Elena e Marco

di
genere
voyeur

In una serata tranquilla, in cui la casa era illuminata da luci soffuse, Elena e Marco avevano deciso di invitare due colleghi di Marco per una cena informale. La casa, calda e accogliente, era il luogo perfetto per trascorrere qualche ora in compagnia, lontani dal lavoro. Elena, una donna dalla bellezza mozzafiato, aveva scelto un abito elegante ma leggero, che lasciava intravedere le sue curve in modo sottile ma seducente. Marco, come sempre, apprezzava ogni dettaglio della sua compagna, ma stasera, sentiva una crescente eccitazione nel pensare a come sarebbe andata la serata.

Durante la cena, il vino fluiva liberamente e le risate dei commensali riempivano l'aria. Elena, pur mantenendo una certa eleganza, cominciava a sentirsi leggermente brilla. I suoi movimenti si facevano più disinvolti, le sue risposte più frivole, mentre gli occhi di Marco non la perdevano mai di vista. Notava con piacere come i colleghi, pur cercando di non farlo trasparire, non riuscivano a staccare gli occhi da Elena. La sua bellezza e il suo fascino non passavano inosservati.

Dopo cena, quando i colleghi stavano per andarsene, Marco decise di aumentare la tensione nella stanza. Con un sorriso malizioso, iniziò a decantare le qualità erotiche di Elena, raccontando con un tono caldo e intrigante di come fosse capace di suscitare desideri segreti nei suoi confronti. Elena, un po' confusa e a tratti imbarazzata, sentiva il suo corpo riscaldarsi, la bocca leggermente secca per la tensione che si stava creando.

"I miei amici non sanno quanto sia fortunato", disse Marco, mentre si avvicinava a Elena, appoggiando una mano sulla sua schiena. "Elena non è solo bellissima, ma è anche una donna capace di trasformare ogni momento in un'esperienza intensa. Vi invito a immaginare cosa potrebbe succedere se aveste la possibilità di trascorrere più tempo con lei."

Gli occhi dei colleghi, ora fissi su Elena, tradivano l'interesse, mentre lei sentiva un'improvvisa ondata di eccitazione e imbarazzo al tempo stesso. Il suo corpo, ancora leggermente brilla, rispondeva ai complimenti di Marco, e si lasciava avvolgere da un'energia pericolosamente seducente. Il gioco era cominciato, e tutti nella stanza lo sapevano.

Marco, consapevole di aver scatenato la curiosità e l’eccitazione nei suoi colleghi, non riusciva a trattenere il sorriso soddisfatto. Si chinò verso Elena, sussurrandole all'orecchio: "Ti va di continuare a giocare, amore? Mostriamo loro come davvero ci divertiamo insieme."

La tensione nella stanza era palpabile, e la serata, una volta apparentemente innocente, stava lentamente prendendo una piega decisamente più audace e intrigante.

Il salotto era avvolto da un’atmosfera intima, le luci soffuse accentuavano la sensualità della scena, mentre i suoni morbidi della musica in sottofondo creavano un contrasto perfetto con la crescente tensione. Marco, con un sorriso complice, continuava a versare vino nei bicchieri dei suoi colleghi, ma anche il suo sguardo era costantemente diretto verso Elena, che si trovava comodamente seduta tra i due uomini.

Elena, con il suo sorriso velato, sembrava essere diventata il centro di attenzione della serata. Il suo corpo, ora più rilassato, rispondeva agli effetti dell'alcol. Le sue mani si muovevano con disinvoltura, accarezzando con leggerezza la superficie del bicchiere, mentre si rivolgevano di tanto in tanto ai due uomini, incrociando i loro occhi con uno sguardo enigmatico, che parlava più di mille parole.

Marco, con la sua consueta autorevolezza, si era seduto poco distante, ma ogni tanto lanciava occhiate furtive a Elena, studiando con piacere l’effetto che stava avendo sugli altri. I colleghi, ormai completamente a loro agio, non riuscivano a nascondere la crescente eccitazione, i loro sguardi fissi su Elena che, nel suo abito leggero, sembrava essere l’incarnazione della tentazione.

"Elena," disse uno dei colleghi, un po' più coraggioso di fronte al vino, "non ti vergogni mai di essere così... affascinante?"

Lei sorrise, sentendo il suo corpo scaldarsi ulteriormente. "No… Non mi vergogno mai, e credo che il vino stia aiutando a sbloccare un po’ di... sincerità," rispose con un tono velato, accentuando la seduzione nella sua voce.

Marco, intanto, stava giocando la sua parte con maestria. "A volte, le persone più... enigmatiche sono anche le più pericolose," disse, guardando i suoi colleghi con un sorriso affilato. "Elena ha il dono di incantare chiunque le stia attorno. Ma non è solo bellezza, è un gioco di sguardi, di gesti, di parole non dette."

Il suo discorso, intriso di complicità, alimentava ancora di più il desiderio e la curiosità dei due uomini. Le parole di Marco, tuttavia, sembravano più di un semplice elogio; erano un invito a esplorare, a lasciarsi andare alla tentazione che stava crescendo tra loro.

Elena, percependo la crescente elettricità nell'aria, si spostò leggermente, accarezzando la coscia di uno dei colleghi, con un gesto casuale ma provocante. Il suo sguardo si incrociò con quello di Marco, che non poté fare a meno di sorridere, consapevole che il gioco era ormai entrato nel vivo.

"Non c'è bisogno di fare finta," disse Marco, guardando il suo collega con aria divertita. "Tutti sappiamo cosa sta accadendo qui, e credo che Elena non sarebbe mai così... disponibile se non avesse voluto che accadesse."

Elena, ora completamente consapevole del desiderio che aleggiava nell'aria, lasciò che il gioco proseguisse. Il vino continuava a fluire rendendo le menti sempre più leggere, ma anche l'eccitazione era palpabile. La serata stava lentamente prendendo una piega inaspettata, dove ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo, sembrava un passo più vicino alla trasgressione.

La serata continuava in un’atmosfera carica di tensione, ma con un sottile equilibrio tra eleganza e trasgressione. Elena, pur se ancora un po’ brilla dal vino, manteneva il controllo sulla situazione, consapevole del gioco che stava intrecciando con Marco e i suoi colleghi. Ogni parola di Marco sembrava solleticare un desiderio nascosto in lei, e nonostante l'iniziale imbarazzo, una parte di Elena cominciava a godere di quel potere sottile che stava acquisendo. La sua consapevolezza della propria bellezza e sensualità le dava una nuova forza.

Marco, con una certa maestria, continuava a guidare la conversazione, cercando di spingere sempre più in là i limiti del gioco, pur mantenendo un rispetto implicito verso Elena. Era affascinato dal modo in cui lei reagiva, e in un certo senso, la sua eccitazione cresceva nel vederla così sicura di sé, così capace di manipolare le dinamiche della serata a suo favore.

"Vedete," disse Marco con un tono più calmo, rivolto ai suoi colleghi, "Elena non è solo una donna incredibile da vedere, ma sa come entrare in sintonia con chi ha davanti. Sa come gestire ogni situazione con grazia, e, diciamocelo, un po' di provocazione non guasta mai."

I colleghi, pur cercando di nascondere il loro interesse, non riuscivano a distogliere lo sguardo da Elena. La tensione era palpabile, e anche se nessuno osava fare il primo passo, c'era un’energia elettrica che aleggiava tra loro.

Elena, consapevole della crescente eccitazione che circondava la stanza, si appoggiò al bracciolo del divano, incrociando le gambe con un gesto lento e naturale, come se fosse una danza segreta tra lei e gli altri. Il movimento della sua gamba esposta, l’angolo perfetto per accarezzare con lo sguardo, provocò un breve silenzio. La sua attenzione, però, era rivolta completamente a Marco. Voleva vedere fin dove l’avrebbe spinta, quanto lontano avrebbe portato quel gioco sottile.

Marco, con un sorriso divertito, le fece un cenno. "Non c'è bisogno di nascondersi, amore. Non stai facendo nulla di male, stai solo mostrando quanto sei incredibile."

L'atmosfera nella stanza continuava a farsi più densa. Gli occhi dei colleghi di Marco erano fissi su Elena, e lei sentiva la loro curiosità, la loro ammirazione crescente. Ma sapeva che era Marco il vero regista di quel gioco. Gli occhi di lui brillavano di un misto di orgoglio e desiderio.

Con calma, ma con un tocco di malizia, Elena rispose a Marco, il sorriso sulle labbra. "Mi piace quando giochi con me così," disse, consapevole di come ogni parola potesse accendere ulteriormente la scintilla di quella serata.

Il gioco era appena iniziato, ma entrambi sapevano che le cose sarebbero cambiate, che la dinamica tra di loro sarebbe diventata ancora più intensa. E quella serata, in fondo, sarebbe rimasta un segreto da custodire, una sfida tra desideri e limiti.

La tensione nella stanza continuava a crescere, ma Elena, pur consapevole dello sguardo dei suoi interlocutori, non perdeva il controllo. La sua postura era rilassata, ma ogni suo movimento, anche il più lieve, sembrava avere un significato nascosto, una danza sottile di provocazione e complicità. Marco, seduto un po’ più in lontananza, osservava con attenzione, sentendo il brivido di vedere Elena così sicura, così padrona di sé.

Il gioco tra di loro, pur mantenendo un’apparente eleganza, stava diventando sempre più affascinante e pericoloso. Elena sentiva l’energia che la circondava, ma non c’era vergogna nel suo sguardo. Anzi, il suo sorriso era più profondo, come se ogni parola di Marco, ogni sguardo dei suoi colleghi, alimentasse una parte di lei che si stava risvegliando in modo nuovo, curioso, quasi avvolgente.

"Non c’è niente di più intrigante di una donna che sa come giocare con la propria sensualità," continuò Marco, il suo tono carico di un sottile piacere. "Elena non ha bisogno di fare nulla per sedurre. Lo fa senza sforzo, con una naturalezza che lascia senza parole."

Elena, accarezzando lentamente la superficie del bicchiere con le dita, alzò lo sguardo verso i suoi colleghi, come se volesse confermare ogni parola di Marco, ma anche sfidarli. Un sorriso malizioso attraversò il suo volto, mentre, allo stesso tempo, cercava di mantenere un’aria di disinvoltura, ma con una consapevolezza sempre più viva di quanto fosse al centro di quella dinamica.

"È un gioco interessante," disse, con voce calma ma sicura. "A volte basta un dettaglio, uno sguardo, per far nascere il desiderio. E sono curiosa di vedere come continuerà."

L'aria nella stanza era cambiata. Non c'era più solo curiosità o fascino, ma un desiderio crescente, un’energia palpabile che legava tutti i presenti. Marco, con il suo sorriso complice, sapeva che stava alimentando qualcosa di più profondo, ma era anche consapevole che Elena stava prendendo il controllo della situazione con la sua naturale capacità di sedurre senza esagerare.



Il tempo sembrava dilatarsi, ogni parola e ogni gesto erano amplificati, ma Elena, pur rimanendo calma, sapeva che quel gioco stava cambiando. Stava per arrivare il momento in cui il confine tra la realtà e il desiderio avrebbe iniziato a sfumare.

La connessione tra Elena e Marco cresce in intensità. La loro relazione si evolveva in un gioco continuo di seduzione e comprensione, dove la linea tra il desiderio fisico e quello psicologico si faceva sempre più sottile. La consapevolezza di entrambi riguardo ai propri desideri e limiti rende il loro legame estremamente profondo e ricco di sfumature.

Ogni momento che condividono, ogni sguardo e gesto, diventa un atto di comunicazione silenziosa, dove le parole non sono necessarie. Elena sa esattamente come stimolare Marco, non solo fisicamente, ma anche emotivamente, attraverso la sua presenza, la sua bellezza e la sua intelligenza. Marco, d'altra parte, si nutre di questa connessione, sentendo che ogni istante con Elena non è solo una ricerca di piacere, ma anche di comprensione reciproca. Ogni piccolo gesto di Elena, ogni sua esibizione di sensualità, lo eccita, ma allo stesso tempo lo avvicina a un livello più profondo di intimità.

La loro relazione non si limita più a un gioco superficiale, ma si trasforma in un'esperienza totale di complicità. Si guardano e si comprendono senza bisogno di parole. Elena non solo soddisfa il suo piacere nel mostrarsi, ma sente anche il piacere di essere "vista" da Marco in un modo che va oltre l'apparenza fisica. Ogni sguardo di Marco verso di lei non è solo desiderio, ma un riconoscimento della sua essenza, della sua intelligenza e della sua bellezza che vanno ben oltre la superficie.

A questo punto, entrambi potrebbero raggiungere una sorta di euforia emotiva, dove la seduzione diventa una forma di affermazione personale. Elena, che all'inizio potrebbe aver cercato il potere attraverso il corpo, si rende conto che la vera potenza risiede nell'interconnessione tra mente e corpo. Il piacere che trae da questo legame diventa un'esperienza più completa, che va oltre la ricerca di attenzione o di approvazione esterna. In Marco, trova qualcuno che non solo la desidera, ma che la capisce completamente, qualcuno che riconosce ogni sfumatura della sua persona e che ne apprezza la profondità.

Nel loro gioco, la sfida non è solo fisica, ma anche emotiva. La vera eccitazione per loro non deriva solo dal vedere e mostrarsi, ma dalla continua esplorazione di ciò che accade dentro di loro, nel momento in cui si trovano insieme. Si sfidano a vicenda a essere più sinceri, più vulnerabili, più intimi, e ogni volta che uno dei due si mostra più autentico, l'altro risponde con una connessione ancora più intensa.

Il loro piacere in realtà è dato dall'eccitazione dei commensali nel vedere sempre più disinibita Elena. Anche sa da prospettive diverse le due cose sono inversamente e saldamente connesse. Il piacere che provano è vedere che da un soggetto esterno all'intimità della coppia, c'è il piacere nel vedere le forme di Elena. Lei ne gode e anche marco, benché Elena senta il piacere di stimolare eccitazione mentre Marco si eccita vedendo la moglie attirare gli sguardi e le fantasie dei terzi coinvolti. Per questo Elena è ben contenta di concedere la vista del suo corpo ad altri e l'eccitazione della coppia cresce proporzionalmente alla scoperta del corpo di Elena e al gioco del vedo non vedo.

Se Elena solleva l'orlo della gonna scoprendo le cosce e mostrandole ai commensali lo fa eccitandosi sia del risultato della vista sui commensali ma ancora di più sul risultato della situazione sull'eccitazione di Marco

La chiave del piacere per la coppia risiede nella capacità di trasformare un atto apparentemente esterno – il mostrare – in una connessione intima che li unisce ancora di più.

Elena è consapevole del suo fascino e del potere che ha nel provocare una reazione negli altri. Quando solleva l'orlo della gonna, non si limita a compiere un gesto fisico: quel semplice atto è una dichiarazione di controllo e consapevolezza. Ogni centimetro di pelle che scopre è calcolato per ottenere un effetto specifico, sia sui commensali, sia su Marco. La tensione erotica cresce proporzionalmente, perché il gioco del "vedo non vedo" lascia spazio alla fantasia, che spesso è più potente della realtà.

I commensali, visibilmente colpiti, seguono ogni movimento di Elena con uno sguardo che tradisce il loro crescente desiderio. Ogni reazione da parte loro – un respiro trattenuto, uno sguardo che si sofferma più a lungo del necessario – è un segnale che Elena legge e interpreta, traendone una soddisfazione profonda. Per lei, il piacere non deriva solo dal mostrarsi, ma dal vedere come il suo corpo può trasformarsi in uno strumento di desiderio per chi la osserva.

Tuttavia, ciò che rende tutto più intenso è la presenza di Marco. Elena non agisce solo per compiacere gli altri, ma per vedere la reazione di suo marito. Il modo in cui lui la osserva, la tensione nei suoi occhi mentre assiste alla scena, sono per lei il vero motore dell'eccitazione. Sa che Marco non è geloso, ma anzi, trae piacere dal vedere come lei riesca a catalizzare l'attenzione degli altri. Questo crea una sinergia perfetta: più Elena si espone, più Marco si eccita; più Marco si eccita, più Elena sente il desiderio di continuare.

In questo equilibrio, il confine tra pubblico e privato si sfuma. La stanza diventa un palcoscenico dove ogni gesto di Elena e ogni sguardo di Marco alimentano un circolo virtuoso di desiderio. La loro intimità, paradossalmente, si rafforza proprio grazie alla presenza degli altri. I commensali diventano una sorta di specchio, un elemento esterno che riflette e amplifica la connessione tra marito e moglie.

Mentre Marco osservava Elena, il suo sguardo tradiva un misto di orgoglio e desiderio. Seduta tra i due colleghi, lei si era lasciata andare a una risata leggera, complice, mentre sollevava con grazia l'orlo della gonna. Le sue cosce affusolate e perfette catturarono immediatamente l’attenzione dei due uomini, che cercarono di mantenere un’apparenza di controllo, ma i loro occhi tradivano il magnetismo di quella visione.

Elena, consapevole del risultato, si mordeva leggermente il labbro, giocando con i bordi della stoffa. Era perfettamente a suo agio, godendo dell’atmosfera carica di tensione erotica. Marco, accanto al mobile bar, osservava ogni dettaglio. Non era solo l’atto in sé a eccitarlo, ma il vedere come la moglie, la sua Elena, potesse trasformare una semplice esposizione in una sorta di danza sensuale, capace di comandare l’attenzione di chiunque fosse nella stanza.

"Non trovate che abbia delle gambe incredibili?" chiese Marco, rompendo il silenzio con un tono volutamente leggero ma carico di intenzione. I due colleghi annuirono quasi simultaneamente, cercando di trovare parole che non sembrassero troppo compromettenti.

"Sono perfette," si arrischiò a dire uno dei due, la voce leggermente incrinata dall'imbarazzo e dall'eccitazione.

Elena sorrise, abbassando lo sguardo per un istante, fingendo una timidezza che non le apparteneva. "Oh, vi state lasciando andare a troppi complimenti," disse, la voce morbida e piena di sottintesi. Ma mentre parlava, fece scivolare una mano sulla coscia, accarezzandola distrattamente, un gesto che non passò inosservato a nessuno.

Marco si avvicinò con due bicchieri di vino in mano, porgendone uno a Elena e uno al collega alla sua destra. "Non c’è niente di male nel riconoscere la bellezza, giusto?" aggiunse, lasciando che la domanda rimanesse sospesa nell’aria.

Elena incrociò il suo sguardo, trovando in quegli occhi una silenziosa approvazione. Si sentiva sicura, desiderata e, soprattutto, completamente in controllo. Le emozioni nella stanza si intrecciavano in una rete intricata: il desiderio dei colleghi, la complicità di Marco, il piacere di Elena nell’essere al centro di tutto.

Prese un sorso di vino, poi con un gesto lento ma naturale si aggiustò il vestito, lasciando scoprire leggermente sempre più le gambe. "Spero che Marco non vi metta a disagio con queste sue uscite," disse con un tono scherzoso, ma lanciando uno sguardo malizioso al marito.

"Nient'affatto," rispose il collega alla sua sinistra, la voce ora più sicura. "Sei... una donna incredibilmente affascinante, e si vede che lui è molto orgoglioso di te."

Elena rise, un suono dolce e musicale. "E voi, invece, non siate troppo timidi," replicò, giocando con una ciocca di capelli. Poi si voltò verso Marco. "Credo che i tuoi amici siano dei veri gentiluomini."

Marco le sorrise, avvicinandosi e appoggiandosi al bracciolo del divano. "Lo sono, sì. Ma non è difficile essere colpiti dalla tua bellezza. Ti piace vedere come reagiscono?"

Elena alzò un sopracciglio, sfidandolo con lo sguardo. "Forse," rispose con una leggerezza che celava un’intensità profonda. "Forse mi piace vedere cosa fai tu quando gli altri mi guardano."

Il gioco continuava, il piacere cresceva. Marco si sentiva elettrizzato, non solo dalla scena, ma dalla connessione che aveva con sua moglie. Ogni gesto di Elena, ogni parola, era diretta a lui tanto quanto ai colleghi, un linguaggio segreto che solo loro due comprendevano davvero.

Elena e marco cercano sempre quel gradino in più e l'abilità di Elena, vera condottiera di quel gioco è quella di scoprire sempre parti nuove e nascoste dal vestito del suo corpo. Marco invece da buon complice, cerca sempre di dare il pretesto perché lei possa avere la "scusa" per potersi mostrare ai commensali. Magari un accenno ad una vacanza al mare potrebbe passare dal raccontare ai commensali qualche episodio che Elena ha vissuto, come prendere il sole in topless e, magistralmente da qui, portare abilmente i due commensali a vedere il suo seno, con la scusa che se fossero stati in spiaggia lo avrebbero comunque visto. Questo gioco complice di Elena e Marco è il giusto pretesto per portare Elena, innocentemente a mostrare altre parti del suo corpo, altrimenti nascoste.

Infatti, Elena e Marco, ormai perfettamente sintonizzati nel loro gioco di complicità e provocazione, sapevano come spingere i confini senza mai spezzarli. Marco, con il suo tono rilassato e leggermente ironico, sollevò un argomento apparentemente innocente mentre i bicchieri di vino si svuotavano e la serata procedeva.

"Ricordi quella vacanza al mare, amore?" chiese Marco, rivolgendosi a Elena con uno sguardo complice.

Elena, già perfettamente consapevole della piega che stava per prendere la conversazione, sorrise leggermente. "Beh certamente. È stata una vacanza davvero memorabile," rispose sorridendo, fingendo una leggera esitazione per alimentare l'attesa.

"Io ricordo un episodio che probabilmente farebbe arrossire anche i nostri amici," continuò Marco, guardando i due colleghi che, incuriositi, si spostarono leggermente avanti sul divano.

"Marco..." lo interruppe Elena con un tono di falsa modestia, ma il sorriso che giocava sulle sue labbra tradiva il suo divertimento.

"No, no, devo raccontarlo," insistette lui, con una risata. "Immaginate… una spiaggia deserta, il sole caldo, il mare che rifletteva un blu incredibile. Ed Elena, lì, in topless, completamente a suo agio, come se fosse la cosa più naturale del mondo."

I colleghi, presi alla sprovvista, sorrisero, cercando di mascherare il proprio imbarazzo con un’espressione di interesse. "Davvero?" chiese uno di loro, cercando di sembrare disinvolto.

Elena fece spallucce, giocando con la ciocca dei suoi capelli. "Beh, quando sei al mare, lontano da tutto, è normale lasciarsi andare," disse, minimizzando la cosa, ma con una scintilla di malizia negli occhi.

"Ma devo dire," continuò Marco, con tono più basso e complice, "che nonostante fosse una spiaggia tranquilla, non mancavano gli sguardi curiosi."

Elena rise, coprendosi la bocca con la mano mentre accavallava nuovamente le gambe, ma poi lo guardò con una sfida silenziosa. "Sai, se fossimo al mare ora, probabilmente non ci sarebbe nulla di strano nel mostrare un po' di più, no?"

I colleghi rimasero in silenzio per un attimo, incerti su come rispondere, ma il sorriso di Elena li rassicurò. Con un gesto lento e naturale, lei si sistemò il vestito, facendo scivolare una spallina giù per la spalla, come a simulare il gesto di togliersi il costume. "Se fossimo in spiaggia, immagino che avreste già visto questo," disse con un tono leggero, scoprendo lentamente una parte della spalla e accennando al décolleté, senza mai spingersi troppo oltre, ma abbastanza da lasciare intendere.

Marco osservava attentamente, visibilmente compiaciuto. "Vedi, amore, loro non sono così timidi. Sono certo che apprezzano la tua naturalezza."

Elena sollevò lo sguardo verso di lui, poi tornò a fissare i due colleghi, che erano completamente assorti. "Forse avete ragione," disse, lasciando cadere la seconda spallina, rivelando il profilo del suo seno, avvolto ancora dal tessuto del vestito, ma ormai in procinto di essere svelato. Le aureole già facevano capolino dal tessuto che sembrava proprio essere impigliato nei capezzoli eccitatamente turgidi.

"È solo un corpo, dopotutto," aggiunse, con una risata che nascondeva una tensione elettrizzante. Poi, con un gesto teatrale e innocente, abbassò lentamente il vestito quel tanto che bastava per scoprire il suo perfetto seno. "Se fossimo al mare, non ci sarebbe nulla di strano, no?"

I colleghi annuirono, le loro espressioni un misto di sorpresa, desiderio e nervosismo guardavano il seno nudo. Elena si voltò verso Marco, cercando nel suo volto una conferma, che lui le offrì con un sorriso complice e un leggero cenno del capo.

"Vedi?" disse Elena, sollevando il vestito per coprirsi di nuovo, ma con un movimento che sembrava più una danza che un gesto di modestia. "Non c'è nulla di male nel sentirsi liberi, a volte."

L’atmosfera si fece ancora più carica, il gioco si era spinto appena oltre, senza mai perdere il controllo. Marco e Elena sapevano che ogni gradino in più era una conquista reciproca, una complicità che li rendeva inseparabili.

fatemi sapere se volete...
...continua
scritto il
2025-01-13
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