I pantaloncini rossi

di
genere
tradimenti

L'avevamo programmata bene la passeggiata per la domenica mattina io ed Elsa mia moglie. Bellissima giornata, pantaloncini, maglietta e scarpe da tennis e via sulla spiaggia. Nel percorso di andata non si sente la fatica, si cammina mano nella mano
con destinazione ignota. Non avevamo nulla addosso neanche un euro, solo il minimo di indumenti, l'improvvisazione era il nostro forte, il rischio a volte calcolato, altre no come quella volta che abbiamo percorso 300 km in treno tra andata e ritorno con lei in minigonna senza mutandine, eravamo andati ad accompagnare il fratello alla stazione.
Avevamo percorso oltre 10 km siamo arrivati sulla spiaggia che già conoscevamo, pietre
a volontà, impossibile camminare senza scarpe per questo poco frequentata. All'inizio
della zona non si vedeva anima viva, Elsa ha tolto la maglietta restando a seni nudi, io l'avevo tolta poco prima. Dopo qualche centinaio di metri c'è il relitto di una barca ci siamo seduti, ho tolto le scarpette, sono entrato in acqua, deliziosamente
tiepida -Facciamo il bagno?- Senza neanche rispondere ha tolto scarpette e calzoncini, siamo entrati in acqua. Eravamo meravigliati dalla temperatura, sembrava agosto. Abbiamo iniziato a buttarci l'acqua addosso, qualche bracciata, si stava benissimo, nessuna voglia di uscire. Con l'acqua che ci copriva appena le parti basse, ci siamo messi a camminare. Siamo stati oltre un'ora, non avevamo orologi ne telefonino lasciati volutamente a casa. Siamo usciti, porca miseria non c'erano più le divise, neanche le scarpette, avevano rubato tutto. Uno sconforto immaginabile, nessuno in vista a cui chiedere aiuto, non pensavo ad un furto, forse uno scherzo di cattivo gusto. Da lontano vediamo una sagoma, data la distanza non si riusciva a distinguere chi fosse, come si avvicinava sempre più nitida la figura, era un ragazzo con dei pantaloncini rossi, a petto nudo, era di carnagione scura ma non era un nero. Quando si è avvicinato abbiamo notato che era bellissimo, ci dirà poi che veniva dall'India, con un italiano stentato, ci ha detto che stava raggiungendo un amico. Con grande difficoltà a farmi capire gli ho spiegato quello che ci era successo, rideva di gusto sul nostro dramma, la sua dentatura bianchissima le sue labbra marcate attiravano gli occhi. Mi sono prostrato al punto di chiedere i suoi pantaloncini rossi in modo che potessi mettermi alla ricerca delle nostre divise. Si è tolto i pantaloncini mostrando un cazzo bellissimo, appena eccitato, una lunghezza abbondante, una circonferenza maestosa Elsa l'ha preso per mano trascinandolo in acqua. Non mi sono preoccupato di altro, con i pantaloncini rossi cercavo i nostri vestiti. Sempre più ansimante giravo tra le siepi con la speranza di trovarli, non so quando tempo è passato, sicuramente oltre un'ora, li ho trovati nascosti dietro una enorme pianta di malva, per fortuna ho intravisto la punta di una scarpa bianca. Festante sono tornato dove era Elsa con l'indiano, non li vedevo, in acqua non c'erano. Ho sentito un gemito provenire da dietro la barca, lo dovevo immaginare lui disteso sulle pietra, Elsa sopra di lui, scopavano forsennatamente. Meritava gratitudine l'indiano, non li ho disturbati, uno spettacolo gradevolissimo vederli scopare. Quando Elsa si è sollevata dal suo corpo fiotti di sborra sgorgavano dalla figa scendendo verso le gambe. Si è inginocchiata a terra ha preso in bocca quel cazzo ripulendolo completamente con la bocca. Gli ho restituito i pantaloncini, se li è rimessi sventolando il cazzo verso Elsa, ci ha salutato ed è sparito tra le siepi. Non ho creduto che cercasse l'amico, forse cercava una figa come infatti è successo. Siamo entrati in acqua io ed Elsa per lavarci, ci siamo rimessi le divise prendendo la via del ritorno. Non ha fatto altro che magnificare le potenzialità sessuali del ragazzo -Scopava da dio, quel cazzo non lo dimenticherò mai, non so quante volte ho goduto, ora ho bisogno di un letto con te vicino, voglio proseguire questa meravigliosa giornata.
scritto il
2024-06-24
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