Latte materno.
di
G.I.B
genere
etero
“Vuoi toccarle?”.
Fu questo che Adele mi disse, mentre mi guardava con espressione maliziosa, mettendo a nudo il suo prosperoso seno dalle grosse e scure areole da neo mamma.
Rimasi a bocca aperta, incredulo su quello che stava facendo, incantato ed eccitato dalle sue belle tette gonfie di latte materno.
La guardai toccarsi e stuzzicare i capezzoli turgidi, una goccia di latte le uscì, scivolando poi sulla tetta e scendendo verso la pancia.
Si alzò e venne verso di me, con fare da gatta morta. Sollevò leggermente la gonna e allargò le gambe, sedendosi a cavalcioni sulle mie.
Di istinto appoggiai le mani sulle sue cosce e iniziai ad accarezzarla, mentre lei spingeva il suo pube caldo contro di me.
Tenendosi una mammella con la mano, la guidò verso il mio viso e disse “succhia il latte della mamma, porcellino”.
Aprii la bocca e iniziai a succhiare il suo capezzolo duro da cui uscì subito del latte.
Non saprei descriverne il sapore, sicuramente non come quello che tutti conosciamo, ma nonostante non fosse particolarmente buono, lo mandai giù.
Adele iniziò a gemere di piacere, incitandomi a continuare in quell'atto perverso, mentre si muoveva avanti e indietro, strusciando il suo sesso sulle mie gambe.
“Mmmm siii così, bravo bambino” disse, facendosi succhiare anche l'altro capezzolo.
Arrapato come un porco, giocai con le sue tette per alcuni minuti, sporcandomi la bocca con quel latte acidulo, mentre sempre più eccitata, cercava di slacciarmi la cintura dei pantaloni.
Scese dalle mie gambe e si inginocchiò davanti a me, mi sfilò i pantaloni e le mutande.
“Voglio bere un po' di latte anche io” mi disse, prendendo in bocca il mio uccello in erezione.
Me lo succhiò intensamente, da vera professionista del pompino, lavandolo completamente con la sua saliva calda.
Godevo da impazzire, ipnotizzato dal movimento delle sue grosse bocce che ballavano davanti ai miei occhi.
“Fammi una sega con le tette” gli sussurrai arrapato.
Vedere il mio cazzo muoversi fra il suo seno e godere dello sfregamento sulla sua pelle, mi fece impazzire.
Mi alzai e andai dietro di lei, le sollevai la gonna e abbassai le mutandine di pizzo rosse.
Adele si girò e mi guardò con espressione eccitata dicendomi “Si, scopami tutta”.
Penetrai la sua larga figa bagnata con un solo movimento, iniziando a scoparla subito con forza, mentre le toccavo il seno e strizzavo i capezzoli turgidi.
Il latte materno le usciva copioso dalle mammelle, la stavo mungendo come una vacca in calore.
Le sue grida di godimento riempivano il silenzio della stanza e mi facevano arrapare
La montai per alcuni minuti, sporcandomi il cazzo dei suoi umori, mentre mi preparavo a liberare il mio ormai imminente orgasmo.
“Ecco il tuo latte, troia” le dissi un secondo prima di metterglielo in bocca e sborrare come un toro.
Fu l'eiaculazione più intensa mai provata.
Lei ingoiò tutto il mio sperma denso come un assetata, succhiandomi il cazzo fino a quando non fu moscio.
Rimasi ancora qualche secondo ad osservare la sua bocca sporca del mio latte e le sue tette del suo.
“Grazie bambino mio”, mi disse con voce ancora ansimante, raccogliendo con le dita un po' di sperma e mettendole in bocca.
Fu questo che Adele mi disse, mentre mi guardava con espressione maliziosa, mettendo a nudo il suo prosperoso seno dalle grosse e scure areole da neo mamma.
Rimasi a bocca aperta, incredulo su quello che stava facendo, incantato ed eccitato dalle sue belle tette gonfie di latte materno.
La guardai toccarsi e stuzzicare i capezzoli turgidi, una goccia di latte le uscì, scivolando poi sulla tetta e scendendo verso la pancia.
Si alzò e venne verso di me, con fare da gatta morta. Sollevò leggermente la gonna e allargò le gambe, sedendosi a cavalcioni sulle mie.
Di istinto appoggiai le mani sulle sue cosce e iniziai ad accarezzarla, mentre lei spingeva il suo pube caldo contro di me.
Tenendosi una mammella con la mano, la guidò verso il mio viso e disse “succhia il latte della mamma, porcellino”.
Aprii la bocca e iniziai a succhiare il suo capezzolo duro da cui uscì subito del latte.
Non saprei descriverne il sapore, sicuramente non come quello che tutti conosciamo, ma nonostante non fosse particolarmente buono, lo mandai giù.
Adele iniziò a gemere di piacere, incitandomi a continuare in quell'atto perverso, mentre si muoveva avanti e indietro, strusciando il suo sesso sulle mie gambe.
“Mmmm siii così, bravo bambino” disse, facendosi succhiare anche l'altro capezzolo.
Arrapato come un porco, giocai con le sue tette per alcuni minuti, sporcandomi la bocca con quel latte acidulo, mentre sempre più eccitata, cercava di slacciarmi la cintura dei pantaloni.
Scese dalle mie gambe e si inginocchiò davanti a me, mi sfilò i pantaloni e le mutande.
“Voglio bere un po' di latte anche io” mi disse, prendendo in bocca il mio uccello in erezione.
Me lo succhiò intensamente, da vera professionista del pompino, lavandolo completamente con la sua saliva calda.
Godevo da impazzire, ipnotizzato dal movimento delle sue grosse bocce che ballavano davanti ai miei occhi.
“Fammi una sega con le tette” gli sussurrai arrapato.
Vedere il mio cazzo muoversi fra il suo seno e godere dello sfregamento sulla sua pelle, mi fece impazzire.
Mi alzai e andai dietro di lei, le sollevai la gonna e abbassai le mutandine di pizzo rosse.
Adele si girò e mi guardò con espressione eccitata dicendomi “Si, scopami tutta”.
Penetrai la sua larga figa bagnata con un solo movimento, iniziando a scoparla subito con forza, mentre le toccavo il seno e strizzavo i capezzoli turgidi.
Il latte materno le usciva copioso dalle mammelle, la stavo mungendo come una vacca in calore.
Le sue grida di godimento riempivano il silenzio della stanza e mi facevano arrapare
La montai per alcuni minuti, sporcandomi il cazzo dei suoi umori, mentre mi preparavo a liberare il mio ormai imminente orgasmo.
“Ecco il tuo latte, troia” le dissi un secondo prima di metterglielo in bocca e sborrare come un toro.
Fu l'eiaculazione più intensa mai provata.
Lei ingoiò tutto il mio sperma denso come un assetata, succhiandomi il cazzo fino a quando non fu moscio.
Rimasi ancora qualche secondo ad osservare la sua bocca sporca del mio latte e le sue tette del suo.
“Grazie bambino mio”, mi disse con voce ancora ansimante, raccogliendo con le dita un po' di sperma e mettendole in bocca.
3
0
voti
voti
valutazione
6.3
6.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una strana menopausaracconto sucessivo
Il collega di mio marito
Commenti dei lettori al racconto erotico