Una strana menopausa
di
G.I.B
genere
confessioni
Ormai sono svariate mattine che mi sveglio tutta sudata e il cuore mi batte forte nel petto.
“Cazzo ancora” dico a bassa voce per non svegliare mio marito, mentre mi guardo in mezzo alle gambe.
Sono venuta ancora, sognando l’ennesimo atto di sesso spinto, dove io sono la protagonista assoluta. Non che la cosa mi dispiaccia, ma sto finendo le mutandine pulite.
Da quando sono entrata in menopausa, mi sento sempre eccitata e vogliosa, più di quando ero una giovane ragazza con gli ormoni a mille.
Ne ho parlato anche alla mia ginecologa e lei mi ha detto “succede, in rari casi ma succede”.
Mio marito ovviamente è felicissimo, gli basta quasi mettermelo davanti agli occhi, per farmi venire voglia, ma io sono “preoccupata” perché mi sembra di aver perso il controllo di me stessa.
A volte mi ritrovo per strada e all'improvviso vengo colpita da una eccitazione che non è solo mentale ma anche fisica.
Non è la classica vampata da scalmane, ma un forte calore fra le cosce e una intensa voglia di scopare e godere. Un prurito alle parti basse che può essere calmato solo scopando.
Mi imbarazza dire queste cose, a confessare che ormai, giro con un discreto vibratore in borsetta e appena il bisogno mi travolte, lo uso per darmi piacere e raggiungere un orgasmo distensivo.
Mi sono masturbata nel bagno di un McDonald, in quello di un ristorante, in quello della piscina dopo il corso di nuoto.
Non conto nemmeno più, tutte le volte che mi sono trovata da sola a casa e mi sono masturbata intensamente.
Ma quello che mi è successo due giorni fa, nel parcheggio di un famoso centro commerciale, mi ha portata a superare ogni limite.
Ero appena salita in macchina per andarmene, quando fui letteralmente travolta dalla voglia di fare sesso.
Mi sono messa a cercare il mio giocattolo nella borsa, ma niente, non c'era.
Mi sentivo quasi come un fumatore che non trova più l'accendino per accendere la tanto desiderata sigaretta. Vergognoso a dirlo, ma stavo sclerando, mentre il mio corpo e la mia figa, mi “imploravano” di appagare quel travolge bisogno.
Stregata dal desiderio e dalla lussuria, mi sono alzata la gonna, abbassata le mutandine alle caviglie e ho iniziato a toccarmi.
Appena mi sono sfiorata con un dito il gonfio e sensibile clitoride, il mio corpo è stato attraversato da una scarica di piacere intenso che mi ha fatto bagnare copiosamente.
Totalmente distaccata dal mondo esterno, ho iniziato a darmi piacere muovevo le dita dentro e fuori il mio sesso, sporcandole dei miei densi umori bianchi che colavano fuori dalla mia vagina.
Non mi sono accorta nemmeno del ragazzo che si era avvicinato alla mia macchina, e che mi stava guardando attraverso il finestrino.
Per un attimo mi sono fermata fissandolo dritta negli occhi.
Non provavo nessun imbarazzo, nessuna paura, solo un’eccitazione estrema.
Il cuore mi batteva forte nel petto e il mio respiro era affannato.
Lui si è guardato intorno, per vedere se ci fosse qualcuno nei paraggi, e poi con naturalezza ha tirato fuori il cazzo dai pantaloni e ha iniziato a masturbarsi davanti a me.
Con lo sguardo fisso sul suo grosso uccello, anche io ho cominciato di nuovo a darmi piacere con le dita, penetrando la figa al ritmo con cui lui se lo menava.
Non ho opposto la minima resistenza, quando il giovane sconosciuto ha aperto la portiera della macchina e, guidando la mia testa con la mano, me lo ha spinto in bocca.
Come se fossi posseduta da un demone, ho preso quel bel uccello giovane tutto dentro fino a sentirlo nella gola e ho iniziato a succhiarlo con frenesia.
L'odore e il sapore di cazzo arrapato mi mandavano in estasi.
Non so per quanto tempo gliel'ho succhiato, prima di ritrovarmi appoggiata al cofano della mia macchina alla pecorina e lo sconosciuto che mi scopava con forza come una prostituta da strada, facendomi godere e venire varie volte.
Non ricordo nemmeno quanto è durato quel sesso perverso, ma ricordo perfettamente la sensazione che ho provato, quando il ragazzo ha liberato il frutto del suo orgasmo dentro la mia bocca e io l’ho bevuto tutto fino all'ultima goccia.
Tornata a casa sono subìto andata a lavarmi e ho buttato via le mutandine che portavo.
Mi sono sentita terribilmente in colpa e mi sento ancora in colpa adesso, nei confronti di mio marito, della mia famiglia. Allo stesso tempo però, sono ancora eccitata e felice di aver vissuto quella intensa e perversa esperienza.
Ho già rimosso il viso di quel giovane sconosciuto, ma il suo cazzo e tutto il resto, lo ricorderò fino alla morte.
“Cazzo ancora” dico a bassa voce per non svegliare mio marito, mentre mi guardo in mezzo alle gambe.
Sono venuta ancora, sognando l’ennesimo atto di sesso spinto, dove io sono la protagonista assoluta. Non che la cosa mi dispiaccia, ma sto finendo le mutandine pulite.
Da quando sono entrata in menopausa, mi sento sempre eccitata e vogliosa, più di quando ero una giovane ragazza con gli ormoni a mille.
Ne ho parlato anche alla mia ginecologa e lei mi ha detto “succede, in rari casi ma succede”.
Mio marito ovviamente è felicissimo, gli basta quasi mettermelo davanti agli occhi, per farmi venire voglia, ma io sono “preoccupata” perché mi sembra di aver perso il controllo di me stessa.
A volte mi ritrovo per strada e all'improvviso vengo colpita da una eccitazione che non è solo mentale ma anche fisica.
Non è la classica vampata da scalmane, ma un forte calore fra le cosce e una intensa voglia di scopare e godere. Un prurito alle parti basse che può essere calmato solo scopando.
Mi imbarazza dire queste cose, a confessare che ormai, giro con un discreto vibratore in borsetta e appena il bisogno mi travolte, lo uso per darmi piacere e raggiungere un orgasmo distensivo.
Mi sono masturbata nel bagno di un McDonald, in quello di un ristorante, in quello della piscina dopo il corso di nuoto.
Non conto nemmeno più, tutte le volte che mi sono trovata da sola a casa e mi sono masturbata intensamente.
Ma quello che mi è successo due giorni fa, nel parcheggio di un famoso centro commerciale, mi ha portata a superare ogni limite.
Ero appena salita in macchina per andarmene, quando fui letteralmente travolta dalla voglia di fare sesso.
Mi sono messa a cercare il mio giocattolo nella borsa, ma niente, non c'era.
Mi sentivo quasi come un fumatore che non trova più l'accendino per accendere la tanto desiderata sigaretta. Vergognoso a dirlo, ma stavo sclerando, mentre il mio corpo e la mia figa, mi “imploravano” di appagare quel travolge bisogno.
Stregata dal desiderio e dalla lussuria, mi sono alzata la gonna, abbassata le mutandine alle caviglie e ho iniziato a toccarmi.
Appena mi sono sfiorata con un dito il gonfio e sensibile clitoride, il mio corpo è stato attraversato da una scarica di piacere intenso che mi ha fatto bagnare copiosamente.
Totalmente distaccata dal mondo esterno, ho iniziato a darmi piacere muovevo le dita dentro e fuori il mio sesso, sporcandole dei miei densi umori bianchi che colavano fuori dalla mia vagina.
Non mi sono accorta nemmeno del ragazzo che si era avvicinato alla mia macchina, e che mi stava guardando attraverso il finestrino.
Per un attimo mi sono fermata fissandolo dritta negli occhi.
Non provavo nessun imbarazzo, nessuna paura, solo un’eccitazione estrema.
Il cuore mi batteva forte nel petto e il mio respiro era affannato.
Lui si è guardato intorno, per vedere se ci fosse qualcuno nei paraggi, e poi con naturalezza ha tirato fuori il cazzo dai pantaloni e ha iniziato a masturbarsi davanti a me.
Con lo sguardo fisso sul suo grosso uccello, anche io ho cominciato di nuovo a darmi piacere con le dita, penetrando la figa al ritmo con cui lui se lo menava.
Non ho opposto la minima resistenza, quando il giovane sconosciuto ha aperto la portiera della macchina e, guidando la mia testa con la mano, me lo ha spinto in bocca.
Come se fossi posseduta da un demone, ho preso quel bel uccello giovane tutto dentro fino a sentirlo nella gola e ho iniziato a succhiarlo con frenesia.
L'odore e il sapore di cazzo arrapato mi mandavano in estasi.
Non so per quanto tempo gliel'ho succhiato, prima di ritrovarmi appoggiata al cofano della mia macchina alla pecorina e lo sconosciuto che mi scopava con forza come una prostituta da strada, facendomi godere e venire varie volte.
Non ricordo nemmeno quanto è durato quel sesso perverso, ma ricordo perfettamente la sensazione che ho provato, quando il ragazzo ha liberato il frutto del suo orgasmo dentro la mia bocca e io l’ho bevuto tutto fino all'ultima goccia.
Tornata a casa sono subìto andata a lavarmi e ho buttato via le mutandine che portavo.
Mi sono sentita terribilmente in colpa e mi sento ancora in colpa adesso, nei confronti di mio marito, della mia famiglia. Allo stesso tempo però, sono ancora eccitata e felice di aver vissuto quella intensa e perversa esperienza.
Ho già rimosso il viso di quel giovane sconosciuto, ma il suo cazzo e tutto il resto, lo ricorderò fino alla morte.
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