La gladiatrice Eoisodio 28 Ultimo episodio

di
genere
dominazione

Le mie mani hanno appena terminato di massaggiare il corpo di Sonja. L'ho
fatto per oltre mezzora e la mia eccitazione è ormai salita alle stelle.
Adoro toccare quel corpo stratosferico e mi piace indugiare su ogni parte,
anche su quelle apparentemente meno erotiche. Ma mi ha fatto cenno di fermarmi
e io le obbedisco, anche se a malincuore. E' sdraiata sul lettino e mi
afferra la mano tirandomi a sé. La stringe lievemente ma la mano comincia a
farmi un po' male. Oh, niente di eclatante. La sua è solo una stretta di
possesso, per ricordarmi che le appartengo e la cosa mi riempie di orgoglio.
Con l'altra mano cerca il mio pene, in perenne erezione quando mi trovo di
fronte a lei e quando lo trova duro sorride

" Mi piace come ti comporti dinanzi a me. O forse dovrei dire come si comporta
lui" esclama accennando alla mia parte più intima. Si mette seduta, il suo
seno durissimo è davanti ai miei occhi e non capisco più niente, come al solito. Mi tira giù la lampo del pantalone e il mio pene esce completamente mostrando la maestosita'
dell'erezione. Lo accarezza lievemente e poi toglie la mano

" Uno, due, tre, ora" E' la sua approvazione ed eiaculo al suo comando. Sono
assolutamente sottomesso ai suoi voleri di donna forte e autoritaria ma sono
sottomesso a Sonja soprattutto dal punto di vista erotico. Credo che non ci
sia cosa che non riuscirebbe a farmi fare. Come in questo caso dove le è bastato ordinarmi di venire e io non ho potuto fare a meno di eiaculare. Con un dito afferra un po' di sperma fuoriuscito in modo esplosivo e me lo metto in bocca. Succhio il tutto
e poi mi bacia. La amo. Amo mia moglie ogni giorno di più. E si, perché sei
mesi fa ho avuto l'onore e la gioia di diventare suo marito. E' trascorso un
anno e mezzo da quando il colonnello ha avuto la sventurata idea di attaccarci
e stiamo ancora insieme, alla faccia delle sue previsioni nefaste. Non mi ha
ancora ucciso e anzi, abbiamo addirittura coronato questa nostra strana storia
d'amore con il matrimonio. Oh certo, alcune cose sono cambiate e non poteva
essere altrimenti. Gli altri schiavi non esistono più, tanto per cominciare.
Joe e Jeff, gli unici due che sono rimasti vivi al termine dell'attacco di
Cartright, sono stati lasciati liberi con un bel po' di soldi. Un modo per
farli rimanere in silenzio e per permettere loro di rifarsi una vita, anche se
sono sicurissimo che sarebbero stati in silenzio anche senza la contropartita
economica. Sanno benissimo che con Sonja non si scherza e che qualunque cosa
fosse uscita dalle loro bocche, mia moglie li avrebbe uccisi senza pietà. E'
rimasto invece Alejandro. Lui vive per Sonja e senza di lei la sua vita non
avrebbe senso. La ama castamente e credo che non avrebbe nemmeno il coraggio
di toccarla. E' rimasto il suo factotum, il suo uomo di fiducia e lui è
felice solo per dormire sotto il suo stesso tetto e di esaudire ogni suo
desiderio. Non nascondo che sono geloso di questo rapporto ma per fortuna
credo che anche mia moglie lo consideri come uno schiavo particolare e non lo
vede certo con un interesse erotico. Anche per me la vita è cambiata,
ovviamente. Ho abbandonato la polizia, dicendo di essere stato rapito e poi
liberato dagli assassini di Michael e che lo stress di quella prigionia era
stato talmente elevato da consigliarmi un tipo di vita più sereno. L'hanno
bevuta. D'altronde il mio stato di servizio era irreprensibile. Quanto alle
indagini, si sono miseramente arenate. Non c'era uno straccio di prova e gli
altri corpi non sono mai stati ritrovati e mai lo saranno. Il ritrovamento del
corpo di Michael era stato fortuito e casuale, così come casuali erano state
le mie indagini. Ad ogni modo, morto il colonnello e la sua combriccola che
erano coloro che avevano i contatti con l'esterno, era quasi impossibile che
qualcuno potesse arrivare a Sonja. Lei intanto mi guarda soddisfatta

" Cosa mi consigli di indossare, Jason?"

" Qualunque cosa tu indosserai sarai meravigliosa, mia padrona" Il suo sorriso
si fa più intenso

" Portami i pantaloni di lattice e gli stivali neri"

" Ai tuoi ordini, padrona" Corro a prenderle ciò che mi ha ordinato. Sono suo
marito, è vero, ma rimango pur sempre il suo schiavo e non vedrei il mattino
seguente se mi azzardassi a disobbedirle. E poi, a prescindere dalla paura che
provo al suo cospetto, adoro servirla. E pensare che fino a prima di
incontrarla ero l'esatto contrario e amavo prendere il predominio con le
donne. Ma Sonja è diversa. Con lei è inimmaginabile un rapporto normale. Non
ci sono alternative e si deve fare tutto quello che lei dice e la cosa può
anche essere estremamente piacevole in quanto il premio per me è stare accanto a colei che reputo la donna più eccitante del mondo. L'aiuto a indossare i pantaloni di
lattice e gli stivali con il consueto tacco altissimo e a spillo, quasi una
divisa d'ordinanza in queste occasioni. Poi si alza e stavolta è lei a
cercare tra le sue cose. Sceglie un top nero con le stringhe e devo
allacciarglielo dietro. Oh mio Dio che meraviglia. Il top riesce a malapena a
coprirle i capezzoli e buona parte del suo seno fuoriesce. Tale visione mi fa
avere una nuova erezione. L'ho detto e sono costretto a ripetermi. Non riesco
a resistere alla bellezza di mia moglie. Va davanti allo specchio e si trucca
con cura e quando termina viene di fronte a me

" Allora Jason, che ne dici?"

" Che sei meravigliosa, padrona, Cos'altro potrei dirti?" Un nuovo sorriso. I
miei complimenti che tanto la infastidivano all'inizio della nostra conoscenza
sono diventati un cibo di cui lei si nutre costantemente e io non glie li
lesino. Adoro dirle quanto la trovi irresistibile e non faccio alcuna fatica
perché e' esattamente ciò che penso. Lei infatti accetta con piacere

" Bene, ne sono felice"

" Ohhhh anch'io ne sono felice, mia padrona e credo che lo saranno anche gli
spettatori. Stasera, dovremo ripulire una tonnellata di sperma" Stavolta il
sorriso si trasforma in una sonora risata

" Non mi dire che sei geloso"

" E' una gelosia strana, mia padrona. So che tu sei libera di fare ciò che
vuoi ma ti amo e la gelosia è la logica conseguenza. Permettimi di esserlo almeno un po'"

" Permesso accordato" Mi afferra da dietro la nuca e sensualmente mi avvicina
a se. La sua lingua scivola sulla mia bocca e il mio respiro diventa
affannoso

" Ho una voglia tremenda, mia padrona"

" Lo sento, ma credo che tu debba aspettare stanotte. E anch'io ho voglia. Ho
voglia di fottere il mio debole maritino, di farti male fino a farti urlare
dal dolore e guai a te se poi non mi soddisferai. Ora adorami come devi
adorare una padrona" Chino il capo e mi inginocchio ai suoi piedi. Glie li
bacio con trasporto. So che lei adora che io lo faccia ed accetto di buon
grado. Si, stanotte mi fotterà con il suo dildo e so già che mi farà molto
male ma so anche, pur se lei non lo dira' mai, che avrà anche momenti teneri
nei miei confronti. E' il suo modo particolare di amarmi. Perché lei è fatta
così e non potrà mai cambiare del tutto. Mi guarda e mi fa cenno di
rialzarmi

" Andiamo Jason, diamo ai senatori la loro eccitazione. Ah, a proposito,
com'è il mio avversario?"

" Un morto che cammina, mia padrona. E' forte, e' abile, un gran lottatore ma
è destinato a soccombere contro la donna più forte del mondo. Anzi, contro l'essere umano più potente del mondo" E si. L'arena della morte e' tornata attiva. Dopo circa un mese dalla spaventosa ecatombe nella villa di Sonja, un uomo ci contattò. Era stato mandato dai famigerati senatori per chiedere a Sonja, dietro compensi altissimi, di continuare i suoi combattimenti, per la gioia di quegli uomini che lui rappresentava e per la loro voglia di veder sgorgare sangue. Sonja ci pensò su. La mia presenza,
l'affetto che cominciava a nutrire per me, le consigliavano di non
ricominciare con quella vita. Ma lei e' fatta così. Ha bisogno di scendere
nell'arena, di lottare, umiliare, sottomettere e infine uccidere degli
uomini. Cambiare per lei sarebbe impossibile. Il colonnello l'ha fatta
diventare così e lei deve sfogare questo istinto che è simile a quello di
sopravvivenza che hanno gli animali. Ed ha accettato. Doveva accettare. E
siccome lei non può cambiare, l'ho dovuto fare io. Ho tradito i miei istinti
di giustizia e insieme ad Alejandro giriamo per gli Stati Uniti alla ricerca
di lottatori con determinate caratteristiche che hanno la volontà e il
coraggio di scendere nell'arena e lottare contro la gladiatrice. Certo,
nessuno di loro conosce le potenzialità di mia moglie, nessuno di loro sa che
combattere contro di lei equivale a morte certa. Si perché adesso le regole
sono leggermente cambiate. Non c'e' più vita o morte ma soltanto lotta fino
all'ultimo respiro e chi accetta sa che il rischio è la morte. Rischio che
diventa certezza considerando che l'avversario è Sonja, l'imbattibile Sonja.

E già, ho tradito il mio senso di giustizia e sono diventato un complice di
una delle più feroci assassine che la storia moderna conosca. Ma non me ne
pento. L'ho fatto per amore, per stare accanto a lei e se ho tradito quel
senso di giustizia che consideravo innato dentro di me, mai e poi mai tradirò
lei. Mi sottometterò ai suoi voleri come ho fatto fino ad adesso perché non
posso rischiare di perderla e accetterò passivamente tutto ciò che lei mi
ordinerà e mi farà, sapendo però che sono l'unico al mondo capace di far
diventare il suo cuore, solitamente di pietra, in grado di pulsare per un
sentimento nobile come l'amore.

Sonja e' giunta ormai al termine del piccolo passaggio che porta all'arena.
Sentiamo le solite urla registrate che accompagnano il suo ingresso nell'arena
e vedo il suo avversario. Lo conosco, l'ho reclutato io stesso ed apre la bocca in
segno di stupore quando vede la sua bellissima avversaria. Sono gesti che si
ripresentano ogni volta e so che quello stupore si amplierà man mano che lei
dimostrerà la sua eccezionale potenza, fino a diventare prima sbigottimento
totale, paura ed infine terrore puro quando lei, mia moglie, lo umilierà
dinanzi ai cento senatori che ora si apprestano a godersi lo spettacolo. La
mia padrona alza il braccio per salutare la folla poi si gira e mi afferra per
la nuca baciandomi voluttuosamente

" Preparati. Appena finisco con questo, sarai mio"

" Come sempre, mia padrona. Sono tuo e sarò tuo fino a che vorrai" Sento
Alejandro con il suo inconfondibile accento texano che presenta i contendenti
e lei mi saluta per mettersi al centro dell'arena. Il suo sfidante non sa dove
guardarla. Sul seno oppure osservarle lo splendido sedere delineato
perfettamente dai pantaloni di lattice aderentissimi oppure ancora il bel viso
contornato come al solito dal caschetto di capelli biondi. Quel che è sicuro
è che il viso di mia moglie sarà l'ultima cosa che lui vedrà quando lei lo
ucciderà dopo avergli fatto soffrire tutte le pene che un uomo può riuscire
a sopportare. Ecco, adesso lo stesso Alejandro sta per dare il via e io mi
appresto a vedere quello spettacolo cruento degno dell'antica Roma. L'arena è
il suo Colosseo ma il gladio è sostituito da armi ancora più pericolose: le
sue mani e i suoi piedi. La folla applaude i due contendenti, ma al termine
dell'incontro rimarraà solo lei a prendere gli applausi. Perché è lei
l'eroina, è lei la protagonista assoluta. Lei, Sonja, l'imbattuta e imbattibile Sonja, la gladiatrice.

FINE

Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-05-06
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