Il mago - Le bestie da soma - Episodio 4

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genere
dominazione

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Chikara condusse Hylenja giù per delle scale che man mano che si scendeva diventavano più buie e gelide, profondamente nella terra fino ad un piano sotterraneo di celle illuminato solo da torce che bruciavano nei supporti e guardato a vista da un carceriere in cotta di maglia e spada in acciaio lucido, cosa di per se mitica per la giovane cacciatrice la cui tribù usava selce e un po' di bronzo. Il guardiano si alzò in piedi velocemente, quasi rovesciando la sedia per scostarla dal tavolo a cui era seduto. "Drago signore del Potere, non era stata annunciata una visita ai prigionieri!" disse chinando il capo. "Dove sono gli ultimi due arrivati? Quelli presi pochi giorni dopo di lei" chiese il mago estraendo le mani dalle maniche dove le teneva abitualmente e indicando la concubina con il dito.

"Da questa parte, Signore del Potere" muovendosi con deferenza e precedendo il potente proprietario del palazzo verso una delle numerose celle. Dentro c'erano 5 prigionieri, tre estremamente anziani e senili, mummie incartapecorite dalla pelle diafana, gli occhi opachi di cataratta e sottili fili bianchi di capelli sui crani calvi dalle vene bluastre. Gli altri due Hylenja li conosceva anche troppo bene. Si trattava di Jakara lo sfregiato e del suo compare di malefatte Menno. La giovane bionda li guardava sbalordita. "Sono qui... maledetti, li voglio morti!" ma Chikara scosse la testa. "No. Mi servono vivi, e stanno comunque pagando. Tutti i prigionieri che vedi qui sono assassini, condannati, traditori e persone che meritavano una punizione" – poi guardò fissa la giovane schiava e proseguì "Sono quelli che prima ho chiamato bestie da soma. Torniamo su" e voltandosi tornò sui suoi passi.

Tornati nella stanza del mago alzò la mano fermando il fiume di parole che stava per uscire dalla bocca della ragazza i cui occhi mandavano lampi, e che improvvisamente si trovò obbligata dalla magia a limitarsi ad ascoltare. "Loro portano il peso dei miei anni. La magia ha bisogno di energia, e viene da loro". Si accomodò su un divano imbottito e foderato di seta, più adatto ai suoi gusti delle pellicce a cui le ragazze erano aduse. "Ogni giorno che passa in cui il mio corpo non invecchia, loro invecchiano per me" – con un gesto dette di nuovo la parola a Hylenja, che però si trovò senza molto da dire. Stette in silenzo per un po' ma poi trovò quella che secondo lei era una falla nel ragionamento. "Ma ci sono molte dozzine di uomini li sotto, se ognuno ti dona solo parte del tuo tempo ogni giorno invecchiano di un giorno e forse qualche minuto per te. Come mai c'erano quelle sorta di mummie la sotto?" Il mago fece il suo solito sorriso mellifluo, ma decise di rispondere comunque: "Per proteggere il TUO tempo, ti basterebbe un uomo che invecchia di un giorno per se e uno per te ogni giorno. Ridurresti la sua vita a metà, ma avrebbe comunque molti anni davanti a se, ma avanzando gli anni i danni del tempo diventano di più per ogni giorno che passa". Si appoggiò indietro sullo schienale aprendo la veste e mostrando il grosso pene eretto e dopo aver indicato alla ragazza che voleva essere succhiato, proseguì "io ho duecento e cinquanta anni. Sono tanti, troppi per una vita." Hylenja intanto si era inginocchiata davanti a lui e aveva preso il membro in bocca per costrizione magica - "Per fermare il mio invecchiamento serve una immensa quantità di energia. Ho bisogno di sempre più prigionieri e ognuno di loro dona sempre più del suo tempo a me." La giovane della tribù della luna lavorava di labbra e di lingua con maestria, provando per altro una incredibile eccitazione che le accendeva il ventre di fiamme ruggenti alimentate dai suoi liquidi vaginali. L'incantesimo che le faceva provare piacere stava funzionando a pieno regime anche solo per la fellatio che stava facendo a Chikara, che con gli occhi socchiusi si godeva il bocchino parlando. "Inoltre ho usato quell'energia anche per altro, per esempio per Micha, la mia prima concubina. Adesso è anziana perché mi ha chiesto lei di cessare di tenerla giovane, lasciarla invecchiare e morire" sospirò, metà di piacere per l'esperto lavoro di bocca e metà di tristezza per la decisione della sua anziana concubina. "Dice che se vivesse per sempre non riabbraccerebbe mai suo figlio, che era il motivo per cui si buttò dal dirupo. Mi ha servito bene, e ora esaudirò il suo desiderio".

La nuda biondina non riusciva a contenere l'eccitazione, e dovette suo malgrado cominciare a masturbarsi con una mano mentre con l'altra guidava il pene di Chikara dentro e fuori dalle sue labbra. Era così infiammata che ormai lavorava di bocca più per il suo piacere che per l'incantesimo che la legava alla volontà del suo proprietario. La lussuria che la pervadeva era ovviamente il risultato dell'incantesimo che le era stato praticato, ma il risultato non cambiava: adesso lei era vogliosa di sesso e se lo stava prendendo.

Le sue dita sulla vagina causavano brividi orgasmici, e questo la portò a succhiare freneticamente. Il mago iniziò a ejaculare, e doveva aver praticato su se stesso un piccolo ma potente incantesimo, perché il suo orgasmo continuava e continuava. La ragazza aveva l'impressione di aver bevuto una pinta di sperma, e forse era proprio così, si sentiva in qualche modo 'sazia' di nettare di maschio. Fu quasi un sollievo quando il mago si accasciò uscendole dalla bocca. Durante il lunghissimo orgasmo del maschio che le aveva riempito lo stomaco di seme lei ne aveva avuti almeno una decina.

"Vai ora" le disse Chikara – "Lasciami solo, devo lavorare per trovare altre bestie da soma, il consumo di energia aumenterà a breve e devo dividerla su più prigionieri". La ragazza stordita, quasi ubriaca si allontanò verso la sua stanza, dove Vayna la attendeva. Un piano si delineava nella sua testa, e sarebbe servito del tempo per attuarlo. Tempo e la fiducia di Chikara.

SEGUE

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scritto il
2024-08-22
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