La Crocifissione

di
genere
dominazione

Conobbi Alessandro in un bar della mia città. Iniziammo a parlare del più e del meno quando arrivammo a scoprire un nostro comune interesse, il BDSM. Alessandro mi disse che sarebbe stato contento a ospitarmi a casa sua. Aveva un casale fuori città abbastanza isolato.
Fui d'accordo e così decidemmo di andare subito, anche perché era venerdì pomeriggio e sino a lunedì entrambi eravamo liberi. Dopo qualche ora partimmo e, dopo un paio d’ore arrivammo a destinazione. Era una costruzione antica e isolata. Parcheggiata l’auto in un grande spiazzo in terra battuta, scendemmo.
Entrammo e Alex mi fece sistemare. Mi liberai dei vestiti e feci una doccia.
Mi presentai da lui con indosso l’unico asciugamano piccolo che trovai e che mi coprivano le parti intime.
Finalmente ti ho!” disse mentre si alzava. Mi tastò il torace, la schiena si soffermò sui miei bicipiti.
“Sembri una statua greca!” disse.
Con decisione mi tolse l’asciugamano e rimasi completamente nudo davanti a lui. Mi fece mettere le braccia dietro la schiena e chiuse i polsi con robuste manette.
“Ora è tardi per i ripensamenti, inginocchiati, schiavo!”.
“Come sovviene a ogni schiavo indisciplinato, subirai il supplizio della crocefissione”.
Mi bloccò il collo con un collare di ferro e attaccata una catena, mi strattonò fuori. Attraverso una porta che dava all’esterno, uscimmo. Davanti a noi c’era una distesa di terra isolata. Mi fece camminare per alcuni metri, completamente nudo strattonandomi. Arrivati a uno spiazzo, c’era una croce per terra.
“Adesso ti libero le braccia, ma sappi se osi ribellarti non avrò alcuna pietà!”
Non ebbi il coraggio di fare nulla. In quella situazione mi ero messo da solo, ma mi conquistava enormemente subire quella situazione.
Mi sdraiai sul palo della croce, appoggiai la testa sul legno duro e i piedi sovrapposti su un sostegno. Delle corde mi passarono intorno ai bicipiti e alle braccia, i polsi furono bloccati da robusti lacci di cuoio. Con le braccia ormai bloccate mi afferrò i piedi e tirò le gambe verso il basso, anche lì un ceppo bloccò le mie caviglie. Ero crocefisso!
“È giunto il momento di issarti”, disse Alex mentre attaccò dei catenacci ai lati della croce collegati a un argano. La croce si mosse, si stava issando lentamente. Una prima tremenda fitta di dolore mi prese le articolazioni, dalle spalle, poi alle mani e il mio corpo cominciò a tremare. Iniziai a guardarmi intorno, ero a circa un metro da terra.
Uno scossone violento alla mia croce mi provocò un dolore violento a tutto il corpo dalle mani ai piedi. La croce si dispose in una buca del terreno rimanendo perpendicolare.
Era difficile dare una descrizione di ciò che provavo in quel momento. So di aver urlato per un istante ero inondato di sudore. Poi la calma, un nuovo adattamento al dolore. Un dolore continuo su tutto il corpo.
Il mio corpo tonico e muscoloso faceva risaltare la tensione della crocefissione. Guardai il mio corpo, cercai di allentare la tensione con tutte le forze, che mi teneva a braccia aperte, ma era inutile. Lo spasmo era forte e maggiormente concentrato alle articolazioni. Mi lamentavo.
“Zitto schiavo!” e parti un colpo di frusta che colpì in pieno il mio addome.
La muscolatura non faceva altro che peggiorare il supplizio. I muscoli erano tesi e questo peggiorava il dolore. Dopo circa un’ora Alex mi frustò sul petto per rendermi difficile il respiro.
“Ora ti lascio aspetto che la croce completa il lavoro”.
Rimasi crocefisso non so per quanto tempo prima che mi tirasse giù.
Non so come, mi svegliai dentro una cella buia, appena illuminata da una luce fioca che proveniva da una piccola grata posta sulla porta.
Avevo alle caviglie e ai polsi dei robusti ceppi d’acciaio e al collo un collare con una catena che mi teneva unito ad un altro ragazzo. Anche lui con un fisico statuario con muscoli ben evidenziati e tonici.
Ormai ero diventato uno schiavo!
scritto il
2024-06-12
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