Il suocero ha preso il posto di mio marito.

di
genere
corna




“Inizio premettendo che quello che starete per leggere, non è il solito racconto/storia di scopate ed inculate o pompini, bensì uno spaccato di vita quotidiana dove due cuori di diversa età per esigenze e necessità si incontrano dando inizio ad una relazione sentimentale tenuta allo scura dei rispettivi coniugi però da essi approvata”

La sera del venerdì, visto e considerato l’esito dell’esame, erano diversi giorni di privazioni da parte mia, mamma e suocera preparano cena a sorpresa: senza dir nulla hanno deciso di fare una pizzata, avevo superato il trambusto della mattinata. Scendendo in taverna tiratomi su le maniche ho aiutato a preparare, con Lina ci siamo date alla preparazione del dolce, quello preferito da tutti: il tiramisù. Alle sette e mezza, bucato mio papà e scesi loro; ci sediamo tutti a tavola ed iniziamo a cenare; era tradizione di farla ogni due settimane. Mangiamo scherziamo con i ragazzi, senza parlare di quello che avrei dovuto ancora fare. Il sabato e la domenica sono trascorsi nella normalità, figli impegnati nei doveri scolastici con aiuti di marito e suocero, noi femmine al lavoro io turno doppio per recuperare le ore perse in settimana, mia suocera nella casa. (premettendo che tra me, e mio suocero dopo la mia colonscopia, si è instaurato un rapporto di confidenza però doveva essere ancora sugellato, lui nei miei confronti si è, e continuava a tenere le distanze in presenza di altre persone, un po' più libero nell’intimità. Anche raccontandomi fatti personali con la moglie, sapevo tra le altre cose che lei si lamentava il suo arnese non ………. era morto in parole semplici a me non sembrava potevo anche sbagliarmi) Il lunedì, partito mio marito per la trasferta, preparato i ragazzi come Piero li accompagna a scuola, una sosta all’edicola e commissioni di casa, io devo iniziare alle dieci e mezza, senza chiedere mi decido ad andare io al Cupa per fare la prenotazione alla visita consigliata. Vado in scooter in ospedale, non ho problemi di cercar parcheggio e faccio prima, la fila per prenotare non è lunga tre/quattro persone al massimo, il numero servito è 96, il totem mi eroga il 100 tra le addette riconosco Mariella una cara compagna di scuola vedendomi fa un sorriso guarda il tabellone mi fa segno che numero ho con la mano faccio il segno 0 (zero), scattano arriva il 99 all’impiegata vicino, lei non si è ancora liberata del signore che aveva e fa scattare il mio. Il signore finisce e mi lascia il posto; soliti convenevoli vedendo la richiesta mi chiede come mai non avevo delegato mio suocero e spiego che aveva altri impegni, e preferivo farla io questa, cerca un buco il primo disponibile era nel tardo pomeriggio, [da amica non lo consigliava perché il gyne non piaceva] controllando i giorni seguenti “fortuna vuole che causa disdetta se ne libera uno il giovedì primo pomeriggio alle tre e mezza” era perfetto, la stampante inizia a stampare fogli, solitamente ne uscivano due la prenotazione e le ricevute di pagamento del ticket questa volta dopo i due altri tre fogli, Mariella, li divide, la mia ricevuta e l’ultimo foglio e li pinza insieme, gli altri quattro idem, pago 20,66 euro non mi sembrava vero privatamente e molto di più, me li consegna e mi spiega che tra quelli da consegnare c’è un questionario da compilare per non perder tempo (la solita tiritera di ogni volta che si fa il pap-test) domande noiose, l’altro foglio allegato alla ricevuta è quello che posso e non posso e devo fare per la visita. L’ultima cosa prima di lasciarmi andare dice che a visitarmi è una donna ed è di colore ma italiana brava. La saluto e ringrazio per le premure avute nei miei confronti. Vado a lavorare, sul posto di lavoro trovo mia suocera che mi chiede cosa avevo fatto, rispondo che ho appuntamento giovedì pomeriggio. Al lunedì sera preparato il tutto per la mattina messo a letto i ragazzi, la suocera finiva di sistemare la cucina dalla borsa ho preso i fogli ricevuti al Cupa, finito si siede anche lei, il questionario personale (nulla da nascondere) semplice da compilare in dieci minuti era fatto, Lei prende il foglio pinzato alla ricevuta elencandomi i non fare, lavande interne, rapporti prima delle 72 ore, era consigliato un clistere, non mi imbarazzava doverlo fare, forse dava più fastidio a lei. Metto via i fogli andiamo a dormire, lui era nel sotto tetto con il suo hobby alla sera quando riusciva rubava un paio di ore al sonno per dedicargli. Martedì ed il mercoledì passano come tutti gli altri giorni della settimana solita rutine, la sera del mercoledì mia suocera sempre premurosa prepara l’occorrente invece di metter sul gas la solita pentola ha posizionato il pentolino del latte che contiene circa un litro di liquido forse si forse no, vedendolo, mi risponde per cosa devi fare domani una peretta da mezzo litro era sufficiente, rivolgendomi a mio suocero se mi può accompagnarmi in ospedale: lui nessuno. Non si era parlato ne alluso a nulla, il giovedì sono di riposo dopo aver preparato i ragazzi per la scuola e la colazione, lui li accompagna ed al rientro lui si ferma per l’ultima volta a bucare papà, io nell’attesa finito di sistemare le camere accendo il gas per intiepidire l’acqua con le bustine di camomilla, una veloce lavata, la suocera aveva già preparato sulla lavatrice pera e tubetto della crema. Sento aprire il cancello, stava rientrando, guardo l’orologio già le dieci e mezza. Scesa in cucina, chiedo se mi fa il clistere, è rimasto un po' spiazzato, pensavo: dice lui dopo pranzo; io meglio adesso con pentolino siamo risaliti in bagno, lo poso vicino alla pera, si lava le mani ed inizia a riempire la pera, alzo la maglietta della pelle che a mala pena mi copriva il sedere, e mi appoggio alla lavatrice, con delicatezza mi allarga le culatte e spalma un po' di vaselina sulla rosa e mi infila tutto il suo indice dentro facendomi uscire dalla bocca un leggero hai e infila la sonda che entra facilmente, ed inizia a schiacciare la pera, (quella che stavo provando era sensazione diversa dal solito clistere) in un attimo ho sentito che sfilava il beccuccio, e lui che mi invitava a stringere il sedere ed alzarmi lui posato la pera sul lavandino mi ha abbracciata da dietro ed iniziato a massaggiarmi la pancia (ed è li che ho sentito il suo arnese che ero duro, io con il sedere mi ci sono strusciata. Non resistevo più mi ha lasciata andare e mi sono liberata, finito dopo essermi lavata ed indossato una tuta sono scesa in cucina. Nel mentre era rincasata dal lavoro mia suocera. Il pomeriggio dopo la doccia il rito della vestizione (cosa mi metto: questo non va bene quello neanche) lui era già pronto in macchina non mi restava che salire ed andare alla visita, avevamo dieci minuti di anticipo, mi propone un caffè al bar io un po' sulle nuvole rispondo quando abbiamo finito, ci dirigiamo verso l’ascensore, arrivati cerchiamo l’ambulatorio era in fondo al corridoio, un infermiera ci indica la porta, non era il solo medico che visitava al pomeriggio dopo cinque minuti esce una signora sui sessanta ed il medico che si congeda da lei rassicurandola che non era nulla di grave la malattia e di farsi rivedere dopo la cura. Quasi contemporaneamente si apre una seconda ed esce una ragazza giovane con un bel pancino, accompagnata dal marito/compagno che parla con la dottoressa; congedatasi da loro si rivolge a me mi chiama per nome Francesca mi fa entrare chiamando anche mio suocero, lo guardo lui viene rosso ci fa accomodare sulle due sedie davanti alla sua scrivania, con tutta tranquillità per mettermi a mio agio ci racconta che è scura di carnagione perché la nonna materna era di provenienza somala, consegno i fogli avuti al momento della prenotazione controlla e mi chiede il perché della visita, mio suocero risponde delle visite della colon, ( l’ambulatorio non era enorme un lettino, una poltrona un ecografo la solita bilancia un paravento davanti al lettino ed un paio di vetrine, una con gli strumenti ed una con medicinali.) finisce di compilare i miei fogli ed inizia a scrivere su un vetrino in mio nome, e mi invita a spogliarmi e di rimanere in mutandine, poso gonna maglia e reggiseno sul lettino e salgo sulla bilancia sono 67 kg, ed 1,68 mt. scesa mi palpa il seno prima la destra e poi la sinistra tutto a posto mi fa mettere sulla poltrona e mi mette le sue mani sotto il sedere per farmi avvicinare al bordo (ho l’impressione e non vorrei sbagliarmi che sia ….) inizia a palparmi la pancia schiacciandomi l’appendice un leggero mio sussulto mi fa male, da un carretto sotto prende uno speculum e lo infila nel canale sento che lo gira e rigira fa i complimenti che ho l’utero che non presenta segni di infiammazione (da quindici giorni son in astinenza) chiama anche mio suocero a vederlo, e mi fa il prelievo per il pap test, finito mi fa accomodare sul lettino mi fa mettere in ginocchio con le braccia appoggiate, (io osservavo mio suocero in quel momento volevo chiedergli troppe cose, spero di ricordarmi strada facendo al ritorno a casa) di riflesso dei verti vedo e sento anche che si infila i guanti e prendere un tubetto suppongo di crema ed mi invita ad aprire le gambe in modo di mettere in mostra mia rosellina, che viene invasa dal suo indice, che arriva fino all’ampolla retale dopo avermi quasi fatto avere un amplesso lo tira fuori e mi invita a scendere e rivestirmi. Mio suocero chiede quale sistema di anticoncezionale ci consigliava, l’anello non era male, la pillola o la spirale, se ero disposta a farmi bucare l’iniezione ogni tre mesi, in finito di vestirmi mi ero andata a sedermi. Mi fa la ricetta per la puntura e mi consiglia anche di fare una cura di ricostituente Epagriseovit due scatole, dandomi tutte le istruzioni da seguire e i possibili rischi della puntura, rivolgo lo sguardo a mio suocero come per dirgli sei contento e si mette a ridere. Ci consegna le due ricette e ci congeda. Prendo mio suocero per mano ed andiamo verso l’ascensore parlando, “Sei contento? ti è piaciuta, sono stata brava?” , arriva entriamo e come si chiudono le porte senza dirmi niente mi prende e mi bacia sulla bocca, le nostre bocche rimangono attaccate fino all’arrivo al pian terreno, ci fermiamo al bar a bere il caffè, avevo la patata in fiamme e la rosa desiderosa, non avevo mai permesso a mio marito il coito anale, però era arrivato il momento di farlo però non a lui ma a suo padre.



Scusatemi per il dilungarmi, voglio che abbiate una visione chiara della situazione.
scritto il
2024-10-08
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