Seduta fisioterapica

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Esco dal lavoro, corro perché ho un appuntamento con la mia fisioterapista per curare un mal di schiena che mi porto dietro da qualche mese.
La mia fisioterapista è una donna molto carina, devo ammettere che i suoi piccoli massaggi oltre a farmi sentire bene a volte mi danno idee deliziose, deve essere il mio lato bi che a volte prende il sopravvento.
La cosa principale resta il benessere della mia schiena, vorrei poter aumentare il numero delle sedute settimanali per accelerare il recupero.
Termino l'appuntamento, un massaggio che è stato come sempre ottimo dandomi un po' di tregua dal dolore. Le chiedo se è possibile inserire un ulteriore seduta ravvicinata, la sua agenda è purtroppo piena. Mi propone il suo compagno, anche lui fisioterapista, mi fa attendere il tempo di una telefonata e mi conferma l'appuntamento fra due giorni.
Mi chiede se non mi dia fastidio che si tratti di un uomo, lodandone le qualità professionali, la tranquillizzo in merito.
Ho appuntamento alle 9, il suo ufficio è allo stesso indirizzo in un locale attiguo.
La sala d'attesa è vuota, sono sicuramente sola, la prima paziente della giornata.
Si palesa un uomo abbastanza alto, bruno e dal fisico gradevole, mi chiama per nome e mi invita a seguirlo.
Facciamo una piccola panoramica sui miei dolori, mi osserva nel mio vestito informale comunque femminile.
Quando lo sfilo sembra apprezzare che io non indossi il reggiseno, sento su di me uno sguardo poco discreto.
Mi fa sdraiare prima con la testa infilata nell'apertura del lettino. Mi chiede se deve prendersi cura della parte alta o bassa della schiena. Quando gli rispondo la parte bassa mi dice che ricordava dalla compagna di trattasse di quella alta, un piccolo moto di vergogna mi attraversa il corpo.
Con indosso una mutandina monouso il massaggio ha inizio. Le sue mani sono calde e morbide, ma è meno dolce rispetto alla sua compagna. Il suo metodo è più dinamico e deciso, inoltre e cosa non usuale scende spesso a contatto con i miei glutei.
Ha abbassato la mutandina, non saprei a quale altezza, la sensazione è di avere il sedere totalmente esposto.
Il mio stato d'animo è diviso, questa situazione mi turba ma non so definirla completamente. Il suo massaggio non è sensuale, non è rilassante, pare invece brusco, a tratti autoritario.
La mia testa è ancora incastrata nel lettino, la mia unica visuale resta il pavimento e le sue scarpe. Ma al di là di questa vista, le cose incominciano a frullarmi per la testa, è netta la percezione delle sue mani quasi esclusivamente sui glutei. Non può esserci più nessun dubbio, sta massaggiando solo più il mio culo, la mutandina deve essere a metà coscia.
La mia testa è confusa, non mi muovo, non dico niente, sono paralizzata e non riesco a credere a quello che mi sta succedendo. Provo a pensare, a convincermi che mi sto facendo dei viaggi sulle sue vere intenzioni.
No!sento sfilare definitivamente la mutanda e la trovo a terra davanti ai miei occhi!
In un attimo vedo atterare sul pavimento tutti i suoi vestiti professionali.
Non respiro più, sento la sua presenza vicina, ne percepisco il respiro da lupo che si sta per avventare sulla sua preda.
Appoggia le sue mani sui glutei divaricandoli e mi penetra violentemente, il suo cazzo sembra enorme, il suo calore invade la mia figa. Mi massaggia le natiche tenendole saldamente, lascia andare di tanto in tanto qualche gemito, fatico anche io a trattenere i miei. Questo sembra incoraggiarlo a scoparmi ancora più forte, le sue grandi spinte mi schiaffeggiano le natiche, il suo cazzo sembra ancora più grande e più duro, va e viene oramai senza difficoltà da tanto sono fradicia.
Sono venuta credo un paio di volte, ho perso la nozione del tempo ma è ormai da tanto che mi cavalca, fracassandomi, maltrattandomi, non so proprio come definire questo momento.
Sentirmi gemere sempre più forte, in modo totalmente fuori controllo, la colatura enorme che ho emesso bagnando me , lui, il lettino gli ha dato ancora più carica. Mi apostrofa dandomi della troia, della cagnolina in calore.
Chiede a me di ripeterlo, vuole sentirselo dire dalla mia voce. Su questo non voglio cedere, ha parlato il mio corpo, non avrà la mia ammissione ad un dato già scontato e oggettivamente lampante.
Lui non pare più preoccuparsene, si è appena ritirato e sento il suo sperma caldo riversarsi sulla mia schiena.
Volendo cercare un umorismo British, la mia schiena curata dal suo sperma.
Non mi muovo più, lo sguardo sempre fisso a terra, ha appena raccolto le sue cose, le sue uniche parole sono "ti lascio rivestire Valeria, ci vediamo la prossima settimana alla stessa ora".
Mi rialzo barcollante, non so nemmeno se ho sognato, mi vesto velocemente, fatico a mettere a fuoco, apro la porta, attraverso il corridoio fino all'uscita. Sulle scale di fronte all'altro ambulatorio incrocio la mia fisioterapista, mi fa un gran sorriso, mi bacia e congedandosi "buon proseguimento di giornata Valeria, ci vediamo al solito mercoledì sera".
scritto il
2024-09-10
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