Michele

di
genere
gay

Si chiamava Michele e l’avevo conosciuto quando aveva cominciato a consegnarmi il giornale all'età di quindici anni. Allora avevo solo vent’anni e dalle occhiate che gli lanciavo comprese rapidamente che ero gay e volevo corromperlo. Era alto un metro e settantacinque, occhi scuri e capelli scuri alle spalle su un corpo abbronzato e magro ma muscoloso. Io aspettavo ansiosamente che raggiungesse la maggiore età.
Durante i tre anni seguenti portammo l'arte di flirtare ad un'altezza nuova. Naturalmente in quel periodo mi ero rassegnato al fatto che lui non sarebbe mai stato interessato sessualmente a me e che le nostro flirtare era soltanto routine.
Molte volte aveva avviato con me conversazioni relative alla sua perfettamente naturale curiosità sullo stesso sesso e la confusione che gli stava provocandolo. Tuttavia, volendo essere il primo ad iniziarlo al delirantemente meraviglioso mondo del sesso gay, decisi che la cosa migliore per lui era sedurre uno dei suoi amici di scuola.
Dopo averlo allenato sui punti più importanti di come discorrere con un altro ragazzo, lui puntò la sua preda. Il giorno seguente venne emozionato alla mia porta con la sua scoperta.
“È andata proprio come avevi detto!” disse entusiasta.
“Ti è piaciuto?” Chiesi.
“E’ stato fottutamente eccitante davvero ma non sapevamo quello che dovevamo fare e vorrei saperlo. Me lo mostrerai?” Chiese timidamente, i suoi occhi scuri fissavano i miei.
Le mie orecchie mi ingannavano? Stava succedendo? Quel diciottenne straordinariamente arrapante mi stava chiedendo di farlo?
“Voglio essere capace di fare tutto il possibile.” Disse con un sorriso diabolico: “Sono sempre così fottutamente arrapato che voglio venire senza dover sempre farmi seghe.
Questo era un sogno che diventava realtà. Avevo sbavato tanto a lungo per quel ragazzo che esitai, poi mi resi conto che mi era offerta l'opportunità di dargli la mia esperienza.
Annullai la distanza tra noi con un passo, gli alzai la camicia e la tolsi dal suo corpo. Mentre gliela facevo passare dalla testa, piantai le mie labbra sulle sue e cominciai a succhiare la sua lingua nella mia bocca. Il lamento che gli sfuggì sarebbe stato sufficiente per farmi sprizzare. Il mio cazzo già duro minacciò di stracciarmi i pantaloni. Scesi baciando al collo, al torace dove fui occupato a pizzicargli e torturargli i capezzoli. Fu per me una delizia perversa prima leccare e poi delicatamente mordere il suo capezzolo destro soffiandoci sopra il mio alito caldo e poi aria fredda e quindi succhiarlo nella mia bocca provocandogli la pelle d’oca e facendolo contorcere di piacere.
Volevo così maledettamente quel ragazzo che nulla poteva fermarmi. Scesi a baciare il suo torso leggermente muscoloso verso il giro vita. Continuai la mia pista di baci sull'inguine dei suoi pantaloni. Potevo chiaramente discernere la durezza massiccia che lo riempiva. Slacciai rapidamente il bottone e trascinai in giù la cerniera coi denti mettendo in mostra le mutande bianche e la gioia pura che contenevano. Osservai felice la macchia bagnata di pre eiaculazione che era filtrata attraverso le mutande. Con l’adrenalina che fluiva, gli tirai giù pantaloni e mutande e lui era nudo di fronte a me. Il suo cazzo duro e furioso stava sbavando mentre batteva contro la sua pancia. Mi fece piacere scoprire che non era circonciso. Feci correre allegramente il suo prepuzio su e giù sul suo palo magnifico. Alzando la pelle calda e morbida sulla testa del suo uccello notai che si era formata una pozza di nettare salato nel cappuccio. Infilai la lingua in quell’umidità deliziosa, la feci turbinare intorno alla cappella e l’infilai nella fessura. Questo fece ululare il mio giovane amico e lo fece sgroppare su e giù.
“Succhiami, succhiami, succhiami!” Ululò.
Ero troppo felice di obbedirgli.
La mia verga stava ululando per essere liberata così mi strappai la camicia e poi i pantaloni e le mutande. Il mio cazzo pulsante suonò sulla mia pancia un battito antico. Ero quasi sommerso dal desiderio. Non sprecai un momento nel prendere il suo pene nella mia bocca e giù nella mia gola. I lamenti ed il respiro affanoso di Michele erano gli ingredienti del mio desiderio.
Mi girai e gli mostrai cosa significava sessantanove. Quando spinsi il mio cazzo contro la sua faccia, lui capì rapidamente il concetto e prese il mio membro sbavante con sorprendente gusto. Io stavo ingoiando avidamente il suo cazzo ed allungavo la lingua a strofinare l'area tra le sue palle ed il buco del culo. La sua inesperienza divenne palese quando cominciò a strozzarsi sul mio grosso membro.
“Rallenta!” L'avvertii. “Per fare gola profonda occorre pratica.”
A quel punto spinsi la lingua nel suo buco del culo.
“Oh mio dio!” Gridò: “E’ la cosa più arrapante che abbia mai sentito!”
“Calma” Sorrisi: “Questo è solamente l'inizio.”
Sputai una volta nel suo ano e poi un’altra.
“Non posso credere a quanto è eccitante!” Si esaltò. “Stai per incularmi?” Chiese ansante.
“Solamente se lo vuoi realmente.” Ansai anch’io.
“Sì, inculami stallone! Voglio sentirti dentro di me!”
Ero troppo felice di obbedirgli.
Chiamatemi all’antica se volete, ma mi piaceva vederlo contorcersi mentre spingevo il mio osso da 20 centimetri nel suo stretto culo vergine. Lo girai sopra la schiena e misi le sue caviglie sulle mie spalle. Cominciai a spingere dentro di lui con gli occhi incollati ai suoi.
“Oh mio dio, mi stai fottendo il culo! Non ci posso credere, è magnifico! Questo è quello che voglio!” Gemette.
Spinsi nel suo sedere con la febbre di un pazzo. Mi persi rapidamente nella sua umidità calda. Divenni una bestia primitiva che chiede il suo territorio.
“Hai il culo più caldo in cui sia mai stato!” Gridai mentre mi immergevo implacabilmente in lui.
“Inculami!” Gridò Michele.
Ero così avvolto nell'estasi pura di depredare le sue dolci profondità vergini che non potevo fare a meno di gridare: “Tu dolce bastardo, voglio incularti.”
“Voglio che tu mi sborri sul torace!” Gridò soffocato.
Io ero delirante di piacere quando lo estrassi dal suo buco stretto e cominciai a spruzzare il mio seme caldo sul suo largo torace abbronzato. Ero così eccitato che un paio di sprizzi schizzarono sopra il suo mento ed anche nei suoi capelli. Tutto questo fece sparare a Michele il suo carico senza stimolazione diretta. Il suo cazzo spasimò e sparò il suo carico in alto nell'aria per poi ricadere sulla mia schiena e sedere. La sensazione del suo sperma caldo che correva giù sulla mia carne fece rigonfiare il mio uccello e cominciai a strofinarlo su e giù sul suo membro molle portandomi ad uno degli orgasmi più intensi che avessi mai avuto. Spruzzai una quantità incredibile di sborra sulla sua pancia mentre precipitavo sopra lui. I nostri carichi combinati ci mantenevano incollati ma quello servì solamente a rinnovare la nostra avidità l'uno dell'altro. Passammo il resto del fine settimana a letto tentando di scoprire altri più modi prenderci l'un l'altro.
Michele decise di stare con me e non incontrò più il suo compagno.
di
scritto il
2014-02-20
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