Appuntamento con Watsapp
di
Luisa Miller
genere
confessioni
Ormai con i telefonini e tutte le app non si hanno più le emozioni che una volta percepivi quando ti chiamavano. Ho iniziato a praticare iniezioni per bisogno quando avevo quattordici anni, mamma era rincasata con un brutto mal di schiena e per necessità le ho fatto il primo mio buco, la mia cavia dopo di lei il babbo. Poi tranquillità fino a quando compiuti i 18 anni mi sono iscritto come volontario nella Croce, frequentavo ancora la scuola di perito con ottimi risultati ed ho capito che finito i cinque anni avrei dovuto prendere il diploma di infermiere, e cosi mi iscrissi al primo anno che per comodità era fatto anche pomeridiano e serale.
Ricordo il primo vero approccio la richiesta della Zia Elena, mamma del mio migliore amico, che andando a chiamarlo per uscire e non essendo in casa venni fermato da lei, bisognosa di aiuto, fu proprio lei che mi lancio e fece pubblicità anche tra le conoscenti.
Martedì sera ricevo un messaggio su watsapp, molto stringato: “Buona sera, avrei bisogno del suo operato, il mio indirizzo è via fratelli Calvi n°. Mi faccia sapere a che ora può venire. Grazie Daniela” Rispondo: Finisco in ambulatorio alle 17,15 arrivo. Chiudo, mi avvio alla chiamata, mi viene ad aprire una Signora sui 55/57 anni, con un vestito verde un paio di infradito tipo mare dal vestito lascava intravvedere il reggiseno bianco, mi fa accomodare in cucina, il tempo era dalla mia. Appoggio la borsa sul divano e mi faccio spiegare di cosa ha bisogno, seduti al tavolo dove sopra era posato il flacone del disinfettante e una borsa della farmacia. Lei mi spiega che rimasta vedova da poco più di un paio di mesi sentendosi depressa dopo un’accurata visita il medico di famiglia gli ha prescritto una cura di iniezioni Cernevit tre scatole. Ha avuto il mio numero dalla Farmacista, mentre preparavo l’iniezione, guardando le mie mani osservava piangendo mi dice di esser rimasta vedova senza figli dopo quasi trentacinque anni di matrimonio e più di una volta osservava suo marito mentre preparava il necessario per Lei o per gli amici, un’altra coppia coetanei con figlia che si frequentavano da giovani. Finito la preparazione, si alza e mi chiede di seguirla in camera, osservandola da dietro (come solito mio) scommettevo tra me e me che colore aveva l’intimo. Percorrendo la poca strada che divideva la cucina dalla camera l’avviso iniettando può sentir male. Mi ringrazia, arrivati un letto all’antica in legno alto senza esagerare 80 cm da terra appoggiandosi non faceva bisogno di distendersi mette subito le braccia sotto la testa il vestito si alza e mette in mostra parte del suo sedere per poter fare la puntura devo alzarle il vestito non porta intimo e mi trovo davanti un lato B degno di esser ammirato carino qualche leggera sacca di cellulite che per altro neanche si notano, facendo i complimenti cerco prima la sinistra e poi la destra la culatta dove iniziare la cura, toccandola con il cotone bagnato un leggero irrigidimento da parte sua, il contatto con l’alcool da una sensazione di freddo, un leggero pizzicotto ed infilo l’ago in profondità a metà medicinale Daniela mi chiede di fermarmi perchè brucia, lo avevo messo in conto. Finisco, continuo con il massaggio per permettere che il medicinale venga assorbito e l’aiuto a rimettersi in piedi. Metto via siringa e fiale vuote lasciandola che continua a strofinarsi mi accompagna ad arrivederci a domani.
Tutto il girono nella routine di sempre: visite, consulti non vedevo l’ora che arrivasse la sera per godermi la visione di quel lato anche se non più giovane sinceramente bello. Volevo conoscerla meglio (non avevo bisogno di buchi per sfogarmi, però ……….) Chiudo l’ambulatorio senza essermi prima preso una fiala di lidocaina e mi avvio verso casa di Daniela, posteggio lo scooter e mi avvio, suono il campanello mi viene ad aprire una Signora (foulard in testa, uno scamiciato da casa un paio di bottoni mancanti altezza ombelico, l’apertura tralascia vedere il colore di una guaina elasticizzata contenitiva color cane anche lei degli stessi anni mi fa accomodare e mi dice che è in doccia perché avevano appena finito di cambiare le tende (lavoro che prima solitamente era il marito ad aiutarla). Chiede chi ha suonato, risponde: dice il ragazzo. Sul tavolo tutto l’occorrente mentre l’aspetto inizio a preparare il batuffolo di cotone dalla confezione il flaconcino con la fiala di solvente e dalla borsa prendo la mia di lido, tempo di preparare l’iniezione arriva in accappatoio e asciugamano in testa, si avvicina al Cristina che da buon’amica la sorregge e le alza l’accappatoio mettendo in mostra le forme di un magnifico lato B, mi abbasso dopo aver con l’indice cercato sulla culatta sinistra il punto da iniettare disinfetto e buco senza un benchè minimo lamento da parte sua, finito massaggio e mi alzo. La frase che mi è rimasta nella mente, Cristina chiedendole “le faceva meglio il tuo povero marito o Lui?” Daniela “in tutta sincerità preferisco Lui”. Rimetto tutto nelle scatole salutandole con un arrivederci a domani.
Rientrando a casa, sul campanello trovo un post it, con una “E” scritta sopra, lascio le chiave nella serratura e chiudo la porta, con il cellulare faccio uno squillo alla “E”, mi infilo faccio una veloce doccia (anche se non ne avevo voglia) tempo di asciugarmi la porta si apre, mette le chiavi sulla consolle e viene diretta in bagno, ha una tutina pigiama rosa, che non avesse il reggiseno si vedeva distante un miglio, non faccio a tempo di mettermi gli slip che con fare veloce E. a mio fratello in mano che lo accarezza ed inginocchiata lo prende in bocca. E. per fare certi lavoretti era la fine del mondo mi fa un pompino che mi svuota letteralmente l’anima finito l’aiuto a rialzarsi e aperto la giacca e le palpo il seno e perché non leccarlo e succhiarlo, con la mano sinistra libera abbasso i pantaloni ed infilo un dito nel buchino del lato “B” abbastanza pulito, non mi resta altro che prenderla per mano e dirigermi in camera dove con due cuscini sotto la pancia sul mio letto lo soddisfarla con un inculata senza che avesse dei lamenti ,non è stato un problema venuta Lei venuto io, prima di tirarlo fuori ho irrorato bene l’intestino obbligandola a servirsi del bagno prima di andare a casa. Ringraziandomi come sempre per il tempo che le dedico, mi confida che vorrebbe un secondo figlio, e stava provando con il marito.
Il seguito è una continuazione di sorprese che racconterò prossimamente
Ricordo il primo vero approccio la richiesta della Zia Elena, mamma del mio migliore amico, che andando a chiamarlo per uscire e non essendo in casa venni fermato da lei, bisognosa di aiuto, fu proprio lei che mi lancio e fece pubblicità anche tra le conoscenti.
Martedì sera ricevo un messaggio su watsapp, molto stringato: “Buona sera, avrei bisogno del suo operato, il mio indirizzo è via fratelli Calvi n°. Mi faccia sapere a che ora può venire. Grazie Daniela” Rispondo: Finisco in ambulatorio alle 17,15 arrivo. Chiudo, mi avvio alla chiamata, mi viene ad aprire una Signora sui 55/57 anni, con un vestito verde un paio di infradito tipo mare dal vestito lascava intravvedere il reggiseno bianco, mi fa accomodare in cucina, il tempo era dalla mia. Appoggio la borsa sul divano e mi faccio spiegare di cosa ha bisogno, seduti al tavolo dove sopra era posato il flacone del disinfettante e una borsa della farmacia. Lei mi spiega che rimasta vedova da poco più di un paio di mesi sentendosi depressa dopo un’accurata visita il medico di famiglia gli ha prescritto una cura di iniezioni Cernevit tre scatole. Ha avuto il mio numero dalla Farmacista, mentre preparavo l’iniezione, guardando le mie mani osservava piangendo mi dice di esser rimasta vedova senza figli dopo quasi trentacinque anni di matrimonio e più di una volta osservava suo marito mentre preparava il necessario per Lei o per gli amici, un’altra coppia coetanei con figlia che si frequentavano da giovani. Finito la preparazione, si alza e mi chiede di seguirla in camera, osservandola da dietro (come solito mio) scommettevo tra me e me che colore aveva l’intimo. Percorrendo la poca strada che divideva la cucina dalla camera l’avviso iniettando può sentir male. Mi ringrazia, arrivati un letto all’antica in legno alto senza esagerare 80 cm da terra appoggiandosi non faceva bisogno di distendersi mette subito le braccia sotto la testa il vestito si alza e mette in mostra parte del suo sedere per poter fare la puntura devo alzarle il vestito non porta intimo e mi trovo davanti un lato B degno di esser ammirato carino qualche leggera sacca di cellulite che per altro neanche si notano, facendo i complimenti cerco prima la sinistra e poi la destra la culatta dove iniziare la cura, toccandola con il cotone bagnato un leggero irrigidimento da parte sua, il contatto con l’alcool da una sensazione di freddo, un leggero pizzicotto ed infilo l’ago in profondità a metà medicinale Daniela mi chiede di fermarmi perchè brucia, lo avevo messo in conto. Finisco, continuo con il massaggio per permettere che il medicinale venga assorbito e l’aiuto a rimettersi in piedi. Metto via siringa e fiale vuote lasciandola che continua a strofinarsi mi accompagna ad arrivederci a domani.
Tutto il girono nella routine di sempre: visite, consulti non vedevo l’ora che arrivasse la sera per godermi la visione di quel lato anche se non più giovane sinceramente bello. Volevo conoscerla meglio (non avevo bisogno di buchi per sfogarmi, però ……….) Chiudo l’ambulatorio senza essermi prima preso una fiala di lidocaina e mi avvio verso casa di Daniela, posteggio lo scooter e mi avvio, suono il campanello mi viene ad aprire una Signora (foulard in testa, uno scamiciato da casa un paio di bottoni mancanti altezza ombelico, l’apertura tralascia vedere il colore di una guaina elasticizzata contenitiva color cane anche lei degli stessi anni mi fa accomodare e mi dice che è in doccia perché avevano appena finito di cambiare le tende (lavoro che prima solitamente era il marito ad aiutarla). Chiede chi ha suonato, risponde: dice il ragazzo. Sul tavolo tutto l’occorrente mentre l’aspetto inizio a preparare il batuffolo di cotone dalla confezione il flaconcino con la fiala di solvente e dalla borsa prendo la mia di lido, tempo di preparare l’iniezione arriva in accappatoio e asciugamano in testa, si avvicina al Cristina che da buon’amica la sorregge e le alza l’accappatoio mettendo in mostra le forme di un magnifico lato B, mi abbasso dopo aver con l’indice cercato sulla culatta sinistra il punto da iniettare disinfetto e buco senza un benchè minimo lamento da parte sua, finito massaggio e mi alzo. La frase che mi è rimasta nella mente, Cristina chiedendole “le faceva meglio il tuo povero marito o Lui?” Daniela “in tutta sincerità preferisco Lui”. Rimetto tutto nelle scatole salutandole con un arrivederci a domani.
Rientrando a casa, sul campanello trovo un post it, con una “E” scritta sopra, lascio le chiave nella serratura e chiudo la porta, con il cellulare faccio uno squillo alla “E”, mi infilo faccio una veloce doccia (anche se non ne avevo voglia) tempo di asciugarmi la porta si apre, mette le chiavi sulla consolle e viene diretta in bagno, ha una tutina pigiama rosa, che non avesse il reggiseno si vedeva distante un miglio, non faccio a tempo di mettermi gli slip che con fare veloce E. a mio fratello in mano che lo accarezza ed inginocchiata lo prende in bocca. E. per fare certi lavoretti era la fine del mondo mi fa un pompino che mi svuota letteralmente l’anima finito l’aiuto a rialzarsi e aperto la giacca e le palpo il seno e perché non leccarlo e succhiarlo, con la mano sinistra libera abbasso i pantaloni ed infilo un dito nel buchino del lato “B” abbastanza pulito, non mi resta altro che prenderla per mano e dirigermi in camera dove con due cuscini sotto la pancia sul mio letto lo soddisfarla con un inculata senza che avesse dei lamenti ,non è stato un problema venuta Lei venuto io, prima di tirarlo fuori ho irrorato bene l’intestino obbligandola a servirsi del bagno prima di andare a casa. Ringraziandomi come sempre per il tempo che le dedico, mi confida che vorrebbe un secondo figlio, e stava provando con il marito.
Il seguito è una continuazione di sorprese che racconterò prossimamente
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