo. Altrimenti, non avrei iniziato a fare ciò che faccio”
“ Quindi, lo fai soltanto per me” Lei mi gira il viso dalla sua parte e scoppia a ridere
“ Ma sei scemo? Ti ho appena detto che è fantastico. Quando sono dominante c’è una sensualità straordinaria. No tesò, mi fa impazzire fatto in questo modo. E’ stata la più grande scoperta della mia vita e quindi lo faccio anche per me. Soprattutto per me. Però non ti nascondo che ogni tanto una cosa… Come si dice? Vaniglia?”
“ Vanilla. Ma viene proprio dalla vaniglia che non sa né di me e né di te. Non è dispregiativo ma vuol significare che è poco gustoso. Come la vaniglia”
“ Beh, su questo non sono d’accordo. E’ diverso. C’è quella dolcezza che… Non posso nascondere che continua a piacermi. Ci sono le tenerezze, quelle cose che come padrona non si possono fare”
“ Beh dai, le tenerezze ce le facciamo dopo”
“ Si, è vero. Però sono due cose diverse e tutte e due molto belle. Però non posso negare che così… Cavolo se è più intenso. Ho avuto un orgasmo eccezionale” La guardo compiaciuto e le sorrido
“ Sono proprio fortunato” Lei ride di nuovo
“ Lo so. Io invece vorrei sapere che ho fatto di male nella mia vita per trovare uno sciroccato come te” Faccio il finto offeso
“ Ah sì? E allora dimenticati di diventare di nuovo la mia padrona. Da adesso in poi lo faccio io il padrone e tu sarai la mia schiava” Diventa di nuovo seria
“ Hai parlato pure troppo. Ricordati chi comanda. La prossima volta invece di venti frustate te ne becchi almeno 100” Sta scherzando ma quel tono mi manda in paranoia
“ Allora ti piace?” Le torna il sorriso sulla bocca
“ Mi piace. Eccome se mi piace. E lo sai benissimo. Mi piace tutto, mi fa sentire unica, irresistibile, consapevole che potrei fare qualunque cosa. C’è da perderci la testa se non si rimane coi piedi per terra”
“ E’ per questo che vuoi continuare a dividere dominazione e vita normale?”
“ Ovvio. E’ un gioco fantastico ma nella vita voglio un uomo vero al mio fianco”
“ Uno come me” Scoppia a ridere. E’ così bella quando ride. Si rimette sopra di me e mi bacia dolcemente
“ Ma sentilo. Pensa di essere l’uomo perfetto. C’hai un sacco di difetti e ci vuole la mia pazienza a sopportarli” L’accarezzo amorevolmente
“ Lo so amore. Sei tu a essere perfetta per me. Moglie e padrona. Se me l’avessero detto prima di conoscerti, avrei fatto il patto col diavolo per avere quello che ho avuto” Inizialmente non risponde e riesce soltanto a sorridere poi si toglie da sopra di me
“ Ti ricorderò questa frase quando mi fai incavolare. Dai, ora però basta. Andiamoci a lavare che abbiamo fatto l’una passata e domani ci vorrà la gru per alzarci” Lo facciamo e poi torniamo a letto. Lei ha messo il suo pigiamone triplo strato e si rannicchia dalla mia parte. Chi potrebbe dire che è la stessa donna che mi ha eccitato da impazzire con quei pantaloni aderentissimi in lattice? Sembrano due donne completamente differenti. Dopo nemmeno dieci secondi, i suoi occhi si chiudono e si addormenta. Mi giro anch’io. E’ stata una serata meravigliosa. Iniziata malino ma conclusa come meglio non avrei potuto desiderare. Una serata a luci rosse ma simile a tante altre. Prima di addormentarmi anch’io, ho tempo di chiedermi se la mia voglia di sottomissione sia il mezzo che mi conduce poi al sesso perfetto oppure se il sesso perfetto ne è una semplice conseguenza. Forse mi sento tanto Marzullo per pensare ste cose. Insomma, amerei ugualmente la sottomissione se poi non mi conducesse quasi sempre al sesso fatto in questo modo splendido? Quesito non di poco conto sul tipo se è nato prima l’uovo o la gallina. Beh, stavolta la risposta ce l’ho.
Ah, volete conoscerla? Beh, io credo che sesso e sottomissione non siano affatto due rette parallele che non si debbano mai incontrare. Questo è ciò che fanno credere chi col bdsm ci lavora e giustamente non ha nessuna intenzione di portarsi a letto chicchessia. Per me invece, sono due fattori concatenanti. Ecco perché io concepisco il femdom soltanto all’interno di un rapporto di coppia. Perché anche il femdom può essere amore. Anzi, è amore. Lo è in misura ancora maggiore quando poi il finale ti regala quella passione che ho provato stasera, un finale che ti fa amare ancora di più la persona che ci regala e si regala queste magie. Meglio smettere di pensare a ste cose. Domani, come ha detto prima mia moglie, ci vorrà la gru per tirarmi su. Le porterò il caffellatte a letto perché io esco prima di lei ma dopo il lavoro troverò un bel pranzetto preparato da lei. Si parlerà dei nostri nipotini, di altre cose che fanno parte della normale vita di coppia. Ma lei sa che non vedo l’ora di trascorrere serate come questa. E forse pure lei non aspetta altro.
E la magia si rinnoverà.
FINE
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“ Non entrare” Anche in questo caso, non mi ci vuole molto per comprendere. Se non vuole farmi entrare nella camera da letto c’è soltanto un motivo. E io conosco quel motivo. Sta per diventare la mia padrona. E noi abbiamo un sistema tutto nostro per entrare nei nostri rispettivi personaggi, a cominciare dal suo abbigliamento. E se ha chiuso la camera da letto significa appunto che sta per indossare qualcosa di molto sensuale. Almeno ai miei occhi. Ed è chiara anche la motivazione. Mi vuole soddisfare. O forse vuole soddisfare sé stessa? Guardo però l’orologio e mi dico che è tardi e cerco di dissuaderla
“ Dai amore, non fa niente” Per tutta risposta, la sua voce si fa ancora più dura
“ Ti ho detto di non entrare” Obbedisco. Prendo una sedia dal salone, la porto all’ingresso e quindi mi siedo. Vorrei andare a prendermi qualcosa da bere ma mi rendo conto di essere completamente nudo e non è il caso di dare spettacolo. Il frigo però è proprio all’inizio della cucina. Mi affaccio, lo apro e con la porta del frigo aperta mi copro da eventuali sguardi di chi mi abita di fronte. Non posso però prendermi un bicchiere. Poco male. Afferro la bottiglia del latte e me ne bevo un bel po’. Amo il latte freddo e almeno un bicchiere me lo scolo tutte le sere prima di andare a dormire. Ritorno all’ingresso e mi rimetto seduto ad attendere e comincio a stare un po’ in tensione. Malgrado le innumerevoli volte che abbiamo giocato, divento nervoso, il respiro si fa affannoso e la tensione diventa quasi concreta. Ma cazzo! E’ mia moglie e ci conosciamo come le nostre tasche. Ma non ci posso fare niente. Solo al pensiero che lei sta per diventare la mia padrona, la mia adorata moglie dominante, divento nervoso e ansioso, persino con qualche tremore.
La sua vestizione, come di consueto, è piuttosto lunga e passano almeno altri dieci minuti prima che la porta della camera da letto si apra e…. E poi lei. Pantalone di lattice nero abbinato al corpetto, scarpe con un tacco di… Boh! Saranno 15 o forse più centimetri. E se calcolate che è alta 1.75 e io 1.77, immaginerete come mi debba sentire piccolo al suo confronto. A questo punto, doverosa precisazione. Non veste mai in questo modo nella vita di tutti i giorni. Soprattutto i tacchi non li mette quasi mai. Essendo già piuttosto alta di suo e amando le cose semplici e comode, veste quasi sempre con scarpe da ginnastica e l’unico accenno alla sensualità sono i jeans aderenti che ama indossare spesso. Per il resto, quasi esclusivamente abiti casual. Tranne ovviamente per qualche uscita particolare e per qualche festa. E per qualche momento di dominazione outdoor che però non facciamo più da diversi anni. Da prima del covid, per intenderci. Queste scarpe infatti, come tutto il resto del suo abbigliamento fetish, le abbiamo comprate in un sexy shop perché lei, che al contrario di me compra quasi tutto in rete, non ama comprare certi oggetti on line. E l’acquisto di toys e di abbigliamento meriterebbe un racconto dedicato appositamente ma adesso non è il caso e torno ad osservarla. E’ incredibilmente sexy. Avete presente quei film dove lei appare bruttina all’inizio e che dopo diventa una strafiga? Beh, più o meno è ciò al quale ho assistito con la differenza che M. è anche al naturale molto graziosa. Mi alzo inghiottendo la saliva nervosamente. Sono eccitato. Non fisicamente in quanto ho appena avuto un’eiaculazione ma la mia mente, se avesse il pene, lo avrebbe già eretto al massimo. Nella mano destra ha un frustino rigido che batte ritmicamente sulla sua gamba. Dio che visione! Si, lo so, è la classica figura stereotipata della dominatrice ma a me piace quel tipo di abbigliamento da molto prima che scoprissi facesse parte del fetish. E lei lo adora. La fa sentire più bella e dominante. Non ho ancora compreso se è la conseguenza di vedermi eccitato al massimo perché la vedo meravigliosa e al fatto che perdo completamente la ragione fino ad avere una sottomissione maggiore oppure è lei stessa a sentirsi bene in quei panni. Mah! Chissenefrega. Quello che conta è che nel vederla vestita così io perdo completamente la testa. Ha anche messo il rossetto e la voglia di baciare quella bocca che pure ho baciato innumerevoli volte anche nei minuti appena trascorsi, mi prende completamente. Ecco, sono partito per la tangenziale. Tutto si offusca. Il mondo non esiste più e ci siamo solo io e lei. Cosa provo esattamente? Difficile da spiegare. Ci ho provato un sacco di volte ma ogni volta che lo faccio scopro che c’è qualcosa che non sono riuscito a chiarire perfettamente. E sarà così anche stavolta ma ci provo ugualmente. Provo il desiderio di servire una donna e di obbedirle. Ma solo se si tratta della donna che amo. Mai con un’altra, mai a pagamento. E devo sentirmi inferiore per farlo. Ecco perché vado fuori di testa quando mette i tacchi alti. Perché il fatto di guardarla dal basso verso l’alto e quindi in posizione subordinata, mi eccita. Per non parlare delle sue mosse di judo che me la fanno vedere più forte di me e quindi meritevole della mia sottomissione.
Intanto, lei si è avvicinata a me e mi afferra per un orecchio
“ Andiamo in camera che è meglio. Ho deciso di punirti. Obiezioni?”
“ No padrona” rispondo con un filo di voce e mi faccio trascinare in camera da letto. Mi fa mettere le mani proprio sul letto e poi giù di frustino sul mio culone peloso. Non oso chiederle il motivo della punizione. Forse non esiste ed è una scusa per iniziare il nostro gioco. In questi momenti, e lo so che può sembrare strano, la vedo con occhi diversi. Quello che lei fa e quello che lei dice è giusto a prescindere. Pertanto, il fatto che stia massacrando il mio povero culetto significa che era necessario farlo. Ma cazzo se fa male. Ne conto venti che non sono poi eccessive ma lei ha la mano pesante e mi farebbe male pure a mani nude figuriamoci col frustino. Mi rigira e sono di fronte a lei. Mi afferra il mento. Dio che sensazione di impotenza. E’ proprio questo a piacermi e dove non erano riusciti i suoi dolci baci riesce la dominazione. Senza nemmeno essere toccato il fratellino si è alzato maestoso malgrado la recente eiaculazione. Si avvicina ancor di più e posso strusciarmi sul suo corpo ricoperto dal lattice e l’erezione diventa massima. La differenza di statura poi, con lei che con quei tacchi mi sovrasta nettamente, fa il resto. Non c’è niente da fare. E’ la mia indole. Lei sorride. Oh cazzo, ma che ho fatto per meritarmi una come lei? Si, sono una brava persona, un lavoratore, un bravo padre di famiglia ma so di non meritarmela. O, per meglio dire, so di non meritarmela in questi momenti nei quali la vedo come un essere straordinario mentre nella vita quotidiana non ho problemi di questo tipo e interagisco con lei in assoluta parità. Anche se… Beh, che rimanga tra noi ma capita a volte anche nella vita di tutti i giorni che una sua decisione mi dia la sensazione di essere assolutamente giusta anche quando non sono del tutto convinto. E’ logico pensare che io non riesca a vederla del tutto come mogliettina e forse talvolta sovrappongo le immagini della padrona a quelle della moglie. Ma di solito, riesco a comportarmi come un normalissimo marito. Ma comunque questo è un momento dove lei è dominante e la guardo pensando di essere l’uomo più fortunato del mondo per poter adorare una donna simile e mi dico che lassù qualcuno mi deve amare follemente per fare in modo che io abbia queste straordinarie sensazioni. Ma il sorriso della mia dolcissima padrona non significa che abbia terminato. Mi fa mettere le mani lungo i fianchi e poi mi arrivano quattro cinquine che a momenti mi fanno saltare la testa. Andata e ritorno. Schiaffo e manrovescio, tanto per bilanciare le due guance. E vorrei ricordarlo, per chi non conosce la mia storia, che la sensualissima signora che mi sta di fronte e che mi sovrasta di almeno una quindicina di centimetri è stata una judoka tra le più forti al mondo per molti anni, almeno fino a quando è rimasta incinta, e naturalmente tra le primissime in Italia con vittorie e piazzamenti nei più importanti tornei del mondo. E vi posso garantire che non ha affatto perso lo smalto di quei tempi e io, di fronte a lei, non faccio nemmeno in tempo a porgere le scuse che mi ritrovo col culo per terra. Pertanto, come ho detto prima, fa un male boia. Se esistessero le olimpiadi di schiaffoni, la medaglia d’oro non glie la toglierebbe nessuno. E sarebbe il giusto premio di una carriera che invece nel judo, per svariati motivi, non l’ha portata dove avrebbe meritato, ovvero su un gradino di un podio olimpico o mondiale. All’inizio della sua carriera di dominatrice, mi dava quasi dei buffetti, incapace di spingere sul piede dell’acceleratore ma poi ha compreso che quando si cala nella parte deve essere realistica e i risultati sono che ho le guance rosse che mi vanno a fuoco. Non ho molti termini di paragoni ma mi è capitato di vedere alcuni scorci di video con dominatrici di professione che schiaffeggiano i propri slaves e quasi mi hanno fatto rabbia. E che sono schiaffi quelli? Sono carezze simili ai buffetti che mia moglie mi infliggeva 15/20 anni fa, quando abbiamo iniziato. Quelli di adesso sono veri schiaffi. Ma non sono un fruitore assiduo di video, tutt’altro, e forse ho visto quelli sbagliati. In queste situazioni io amo essere l’attore e non lo spettatore. Guardare non mi piace. Nel sesso e nel bdsm.
Intanto, sembra aver finito. Di solito, le nostre serate sono molto più lunghe e complesse. Cominciano da quando mi manda un messaggino dicendomi che sta per entrare nei panni di padrona e quindi devo preparare la cena, servirla, riverirla e poi proseguono con qualche mossa di judo e si concludono col sesso ma non prima di qualche sonoro ceffone sul tipo di quelli che mi sono arrivati pochi secondi fa. A volte c’è spazio per lo strap-on, l’oggettino più recente dei nostri momenti di gioco e ben poco per quanto riguarda i piedi. A me non piacciono e lei ci si addormenta. Le piacciono i massaggi perché perché la rilassano ma non ci prova alcun piacere dominante anche se a volte mi ordina di dare qualche bacio a quelle scarpe col tacco altissimo. Più per rendere evidente la sua dominazione che per reale piacere. C’è poco altro. Niente scat e pissing, niente spitting o leccare suole sporche, nessun tipo di calpestamento ma quasi esclusivamente azioni che riguardano la vita quotidiana ovviamente rivedute e corrette. Quello che ci eccita non è la pratica in sé stessa ma l’ordine che deve essere dato col tono giusto. Qualunque esso sia. Anche l’azione più banale diventa dominazione. Anzi, a mio parere lo diventa maggiormente perché non ha le esagerazioni che la maggior parte delle pratiche bdsm richiede e sembra quasi vita vera. L’unica differenza è che il potere è suo e se non faccio le cose per bene sono botte o punizioni. E vi giuro che faccio di tutto per non subirle. Strano, direte voi. “Se ti piacciono le donne che fanno arti marziali, il bello è proprio che lei passi all’azione con qualche bella mossa” Errore! Non funziona così. Io devo obbedirle a prescindere e cercare di fare le cose per bene. Quando cucino per lei, ad esempio, ci metto tutta la passione e l’amore. Sto attento a ogni piccolo particolare e mi viene l’ansia quando devo mettere il sale. Sarà troppo salata? O insipida? E la pasta è troppo cotta o troppo cruda? Devo fare le cose per lei e devo farle bene. Non mi piace prendere le botte. Il mio piacere sta che devo sapere che potrebbe farlo se volesse. E’ questo che mi eccita. Obbedirle perché lei, per bellezza, per intelligenza, per forza, per altezza, mi è superiore. Ovviamente, bisogna calarsi un po’ nella parte perché spesso questa superiorità non è reale ma vi garantisco che dopo pochi minuti la vedo come una donna straordinaria e mi capita addirittura di avere un vero e concreto timore nei suoi confronti. E se poi le prendo significa che la mia indiscussa padrona ha deciso che me le merito. Quindi, non mi eccitano le botte ma il potere che lei ha nei miei confronti. Anche quello di picchiarmi o di punirmi se e quando vuole senza che io possa far niente per evitarlo. Ma forse la situazione che eccita maggiormente la mia mente bacata non è tanto la punizione ma… il premio. E non parlo del premio finale, ovvero la possibilità di fare sesso con lei ma anche un semplice elogio. Vado in estasi quando lei, dopo una mia azione, mi dice che sono stato bravo. Come? Non capite? Eppure è semplice. Cosa c’è di meglio di un elogio della donna che abbiamo eletto come padrona? Della donna che può fare qualsiasi cosa con noi? Non so voi ma io sono fiero di averla fatta contenta e la mia sottomissione nei suoi confronti diventa ancora maggiore mentre quando mi punisce, come ha fatto stasera, sono addolorato perché mi rendo conto di non averla accontentata.
Quindi, come si può evincere, serate molto lunghe e apparentemente complesse.
Ovviamente, visto l’orario, stasera è tutto molto ridotto all’osso perché se ci dilunghiamo facciamo mattina ma c’è spazio per un’altra scenetta classica
“ Vai a prendermi una sigaretta e poi in ginocchio col portacenere in mano” mi ordina infatti. Lo faccio e glie l’accendo mentre lei si è messa seduta sul letto. Io invece obbedisco al suo ordine e mi inginocchio ai suoi piedi. La guardo adorante mentre fuma e l’erezione non accenna a diminuire perché mi sento completamente in suo potere. Ed è questo che ho sempre cercato. Da un po’ di tempo abbiamo inserito una variante. Usa la mia bocca come portacenere. Avevo in realtà molta paura ma la cosa mi intrigava e glie ne avevo parlato. Per diversi anni, lei si è sempre dimostrata un po’ restia ai cambiamenti ma negli ultimi… diciamo 5/6 anni, ha cominciato ad accoglierli in modo più favorevole. Mi aveva ovviamente chiesto se ci potessero essere problemi nell’ingoiare cenere e le avevo risposto di no visto che mi ero informato e che erano semmai le cicche a causare problemi. Pertanto, spesso mi usa come portacenere, cosa che mi eccita soprattutto quando mi < costringe> con la forza. Questa sera però decide di gettarla in un contenitore più idoneo che io tengo servilmente in mano mentre sono in ginocchio. Termina di fumare e si alza ordinandomi di fare altrettanto. Mi accarezza ma io non posso farlo se non voglio farmi arrivare altri schiaffi. Devo aspettare un suo ordine ma intanto il fratellino preme di nuovo sul suo corpo e sono sempre più eccitato. Finalmente, la sua bocca si posa sulla mia. Dio, quanto desideravo quel bacio. Non ce la faccio più. Il sapore del suo rossetto è semplicemente meraviglioso. Sento il desiderio di toccarla e decido di correre il rischio, Poso finalmente le mie mani sui suoi fianchi ma per mia fortuna lei lascia fare. Non crediate che sia sempre così. Come dicevo, a volte mi sono beccato degli schiaffoni per averla toccata senza il suo permesso. Dipende dal suo umore, da come ha voglia di portare avanti la dominazione. Fatto sta che stavolta non mi dice niente. Anzi, mi prende le mani e le fa scendere sul sedere. L’ho già detto ma sono costretto a ripeterlo che trovo il suo culetto la parte più sensuale del suo corpo. E dopo aver toccato quel meraviglioso lato B strizzato nel lattice, io sono cotto a puntino. Il mio cervello recepisce ormai poche cose come ad esempio < fica, padrona, obbedienza>. Dubito che in quel momento io sia capace di intendere e di volere e lascio le mosse successive a lei che mi ordina di slacciarle il corpetto. Non è come togliere un reggiseno, azione della quale sono maestro, scusate l’immodestia, perché quel corpetto che è decisamente sexy sembra però avere l’antifurto col blocchetto. E io comincio pure a vederci poco. Mannaggia l’età. Ma ce la faccio senza sforare col tempo massimo. E adesso è a seno nudo. Si sdraia sul letto
“ Toglimi le scarpe e aiutami a togliere i pantaloni”
“ Subito padrona” Per togliere le scarpe ci metto poco ma togliere un pantalone di lattice non è semplicissimo perché c’è il rischio di romperlo. E costano un occhio della testa. M. mi aiuta comunque a sfilarlo ed è di nuovo interamente nuda perché stavolta non ha messo abbigliamento intimo. Mi ordina di sdraiarmi sul letto e si mette sopra di me. Ci baciamo ancora e ci lasciamo trasportare dalla sensualità del momento. La voglio. Ma non sta a me decidere e attendo che sia lei a dirmi di poterlo fare. Lo fa da sola e sento finalmente quel calore inimitabile che quella parte del corpo femminile regala ad un maschio. Lei socchiude gli occhi
“ Adesso sì che va bene. Anzi, benissimo” Dio, che felicità mi donano quelle parole. Ma non stiamo facendo l’amore come una normale coppia. Lei è la mia indiscussa e amatissima padrona e me lo ricorda prendendomi il mento e affondando le sue unghie rosse sulle mie guance già martoriate dai suoi schiaffi “Se te ne vieni senza il mio ordine, per te si mette male”
“ Non lo farò, padrona” l’assicuro. E sono abbastanza certo di riuscirci perché, pur se non eccelsa, ho già avuto un’eiaculazione e la seconda ci mette un bel po’ ad arrivare. Di solito. Per di più, non sono mai stato un velocista, per mia fortuna. Beh, forse nemmeno un maratoneta ma diciamo che come mezzofondista me la sono sempre cavata. Ma nella seconda, Abebe Bikila mi fa una sega. Ehm… Per dovere di cronaca devo ammettere che la seconda mi riesce ormai solo con la dominazione. Ma non stiamo a sottilizzare.
Adesso è meraviglioso. Lei mi afferra le mani e poi ne lascia una e con quella libera… Altro schiaffo
“ Questo è per…”
“ Si, lo so, perché prima non ti ho soddisfatta, mia padrona” Sta per ridere e deve trattenersi altrimenti la scena scivolerebbe nel comico
“ No, è perché volevo dartelo e visto che comando io, lo faccio” Queste parole incrementano ancora la mia eccitazione mentre lei continua a muoversi sopra di me
“ Giusto padrona”
“ E allora ripeti. Chi comanda?”
“ Tu padrona. Tu amore mio” Si, l’ho chiamata ma non è strano. Direi che è complicato da spiegare. E si perché è vero che la chiamo quasi sempre ma in realtà non è che io mi senta proprio uno schiavo. Io mi sento un marito sottomesso che obbedisce alla sua donna, che fa tutto quello che lei vuole ma che al contempo la ama anche come donna e non solo come padrona. Si, lo so che poi, fatti alla mano, molto spesso come normale marito non riesco del tutto a soddisfarla sessualmente ma, credetemi, i miei sentimenti sono limpidi e quindi chiamarla è del tutto normale. Perché è ciò che lei è per me: l’amore della mia vita. E’ rimasta ovviamente contenta della mia risposta anche se lo sa perfettamente che in quei momenti è lei a comandare ma repetita juvant, come dicevano i miei antenati un paio di millenni orsono. E sento che ha anche aumentato i movimenti del bacino. Soffia in alto per spostare una ciocca di capelli che le sono andati sull’occhio ma la ciocca è dispettosa e torna a coprirle l’occhio e allora se la deve spostare con la mano. I nostri respiri si sono fatti via via sempre più affannosi. Se non fossi venuto prima, con questo andazzo sarei già schizzato come una fontana da un bel pezzo e a questo punto devo dire che è stata una cosa positiva. Oh, non per me ma per lei. Dicono che una padrona non debba fare sesso col proprio schiavo. Cazzate! E’ la cosa più bella che possa esistere se ci si dedica a lei e il nostro piacere passa in secondo piano rispetto al suo. Certo, il piacere c’è ed è enorme anche per me ma bisogna sentirsi come un giocattolo sessuale a sua disposizione. E io mi ci sento, in questo momento. Se mi obbligasse a non venire per me cambierebbe poco. Beh, non dico che sarei contento ma giuro che lo accetterei serenamente come accetto tutto ciò che mi ordina in questi momenti. Poi magari nella vita quotidiana litighiamo come ogni coppia ma adesso è lei che decide tutto e se me ne farà venire le sarò profondamente grato. Dipendo da lei, dai suoi umori, dalla sua volontà e tutto questo non ha prezzo. E’ semplicemente meraviglioso. Ma intanto i suoi movimenti diventano ancora più frenetici. Lo sento che le sta piacendo. Dopo 33 anni non ci sono trucchi e non ci sono inganni. Se le piace lo percepisco immediatamente così come lei si rende subito conto se il mio godimento è ottimale. E adesso vedo che le piace e sono felice. Vorrei baciarla ma il suo busto è eretto e ovviamente non ci arrivo. Mica faccio il contorsionista di mestiere. Apro quindi la bocca per farle capire che desidero le sue labbra ma i suoi occhi sono quasi completamente chiusi e non ci fa caso. I movimenti sono ancora più veloci e anche io comincio a sentire che il piacere sta per raggiungere il picco. Ormai ce ne ho per poco.
Un pizzico di preoccupazione mi avvolge. Ce la farò a trattenermi prima che lei raggiunga la sua soddisfazione? Devo farlo. Continua a muoversi e sento finalmente, al contrario di ciò che era accaduto la prima volta, il mio pene strusciare tra le sue pareti vaginali. E' completamente fradicia, a riprova di come adesso l'atto sessuale la stia soddisfacendo. Aumenta la velocità dei suoi movimenti mentre lancia addirittura qualche gridolino mentre io sono un disco rotto e continuo a ripetere "Oddio, Oddio che bello" Sono ormai giunto al capolinea e temo di non riuscire a resistere ulteriormente ma non ho fatto i conti col suo piacere perché lei è ancora più veloce di me
“ Adesso, vieni adesso. Insieme” mi ordina
“ Aspetta, ancora non ce l’ho” Le sue unghie stavolta sono sul mio petto e mi graffiano
“ Ho detto adesso. Ti ordino di venirtene e quando ti ordino una cosa tu devi obbedire e zitto”
“ Si padrona” rispondo ancora un po’ dubbioso ma invece è il colpo di grazia. Il tono di voce imperioso anche se quasi sussurrato mi fanno salire tutto. Forse anche il fratellino dispettoso sa che se lei ha dato un ordine dobbiamo obbedire. Lei rallenta improvvisamente e sospira
“ Oddio, si. Quant’è bello così!” Si, è meraviglioso perché, con qualche secondo in ritardo rispetto a lei, anch’io vengo copiosamente. Ho tre o quattro sussulti mentre lei continua a muoversi, sia pure in modo impercettibile, per tirare tutto fuori da me. Sospiro come un assassino nei film di Dario Argento
“ E’ bello, amore. E’ meraviglioso” dico quasi imitando le sue parole. Lei apre finalmente gli occhi e piega il busto per baciarmi, bacio al quale rispondo in modo appassionato. Poi si rimette nella posizione di prima alzando di nuovo il busto, mi afferra le mani stringendole dolcemente e sorride
“ Ne è valsa la pena di vestirmi e truccarmi. Non credi?” Anch’io sorrido
“ Eccome se ne è valsa la pena. E’ stato fantastico”
“ Si, è stato fantastico. Non male per una coppia sposata da quasi trent’anni” Il suo tono di voce è nel frattempo cambiato. Non c’è più l’imperiosità che l’ha contraddistinta nei momenti dominanti e quindi presumo che sia tutto terminato. Molto spesso, appena terminato il sesso, termina anche la dominazione ma non è la prassi. A volte prosegue fino al mattino seguente, a volte per un paio di giorni, a volte dura una settimana come è accaduto in vacanza e che è stato il nostro record per diverso tempo. Record poi battuto durante il lockdown. Ma questa è un’altra storia molto più lunga
“ Più bello perché adesso c’è l’esperienza” sentenzio intanto dopo quei pochi istanti di riflessione. Lei però si fa seria
“ Che cosa c’è che non va nei momenti normali?” Scuoto la testa
“ Non lo so, amò. Cioè, forse perché vestita così sei troppo sexy”
“ No, non è solo l’abbigliamento anche se probabilmente incide. Ma ero sexy anche con la mia camicia da notte. Oppure non ti piacevo?” l’ultima frase l’ha detta facendo la faccia fintamente stizzita
“ Ma che dici? Certo che eri sexy anche con la camicia da notte ma… Non so che dirti”
“ Io invece un’idea me la sono fatta”
“ Davvero? E qual è?” chiedo meravigliato
“ Beh, il fatto che sia un problema psicologico e non fisico è chiaro. Adesso ad esempio era…”
“ Duro al massimo” Lei sorride
“ Diciamo di si così accontento la tua vanità maschile. Ma dicevo dell’idea che mi sono fatta. Secondo me tu non vuoi eccitarti” E’ ancora sopra di me anche se il fratellino è scivolato fuori avendo perso completamente la sua turgidità. Si toglie da quella posizione che comunque non mi dispiaceva affatto e si mette a fianco a me. Io però la guardo aggrottando la fronte
“ Ma che dici, amò. Io vorrei eccitarmi. Lo vorrei con tutto me stesso” Lei però non sembra convinta. Tutt’altro
“ E invece secondo me no. Hai quasi una specie di rifiuto per il sesso normale. Ti piace troppo farlo così e inconsciamente speri quasi di non eccitarti per far sì che poi io decida di diventare la tua padrona per poterlo fare in questo modo. Proprio come stasera” Rimango di sasso. E’ così? Oddio, non me ne rendo conto e se davvero lei dovesse aver ragione, è tutto inconscio
“ Eppure lo vorrei. Si, è vero che così mi eccito molto di più ma ti giuro che vorrei farlo anche in modo normale per dimostrarti che… Per dimostrarti quella normalità che tu ami tanto” Mi da un casto bacio sulle labbra
“ E’ proprio questo il fatto. Lo faresti soltanto per me e quindi, di conseguenza, vai incontro a grosse difficoltà
“ Mi dispiace amore. Io vorrei soddisfarti” Lei alza le spalle
“ Ma dai, chi se ne frega. Posso stare senza fare sesso per mesi, figurati se me la prendo perché non hai un’eccitazione ottimale. E poi so che se io sentissi il bisogno di fare sesso come Dio comanda mi basterebbe diventare la tua padrona e avrei tutte le soddisfazioni sessuali di cui potrei aver bisogno. La dominazione è il tuo viagra personale. A me dispiace per te, perché so quanto è importante psicologicamente per te. Però rimango della mia opinione e credo che dipenda anche dal fatto che dentro di te speri che poi, per soddisfarti e per soddisfarmi, io diventi dominante” Le accarezzo il viso
“ Non lo so. Giuro che non mi rendo conto della reale motivazione. Può darsi che sia come dici tu. Quello che mi preme è che tu sappia sempre che ti amo. Anche quando non ci riesco” Sorride
“ Lo so. Ma giuro che mi importa relativamente. Anche a me interessa che tu sappia che ti amo. Altrimenti, non avrei iniziato a fare ciò che faccio”
“ Quindi, lo fai soltanto per me” Lei mi gira il viso dalla sua parte e scoppia a ridere
“ Ma sei scemo? Ti ho appena detto che è fantastico. Quando sono dominante c’è una sensualità straordinaria. No tesò, mi fa impazzire fatto in questo modo. E’ stata la più grande scoperta della mia vita e quindi lo faccio anche per me. Soprattutto per me. Però non ti nascondo che ogni tanto una cosa… Come si dice? Vaniglia?”
“ Vanilla. Ma viene proprio dalla vaniglia che non sa né di me e né di te. Non è dispregiativo ma vuol significare che è poco gustoso. Come la vaniglia”
“ Beh, su questo non sono d’accordo. E’ diverso. C’è quella dolcezza che… Non posso nascondere che continua a piacermi. Ci sono le tenerezze, quelle cose che come padrona non si possono fare”
“ Beh dai, le tenerezze ce le facciamo dopo”
“ Si, è vero. Però sono due cose diverse e tutte e due molto belle. Però non posso negare che così… Cavolo se è più intenso. Ho avuto un orgasmo eccezionale” La guardo compiaciuto e le sorrido
“ Sono proprio fortunato” Lei ride di nuovo
“ Lo so. Io invece vorrei sapere che ho fatto di male nella mia vita per trovare uno sciroccato come te” Faccio il finto offeso
“ Ah sì? E allora dimenticati di diventare di nuovo la mia padrona. Da adesso in poi lo faccio io il padrone e tu sarai la mia schiava” Diventa di nuovo seria
“ Hai parlato pure troppo. Ricordati chi comanda. La prossima volta invece di venti frustate te ne becchi almeno 100” Sta scherzando ma quel tono mi manda in paranoia
“ Allora ti piace?” Le torna il sorriso sulla bocca
“ Mi piace. Eccome se mi piace. E lo sai benissimo. Mi piace tutto, mi fa sentire unica, irresistibile, consapevole che potrei fare qualunque cosa. C’è da perderci la testa se non si rimane coi piedi per terra”
“ E’ per questo che vuoi continuare a dividere dominazione e vita normale?”
“ Ovvio. E’ un gioco fantastico ma nella vita voglio un uomo vero al mio fianco”
“ Uno come me” Scoppia a ridere. E’ così bella quando ride. Si rimette sopra di me e mi bacia dolcemente
“ Ma sentilo. Pensa di essere l’uomo perfetto. C’hai un sacco di difetti e ci vuole la mia pazienza a sopportarli” L’accarezzo amorevolmente
“ Lo so amore. Sei tu a essere perfetta per me. Moglie e padrona. Se me l’avessero detto prima di conoscerti, avrei fatto il patto col diavolo per avere quello che ho avuto” Inizialmente non risponde e riesce soltanto a sorridere poi si toglie da sopra di me
“ Ti ricorderò questa frase quando mi fai incavolare. Dai, ora però basta. Andiamoci a lavare che abbiamo fatto l’una passata e domani ci vorrà la gru per alzarci” Lo facciamo e poi torniamo a letto. Lei ha messo il suo pigiamone triplo strato e si rannicchia dalla mia parte. Chi potrebbe dire che è la stessa donna che mi ha eccitato da impazzire con quei pantaloni aderentissimi in lattice? Sembrano due donne completamente differenti. Dopo nemmeno dieci secondi, i suoi occhi si chiudono e si addormenta. Mi giro anch’io. E’ stata una serata meravigliosa. Iniziata malino ma conclusa come meglio non avrei potuto desiderare. Una serata a luci rosse ma simile a tante altre. Prima di addormentarmi anch’io, ho tempo di chiedermi se la mia voglia di sottomissione sia il mezzo che mi conduce poi al sesso perfetto oppure se il sesso perfetto ne è una semplice conseguenza. Forse mi sento tanto Marzullo per pensare ste cose. Insomma, amerei ugualmente la sottomissione se poi non mi conducesse quasi sempre al sesso fatto in questo modo splendido? Quesito non di poco conto sul tipo se è nato prima l’uovo o la gallina. Beh, stavolta la risposta ce l’ho.
Ah, volete conoscerla? Beh, io credo che sesso e sottomissione non siano affatto due rette parallele che non si debbano mai incontrare. Questo è ciò che fanno credere chi col bdsm ci lavora e giustamente non ha nessuna intenzione di portarsi a letto chicchessia. Per me invece, sono due fattori concatenanti. Ecco perché io concepisco il femdom soltanto all’interno di un rapporto di coppia. Perché anche il femdom può essere amore. Anzi, è amore. Lo è in misura ancora maggiore quando poi il finale ti regala quella passione che ho provato stasera, un finale che ti fa amare ancora di più la persona che ci regala e si regala queste magie. Meglio smettere di pensare a ste cose. Domani, come ha detto prima mia moglie, ci vorrà la gru per tirarmi su. Le porterò il caffellatte a letto perché io esco prima di lei ma dopo il lavoro troverò un bel pranzetto preparato da lei. Si parlerà dei nostri nipotini, di altre cose che fanno parte della normale vita di coppia. Ma lei sa che non vedo l’ora di trascorrere serate come questa. E forse pure lei non aspetta altro.
E la magia si rinnoverà.
FINE
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