Il maestro e l'allieva - cap.1 (Starman & Tilde)
di
Starman
genere
prime esperienze
Il maestro e l'allieva - cap.1 (Starman & Tilde)
Scritto da Starman e Tilde
Tilde è una gran bella ragazza e molto intelligente, ma è anche piuttosto indisciplinata ed irrequieta, insomma non sta molto alle regole...
Tilde vive con una zia molto benestante ed esasperata dal comportamento della nipote, decide di mandarla per unpaio di settimane dal famoso maestro di vita Starling, sperando così di farla calmare e metterla un po' in riga...
naturalmente Tilde non ne vuole sapere di questa decisione e dice che farà di tutto per non rimanerci...
La zia resta inflessibile e le dice che lo fa per il suo bene, racconta anche che fu un'esperienza fatta anche da lei e le giovò molto. Le spiega che un maestro di vita è una persona che ti insegna come viverla attraverso il suo esempio; un modello positivo, di riferimento e guida...
Le spiega, inoltre, che con il maestro Starling sarà una vita molto spartana, senza cellulare, trucco o vestiti firmati e scarpe eleganti, ma molto sobria e a stretto contatto con la natura.
Oggi è il giorno del trasferimento...
La zia accompagna in macchina la nipote, fino ad un grande cancello in fondo ad una strada bianca in una valletta solitaria dell'appennino. Attendono solo pochi minuti prima di essere accolti da un bell'uomo, sulla mezza età, alto e dal fisico asciutto, con uno sguardo penetrante e un bel sorriso che cattura l'attenzione di Tilde...
La zia si congeda ringraziando il maestro Starling e saluta Tilde con le rituali raccomandazioni...
Il maestro prende i bagagli di Tilde e senza parlare, s'incamminano per un sentiero di un centinaio di metri all'interno di una rigogliosa vegetazione, per arrivare all'abitazione del maestro. Una bella cascina, con un grande porticato su tre lati del cortile...
I due si fermano vicino ad un pozzo al centro della corte e Tilde con un sorrisetto malizioso...
"Ehm, maestro lei non è di molte parole, ma forse è di molti fatti."
"Tilde, tramite tua zia, mi ero già fatto un'idea di te che sei un po' sfacciata. Hai ancora molte cose da imparare, come quella di non giudicare, senza conoscere."
Tilde accusa il colpo e rimane in silenzio, cosa che accadde molto raramente e si è già fatta un'idea dell'aria che tira...
"Qui Tilde, si vive in completa armonia con la natura e tu ora, sei qui per imparare a conoscere e dominare te stessa e trovare il tuo equilibrio!"
"Ok maestro." Dice fingendo serietà.
"Qui un po' alla volta, imparerai il vero valore delle cose e cosa è importante nella vita.
Non c'è corrente elettrica, quindi nessun elettrodomestico, tutto viene fatto a mano, cibo compreso. Per l'illuminazione, si usano lampade a olio e candele. Non c'è gas e per il riscaldamento, si usa la legna nella stufa o nel camino. Non hai alcun tipo di bibite o bevande alcoliche, ma solo l'acqua del pozzo e hai il latte fresco, andando a mungerlo direttamente dalle vacche. Poi qui, trovi tutta la frutta e verdura che vuoi, devi solo andarla a cogliere!
naturalmente, qui non si usa internet e tv, quindi per il tempo libero potrai scrivere con carta e penna o leggere dei libri che qui non mancano."
"Porca vacca sozza, siamo tornati in pieno medioevo!"
"Tilde, non dire parolacce, altrimenti avrai una punizione!"
"Pure maestro, che mi fai? Mi metti alla gogna o nella vergine di ferro?"
"Non è da escludere, ma sicuramente delle belle sculacciate!"
"Ah finalmente qualcosa di interessante!"
"seguimi, andiamo a vedere la tua stanza."
I due entrano nell'abitazione e giungono in una stanza molto spartana, dove c'è Un letto in ferro, una sedia, una cassapanca e, un piccolo tavolo con una lampada ad olio, dei fogli, una penna e dei libri...
""Ecco Tilde, questa per due settimane, sarà la tua stanza."
"Ah però che lusso. Maestro c'è anche un bagno? Perchè dovrei fare pipì!"
"Il bagno è in quella porticina a destra."
Tilde apre la porticina ed entra, esce subito sorpresa...
"Ma c'è solo una grande brocca, una tinozza d'acqua ed una turca!"
"Beh, non ti basta? La brocca ti servirà per riempire e svuotare la tinozza con l'acqua che prenderai dal pozzo."
"Fantastico! Quindi, ci si lava con l'acqua fredda!"
"L'acqua fredda aiuta la pelle a rimanere più elastica e tonica!"
"Non avrei mai immaginato di avere anche questa fortuna!"
"Eh mia giovane Tilde, dovrai imparare ad apprezzare anche le cose semplici."
"Bene maestro ora mi faccio un bel bagno con idromassaggio in quella tinozza e poi mi cambio d'abito."
"Tilde, qui non indosserai i tuoi vestiti, ma la tunica che si trova sul tuo letto e i sandali che sono sotto la sedia, naturalmente senza le calze."
Tilde osserva la tunica sopra il letto...
"Ma questo maestro, sembra un sacco di iuta, con i fori per la testa e le braccia."
"E' molto pratico e resistente ed eviterai così di sporcare o rovinare i tuoi vestiti."
"Porca vacca, sto pensando alle ore che passo con le mie amiche nei centri commerciali per scegliere i vestiti. Al mio ritorno, le farò schiattare d'invidia con questo... questo saio francescano!"
"Tilde, vedrai, qui ti temprerai il fisico e lo spirito! Bene ora io devo andare, ho alcuni lavori che mi aspettano. Ci troviamo tra un'ora esatta alla panca nel cortile, per la prima seduta."
"Ah scusa maestro. Questo sacco ehm saio, va indossato con l'intimo o senza?"
"Questo lo lascio alla tua discrezione, ma è un tessuto piuttosto ruvido."
"Perfetto, così mi servirà per una bella grattatina, dove ho prurito..."
Il tempo passa e quando Tilde arriva alla panca di legno nel cortile, il maestro è già lì... ad aspettarla...
"Tilde, sei in ritardo di dieci minuti."
"Eh maestro, mi sono rilassata con l'idromassaggio."
"Mmm continui a fare la furbetta con le tue battutine e arrivando in ritardo non dimostri rispetto!"
"Eh maestro, ho perso un po' di tempo per accorciare il saio che mi stava troppo lungo, così l'ho tagliato e poi ho pensato di mettere una mia cinturina per modellare meglio i fianchi... Hai visto maestro che bene mi sta così? Non mi trovi sexy?"
"Mm, praticamente ora hai una minigonna. Per il ritardo avrai dieci sculacciate e più altre dieci, per aver accorciato il saio!"
"Ma davvero maestro?"
"Ora devo farti alcune domande alle quali devi rispondere con molta sincerità."
"Ok maestro, non ho impegni... sono tutta per te."
Tilde si siede accanto al maestro e il suo saio già corto, si accorcia ulteriormente, scoprendo ancor più le sue gambe e con il passare dei minuti, assume posizioni sempre più provocanti...
Il maestro Starling dall'alto della sua esperienza, ha già intuito che alla base di certi comportamenti di Tilde, c'è il sesso...
"Allora, Tilde dimmi hai qualche sogno ricorrente?"
"Beh sì maestro. Mi trovo ad esibirmi sul palo della lap dance, dove mi spoglio e lancio al pubblico reggiseno e mutandine!"
"Ah! Interessante... Sì, sì. E pensieri ricorrenti o fantasie erotiche durante la giornata?"
"Di scopare nei posti più strani, come ad esempio in pubblico, sull'autobus o sulla lavatrice, mentre fa la centrifuga!"
"Anche questo molto interessante! E dimmi Tilde, per quanto riguarda la masturbazione?"
"Beh, maestro, sono un po' imbarazzata..."
"Tranquilla Tilde, con me ti puoi aprire completamente."
"Ecco sì mi masturbo spesso e anche usando delle verdure ed è successo che un grosso cetriolo mi è sfuggito di mano ed è rimasto dentro la passera."
"Addirittura e poi come hai risolto?"
"Eh niente, dopo un po' con il calore della mia passera si è sciolto! E un'altra volta con quelle che chiamano palline cinesi, me le avevo infilate tutte nel culo, ma ad un certo punto si è rotto il filo e alcune palline mi erano rimaste dentro."
"Pure! E poi?"
"Eh maestro, poichè le palline sono di ferro, ho preso una grossa calamita e così sono riuscita a tirarle fuori dal culo. No maestro scherzo, queste due me le sono inventate.""
"Già, a volte le spari troppo grosse e non resisti a fare un po' la stronzetta. Bene tilde credo di aver già messo a fuoco i tuoi problemi, sui quali nei prossimi giorni andremo più a fondo!"
"Ehm, maestro, se non sbaglio mi deve punire."
"Uh, già, vero Tilde. Dai piegati sulle mie ginocchia, che ora arrossiamo per bene il tuo culetto!"
"Maestro, però ti devo confessare che non ho messo l'intimo."
"Lo immaginavo!"
Il maestro alza il saio di tilde, scoprendo il suo bel culetto rotondo e sodo...
La pelle bianca e delicata di lei, lascia sorpreso il maestro, quasi esitante a violare tanta morbidezza con le sue mani dure e callose. Le lunghe cosce lo stregano, così come il calore del ventre della ragazza posato sulle sue ginocchia, accende in lui un desiderio che prova a scacciare senza riuscirci...
Stringe la mano in un pugno, in un ultimo ripensamento, poi riapre e, leggero, appoggia il palmo sulla schiena giovane, le accarezza i glutei e le gambe, sale e scende, di palmo e di dorso, il corpo già pulsante di lei. Le sfiora l'inguine ed un mugolio sfugge a Tilde, che muove sé stessa sotto le dita del maestro, sospirando...
La ragazza, quasi implora d'essere punita e percossa, "hai paura?" sussurra, toccando le gambe del maestro ed insinuando le proprie mani sotto il saio.
Il maestro allarga le ginocchia ed i seni pieni di lei riempiono lo spazio, sostenuti dalla sua possente erezione...
"Adesso!" comanda risoluta e l'uomo obbedisce colpendo con forza il gluteo, un respiro profondo di lei, poi l'altro ed è sospiro, un altro ancora, più forte, geme ed una stilla brilla colando fra le cosce...
Tilde, striscia le ginocchia sul selciato, divarica leggermente le cosce e implora "di più...
Starling capisce ed assesta due colpi rapidi alle chiappe già arrossate, con due dita sfiora l'intimità ormai bagnata e preme il pollice sul fiore inviolato...
Lei geme, accenna un grido quando con le dita, lui, le tormenta il clitoride...
Poi, improvvisamente si fa glaciale, le dice "basta così!"
"Ma come... fai?!" Balbetta lei, sentendo l'erezione ancora prepotente...
"Tu sei una discola tentatrice, lo sai?"
"Che ti piace!"
"Su, dai che ci sono molti lavori che ti aspettano!"
Lui si alza e la malcapitata rotola a terra, il corto saio le risale fino all'ombelico e lascia in piena vista il ciuffetto di peli neri ed invitanti del pube nudo...
"Bene Tilde, copriti. Ed ora fila, ci troviamo per la cena, mi raccomando, alle venti in punto!"
"Che immagino sarà molto romantica, al lume di candela."
""Mmhmm, stai cercando un'altra punizione?"
"Magari, ehm, maestro, per ora mi basta quella già godu... subìta, sì subìta."
E' l'ora di cena...
Il Maestro e Tilde, si trovano per una semplice cena, a base di polenta, funghi, patate e frutti di bosco, nella fievole luce di una lampada ad olio...
L'atmosfera tra i due è sensibilmente migliorata e si parlano con toni sempre più cordiali...
Alla fine della cena, e dopo una chiacchierata, si salutano per andare a dormire, nelle rispettive stanze...
Nonostante il bagliore giallastro della legna scoppiettante fra i fianchi di pietra del camino, dalla piccola finestra, che guarda le montagne a nord, un alito gelido penetra nella stanza, varcando sbarre e vetro sottile. Sotto le coperte calde, Tilde si sente a disagio, in una casa non sua, in mezzo al silenzio dell'appennino, rotto da strani e sinistri rumori provenienti dal bosco, forse di vento ed animali...
Decide di raggiungere la camera del maestro. Bussa alla sua porta ed entra senza aspettare risposta...
L'ambiente è disadorno come il suo, ma senza spifferi, un tavolo ed una sedia in castagno, troneggiano davanti la finestra, gli scuretti sono socchiusi e lasciano intravedere il chiarore delle lanterne in cortile, una cassapanca dalla parte opposta sotto due quadri di paesaggi, di fronte al letto un camino, con il crepitio della legna generato da una ricca brace rossastra...
"Maestro, scusami, nella mia stanza là in fondo, da sola, ho un po' di ansia, per non dire di paura. Potrei stare qui con te?"
"Mhm, Tilde... Dai entra."
"Oh! Ti ringrazio maestro. Non ti disturberò, mi sono portata la coperta e starò buona buona in un angolino."
"Dai Tilde, vieni qui con me nel letto che fa freddo, tanto è bello grande."
"Uh! Troppo buono maestro."
"Aspetta a dirlo, prenderai anche qui una bella punizione!"
"Eh! pazienza maestro, sopporterò anche questa!"
Lui si sposta leggermente e solleva con un braccio un lembo della trapunta azzurra, lei si siede e scorre fra le lenzuola, con le gambe lisce e nude nel tepore di un letto già caldo, rannicchiandosi su di un fianco, mentre lui premuroso, le ricopre le curve nell'abbraccio del piumone...
Si rivela paterno abbracciandola teneramente e lei, orfana della figura genitoriale fin dalla nascita, si stringe al suo petto offrendo la fronte alle labbra dell'uomo...
Lui le accarezza i ricci dei capelli, lei gli risale la schiena con le dita della mano destra, sotto i polpastrelli il cotone di una maglietta; l'altra fra i loro corpi, impaziente...
Tilde alza gli occhi cercando lo sguardo del maestro e porge la propria bocca anelante un contatto, sente il pulsare del sangue nelle labbra e vede una piccola contrazione sul viso del maestro, segno di un desiderio ricacciato nella cantina dell'animo...
Lei resta così, in attesa, qualche secondo, poi, le dita mancine agiscono, sfiorando la coscia dell'uomo con le unghie, un brivido di solletico e piacere assale il maestro "Ferma." sussurra lui stancamente...
Lei, sorda al flebile lamento, fa scivolare lentamente lungo il fianco la destra, fino all'orlo dell'intimo, lui sa cosa sta per succedere, sa che è un biglietto di sola andata per l'inferno passando dall'eden. Prova a fermarla, ma desiste, con il desiderio per lei che sta esplodendo in lui...
Tilde si spinge più su, tocca le labbra con le sue, il maestro vacilla e resta teso, mai avrebbe pensato ad una tale sensazione, lui che ha sempre usato le femmine a proprio piacimento e, di colpo, si trova ora oggetto. Intreccia, le gambe sode di lei, ne gode il calore, ne gode la vellutata giovinezza...
"Non essere teso, è solo la natura che fa il suo corso, tu la ami." sussurra baciandolo...
Poi il tocco si fa più audace, varca il confine del proibito con le dita e sfiora la sua erezione.
Lei lo spinge sul materasso, supino, lui vorrebbe reagire, prenderle fra le mani la testa che si sta inoltrando sotto le lenzuola, sopra di lui, in una danza sinuosa di donna, ma non ci riesce; è inerme, come stregato, in trance...
Tilde e il maestro, come sospesi in una bolla, dove il tempo sembra non esistere, lentamente ed inesorabilmente vengono risucchiati in un vortice di grande passione...
Successivamente, i due teneramente abbracciati e appagati...
"Scusa maestro, una curiosità."
"Dimmi Tilde."
"Mia zia che è abbastanza giovane, mi ha detto che anche lei ha provato questa esperienza di vita. Ecco, l'ha fatta con te, vero?"
"Sì, ho riconosciuto tua zia dopo molti anni."
"E dimmi maestro, anche mia zia l'hai curata come me?"
Scritto da Starman e Tilde
Tilde è una gran bella ragazza e molto intelligente, ma è anche piuttosto indisciplinata ed irrequieta, insomma non sta molto alle regole...
Tilde vive con una zia molto benestante ed esasperata dal comportamento della nipote, decide di mandarla per unpaio di settimane dal famoso maestro di vita Starling, sperando così di farla calmare e metterla un po' in riga...
naturalmente Tilde non ne vuole sapere di questa decisione e dice che farà di tutto per non rimanerci...
La zia resta inflessibile e le dice che lo fa per il suo bene, racconta anche che fu un'esperienza fatta anche da lei e le giovò molto. Le spiega che un maestro di vita è una persona che ti insegna come viverla attraverso il suo esempio; un modello positivo, di riferimento e guida...
Le spiega, inoltre, che con il maestro Starling sarà una vita molto spartana, senza cellulare, trucco o vestiti firmati e scarpe eleganti, ma molto sobria e a stretto contatto con la natura.
Oggi è il giorno del trasferimento...
La zia accompagna in macchina la nipote, fino ad un grande cancello in fondo ad una strada bianca in una valletta solitaria dell'appennino. Attendono solo pochi minuti prima di essere accolti da un bell'uomo, sulla mezza età, alto e dal fisico asciutto, con uno sguardo penetrante e un bel sorriso che cattura l'attenzione di Tilde...
La zia si congeda ringraziando il maestro Starling e saluta Tilde con le rituali raccomandazioni...
Il maestro prende i bagagli di Tilde e senza parlare, s'incamminano per un sentiero di un centinaio di metri all'interno di una rigogliosa vegetazione, per arrivare all'abitazione del maestro. Una bella cascina, con un grande porticato su tre lati del cortile...
I due si fermano vicino ad un pozzo al centro della corte e Tilde con un sorrisetto malizioso...
"Ehm, maestro lei non è di molte parole, ma forse è di molti fatti."
"Tilde, tramite tua zia, mi ero già fatto un'idea di te che sei un po' sfacciata. Hai ancora molte cose da imparare, come quella di non giudicare, senza conoscere."
Tilde accusa il colpo e rimane in silenzio, cosa che accadde molto raramente e si è già fatta un'idea dell'aria che tira...
"Qui Tilde, si vive in completa armonia con la natura e tu ora, sei qui per imparare a conoscere e dominare te stessa e trovare il tuo equilibrio!"
"Ok maestro." Dice fingendo serietà.
"Qui un po' alla volta, imparerai il vero valore delle cose e cosa è importante nella vita.
Non c'è corrente elettrica, quindi nessun elettrodomestico, tutto viene fatto a mano, cibo compreso. Per l'illuminazione, si usano lampade a olio e candele. Non c'è gas e per il riscaldamento, si usa la legna nella stufa o nel camino. Non hai alcun tipo di bibite o bevande alcoliche, ma solo l'acqua del pozzo e hai il latte fresco, andando a mungerlo direttamente dalle vacche. Poi qui, trovi tutta la frutta e verdura che vuoi, devi solo andarla a cogliere!
naturalmente, qui non si usa internet e tv, quindi per il tempo libero potrai scrivere con carta e penna o leggere dei libri che qui non mancano."
"Porca vacca sozza, siamo tornati in pieno medioevo!"
"Tilde, non dire parolacce, altrimenti avrai una punizione!"
"Pure maestro, che mi fai? Mi metti alla gogna o nella vergine di ferro?"
"Non è da escludere, ma sicuramente delle belle sculacciate!"
"Ah finalmente qualcosa di interessante!"
"seguimi, andiamo a vedere la tua stanza."
I due entrano nell'abitazione e giungono in una stanza molto spartana, dove c'è Un letto in ferro, una sedia, una cassapanca e, un piccolo tavolo con una lampada ad olio, dei fogli, una penna e dei libri...
""Ecco Tilde, questa per due settimane, sarà la tua stanza."
"Ah però che lusso. Maestro c'è anche un bagno? Perchè dovrei fare pipì!"
"Il bagno è in quella porticina a destra."
Tilde apre la porticina ed entra, esce subito sorpresa...
"Ma c'è solo una grande brocca, una tinozza d'acqua ed una turca!"
"Beh, non ti basta? La brocca ti servirà per riempire e svuotare la tinozza con l'acqua che prenderai dal pozzo."
"Fantastico! Quindi, ci si lava con l'acqua fredda!"
"L'acqua fredda aiuta la pelle a rimanere più elastica e tonica!"
"Non avrei mai immaginato di avere anche questa fortuna!"
"Eh mia giovane Tilde, dovrai imparare ad apprezzare anche le cose semplici."
"Bene maestro ora mi faccio un bel bagno con idromassaggio in quella tinozza e poi mi cambio d'abito."
"Tilde, qui non indosserai i tuoi vestiti, ma la tunica che si trova sul tuo letto e i sandali che sono sotto la sedia, naturalmente senza le calze."
Tilde osserva la tunica sopra il letto...
"Ma questo maestro, sembra un sacco di iuta, con i fori per la testa e le braccia."
"E' molto pratico e resistente ed eviterai così di sporcare o rovinare i tuoi vestiti."
"Porca vacca, sto pensando alle ore che passo con le mie amiche nei centri commerciali per scegliere i vestiti. Al mio ritorno, le farò schiattare d'invidia con questo... questo saio francescano!"
"Tilde, vedrai, qui ti temprerai il fisico e lo spirito! Bene ora io devo andare, ho alcuni lavori che mi aspettano. Ci troviamo tra un'ora esatta alla panca nel cortile, per la prima seduta."
"Ah scusa maestro. Questo sacco ehm saio, va indossato con l'intimo o senza?"
"Questo lo lascio alla tua discrezione, ma è un tessuto piuttosto ruvido."
"Perfetto, così mi servirà per una bella grattatina, dove ho prurito..."
Il tempo passa e quando Tilde arriva alla panca di legno nel cortile, il maestro è già lì... ad aspettarla...
"Tilde, sei in ritardo di dieci minuti."
"Eh maestro, mi sono rilassata con l'idromassaggio."
"Mmm continui a fare la furbetta con le tue battutine e arrivando in ritardo non dimostri rispetto!"
"Eh maestro, ho perso un po' di tempo per accorciare il saio che mi stava troppo lungo, così l'ho tagliato e poi ho pensato di mettere una mia cinturina per modellare meglio i fianchi... Hai visto maestro che bene mi sta così? Non mi trovi sexy?"
"Mm, praticamente ora hai una minigonna. Per il ritardo avrai dieci sculacciate e più altre dieci, per aver accorciato il saio!"
"Ma davvero maestro?"
"Ora devo farti alcune domande alle quali devi rispondere con molta sincerità."
"Ok maestro, non ho impegni... sono tutta per te."
Tilde si siede accanto al maestro e il suo saio già corto, si accorcia ulteriormente, scoprendo ancor più le sue gambe e con il passare dei minuti, assume posizioni sempre più provocanti...
Il maestro Starling dall'alto della sua esperienza, ha già intuito che alla base di certi comportamenti di Tilde, c'è il sesso...
"Allora, Tilde dimmi hai qualche sogno ricorrente?"
"Beh sì maestro. Mi trovo ad esibirmi sul palo della lap dance, dove mi spoglio e lancio al pubblico reggiseno e mutandine!"
"Ah! Interessante... Sì, sì. E pensieri ricorrenti o fantasie erotiche durante la giornata?"
"Di scopare nei posti più strani, come ad esempio in pubblico, sull'autobus o sulla lavatrice, mentre fa la centrifuga!"
"Anche questo molto interessante! E dimmi Tilde, per quanto riguarda la masturbazione?"
"Beh, maestro, sono un po' imbarazzata..."
"Tranquilla Tilde, con me ti puoi aprire completamente."
"Ecco sì mi masturbo spesso e anche usando delle verdure ed è successo che un grosso cetriolo mi è sfuggito di mano ed è rimasto dentro la passera."
"Addirittura e poi come hai risolto?"
"Eh niente, dopo un po' con il calore della mia passera si è sciolto! E un'altra volta con quelle che chiamano palline cinesi, me le avevo infilate tutte nel culo, ma ad un certo punto si è rotto il filo e alcune palline mi erano rimaste dentro."
"Pure! E poi?"
"Eh maestro, poichè le palline sono di ferro, ho preso una grossa calamita e così sono riuscita a tirarle fuori dal culo. No maestro scherzo, queste due me le sono inventate.""
"Già, a volte le spari troppo grosse e non resisti a fare un po' la stronzetta. Bene tilde credo di aver già messo a fuoco i tuoi problemi, sui quali nei prossimi giorni andremo più a fondo!"
"Ehm, maestro, se non sbaglio mi deve punire."
"Uh, già, vero Tilde. Dai piegati sulle mie ginocchia, che ora arrossiamo per bene il tuo culetto!"
"Maestro, però ti devo confessare che non ho messo l'intimo."
"Lo immaginavo!"
Il maestro alza il saio di tilde, scoprendo il suo bel culetto rotondo e sodo...
La pelle bianca e delicata di lei, lascia sorpreso il maestro, quasi esitante a violare tanta morbidezza con le sue mani dure e callose. Le lunghe cosce lo stregano, così come il calore del ventre della ragazza posato sulle sue ginocchia, accende in lui un desiderio che prova a scacciare senza riuscirci...
Stringe la mano in un pugno, in un ultimo ripensamento, poi riapre e, leggero, appoggia il palmo sulla schiena giovane, le accarezza i glutei e le gambe, sale e scende, di palmo e di dorso, il corpo già pulsante di lei. Le sfiora l'inguine ed un mugolio sfugge a Tilde, che muove sé stessa sotto le dita del maestro, sospirando...
La ragazza, quasi implora d'essere punita e percossa, "hai paura?" sussurra, toccando le gambe del maestro ed insinuando le proprie mani sotto il saio.
Il maestro allarga le ginocchia ed i seni pieni di lei riempiono lo spazio, sostenuti dalla sua possente erezione...
"Adesso!" comanda risoluta e l'uomo obbedisce colpendo con forza il gluteo, un respiro profondo di lei, poi l'altro ed è sospiro, un altro ancora, più forte, geme ed una stilla brilla colando fra le cosce...
Tilde, striscia le ginocchia sul selciato, divarica leggermente le cosce e implora "di più...
Starling capisce ed assesta due colpi rapidi alle chiappe già arrossate, con due dita sfiora l'intimità ormai bagnata e preme il pollice sul fiore inviolato...
Lei geme, accenna un grido quando con le dita, lui, le tormenta il clitoride...
Poi, improvvisamente si fa glaciale, le dice "basta così!"
"Ma come... fai?!" Balbetta lei, sentendo l'erezione ancora prepotente...
"Tu sei una discola tentatrice, lo sai?"
"Che ti piace!"
"Su, dai che ci sono molti lavori che ti aspettano!"
Lui si alza e la malcapitata rotola a terra, il corto saio le risale fino all'ombelico e lascia in piena vista il ciuffetto di peli neri ed invitanti del pube nudo...
"Bene Tilde, copriti. Ed ora fila, ci troviamo per la cena, mi raccomando, alle venti in punto!"
"Che immagino sarà molto romantica, al lume di candela."
""Mmhmm, stai cercando un'altra punizione?"
"Magari, ehm, maestro, per ora mi basta quella già godu... subìta, sì subìta."
E' l'ora di cena...
Il Maestro e Tilde, si trovano per una semplice cena, a base di polenta, funghi, patate e frutti di bosco, nella fievole luce di una lampada ad olio...
L'atmosfera tra i due è sensibilmente migliorata e si parlano con toni sempre più cordiali...
Alla fine della cena, e dopo una chiacchierata, si salutano per andare a dormire, nelle rispettive stanze...
Nonostante il bagliore giallastro della legna scoppiettante fra i fianchi di pietra del camino, dalla piccola finestra, che guarda le montagne a nord, un alito gelido penetra nella stanza, varcando sbarre e vetro sottile. Sotto le coperte calde, Tilde si sente a disagio, in una casa non sua, in mezzo al silenzio dell'appennino, rotto da strani e sinistri rumori provenienti dal bosco, forse di vento ed animali...
Decide di raggiungere la camera del maestro. Bussa alla sua porta ed entra senza aspettare risposta...
L'ambiente è disadorno come il suo, ma senza spifferi, un tavolo ed una sedia in castagno, troneggiano davanti la finestra, gli scuretti sono socchiusi e lasciano intravedere il chiarore delle lanterne in cortile, una cassapanca dalla parte opposta sotto due quadri di paesaggi, di fronte al letto un camino, con il crepitio della legna generato da una ricca brace rossastra...
"Maestro, scusami, nella mia stanza là in fondo, da sola, ho un po' di ansia, per non dire di paura. Potrei stare qui con te?"
"Mhm, Tilde... Dai entra."
"Oh! Ti ringrazio maestro. Non ti disturberò, mi sono portata la coperta e starò buona buona in un angolino."
"Dai Tilde, vieni qui con me nel letto che fa freddo, tanto è bello grande."
"Uh! Troppo buono maestro."
"Aspetta a dirlo, prenderai anche qui una bella punizione!"
"Eh! pazienza maestro, sopporterò anche questa!"
Lui si sposta leggermente e solleva con un braccio un lembo della trapunta azzurra, lei si siede e scorre fra le lenzuola, con le gambe lisce e nude nel tepore di un letto già caldo, rannicchiandosi su di un fianco, mentre lui premuroso, le ricopre le curve nell'abbraccio del piumone...
Si rivela paterno abbracciandola teneramente e lei, orfana della figura genitoriale fin dalla nascita, si stringe al suo petto offrendo la fronte alle labbra dell'uomo...
Lui le accarezza i ricci dei capelli, lei gli risale la schiena con le dita della mano destra, sotto i polpastrelli il cotone di una maglietta; l'altra fra i loro corpi, impaziente...
Tilde alza gli occhi cercando lo sguardo del maestro e porge la propria bocca anelante un contatto, sente il pulsare del sangue nelle labbra e vede una piccola contrazione sul viso del maestro, segno di un desiderio ricacciato nella cantina dell'animo...
Lei resta così, in attesa, qualche secondo, poi, le dita mancine agiscono, sfiorando la coscia dell'uomo con le unghie, un brivido di solletico e piacere assale il maestro "Ferma." sussurra lui stancamente...
Lei, sorda al flebile lamento, fa scivolare lentamente lungo il fianco la destra, fino all'orlo dell'intimo, lui sa cosa sta per succedere, sa che è un biglietto di sola andata per l'inferno passando dall'eden. Prova a fermarla, ma desiste, con il desiderio per lei che sta esplodendo in lui...
Tilde si spinge più su, tocca le labbra con le sue, il maestro vacilla e resta teso, mai avrebbe pensato ad una tale sensazione, lui che ha sempre usato le femmine a proprio piacimento e, di colpo, si trova ora oggetto. Intreccia, le gambe sode di lei, ne gode il calore, ne gode la vellutata giovinezza...
"Non essere teso, è solo la natura che fa il suo corso, tu la ami." sussurra baciandolo...
Poi il tocco si fa più audace, varca il confine del proibito con le dita e sfiora la sua erezione.
Lei lo spinge sul materasso, supino, lui vorrebbe reagire, prenderle fra le mani la testa che si sta inoltrando sotto le lenzuola, sopra di lui, in una danza sinuosa di donna, ma non ci riesce; è inerme, come stregato, in trance...
Tilde e il maestro, come sospesi in una bolla, dove il tempo sembra non esistere, lentamente ed inesorabilmente vengono risucchiati in un vortice di grande passione...
Successivamente, i due teneramente abbracciati e appagati...
"Scusa maestro, una curiosità."
"Dimmi Tilde."
"Mia zia che è abbastanza giovane, mi ha detto che anche lei ha provato questa esperienza di vita. Ecco, l'ha fatta con te, vero?"
"Sì, ho riconosciuto tua zia dopo molti anni."
"E dimmi maestro, anche mia zia l'hai curata come me?"
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