La verifica di Gloria.
di
bigamor
genere
incesti
Gloria vieni con me dalla nonna?- -No mamma domani ho la verifica , devo capire i piani cartesiani- Il dialogo tra mamma e figlia prima che Norma andasse via. Stavo assaporando quella fase di riposo della domenica pomeriggio, un giornale poco interessante, poco male stavo rilassandomi sul divano, ero in pantaloncini corti e maglietta, non portavo neanche le mutande.
Insomma un modo di preparare la giornata successiva. Gloria nella sua cameretta, parlava di piani cartesiani, speriamo non venga a chiedermi. Come se l’avessi chiamata -Papi vieni, ho bisogno di aiuto- Sembravo incollato sulla poltrona, una forza ultraterrena per alzarmi. -Cosa vuoi Gloria- -Papi domani ho una verifica sui piani cartesiani, finora non ci ho capito nulla, mi aiuti- Sono andato in cameretta, stava rovistando sulla libreria, mi sono seduto sulla sedia della scrivania. -Papi guarda, ho preso degli appunti ma non riesco a collegarli- -Tranquilla amore però domani non sarò con te a scuola, non potrò aiutarti quindi devi apprendere bene altrimenti ti becchi un tre- C’era uno sgabello vicino alla finestra, pensavo lo prendesse, non è stato così,
si è seduta sulle mie gambe. Mi si è gelato il sangue, lei indossava una vecchia maglietta della mamma che le copriva appena il culo, ero senza mutande. -Gloria prendi lo sgabello, stiamo più comodi- -Papi sto più comoda sulle tue gambe- Si sono accumulati tutti i pensieri relativi alle tragedie, pregavo che il cazzo restasse calmo
tra le mie gambe in modo che non si accorgesse, per qualche minuto tutto bene, quando ha iniziato a fare dei piccoli movimenti col culo, è stata notte fonda. Forse il contatto delle gambe nude è stata la causa scatenante, un modesto movimento del cazzo, che prendeva posizione, lei l’ha subito avvertito, cercava di sistemarsi, cercava la posizione migliore per sentirlo, stavo sudando, l’ultimo tentativo -Amore prendi lo sgabello- non ha neanche risposto.
Parlavo di piani cartesiani, facevo degli schizzi su un foglio. Era entrata in un altra dimensione. Prima mi dava le spalle, è scesa si è girata, il cazzo durissimo, alla massima erezione, respirava forte.
Avrei dovuto alzarmi e fuggire, non ci riuscivo, ero incollato sulla sedia, rassegnato al peggio, ha cambiato posizione, si è girata, ora aveva il volto sul mio petto, le ho baciato la testa -Tesoro di papà cosa stiamo facendo?- Ha messo l’indice sul naso per farmi stare zitto, si muoveva come se l’avesse dentro la figa quel maledetto cazzo, -, non riusciva a stare ferma, era un continuo sfregare, ancora papi, ancora, ancora,
ancoraaaa. Si è accasciata sul mio petto. Ho faticato ad alzarmi, l’ho presa delicatamente. L’ho posata sul letto, aveva gli occhi chiusi ed una piccola macchia sulle mutandine. Sono andato in bagno di corsa, mi sono masturbato con violenza. Nella mia mente c’era solo nebbia, ho messo le mutande, mai più senza, sono tornato nella sua cameretta, l’ho baciata sulla testa, ha aperto gli occhi -Papi resta un segreto tra noi, è stato bellissimo- Ho ripreso le mie funzioni normali, l’ho invitata ad alzarsi, i piani cartesiani ci aspettavano, lei si è seduta sulla sedia, io sullo sgabello, dopo poco è rientrata Norma -Eccoli gli studiosi- La vita è ripresa normalmente, però avevo un buco nello stomaco, dopo qualche giorno, l’insegnante ha dato l’esito della verifica. Sono tornato dal lavoro, ha atteso che Norma pensasse alla cucina, mi ha raggiunto sul divano, mi ha dato un bacio sulle labbra -Grazie papi ho preso otto e mezzo alla verifica, dovrai aiutarmi altre volte-
Insomma un modo di preparare la giornata successiva. Gloria nella sua cameretta, parlava di piani cartesiani, speriamo non venga a chiedermi. Come se l’avessi chiamata -Papi vieni, ho bisogno di aiuto- Sembravo incollato sulla poltrona, una forza ultraterrena per alzarmi. -Cosa vuoi Gloria- -Papi domani ho una verifica sui piani cartesiani, finora non ci ho capito nulla, mi aiuti- Sono andato in cameretta, stava rovistando sulla libreria, mi sono seduto sulla sedia della scrivania. -Papi guarda, ho preso degli appunti ma non riesco a collegarli- -Tranquilla amore però domani non sarò con te a scuola, non potrò aiutarti quindi devi apprendere bene altrimenti ti becchi un tre- C’era uno sgabello vicino alla finestra, pensavo lo prendesse, non è stato così,
si è seduta sulle mie gambe. Mi si è gelato il sangue, lei indossava una vecchia maglietta della mamma che le copriva appena il culo, ero senza mutande. -Gloria prendi lo sgabello, stiamo più comodi- -Papi sto più comoda sulle tue gambe- Si sono accumulati tutti i pensieri relativi alle tragedie, pregavo che il cazzo restasse calmo
tra le mie gambe in modo che non si accorgesse, per qualche minuto tutto bene, quando ha iniziato a fare dei piccoli movimenti col culo, è stata notte fonda. Forse il contatto delle gambe nude è stata la causa scatenante, un modesto movimento del cazzo, che prendeva posizione, lei l’ha subito avvertito, cercava di sistemarsi, cercava la posizione migliore per sentirlo, stavo sudando, l’ultimo tentativo -Amore prendi lo sgabello- non ha neanche risposto.
Parlavo di piani cartesiani, facevo degli schizzi su un foglio. Era entrata in un altra dimensione. Prima mi dava le spalle, è scesa si è girata, il cazzo durissimo, alla massima erezione, respirava forte.
Avrei dovuto alzarmi e fuggire, non ci riuscivo, ero incollato sulla sedia, rassegnato al peggio, ha cambiato posizione, si è girata, ora aveva il volto sul mio petto, le ho baciato la testa -Tesoro di papà cosa stiamo facendo?- Ha messo l’indice sul naso per farmi stare zitto, si muoveva come se l’avesse dentro la figa quel maledetto cazzo, -, non riusciva a stare ferma, era un continuo sfregare, ancora papi, ancora, ancora,
ancoraaaa. Si è accasciata sul mio petto. Ho faticato ad alzarmi, l’ho presa delicatamente. L’ho posata sul letto, aveva gli occhi chiusi ed una piccola macchia sulle mutandine. Sono andato in bagno di corsa, mi sono masturbato con violenza. Nella mia mente c’era solo nebbia, ho messo le mutande, mai più senza, sono tornato nella sua cameretta, l’ho baciata sulla testa, ha aperto gli occhi -Papi resta un segreto tra noi, è stato bellissimo- Ho ripreso le mie funzioni normali, l’ho invitata ad alzarsi, i piani cartesiani ci aspettavano, lei si è seduta sulla sedia, io sullo sgabello, dopo poco è rientrata Norma -Eccoli gli studiosi- La vita è ripresa normalmente, però avevo un buco nello stomaco, dopo qualche giorno, l’insegnante ha dato l’esito della verifica. Sono tornato dal lavoro, ha atteso che Norma pensasse alla cucina, mi ha raggiunto sul divano, mi ha dato un bacio sulle labbra -Grazie papi ho preso otto e mezzo alla verifica, dovrai aiutarmi altre volte-
1
4
voti
voti
valutazione
7
7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La sorella di mamma.racconto sucessivo
Diagnosi errata
Commenti dei lettori al racconto erotico