Parole e carezze

di
genere
masturbazione

La potenza delle tue parole, inequivocabili, forti, dirette, erotiche, a tratti di una sconcezza pornografica mi hanno tenuto in tensione tutto il giorno. Ogni tuo messaggio che mi giungeva andava dritto al cervello. Sei fatto così non conosci la tregua. Sai che sto lavorando, che fatico a concentrarmi ma con una regolarità da contabile accendi la mia passione come solo un amante sa fare.
Rileggo l'ultimo messaggio mentre salgo in ascensore. Entro in casa con la sicurezza di essere sola ancora per un'ora.
Entro nella stanza da letto, mi tolgo le mutandine che recitano ciò che ho patito, alzo la gonna e mi sfioro con un dito, saggiando tutta l'umidità.
Abbasso la cerniera sfilandomi la gonna, tolgo la camicia rimanendo completamente nuda. Inizio a solleticarmi il clitoride con il pollice tracciando piccoli cerchi delicati.
Vado con grande lentezza per godermi ogni istante in modo che il piacere aumenti con lo stesso ritmo.
Quando mi sento molto bagnata infilo un primo dito nella fessura colante seguito subito da un secondo. Indugio sulle pareti interne, entro in profondità e riesco con un movimento costante.
Sola nella mia stanza emetto piccoli gemiti lasciandomi guidare dal piacere. Mi sposto davanti allo specchio per osservarmi. Ho caldo, il viso è arrossato, le grandi labbra sono ricoperte di caldo umore e il clitoride pulsa forte. Mi inginocchio sedendomi sui talloni, nuda davanti allo specchio, la bocca aperta un una smorfia di piacere.
Le dita non bastano più, prendo il dildo dal cassetto del comodino.
Mi guardo mentre lo ingoio tutto depositando rivoli di saliva per lubrificarlo bene.
Appoggio le mani sul letto, mi siedo con il culo a contatto con il parquet e le gambe oscenamente divaricate. Immagino tu mi stia guardando, sento la tua presenza, si che puoi vedermi.
Infilo il dildo tutto dentro, lo sfilo e lo rimetto in continuazione.
Mi guardo di sbieco nello specchio, sono certa che al di là tu mi veda. Quanto sei soddisfatto ora per ciò che mi hai fatto fare?
Spingo con maggiore velocità il fallo di gomma dentro di me, il viso è sempre più deformato. Mi stai guardando? Hei dico a te Cochon, vedi cosa mi provochi coquin??
Sento il piacere crescere, gemo forte, ancora più forte, eccolo! Un urlo liberatorio accoglie il mio orgasmo.
Sono esausta e percorsa da un tremore costante.
Impiego qualche minuto a riprendermi.
Prima di sollevarmi prendo il telefono, digito due parole "sono venuta" e premo invio.
Ma tu già lo sai, hai visto tutto mon tesoro.
scritto il
2024-10-31
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