Marzia, capitolo primo
di
G.I.B
genere
etero
“ Un altro anno è passato”, pensò Marzia mentre si guardava allo specchio intenta a prepararsi per andare al lavoro.
Due giorni prima aveva compiuto il suo cinquantaquattresimo anno di età e anche per lei, che non era mai stato un problema, l’avanzare degli anni cominciava a pesare.
Nuda davanti allo specchio del bagno, guardava il suo corpo e si sentiva tutta ad un tratto brutta.
“ Guarda qui come cadono queste tette e guarda anche il culo come si è abbassato” disse a se stessa mentre osservava il suo corpo allo specchio, analizzandolo centimetro per centimetro.
In realtà lei era una bellissima donna dai ricci capelli neri, la classica bellezza mediterranea con il fisico abbastanza snello ma dalle curve del fondoschiena accentuate con qualche smagliatura magari, una leggera pancetta, ma nel complesso il suo corpo era ancora desiderabile…
DESIDERABILE, era quello in fondo che le pesava e le dava da pensare. Si chiedeva se fosse ancora DESIDERABILE.
Era arrivata anche lei dopo tanti anni passati con lo stesso uomo a chiedersi se fosse ancora desiderabile agli occhi dell’altro sesso.
Amava moltissimo suo marito Gianni, con cui aveva avuto suo figlio Carlo, ormai ventunenne e lui l’amava alla follia.
Facevano ancora l’amore con passione anche se ormai non così molto spesso, ma lei stava attraversando un periodo di domande sul fatto di essere bella come donna agli occhi degli altri uomini.
Finì di vestirsi e truccarsi, si mise le scarpe e uscì di casa per una nuova giornata di lavoro.
Le stava bene la divisa del centro commerciale per cui lavorava, le era sempre stata bene addosso.
Quella giacca rossa con una camicetta bianca, la gonna nera fino alle ginocchia, calze di nylon colore carne e mocassino nero con un leggero tacco le slanciavano il fisico.
“ Almeno questa mi sta bene” pensò mentre si vestiva.
Lavorava al servizio clienti di un noto centro commerciale lombardo, alla periferia di Milano. Aveva a che fare con la gente ogni giorno e spesso le era capitato che alcuni uomini le facessero dei complimenti per la sua bellezza. Allora perché si sentiva così insicura di questo?
Arrivata al lavoro fu subito presa in molteplici attività e così la mattina passò in fretta e ti già ora di pranzo.
“ Io vado a mangiare, ci vediamo tra un'oretta” disse Marzia alla sua collega Erica.
Era sua abitudine andare a pranzare in un bar all'interno del centro commerciale dove facevano anche da mangiare, lei aveva il suo tavolino sempre riservato.
“ Ciao Mario vado al mio solito posto…” disse al barista.
“ Certo bellissima” le rispose lui.
“Bellissima… forse una volta” pensò Marzia mentre prendeva posto al suo tavolino in fondo al locale.
Le piaceva stare seduta lì, un po' defilata dal resto dei tavoli,
le dava la possibilità di osservare chi entrava ed uscita dal bar senza doversi mai girare.
Osservare le persone era sempre stato un suo divertimento, si era sempre vantata di saper capire le persone solo osservandole.
Anche quel giorno osservava la gente facendo cadere in modo discreto il suo sguardo su tutti.
Mentre se ne stava seduta a mangiare la sua solita insalata, i suoi occhi finirò per incrociarsi con quelli di un giovane ragazzo seduto a qualche tavolo più in là, diritto di fronte a lei.
Il ragazzo distolse il suo sguardo appena lei lo fissò per più di un secondo.
Non sapeva bene perché quel ragazzo la incuriosiva ma senza nemmeno accorgersene, si ritrovò ad analizzare quel giovane uomo.
Si disse che poteva avere poco più dell' età di suo figlio, faccia pulita da timidone, con capelli castani ed un fisico asciutto, forse uno studente, dato lo zaino che portava con sé.
Si accorse che anche il ragazzo la osservava, ogni volta che lei girava il suo volto in un'altra direzione, lui posava gli occhi su di lei e appena lei lo riguardava, lui subito faceva finta di niente.
“ Smettila di guardarlo, penserà male” disse a se stessa.
Ma con la coda dell'occhio vide che era lui che non smetteva di fissarla.
Una strana vocina sussurrò all'orecchio di Marzia “ carino no? Mi sa che ti sta guardando perché gli piaci…dai mettilo alla prova”.
Marzia, provocata da quella vocina nella sua testa, accavallò le gambe e ruotandosibleggermente verso destra, mise il suo staccò di coscia a disposizione del giovane potendo vedere così che lo sguardo di lui si fermò proprio sulle sue gambe.
“ Avevi ragione” disse a voce bassa rispondendo alla vocina.
Marzia aveva visto benissimo gli occhi di lui sgranarsi appena lei aveva accavallato le sue gambe mostrandogli la coscia formosa, messa in risalto dai collant che portava.
“ Mi sta guardando perché gli piaccio?” pensò sentendosi alquanto strana e felice.
Se provassimo a chiedere a Marzia cosa la spinse a fare le mosse che si susseguirono subito dopo, forse lei direbbe…” non lo so! ero come guidata nei miei gesti da una voce molto convincente a cui non potevo dire di no, quasi come se fossi sotto ipnosi!”.
Sta di fatto che Marzia scavallò le gambe e le aprì per bene , si mise nella miglior posizione possibile per permettere al ragazzo di guardare in mezzo alle sue gambe, sotto la gonna, le sue mutandine di pizzo rosa.
Il giovane quasi si strozzò con il caffè che stava bevendo, uno sguardo arrapato apparve sul suo volto.
Marzia gli sorrise maliziosamente.
Lo vide ricomporsi mentre prendeva il suo cellulare in mano puntandolo verso di lei, o meglio, verso il suo interno cosce.
“ Mi vuole scattare una foto” pensò Marzia mentre l'eccitazione cresceva in lei e uno strano calore divampava per tutto il suo corpo. Una strana sensazione di umidità si insinuò fra le gambe proprio sulla sua vagina.
Avrebbe dovuto chiudere subito le gambe e andarsene, ma non lo fece anzi, la vocina nella sua testa le suggerì il successivo passo da fare.
“ Prova a osare di più… dai fai un po' la puttana è divertente provocarlo è molto carino”.
Marzia fece qualcosa che andava ben oltre la sua volontà, il suo modo di essere, come se fosse posseduta e guidata nei gesti da una forza a lei sconosciuta, si alzò e andò verso quel giovane uomo.
Il suo passò era lento e sensuale, lo sguardo fisso su di lui, una gatta morta.
Si fermò davanti a lui e gli disse
“ Non ti verrà bene da qui”.
Il ragazzo preso alla sprovvista e con lo sguardo stupito rispose ” mi scusi ma cosa intende?, non capisco”.
“ Non fare il finto tonto, la foto che mi stavi facendo in mezzo alle gambe con il cellulare, da qui non verrebbe bene.
Dammi il telefono che ci penso io” disse Marzia.
Il ragazzo rimase come pietrificato sentendo quelle parole, una goccia di sudore gli scese sulla fronte, Marzia vide chiaramente l’agitazione e l’imbarazzo impressi sul suo volto e la cosa la eccitò ancora di più.
“ Tranquillo non spaventarti, dammi il tuo cellulare, te lo riporto subito, fidati" disse lei con un tono della voce alquanto sensuale.
Il giovane uomo in uno stato quasi catatonico, diede il suo smartphone alla donna, lei lo prese e si allontanò dirigendosi verso il bagno del locale sculettando notevolmente, si sentiva lo sguardo di lui sul culo.
“ Brava… fallo!, ottima idea la tua” sentì dirsi dalla vocina nella sua mente, mentre raggiungeva la toilette delle donne entrandoci dentro e chiudendo la porta a chiave.
Con il cuore che le batteva a mille e il respiro affannato, si alzò la gonna, abbassò le collant e le mutandine e con due dita allargò le labbra della sua figa bagnata e si scattò una foto.
Le tremavano le mani mentre faceva quell'atto, dovette controllare che l’immagine non fosse venuta mossa, ma era venuta incredibilmente perfetta, il suo sesso era ben stampato nella memoria di quel telefono.
Quello che stava facendo non le sarebbe mai venuto in mente di fare in vita sua, nemmeno per suo marito Gianni ed essersi spinta fino a quel punto con un perfetto sconosciuto la eccitava da morire, si sentiva bene, perché si sentita DESIDERATA da quel ragazzo.
Si ricompose e uscì dal bagno.
Tornò dal suo giovane guardone e gli ridiede il cellulare dicendogli “ ecco a te, pensò sia venuta molto bene… sei un bel ragazzo sai? divertiti con quello che troverai nella galleria delle tue foto”.
Come se nulla fosse se ne andò dal bar, lasciando il giovane seduto al tavolo con lo sguardo ancora smarrito ed incredulo.
Apparve un sorriso malizioso sul volto di Marzia mentre se ne tornava a lavorare, sapeva che lui stava già guardando nella galleria del suo telefono, si morse delicatamente le labbra.
Per tutto il pomeriggio pensò a quello che aveva fatto, era in uno stato di continua eccitazione, si sentiva forte e sicura di sé, della sua bellezza, si sentiva erotica e sensuale come mai prima d'ora.
Stava rivivendo nella sua mente i momenti vissuti durante la pausa pranzo e lo sguardo di quel ragazzo era impresso nella sua mente. Avrebbe pagato per vedere la sua espressione mentre guardava la foto della sua figa matura aperta.
Marzia stava provando emozioni mai conosciute, si sentiva un po' in colpa nei confronti di suo marito ma allo stesso tempo era felice, si sentiva VIVA!
Fu difficile concentrarsi sulle attività del pomeriggio ma alla fine la giornata lavorativa finì e Marzia tornò a casa.
In bagno, davanti al suo specchio, si spogliò completamente e si mise a struccarsi.
“ Sei più bella di stamattina, guarda che belle tette ancora sode che hai e che bel culo alto” disse a se stessa ancora un po' eccitata, era umida in mezzo alle cosce.
Lentamente fece scivolare una mano sulla sua vagina per sentire quanto fosse bagnata, scoprendo che era fradicia dei suoi umori densi e caldi.
Il suo corpo fu scosso da una leggera scarica elettrica mentre le sue lunghe dita andavano a sfiorare il suo sesso, voleva toccarsi.
La voce di suo figlio rientrato a casa la prese alla sprovvista e la distolse dall’idea di darsi piacere.
“ Mamma sono a casa” sentì gridare.
“ Ciao Carlo, sono in bagno, arrivo subito” rispose lei con una voce un po' strozzata e il cuore che le batteva forte nel petto.
Si fece un bidè veloce con acqua fredda per calmare i suoi bollenti spiriti, indossò il suo solito pigiama comodo, poi andò a preparare la cena e si unì a mangiare con il resto della famiglia.
A tavola parlarono della giornata trascorsa, suo marito Gianni raccontò del suo lavoro, suo figlio Carlo della lezione in università.
“E tu mamma?” chiese Carlo.
“ Io tesoro tutto bene, ho avuto una giornata interessante e durante la pausa pranzo ho giocato a fare un po' la troietta con un ragazzo più o meno della tua età”..
..questo avrebbero voluto dire, ma dalla sua bocca uscì la semplice la frase” tutto bene tesoro, giornata tranquilla grazie”.
Avrebbe voluto fare sesso con suo marito Gianni quella notte, il suo stato d'animo era quello giusto per fare le “porcherie” come le chiama lui, ma quando lo raggiunse in camera da letto lo trovò già nel mondo dei sogni.
Un po' frustrata e delusa alla fine si addormentò anche lei.
Fece sogni alquanto agitati.
Due giorni prima aveva compiuto il suo cinquantaquattresimo anno di età e anche per lei, che non era mai stato un problema, l’avanzare degli anni cominciava a pesare.
Nuda davanti allo specchio del bagno, guardava il suo corpo e si sentiva tutta ad un tratto brutta.
“ Guarda qui come cadono queste tette e guarda anche il culo come si è abbassato” disse a se stessa mentre osservava il suo corpo allo specchio, analizzandolo centimetro per centimetro.
In realtà lei era una bellissima donna dai ricci capelli neri, la classica bellezza mediterranea con il fisico abbastanza snello ma dalle curve del fondoschiena accentuate con qualche smagliatura magari, una leggera pancetta, ma nel complesso il suo corpo era ancora desiderabile…
DESIDERABILE, era quello in fondo che le pesava e le dava da pensare. Si chiedeva se fosse ancora DESIDERABILE.
Era arrivata anche lei dopo tanti anni passati con lo stesso uomo a chiedersi se fosse ancora desiderabile agli occhi dell’altro sesso.
Amava moltissimo suo marito Gianni, con cui aveva avuto suo figlio Carlo, ormai ventunenne e lui l’amava alla follia.
Facevano ancora l’amore con passione anche se ormai non così molto spesso, ma lei stava attraversando un periodo di domande sul fatto di essere bella come donna agli occhi degli altri uomini.
Finì di vestirsi e truccarsi, si mise le scarpe e uscì di casa per una nuova giornata di lavoro.
Le stava bene la divisa del centro commerciale per cui lavorava, le era sempre stata bene addosso.
Quella giacca rossa con una camicetta bianca, la gonna nera fino alle ginocchia, calze di nylon colore carne e mocassino nero con un leggero tacco le slanciavano il fisico.
“ Almeno questa mi sta bene” pensò mentre si vestiva.
Lavorava al servizio clienti di un noto centro commerciale lombardo, alla periferia di Milano. Aveva a che fare con la gente ogni giorno e spesso le era capitato che alcuni uomini le facessero dei complimenti per la sua bellezza. Allora perché si sentiva così insicura di questo?
Arrivata al lavoro fu subito presa in molteplici attività e così la mattina passò in fretta e ti già ora di pranzo.
“ Io vado a mangiare, ci vediamo tra un'oretta” disse Marzia alla sua collega Erica.
Era sua abitudine andare a pranzare in un bar all'interno del centro commerciale dove facevano anche da mangiare, lei aveva il suo tavolino sempre riservato.
“ Ciao Mario vado al mio solito posto…” disse al barista.
“ Certo bellissima” le rispose lui.
“Bellissima… forse una volta” pensò Marzia mentre prendeva posto al suo tavolino in fondo al locale.
Le piaceva stare seduta lì, un po' defilata dal resto dei tavoli,
le dava la possibilità di osservare chi entrava ed uscita dal bar senza doversi mai girare.
Osservare le persone era sempre stato un suo divertimento, si era sempre vantata di saper capire le persone solo osservandole.
Anche quel giorno osservava la gente facendo cadere in modo discreto il suo sguardo su tutti.
Mentre se ne stava seduta a mangiare la sua solita insalata, i suoi occhi finirò per incrociarsi con quelli di un giovane ragazzo seduto a qualche tavolo più in là, diritto di fronte a lei.
Il ragazzo distolse il suo sguardo appena lei lo fissò per più di un secondo.
Non sapeva bene perché quel ragazzo la incuriosiva ma senza nemmeno accorgersene, si ritrovò ad analizzare quel giovane uomo.
Si disse che poteva avere poco più dell' età di suo figlio, faccia pulita da timidone, con capelli castani ed un fisico asciutto, forse uno studente, dato lo zaino che portava con sé.
Si accorse che anche il ragazzo la osservava, ogni volta che lei girava il suo volto in un'altra direzione, lui posava gli occhi su di lei e appena lei lo riguardava, lui subito faceva finta di niente.
“ Smettila di guardarlo, penserà male” disse a se stessa.
Ma con la coda dell'occhio vide che era lui che non smetteva di fissarla.
Una strana vocina sussurrò all'orecchio di Marzia “ carino no? Mi sa che ti sta guardando perché gli piaci…dai mettilo alla prova”.
Marzia, provocata da quella vocina nella sua testa, accavallò le gambe e ruotandosibleggermente verso destra, mise il suo staccò di coscia a disposizione del giovane potendo vedere così che lo sguardo di lui si fermò proprio sulle sue gambe.
“ Avevi ragione” disse a voce bassa rispondendo alla vocina.
Marzia aveva visto benissimo gli occhi di lui sgranarsi appena lei aveva accavallato le sue gambe mostrandogli la coscia formosa, messa in risalto dai collant che portava.
“ Mi sta guardando perché gli piaccio?” pensò sentendosi alquanto strana e felice.
Se provassimo a chiedere a Marzia cosa la spinse a fare le mosse che si susseguirono subito dopo, forse lei direbbe…” non lo so! ero come guidata nei miei gesti da una voce molto convincente a cui non potevo dire di no, quasi come se fossi sotto ipnosi!”.
Sta di fatto che Marzia scavallò le gambe e le aprì per bene , si mise nella miglior posizione possibile per permettere al ragazzo di guardare in mezzo alle sue gambe, sotto la gonna, le sue mutandine di pizzo rosa.
Il giovane quasi si strozzò con il caffè che stava bevendo, uno sguardo arrapato apparve sul suo volto.
Marzia gli sorrise maliziosamente.
Lo vide ricomporsi mentre prendeva il suo cellulare in mano puntandolo verso di lei, o meglio, verso il suo interno cosce.
“ Mi vuole scattare una foto” pensò Marzia mentre l'eccitazione cresceva in lei e uno strano calore divampava per tutto il suo corpo. Una strana sensazione di umidità si insinuò fra le gambe proprio sulla sua vagina.
Avrebbe dovuto chiudere subito le gambe e andarsene, ma non lo fece anzi, la vocina nella sua testa le suggerì il successivo passo da fare.
“ Prova a osare di più… dai fai un po' la puttana è divertente provocarlo è molto carino”.
Marzia fece qualcosa che andava ben oltre la sua volontà, il suo modo di essere, come se fosse posseduta e guidata nei gesti da una forza a lei sconosciuta, si alzò e andò verso quel giovane uomo.
Il suo passò era lento e sensuale, lo sguardo fisso su di lui, una gatta morta.
Si fermò davanti a lui e gli disse
“ Non ti verrà bene da qui”.
Il ragazzo preso alla sprovvista e con lo sguardo stupito rispose ” mi scusi ma cosa intende?, non capisco”.
“ Non fare il finto tonto, la foto che mi stavi facendo in mezzo alle gambe con il cellulare, da qui non verrebbe bene.
Dammi il telefono che ci penso io” disse Marzia.
Il ragazzo rimase come pietrificato sentendo quelle parole, una goccia di sudore gli scese sulla fronte, Marzia vide chiaramente l’agitazione e l’imbarazzo impressi sul suo volto e la cosa la eccitò ancora di più.
“ Tranquillo non spaventarti, dammi il tuo cellulare, te lo riporto subito, fidati" disse lei con un tono della voce alquanto sensuale.
Il giovane uomo in uno stato quasi catatonico, diede il suo smartphone alla donna, lei lo prese e si allontanò dirigendosi verso il bagno del locale sculettando notevolmente, si sentiva lo sguardo di lui sul culo.
“ Brava… fallo!, ottima idea la tua” sentì dirsi dalla vocina nella sua mente, mentre raggiungeva la toilette delle donne entrandoci dentro e chiudendo la porta a chiave.
Con il cuore che le batteva a mille e il respiro affannato, si alzò la gonna, abbassò le collant e le mutandine e con due dita allargò le labbra della sua figa bagnata e si scattò una foto.
Le tremavano le mani mentre faceva quell'atto, dovette controllare che l’immagine non fosse venuta mossa, ma era venuta incredibilmente perfetta, il suo sesso era ben stampato nella memoria di quel telefono.
Quello che stava facendo non le sarebbe mai venuto in mente di fare in vita sua, nemmeno per suo marito Gianni ed essersi spinta fino a quel punto con un perfetto sconosciuto la eccitava da morire, si sentiva bene, perché si sentita DESIDERATA da quel ragazzo.
Si ricompose e uscì dal bagno.
Tornò dal suo giovane guardone e gli ridiede il cellulare dicendogli “ ecco a te, pensò sia venuta molto bene… sei un bel ragazzo sai? divertiti con quello che troverai nella galleria delle tue foto”.
Come se nulla fosse se ne andò dal bar, lasciando il giovane seduto al tavolo con lo sguardo ancora smarrito ed incredulo.
Apparve un sorriso malizioso sul volto di Marzia mentre se ne tornava a lavorare, sapeva che lui stava già guardando nella galleria del suo telefono, si morse delicatamente le labbra.
Per tutto il pomeriggio pensò a quello che aveva fatto, era in uno stato di continua eccitazione, si sentiva forte e sicura di sé, della sua bellezza, si sentiva erotica e sensuale come mai prima d'ora.
Stava rivivendo nella sua mente i momenti vissuti durante la pausa pranzo e lo sguardo di quel ragazzo era impresso nella sua mente. Avrebbe pagato per vedere la sua espressione mentre guardava la foto della sua figa matura aperta.
Marzia stava provando emozioni mai conosciute, si sentiva un po' in colpa nei confronti di suo marito ma allo stesso tempo era felice, si sentiva VIVA!
Fu difficile concentrarsi sulle attività del pomeriggio ma alla fine la giornata lavorativa finì e Marzia tornò a casa.
In bagno, davanti al suo specchio, si spogliò completamente e si mise a struccarsi.
“ Sei più bella di stamattina, guarda che belle tette ancora sode che hai e che bel culo alto” disse a se stessa ancora un po' eccitata, era umida in mezzo alle cosce.
Lentamente fece scivolare una mano sulla sua vagina per sentire quanto fosse bagnata, scoprendo che era fradicia dei suoi umori densi e caldi.
Il suo corpo fu scosso da una leggera scarica elettrica mentre le sue lunghe dita andavano a sfiorare il suo sesso, voleva toccarsi.
La voce di suo figlio rientrato a casa la prese alla sprovvista e la distolse dall’idea di darsi piacere.
“ Mamma sono a casa” sentì gridare.
“ Ciao Carlo, sono in bagno, arrivo subito” rispose lei con una voce un po' strozzata e il cuore che le batteva forte nel petto.
Si fece un bidè veloce con acqua fredda per calmare i suoi bollenti spiriti, indossò il suo solito pigiama comodo, poi andò a preparare la cena e si unì a mangiare con il resto della famiglia.
A tavola parlarono della giornata trascorsa, suo marito Gianni raccontò del suo lavoro, suo figlio Carlo della lezione in università.
“E tu mamma?” chiese Carlo.
“ Io tesoro tutto bene, ho avuto una giornata interessante e durante la pausa pranzo ho giocato a fare un po' la troietta con un ragazzo più o meno della tua età”..
..questo avrebbero voluto dire, ma dalla sua bocca uscì la semplice la frase” tutto bene tesoro, giornata tranquilla grazie”.
Avrebbe voluto fare sesso con suo marito Gianni quella notte, il suo stato d'animo era quello giusto per fare le “porcherie” come le chiama lui, ma quando lo raggiunse in camera da letto lo trovò già nel mondo dei sogni.
Un po' frustrata e delusa alla fine si addormentò anche lei.
Fece sogni alquanto agitati.
4
6
voti
voti
valutazione
5.6
5.6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Linda e Dario, seconda parte.racconto sucessivo
Marzia, capitolo secondo
Commenti dei lettori al racconto erotico