Una notte in treno

di
genere
comici

UNA NOTTE IN TRENO

Arrivai tardi quel giorno alla stazione. Il treno era piuttosto gremito e riuscii a stento a trovare un  posto libero. Avevo da viaggiare però molto a lungo e prima o dopo avrei trovato posto vicino al finestrino per dormire meglio. Altrimenti pazienza, mi sarei rifatto domani.

Avevo per fortuna mangiato bene e bevuto altrettanto. D'altronde di solito io in treno dormivo sempre profondamente. Mi guardai attorno e i miei occhi si soffermarono su una ragazza seduta sul sedile di fronte vicino al finestrino. Mi piacque subito, bionda coi capelli tagliati corti, non alta e snella, con due belle tette spavalde e due belle gambe. Mi fece rabbia però che non avesse addosso i pantaloni, perchè quando io viaggiavo in treno e vedevo gambe nude di ragazze mi venivano subito fantasie di tutti i generi, che non riuscivo mai a togliermi di dosso, Mi arrapavo da morire e stavo male.

Quando il treno finalmente partì tirai fuori il cellulare e cominciai a trastullarmi con
qualche giochino. Avevo comprato un libro alla stazione, ma in questo momento non mi andava di leggere. Diedi una guardata alle gambe della ragazza. Erano sempre nella stessa posizione, accavallate. Era quello che mi infastidiva, perchè ogni volta stavo lì in attesa che le gambe cambiassero posizione, per poter sbirciare in mezzo alle cosce. Era per me come una mania. Da quella posizione però vedevo poco. Cercai di calmarmi e di pensare ad altro, ma mi venne subito in mente Il ricordo di un altro viaggio, dove una donna con le sue gambe mi aveva fatto impazzire.

Io ritengo di essere un bel ragazzo e certamente non dovrei aver problemi a rimorchiare ragazze, se solo ne fossi capace. Perchè io sono un po' timido e le donne mi fanno un po' paura. Mi dicono di avere pazienza e che il mio tempo verrà, ma io intanto con la mia libidine ci soffro e tutta la fantasia che ho mi rovina.

Cominciava a farsi tardi. Presto sarebbe venuta una grossa stazione e ci sarebbe stato ricambio di passeggeri. Vidi che sul mio stesso sedile quelli seduti al mio fianco si stavano preparando. Bene, mi dissi. Potrò sedermi vicino al finestrino.

Quando il treno si fermò e le persone al mio fianco se ne andarano potei finalmente prendere il mio posto. Tirai un sospiro di sollievo. Guardai subito di sfuggita la ragazza, che ora si trovava di fronte a me. Sembrava annoiata e non pareva per nulla interessata a me. A me invece la sua vicinanza mi turbava. Potevo con le mie gambe toccare le sue, avrei potuto, solo volendolo, gettarmi con la faccia tra le sue cosce, sentire il suo odore nelle mie narici.

D'un tratto si alzò e dal borsone che aveva sulla rete vidi che aveva preso un libro. Si rimise a sedere. L'avevo vista ora dal di dietro! Alzandosi, la sua gonna si era sollevata di qualche centimetro. Le avevo visto un po' delle cosce e aveva un gran bel culo! Porca miseria, mi dissi, pensa potergli mettere addosso le mani, aprirlo e annusarlo. Mettergli la lingua dentro. Il solo pensiero mi fece rizzare il pisello. Ora comincio con le mie fantasie, calmati, mi dissi.

ll treno si era riavviato. Pensai di andare in bagno. Dovetti però aspettare un po’ prima che si liberasse. Quando tornai vidi in corridoio la ragazza venirmi incontro. Probabilmente anche lei era diretta in bagno. Mi nascosi e aspettai che entrasse. Mi era venuta la pazza idea di stare lì fuori per cercare di carpire qualche suono o comunque essere vicino al posto dove lei si stava sfilando le mutandine e faceva la pipì. Cercai di immaginarmelo e mi arrapai nuovamente.

Non attesi che finisse e tornai al mio posto. Quando anche lei tornò, per sedersi con le sue gambe si strusciò con le mie. Sentii un colpo al basso ventre. Sedendosi si stese la gonna sulle gambe che però restò qualche millimetro al di sopra delle ginocchia. Ora le gambe non erano accavallate e io, con il libro aperto tra le mani, sbirciavo lo spazio d'ombra che iniziava appena dopo le ginocchia. Non riuscivo ad andare oltre. Che colore avranno le mutandine, mi domandai. Aspettavo quell'attimo in cui lei avrebbe accavallato nuovamente le gambe nella speranza di poter vedere qualcosa. No, non lo fece, rimase così. Vedevo invece ad ogni scossa del treno che il suo corpo sussultava e questo mi dava un senso di eccitazione repressa.

Ogni tanto la guardavo mentre lei leggeva, ma appena lei sollevava gli occhi dal libro io mi tuffavo nel mio.
Il tempo passava. Presto cominciarono a vedersi in giro gli sbadigli. La ragazza di fronte a me sembrava essersi ora appisolata. Il suo libro ad un certo momento le cadde per terra e lei fu costretta a piegarsi in avanti per raccoglierlo. Nel farlo le si aprì la blusa sul davanti e le tette fecero capolino. Il mio cuore fece un balzo. No, mi dissi sconvolto, non ha reggiseno!

Ad un certo punto, visto che ormai tutti dormivano, qualcuno spense la luce e lo scompartimento rimase solo illuminato dalle spie luminose e dalle luci esterne. Io continuavo a guardare ma non riuscivo a vedere niente. Cominciai a sentirmi gli occhi pesanti. Per mantenermi sveglio cercai di immaginare il colore del pelo del pube della ragazza e l'idea mi fece subito arrapare. Chiusi gli occhi e cercai altri pensieri sperando di addormentarmi presto.

Improvvisamente sentii un piede entrarmi tra le gambe. Il sangue mi arrivò subito alla testa. Guardai e vidi al buio che la ragazza dormiva. Eppure il piede si muoveva. Lo sentivo che mi premeva sul cazzo. Ma cosa stava facendo questa ragazza, mi domandai. Cosa vuole? Che devo fare io? Rimasi immobile, sconcertato sul da farsi, mentre il piede continuava a massaggiarmi il cazzo, che ora era duro come l'acciaio.

Decisi di rispondere piegandomi in avanti. Avrei fatto finta di dormire con la testa tra le ginocchia, ma con una mano avrei cercato di raggiungerla in mezzo alle cosce. Mi guardai attorno e tutti sembravano immersi nel sonno. Allungai il braccio e le raggiunsi una gamba, proseguii con la mano in avanti lentamente, entrai tra le sue cosce e provai a raggiungere le mutandine. Lei però rimaneva ferma. Perchè non mi aiuta, mi domandai. Io mi sforzavo con quel solo dito per spostarle le mutandine e provare a entrare dentro di lei. Avevo il dito proprio lì all'apertura, ma non riuscivo ad andare oltre il tessuto delle mutandine. Continuavo intanto a guardarmi attorno ma nessuno sembrava essersi accorto di niente. 

Ad un tratto sentìi che la ragazza si muoveva. Aveva tolto il piede da me ed ora si stava sbottonando lentamente la blusa. Vidi sbottonarsi il primo e poi il secondo bottone. Poi vidi uscire una tetta retta dalla sua mano. Rimasi paralizzatp. Ma è impazzita, mi dissi. E se gli altri la vedono? Ma perchè poi lo sta facendo con me? Cosa vuole? Che devo fare? Mi sentivo come paralizzato.

Con la tetta tra le mani la ragazza cominciò a leccarsi il capezzolo. Nooo, mi dissi. Ma cosa sta facendo?! Poi improv visamente si fermò, si allungò in avanti lasciando che la gonna le si aprisse sul davanti e cominciò a masturbarsi. Io non credevo ai miei occhi, Mi guardai attorno impaurito, ma tutti dormivano.

La cosa strana è che mentre tutto questo stava accadendo lei manteneva gli occhi chiusi. Sembrava ignorarmi ma allo stesso tempo era a me che lei si rivolgeva. Mi aveva perfino massaggiato il pisello con i piedi! Perchè invece non prendermi per mano e portarmi nel bagno?! Non riuscivo proprio a capacitarmi.

Sembrava tutto così strano, però io lo vedevo con i miei occhi. Poi d’un tratto mi domandai se quella ragazza non fosse per caso sonnanbula. Se lo era io dovevo però fare finta di niente e assecondarla. Così avevo infatti letto da qualche parte. Non bisognava mai svegliare un sonnanbulo.

Era davvero una situazione irreale ed io non sapevo cosa fare. Mi sentivo il cazzo quasi esplodere dentro i pantaloni e non osavo fare nulla. Lei intanto continuava a masturbarsi con una mano e con l'altra si palpava una tetta. Gli occhi erano chiusi ma io vedevo la tensione sul suo volto, vedevo i suo corpo sussultare. E gli altri continuavano a dormire, perlomeno così sembrava. Ma come facevo io a sapere se qualcuno di loro fingeva?!

Ad un tratto lei si voltò, si mise in ginocchio per terra con il volto sul sedile, sollevò con le mani la gonna, abbassò le mutandine e rimase lì, così, immobile, a culo scoperto davanti a me. Ero esterrefatto.

Tutti sembravano intanto ancora dormire. Ma se anche qualcuno non lo faceva perchè mai non diceva niente? Non gliene fregava niente? O volevano godersi lo spettacolo? Proprio non capivo. Io insomma però non ce ce la feci più. Freneticamente misi le mani alla cintura e la slacciai, abbassai lo zip dei jeans e dalle mutande feci uscire il mio cazzo che non ne poteva più dalla voglia.

Scivolai poi sulle gambe e scesi  dietro al suo culo. Mmmmh, guarda com’è bello. Dissi fra me e me. Mi piegai in avanti per vederlo meglio. Volevo toccarlo, palparlo, annusarlo, immergerci la lingua. E poi me la sarei fatta. Ma in quale dei due buchi, mi domandai.

Quando finalmente allungai le mani su di lei sentii una voce. ”Biglietti signori? Favorire i biglietti grazie”.

Tornai alla realtà. La ragazza era sparita. Davanti a me era ora seduta una vecchietta. Finalmente non ero più arrapato. Mostrai il biglietto e andai in bagno.
Tornato al mio posto pensai che potevo dormire ancora un po’. Ne avevo ancora per un paio d’ore. Non avevo più gambe da guardare. Avrei fatto sogni più tranquilli.
di
scritto il
2024-07-08
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