Rossella - Capitolo 3
di
duke69
genere
dominazione
Quella notte continuammo a scopare quasi fino al mattino, concedendoci le giuste soste per riprendere le forze e per poi godere di nuovo. Non appena la portai all’apice del piacere, bastò poco che cominciò a schizzare come una fontana: rimasi meravigliato! Non mi era mai passato per la testa che potesse squirtare in quel modo travolgente, anche perché ero condizionato dal fatto che con Francesca non era mai capitato. Quando ci addormentammo eravamo distrutti dalla stanchezza ma sessualmente appagati. Ci alzammo nel pomeriggio e poi la riaccompagnai a casa.
“Che cosa ne pensi della nostra nottata di sesso? Te la aspettavi così?”
“Certo che voi uomini avete il chiodo fisso…pensate sempre alla prestazione!”
“…e invece voi lo pensate e vi nascondete dietro un finto pudore…ma se vuoi sarò più esplicito: che cosa ti è piaciuto di più o cosa non avevi mai sperimentato che ti ha lasciato sorpresa?”
“Farlo in piedi! non mi era mai capitato!”
“…e ti è piaciuto?”
“Si, tantissimo!”
“Ho visto che hai goduto come una maiala! Era ben piantato dentro, vero?”
“Oh siii! Specialmente quando mi tiravi su e mi lasciavi andare di colpo facendomi impalare sul tuo uccello!”
“E poi cos’altro?”
“…quando mi hai tenuto al limite dell’orgasmo per un tempo biblico e poi mi hai fatto raggiungere orgasmi multipli. Mi hai fatto ammattire…bastardo, ero sfinita … quasi perdevo i sensi!”
“Invece che cosa non ti è piaciuto?”
“Ma nulla...anzi forse leccarti il sedere, in quel momento ero ipereccitata e penso che in una situazione così altamente erotica potrei rifarlo, tuttavia così…a freddo, ti dico che non è una cosa che mi aggrada più di tanto”
“Invece a me piace!... e ti farò passare molto tempo a scavare il mio buco del culo con la tua lingua…e questo è solo un piccolo gradino verso la perversione nella quale ti trascinerò…e vedrai che rimarrai soddisfatta!”
“uhm, questo un po’ mi preoccupa, non sono abituata a fare certe cose!”
“Oh, ti abituerai cara, cazzo se ti abituerai”
“Vedremo…e tu invece? Ti è piaciuto?”
“Ecco!... e poi siamo noi maschi che abbiamo il chiodo fisso!”
“Dai smettila stiamo chiacchierando e ti ricordo che hai iniziato tu questa conversazione!”
“Mi è piaciuto parecchio quando ti sei lasciata andare e quando hai iniziato a squirtare…non capita spesso, e poi tua sorella non mi aveva abituato a questo piacere”
Alla mia affermazione ci fu qualche attimo di silenzio: nominare Francesca l’aveva fatta sentire a disagio e forse in colpa, considerato fosse sia la mia ex che sua sorella.
“Mi è venuta un’idea, perché non la chiami? ...così per salutarla e sapere come sta”
“Non saprei, con te vicino mi sembra quasi di tradirla…non le ho detto di noi e non so come potrebbe prendere la notizia.”
“Forza, vieni qui siediti sopra le mie gambe e chiamala, non devi decidere se farlo o meno, lo devi semplicemente fare, questo come altre cose che ti chiederò.”
“Mi stai costringendo a chiamare mia sorella?”
“Direi di sì, e non te lo voglio ripetere, quindi prendi quel cazzo di smartphone e fai quello che ti ho ordinato!”
Incredula, infastidita ma anche in soggezione, Rossella prese lo smartphone e si sedette sulle mie gambe. Io ero comodamente seduto su una poltroncina, in jeans e maglietta, mentre Rosella indossava una t-shirt bianca e larga e un gonnellino scozzese corto che le arrivava sopra le ginocchia.
Al primo contatto vocale tra le sorelle infilai entrambe le mani sotto il gonnellino di Rossella, una ad accarezzarle la passera e l’altra a stuzzicarle il clitoride. Si voltò di scatto lanciandomi una occhiataccia e cercando di sottrarsi alle mie grinfie, ma la trattenni sopra di me intensificando la masturbazione. La sua voce a tratti si interrompeva ma si rivelò alquanto brava a trattenere le emozioni. Furono dieci minuti di telefonata in cui la lavorai a fondo dedicandomi anche ai capezzoli che in breve tempo diventarono due chiodi.
Non appena chiuse la telefonata si infuriò nei miei confronti dandomi del bastardo. Litigammo per qualche minuto quindi lasciai il suo appartamento. Avevo messo in conto che ci potesse essere una reazione di quel tipo, tuttavia sapevo che per poterla dominare completamente dovevo superare quell’ostacolo e abbattere l’ultimo muro di resistenza. Dovevo solo attendere si facesse viva e infatti dopo due settimane ricevetti questo messaggio.
“Ciao Bruno, forse ho esagerato...non dovevo reagire in quel modo…ma mi hai messo in difficoltà…non ti sei fatto più sentire e …mi manchi!”
Letto il messaggio non risposi, facendola rosolare nel suo brodo. Quindi qualche ora dopo un nuovo messaggio:
“Ti prego fatti sentire…”
Quello era in momento giusto:
“Che cosa sei disposta a fare per farti perdonare?”
“Quello che vuoi!”
Caspita era proprio cotta! Non mi aspettavo una simile resa: ora ce l’avevo in pugno!
“Lascia la porta di casa aperta, fatti trovare nell’atrio di ingresso completamente nuda, in ginocchio, con le mani dietro la schiena e con la fronte sul pavimento. Se non rispetti anche solo una di queste condizioni sparisco senza neppure mettere piede nel tuo appartamento. È chiaro?”
“Si va bene! Ma quando arrivi?”
“Tra venti minuti, oppure tra un’ora…tu in ogni caso rimarrai li ad aspettarmi come fa una cagna con il suo padrone!”
Chiusi la conversazione e mi preparai per la serata, mi feci attendere per due ore e portai con me una borsa carica di vari sex toys. Quando arrivai al piano trovai la porta semichiusa e non appena la spalancai vidi quello che qualche tempo prima non avrei immaginato di vedere: Rossella aveva messo in pratica ogni mia richiesta facendo alla lettera tutto quello che le avevo ordinato nel messaggio. L’erezione era già cominciata alla vista della porta lasciata aperta.
“Ciao cagna!”
“Ciao!”
Le stampai immediatamente una manata su una natica lasciando il segno delle cinque dita.
“Da questo momento, quando saremo da soli, ti rivolgerai a me dandomi del lei e chiamandomi Signore, hai capito cagna?”
Rispose con tono sommesso e percepii quanto fosse sorpresa del mio atteggiamento aggressivo.
“Si Signore!”
Mi chinai avvicinandomi al suo viso e le sputai in faccia.
“Tirami fuori il cazzo e ficcatelo in gola!”
Non si lasciò pregare, perché era quello che stava desiderando, seppur ferma in quella scomoda posizione. Inoltre, il desiderio era lievitato dopo una astinenza che perdurava da diversi giorni: non fu difficile constatarlo, infatti mentre si prendeva cura del mio cazzo allungai la mano e le accarezzai la passera completamente liscia e già abbondantemente bagnata. Sfregai tutto l’avambraccio sulla sua fessura facendola gemere di piacere.
“Uh che zozza: ti sei masturbata, prima che arrivassi, cagna?”
“...ehm …si!”
Le levai il cazzo di bocca, lasciandola finalmente respirare normalmente, e poi mi sedetti sulla sua schiena facendola inarcare al punto di farla sollevare sulla punta dei piedi e fino ad avere il suo sedere alla massima altezza.
“Lurida Cagna!!! Imparerai a caro prezzo le nuove regole da seguire, a cominciare dal fatto che non ti è concesso masturbarti, né tantomeno potrai avere l’ombra di un orgasmo senza avere il mio permesso. Ora ti punirò duramente affinché tu possa avere sempre in mente quello che capita ad una cagna che si tocca senza l’autorizzazione del suo padrone”
Presi la prima cosa che avevo a disposizione lì vicino, una custodia rigida per occhiali, e gliela ficcai in bocca per smorzare il volume delle sue urla, quindi iniziai a battere le sue bianche e rotondissime natiche.
Dopo venti forti sculacciate per natica, mi fermai per qualche secondo e poi continuai, nonostante il suo piagnucolio, che aveva solo l’effetto di eccitarmi.
Al centesimo colpo mi dolevano le braccia così mi fermai e iniziai a masturbarla con entrambe le mani, prima solleticandole le grandi labbra e il clitoride, già in tiro come fosse un pene, segno di una sua crescente eccitazione, e poi penetrandola alternativamente con le dita della mano destra e di quella sinistra sempre più in profondità e sempre più rapidamente. I gemiti di Rossella, strozzati dalla custodia che tappava la bocca, si facevano sempre più intensi e profondi. Così quando compresi che stava per venire, interruppi di colpo quella sadica masturbazione e ripresi a pestare sulle sue chiappe che erano diventate caldissime e di un rosso intenso: l’impatto visivo era notevole, era evidente che il sedere si fosse praticamente gonfiato.
Mi sollevai dalla sua schiena e la tirai su per i capelli: era magnifica con la faccia rossa paonazza e il culo rovente. La sua espressione era di stupore per quello che le avevo fatto, ma non osò accennare alla minima protesta. Dopo tutto quel tempo inginocchiata nell’atrio di ingresso fece difficoltà a sollevarsi e a muoversi, ma trascinata dalla mia brutalità la portai in camera da letto, mi sedetti sul bordo e la lasciai ai miei piedi:
“Toglimi scarpe e calze cagna!”
In breve tempo mi spogliai facendomi sfilare anche i pantaloni.
“Leccami i piedi, e fallo bene, comincia dalle dita e non avere fretta perché passerai molto tempo ad usare la lingua fino a lustrarmi il buco del culo!”
Mi sdraiai sul letto tenendo i piedi alla portata della sua bocca e mentre mi rilassavo Rossella passava in rassegna tutte le dita dei piedi leccandoli e succhiandoli.
Di tanto in tanto sollevavo la testa per osservare la passione che metteva nel compiere quelle umilianti azioni: pur di stare con me si stava sottomettendo alla mia volontà accettando il suo degrado morale.
“Ti piacerebbe succhiarmi il cazzo e farti scopare troia?”
“OH Siii, la prego Signore!!
“La prego cosa? Più esplicita o ti arrovento nuovamente le chiappe”
“Sto morendo dalla voglia di scopare Signore! La sua cagna ha tanto bisogno di cazzo!”
Continua… … (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
“Che cosa ne pensi della nostra nottata di sesso? Te la aspettavi così?”
“Certo che voi uomini avete il chiodo fisso…pensate sempre alla prestazione!”
“…e invece voi lo pensate e vi nascondete dietro un finto pudore…ma se vuoi sarò più esplicito: che cosa ti è piaciuto di più o cosa non avevi mai sperimentato che ti ha lasciato sorpresa?”
“Farlo in piedi! non mi era mai capitato!”
“…e ti è piaciuto?”
“Si, tantissimo!”
“Ho visto che hai goduto come una maiala! Era ben piantato dentro, vero?”
“Oh siii! Specialmente quando mi tiravi su e mi lasciavi andare di colpo facendomi impalare sul tuo uccello!”
“E poi cos’altro?”
“…quando mi hai tenuto al limite dell’orgasmo per un tempo biblico e poi mi hai fatto raggiungere orgasmi multipli. Mi hai fatto ammattire…bastardo, ero sfinita … quasi perdevo i sensi!”
“Invece che cosa non ti è piaciuto?”
“Ma nulla...anzi forse leccarti il sedere, in quel momento ero ipereccitata e penso che in una situazione così altamente erotica potrei rifarlo, tuttavia così…a freddo, ti dico che non è una cosa che mi aggrada più di tanto”
“Invece a me piace!... e ti farò passare molto tempo a scavare il mio buco del culo con la tua lingua…e questo è solo un piccolo gradino verso la perversione nella quale ti trascinerò…e vedrai che rimarrai soddisfatta!”
“uhm, questo un po’ mi preoccupa, non sono abituata a fare certe cose!”
“Oh, ti abituerai cara, cazzo se ti abituerai”
“Vedremo…e tu invece? Ti è piaciuto?”
“Ecco!... e poi siamo noi maschi che abbiamo il chiodo fisso!”
“Dai smettila stiamo chiacchierando e ti ricordo che hai iniziato tu questa conversazione!”
“Mi è piaciuto parecchio quando ti sei lasciata andare e quando hai iniziato a squirtare…non capita spesso, e poi tua sorella non mi aveva abituato a questo piacere”
Alla mia affermazione ci fu qualche attimo di silenzio: nominare Francesca l’aveva fatta sentire a disagio e forse in colpa, considerato fosse sia la mia ex che sua sorella.
“Mi è venuta un’idea, perché non la chiami? ...così per salutarla e sapere come sta”
“Non saprei, con te vicino mi sembra quasi di tradirla…non le ho detto di noi e non so come potrebbe prendere la notizia.”
“Forza, vieni qui siediti sopra le mie gambe e chiamala, non devi decidere se farlo o meno, lo devi semplicemente fare, questo come altre cose che ti chiederò.”
“Mi stai costringendo a chiamare mia sorella?”
“Direi di sì, e non te lo voglio ripetere, quindi prendi quel cazzo di smartphone e fai quello che ti ho ordinato!”
Incredula, infastidita ma anche in soggezione, Rossella prese lo smartphone e si sedette sulle mie gambe. Io ero comodamente seduto su una poltroncina, in jeans e maglietta, mentre Rosella indossava una t-shirt bianca e larga e un gonnellino scozzese corto che le arrivava sopra le ginocchia.
Al primo contatto vocale tra le sorelle infilai entrambe le mani sotto il gonnellino di Rossella, una ad accarezzarle la passera e l’altra a stuzzicarle il clitoride. Si voltò di scatto lanciandomi una occhiataccia e cercando di sottrarsi alle mie grinfie, ma la trattenni sopra di me intensificando la masturbazione. La sua voce a tratti si interrompeva ma si rivelò alquanto brava a trattenere le emozioni. Furono dieci minuti di telefonata in cui la lavorai a fondo dedicandomi anche ai capezzoli che in breve tempo diventarono due chiodi.
Non appena chiuse la telefonata si infuriò nei miei confronti dandomi del bastardo. Litigammo per qualche minuto quindi lasciai il suo appartamento. Avevo messo in conto che ci potesse essere una reazione di quel tipo, tuttavia sapevo che per poterla dominare completamente dovevo superare quell’ostacolo e abbattere l’ultimo muro di resistenza. Dovevo solo attendere si facesse viva e infatti dopo due settimane ricevetti questo messaggio.
“Ciao Bruno, forse ho esagerato...non dovevo reagire in quel modo…ma mi hai messo in difficoltà…non ti sei fatto più sentire e …mi manchi!”
Letto il messaggio non risposi, facendola rosolare nel suo brodo. Quindi qualche ora dopo un nuovo messaggio:
“Ti prego fatti sentire…”
Quello era in momento giusto:
“Che cosa sei disposta a fare per farti perdonare?”
“Quello che vuoi!”
Caspita era proprio cotta! Non mi aspettavo una simile resa: ora ce l’avevo in pugno!
“Lascia la porta di casa aperta, fatti trovare nell’atrio di ingresso completamente nuda, in ginocchio, con le mani dietro la schiena e con la fronte sul pavimento. Se non rispetti anche solo una di queste condizioni sparisco senza neppure mettere piede nel tuo appartamento. È chiaro?”
“Si va bene! Ma quando arrivi?”
“Tra venti minuti, oppure tra un’ora…tu in ogni caso rimarrai li ad aspettarmi come fa una cagna con il suo padrone!”
Chiusi la conversazione e mi preparai per la serata, mi feci attendere per due ore e portai con me una borsa carica di vari sex toys. Quando arrivai al piano trovai la porta semichiusa e non appena la spalancai vidi quello che qualche tempo prima non avrei immaginato di vedere: Rossella aveva messo in pratica ogni mia richiesta facendo alla lettera tutto quello che le avevo ordinato nel messaggio. L’erezione era già cominciata alla vista della porta lasciata aperta.
“Ciao cagna!”
“Ciao!”
Le stampai immediatamente una manata su una natica lasciando il segno delle cinque dita.
“Da questo momento, quando saremo da soli, ti rivolgerai a me dandomi del lei e chiamandomi Signore, hai capito cagna?”
Rispose con tono sommesso e percepii quanto fosse sorpresa del mio atteggiamento aggressivo.
“Si Signore!”
Mi chinai avvicinandomi al suo viso e le sputai in faccia.
“Tirami fuori il cazzo e ficcatelo in gola!”
Non si lasciò pregare, perché era quello che stava desiderando, seppur ferma in quella scomoda posizione. Inoltre, il desiderio era lievitato dopo una astinenza che perdurava da diversi giorni: non fu difficile constatarlo, infatti mentre si prendeva cura del mio cazzo allungai la mano e le accarezzai la passera completamente liscia e già abbondantemente bagnata. Sfregai tutto l’avambraccio sulla sua fessura facendola gemere di piacere.
“Uh che zozza: ti sei masturbata, prima che arrivassi, cagna?”
“...ehm …si!”
Le levai il cazzo di bocca, lasciandola finalmente respirare normalmente, e poi mi sedetti sulla sua schiena facendola inarcare al punto di farla sollevare sulla punta dei piedi e fino ad avere il suo sedere alla massima altezza.
“Lurida Cagna!!! Imparerai a caro prezzo le nuove regole da seguire, a cominciare dal fatto che non ti è concesso masturbarti, né tantomeno potrai avere l’ombra di un orgasmo senza avere il mio permesso. Ora ti punirò duramente affinché tu possa avere sempre in mente quello che capita ad una cagna che si tocca senza l’autorizzazione del suo padrone”
Presi la prima cosa che avevo a disposizione lì vicino, una custodia rigida per occhiali, e gliela ficcai in bocca per smorzare il volume delle sue urla, quindi iniziai a battere le sue bianche e rotondissime natiche.
Dopo venti forti sculacciate per natica, mi fermai per qualche secondo e poi continuai, nonostante il suo piagnucolio, che aveva solo l’effetto di eccitarmi.
Al centesimo colpo mi dolevano le braccia così mi fermai e iniziai a masturbarla con entrambe le mani, prima solleticandole le grandi labbra e il clitoride, già in tiro come fosse un pene, segno di una sua crescente eccitazione, e poi penetrandola alternativamente con le dita della mano destra e di quella sinistra sempre più in profondità e sempre più rapidamente. I gemiti di Rossella, strozzati dalla custodia che tappava la bocca, si facevano sempre più intensi e profondi. Così quando compresi che stava per venire, interruppi di colpo quella sadica masturbazione e ripresi a pestare sulle sue chiappe che erano diventate caldissime e di un rosso intenso: l’impatto visivo era notevole, era evidente che il sedere si fosse praticamente gonfiato.
Mi sollevai dalla sua schiena e la tirai su per i capelli: era magnifica con la faccia rossa paonazza e il culo rovente. La sua espressione era di stupore per quello che le avevo fatto, ma non osò accennare alla minima protesta. Dopo tutto quel tempo inginocchiata nell’atrio di ingresso fece difficoltà a sollevarsi e a muoversi, ma trascinata dalla mia brutalità la portai in camera da letto, mi sedetti sul bordo e la lasciai ai miei piedi:
“Toglimi scarpe e calze cagna!”
In breve tempo mi spogliai facendomi sfilare anche i pantaloni.
“Leccami i piedi, e fallo bene, comincia dalle dita e non avere fretta perché passerai molto tempo ad usare la lingua fino a lustrarmi il buco del culo!”
Mi sdraiai sul letto tenendo i piedi alla portata della sua bocca e mentre mi rilassavo Rossella passava in rassegna tutte le dita dei piedi leccandoli e succhiandoli.
Di tanto in tanto sollevavo la testa per osservare la passione che metteva nel compiere quelle umilianti azioni: pur di stare con me si stava sottomettendo alla mia volontà accettando il suo degrado morale.
“Ti piacerebbe succhiarmi il cazzo e farti scopare troia?”
“OH Siii, la prego Signore!!
“La prego cosa? Più esplicita o ti arrovento nuovamente le chiappe”
“Sto morendo dalla voglia di scopare Signore! La sua cagna ha tanto bisogno di cazzo!”
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