Erminia, continua
di
Luisa Miller
genere
confessioni
………………..continuando “Elena ha detto di rivolgermi a te, sempre disponibile anche per le punture” in effetti. Vedere allattare, è sempre stata una bella visione……………………….
Purtroppo il mio sogno non si era avverato, le prime volte la incontravo abbassava lo sguardo per terra, altre volte quando la incrociavo in ascensore che andavo da Giulio lei diventava rossa come un peperone, Erminia non ebbe più bisogno del mio aiuto, il tempo scorreva il piccolo cresceva ha otto mesi, la ricordavo con la carrozzina, poi il passeggino e lui che iniziava ad affacciarsi al mondo intorno i primi gridolini, gli strilli, sorridente, (rispecchiava quello che si leggeva su alcuni forum sullo stato femminile durante l’allattamento, e quello che si era detto durante le prime lezioni al corso). ……………………………… Fino ad un pomeriggio che, finito commissioni, ero nel box a divertirmi, uno squillo del cellulare penso …..ai soliti rompiscatole, no !! era Erminia, “Ciao, hai impegni? Puoi venire?” …io: Arrivo, tempo di chiudere il box via con il motorino. Premo il tasto del citofono, risponde e sotto sotto un verso di un bambino, l’ascensore è occupato salgo le scale arrivo con l’affanno, lei in cucina da Elena che ha in braccio Roberto me lo ha lasciato tu Sali Erminia ti aspetta ti ho già preparato quello che serve, (sul tavolo trovo l’attrezzatura, una bottiglia con acqua e camomilla), ha lasciato la chiave, entro chiedo permesso esce dal bagno con un asciugamano in mano, l’esclamazione per fortuna che sei qua, io; potevi chiamarmi senza aspettare, la sua risposta: non mi osavo. Indossa il solito scamiciato a righe bianche e blu con delle ancore disegnate, chiuso all’altezza seno da due bottoni, ed altri due aperti che lasciano vedere il reggiseno bianco da allattamento, ci mettiamo in sala sistema l’asciugamano che aveva in mano, tolgo il quadro per appendere la sacca pronta, chiedo la sua cannula da applicare per prenderla nell’ultimo cassetto del mobile si piega a novanta gradi mettendo in mostra sedere e ……. ormai vestita di un pelo riccio nero, mi porge il tubetto del gel. Mentre preparo, si toglie quello che può chiamarsi vestito, rimane in reggiseno, e si distende sul divano, lubrifico bene la cannula e rosellina (aveva dei piccoli taglietti quasi impercettibili dovuti forse agli sforzi per ……… )con la sinistra apro la culatta chiedo di fare un bel respiro, ed infilo la sonda nei primi quattro/cinque centimetri entra con difficoltà, (purtroppo Erminia cercando di far meno male possibile dalla bocca si lascia sfuggire dei piccoli hai) la ruoto per permettere al liquido di entrare, massaggio la pancia, la masturbo le procuro un orgasmo, mi viene spontaneo chiederle quando non ha un rapporto; mi risponde: da quindici giorni e l’ultima volta anche senza soddisfazione solo per accontentare il marito che la sera precedente, rimanendo a becco asciutto e la gigia reclamava, con la mano destra massaggio il culo, Erminia è una delle poche donne che desideravo, avrei fatto carte false per possederla. Incominciava a fidarsi ed ha rilassarsi in mia presenza, rientrata a casa quando era stato per togliere il punto dimenticato, “mi dice che il lunedì avrebbe portato il bimbo a fare il vaccino e se c’era il dottore chiedeva visto che allattava ancora se era possibile prendere del ricostituente perché si sentiva stanca”, non guardando la sacca si fosse svuotata, con la mano stringo la culatte e cerco di trattenerla non resiste, tirandolo fuori lei è scappata di corsa in bagno, arrivavano strani rumori, affacciandomi sulla porta mi guarda non arrabbiata che la osservavo, con la mia faccia di bronzo:” hai paura che ti mangio ?”. Lei, no, non mi aveva mai vista nessuno seduta in bagno, non ti devi preoccupare, non sei la prima e neanche l’ultima. Lei si è rasserenata. [effettivamente escluso mamma, neanche da contare] era veramente la prima, dovevo bleffare, ed è un bleffo che poi mi è tornato molto, ma molto utile. Mi chiede se ho fretta, perché vuole farsi una doccia, tranquilla visto che Roberto e con Elena, dico di no, e scherzando: devo lavarti la schiena non me lo fa ripetere due volte; Volentieri dice lei, lavare ed asciugare. Mentre si riveste risistemo gli attrezzi e scendiamo. Nel tratto tra il quinto ed il secondo piano, con un rapido gesto schiaccio il pulsante dello stop, ci siamo messi la lingua in bocca come due ragazzini. Arrivati da Elena, l’esclamazione avete già fatto? Risponde, si
Purtroppo il mio sogno non si era avverato, le prime volte la incontravo abbassava lo sguardo per terra, altre volte quando la incrociavo in ascensore che andavo da Giulio lei diventava rossa come un peperone, Erminia non ebbe più bisogno del mio aiuto, il tempo scorreva il piccolo cresceva ha otto mesi, la ricordavo con la carrozzina, poi il passeggino e lui che iniziava ad affacciarsi al mondo intorno i primi gridolini, gli strilli, sorridente, (rispecchiava quello che si leggeva su alcuni forum sullo stato femminile durante l’allattamento, e quello che si era detto durante le prime lezioni al corso). ……………………………… Fino ad un pomeriggio che, finito commissioni, ero nel box a divertirmi, uno squillo del cellulare penso …..ai soliti rompiscatole, no !! era Erminia, “Ciao, hai impegni? Puoi venire?” …io: Arrivo, tempo di chiudere il box via con il motorino. Premo il tasto del citofono, risponde e sotto sotto un verso di un bambino, l’ascensore è occupato salgo le scale arrivo con l’affanno, lei in cucina da Elena che ha in braccio Roberto me lo ha lasciato tu Sali Erminia ti aspetta ti ho già preparato quello che serve, (sul tavolo trovo l’attrezzatura, una bottiglia con acqua e camomilla), ha lasciato la chiave, entro chiedo permesso esce dal bagno con un asciugamano in mano, l’esclamazione per fortuna che sei qua, io; potevi chiamarmi senza aspettare, la sua risposta: non mi osavo. Indossa il solito scamiciato a righe bianche e blu con delle ancore disegnate, chiuso all’altezza seno da due bottoni, ed altri due aperti che lasciano vedere il reggiseno bianco da allattamento, ci mettiamo in sala sistema l’asciugamano che aveva in mano, tolgo il quadro per appendere la sacca pronta, chiedo la sua cannula da applicare per prenderla nell’ultimo cassetto del mobile si piega a novanta gradi mettendo in mostra sedere e ……. ormai vestita di un pelo riccio nero, mi porge il tubetto del gel. Mentre preparo, si toglie quello che può chiamarsi vestito, rimane in reggiseno, e si distende sul divano, lubrifico bene la cannula e rosellina (aveva dei piccoli taglietti quasi impercettibili dovuti forse agli sforzi per ……… )con la sinistra apro la culatta chiedo di fare un bel respiro, ed infilo la sonda nei primi quattro/cinque centimetri entra con difficoltà, (purtroppo Erminia cercando di far meno male possibile dalla bocca si lascia sfuggire dei piccoli hai) la ruoto per permettere al liquido di entrare, massaggio la pancia, la masturbo le procuro un orgasmo, mi viene spontaneo chiederle quando non ha un rapporto; mi risponde: da quindici giorni e l’ultima volta anche senza soddisfazione solo per accontentare il marito che la sera precedente, rimanendo a becco asciutto e la gigia reclamava, con la mano destra massaggio il culo, Erminia è una delle poche donne che desideravo, avrei fatto carte false per possederla. Incominciava a fidarsi ed ha rilassarsi in mia presenza, rientrata a casa quando era stato per togliere il punto dimenticato, “mi dice che il lunedì avrebbe portato il bimbo a fare il vaccino e se c’era il dottore chiedeva visto che allattava ancora se era possibile prendere del ricostituente perché si sentiva stanca”, non guardando la sacca si fosse svuotata, con la mano stringo la culatte e cerco di trattenerla non resiste, tirandolo fuori lei è scappata di corsa in bagno, arrivavano strani rumori, affacciandomi sulla porta mi guarda non arrabbiata che la osservavo, con la mia faccia di bronzo:” hai paura che ti mangio ?”. Lei, no, non mi aveva mai vista nessuno seduta in bagno, non ti devi preoccupare, non sei la prima e neanche l’ultima. Lei si è rasserenata. [effettivamente escluso mamma, neanche da contare] era veramente la prima, dovevo bleffare, ed è un bleffo che poi mi è tornato molto, ma molto utile. Mi chiede se ho fretta, perché vuole farsi una doccia, tranquilla visto che Roberto e con Elena, dico di no, e scherzando: devo lavarti la schiena non me lo fa ripetere due volte; Volentieri dice lei, lavare ed asciugare. Mentre si riveste risistemo gli attrezzi e scendiamo. Nel tratto tra il quinto ed il secondo piano, con un rapido gesto schiaccio il pulsante dello stop, ci siamo messi la lingua in bocca come due ragazzini. Arrivati da Elena, l’esclamazione avete già fatto? Risponde, si
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