Angela e Flavio 1 - Il primo contatto

di
genere
dominazione

"E' davvero quello che vuoi, Angela?" mi chiese prima che andassimo a letto Flavio, il mio compagno, e io ci pensai di nuovo un'ultima volta: "Si, voglio provarlo, non ho mai potuto provare con mio marito perché lui ha sempre posto un veto assoluto ma adesso che sono libera e sto con te voglio farlo." Presi fiato guardandolo dritto negli occhi: "E' una esperienza che sento che DEVO provare prima che sia troppo tardi, e sulla soglia dei 50 anni è il momento, ma TU vuoi farlo? Sarai in grado di gestire il ruolo di Master?" - Stavolta fu lui a prendersi tempo per rispondere, e mentre parlava sentivo il freddo salire lungo il mio corpo: "No, non me la sento, ci ho pensato molto, ho cercato di forzarmi, ma no; ti ho detto che io non mi sento sicuro in questo gioco, non saprei se non sto facendo abbastanza o troppo, se supero la soglia di quello che diventerebbe tortura smettendo di essere sesso estremo o se a stento arrivo a non essere noioso." - Ero delusa, e molto. Volevo provare il BDSM, volevo provare a sottomettermi a un Master e assumere il ruolo di Slave; mi girai verso lo specchio per non guardarlo e fargli vedere che mi stavano salendo le lacrime, e vidi la mia figura riflessa: gli occhi azzurri, i capelli che ancora non avevano bisogno di colore artificiale per essere castani chiari - contrariamente a quelli del mio compagno che erano grigio ferro da qualche anno - mossi e lunghi fino al collo. Scesi con lo sguardo lungo il mio corpo coperto solo da una sottile vestaglia semitrasparente, sui seni prosperosi ma non cadenti, sui fianchi torniti. Lo specchio non mostrava altro, ma avrei visto il mio monte di venere depilato, le gambe curate dal moto che facevo ogni giorno, i piedi con lo smalto. Ero una bella donna, ma non mi sentivo completa, volevo quella esperienza che a quanto pare il destino non voleva darmi, e le lacrime cominciarono a uscire vincendo la mia caparbia resistenza; chiusi gli occhi per cacciarle indietro, sforzandomi di respirare normalmente.

Dopo qualche attimo sentii la mano destra di lui sul mio fianco, e il suo fiato vicino al mio collo: "Se vuoi posso proporti una soluzione alternativa, se può servire a soddisfare questo tuo fuoco che ti brucia: cerchiamo qualcuno esperto che sia di gradimento per entrambi, lo conosciamo, ci parliamo, magari ci ceniamo una volta assieme, e poi tu potrai avere la tua esperienza" si bloccò un secondo "o le tue esperienze, se vuoi, di sottomissione; io mi limiterò a essere li quando torni e - se vorrai - ascoltare i racconti di quello che è successo." Mentre la mano destra scendeva sulla mia natica, l'altra si impossessò del mio seno, accarezzando le zone sensibili. "Io ti amo, voglio che tu stia bene, e se questo è quello che senti di volere, facciamolo".

Mi girai asciugandomi le lacrime, e stavo finalmente sorridendo dopo molto tempo: "Grazie, so che per te è un enorme sacrificio." lo baciai, e poi proseguii "Avrei preferito che fossi tu a portarmi in questo mondo, ma accetto. Grazie!" - Facemmo l'amore quella notte, dolcemente ma con passione come non succedeva da troppo tempo, io eccitata da quello che il futuro mi riservava e lui ... non sapevo come, eccitato dal progetto di darmi a un altro uomo. Sapeva che questo significava fare sesso con un altro, ma ne era eccitato. Mi fece salire su di lui, e con il suo membro dentro di me oscillando i fianchi dettai un ritmo non veloce ma che ci portò entrambi in paradiso, scossi da brividi orgasmici che nessuno dei due ricordava da troppo, decisamente troppo tempo.

La mattina dopo, Domenica, affrontai di nuovo l'argomento facendo colazione con Flavio, e dopo aver girato un po' intorno alla domanda che mi ronzava in testa gliela posi, vincendo i miei pudori: "Come pensi di trovare un Master esperto?" - lui posò il cornetto mangiato a metà e mi disse che proprio non sapeva da dove cominciare, e mi chiese se io invece avessi già una idea di come procedere; posai anche io il cornetto già addentato per pensare, e mi balenò una idea: "Hai presente quei racconti erotici che ti ho fatto leggere, e che mi hanno riportato gli antichi pensieri di gioventù? E se contattassimo lo scrittore?" - lui inarcò un sopracciglio: "se vuoi, perché no. Sarà esperto?". Io sorridevo quando risposi "beh, da quel che scrive non pare che sia alle prime armi". Lui assentì col capo, approvando "credo tu abbia ragione. Contattiamolo con una mail, e sentiamo che ne dice. Magari neanche è interessato e sono solo racconti, oppure siamo all'altro capo del mondo e non lo sappiamo". Concludemmo la colazione parlando di cosa dire e come presentarci, e alla fine decidemmo di fare l'unica cosa sensata: dire la verità.

La mail che mandammo raccontava un po' la nostra storia, il fuoco che mi bruciava e le paure di lui che avevano portato alla decisione di contattare un estraneo per poter avere questa esperienza e gli chiedemmo se era interessato ad essere nostro ospite a cena ad un ristorante della nostra città: rispose quasi subito, il caso aveva voluto che fossimo vicini essendo toscano anche lui, accettava l'invito ma ci avvisava che pur essendo un incontro esplorativo ci sarebbero state alcune condizioni "sine qua non", la prima delle quali era mandare a lui una foto – in intimo, specificava – con in mano un cartellino con scritto "ALPHAMASTER" a pennarello, e ci chiedeva i contatti Telegram di entrambi, per contattarci in un modo più agevole. Spiegava che aveva richieste abbastanza spesso da persone che si spacciavano per donne o per coppie da aver bisogno di conferma visiva che non era il solito mitomane. Specificava anche "foto in piedi", perché gli era capitato un tizio che aveva appoggiato il cartellino sul corpo della lei in questione... addormentata.

Facemmo la foto richiesta, e la mandammo con i nostri contatti Telegram, e fu li che arrivò la risposta dopo che ci ebbe aggiunti ad un gruppo dove eravamo noi tre, in modo da scrivere una volta sola a tutti. Accettava, ma anche li poneva delle condizioni. Chiedeva di avere una foto delle mutandine e del reggiseno che avrei indossato e specificava che dovevo indossare un vestito nero, non pantaloni e camicetta. "Perché?" scrisse Flavio, ma la risposta fu "Mi serve per capire se siete decisi a seguire quel che dico o no". Niente altro.

Decidemmo la data, mandai le foto dell'intimo che avrei indossato e del vestito (giusto per essere sicura di avere la sua approvazione) e ci salutammo. Disse di contattarlo senza problemi per qualsiasi dubbio, ma soprattutto se ci fossero stati problemi per evitarci a vicenda di fare un viaggio a vuoto.

Finito lo scambio di messaggi Flavio mi guardò intensamente e chiese "Sei felice ora?" Io sorrisi, presi la sua mano e me la infilai nei pantaloni che usavo a casa fin dentro gli slip, e la portai fino alle labbra bagnate della mia vagina. "Controlla tu stesso. Sono eccitata da morire, fammi godere Flavio, ti prego!". Lui cominciò a masturbarmi entrando col medio dentro di me, poi mi tolse tutto e dopo averlo buttato da un lato si chinò tra le mie gambe allargate - così, in piedi come una troia appoggiata alla parete – e cominciò a leccarmi fino a quando non raggiunsi l'orgasmo, tremando come una foglia. Fui io poi a spogliare lui e prendere il suo pene in bocca inginocchiata davanti a lui e suggerlo e stimolarlo fino a farlo godere, bevendo tutto. Non lo avevo mai fatto, ma era come se si fosse sbloccato qualcosa in me. Avevo tirato fuori il lato selvaggio, il lato scatenato... la troia.


SEGUE

Mail dell'autore: alphamaster@mail.com
scritto il
2024-08-18
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