Samuel dall'istituto a ... Cap.: IX
di
Andrea10F09
genere
dominazione
Cap IX
Altra palestra
Samuel un bianco drappo ti copre, mentre contempli umidi sogni. Sul tuo ventre scorrono calde emozioni e quello si offre al desiderio di conoscere. Un rivolo, una cascata tepida annaffia la tua pelle, irrora e bagna. La tua bocca riarsa chiede sapori, mentre fluttui sul riflesso dei mari. Da ultimo ti abbandoni, libero tra ombre colorate, e ondeggi mentre suggi il dolce del fiore bramato. Sul lenzuolo s’increspa la notte piovigginosa, mentre il dorso è sfiorato da un gelido artiglio. Mani libertine, delizia dei tuoi sensi, risistemano il tuo flauto umettato. La frescura disorienta, risveglia il fisico; apri gli occhi e comprendi. Occhi godono del tuo smarrimento; passi non più felpati ti angosciano.
“Oggi non puoi andare a scuola: probabilmente necessiti di svago in un ambiente diverso. Il dottor Fabrizio ti accompagnerà alla fattoria da mio fratello, che ti seguirà. La tua iniziazione non verrà interrotta, anzi proseguirà più alacremente. Farai esercizi nuovi, diversi, particolari. Non angustiarti per quello che ti è successo. Vivi il momento con serenità. Affronta il nuovo giorno alla maniera con cui ti incolli agli strumenti, con gioia e festosità. Non pensare in negativo e non avere rimpianti, mai! Sii te stesso e lasciati trasportare dall’allegria e dal piacere dei sensi. Hai sognato e quelle visioni ti hanno dato piacere, che ti siano di augurio per un domani di delizie, di soddisfazioni e di felicità. Sei un ragazzino che vive pienamente le emozioni, non distruggere per crucci e afflizioni, la tua spontaneità, che è quella che ti rende simpatico, estroverso, gentile e passionale, stupendo, incantevole. Sei bello -e te lo dice uno che di fascino, grazia ed armonia maschile se ne intende-. Lascia che il dono, elargitoti dalla natura, possa essere visto, ammirato, apprezzato e gustato anche da coloro con cui verrai a contatto. Lasciati formare e insegnare, ma mantieni sempre l’innocenza e il pudore, poiché queste virtù sono molto apprezzate e gradite. Dato che non potrò seguirti da mio fratello Giovanni per gli impegni che gli orari mi impongono, desidero salutarti a modo mio con il lavarti nella doccia. Ti sciogliamo dai legacci e da quel panno inzuppato e poi ti sciacquerò tenendoti stretto a me, per godermi la tua frescura.” Si diressero assieme verso il bagno tenendosi per mano. Samuele guardava il suo mentore attendendo da lui risposte alle sue domande mute.
“Non serve prendere abbigliamento dal tuo guardaroba, poiché ci penserà mia cognata a darti tutto l’occorrente per vivere un po’ di giorni in quella casa e nel governo delle bestie. Ti porterai solo gli short con quel giocattolo già provato. Loro, per sentito dire, già ti conoscono, per cui, dopo il tuo arrivo, se vorranno vederti, con titubanza ed imbarazzo, con gli occhi abbassati, girati e spogliati, mostrando pudore e vergogna. Lascia che le mutande te le strappi mia cognata. La moglie di mio fratello è una donnona, alta, robusta e grassa, con delle mani … Beh, ascoltala e fai senza esitazioni quello che ti chiede. È amante delle punizioni e dell’umiliazione estrema. Non so come Giovanni abbia fatto a sposarla. In quella casa è lei che comanda, mentre mio fratello è molto buono e comprensivo. Starai da loro vari giorni: al mattino farai esperienza, sottomettendoti alle richieste dei presenti, al pomeriggio avrai un insegnamento particolare, finché il tuo fisico non lavorerà, come ci aspettiamo e come tu sogni.” Le mani del mentore salivano e scendevano sul fisico del ragazzino regalandogli un po’ di buonumore, di serenità e della sana freschezza, fermandosi ogni tanto per pizzicare e pastrugnare i capezzolini, più bombati di giorni addietro per i farmaci che gli venivano dati e che avrebbe proseguito a prendere per giungere ad avere una prima abbondante di seno, se non una seconda.
“Farai collazione da loro. Non mostrarti schizzinoso; prendi e assumi in silenzio tutto quello che ti vorranno dare.” … e mentre gli diceva questo, se lo alzò sino al viso e …
“E’ da un tanto che non gusto la tua crema! Ora la desidero e me la prenderò estraendotela dalla bisaccia” … e così dicendo con una mano lo sosteneva, con l’altra se lo appressava per aspirargli e inghiottire per suggerli il membro quanto mai tumido e rigido. Samuele cercava di difendersi, ma era difficile porre barriere e resistenze ad un uomo pieno di forza. Poteva solo urlare, bofonchiare, cinguettare, pigolare … ondeggiare, tremolare, boccheggiare e lasciarsi andare a spasmi e contrazioni muscolari violente sino alla sua completa resa, sino al suo totale abbandono fra le braccia del suo venerato professore.
“Ohhhhh … fffffffnnnnnnn” … e fu adagiato sul piatto doccia con lo scroscio caldo che lo irrorava, asportandone l’ultima schiuma saponata. “Anch’io ho diritto ad avere la sua panna!” fissando, da semisdraiato, il suo mentore, mentre l’acqua gli scorreva sulla pelle.
“Sì, l’avrai e anche quella del dottore con le pasticche che devi prendere, ma dopo che ti sarai vestito. Però questa volta non la ingurgiterai: te la spalmerò sul volto come lozione, mentre il medico te la verserà sul pube per profumartelo di sborra. Vestiti con quello che il dottore ha raccolto per andare da mio fratello e poi, dato che il tuo alito, i tuoi rigurgiti devono sapere di piscio, posizionati per darci modo di svuotare le nostre vesciche senza difficoltà e senza che ti siano inzuppati gli indumenti.”
“Ma …”
“Non c’è un che distrae e tenga. La piscia l’hai già assaggiata e a questa pratica, alla quale spesso sarai assoggettato, dovrai assuefarti. La signora non accetta titubanze. È abituata a farsi servire e obbedire anche senza parlare: cerca di far in fretta a comprenderla e a capire quello che vuole.”
“Hmmmhhh … sono pronto. Questi pantaloncini sono adatti ad una ragazzina. Sembrano una piccola gonna svasata, aperta sulle anche, tanto da far scorgere le mutandine bianche. Ohhh beh, non importa: se per lei devo andare vestito in questo modo, … va bene! Ora, …”
“Accogli, inghiottisci, lascia scorrere e chiudi le labbra, le ultime gocce te le darò sul palato e fra i denti, in modo da farti sentirne il sapore e anche per il dottore avrai le stesse precauzioni. Prima che mi dimentichi: sappi che già in giornata sarai epilato.”
“Cosa significa?”
“Specifica che saranno estirparti tutti i peli dal tuo fisico, dalle ascelle al culo, dalle gambe al pube, dalle braccia allo scroto. La tua pelle deve essere come la buccia di una pesca matura”
“Ma farà male.”
“Sopporta e non lamentarti. La strada per diventare un’abile e un’impeccabile entraîneuse passa anche per l’epilazione. Alza la t-shirt per ricevere su entrambi i capezzoli una fiala per prevenire eventuali infezioni che potresti incontrare in luoghi calpestati da bovini. Avrai dolore, ma devi accettare.”
“Fa male, ohhhhhh che… puttana bestia, che …”
“Non lamentarti, non imprecare e non piangere. Mia cognata può lavarti la bocca e altro in modo diverso da come siamo soliti fare. Sei avvisato! Inoltre, il dottor Fabrizio è pronto a versarti sui ricci del pube il suo sperma. Accoglilo e custodiscilo con cura, gustandone il calore e la cremosità e dopo Inginocchiati per ricevere la mia semenza che devi stendere e far penetrare nelle porosità del tuo volto.”
“Sotto impregnato … sul viso la sua panna, professore. … come le sembro, come sto? Le piaccio? … però ho ancora male!”
“Sei una piccola troia. Splendi ed illumini. Sei innocente, ma anche tanto vacca. Assomigli ad una ragazzina da impregnare, da sbattere, da fottere e stuprare. Sei … “
” Ohhh sìììììììììì, sono la sua piccola troia, professore, ma lo faccio per l’istituto.”
“A chi la dai da bere! Dì che sei una putta, una sgualdrina in calore, una ruffiana, una bagascia!”
“Sì, ha ragione: sono una troia, la sua piccola call-girl. Mi piace e mi dà piacere stringere, palpare, odorare il cazzo, strisciarmelo sul viso mentre fisso il volto di chi me lo offre, ungermi le gotte di precum o di sperma, sentirlo crescere fra le labbra e poi il suo caldo saluto, il suo intimo dono e … vorrei tanto averlo dentro, sentirlo pulsare alla ricerca dell’anfratto, ove scaricare le sue riserve. Ohhh … quando professore?”
“Vaiii!”
“Andiamo ragazzo! I farmaci per il tuo soggiorno nella fattoria li consegnerò alla moglie di Giovanni, comprese le fiale che devi farti iniettare ogni giorno. Sono vecchio, ma guido ancora bene e poi la fattoria non è lontana da qui.”
Piano, piano con gli occhi sul paesaggio che gli passava dinanzi, Samuele si assentò dal presente, preso com’era dai ricordi, dalle immagini della sua aula, dei suoi compagni con i quali spesso condivideva esperienze e da quello che gli era stato detto dal professore. Aveva iniziato, aveva accettato per il bene dell’istituto e ora … Era in sovrappensiero quando una mano gli toccò il ginocchio. Si irrigidì, ma poi lasciò che quella mano risalisse per fermarsi tra i suoi arti in tensione.
“Paura, pensieri, ma qui, fra le gambe, non traspaiono preoccupazioni o timori, anzi … s’inerpica, s’alza, si solleva, si inturgidisce e mi sa che desidera che … insista.” Nel frattempo, quella mano libera dalla guida si muoveva, aspettava, non aveva fretta; probabilmente voleva un . “Vuoi che continui?” Il ragazzo pressando le labbra fra i denti, protese il pube verso l’uomo, chiedendo in silenzio il proseguo della masturbazione.
“Vuoi sborrare, … mhhhhh?”
“Sì!” … e il medico, sempre guardando la strada, pressò un po’ di più, muovendo la mano in su e giù o in senso rotatorio sino a provocare dei leggeri, tenui lamenti indicanti l’approssimarsi dell’eiaculazione.
“Ohhhhh, … sìììì, … ancoraaa, … sììììììììììììììììììììììì, … ohhhhhhhhhhhgggg”
“Che cagnetta! E adesso, ti vedranno macchiato, con le mutandine farcite, cosparse, ricoperte di sperma! – e dimenando la testa- che cagna in calore!” Samuele non mosse lingua all’osservazione del medico e poi gli piaceva quell’umido viscoso, caldo, con quel profumo e sollevato l’elastico degli indumenti, messa una mano sotto, sorrise del misfatto e, estrattala, se la portò alle labbra sorridendo.
“Siamo arrivati. Non negarti alle nuove esperienze che ti saranno proposte o imposte. Sii accondiscendente, disponibile, docile, sempre gioioso. Lasciati asservire, controllare, testare, sondare, provare, governare, comandare, gestire. Farai pratiche utili, proficue alla tua formazione che ti porteranno a dare con gioia, con piacere ed entusiasmo il tuo culetto ad uno sconosciuto.”
Dei cani emaciati dal pelo arruffato ed ispido, abbaiando, circondarono l’auto, bloccando al suo interno i due, sino al loro richiamo da parte di una figura corpulenta, robusta, grassa con un grembiule semi allacciato in vita, tenente nella destra un vecchio secchio in legno.
“Ohhh, siete arrivati! Giovanni, la cagnetta di Albertoo, tuo fratello!” Poco dopo il richiamo, comparve a fianco della donna un adulto a torso nudo, villoso e leggermente brizzolato, con pantaloni sgualciti, sudici, trattenuti in vita da un legaccio di stoppa di canapa, con zoccoli coperti di fanghiglia di animale.
“Buongiorno dottor Fabrizio! È questo il ragazzo che deve imparare a succhiare, a poppare, a spremere, spillare e sorbire, a fare a regola d’arte un pompino?”
“Sì, signor Giovanni! Per il protrarsi della patologia dell’enuresi notturna abbiamo dovuto anticipare e allungare il periodo di formazione presso la sua fattoria, forse dovuta a stress scolastico; per cui un periodo di riposo presso la sua famiglia gli sarebbe certamente molto salutare. È una cagnetta sempre in calore, sempre bagnata, sempre sfrigolante, mai sazia. Guardate: s’è masturbato in auto, lì, al mio fianco, senza preoccuparsi se qualcuno poteva vederlo. Consegnerò a sua moglie, signor Giovanni, i farmaci che il ragazzo deve assumere in base alle indicazioni che ho vergato su un foglio, le fiale da farsi ai seni per evitargli infezioni che simile ambiente potrebbe fargli prendere e un piccolo giocattolo che gli serve per educare il suo ano.”
“Qui siamo in un’azienda agricola; si lavora la terra e con bovini, che sono da governare al mattino e alla sera, per cui abbiamo tutti un abbigliamento adatto. Ci si sporca anche di resti di animali, quindi sarebbe opportuno che il ragazzino fosse vestito in modo adeguato a quello che andrà a fare.”
“Non ha portato nulla, se non quel giocattolo che serve a sensibilizzare il suo intestino rettale, poiché si pensava che al suo guardaroba avrebbe provveduto la signora.”
“E sì, se dobbiamo dare indumenti a tutti quelli che vengono ad operare qui, sarebbe un problema, ma non c’è niente di scandaloso restare nudi al lavoro: alla sera ci si lava. Samuele, svestiti e consegna al dottore i tuoi indumenti, che ti ridarà per il ritorno all’Istituto, quando avrai terminato il tuo soggiorno di apprendimento da noi. Svestiti, … veloce e non farci perdere tempo con falsi pudori.” Samuele, che ascoltava, sfilatosi la t-shirt e i pantaloncini-gonnellina che affidò al medico, … “scarpe e calzini, comprese le mutandine?” Si vergognava, non per rimanere completamente discinto in presenza di altre persone, ma per essere osservato, squadrato e guardato da capo a piedi, perché la sua nudità sarebbe diventata il centro dell’attenzione degli ospitanti.
“Ragazzi, … Dino, Alfeo, Rosetta, -sono i nostri figli- venite a far conoscenza con il nuovo chierichetto per le nostre funzioni religiose! Al mattino, sino alle undici, ti eserciterai e pregherai con tutti noi; al pomeriggio sino a tardi studierai e ti eserciterai su libri diversi, da quelli che sei uso ad aprire.”
Che significava? Pregare mattino e sera e frequentare la messa alla domenica come in collegio, … e la presenza di giovani, di cui non era a conoscenza … e quel programma? Ansia, inquietudine, preoccupazione, agitazione, paura, sconcerto, … e sotto il tessuto dei suoi slip bianchi da bambina si sollevava il sesso regalandogli ulteriore, supplementare disagio.
Altra palestra
Samuel un bianco drappo ti copre, mentre contempli umidi sogni. Sul tuo ventre scorrono calde emozioni e quello si offre al desiderio di conoscere. Un rivolo, una cascata tepida annaffia la tua pelle, irrora e bagna. La tua bocca riarsa chiede sapori, mentre fluttui sul riflesso dei mari. Da ultimo ti abbandoni, libero tra ombre colorate, e ondeggi mentre suggi il dolce del fiore bramato. Sul lenzuolo s’increspa la notte piovigginosa, mentre il dorso è sfiorato da un gelido artiglio. Mani libertine, delizia dei tuoi sensi, risistemano il tuo flauto umettato. La frescura disorienta, risveglia il fisico; apri gli occhi e comprendi. Occhi godono del tuo smarrimento; passi non più felpati ti angosciano.
“Oggi non puoi andare a scuola: probabilmente necessiti di svago in un ambiente diverso. Il dottor Fabrizio ti accompagnerà alla fattoria da mio fratello, che ti seguirà. La tua iniziazione non verrà interrotta, anzi proseguirà più alacremente. Farai esercizi nuovi, diversi, particolari. Non angustiarti per quello che ti è successo. Vivi il momento con serenità. Affronta il nuovo giorno alla maniera con cui ti incolli agli strumenti, con gioia e festosità. Non pensare in negativo e non avere rimpianti, mai! Sii te stesso e lasciati trasportare dall’allegria e dal piacere dei sensi. Hai sognato e quelle visioni ti hanno dato piacere, che ti siano di augurio per un domani di delizie, di soddisfazioni e di felicità. Sei un ragazzino che vive pienamente le emozioni, non distruggere per crucci e afflizioni, la tua spontaneità, che è quella che ti rende simpatico, estroverso, gentile e passionale, stupendo, incantevole. Sei bello -e te lo dice uno che di fascino, grazia ed armonia maschile se ne intende-. Lascia che il dono, elargitoti dalla natura, possa essere visto, ammirato, apprezzato e gustato anche da coloro con cui verrai a contatto. Lasciati formare e insegnare, ma mantieni sempre l’innocenza e il pudore, poiché queste virtù sono molto apprezzate e gradite. Dato che non potrò seguirti da mio fratello Giovanni per gli impegni che gli orari mi impongono, desidero salutarti a modo mio con il lavarti nella doccia. Ti sciogliamo dai legacci e da quel panno inzuppato e poi ti sciacquerò tenendoti stretto a me, per godermi la tua frescura.” Si diressero assieme verso il bagno tenendosi per mano. Samuele guardava il suo mentore attendendo da lui risposte alle sue domande mute.
“Non serve prendere abbigliamento dal tuo guardaroba, poiché ci penserà mia cognata a darti tutto l’occorrente per vivere un po’ di giorni in quella casa e nel governo delle bestie. Ti porterai solo gli short con quel giocattolo già provato. Loro, per sentito dire, già ti conoscono, per cui, dopo il tuo arrivo, se vorranno vederti, con titubanza ed imbarazzo, con gli occhi abbassati, girati e spogliati, mostrando pudore e vergogna. Lascia che le mutande te le strappi mia cognata. La moglie di mio fratello è una donnona, alta, robusta e grassa, con delle mani … Beh, ascoltala e fai senza esitazioni quello che ti chiede. È amante delle punizioni e dell’umiliazione estrema. Non so come Giovanni abbia fatto a sposarla. In quella casa è lei che comanda, mentre mio fratello è molto buono e comprensivo. Starai da loro vari giorni: al mattino farai esperienza, sottomettendoti alle richieste dei presenti, al pomeriggio avrai un insegnamento particolare, finché il tuo fisico non lavorerà, come ci aspettiamo e come tu sogni.” Le mani del mentore salivano e scendevano sul fisico del ragazzino regalandogli un po’ di buonumore, di serenità e della sana freschezza, fermandosi ogni tanto per pizzicare e pastrugnare i capezzolini, più bombati di giorni addietro per i farmaci che gli venivano dati e che avrebbe proseguito a prendere per giungere ad avere una prima abbondante di seno, se non una seconda.
“Farai collazione da loro. Non mostrarti schizzinoso; prendi e assumi in silenzio tutto quello che ti vorranno dare.” … e mentre gli diceva questo, se lo alzò sino al viso e …
“E’ da un tanto che non gusto la tua crema! Ora la desidero e me la prenderò estraendotela dalla bisaccia” … e così dicendo con una mano lo sosteneva, con l’altra se lo appressava per aspirargli e inghiottire per suggerli il membro quanto mai tumido e rigido. Samuele cercava di difendersi, ma era difficile porre barriere e resistenze ad un uomo pieno di forza. Poteva solo urlare, bofonchiare, cinguettare, pigolare … ondeggiare, tremolare, boccheggiare e lasciarsi andare a spasmi e contrazioni muscolari violente sino alla sua completa resa, sino al suo totale abbandono fra le braccia del suo venerato professore.
“Ohhhhh … fffffffnnnnnnn” … e fu adagiato sul piatto doccia con lo scroscio caldo che lo irrorava, asportandone l’ultima schiuma saponata. “Anch’io ho diritto ad avere la sua panna!” fissando, da semisdraiato, il suo mentore, mentre l’acqua gli scorreva sulla pelle.
“Sì, l’avrai e anche quella del dottore con le pasticche che devi prendere, ma dopo che ti sarai vestito. Però questa volta non la ingurgiterai: te la spalmerò sul volto come lozione, mentre il medico te la verserà sul pube per profumartelo di sborra. Vestiti con quello che il dottore ha raccolto per andare da mio fratello e poi, dato che il tuo alito, i tuoi rigurgiti devono sapere di piscio, posizionati per darci modo di svuotare le nostre vesciche senza difficoltà e senza che ti siano inzuppati gli indumenti.”
“Ma …”
“Non c’è un che distrae e tenga. La piscia l’hai già assaggiata e a questa pratica, alla quale spesso sarai assoggettato, dovrai assuefarti. La signora non accetta titubanze. È abituata a farsi servire e obbedire anche senza parlare: cerca di far in fretta a comprenderla e a capire quello che vuole.”
“Hmmmhhh … sono pronto. Questi pantaloncini sono adatti ad una ragazzina. Sembrano una piccola gonna svasata, aperta sulle anche, tanto da far scorgere le mutandine bianche. Ohhh beh, non importa: se per lei devo andare vestito in questo modo, … va bene! Ora, …”
“Accogli, inghiottisci, lascia scorrere e chiudi le labbra, le ultime gocce te le darò sul palato e fra i denti, in modo da farti sentirne il sapore e anche per il dottore avrai le stesse precauzioni. Prima che mi dimentichi: sappi che già in giornata sarai epilato.”
“Cosa significa?”
“Specifica che saranno estirparti tutti i peli dal tuo fisico, dalle ascelle al culo, dalle gambe al pube, dalle braccia allo scroto. La tua pelle deve essere come la buccia di una pesca matura”
“Ma farà male.”
“Sopporta e non lamentarti. La strada per diventare un’abile e un’impeccabile entraîneuse passa anche per l’epilazione. Alza la t-shirt per ricevere su entrambi i capezzoli una fiala per prevenire eventuali infezioni che potresti incontrare in luoghi calpestati da bovini. Avrai dolore, ma devi accettare.”
“Fa male, ohhhhhh che… puttana bestia, che …”
“Non lamentarti, non imprecare e non piangere. Mia cognata può lavarti la bocca e altro in modo diverso da come siamo soliti fare. Sei avvisato! Inoltre, il dottor Fabrizio è pronto a versarti sui ricci del pube il suo sperma. Accoglilo e custodiscilo con cura, gustandone il calore e la cremosità e dopo Inginocchiati per ricevere la mia semenza che devi stendere e far penetrare nelle porosità del tuo volto.”
“Sotto impregnato … sul viso la sua panna, professore. … come le sembro, come sto? Le piaccio? … però ho ancora male!”
“Sei una piccola troia. Splendi ed illumini. Sei innocente, ma anche tanto vacca. Assomigli ad una ragazzina da impregnare, da sbattere, da fottere e stuprare. Sei … “
” Ohhh sìììììììììì, sono la sua piccola troia, professore, ma lo faccio per l’istituto.”
“A chi la dai da bere! Dì che sei una putta, una sgualdrina in calore, una ruffiana, una bagascia!”
“Sì, ha ragione: sono una troia, la sua piccola call-girl. Mi piace e mi dà piacere stringere, palpare, odorare il cazzo, strisciarmelo sul viso mentre fisso il volto di chi me lo offre, ungermi le gotte di precum o di sperma, sentirlo crescere fra le labbra e poi il suo caldo saluto, il suo intimo dono e … vorrei tanto averlo dentro, sentirlo pulsare alla ricerca dell’anfratto, ove scaricare le sue riserve. Ohhh … quando professore?”
“Vaiii!”
“Andiamo ragazzo! I farmaci per il tuo soggiorno nella fattoria li consegnerò alla moglie di Giovanni, comprese le fiale che devi farti iniettare ogni giorno. Sono vecchio, ma guido ancora bene e poi la fattoria non è lontana da qui.”
Piano, piano con gli occhi sul paesaggio che gli passava dinanzi, Samuele si assentò dal presente, preso com’era dai ricordi, dalle immagini della sua aula, dei suoi compagni con i quali spesso condivideva esperienze e da quello che gli era stato detto dal professore. Aveva iniziato, aveva accettato per il bene dell’istituto e ora … Era in sovrappensiero quando una mano gli toccò il ginocchio. Si irrigidì, ma poi lasciò che quella mano risalisse per fermarsi tra i suoi arti in tensione.
“Paura, pensieri, ma qui, fra le gambe, non traspaiono preoccupazioni o timori, anzi … s’inerpica, s’alza, si solleva, si inturgidisce e mi sa che desidera che … insista.” Nel frattempo, quella mano libera dalla guida si muoveva, aspettava, non aveva fretta; probabilmente voleva un . “Vuoi che continui?” Il ragazzo pressando le labbra fra i denti, protese il pube verso l’uomo, chiedendo in silenzio il proseguo della masturbazione.
“Vuoi sborrare, … mhhhhh?”
“Sì!” … e il medico, sempre guardando la strada, pressò un po’ di più, muovendo la mano in su e giù o in senso rotatorio sino a provocare dei leggeri, tenui lamenti indicanti l’approssimarsi dell’eiaculazione.
“Ohhhhh, … sìììì, … ancoraaa, … sììììììììììììììììììììììì, … ohhhhhhhhhhhgggg”
“Che cagnetta! E adesso, ti vedranno macchiato, con le mutandine farcite, cosparse, ricoperte di sperma! – e dimenando la testa- che cagna in calore!” Samuele non mosse lingua all’osservazione del medico e poi gli piaceva quell’umido viscoso, caldo, con quel profumo e sollevato l’elastico degli indumenti, messa una mano sotto, sorrise del misfatto e, estrattala, se la portò alle labbra sorridendo.
“Siamo arrivati. Non negarti alle nuove esperienze che ti saranno proposte o imposte. Sii accondiscendente, disponibile, docile, sempre gioioso. Lasciati asservire, controllare, testare, sondare, provare, governare, comandare, gestire. Farai pratiche utili, proficue alla tua formazione che ti porteranno a dare con gioia, con piacere ed entusiasmo il tuo culetto ad uno sconosciuto.”
Dei cani emaciati dal pelo arruffato ed ispido, abbaiando, circondarono l’auto, bloccando al suo interno i due, sino al loro richiamo da parte di una figura corpulenta, robusta, grassa con un grembiule semi allacciato in vita, tenente nella destra un vecchio secchio in legno.
“Ohhh, siete arrivati! Giovanni, la cagnetta di Albertoo, tuo fratello!” Poco dopo il richiamo, comparve a fianco della donna un adulto a torso nudo, villoso e leggermente brizzolato, con pantaloni sgualciti, sudici, trattenuti in vita da un legaccio di stoppa di canapa, con zoccoli coperti di fanghiglia di animale.
“Buongiorno dottor Fabrizio! È questo il ragazzo che deve imparare a succhiare, a poppare, a spremere, spillare e sorbire, a fare a regola d’arte un pompino?”
“Sì, signor Giovanni! Per il protrarsi della patologia dell’enuresi notturna abbiamo dovuto anticipare e allungare il periodo di formazione presso la sua fattoria, forse dovuta a stress scolastico; per cui un periodo di riposo presso la sua famiglia gli sarebbe certamente molto salutare. È una cagnetta sempre in calore, sempre bagnata, sempre sfrigolante, mai sazia. Guardate: s’è masturbato in auto, lì, al mio fianco, senza preoccuparsi se qualcuno poteva vederlo. Consegnerò a sua moglie, signor Giovanni, i farmaci che il ragazzo deve assumere in base alle indicazioni che ho vergato su un foglio, le fiale da farsi ai seni per evitargli infezioni che simile ambiente potrebbe fargli prendere e un piccolo giocattolo che gli serve per educare il suo ano.”
“Qui siamo in un’azienda agricola; si lavora la terra e con bovini, che sono da governare al mattino e alla sera, per cui abbiamo tutti un abbigliamento adatto. Ci si sporca anche di resti di animali, quindi sarebbe opportuno che il ragazzino fosse vestito in modo adeguato a quello che andrà a fare.”
“Non ha portato nulla, se non quel giocattolo che serve a sensibilizzare il suo intestino rettale, poiché si pensava che al suo guardaroba avrebbe provveduto la signora.”
“E sì, se dobbiamo dare indumenti a tutti quelli che vengono ad operare qui, sarebbe un problema, ma non c’è niente di scandaloso restare nudi al lavoro: alla sera ci si lava. Samuele, svestiti e consegna al dottore i tuoi indumenti, che ti ridarà per il ritorno all’Istituto, quando avrai terminato il tuo soggiorno di apprendimento da noi. Svestiti, … veloce e non farci perdere tempo con falsi pudori.” Samuele, che ascoltava, sfilatosi la t-shirt e i pantaloncini-gonnellina che affidò al medico, … “scarpe e calzini, comprese le mutandine?” Si vergognava, non per rimanere completamente discinto in presenza di altre persone, ma per essere osservato, squadrato e guardato da capo a piedi, perché la sua nudità sarebbe diventata il centro dell’attenzione degli ospitanti.
“Ragazzi, … Dino, Alfeo, Rosetta, -sono i nostri figli- venite a far conoscenza con il nuovo chierichetto per le nostre funzioni religiose! Al mattino, sino alle undici, ti eserciterai e pregherai con tutti noi; al pomeriggio sino a tardi studierai e ti eserciterai su libri diversi, da quelli che sei uso ad aprire.”
Che significava? Pregare mattino e sera e frequentare la messa alla domenica come in collegio, … e la presenza di giovani, di cui non era a conoscenza … e quel programma? Ansia, inquietudine, preoccupazione, agitazione, paura, sconcerto, … e sotto il tessuto dei suoi slip bianchi da bambina si sollevava il sesso regalandogli ulteriore, supplementare disagio.
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