Ho rubato il racconto a mia sorella 4

di
genere
gay

Sapevo che non ci sarebbe stato tempo per parlare a Giacomo della mia conversazione con Alice, così decisi di mandargli una e-mail e scrissi:
Giacomo, Alice sospetti che tu sia gay. Ha detto di aver trovato dei porno gay sul tuo pc. Ho paura che voglia provocare qualche guaio. Per favore stai attento, sono suo fratello e so di cosa è capace. Ti amo, Nick.

Pochi minuti ed arrivò una risposta:
Nick, grazie per l’avvertimento. I tuoi genitori faranno qualche cosa? Anch’io ti amo Giacomo.

Scrissi rapidamente: Non so. Lei è sempre stata la loro favorito, ma il fatto di essere incinta di un ragazzo sconosciuto potrebbe cambiare le cose.

Il giorno dopo, dopo l’allenamento di nuoto stavo andando alla mia macchina nel parcheggio della scuola quando vidi una macchina distrutta rimorchiata fuori del parcheggio, ed un paio di poliziotti bobine che parlavano al direttore. Non ci feci caso più di tanto, andai in macchina e tornai a casa.
Appena entrato dissi alla mamma che avevo dei compiti da fare e di chiamarmi quando la cena era pronta. Andai in camera mi e cominciai a lavorare ai miei compiti quando sentii uno schiamazzo all’ingresso. Mi alzai per andare a vedere cosa stava succedendo.
"Sua figlia non ha un briciolo di decenza." stava dicendo una voce che conoscevo ed era quella del padre di Giacomo.
Andai in soggiorno e vidi Giacomo dietro suo padre. Mio padre stava rispondendo: “Mi creda, conosco mia figlia, non farebbe mai quello di cui l’accusa!"
"Ci sono i testimoni che l’hanno vista picchiare con una mazza da baseball sulla macchina di Giacomo!" Gridava il padre di Giacomo.
Io guardai Giacomo confuso. "Allora giacomo è quello che l’ha piantata!" Gridò mio padre. "Lei è all’allenamento di volley!"
“Io penso invece che stia importunando altri ragazzi! La prova di paternità l’ha provato! E comunque anche la figlia di un nostro vicino gioca a volley e ha detto che oggi non c’era allenamento!"

Giacomo accennò col capo verso di me ed uscimmo mentre i padri continuavano a litigare. "Cosa sta succedendo?" Chiesi.
"Quando sono andato al parcheggio uscendo di scuola ho trovato la macchina rovinata. Qualcuno aveva rotto finestrini e fari e tagliato i pneumatici."
"E pensi sia stata Alice?"
"Sì. Alcune persone hanno detto di averla vista vicino alla mia macchina con una mazza da baseball."
"Mi spiace immensamente, Giacomo!" Lo tirai a me e l'abbracciai.
"Perché mi sta facendo una cosa del genere?" Chiese Giacomo.
"E’ sempre stata così. Non riesco a spiegarlo."
La porta si aprì dietro di me ed il padre di Giacomo uscì e ci vide abbracciati. Noi interrompemmo l’abbraccio ed il padre di Giacomo mi disse: "Nick, so che hai l’allenamento di nuoto dopo la scuola, puoi accompagnare Giacomo a casa almeno finché non ripareranno la sua macchina."
"Sicuro." Dissi io.
"E può venire a casa mia domani sera? Ho delle cose da chiederti."
"Va bene." Risposi.
“Andiamo a casa Giacomo." Disse il padre di Giacomo.

Rientrai e vidi mio padre che fumava nel soggiorno. Mia madre mi diede un piatto della cena e mi disse di andare a mangiare nella mia stanza dato che non pensava che mio padre fosse dell’umore di una cena di famiglia quella sera. Andai in camera mia e vi trovai Alice.
"Cosa cazzo fai nella mia stanza?" Chiesi.
"Stavo guardando le tue e-mail, ma il tuo computer ha la password."
"Perché quello che ho sul mio computer non sono affari tuoi e le mie e-mail non sono affari tuoi.”
"Devo sapere di cosa avete parlato tu e Giacomo.”
"Non sono cazzi tuoi ed ora fuori dalla mia stanza!"
Alice uscì incazzata.

La sera successiva andai a casa di Giacomo per parlare con suo papà. Ci sedemmo lui Giacomo ed io alla tavola della sala da pranzo. Ci guardò e chiese. "Giacomo per favore sii onesto, perché ti sei separato da Alice?"
"Lei sta scocciante."
"Penso che questa sia solo una ragione, credo che ci sia dell’altro. Non credere che sia stupido, vedo il modo che tu e Nick state insieme. L’hai scaricata per Nick?"
Giacomo abbassò la testa e non disse niente. Il padre di Giacomo mi guardò. "Nick, tu e Giacomo siete insieme? Da quando? Io non dirò niente ai tuoi genitori. Devo solo sapere tutta la storia."
"Sì lo siamo." Dissi io. "E’ cominciato nel fine settimana che Giacomo passò con me a casa mia quando Alice ed i miei genitori erano fuori città."
"Giacomo? Guardami." Giacomo alzò lo sguardo con le lacrime negli occhi. "Sei gay?" Giacomo accennò col capo. "Ascoltami Giacomo. Tu sei mio figlio ed io voglio che tu sia felice. Non mi devi nascondere niente." Giacomo si asciugò gli occhi. "Tua madre ed io lo sospettavamo da tempo. Sapevamo che ci doveva essere stato più di quanto sapevamo sul tuo rapporto con Alice. Era perché volevi stare vicino a Nick?"
Giacomo accennò col capo. "Bene." Disse il padre di Giacomo, poi mi guardò: "Nick, mi sei sempre piaciuto. Tua sorella è un incubo ma io penso che lei è solo una mela marcia. Voglio che tu sappia che qui sei il benvenuto e tu e Giacomo siete liberi di fare qualunque cosa vogliate qui. Solo limitatevi a fare sesso nella camera di Giacomo.”
"Va bene signore." Dissi io.
"Non c’è bisogno di chiamarmi signore. Chiamami solo mi chiami Roberto. Ora siete liberi di andare, Nick se vuoi puoi restare a cena."

Noi ci alzammo da tavola ed andammo nella stanza di Giacomo. Cademmo sul letto, lo abbracciai e lo baciai. Cominciammo a spogliarci, in breve avevo l’uccello dentro Giacomo e spingevo come se fosse l’ultima cosa che facevo nella mia vita. Scaricai un carico di sperma dentro di lui e lo tenni stretto coccolandolo nelle mie braccia. Non so quanto tempo rimanemmo così bello.
di
scritto il
2014-03-10
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