Il tradimento di Nicole

di
genere
corna

L’estate stava trascorrendo tranquilla, fra le giornate passate fra chiacchiere e mare e le solite feste in spiaggia, con quella che consideravamo da anni la compagnia di St. Marion. Con mio marito Gillian avevamo preso una piccola casa quando i prezzi non erano ancora saliti alle stelle, e ora ci godevamo la nostra proprietà da VIP ad ogni occasione, partendo proprio dalle settimane centrali di agosto quando entrambi eravamo in ferie.
Quell’anno però c’era una novità, i nostri vicini infatti avevano venduto la loro villetta a uno strano tipo di nome Brett, che di fatto l’aveva trasformata nella sua prima casa, dato che ci viveva tutto l’anno. Non che St. Marion fosse d’inverno un brutto posto, anzi era piacevole passarci il fine settimana se non altro per togliersi dal freddo della città, ma la vita era tutto tranne che movimentata.
Quello che nessuno sapeva è cosa facesse Brett per vivere, perché se era vero che lo si vedeva spesso con un notebook, lo era altrettanto che quando gli si chiedeva qualcosa sul suo lavoro, rimaneva sempre molto vago parlando d’informatica nel modo più vago possibile. Era invece piuttosto evidente che gli piacessero le donne, e poco importava se fossero già sposate, anzi sembrava quasi che le mogli fossero le sue prede preferite, e che ben più di una fosse finita nel suo letto. Così com’era evidente che avesse un suo fascino, un po’ da bello e dannato ma con caratteristiche tutte sue, iniziando da due occhi azzurri tanto chiari da sembrare quasi bianchi, e un fisico non affatto muscoloso, ma non per questo non atletico.
Anche se la fedeltà reciproca non era una delle fondamenta del mio matrimonio, non avevo mai avuta alcuna intenzione di finire nelle conquiste di Brett, cerandolo quasi di evitare proprio per non subire la sua corte, e lasciando il mio posto a chi gradiva quel genere di attenzioni.
Da parte sua c’erano state alcune avance ma nulla di che, insomma aveva tastato il terreno ma senza impegnarsi più di tanto, preferendo dedicarsi in primis a Rhonda, la moglie di un ricco broker di Wall Street che non si sa se avesse più soldi o più corna.
Un sabato sera fu proprio Rhonda a dare una piccola festa, piccola nel senso che c’erano meno di cento persone, e come d’abitudine gli alcolici girarono a fiumi. Mio marito ed altri finirono ben presto Ko, ma non gli diedi alcuna importanza mentre mi recavo in bagno. All’uscita trovai Brett che quasi m’aspettava, ed a differenza di altre volte, il suo modo di fare fu subito molto diretto e sfacciato.
“Visto che tuo marito è bello che andato, che ne dici di lasciare la tua aria da signora perbene e venire a letto con me ?” mi disse spingendomi contro un muro “o vuoi dirmi che sei davvero la santa che vuoi far credere in giro.”
“Brett non è che hai bevuto un po’ troppo anche tu ?” gli domandai senza però cercare in alcun modo di divincolarmi da lui.
“Senti un po’ il mio alito.” mi rispose chiudendomi la bocca con la sua.
La sua lingua divenne subito una saetta, ma soprattutto le mani mi scoprirono in un attimo il seno per poi palparlo con voga e delicatezza allo stesso tempo, lasciandomi stupita di come potesse essere forte e delicato allo stesso tempo. Lo lasciai fare anche perché era non poco piacevole subire quelle attenzioni, e solo quando provò ad alzarmi il vestito reagii in modo brusco.
“No, non voglio, gli dissi spingendolo via e rimettendomi a posto l’abito “E vedi di non provarci più altrimenti lo dico a mio marito.”
“Vai pure tanto domani sarai da me a pregarmi di scoparti, solo che a quel punto vorrò anche il tuo bel culo.” mi rispose tornando alla festa come se non fosse successo nulla.
Rientrai in bagno per controllare d’essere presentabile, e non avendo nulla da mettere a posto tornai anch’io alla festa, ma solo per mettermi sottobraccio mio marito e rientrare a piedi a casa.
Gillian riuscì a malapena a buttarsi sul letto, prima di sprofondare in un sonno profondo, mentre io rimasi a lungo sveglia ripensando non solo al bacio di Brett, ma anche a quello che m’aveva detto, come se già sapesse che prima o poi sarei andata a letto con lui.

“Amore ti spiace se vado a pescare con gli amici ?” mi chiese mio marito l’indomani raggiungendomi in cucina dove stavo facendo colazione “Frank ha trovato una buona barca d’occasione e vorrebbe battezzarla oggi stesso.”
Se m’avesse detto vado a puttane con Frank e qualcun altro sarebbe stato meglio, anche perché ben sapevo che la pesca era la loro copertura, e che prima di arrivare a casa si fermavano in una pescheria per non tornare a mani vuote.
“Certo almeno domani si mangia pesce fresco.” gli risposi facendo finta di nulla “vorrà dire che passerò la giornata in spiaggia a leggere, o magari facendo un po’ di shopping on-line.”
Lo vidi andar via mentre indossavo il mio costume preferito, uno intero tutto rosso che non solo era molto scollato, ma che lasciava le natiche quasi nude. Indossai anche una gonna molto corta giusto per poter poi andare al bar, casomai ne avessi avuto voglia, e mi recai col mio borsone in spiaggia. Feci però giusto in tempo a lasciare la borsa sulla sabbia, che suonò il cellulare, e pur essendo un numero sconosciuto decisi di rispondere.
“Ciao Nicole, tutta sola soletta in spiaggia ?”
“Ma chi parla ?” domandai stizzita.
“Sono Brett e volevo chiederti se puoi passare da me, sai volevo chiederti scusa per ieri sera offrendoti da bere.”
Avrei voluto mandarlo a quel paese, ma poi l’idea di mio marito insieme a un’altra mi fece cambiare idea, e pur non sapendo come mi sarei comportata in casa di chi aveva l’unico scopo di portarmi a letto, ripresi la borsa e mi diressi verso la casa del mio vicino.
“Entra e per piacere chiudi la porta, sono in sala la porta alla tua destra” sentii non appena entrai da Brett
Feci quanto mi aveva chiesto per poi arrivare nella sua sala, che era come avvolta nella penombra, ma dove vedevo chiaramente la sua figura, così com’era chiara la tromba di Miles Davis in sottofondo.
“Benvenuta nella mia umile dimora.” mi disse con un gran sorriso “Accetti la mia bevanda della pace ? In realtà si tratta solo di un Bellini, ma è tutto quello che posso preparare avendo il frigo tanto vuoto da mettere tristezza.”
Accettai in bicchiere dopo aver lasciato la borsa su un tavolinetto, per ritrovarmi Brett fin troppo vicino.
“Posso chiedere dov’è tuo marito facendo finta di non saperlo ?” mi chiese toccandomi con un dito la spalla.
“Se lo sai perché lo chiedi ?” risposi ben sapendo dove voleva andare a parare “Ma soprattutto davvero vuoi parlare di Gillian ?”
“Per come la vedo io è inutile tenere i bicchieri in mano. Quindi perché non me lo dai e la finiamo con questa scenetta da ragazzini alle prime armi.”
“E quale sarebbero le tue intenzioni ?” gli chiesi con voce sensuale dandogli il mio bicchiere.
Brett poggiò entrambi i bicchieri vicino alla mia borsa, poi senza dire nulla mi strinse a sé per darmi un lungo bacio sulla bocca che sciolse ogni mio dubbio su cosa fare con lui.
Lui s’abbassò solo il tempo per far cadere a terra la mia gonna e mettermi le mani sul sedere, prima di tornare in piedi e riprendermi a baciarmi con ancora più passione di prima. Tutto quel calore che non provavo da tempo mi sciolse come neve al sole, e quasi senza accorgermene lo seguii nella sua camera, dove mi ritrovai nuda con lui che continuava a baciarmi senza sosta.
“Lo sai che hai il culo più bello di St, Marion.” mi sussurrò all’orecchio.
“Dici ?” gli risposi mettendomi carponi sul bordo del letto “Se ti piace così tanto dagli almeno un bacetto no ?”
Brett iniziò a passare la lingua da poco sopra l’inizio dello spacco sino a due dita oltre il buchetto, facendomi bagnare come una fontana, tenendomi sempre ben aperte le natiche, quasi a sottolineare che erano un suo possesso. Sentii la voglia di sesso salirmi dentro in modo irrefrenabile, ma allo stesso tempo era fin troppo piacevole rimanere li ferma a ricevere le sue dolci attenzioni.
“Che ne dici di dedicarti un po’ a lui ?” mi disse Brett calandosi pantaloni e boxer, e mettendo in mostra una gran bella mazza neppure troppo floscia.
“Sdraiati e poi ne parliamo.” gli risposi mettendomi in ginocchio quasi al bordo del letto.
Non appena lui si fu sdraiato m’accucciai fra le sue gambe, e dopo avergli preso con la mano la base del pene, iniziai a succhiargli la cappella guardandolo fisso negli occhi. Lo sentivo in mio potere mentre quasi si contorceva per il piacere che gli stavo dando, certa che non avrebbe detto nulla se non avessi smesso. La mia voglia di lui era però superiore a qualsiasi desiderio di dominazione, così senza dirgli nulla, gli scivolai sopra, sino a poter infilarmi dentro la passera la sua grossa mazza.
“Mio Dio ma questa è proprio voglia di cazzo !” mi disse con un mezzo sorriso “Tanto lo sai che non ti basterà darmi la fica.”
“Sì ma adesso fammi godere come voglio io.” gli risposi iniziando a cavalcarlo come un’amazzone,
Quello che Brett non poteva sapere è che gli ultimi rapporti con mio marito non erano stati memorabili, e che anzi un paio di volte avevo simulato l’orgasmo per non ferirlo, Tutto ciò aveva creato una voglia irrefrenabile di sesso che era esplosa non appena mi aveva baciata, come se quel semplice contatto fra le labbra avesse acceso l’interruttore della mia lussuria.
Mi sentivo finalmente libera di godere, e non m’importava nulla se quel piacere lo dovevo pagare non tanto con l’essere infedele a mio marito, quando col dare il culo a quello che in fondo era un mezzo sconosciuto.
Una volta smaltiti i miei bollori presi la mazza di Brett ben ricoperta dai miei umori, e senza esitazione la portai dritta all’imboccatura della porta del vero peccato, per farla entrare usando quasi esclusivamente la forza del mio peso.
“Lo sapevo che avevi il culo che è una favola.” mi disse il mio momentaneo amante poggiandomi le mani sulle natiche “E sapevo anche che ti piace metterci dentro un bel cazzo come il mio.”
“Certo che mi piacciono i bei cazzi, infatti ne ho sposato uno.” gli risposi pur sapendo che in quel momento molto probabilmente Gillian era in qualche locale di lap dance a mettere banconote da un dollaro dentro gli slip delle ballerine.
Senza far uscire la nerchia dal retto, Brett mi girò come una frittata facendomi finire a pancia all’aria, poi prese le mie caviglie ed iniziò a spingere come un pazzo.
Al principio tutta quell’irruenza mi provocò un po’ di dolore, ma fu un fastidio passeggero prima che si spalancassero le porte del piacere. Quasi non mi bastasse il godimento che mi stava dando Brett, presi a masturbarmi con sempre più dita, sino a ritrovarmene tre nella passera.
“Tuo marito avrà anche un gran cazzo, ma quant’è che non ti scopa.” quasi mi urlò in faccia, mentre mi sbatteva senza darmi un attimo di respiro “Qui di cazzi ce ne vorrebbero almeno un paio per come sei arrapata.”
“Che ti frega del sesso con mio marito.” gli risposi quasi stizzita “Quindi fai il tuo sporco lavoro e scopami come si deve.”
Come aveva fatto poco prima, Brett mi fece girare un’altra volta, ma facendomi ritrovare carponi al centro del letto. Se prima era stato irruento, una volta che mi ebbe sodomizzata fu una vera e propria furia, affondando la sua nerchia nel mio retto come se non ci fosse un domani, e dandomi anche qualche sonoro ceffone sulle natiche.
Trattata come la peggiore delle puttane non solo non dissi nulla, ma non trattenevo in alcun modo il piacere che stavo provando, e così ripresi a masturbarmi come se tutto quello che mi stava facendo non fosse ancora abbastanza.
“Sei la più grossa troia che mi sia scopato qui.” mi disse come se quello fosse un complimento “E so già che tornerai a fare la puttana perché in fondo è quello che sei.”
“Sì, mi piace il cazzo e quindi ? A te piace la fica così siamo pari, però adesso fammi godere perché è quello che voglio punto e basta.”
Più lui mi fotteva con forza e brutalità, più io lo incitavo ad andare ancora più velocemente, avendo oramai unito dolore nel piacere e non volendo altro che godere.
Brett continuò a fottermi senza mai abbassare il ritmo, facendomi avere un orgasmo così sconvolgente, che quasi non m’accorsi di quello che accadde dopo, quando anche lui prossimo al picco del piacere, si mise davanti a me per venirmi in faccia.
Il suo seme m’arrivò dritto sulla bocca e sul mento, e nonostante fossi stremata e poco amassi il sapore dello sperma, lo leccai con avidità, come se fosse l’unica sostanza liquida sulla terra.
Guardai l’orologio per accorgermi che non erano neanche le undici, e che Brett non aveva alcuna intenzione di lasciarmi andare via.
“Non mi dire che vuoi scappare via.” mi sussurrò in un orecchio poggiandomi una mano sul seno “Non è neppure ora di pranzo e tuo marito tornerà giusto per cena.”
“Lo so, però se vuoi il bis che sia civile, tanto quello che volevi l’hai ottenuto.” gli risposi avendo anch’io ancora voglia di lui.
Brett mi strinse a sé per poi baciarmi con insolita dolcezza, ma poi come si può chiedere a uno stallone di andare come un ronzino.


Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2024-06-05
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