Ritornando indietro col tempo.
di
Luisa Miller
genere
confessioni
Ritornando indietro con il tempo mi vengono in mente episodi trascorsi, a volte chi legge potrebbe sembrare pura fantasia iniziai da quando a quattordici anni per pura scommessa mamma aveva bisogno di una cura antidolorifica a base di iniezioni e mi son detto che quello sarebbe potuto diventare il mio lavoro, dalla mia parte ho trovato chi mi ha dato supporto si è messo a disposizione a farmi da cavia perché imparassi migliorando il mio operato, un ruolo importante è l’aiuto del Dott. Stefano che mi a sempre trattato come un nipote era il Farmacista colui che mi ha dato l’input per nascere/crescere come uomo che infermiere, il mio mentore il presidente della Croce (che era un ginecologo che tanto mi ha invogliato a studiare per diventare ostetrico). Negli ultimi due anni di scuola prima del diploma c’era stato consigliato di cercarsi un ente per avere dei crediti aggiuntivi, ero già iscritto come volontario della Croce e mi ha facilitato il tutto. Ritorniamo ai fatti.
Un lunedì sera del mese di Novembre all’epoca avevo quasi diciannove anni, ero in farmacia per acquistare della Vivinc e di Dibase per mamma, in Farmacia sembrava una panetteria, c’era un po' di confusione mi metto in coda, la dottoressa serviva un signore che ritirava delle compresse per la pressione, il commesso Gabriele (futuro farmacista) serviva una signora che ritirava dei pannoloni/mutandina, il dottore Stefano che è alle prese con una Signora/ina bella donna distinta alta 1,70 circa, una faccia arrogante e saputella (vestita con gomma e stivali fino al ginocchio non indossava ne calze neppure collant, sopra una mantella ed una sciarpa che copriva in parte la faccia), doveva iniziare subito la cura che prevedeva due iniezioni; mattina e sera per 12 giorni. Io ero assorto con cellulare a rispondere agli SMS non seguivo il loro discorso il dottore vedendomi me la presenta elogiando le mie capacità, Lei non sapeva a chi rivolgersi aveva due possibilità che proponeva il Dott. Stefano, uno non riusciva a contattarlo l’altra ero io. faccio subito presente: non sono un infermiere pero avevo pratica ne avevo già fatte a parenti ed amici e non sono mai lamentati. Lei con fare sfrondato “Guarda che io ti ricompenso bene fino a che non trovo un sostituto: la mia è necessita, che risentito rispondo che gliele faccio gratuitamente senza compenso e per fare un piacere al Dottore, rendendomi anche io antipatico Interviene Stefano a mio favore elogiando il mio operato e la riservatezza. Lei, ok andiamo il farmacista consegna la busta con le scatole dei medicinali e siringhe ed una scatola con i nuovi tamponi disinfettanti che contengono della lidocaina con l’attenzione di aprirli al momento di massaggiare il lato dove iniettare. Gabriella mi passa la borsa ed andiamo verso casa sua, mi dice di abitare vicino, ribadisco che ho poco tempo che mi devo sbrigare, a distanza un centinaio di metri, mentre camminavamo verso casa mi dice di non avere fretta e nella preparazione prendermi il tempo necessario, [tra me e me pensavo senz’altro, quando sei con il culo all’’aria ti faccio passare la voglia di fare la figa], entriamo in casa prima cosa, mi chiede di togliermi le scarpe ed indossare delle ciabattoni lei fa la stessa cosa, li toglie rimane in calzettoni. Appoggio la borsa, chiedo dopo posso lavarmi le mani, mi indica la porta dopo il bagno. E’ in cucina che aspetta indossa una guaina nera, una maglia della pelle con il reggiseno nero. Segue tutti movimenti, quando ormai pronto chiedo come vuole mettersi perchè possa fargli l’iniezione. Lei brillantemente esce che non voleva più farla, alche mi sono arrabbiato insultandola e minacciandola; prima mille domande, tutte le precauzioni da prendere, poso la siringa sul tavolo e vado all’ingresso quando sono per aprire la porta, Lei mi dice di aspetta e di ritornare indietro, la vedo con il viso basso che guardava a terra con le mani scendevano la guaina, si piega sul tavolo mettendo in mostra il suo sedere bianco, la rosellina che gridava fammi di tutto e la phiga pelosa. riprendo la siringa e tampone; mi inginocchio ed inizio a disinfettare la zona con piacere immenso, pizzico la natica e buco, lei mi chiede se stavo godendomi lo spettacolo del posteriore io stavo già iniettando il medicinale abbastanza doloroso ed avevo quasi finito, non ci credeva, finchè non ha visto che con la destra massaggiavo e la sinistra appoggiavo la siringa. Guardandola in viso sorridente mi ringrazia e mentre toglie l’intimo dico che sarebbe meglio che dedicasse anche qualche mezz’ora alla cura del corpo con delle creme/corpo. Mi chiede il mattino seguente che ora potevo andare per farle il secondo buco, rispondo alle sette e mezza se andava bene, lei conferma. Prima di uscire lascio il mio numero di cellulare.
Un lunedì sera del mese di Novembre all’epoca avevo quasi diciannove anni, ero in farmacia per acquistare della Vivinc e di Dibase per mamma, in Farmacia sembrava una panetteria, c’era un po' di confusione mi metto in coda, la dottoressa serviva un signore che ritirava delle compresse per la pressione, il commesso Gabriele (futuro farmacista) serviva una signora che ritirava dei pannoloni/mutandina, il dottore Stefano che è alle prese con una Signora/ina bella donna distinta alta 1,70 circa, una faccia arrogante e saputella (vestita con gomma e stivali fino al ginocchio non indossava ne calze neppure collant, sopra una mantella ed una sciarpa che copriva in parte la faccia), doveva iniziare subito la cura che prevedeva due iniezioni; mattina e sera per 12 giorni. Io ero assorto con cellulare a rispondere agli SMS non seguivo il loro discorso il dottore vedendomi me la presenta elogiando le mie capacità, Lei non sapeva a chi rivolgersi aveva due possibilità che proponeva il Dott. Stefano, uno non riusciva a contattarlo l’altra ero io. faccio subito presente: non sono un infermiere pero avevo pratica ne avevo già fatte a parenti ed amici e non sono mai lamentati. Lei con fare sfrondato “Guarda che io ti ricompenso bene fino a che non trovo un sostituto: la mia è necessita, che risentito rispondo che gliele faccio gratuitamente senza compenso e per fare un piacere al Dottore, rendendomi anche io antipatico Interviene Stefano a mio favore elogiando il mio operato e la riservatezza. Lei, ok andiamo il farmacista consegna la busta con le scatole dei medicinali e siringhe ed una scatola con i nuovi tamponi disinfettanti che contengono della lidocaina con l’attenzione di aprirli al momento di massaggiare il lato dove iniettare. Gabriella mi passa la borsa ed andiamo verso casa sua, mi dice di abitare vicino, ribadisco che ho poco tempo che mi devo sbrigare, a distanza un centinaio di metri, mentre camminavamo verso casa mi dice di non avere fretta e nella preparazione prendermi il tempo necessario, [tra me e me pensavo senz’altro, quando sei con il culo all’’aria ti faccio passare la voglia di fare la figa], entriamo in casa prima cosa, mi chiede di togliermi le scarpe ed indossare delle ciabattoni lei fa la stessa cosa, li toglie rimane in calzettoni. Appoggio la borsa, chiedo dopo posso lavarmi le mani, mi indica la porta dopo il bagno. E’ in cucina che aspetta indossa una guaina nera, una maglia della pelle con il reggiseno nero. Segue tutti movimenti, quando ormai pronto chiedo come vuole mettersi perchè possa fargli l’iniezione. Lei brillantemente esce che non voleva più farla, alche mi sono arrabbiato insultandola e minacciandola; prima mille domande, tutte le precauzioni da prendere, poso la siringa sul tavolo e vado all’ingresso quando sono per aprire la porta, Lei mi dice di aspetta e di ritornare indietro, la vedo con il viso basso che guardava a terra con le mani scendevano la guaina, si piega sul tavolo mettendo in mostra il suo sedere bianco, la rosellina che gridava fammi di tutto e la phiga pelosa. riprendo la siringa e tampone; mi inginocchio ed inizio a disinfettare la zona con piacere immenso, pizzico la natica e buco, lei mi chiede se stavo godendomi lo spettacolo del posteriore io stavo già iniettando il medicinale abbastanza doloroso ed avevo quasi finito, non ci credeva, finchè non ha visto che con la destra massaggiavo e la sinistra appoggiavo la siringa. Guardandola in viso sorridente mi ringrazia e mentre toglie l’intimo dico che sarebbe meglio che dedicasse anche qualche mezz’ora alla cura del corpo con delle creme/corpo. Mi chiede il mattino seguente che ora potevo andare per farle il secondo buco, rispondo alle sette e mezza se andava bene, lei conferma. Prima di uscire lascio il mio numero di cellulare.
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