La zia Elena 2

di
genere
confessioni

Non potevo credere a ciò che stavo vivendo, una situazione presente da anni solo nelle mie più remote e inarrivabili fantasie erotiche: la Zia Elena, (zia così la chiamavo io, come Giulio zia mia mamma) era la mamma del mio miglior amico, mi aveva chiesto un’imbarazzante cortesia, ……………“Zia, cosa dici… non è il caso che vada al pronto soccorso, ecco… se, come ha detto te, ti posso aiutare. ”Certo, capisco il tuo imbarazzo, lo sai che con me non devi porti problemi. ”Quante volte ti ho visto in intimo” “Io, faccio conto di farlo alla mamma, come spesso succede o quando la pungo per le punture, mi stavo portando avanti” Lei prontamente “ tra un mese devo fare l’antitetanica di richiamo”………………… …………….Aveva anche un brutto livido bluastro sulla coscia destra, sicuramente quando le hanno fatto la puntura antitetanica, le hanno preso un capillare………………. I giorni passano tranquilli, la zia mi ha aiutato non poco a far pubblicità, dovevo solo aspettare paziente, arriviamo il giorno 14 come d’accordo sento un sms sul telefono, controllo era Lei che diceva di aspettarmi alle 17,30 per l’antitetanica, rispondo “Ok”. Arrivato, suono al portone solito modo, si apre salgo; sola in casa chiude la porta dietro di me e mi abbraccia quasi ...... mettendomi la lingua in bocca, mio fratello era già sul chi va là, lo capisce fa finta di nulla. Andiamo in cucina, mi offre un caffè, chiedo come sta, mi fa vedere il dito tutto a posto, era contenta. Chiede se mi son visto con Giulio, e se mi ha detto della situazione con sua zia dico di si, “lei, sospira cosa ci vuoi fare” e chiudiamo il discorso su quell’argomento. Sul mobile in cucina aveva già preparato la scatola dell’antitetanica e il cotone con l’alcool, vedevo che avrebbe voluto toglierlo subito il pensiero. “Lei stessa, dopo aver sorseggiato il caffè mi disse; - togliamoci sto pensiero, ”Mi alzai, presi la scatola dell’antitetanica, mi metto a preparare tutto l'occorrente, la aprii preparai il cotone imbevuto di alcool, e le chiesi dove voleva mettersi, Lei sorridendo: andiamo in camera da letto Ammonendomi Cerca di non farmi male, va bene? ” –“Ma… ma certo, come potrei… Le prometto che userò la massima attenzione, sta tranquilla… , rilassati… ” –“Ok, ok… Cercherò… Mi fido di te, anche se sei un pasticcione… ”– Sentii che lo aveva detto sorridendo affettuosamente, anche se con una comprensibile punta di imbarazzo. A questo punto la scena . ... che mi si parò davanti aveva del surreale!!! si tirò lentamente su l’abito scoprendo uno slippino nero molto esiguo che non riusciva a contenere quel culo ancora più bello ed eccitante di quello che avevo fatto venti giorni prima il clistere sempre fantasticato, …Finito di iniettare il liquido: -Allora.... Ti è piaciuto?- massaggiai profondamente e in silenzio poi, con altrettanta quiete, mi alzai per buttare la siringa lasciandole l’ovatta sull’iniezione e il tempo di riprendersi e gli chiese con aria impertinente, rompendo il silenzio, -Si, hai la mano d'oro- rispose questa con l'aria innocente ma lo sguardo complice.ci guardammo, negli occhi ed entrambi avevano capito senza bisogno di ulteriori parole, si alzo dal letto mi si attacco alle braccia e mi limonò.
Un altro breve racconto che ho pensato di postare è questo:
Guardo che mi ha cercato, ed un messaggio: Elena “ho bisogno: quando ci possiamo vedere? Io… “sono in casa fino alle 14,30”…. Lei “mangio un toast ed arrivo alle 13,00”

Alle tredici arriva tutta affannata, sono passata in farmacia ho comprato questo, e pensavo di riuscire da sola, non riesco proprio….“che problema hai”, “E’ questo cavolo di…esitò…di clistere…” ! Mi avvicinai e vidi che non riusciva a montare quel piccolo aggeggio che doveva risolvere il suo problema. Si stava spazientendo sempre di più. “Non ci capisco niente, sembrava comodo”, ” lo sistemo io…” Mi guardò “Ok, fai tu “---- “se vuoi ……te lo faccio io”---“Ok” ----“Appoggiati al tavolo” dissi con un filo di voce. Da sotto la gonna avevo già visto scorrere prima i collant poi le mutandine nere. Appoggiò le mani al tavolo e si sollevò la gonna dicendo: “sono pronta …” Feci uscire un po’ di liquido dal clistere con quello le umettai il buchetto. Stavo continuando in quell’operazione quando, senza voltarsi, “sbrigati, se puoi” …” Con due dita le allargai il sedere e con l’altra mano le infilai il clistere. In un attimo finì tutto. Guardandole il sedere, si vedeva ancora il segno della prima antitetanica mentre della seconda neanche l’ombra. Detti una pacca sul culo. Lei si sollevò abbassandosi la gonna. E corse in bagno a scaricarsi. Uscì da bagno viene in cucina sistemandosi collant e gonna, prese il caffè e ritorno al lavoro. Baciandomi al suo solito modo.
scritto il
2024-10-20
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