Al mare con la mamma
di
Digge
genere
incesti
Al mare con la mamma
Era solo il muro a dividere le due camere che l'albergo ci aveva assegnato, ma avevamo in comune il balcone, la mamma ed io. Eravamo al mare da alcuni giorni per le solite vacanze estive. Io e la mamma facevamo presto ad abbronzarci e quella sera, al tavolo da pranzo avevamo riso, io e lei, nel vedere tutte quella facce arrossate attorno a noi.
Dopo mangiato me n'ero andato da solo fuori per farmi un gelato. C'erano ragazzi e ragazze della mia età in albergo, ma io generalmente, quando eravamo in vacanza, non cercavo la compagnia. Perchè io stavo bene con la mamma e lei stava bene con me.
La mamma mi aveva avuto che aveva solo quindici anni, così lei aveva ancora l'aspetto giovanile, con quei capelli tagliati corti e quel fisico asciutto che aveva. Così succedeva a volte che qualcuno pensasse che io ero il suo fratellino, visto che ero alto più di lei. A me questo piaceva perchè io proprio così la consideravo, come una sorella maggiore.
Mio padre io non l'avevo mai conosciuto o perlomeno non me lo ricordavo affatto e così ero cresciuto insieme alla sola mamma. Stando sempre insieme, tranne quando io ero a scuola, si era formata tra noi tanta intimità. A parte quella naturale dovuta al fatto che era stata lei a farmi nascere, c’era tanta intimità tra noi perchè non ci nascondevamo nulla. La mamma girava sempre nuda per la casa, tranne quando aveva le mestruazioni. Mi aveva spiegato cosa erano e perchè le donne le avevano. Lo fece una volta mentre eravamo nel suo letto una domenica mattina e allora sul letto facevamo dei giochi e ci divertivamo. Aprì le gambe e mi fece vedere da vicino come era fatta. Mi disse anche di toccarla.
Tutto in effetti cominciò una mattina quando io mi svegliai ed ero tutto bagnato sul pisello. Così corsi dalla mamma che stava ancora dormendo. Lei guardò e si mise a ridere. Mi disse di sdraiarmi vicino a lei e mi spiegò cosa era successo. Si rallegrò con me perchè mi disse che adesso ero diventato grande.
In quel momento la mamma cominciò a guardarmi in modo diverso e a comportarsi anche diversamente. Per prima cosa però mi insegnò a tenere sempre il pisello pulito. Mi disse poi che era peccato lasciare che si sfogasse da solo, così che io finivo col bagnare il pigiama e a lei toccava lavarlo. Mi spiegò che era meglio se ero io a sfogarlo invece con la mia mano. Così lo prese con la sua mano e gli diede una tiratina. Il pisello si mise subito sull’attenti e la mamma rise. Continuò a tirare tranquillamente e io cominciavo a godere. La mamma intanto mi guardava. Quando vide che stavo godendo troppo mi strozzò il pisello sulla cima e quello si afflosciò. La mamma mi guardò e poi mi disse che era così che dovevo fare. Mi disse proprio testualmente che se mi facevo una sega e non volevo venire bastava fare così come aveva fatto lei.
A me piaceva fare quei giochi con la mamma e mi sarebbe piaciuto fare anche io gli stessi giochi con lei, ma da quel giorno le cose cambiarono. La mamma, che prima girava sempre nuda per la casa e quando era in bagno non chiudeva mai la porta, ora la chiudeva e ora in casa era sempre vestita. A poco a poco mi accorsi che adesso lei mi piaceva ancora di più, ma in un altro modo e che mi eccitavo quando riuscivo a intravedere le sue tette o quando la vestaglia le si apriva e io le vedevo le gambe nude. Lei di questo doveva essersene accorta perchè a volte mi sembrava che lo facesse apposta. Apriva le gambe quando si alzava dalla sedia, si piegava in avanti perchè io le vedessi le tette e poi mi pareva che si fosse anche messa a camminare ancheggiando. Non lo faceva prima, ma ora che lei andava in giro per casa con i jeans o le gonne così attillate ero proprio contento e spesso mi arrapavo e poi, a letto, mi facevo le seghe, ma facevo come mi aveva detto lei, per non bagnarmi.
A dire il vero c’era dell’altro nella nostra vita, o meglio in quella della mamma, che si rifletteva sulla mia. Che la mamma fosse una donna molto sexy me ne resi conto abbastanza presto, quando vidi le attenzioni che gli uomini le rivolgevano e quando perfino il mio maestro fece i salti mortali per conoscerla. Era poi ancora bambino quando di tanto in tanto venivano uomini in casa nostra e allora si mangiava insieme e poi mi lasciavano da solo di fronte alla TV.
Ero ancora piccolino, ma una volta mi arrabbiai con la mamma e le dissi che non mi piaceva quando si chiudevano in camera e non mi lasciavano entrare. Lei si scusò spiegandomi che non era lei ma erano quegli uomini che non mi conoscevano e si vergognavano di me quando si spogliavano. Io meravigliato chiesi perchè mai si spogliassero e lei mi rispose che facevano dei giochi che non si potevano fare con i vestiti addosso.
Io naturalmente a quei tempi non potevo immaginare di quali giochi si trattasse ma se erano giochi simili a quelli che facevamo noi due nudi nel letto mi sembrava normale. Il guaio era che non mi era dato di guardare cosa facessero nella camera della mamma, perchè il buco della serratura era tappato dalla chiave e la porta della camera era materassata e lì dentro non si sentiva volare una mosca.
Ricordo che un giorno che ero a casa, giocando trovai una cosa strana sotto il letto della mamma. Era una cosa di gomma bianca color latte tutto spiegazzato. Io lo presi e lo portai correndo alla mamma chiedendole cosa fosse. Lei non diede peso alla cosa e disse che era solo un astuccio da gettare nella spazzatura. Siccome poi io come tutti i bambini andavo sempre a frugare nei cassetti, un giorno trovai nel comodino della mamma una confezione di plastica. Dentro c’erano delle buste con delle cose che sembravano proprio quell’astuccio che avevo trovato sotto al letto. Sopra c’era scritto ”Profilattico”. Non riuscii a capire subito il nesso che ci fosse tra quella parola e l’astuccio, ma più tardi lo compresi, o meglio mi resi conto che la mamma scopava con gli uomini che portava a casa. Siccome però io l’amavo molto accettavo per buono tutto quello che faceva. Fu solo più tardi che compresi che nella vita della mamma non c’ero solo io.
Quando tornai all’albergo avevo ancora il gelato gocciolante in mano. Vidi da lontano che la mamma era seduta a un tavolino fuori dell’albergo col solito bicchiere di birra davanti. Non era sola, con lei c’era una donna. Quando la mamma mi vide mi fece cenno di andare lì. Avvicinandomi vidi il volto della donna e rimasi fulminato.
Aveva un paio di occhi grandi splendidi, una bocca carnosa e i capelli folti neri non lunghi ma ben pettinati. Quello che mi impressionò però era l’aria allegra, gioiosa che sprizzava da quel volto. Doveva avere più o meno l’età della mamma e notai con piacere che tra loro c’era un’aria molto simpatica. Salutai e mi sedetti. Presi anch’io una birra.
A questa donna, che si presentò come Teresa, la mamma doveva avere raccontato tutto di me. Notai che mi aveva guardato bene mentre mi avvicinavo. Poi disse subito che la mamma non aveva mentito e che ero davvero un bel ragazzo. Notai che mentre mi parlava si lisciava i capelli, chissà perchè.
Mi fece subito la domanda su quante ragazze avessi conquistato in quei giorni. Io non risposi, mi limitai a sorridere. Fu in quel momento che mi accorsi che addosso quella donna aveva un gonnellino che lasciava tutto scoperto e subito mi arrapai. Per fortuna da seduto non si vedeva. A un certo momento mi venne sonno, come sempre al mare, e lasciai la mamma e Teresa a parlare al tavolino.
A letto mi misi a pensare a Teresa e mi dissi che l’avrei voluta scopare. Il problema era però che io non l’avevo ancora fatto, di scopare, non so perchè. Non ero mai stato molto di compagnia, perchè come ho già detto io stavo bene con la mamma. A scuola so che molte ragazze ci sarebbero state, ma a me loro non interessavano. Al mare era successo di fare delle belle pomiciate tra le cabine con qualche ragazzina. Io però pensavo sempre alla mamma. A casa qualche volta mi era sembrato che lei lo volesse fare, poi per una ragione o per l’altra non era mai successo. La mamma negli ultimi tempi non faceva che ripetermi che dovevo trovarmi una ragazza. Mi disse perfino che la potevo portare a casa. Io però non capivo perchè dovevo portarmi una ragazza a casa quando avrei potuto farlo invece con lei.
La mamma decise subito che Teresa poteva d’ora in poi mangiare al nostro tavolo invece di starsene da sola al suo. Io ne fui contento, ma tutte le sere al tavolo ero perennemente arrapato. Credo che lei se ne fosse accorta perchè mi guardava sempre in modo strano. Però quando guardavo la mamma mi dicevo che volevo scopare prima con lei.
La mamma e Teresa andavano proprio d’accordo e non facevano che ridere e scherzare. Quando io non c’ero loro parlavano di cose che a me non volevano far sentire, perchè quando poi arrivavo loro cambiavano subito discorso. Una volta afferrai una frase e compresi che parlavano di sesso. Ridendo accennavano ad una cosa che non si faceva però loro l’avevano fatto. Chissà cosa volevano dire. Gli uomini in albergo non facevano che guardarle e dai loro occhi io capivo che se le sarebbero mangiate vive se solo avessero potuto.
Una sera che io ero a letto e mi stavo trastullando con il cellulare sentii delle risate e dei passi in corridoio che passarono davanti alla mia porta. Compresi che erano la mamma e Teresa e sembravano molto allegre. Attraverso il muro sentii poi le loro voci per un po’, ma poi più nulla. Io mi incuriosii e uscii sul balcone e andai cautamente alla porta che dava sul balcone della camera della mamma. La tendina era un po’ scostata e potevo vedere dentro e quello che vidi mi lasciò senza fiato. La mamma era tutta nuda sul letto e Teresa aveva solo le mutandine addosso ma erano sfilate. La mamma aveva la sua testa affondata tra le gambe di Teresa che le stava sopra e la leccava tra le gambe. I loro corpi si contorcevano così mi sembrò che si stessero divertendo un mondo. Pensai che la mamma stava facendo con Teresa proprio quello che avrei voluto fare io dal primo giorno. Avevamo io e lei evidentemente lo stesso gusto! Fu però una sorpresa vedere che la mamma sapeva giocare anche con le donne. Avrei fatto non so che cosa per andare lì anch’io e giocare con loro. Non potei fare altro che tirare fuori il pisello e farmi una sega.
Quella fu la prima volta che lo fecero, ma ce ne furono altre e ogni volta io ero lì a guardarle.
In quei giorni noi eravamo sempre insieme alla spiaggia e la mamma ed io facevamo come sempre lunghe nuotate assieme. Poi, dove l’acqua non era alta, facevamo come avevamo sempre fatto, tuffi e capriole sott’acqua e ci nuotavamo in mezzo alle gambe. Ogni volta ci strusciavamo e io ne approfittavo per mettere le mani sul culo o sulle tette della mamma e lei mi pizzicava sempre il pisello. Era diventato un piccolo rito che ci piaceva tanto. Teresa non era brava come noi a nuotare, ma un giorno si unì a noi nel gioco del nuoto tra le gambe.
Quel giorno era il suo compleanno e lei aveva addosso un bikini di tessuto bianco che in acqua era diventato trasparente, così da mettere in mostra il bosco di peluria nera che lei aveva tra le gambe. Quando le nuotai sotto venendo da dietro non potei fare a meno di voltarmi subito, di abbassare le mutandine e infilarle la lingua dentro. Lei fece un urlo e chiuse le gambe, ma senza fretta e io scappai. La mamma si mise a ridere, anche se non aveva visto esattamente cosa avevo fatto, e Teresa le disse ridendo che non le aveva detto di avere un figlio che era un porco.
Quella stessa sera dopo mangiato e brindato alla salute di Teresa io mi feci una lunga passeggiata, mi mangiai un gelato e quando tornai la mamma e Teresa non erano in albergo. Mi ero già addormentato quando fui svegliato dalla voce della mamma, che bussando alla porta mi diceva di aprire.
Quando aprii mezzo insonnolito mi trovai di fronte la mamma e Teresa un po’ sbronze, che senza indugio entrarono scherzando tra di loro. Io non mi resi subito conto di cosa stava succedendo, Ma fu la mamma a dire ridendo che siccome era il compleanno di Teresa dovevamo festeggiare e senza pensarci un attimo mi tirò sul letto, mi sfilò i pantaloni del pigiama e poi disse a Teresa ”Prendilo, è tutto tuo!”.
Io, sul letto col pisello in aria, non ebbi tempo di fiatare che Teresa, tolto quel pò che aveva addosso si riversò su di me e mi coperse. Era la prima volta che il mio pisello entrava in una donna. Rimasi un attimo ad assaporare la sensazione, ma mi sentii subito assalire da Teresa che cominciò a cavalcarmi con furore.
La mamma era ora anche lei tutta nuda. Oh come era bella la mia mamma! Mentre io cercavo di seguire il ritmo frenetico di Teresa vidi la mamma avvicinarsi a me per sussurrarmi in un orecchio ”Bravo, tesoro, fai godere Teresa, ma conserva qualcosa anche per me”. Ero estasiato, la mamma ora mi voleva. Cominciai a sbattere con forza Teresa, voltandola sulla schiena. Lei adesso urlava e mi faceva arrapare ancora di più, ma non dovevo venire perchè dovevo scopare anche con la mamma. Fu lei ad un tratto che mi prese per la schiena e mi tirò a sè sul pavimento. Si era messa in ginocchio, il volto tra le braccia. Si offriva dal di dietro. Entrai subito in lei che ebbe un sussulto. ”Vieni tesoro, prendi la tua mamma adesso”, disse, e quelle ultime parole le disse con la voce strozzata dal piacere.
Fu così che imparai a scopare e fu la mamma ad insegnarmi tutto. Ora non c’era altro che darmi da fare. In albergo avevo già avvistato due sorelline, una meglio dell’altra. Dalle occhiate mi pareva che stessero solo lì ad aspettarmi. Me le sarei portate in camera e me le sarei fatte tutte e due insieme. Avrei poi detto alla mamma e a Teresa di guardare dal balcone.
Era solo il muro a dividere le due camere che l'albergo ci aveva assegnato, ma avevamo in comune il balcone, la mamma ed io. Eravamo al mare da alcuni giorni per le solite vacanze estive. Io e la mamma facevamo presto ad abbronzarci e quella sera, al tavolo da pranzo avevamo riso, io e lei, nel vedere tutte quella facce arrossate attorno a noi.
Dopo mangiato me n'ero andato da solo fuori per farmi un gelato. C'erano ragazzi e ragazze della mia età in albergo, ma io generalmente, quando eravamo in vacanza, non cercavo la compagnia. Perchè io stavo bene con la mamma e lei stava bene con me.
La mamma mi aveva avuto che aveva solo quindici anni, così lei aveva ancora l'aspetto giovanile, con quei capelli tagliati corti e quel fisico asciutto che aveva. Così succedeva a volte che qualcuno pensasse che io ero il suo fratellino, visto che ero alto più di lei. A me questo piaceva perchè io proprio così la consideravo, come una sorella maggiore.
Mio padre io non l'avevo mai conosciuto o perlomeno non me lo ricordavo affatto e così ero cresciuto insieme alla sola mamma. Stando sempre insieme, tranne quando io ero a scuola, si era formata tra noi tanta intimità. A parte quella naturale dovuta al fatto che era stata lei a farmi nascere, c’era tanta intimità tra noi perchè non ci nascondevamo nulla. La mamma girava sempre nuda per la casa, tranne quando aveva le mestruazioni. Mi aveva spiegato cosa erano e perchè le donne le avevano. Lo fece una volta mentre eravamo nel suo letto una domenica mattina e allora sul letto facevamo dei giochi e ci divertivamo. Aprì le gambe e mi fece vedere da vicino come era fatta. Mi disse anche di toccarla.
Tutto in effetti cominciò una mattina quando io mi svegliai ed ero tutto bagnato sul pisello. Così corsi dalla mamma che stava ancora dormendo. Lei guardò e si mise a ridere. Mi disse di sdraiarmi vicino a lei e mi spiegò cosa era successo. Si rallegrò con me perchè mi disse che adesso ero diventato grande.
In quel momento la mamma cominciò a guardarmi in modo diverso e a comportarsi anche diversamente. Per prima cosa però mi insegnò a tenere sempre il pisello pulito. Mi disse poi che era peccato lasciare che si sfogasse da solo, così che io finivo col bagnare il pigiama e a lei toccava lavarlo. Mi spiegò che era meglio se ero io a sfogarlo invece con la mia mano. Così lo prese con la sua mano e gli diede una tiratina. Il pisello si mise subito sull’attenti e la mamma rise. Continuò a tirare tranquillamente e io cominciavo a godere. La mamma intanto mi guardava. Quando vide che stavo godendo troppo mi strozzò il pisello sulla cima e quello si afflosciò. La mamma mi guardò e poi mi disse che era così che dovevo fare. Mi disse proprio testualmente che se mi facevo una sega e non volevo venire bastava fare così come aveva fatto lei.
A me piaceva fare quei giochi con la mamma e mi sarebbe piaciuto fare anche io gli stessi giochi con lei, ma da quel giorno le cose cambiarono. La mamma, che prima girava sempre nuda per la casa e quando era in bagno non chiudeva mai la porta, ora la chiudeva e ora in casa era sempre vestita. A poco a poco mi accorsi che adesso lei mi piaceva ancora di più, ma in un altro modo e che mi eccitavo quando riuscivo a intravedere le sue tette o quando la vestaglia le si apriva e io le vedevo le gambe nude. Lei di questo doveva essersene accorta perchè a volte mi sembrava che lo facesse apposta. Apriva le gambe quando si alzava dalla sedia, si piegava in avanti perchè io le vedessi le tette e poi mi pareva che si fosse anche messa a camminare ancheggiando. Non lo faceva prima, ma ora che lei andava in giro per casa con i jeans o le gonne così attillate ero proprio contento e spesso mi arrapavo e poi, a letto, mi facevo le seghe, ma facevo come mi aveva detto lei, per non bagnarmi.
A dire il vero c’era dell’altro nella nostra vita, o meglio in quella della mamma, che si rifletteva sulla mia. Che la mamma fosse una donna molto sexy me ne resi conto abbastanza presto, quando vidi le attenzioni che gli uomini le rivolgevano e quando perfino il mio maestro fece i salti mortali per conoscerla. Era poi ancora bambino quando di tanto in tanto venivano uomini in casa nostra e allora si mangiava insieme e poi mi lasciavano da solo di fronte alla TV.
Ero ancora piccolino, ma una volta mi arrabbiai con la mamma e le dissi che non mi piaceva quando si chiudevano in camera e non mi lasciavano entrare. Lei si scusò spiegandomi che non era lei ma erano quegli uomini che non mi conoscevano e si vergognavano di me quando si spogliavano. Io meravigliato chiesi perchè mai si spogliassero e lei mi rispose che facevano dei giochi che non si potevano fare con i vestiti addosso.
Io naturalmente a quei tempi non potevo immaginare di quali giochi si trattasse ma se erano giochi simili a quelli che facevamo noi due nudi nel letto mi sembrava normale. Il guaio era che non mi era dato di guardare cosa facessero nella camera della mamma, perchè il buco della serratura era tappato dalla chiave e la porta della camera era materassata e lì dentro non si sentiva volare una mosca.
Ricordo che un giorno che ero a casa, giocando trovai una cosa strana sotto il letto della mamma. Era una cosa di gomma bianca color latte tutto spiegazzato. Io lo presi e lo portai correndo alla mamma chiedendole cosa fosse. Lei non diede peso alla cosa e disse che era solo un astuccio da gettare nella spazzatura. Siccome poi io come tutti i bambini andavo sempre a frugare nei cassetti, un giorno trovai nel comodino della mamma una confezione di plastica. Dentro c’erano delle buste con delle cose che sembravano proprio quell’astuccio che avevo trovato sotto al letto. Sopra c’era scritto ”Profilattico”. Non riuscii a capire subito il nesso che ci fosse tra quella parola e l’astuccio, ma più tardi lo compresi, o meglio mi resi conto che la mamma scopava con gli uomini che portava a casa. Siccome però io l’amavo molto accettavo per buono tutto quello che faceva. Fu solo più tardi che compresi che nella vita della mamma non c’ero solo io.
Quando tornai all’albergo avevo ancora il gelato gocciolante in mano. Vidi da lontano che la mamma era seduta a un tavolino fuori dell’albergo col solito bicchiere di birra davanti. Non era sola, con lei c’era una donna. Quando la mamma mi vide mi fece cenno di andare lì. Avvicinandomi vidi il volto della donna e rimasi fulminato.
Aveva un paio di occhi grandi splendidi, una bocca carnosa e i capelli folti neri non lunghi ma ben pettinati. Quello che mi impressionò però era l’aria allegra, gioiosa che sprizzava da quel volto. Doveva avere più o meno l’età della mamma e notai con piacere che tra loro c’era un’aria molto simpatica. Salutai e mi sedetti. Presi anch’io una birra.
A questa donna, che si presentò come Teresa, la mamma doveva avere raccontato tutto di me. Notai che mi aveva guardato bene mentre mi avvicinavo. Poi disse subito che la mamma non aveva mentito e che ero davvero un bel ragazzo. Notai che mentre mi parlava si lisciava i capelli, chissà perchè.
Mi fece subito la domanda su quante ragazze avessi conquistato in quei giorni. Io non risposi, mi limitai a sorridere. Fu in quel momento che mi accorsi che addosso quella donna aveva un gonnellino che lasciava tutto scoperto e subito mi arrapai. Per fortuna da seduto non si vedeva. A un certo momento mi venne sonno, come sempre al mare, e lasciai la mamma e Teresa a parlare al tavolino.
A letto mi misi a pensare a Teresa e mi dissi che l’avrei voluta scopare. Il problema era però che io non l’avevo ancora fatto, di scopare, non so perchè. Non ero mai stato molto di compagnia, perchè come ho già detto io stavo bene con la mamma. A scuola so che molte ragazze ci sarebbero state, ma a me loro non interessavano. Al mare era successo di fare delle belle pomiciate tra le cabine con qualche ragazzina. Io però pensavo sempre alla mamma. A casa qualche volta mi era sembrato che lei lo volesse fare, poi per una ragione o per l’altra non era mai successo. La mamma negli ultimi tempi non faceva che ripetermi che dovevo trovarmi una ragazza. Mi disse perfino che la potevo portare a casa. Io però non capivo perchè dovevo portarmi una ragazza a casa quando avrei potuto farlo invece con lei.
La mamma decise subito che Teresa poteva d’ora in poi mangiare al nostro tavolo invece di starsene da sola al suo. Io ne fui contento, ma tutte le sere al tavolo ero perennemente arrapato. Credo che lei se ne fosse accorta perchè mi guardava sempre in modo strano. Però quando guardavo la mamma mi dicevo che volevo scopare prima con lei.
La mamma e Teresa andavano proprio d’accordo e non facevano che ridere e scherzare. Quando io non c’ero loro parlavano di cose che a me non volevano far sentire, perchè quando poi arrivavo loro cambiavano subito discorso. Una volta afferrai una frase e compresi che parlavano di sesso. Ridendo accennavano ad una cosa che non si faceva però loro l’avevano fatto. Chissà cosa volevano dire. Gli uomini in albergo non facevano che guardarle e dai loro occhi io capivo che se le sarebbero mangiate vive se solo avessero potuto.
Una sera che io ero a letto e mi stavo trastullando con il cellulare sentii delle risate e dei passi in corridoio che passarono davanti alla mia porta. Compresi che erano la mamma e Teresa e sembravano molto allegre. Attraverso il muro sentii poi le loro voci per un po’, ma poi più nulla. Io mi incuriosii e uscii sul balcone e andai cautamente alla porta che dava sul balcone della camera della mamma. La tendina era un po’ scostata e potevo vedere dentro e quello che vidi mi lasciò senza fiato. La mamma era tutta nuda sul letto e Teresa aveva solo le mutandine addosso ma erano sfilate. La mamma aveva la sua testa affondata tra le gambe di Teresa che le stava sopra e la leccava tra le gambe. I loro corpi si contorcevano così mi sembrò che si stessero divertendo un mondo. Pensai che la mamma stava facendo con Teresa proprio quello che avrei voluto fare io dal primo giorno. Avevamo io e lei evidentemente lo stesso gusto! Fu però una sorpresa vedere che la mamma sapeva giocare anche con le donne. Avrei fatto non so che cosa per andare lì anch’io e giocare con loro. Non potei fare altro che tirare fuori il pisello e farmi una sega.
Quella fu la prima volta che lo fecero, ma ce ne furono altre e ogni volta io ero lì a guardarle.
In quei giorni noi eravamo sempre insieme alla spiaggia e la mamma ed io facevamo come sempre lunghe nuotate assieme. Poi, dove l’acqua non era alta, facevamo come avevamo sempre fatto, tuffi e capriole sott’acqua e ci nuotavamo in mezzo alle gambe. Ogni volta ci strusciavamo e io ne approfittavo per mettere le mani sul culo o sulle tette della mamma e lei mi pizzicava sempre il pisello. Era diventato un piccolo rito che ci piaceva tanto. Teresa non era brava come noi a nuotare, ma un giorno si unì a noi nel gioco del nuoto tra le gambe.
Quel giorno era il suo compleanno e lei aveva addosso un bikini di tessuto bianco che in acqua era diventato trasparente, così da mettere in mostra il bosco di peluria nera che lei aveva tra le gambe. Quando le nuotai sotto venendo da dietro non potei fare a meno di voltarmi subito, di abbassare le mutandine e infilarle la lingua dentro. Lei fece un urlo e chiuse le gambe, ma senza fretta e io scappai. La mamma si mise a ridere, anche se non aveva visto esattamente cosa avevo fatto, e Teresa le disse ridendo che non le aveva detto di avere un figlio che era un porco.
Quella stessa sera dopo mangiato e brindato alla salute di Teresa io mi feci una lunga passeggiata, mi mangiai un gelato e quando tornai la mamma e Teresa non erano in albergo. Mi ero già addormentato quando fui svegliato dalla voce della mamma, che bussando alla porta mi diceva di aprire.
Quando aprii mezzo insonnolito mi trovai di fronte la mamma e Teresa un po’ sbronze, che senza indugio entrarono scherzando tra di loro. Io non mi resi subito conto di cosa stava succedendo, Ma fu la mamma a dire ridendo che siccome era il compleanno di Teresa dovevamo festeggiare e senza pensarci un attimo mi tirò sul letto, mi sfilò i pantaloni del pigiama e poi disse a Teresa ”Prendilo, è tutto tuo!”.
Io, sul letto col pisello in aria, non ebbi tempo di fiatare che Teresa, tolto quel pò che aveva addosso si riversò su di me e mi coperse. Era la prima volta che il mio pisello entrava in una donna. Rimasi un attimo ad assaporare la sensazione, ma mi sentii subito assalire da Teresa che cominciò a cavalcarmi con furore.
La mamma era ora anche lei tutta nuda. Oh come era bella la mia mamma! Mentre io cercavo di seguire il ritmo frenetico di Teresa vidi la mamma avvicinarsi a me per sussurrarmi in un orecchio ”Bravo, tesoro, fai godere Teresa, ma conserva qualcosa anche per me”. Ero estasiato, la mamma ora mi voleva. Cominciai a sbattere con forza Teresa, voltandola sulla schiena. Lei adesso urlava e mi faceva arrapare ancora di più, ma non dovevo venire perchè dovevo scopare anche con la mamma. Fu lei ad un tratto che mi prese per la schiena e mi tirò a sè sul pavimento. Si era messa in ginocchio, il volto tra le braccia. Si offriva dal di dietro. Entrai subito in lei che ebbe un sussulto. ”Vieni tesoro, prendi la tua mamma adesso”, disse, e quelle ultime parole le disse con la voce strozzata dal piacere.
Fu così che imparai a scopare e fu la mamma ad insegnarmi tutto. Ora non c’era altro che darmi da fare. In albergo avevo già avvistato due sorelline, una meglio dell’altra. Dalle occhiate mi pareva che stessero solo lì ad aspettarmi. Me le sarei portate in camera e me le sarei fatte tutte e due insieme. Avrei poi detto alla mamma e a Teresa di guardare dal balcone.
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