Rossella - Capitolo 11

di
genere
dominazione

Ettore allontanò da sé Rossella tenendola per un braccio, quindi dopo averla ammirata meglio in tutta la sua figura, la tirò nuovamente verso di sé dandole un bacio in bocca, breve ma appassionato. Restai lì vicino, in disparte e un po’ a disagio, osservando Rossella che, chiudendo gli occhi, era rimasta come incantata dall’accoglienza calorosa di Ettore.
“Forza andiamo dentro, così beviamo un caffè e vi presento una persona che è ansiosa di conoscere Rossella”.
Immaginavo che non saremo stati da soli, invece Rossella mostrò un attimo di esitazione comprendendo che ci sarebbe stato ancora un estraneo nel suo cammino verso la perversione.
La sala principale era contornata di quadri di grandi dimensioni che decoravano le pareti mentre splendidi arazzi ricoprivano il pavimento in ogni angolo. Sul lato destro della sala era presente una grande porta a vetri scorrevole, che dava su una veranda nella quale si trovavano un dondolo, delle sedie e un tavolino da giardino. In fondo alla sala un televisore dagli oltre 60 pollici si trovava al centro della parete e di fronte un divano rosso con penisola a 5 posti in cui era seduta una persona. Appariva di spalle e sia io che Rossella ignoravamo chi fosse.
“Leonardo, sono arrivati i miei ospiti, ti presento Bruno e Rossella!”
Leonardo si alzò dal divano, ci venne incontro, mi tese la mano e poi strinse vigorosamente quella di Rossella facendola sollevare sulle punte dei piedi per il dolore, quindi si avvicinò a suo viso stampandole un languido bacio sulla guancia.
“…mi hanno detto che sei una cagna sempre in calore”!”
Rossella lo guardò senza dire nulla, un po’ sorpresa dalle parole di quello sconosciuto che continuò a fissarla con aria severa a di superiorità. Bevemmo un aperitivo mentre l’atmosfera si faceva sempre più calda: Rossella cominciava a dare segni di insofferenza sentendosi “piena” dalla nostra precedente scopata e infastidita dal plug che continuava a solleticarla e a tenerla eccitata.
Leonardo era un uomo sulla cinquantina, alto circa 170 cm, magro, ossuto e con pochi capelli. Aveva una voce leggermente stridula e i suoi occhi verdi e scintillanti spesso incrociavano gli occhi di Rossella, che distoglieva il proprio sguardo da quello dell’uomo, sguardo che lo faceva sembrare un depravato.
Conclusi i saluti preliminari, consumammo il caffè promesso da Ettore e rimanemmo nel soggiorno a chiacchierare; notai come Rossella era stata messa da parte e tale si doveva sentire essendo stata estromessa dalle classiche conversazioni da maschio, almeno fino a che Ettore non le rivolse la parola portandola al centro della attenzione:
“Allora Rossella in questa settimana hai lavorato molto per allargarti il buco del culo, come ti senti?”
Rossella girò lo sguardo verso Leonardo per qualche istante, come si vergognasse di dover rendere conto di una cosa così intima di fronte ad uno sconosciuto, poi girandosi verso Ettore rispose abbassando lo sguardo:
“Bene! Bruno mi ha …aiutato a fare quello che mi avevi chiesto”
“Ottimo! Beh, allora girati e facci vedere il tappo che hai tra le chiappe!”
Rossella, rossa in viso, si girò lentamente e si chinò per mettere in mostra il plug anale che saldamente stava lì da qualche ora.
“Chinati di più e allarga le chiappe con le mani, su…facci vedere meglio, credo non ci sia bisogno di chiederti di fare la troia, considerato che ti viene naturale… fallo e basta!”
Rossella, intimorita dalle parole di Ettore, fece quanto richiesto. Era voltata ma si capiva che stava prendendo fuoco dalla vergogna.
“Rossella vorresti dire anche a Leonardo che cosa conservi dentro il tuo culo?”
Rossella rispose in tono sommesso:
“...lo sperma …di Bruno!”
“Una troia non dice sperma Rossella, forza esprimiti come farebbe una puttana e a voce più alta!”
“La sborra di Bruno!”
Rossella lo aveva affermato con un filo di rabbia come se volesse uscire da quella situazione che la stava logorando dall’imbarazzo.
“Bene Rossella! Direi che finalmente è arrivato il momento di svuotare il culo dalla sborra del tuo uomo: facci vedere come la cachi sul pavimento!”
L’umiliazione era probabilmente al massimo di quello che Rossella aveva mai sopportato nella sua vita, ma nonostante tutto faceva quello che le veniva chiesto, forse per amore di Bruno, forse per una dimostrazione di coraggio o forse perché le piaceva…Intanto sul pavimento si era depositata qualche goccia bianca che era colata dal suo sedere.
“Uhh!!! credo ne sia rimasta parecchia dentro…ma teniamola li, servirà come lubrificante quando riempirò il tuo culo con il mio cazzone!”
Così dicendo Ettore diede un intenso bacio a Rossella e la condusse in prossimità di un enorme tavolo in legno:
“Voglio incominciare ad incularti sopra questo tavolo, sotto gli occhi del tuo uomo e davanti al mio amico Leonardo che scapita dalla voglia di vedere fino a quanto sei porca…sali sopra! …a quattro zampe! … e solleva quel tuo culo da troia!”
Con qualche esitazione, Rossella salì sopra il tavolo si sollevò la minigonna e si abbassò lo striminzito perizoma scoprendo completamente il suo candido e rotondo sedere.
Ettore, che aveva tirato fuori un plug anale di vetro trasparente più grosso di quello levato poco prima, iniziò un lento gioco per cui lo spingeva in fondo e poi lo sfilava fino ad allargare al massimo lo sfintere anale di Rossella, tenendolo slabbrato nel diametro maggiore dell’oggetto e ficcandolo continuamente dentro. Rossella gemeva ad ogni movimento dell’oggetto lasciandosi scappare degli iniziali “Ahi! Piano!” e dei continui lamenti, quasi fossero dei singhiozzi, soprattutto quando Ettore raggiungeva il massimo diametro di apertura dello sfintere anale.
“Che gran bel culo che hai!!! Oggi ti sfondo, troia! Forza scendi di più con il busto. Per il momento ti lascerò il tappo nel culo perché voglio godermi un po’ la tua fica!”
Intanto che Ettore saliva sul tavolo e puntava l’uccello sulla sua fessura, io chiacchieravo con Leonardo che mi spiegava la sua presenza a casa di Ettore:
“…Ettore mi ha parlato di te e di Rossella… mi pare di aver capito che a te piacerebbe che sia più disinibita, più troia, ma forse anche più sottomessa, è così che desidereresti che fosse?”
“Si, in realtà fino a poco tempo fa il mio desiderio era quello di averla più sciolta e più trasgressiva, volevo trasformarla, cancellare quell’aria troppo seria e quell’abbigliamento castigato. Poi, Ettore mi ha aperto gli occhi: vederla sottomessa e costretta a perversioni che mai si era concessa prima mi ha eccitato a dismisura…ma tu…che cosa fai?”
Nel frattempo Ettore, che durante la scopata aveva rimosso anche la camicetta, continuava a sbattere Rossella che gemeva sempre con maggiore trasporto e con maggiore frequenza; in poco tempo si era creato una specie di sottofondo sonoro che accompagnava la mia conversazione con Leonardo, il quale di tanto in tanto si girava ad osservare Rossella accennando ad un mezzo sorriso.
“Ettore è troppo impegnato nella sua attività lavorativa, per cui mi ha chiesto di occuparmi di Rossella sempre che tu sia d’accordo…io addestro le persone a diventare schiave: uomini e donne. Ho una fattoria in cui faccio questo lavoro, lavoro che mi viene commissionato da persone particolarmente abbienti. Ormai, potrei vivere di rendita, ma sinceramente questa cosa mi piace e mi diverte, dando la possibilità di metter in pratica tutto il mio sadismo”
“Se te lo ha chiesto Ettore e se Rossella è d’accordo avrai il mio via libera, ma che cosa fate esattamente nella tua fattoria?”
“Insegniamo la disciplina a suon di punizioni, rendiamo le persone docili, pronte a vivere nell’umiliazione e nella perversione dei loro padroni. Se Rossella verrà nella fattoria la renderemo una schiava pronta a soddisfare qualsiasi desiderio del suo uomo, abbattendo ogni suo taboo! Credimi: al termine dell’addestramento sarà capace di fare le cose più aberranti”
I gemiti sempre più forti e frequenti di Rossella continuavano a fare da sottofondo a quella conversazione, così come le spinte di Ettore, che in quel momento penetrava il culo di Rossella scandendo ogni affondo con un lamento che racchiudeva sia lo sforzo, sia il piacere di quell’inculata.
“...certo che Ettore se la sta inculando bene la tua donna! Ma raccontami… che tipo è? Da quello che mi hai accennato, mi è sembrato di capire che non fosse così porca quando l’hai conosciuta, quindi hai cominciato a svezzarla a colpi di cazzo prima di farla aprire anche da Ettore?”
In un certo qual senso le domande di Leonardo si facevano sempre più irritanti, tuttavia, vedere e sentire che Rossella si faceva inculare sopra un tavolo, a poca distanza da me e da uno sconosciuto, mi gettava sempre più in uno stato di confusione, di impotenza ma anche di colpevolezza perché mi sentivo pienamente complice se non responsabile di quella situazione. Inutile dire che quello che stava accadendo sotto i miei occhi mi piaceva e mi eccitava a dismisura; certo non era la prima volta che vedevo Rossella scopare con un altro uomo: solo pochi giorni prima il piacere era toccato per ben due volte ad Alex. Se Rossella si stava trasformando in una zoccola disinibita era colpa mia.
Intanto, mentre cercavo di conversare con Leonardo, Ettore e Rossella rimasti sopra il tavolo avevano cambiato posizione, e Rossella, che si era liberata del reggiseno e della gonna rimasta arrotolata sui fianchi, si trovava a cavalcarlo con le sole scarpette nere indosso. Per un attimo, la vista del sedere di Rossella e la voragine del suo buco del culo mi avevano come stordito inibendo il mio udito e quindi facendomi isolare da Leonardo che continuava imperterrito a farmi domande.
“Le piace bere la sborra?” … “…Bruno? Tutto bene?”
“Oh, sì… scusa ma mi ero distratto!”
“Beh sarai pure il suo uomo, ma con un culo di quella portata chiunque perderebbe la concentrazione…allora la beve la sborra?
“No, è una di quelle cose che la disgusta?”
“Bene, e …quali sono le altre…?”
“Non saprei con esattezza, perché credo che non abbia una grande esperienza in fatto di sesso… almeno da quello che ho visto recentemente. Direi che apprezza una classica scopata all’inculata, ma probabilmente è questione di abitudine…e poi basta vederla adesso mentre si fa inculare da Ettore… le sue espressioni la dicono lunga su che cosa le piaccia!”
“Si credo che in fondo in fondo le piace essere scopata in culo! Dovremo farle provare esperienze estreme, cazzi neri, due cazzi per volta in ciascun buco, gang bang e tante altre porcate…”
Ettore e Rossella erano scesi dal tavolo e ora lui la stava inculando alla pecorina, mentre lei era rimasta con la testa tra le braccia appoggiate al muro:
“Ti piace il cazzo nel culo ehh??? Rispondi troia!”
“Oh sii!!! Mi stai spaccando il culo…stronzo!”
Sentite queste parole, Ettore continuò nella sua poderosa inculata, come volesse demolirla, spingendo tutti i centimetri del suo cazzo dentro le viscere di Rossella, che sbraitava e che finalmente raggiungeva l’orgasmo, urlando tutto il suo piacere…
Continua…
di
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2024-03-15
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