Il mago - Libere o sicure? Episodio 5
di
Alpha Master
genere
pulp
Stordita di piacere, sazia di sperma per l'enorme quantità bevuta e quasi stordita la ragazza raggiunse la stanza che divideva con la sua amante, trovando la mora dagli occhi verdi sul letto di pellicce; si sorrisero, e quando Hylenja si sedette sul letto Vayna si accoccolò sulle sue gambe, circondandole il collo con le braccia e appoggiandole la fronte alla sua - "Bentornata a casa, piccola cacciatrice!" e poi unì le bocche facendo danzare la lingua con quella della giovane bionda. Hylenja accettò con piacere il benvenuto, ancora eccitata nel fisico dal rapporto col mago e nella mente dal piano che le si stava delineando per il futuro.
Vayna scese con le labbra cercando i capezzoli, e la biondina approfittò per parlare cercando di mettere l'amica a parte di alcune delle cose successe, malgrado i vincoli magici che le impedivano di dire tutto e direttamente - “Chikara mi ha messo a parte di alcuni segreti ma mi ha vincolato, non posso neanche provare a dirteli” disse. La moretta alzò i bellissimi occhi verdi annuendo con ancora in bocca il capezzolo della sua amante, provocandole folli brividi di piacere grazie all'incantesimo che potenziava la loro libidine e il piacere che provavano; si staccò con un breve risucchio per dire a sua volta “anche io ho dei segreti e dei vincoli, non preoccuparti. Purtroppo il mago ci impedisce di parlare di molte cose” per poi dedicarsi di nuovo ai seni di Hylenja. La ragazza si inarcò porgendoli alla sua amante e pur con voce arrochita di piacere proseguì - “Si, ma io adesso ho un piano. Servirà tempo, ma può funzionare!” - Vayna si fermò, la lingua adesso le serviva per parlare; aveva lasciato una lieve traccia umida che dai seni scendeva verso l'ombelico, ma si era interrotta prima di arrivare dove entrambe volevano. “Un piano? Per cosa?” - sembrava più preoccupata che felice, lasciando Hylenja perplessa - “Per tornare libere, senza un padrone!”
Ci fu un minuto di silenzio in cui la giovane della tribù della luna non capiva l'espressione della sua mora innamorata - “Hylenja, ma vuoi essere libera di cosa? Di sentire freddo e fame accanto a un falò tribale? Di morire... “ si interruppe come se cercasse le parole - “in qualche caccia andata male, o in una guerra con una tribù rivale?” la ragazza dai capelli d'oro aggrottò le sopracciglia: davvero Vayna non capiva? “Libera di fare sesso solo con chi voglio, ovvero con te! Libera di non bere una pinta di sperma emesso magicamente da un uomo vecchio!” rispose, ma la ragazza dalla chioma corvina non pareva convinta, anzi, pareva spaventata all'idea - “Qui hai un posto sicuro, una vita tranquilla, cibo squisito e quanto ne vuoi, calore abbastanza da vivere nuda senza problemi... “ fece una pausa “e hai me!” - La cacciatrice dai capelli colore dell'oro era sinceramente perplessa: “Saremo libere insieme, te lo giuro!” si fermò e la guardò, per lei la cosa che diceva era non solo logica, ma bellissima per entrambe, eppure l'incanto per quella sera era rotto. Si addormentarono così, con Vayna girata verso il muro, e la notte Hylenja la sentì piangere piano.
La mattina successiva sembrava tutto dimenticato, per fortuna. Vanya si mise con la testa tra le cosce di Hylenja e con il suo sesso vicino alla bocca di lei, e cominciò a lapparla per svegliarla. La bionda lo fece, e aprendo gli occhi vide la vagina della sua amante come prima immagine – bellissima – della giornata, cominciando subito a ricambiare. Le lingue danzavano in mezzo al solco del piacere, titillando il foro di entrata e il clitoride; anche senza l'incanto che moltiplicava il loro godimento sarebbe stato bellissimo, ma così era semplicemente un fulmine divino che folgora il cervello. Tremavano e godevano spruzzando piacere in bocca una all'altra, riappacificando tutto quello che la sera precedente non era andato a buon fine. Dopo raggiunta più volte la vetta del piacere tornarono a appoggiare le bocche una all'altra, esplorando vicendevolmente le bocche dell'altra con le lingue, godendo dei sapori delle due vagine che si mischiavano. Solo dopo andarono a far colazione, e quando Vayna si diresse di nuovo in camera Hylenja invece andò a cercare il mago per cominciare il suo piano.
“Chikara, voglio imparare a leggere e scrivere, come Micha” chiese la ragazza con i capelli biondi. Il potente mago la guardò: “Va bene, ti insegnerà la prima concubina” e la congedò con un gesto, ma quando la giovane stava per uscire dalla sua porta le disse dietro le spalle con voce terribilmente stanca “te ne pentirai ragazza, tu non lo puoi sapere ma te ne pentirai”.
Mail dell'autore: alphamaster@mail.com
Vayna scese con le labbra cercando i capezzoli, e la biondina approfittò per parlare cercando di mettere l'amica a parte di alcune delle cose successe, malgrado i vincoli magici che le impedivano di dire tutto e direttamente - “Chikara mi ha messo a parte di alcuni segreti ma mi ha vincolato, non posso neanche provare a dirteli” disse. La moretta alzò i bellissimi occhi verdi annuendo con ancora in bocca il capezzolo della sua amante, provocandole folli brividi di piacere grazie all'incantesimo che potenziava la loro libidine e il piacere che provavano; si staccò con un breve risucchio per dire a sua volta “anche io ho dei segreti e dei vincoli, non preoccuparti. Purtroppo il mago ci impedisce di parlare di molte cose” per poi dedicarsi di nuovo ai seni di Hylenja. La ragazza si inarcò porgendoli alla sua amante e pur con voce arrochita di piacere proseguì - “Si, ma io adesso ho un piano. Servirà tempo, ma può funzionare!” - Vayna si fermò, la lingua adesso le serviva per parlare; aveva lasciato una lieve traccia umida che dai seni scendeva verso l'ombelico, ma si era interrotta prima di arrivare dove entrambe volevano. “Un piano? Per cosa?” - sembrava più preoccupata che felice, lasciando Hylenja perplessa - “Per tornare libere, senza un padrone!”
Ci fu un minuto di silenzio in cui la giovane della tribù della luna non capiva l'espressione della sua mora innamorata - “Hylenja, ma vuoi essere libera di cosa? Di sentire freddo e fame accanto a un falò tribale? Di morire... “ si interruppe come se cercasse le parole - “in qualche caccia andata male, o in una guerra con una tribù rivale?” la ragazza dai capelli d'oro aggrottò le sopracciglia: davvero Vayna non capiva? “Libera di fare sesso solo con chi voglio, ovvero con te! Libera di non bere una pinta di sperma emesso magicamente da un uomo vecchio!” rispose, ma la ragazza dalla chioma corvina non pareva convinta, anzi, pareva spaventata all'idea - “Qui hai un posto sicuro, una vita tranquilla, cibo squisito e quanto ne vuoi, calore abbastanza da vivere nuda senza problemi... “ fece una pausa “e hai me!” - La cacciatrice dai capelli colore dell'oro era sinceramente perplessa: “Saremo libere insieme, te lo giuro!” si fermò e la guardò, per lei la cosa che diceva era non solo logica, ma bellissima per entrambe, eppure l'incanto per quella sera era rotto. Si addormentarono così, con Vayna girata verso il muro, e la notte Hylenja la sentì piangere piano.
La mattina successiva sembrava tutto dimenticato, per fortuna. Vanya si mise con la testa tra le cosce di Hylenja e con il suo sesso vicino alla bocca di lei, e cominciò a lapparla per svegliarla. La bionda lo fece, e aprendo gli occhi vide la vagina della sua amante come prima immagine – bellissima – della giornata, cominciando subito a ricambiare. Le lingue danzavano in mezzo al solco del piacere, titillando il foro di entrata e il clitoride; anche senza l'incanto che moltiplicava il loro godimento sarebbe stato bellissimo, ma così era semplicemente un fulmine divino che folgora il cervello. Tremavano e godevano spruzzando piacere in bocca una all'altra, riappacificando tutto quello che la sera precedente non era andato a buon fine. Dopo raggiunta più volte la vetta del piacere tornarono a appoggiare le bocche una all'altra, esplorando vicendevolmente le bocche dell'altra con le lingue, godendo dei sapori delle due vagine che si mischiavano. Solo dopo andarono a far colazione, e quando Vayna si diresse di nuovo in camera Hylenja invece andò a cercare il mago per cominciare il suo piano.
“Chikara, voglio imparare a leggere e scrivere, come Micha” chiese la ragazza con i capelli biondi. Il potente mago la guardò: “Va bene, ti insegnerà la prima concubina” e la congedò con un gesto, ma quando la giovane stava per uscire dalla sua porta le disse dietro le spalle con voce terribilmente stanca “te ne pentirai ragazza, tu non lo puoi sapere ma te ne pentirai”.
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