Sottomissione innata - capitolo 4
di
duke69
genere
dominazione
Mio fratello Diego non perdeva occasione per umiliarmi e sottomettermi più di quanto non avesse già fatto:
“Brava zoccola! Hai leccato via tutto!!! Ora leccami i piedi mentre la tua amica mi consuma il cazzo…oggi siamo stati anche fin troppo buoni con te, la prossima volta ti avvolgo le tette con il filo spinato e poi ti inculo stirando i cavi!”.
È incredibile come ogni sua minaccia aveva il potere di farmi venire i brividi di eccitazione! Dopo aver leccato a lungo i piedi di Diego, fui costretta a leccargli le palle mentre continuava a farsi cavalcare da Sandra: l’effetto fu quello di accelerare il suo orgasmo. Dovetti ripulire il suo uccello e la fica della mia amica di tutto lo sperma depositato sopra e in poco tempo mi ritrovai con la bocca impregnata degli umori di entrambi. La sera terminò con quegli orgasmi, purtroppo avrei voluto schizzare nuovamente per chiudere in bellezza, ma ero distrutta e, di lì a poco, crollai subito in un sonno profondo. Al mattino mi svegliai intontita e un po’ confusa come se la sera prima avessi vissuto una storia porno frutto della mia immaginazione, in realtà non ci volle molto a realizzare che quanto era accaduto fosse tutto vero! Che vergogna…come avrei potuto guardare in faccia la mia amica Sandra, non dovevamo trascinarla nei nostri giochi depravati, ma ormai era tardi: Sandra faceva parte della nostra vita dissoluta e perversa.
Due giorni dopo Sandra venne a trovarmi a casa, aveva con sé un piccolo pacchetto regalo, rosso con il nastro giallo:
“È un regalo per te! Beh…in effetti Diego mi ha aiutato nella scelta…”
“Grazie Sandra! …cazzo quanto mi vergogno per l’altra sera…chissà che cosa penserai di me…ehm...”
“Non ti preoccupare! Anch’io inizialmente ero estremamente imbarazzata ma poi … caspita! non mi sono mai eccitata così tanto in vita mia! Non avrei mai creduto che potesse piacermi a tal punto!”
“Grazie Sandra! Questo mi conforta non poco e mi rasserena!”
Ci abbracciammo da buone amiche, mi aveva risollevato il morale.
“Quando staremo in intimità, se il tuo padrone me lo concederà, ti tratterò per quello che sei, una cagna! e come tale andrai domata e punita se necessario…ma ora scarta il pacchetto!”
Le parole di Sandra mi avevano dato una strana e inaspettata sensazione: un turbamento particolare che mi aveva fatto vibrare le gambe. Scartai il pacchetto: si trattava di un collare per cani, con le borchie e con la scritta “troia”.
“Ti piace?”
“…credo di sì! …una emozione dietro l’altra che non mi fa capire più niente…ma che mi sta sconvolgendo piacevolmente!”
“Dai indossalo! E mettiti subito a quattro zampe come una cagna…Diego mi ha inviato un messaggio e sta per arrivare, credo sia opportuno che ti vesta da troia! Forza cerca un completino adatto, non vedo l’ora di divertirmi!”
Nel frattempo Sandra era rimasta in biancheria intima: uno splendido completino nero composto da un reggiseno in pizzo e con un gioiello in strass tra le coppe, da un reggicalze e da un perizoma in tulle trasparente, anch'esso rivestito da raffinato pizzo; sembrava una modella uscita da un catalogo sexy. Sandra era una bella ragazzotta il cui punto di forza era un seno sodo e abbondante.
“Cazzo hai ancora il culetto rosso…Diego mi ha detto di prepararti e di tenerti le chiappe belle calde per quando arriva.”
Sandra si sedette sul letto e mi fece distendere sopra le sue gambe, in modo che il mio sedere fosse disponibile alle sue sculacciate, inizialmente non molto forti ma tremendamente continue. Quel giorno i miei non c’erano e sarebbero rientrati solo il mattino successivo, mentre Diego di ritorno dalla revisione dell’auto si era liberato da qualsiasi altro impegno per rendere la giornata trionfalmente libidinosa. Dopo dieci minuti di pacche a mani nude, quando già sentivo la pelle terribilmente in fiamme, giunse Diego:
“Wow!!! Sandra sei una bomba sexy!!!... e sei anche una brava mistress, questo culetto ha un colorito perfetto e arrapante proprio come piace a me!”
Nel frattempo che parlava, si avvicinava a Sandra inchinandosi e baciandola con passione, facendo serpeggiare la lingua sull’altra, successivamente affondava un dito nel mio sedere infilandolo completamente e rigirandolo come a cercare qualcosa disperatamente: era il suo saluto!
“Fatti vedere Claudia!”
Con Sandra sempre seduta sul letto, mi aiutò ad alzarmi in piedi per contemplare quanto stava bene il collare indosso al mio collo sul corpo completamente nudo.
“Bene! È stata proprio una scelta azzeccata. Ora mettiti a quattro zampe, oggi abbiamo diverse cose in programma…ti faremo sudare e godere attraverso momenti di pura sofferenza”.
E avrebbe avuto ragione perché quel giorno fu proprio così: ebbi degli orgasmi epici attraverso dei momenti di dolore intenso.
Per prima cosa Diego si tolse le scarpe e le calze, poi nel frattempo che continuava a svestirsi mi ordinò di leccargli i piedi. Ogni tanto mi assestava un sonoro schiaffo sulle natiche allorquando l’impegno profuso non fosse, per lui, sufficiente.
“Meglio! Cagna, lecca e succhia le dita con più passione”
Nel frattempo che si era accomodato sul mio letto vicino alla mia amica Sandra, le dita nel sedere erano diventate due, mentre i baci con la sua nuova amante si susseguivano. Su comando di Diego saltavo da un piede all’altro, dai suoi piedi a quelli di Sandra, che rideva eccitata sia dai baci sensuali con Diego sia dal lieve solletico provocato dalla mia lingua.
“Ora, dimmi che odore senti?
Diego aveva sfilato le due dita dal sedere e me le metteva sotto le narici.
“Odore del mio culo!”
Nel frattempo Sandra mi guardava dal basso verso l’alto disgustata come se avesse visto un verme e Diego continuava con la mia umiliazione:
“Succhia e ingoia!”
Diego mi porgeva le dita in bocca costringendomi a ripulirle e ad ingoiare: da quando aveva iniziato a lavorarmi il sedere avevo imparato a rendere il mio ano sufficientemente pulito; la cosa non mi faceva più schifo come ai primi tempi e anzi quello stato di sottomissione e costrizione mi mandava incredibilmente su di giri.
Dopo i piedi fu la volta dei sederi; entrambi a turno si mettevano a pecora sul bordo del letto concedendomi di leccargli il buchetto:
“Inizia come farebbe una cagna, leccando in superficie, poi comportati da troia e penetra il buco del culo fino a che non ti fa male la lingua”
Quel momento fu estenuante, perché sia Diego che Sandra si rivelavano estremamente esigenti, e quando non si sentivano soddisfatti mi massacravano i glutei con schiaffoni che rimbombavano per tutta la camera.
“Che brava cagna che sei Claudia! Ora direi di mostrare a Claudia quanto ti impegni a spompinarmi e a leccarle la fica con i torchia-capezzoli indosso”
Solo l’idea di mettere quegli strumenti di tortura infernali mi faceva lacrimare.
Il primo torchia-capezzolo lo inserì Diego non eccedendo nel serraggio della vite, ma sarebbe stata solo questione di tempo. Il secondo lo applicò Sandra, mossa soprattutto dalla curiosità di poter maneggiare un tal simile aggeggio: si divertiva a stringere la vite senza distogliere il suo sguardo dal mio, allo scopo di cogliere il momento in cui l’intensità del dolore sarebbe lievitata. Più io mugolavo dal dolore e più lei ansimava eccitata dalla situazione. Con i capezzoli doloranti, stritolati da quella specie di fascette metalliche, rimasi a quattro zampe costretta a leccare la passera di Sandra seduta sul bordo del letto a gambe divaricate, mentre Diego allargava il mio sedere ficcando un numero via via sempre maggiore di dita dentro il mio buco.
“Ho una piccola sorpresa per te sorellina…. questo è uno speciale olio: speciale, non tanto perché lubrifica facendo scorrere rapidamente qualsiasi cosa nel tuo culo, ma anche perché è aromatizzato al peperoncino e più sfrega e più la pelle si irrita! vedrai che in breve tempo sentirai il fuoco dentro!”
“Oddio, noo!!! Cazzo, noo… Diego…ti prego!”
“Zitta cagna! Non crederai di poter godere senza qualche piccolo sacrificio! E poi vedrai che alla fine schizzerai di più, in modo più intenso come si trattasse di una liberazione…”
Intanto, mentre la mia bocca era impastata degli umori di Sandra, Diego aveva ben quattro dita che frugavano dentro il mio sedere il cui foro anale doveva essere assai dilatato. I capezzoli continuavano a dolermi, stretti in quelle morse dolorose, e Diego stava iniziando a svitare il tappo della bottiglietta di lubrificante: improvvisamente sentii una sensazione di freschezza attraversare tutto il mio corpo, il liquido colava tra le pareti anali e andava a riempirmi le viscere. Poco dopo sentii qualcosa di freddo penetrare all’interno della cavità anale: scivolava facilmente fino in fondo, si trattava di un dildo metallico, probabilmente in acciaio, in grado ruotare su sé stesso e di produrre degli shock elettrici. Inizialmente provai una sensazione di formicolio, poi, man mano che le scariche si succedevano, sentivo un aumento dell'attività muscolare, che da una parte mi stancava ma dall’altra mi faceva godere come una vacca. La sensazione di caldo aumentava rapidamente nel tempo: l’olio al peperoncino stava producendo i suoi effetti, mentre la mia lingua era dolente, esausta dal continuo leccare la passera di Sandra. Nel frattempo Diego che fino a quel momento si godeva la scena, si infilò un profilattico e fece sollevare Sandra dal letto consentendomi di rifiatare e di far riposare almeno la lingua. Soggetta a continue scariche elettriche, me ne stavo a quattro zampe ai bordi del letto, con i seni sofferenti e con il culo pieno e in fiamme dentro e fuori, mentre loro due, in piedi, si baciavano languidamente facendo colare un po’ di saliva sulla mia schiena.
“Rimettiti quel perizoma nero che avevi indosso…ho in mente qualcosa di perverso…”
Sandra indossò il perizoma, poi insieme a Diego prese posizione sul letto, lui disteso supino e lei seduta, spalle a lui, e con i piedi sopra il letto.
“Cagna! Aiuta Sandra! lubrificalo con un bel pompino, poi infilalo dentro la sua calda fica e…il tuo compito non è finito: poi leccami il buco del culo mentre mi scopa!”
Presi l’uccello di Diego, lo pompai per una ventina di secondi ci sputai sopra e, dopo aver scostato il lembo di tessuto del perizoma, puntai la cappella tra le grandi labbra di Sandra che si impalò prendendolo fino in fondo.
Leccavo il culo di Diego e nel frattempo osservavo come Sandra si godeva quel bastone: ondeggiava con movimenti sinuosi come una anguilla. Alternava il far entrare solo la cappella a continue e complete penetrazioni. Era stupendo vedere scivolare tra loro quei due corpi abbronzati e abbondantemente sudati.
Continua…
(Contattatemi per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
“Brava zoccola! Hai leccato via tutto!!! Ora leccami i piedi mentre la tua amica mi consuma il cazzo…oggi siamo stati anche fin troppo buoni con te, la prossima volta ti avvolgo le tette con il filo spinato e poi ti inculo stirando i cavi!”.
È incredibile come ogni sua minaccia aveva il potere di farmi venire i brividi di eccitazione! Dopo aver leccato a lungo i piedi di Diego, fui costretta a leccargli le palle mentre continuava a farsi cavalcare da Sandra: l’effetto fu quello di accelerare il suo orgasmo. Dovetti ripulire il suo uccello e la fica della mia amica di tutto lo sperma depositato sopra e in poco tempo mi ritrovai con la bocca impregnata degli umori di entrambi. La sera terminò con quegli orgasmi, purtroppo avrei voluto schizzare nuovamente per chiudere in bellezza, ma ero distrutta e, di lì a poco, crollai subito in un sonno profondo. Al mattino mi svegliai intontita e un po’ confusa come se la sera prima avessi vissuto una storia porno frutto della mia immaginazione, in realtà non ci volle molto a realizzare che quanto era accaduto fosse tutto vero! Che vergogna…come avrei potuto guardare in faccia la mia amica Sandra, non dovevamo trascinarla nei nostri giochi depravati, ma ormai era tardi: Sandra faceva parte della nostra vita dissoluta e perversa.
Due giorni dopo Sandra venne a trovarmi a casa, aveva con sé un piccolo pacchetto regalo, rosso con il nastro giallo:
“È un regalo per te! Beh…in effetti Diego mi ha aiutato nella scelta…”
“Grazie Sandra! …cazzo quanto mi vergogno per l’altra sera…chissà che cosa penserai di me…ehm...”
“Non ti preoccupare! Anch’io inizialmente ero estremamente imbarazzata ma poi … caspita! non mi sono mai eccitata così tanto in vita mia! Non avrei mai creduto che potesse piacermi a tal punto!”
“Grazie Sandra! Questo mi conforta non poco e mi rasserena!”
Ci abbracciammo da buone amiche, mi aveva risollevato il morale.
“Quando staremo in intimità, se il tuo padrone me lo concederà, ti tratterò per quello che sei, una cagna! e come tale andrai domata e punita se necessario…ma ora scarta il pacchetto!”
Le parole di Sandra mi avevano dato una strana e inaspettata sensazione: un turbamento particolare che mi aveva fatto vibrare le gambe. Scartai il pacchetto: si trattava di un collare per cani, con le borchie e con la scritta “troia”.
“Ti piace?”
“…credo di sì! …una emozione dietro l’altra che non mi fa capire più niente…ma che mi sta sconvolgendo piacevolmente!”
“Dai indossalo! E mettiti subito a quattro zampe come una cagna…Diego mi ha inviato un messaggio e sta per arrivare, credo sia opportuno che ti vesta da troia! Forza cerca un completino adatto, non vedo l’ora di divertirmi!”
Nel frattempo Sandra era rimasta in biancheria intima: uno splendido completino nero composto da un reggiseno in pizzo e con un gioiello in strass tra le coppe, da un reggicalze e da un perizoma in tulle trasparente, anch'esso rivestito da raffinato pizzo; sembrava una modella uscita da un catalogo sexy. Sandra era una bella ragazzotta il cui punto di forza era un seno sodo e abbondante.
“Cazzo hai ancora il culetto rosso…Diego mi ha detto di prepararti e di tenerti le chiappe belle calde per quando arriva.”
Sandra si sedette sul letto e mi fece distendere sopra le sue gambe, in modo che il mio sedere fosse disponibile alle sue sculacciate, inizialmente non molto forti ma tremendamente continue. Quel giorno i miei non c’erano e sarebbero rientrati solo il mattino successivo, mentre Diego di ritorno dalla revisione dell’auto si era liberato da qualsiasi altro impegno per rendere la giornata trionfalmente libidinosa. Dopo dieci minuti di pacche a mani nude, quando già sentivo la pelle terribilmente in fiamme, giunse Diego:
“Wow!!! Sandra sei una bomba sexy!!!... e sei anche una brava mistress, questo culetto ha un colorito perfetto e arrapante proprio come piace a me!”
Nel frattempo che parlava, si avvicinava a Sandra inchinandosi e baciandola con passione, facendo serpeggiare la lingua sull’altra, successivamente affondava un dito nel mio sedere infilandolo completamente e rigirandolo come a cercare qualcosa disperatamente: era il suo saluto!
“Fatti vedere Claudia!”
Con Sandra sempre seduta sul letto, mi aiutò ad alzarmi in piedi per contemplare quanto stava bene il collare indosso al mio collo sul corpo completamente nudo.
“Bene! È stata proprio una scelta azzeccata. Ora mettiti a quattro zampe, oggi abbiamo diverse cose in programma…ti faremo sudare e godere attraverso momenti di pura sofferenza”.
E avrebbe avuto ragione perché quel giorno fu proprio così: ebbi degli orgasmi epici attraverso dei momenti di dolore intenso.
Per prima cosa Diego si tolse le scarpe e le calze, poi nel frattempo che continuava a svestirsi mi ordinò di leccargli i piedi. Ogni tanto mi assestava un sonoro schiaffo sulle natiche allorquando l’impegno profuso non fosse, per lui, sufficiente.
“Meglio! Cagna, lecca e succhia le dita con più passione”
Nel frattempo che si era accomodato sul mio letto vicino alla mia amica Sandra, le dita nel sedere erano diventate due, mentre i baci con la sua nuova amante si susseguivano. Su comando di Diego saltavo da un piede all’altro, dai suoi piedi a quelli di Sandra, che rideva eccitata sia dai baci sensuali con Diego sia dal lieve solletico provocato dalla mia lingua.
“Ora, dimmi che odore senti?
Diego aveva sfilato le due dita dal sedere e me le metteva sotto le narici.
“Odore del mio culo!”
Nel frattempo Sandra mi guardava dal basso verso l’alto disgustata come se avesse visto un verme e Diego continuava con la mia umiliazione:
“Succhia e ingoia!”
Diego mi porgeva le dita in bocca costringendomi a ripulirle e ad ingoiare: da quando aveva iniziato a lavorarmi il sedere avevo imparato a rendere il mio ano sufficientemente pulito; la cosa non mi faceva più schifo come ai primi tempi e anzi quello stato di sottomissione e costrizione mi mandava incredibilmente su di giri.
Dopo i piedi fu la volta dei sederi; entrambi a turno si mettevano a pecora sul bordo del letto concedendomi di leccargli il buchetto:
“Inizia come farebbe una cagna, leccando in superficie, poi comportati da troia e penetra il buco del culo fino a che non ti fa male la lingua”
Quel momento fu estenuante, perché sia Diego che Sandra si rivelavano estremamente esigenti, e quando non si sentivano soddisfatti mi massacravano i glutei con schiaffoni che rimbombavano per tutta la camera.
“Che brava cagna che sei Claudia! Ora direi di mostrare a Claudia quanto ti impegni a spompinarmi e a leccarle la fica con i torchia-capezzoli indosso”
Solo l’idea di mettere quegli strumenti di tortura infernali mi faceva lacrimare.
Il primo torchia-capezzolo lo inserì Diego non eccedendo nel serraggio della vite, ma sarebbe stata solo questione di tempo. Il secondo lo applicò Sandra, mossa soprattutto dalla curiosità di poter maneggiare un tal simile aggeggio: si divertiva a stringere la vite senza distogliere il suo sguardo dal mio, allo scopo di cogliere il momento in cui l’intensità del dolore sarebbe lievitata. Più io mugolavo dal dolore e più lei ansimava eccitata dalla situazione. Con i capezzoli doloranti, stritolati da quella specie di fascette metalliche, rimasi a quattro zampe costretta a leccare la passera di Sandra seduta sul bordo del letto a gambe divaricate, mentre Diego allargava il mio sedere ficcando un numero via via sempre maggiore di dita dentro il mio buco.
“Ho una piccola sorpresa per te sorellina…. questo è uno speciale olio: speciale, non tanto perché lubrifica facendo scorrere rapidamente qualsiasi cosa nel tuo culo, ma anche perché è aromatizzato al peperoncino e più sfrega e più la pelle si irrita! vedrai che in breve tempo sentirai il fuoco dentro!”
“Oddio, noo!!! Cazzo, noo… Diego…ti prego!”
“Zitta cagna! Non crederai di poter godere senza qualche piccolo sacrificio! E poi vedrai che alla fine schizzerai di più, in modo più intenso come si trattasse di una liberazione…”
Intanto, mentre la mia bocca era impastata degli umori di Sandra, Diego aveva ben quattro dita che frugavano dentro il mio sedere il cui foro anale doveva essere assai dilatato. I capezzoli continuavano a dolermi, stretti in quelle morse dolorose, e Diego stava iniziando a svitare il tappo della bottiglietta di lubrificante: improvvisamente sentii una sensazione di freschezza attraversare tutto il mio corpo, il liquido colava tra le pareti anali e andava a riempirmi le viscere. Poco dopo sentii qualcosa di freddo penetrare all’interno della cavità anale: scivolava facilmente fino in fondo, si trattava di un dildo metallico, probabilmente in acciaio, in grado ruotare su sé stesso e di produrre degli shock elettrici. Inizialmente provai una sensazione di formicolio, poi, man mano che le scariche si succedevano, sentivo un aumento dell'attività muscolare, che da una parte mi stancava ma dall’altra mi faceva godere come una vacca. La sensazione di caldo aumentava rapidamente nel tempo: l’olio al peperoncino stava producendo i suoi effetti, mentre la mia lingua era dolente, esausta dal continuo leccare la passera di Sandra. Nel frattempo Diego che fino a quel momento si godeva la scena, si infilò un profilattico e fece sollevare Sandra dal letto consentendomi di rifiatare e di far riposare almeno la lingua. Soggetta a continue scariche elettriche, me ne stavo a quattro zampe ai bordi del letto, con i seni sofferenti e con il culo pieno e in fiamme dentro e fuori, mentre loro due, in piedi, si baciavano languidamente facendo colare un po’ di saliva sulla mia schiena.
“Rimettiti quel perizoma nero che avevi indosso…ho in mente qualcosa di perverso…”
Sandra indossò il perizoma, poi insieme a Diego prese posizione sul letto, lui disteso supino e lei seduta, spalle a lui, e con i piedi sopra il letto.
“Cagna! Aiuta Sandra! lubrificalo con un bel pompino, poi infilalo dentro la sua calda fica e…il tuo compito non è finito: poi leccami il buco del culo mentre mi scopa!”
Presi l’uccello di Diego, lo pompai per una ventina di secondi ci sputai sopra e, dopo aver scostato il lembo di tessuto del perizoma, puntai la cappella tra le grandi labbra di Sandra che si impalò prendendolo fino in fondo.
Leccavo il culo di Diego e nel frattempo osservavo come Sandra si godeva quel bastone: ondeggiava con movimenti sinuosi come una anguilla. Alternava il far entrare solo la cappella a continue e complete penetrazioni. Era stupendo vedere scivolare tra loro quei due corpi abbronzati e abbondantemente sudati.
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